Papers by Gianni Bergamaschi
Il culto di san Marziale in Toscana, con premesse metodologiche sull'uso delle fonti agio-liturgiche
De Strata Teutonica – vom Romweg, 2014
Rivista Internazionale di Musica Sacra, 2014
Rivista Internazionale di Musica Sacra, 2013
Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, 2012

Profili istituzionali della santità medioevale. Culti importati, culti esportati e culti autoctoni nella Toscana occidentale e nella circolazione mediterranea ed europea, a cura di C. ALZATI e G. ROSSETTI, Pisa, ETS, 2010 (PBG, 24), pp. 143-204, 2010
Il contributo è stato realizzato portando a conclusione uno dei lavori incompiuti di Maria Bettel... more Il contributo è stato realizzato portando a conclusione uno dei lavori incompiuti di Maria Bettelli. Un vivo ringraziamento a Gabriella Rossetti per i preziosi consigli, a Gabriele Zaccagnini per le fruttuose conversazioni, a Simona Gavinelli per la datazione di numerosi codici. 1 È curioso notare come, al contrario, il nome "Giulia" abbia avuto in Italia momenti di fortuna, soprattutto in tempi recenti: cfr. A. ROSSEBASTIANO, Di nome, Giulia, in Studi in memoria di Giulia Caterina Mastrelli Anzilotti, Firenze, Istituto di studi per l'Alto Adige, 2001, pp. 405-413. 2 Su Lucca, da cui promana, a mio parere, anche il culto a Livorno, cfr. infra, pp. 155-157 e nota 130. Sul monastero di S. Salvatore -S. Giulia, in generale, cfr. infra, nota 9; sull'intitolazione, nota 18; cfr. anche nota 130. A Brescia, in realtà, il culto non pare abbia esercitato grande inflluenza al di fuori del monastero dedicato alla santa e delle sue dipendenze. Nel Sacramentario del monastero di S. Eufemia, solo per fare un esempio, s. Giulia è ricordata nel Calendario, ma non rientra nel suo Santorale: cfr. E. ZANA, Il sacramentario benedettino bresciano del secolo XI, Brescia 1971, pp. 166 e 130. Per il codice e altre presenze di s. Giulia in manoscritti bresciani, cfr. S. GAVINELLI, La liturgia del cenobio di Santa Giulia in età comunale e signorile attraverso il Liber Ordinarius, in Culto e storia in Santa Giulia, a cura di G. Andenna, Brescia 2001 [Atti del Convegno "Culto e storia in S. Giulia", Brescia 20 ottobre 2000], pp. 129-130. Sulla memoria della traslazione in due Calendari e in un Martirologio bresciani, cfr. infra, pp. 171-172.
Musica e liturgie nel medioevo bresciano (secoli XI-XV), Atti del Convegno (Brescia 3-4 aprile 2008), a cura di M. T. Rosa Barezzani, (Storia, Cultura, Società, 2), 2009
1.1 LA PASSIO SANCTAE IULIAE E GLI INNI PER LA SANTA.

De strata Francigena , 2009
La distribuzione spazio-temporale del culto di un santo è forse una delle tematiche fra le più de... more La distribuzione spazio-temporale del culto di un santo è forse una delle tematiche fra le più delicate e le meno frequentate negli studi agiografici. Nel caso di santa Giulia, poi, si deve per prima cosa fare i conti con un problema di prospettiva nell'approccio. Da un lato la recente trasformazione in polo museale-espositivo dell'antico cenobio femminile bresciano di S. Salvatore -S. Giulia 1 lo ha reso noto in tutta Italia, proiettando un'immagine che induce a sovrastimare l'importanza di Brescia in relazione al culto di s. Giulia; dall'altro, persino in Toscana, è meno noto il fatto che la santa sia patrona di Livorno: ma per chi se ne occupa è inevitabile imbattersi nella teoria secondo cui il culto si sarebbe diffuso in seguito e in conseguenza della traslazione dalla Gorgona a Brescia, che sarebbe passata da Porto Pisano e avrebbe lasciato lungo il percorso una scia di chiese intitolate alla Santa.
Annali Queriniani, 2009
Latina antiquae et mediae aetatis (=BHL), Bruxelles 1992 (ripr. facs. dell'ed. 1898-1901, Subsidi... more Latina antiquae et mediae aetatis (=BHL), Bruxelles 1992 (ripr. facs. dell'ed. 1898-1901, Subsidia Hagiographica [= SH] 6), p. 669. Edita in Acta Santorum Maii, V, Antverpiae 1685 (=AASS Maii, V), pp. 168-169.
Brixia Sacra, 2009
Di che colore erano i capelli di santa Giulia? La domanda, a prima vista peregrina, sottintende a... more Di che colore erano i capelli di santa Giulia? La domanda, a prima vista peregrina, sottintende altri quesiti meno insoliti. Su un trimestrale toscano è uscito di recente un sintetico articolo su santa Giulia in Toscana 1 , da me consegnato con ampio corredo iconografico, ma accanto al titolo (Giulia: una santa toscana?) e sottotitolo (Il culto della santa, patrona di Livorno, affonda le sue radici nella Lucca del ducato longobardo), è stata inserita una figura diversa da quelle proposte: un viso di santa Giulia, capelli biondi e occhi levati al cielo, con la didascalia «Particolare della vetrata della Parrocchia di Santa Giulia, Torino».
Civiltà bresciana, 16 (2007), pp. 65-75
Su un Passionario della prima metà del XIV secolo, Pisa, Archivio Capitolare, C 181 (184), Vitae ... more Su un Passionario della prima metà del XIV secolo, Pisa, Archivio Capitolare, C 181 (184), Vitae sanctorum, destinato a un ente religioso pisano che si potrebbe identificare nel convento delle domenicane di S. Silvestro 1 , si può leggere il nome "Faustinus" in un contesto in cui non può non destare stupore e suscitare interrogativi. Il codice presenta un legame con Brescia perché conserva una Passio sanctae Iuliae, non la più nota redazione, recensita nella Bibliotheca hagiographica latina (= BHL) col nr. 4516 e già edita negli Acta Sanctorum, di cui sono conosciuti diversi testimoni riferibili alla Toscana nord-occidentale e in particolare a Lucca, ma una seconda redazione, inedita e non recensita nella BHL, che ho motivo di ritenere di composizione bresciana 2 .
Nuova rivista storica, 2006
S. Giulia è oggi nota soprattutto in due aree ben delimitate: Livorno e Brescia. Nella prima il c... more S. Giulia è oggi nota soprattutto in due aree ben delimitate: Livorno e Brescia. Nella prima il culto è tuttora vivo e fiorente, in quanto la santa è patrona della città; nella seconda l'interesse è puramente culturale e nasce dalla presenza del celebre monastero di S. Salvatore -S. Giulia: soppresso nel 1798, è stato oggetto soprattutto in questi ultimi decenni di indagini e di studi, culminati nella realizzazione di un prestigioso museo che ha dato il via a tutta una serie di convegni e pubblicazioni ( 1 ).

Nuova Rivista Storica, 2003
Identifying two witnesses of a version of the Passio sanctae Iuliae corresponding to the one that... more Identifying two witnesses of a version of the Passio sanctae Iuliae corresponding to the one that was once ex-amined by the Bollandistes - out of which the clausula de corporis translatione and five Hymns were edited - has led to a broader overview of the Passio.
The Note intends to investigate the presence of a “Brescian” (i.e. from Brescia) version in an undoubtedly Pisan and relatively late Passionary (Pisa, Archivio Capitolare, cod. C 181, first half of the XIVth century). Although a preliminary examination of the codex as to its own features, dating, hagiological program and destination has not yet allowed to draw any definitive conclusion, it does provide a finer definition of the framework that might be adopted for future research. The Note’s closing remarks suggest that the possibile provenance of the antigraph used in C 181 for the Passio sanctae Iuliae could be identified in the Tuscan monasteries that were under the domain of the Brescian monastery of S. Salvatore S. Giulia.
Nuova Rivista Storica, 2001
Questo breve articolo fa parte del piano di lavoro che Maria Bettelli Bergamaschi prevedeva di sv... more Questo breve articolo fa parte del piano di lavoro che Maria Bettelli Bergamaschi prevedeva di sviluppare sul monastero di S. Salvatore -S. Giulia di Brescia, ma che è rimasto incompiuto per la morte dell'Autrice ( 1 ). L'opera completa prevedeva, a partire da due testi, la bolla di Gregorio IX e l'Ordinario di S. Giulia ( 2 ), un'analisi delle strutture, "sacre" e "profane", del monastero: la loro collocazione nella liturgia, il loro significato da un punto di vista storico e agiografico. L'Autrice aveva già pubblicato un primo studio (Per la storia del sito di S. Salvatore -S. Giulia a Brescia: il contributo di due fonti fra
Books by Gianni Bergamaschi
A focus on crucified saints (like Christ in their death, unlike in its significance) has enabled ... more A focus on crucified saints (like Christ in their death, unlike in its significance) has enabled this volume's contributors to explore varied aspects of martyrdom, the ascription of sanctity, purification from sins, and the significance of multiple forms of crucifixion-both literal and metaphorical-from early Christianity to the present day, including examinations of the role of crucifixion in Islamic and secular settings, in its representation in sacred and non-Christian fiction, and in art. Together these papers explore how the centrality of the crucifix that we sometimes take for granted took longer in affirming itself and how crucified saints played a significant role in mediating and establishing the rationale for this presence and guiding the understanding of the process of redemption.
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Papers by Gianni Bergamaschi
The Note intends to investigate the presence of a “Brescian” (i.e. from Brescia) version in an undoubtedly Pisan and relatively late Passionary (Pisa, Archivio Capitolare, cod. C 181, first half of the XIVth century). Although a preliminary examination of the codex as to its own features, dating, hagiological program and destination has not yet allowed to draw any definitive conclusion, it does provide a finer definition of the framework that might be adopted for future research. The Note’s closing remarks suggest that the possibile provenance of the antigraph used in C 181 for the Passio sanctae Iuliae could be identified in the Tuscan monasteries that were under the domain of the Brescian monastery of S. Salvatore S. Giulia.
Books by Gianni Bergamaschi
The Note intends to investigate the presence of a “Brescian” (i.e. from Brescia) version in an undoubtedly Pisan and relatively late Passionary (Pisa, Archivio Capitolare, cod. C 181, first half of the XIVth century). Although a preliminary examination of the codex as to its own features, dating, hagiological program and destination has not yet allowed to draw any definitive conclusion, it does provide a finer definition of the framework that might be adopted for future research. The Note’s closing remarks suggest that the possibile provenance of the antigraph used in C 181 for the Passio sanctae Iuliae could be identified in the Tuscan monasteries that were under the domain of the Brescian monastery of S. Salvatore S. Giulia.