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Amazon, 2023
Ho raccolto ed ordinato nelle pagine di questo volume alcuni dei miei articoli scritti e pubblicati nel corso degli ultimi anni, tutti in qualche misura relativi a fatti, cose, eventi, racconti e personaggi appartenenti alla storia relativamente recente di Brindisi, in particolare alla storia del secolo scorso, il Ventesimo: il 900 brindisino, appunto. Si tratta di cinquantacinque articoli che ho raccolto e qui ordinato seguendo la sequenza cronologica dei racconti trattati in ognuno di essi, relativi quindi, agli anni che spaziano tra il primissimo Novecento e gli ultimi decenni dello stesso secolo. Come introduzione ho pensato bene riproporre le ultime pagine del mio libro intitolato “Brindisi nel contesto della storia” scritto qualche anno fa dal quale ho estratto e qui riprodotto l’ultimo capitolo: quello relativo alla storia di Brindisi nel XX secolo. In appendice, infine, ho raccolto e riportato le cinquanta schede che elaborai una decina d’anni fa, curando una rubrica settimanale sul quotidiano brindisino Senzacolonne, in cui pubblicavo ogni volta una fotografia antica della città, e quindi la commentavo. Si tratta, anche in questo caso, di contenuti tutti in qualche modo ricollegabili alla storia cittadina dello stesso secolo scorso. Ognuno dei vari capitoli di questo volume tratta un singolo tema e tutti i temi appartengono ad una stessa storia, particolarmente densa e per molti aspetti tumultuosa, una storia – quella di Brindisi – che ben merita di essere raccontata studiata ed approfondita per intero e, magari, in qualcuno dei lettori, proprio il contenuto di questo libro potrebbe stimolare la curiosità necessaria per farlo. Il testo può essere letto capitolo dopo capitolo, ma non necessariamente: ognuno degli articoli, così come ognuna delle foto dell’appendice, infatti, non hanno tra loro un collegamento diretto e pertanto possono essere letti in maniera del tutto autonoma e, comunque, seguendo qualsiasi ordine che il lettore voglia preferire, scegliendo, magari, anche solo quelli che più possano interessare. Buona lettura!
Studi Acrensi, 1984
Un collegamento fra gli autori dell'800 e quelli del nostro secolo è la migliore occasione per ricordare Padre Giovanni Ca lendoli dell'Ordine dei Domenicani, vissuto dal 1834 al 1896. Egli progettò e realizzò (prima a Milano e dopo a Parigi, dove morì) ima macchina tipografica per la composizione dei caratteri, denominata « La Simultanea ». Con questa macchina, i giornali dell'epoca affermavano, si potevano comporre da 40.000 a 50.000 caratteri l'ora. Ho voluto ricordare Padre Calendoli perché la maggior parte degli autori del nostro secolo sono nati alla fine del secolo scorso e quindi potevano avere un ricordo diretto dell'illustre concittadino. Di questi autori darò brevi indicazioni biografiche e bi bliografiche utili per avere un'idea del valore culturale che la « Mostra del libro di Autori Palazzolesi » intende offrire a quan ti la visiteranno.
La "fine secolo" fu segnata, in economia, dall'affermarsi della produzione metallurgica e dell'industria pesante, in grado di garantire altissimi profitti solo nelle dimensioni della grande impresa; gli enormi capitali necessari per questi impianti e per il rifornimento delle materie prime accelerarono un processo di concentrazione per cui poche grandi imprese operarono di fatto in regime di quasimonopolio. Questa fase del capitalismo fu un fenomeno mondiale che interessò potenze industriali più recenti. È il caso della Germania, dell'Italia e della Russia. Fuori d'Europa per la prima volta si delinearono pericolosi concorrenti: USA, con un ritmo di espansione straordinario, garantito da immense riserve di materie prime e di manodopera immigrata e, dopo il 1870, il Giappone, uscito appena dal regime feudale. La Cina, strappata al proprio secolare isolamento, diviene (1900) terreno di caccia per le economie di tutti gli stati che se la spartiscono: Inghilterra, Francia, Svizzera, USA, Italia, ecc. Africa, Asia e America latina subiscono una massiccia invasione di capitali europei impiegati in imprese industriali e commerciali sostenute da investimenti nell'industria degli armamenti. Tutto ciò favorì la nascita di alcuni fattori ideologici tipici di quegli anni: l'esaltazione della tecnica produttiva industriale, della civiltà occidentale come la più avanzata, della razza bianca come portatrice di questi valori alle razze inferiori. L'esaltazione della scienza e della tecnica si colora di aspetti violenti aggressivi, intolleranti e razzisti e giunge al culmine di una cultura "ufficiale" che ha i suoi centri propulsori nelle Esposizioni nazionali e internazionali che si organizzano per ogni dove. "Esporre" è un importante fatto di cultura, sottolineato da opere d'arte ideate allo scopo: l'architettura fornisce padiglioni di esposizione che sono un'esaltazione dell'acciaio e del cemento; la Torre Eiffel dimostra tutta l'arditezza a ciò cui può giungere la nuova età dell'acciaio. La "grandiosità" è l'immagine artistica centrale di questa cultura ufficiale: ell'esaltazione della nuova forza che scienza e tecnica hanno dato all'umanità rientra anche l'immagine delle grandi masse di uomini che queste forze muovono e saldano. Si sviluppa una vera e propria psicologia delle masse, spesso trattate come coronamento della grande opera d'arte. Masse da plasmare con nuovi strumenti di comunicazione. Il mito scientifico-tecnico penetra anche attraverso la tendenza letterario-artistica che va sotto i nomi di realismo, naturalismo o verismo. Emile Zola rinnovò, tra il 1870 e il 900, la fortuna del romanzo realista, cercando di applicare alla narrativa l'obiettivo dell'osservazione scientifica. Un aspetto collaterale di questo contributo culturale all'età dell'imperialismo è un certo esotismo di moda in tutti i paesi colonialisti. C'è un esotismo che suona rifiuto della civiltà occidentale ma c'è anche un esotismo che suona esaltazione delle grandi imprese e avventure dell'uomo bianco in terre lontane e meravigliose (es. i romanzi di Kipling).
Il testo che segue può essere usato in sede didattica per sintetizzare alcuni concetti fondamentali del periodo della "grande guerra civile europea -1914-1945". Esso in origine è stato scritto come introduzione alla guerra fredda ed è tratto dalle bozze del testo divulgativo Federico Repetto Il confronto est-ovest 1945-1991 La guerra fredda
Eppure sono queste le città in cui maggiormente appaiono le parole più tecniche e più concrete, gli oggetti più prosaici, i ferri delle costruzioni (come già nell'esempio sopra e quello qui sotto): Gli dei della città, secondo alcuni, abitano nella profondità, nel lago nero che nutre le vene sotterranee. Secondo altri gli dei abitano nei secchi che risalgono appesi alla fune quando appaiono fuori della vera dei pozzi, nelle carrucole che girano, negli argani delle norie, nelle leve delle pompe, nelle pale dei mulini a vento che tirano su l'acqua delle trivellazioni, nei castelli di traliccio che reggono l'avvitarsi delle sonde, nei serbatoi pensili sopra i tetti in cima a trampoli, negli archi sottili degli acquedotti, in tutte le colonne d'acqua, i tubi verticali, i saliscendi, i troppopieni, su fino alle girandole che sormontano le aeree impalcature d'Isaura, città che si muove tutta verso l'alto (Isaura, p. 20). 33 LEZ (Visibilità), p. 102. 34 Mondo scritto e mondo non scritto, conferenza tenuta da Calvino alla New York University il 30 marzo 1983: «io non credo che la totalità sia contenibile nel linguaggio; il mio problema è ciò che resta fuori, il non-scritto, il non-scrivibile». 35 Sulla funzione della letteratura come mappatura si veda Barenghi 2007, pp. 137 ss. 36 «Penso a una possibile pedagogia dell'immaginazione […] che permetta che le immagini si cristallizzino in una forma ben definita, memorabile, autosufficiente, "icastica"» (LEZ (Visibilità), p. 103).
Il Manifesto S-naturalista di Enrico Bernard con le illustrazioni di Dario Fo è stato pubblicato per la prima volta nel 1993 all’interno della rivista “Ridotto” (nr. 1-2, gennaio-febbraio 1993, pp. 44-54). Successivamente in: http://www.amnesiavivace.it/sommario/rivista/brani/pezzo.asp?id=182 ed è nel sito di Franca Rame e Dario Fo Articoli (42) - Archivio Franca Rame Dario Fo www.archivio.francarame.it/elenco.aspx?IDOpera=8&IDTipologia... Poetiche d`autore. 1993 Intervento di Enrico Bernard pubblicato su "Ridotto" in cui illustra la sua visione del mondo teatrale. ... 2001 Articolo su Dario Fo e la sua produzione pittorica, in riferimento sopratutto al legame con l` attività teatrale.
Marina Candiani, 2000
«...La verità travolge lentamente, ma all'improvviso tutto quello che appartiene ad essa non è più tuo: e tu non sei, ma una parte della verità...» (Piero Bigongiari). Ciò che affascina nella personalità di Bigongiari, narratore, poeta, critico d'arte e letterario scomparso nel 1997, è la profonda capacità di affrontare-attraverso itinerari diversi-il tema della verità: sue le parole «Credo a una verità come avverarsi del vero». Il termine, all'apparenza non privo di ambiguità, si concreta invece in un tragitto che conduce a una graduale consapevolezza di sé, dando vita a un "romanzo" esistenziale e artistico che copre l'intero arco della sua opera compreso tra gli anni '3O e il 1996. Elemento singolare all'interno di questo percorso è la compenetrazione reciproca tra gli abbozzi narrativi degli anni '32-'35 ), la critica (dal '33 in poi) e, più fondatamente, la poesia (dal 1933). Proprio la poesia risulterà, in definitiva, essere lo strumento espressivo prediletto, pur se in simbiosi con una presenza critica, anche d'arte, e con riprese sporadiche di prose narrative. Analoghi sembrano, a esclusione del campo poetico, gli esordi, gli sviluppi e per molti aspetti l'approdo nella produzione letteraria di un altro grande letterato novecentesco, Giacomo Debenedetti (1901-1967)...
2017
Nel '900 il personaggio di Creonte verrà sempre più identificato con Franco in Spagna e con Carmona in Portogallo, quindi il tiranno si trasforma in un polo negativo del racconto, e non più un attore in uno scontro dialettico. Sei le riscritture drammaturgiche di origine lusitana del Novecento, capitolo poco noto nell’ambito del Nachleben del mito di Antigone, rimaste ignorante fuori dal Portogallo.
Il prima della menzogna, 2023
L’articolo promuove una filosofia della comunicazione orientata alla semiotica, capace d’individuare le ideologie del senso che sottendono le tecnologie dello scambio simbolico. La loro evoluzione nel corso della storia implica importanti cambiamenti nella retorica del falso. Questo è un elemento costitutivo della specie umana, le cui condizioni sono però radicalmente alterate dal digitale e dall’ascesa dell’intelligenza artificiale. L’articolo si concentra sull’ideologia semiotica delle reti generative avversarie e sulle loro conseguenze in termini di produzione e ricezione di deepfake. Questi nuovi, inquietanti prodotti testuali sono spesso considerati divertenti, ma, sostiene l’articolo, è solo questione di tempo prima che gli esseri umani non siano più in grado di riconoscerli come falsi. La semiotica è quindi chiamata a concentrarsi con urgenza sulla «crisi epistemologica» che i progressi della falsificazione digitale possono generare.
Brainwave: A Multidisciplinary Journal, 2024
2018. En: História das Religiões em Perspectiva: Desafios conceituais, diálogos interdisciplinares e questões metodológicas, Ana Rosa Cloclet da Silva y Roberto Di Stefano (eds.). Curitiba, PR: Editora Prismas, pp. 243-284
Полтавський базовий медичний фаховий коледж, 2024
medRxiv (Cold Spring Harbor Laboratory), 2021
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2023
Μελέτες για την Ελληνική Γλώσσα, 2024
Applied Physics B, 2018
Bulletin of the Tomsk Polytechnic University Geo Assets Engineering
Communications biology, 2020
RePEc: Research Papers in Economics, 2011
Sociobiology, 2015
Frontiers in Public Health, 2022
Synthetic Communications, 2003
Journal of Clinical and Investigative Surgery, 2016