Books by Alessandro Arienzo
Scarica il volume - http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapress/catalog/book/574
Il vo... more Scarica il volume - http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapress/catalog/book/574
Il volume raccoglie i contributi di studiosi e studenti che hanno partecipato all’insegnamento di Filosofia Politica per il corso di studi magistrale in Filosofia del Dipartimento di Studi Umanistici della Università “Federico II” e alla sperimentazione didattica che ne è seguita. Le sfide e i problemi inediti cui sono sottoposti i sistemi democratico-costituzionali sono all’origine della scelta del programma di lavoro, dedicato ai temi della segretezza e della trasparenza democratica. Nei diversi ambiti del governo e dell’amministrazione, infatti, il ricorso alla segretezza e la ricerca della trasparenza e dellavisibilità/misurabilità politica hanno assunto un’importanza sempre maggiore. Il corso si è dunque posto l’obiettivo di illustrare i principali nuclei storici e concettuali che, a partire dalle riflessioni sulle arti del governo e attraverso l’analisi dei percorsi della sovranità, sono giunti a definire gli elementi fondativi di quella misura costituzionale tra segretezza e trasparenza che condiziona i regimi democratici contemporanei, in modo da rintracciare gli elementi di tensione che la attraversano. L’ipotesi è che, non solo il governo pubblico della segretezza rappresenti una tra le principali sfide della democrazia, ma anche la trasparenza si presenti con l’opacità tipica della segretezza. In tal senso, oggi il lessico e la grammatica della politica democratica sono messi in questione e richiedono uno sforzo di ripensamento di quella misura che la modernità ha predisposto, ma che la nostra attualità sembra aver messo in crisi.
FedOAPress, 2018
Il volume raccoglie saggi dedicati alla Fenomenologia dello spirito di G.W.F. Hegel e ad alcune s... more Il volume raccoglie saggi dedicati alla Fenomenologia dello spirito di G.W.F. Hegel e ad alcune sue principali interpretazioni. A scritti dal taglio più nettamente storiografico che ne ricostruiscono le influenze in autori quali Marx, Gentile, Heidegger, Kojève, Paci, Lacan e Brandom, si affiancano contributi volti a ricostruire alcuni nodi categoriali che, sollecitati dal testo hegeliano, hanno segnato le riflessioni etiche, teoretiche, filosofico-politiche e psicoanalitiche successive: dialettica, cultura, negazione, desiderio, corpo, fenomeno, riconoscimento. Questa raccolta non intende quindi né riproporre la lettera del testo hegeliano, né avanzare una sua specifica interpretazione. Piuttosto, gli autori hanno condiviso lo sforzo di illustrare in actu exercito le possibilità di movimento tra questi due estremi – testo e interpretazione – tra cui la cultura filosofica si muove. Attraverso questo movimento la Fenomenologia dello spirito continua a produrre filosofia, ossia ad essere occasione e strumento per la comprensione del “proprio tempo col pensiero”.
Questo volume raccoglie ed estende il progetto Ricerca Precaria che nel 2015 ha rilanciato un dib... more Questo volume raccoglie ed estende il progetto Ricerca Precaria che nel 2015 ha rilanciato un dibattito fruttuoso sul nesso tra precarietà e accademia attraverso una serie di seminari itineranti. Riflette sulla precarietà nell’università italiana soffermandosi sulle condizioni economiche ed esistenziali di chi fa ricerca. I nodi affrontati sono molteplici: le carriere scientifiche, la mobilità internazionale, la dimensione di genere, l’insicurezza sociale. Emerge come la precarietà accademica sia un tema di ricerca rilevante e pregnante, che interroga l’accademia nel suo complesso oltre che i sindacati, le istituzioni e i movimenti politici e sociali.
Lessico Post-democratico. A cura di Salvatore Cingari e Alessandro Simoncini, Firenze, Firenze Un... more Lessico Post-democratico. A cura di Salvatore Cingari e Alessandro Simoncini, Firenze, Firenze University Press, 2016.
Index
1. Introduzione, Sull’interregno post-democratico di Alessandro Simoncini;
2. Crisi. Crisi economica e crisi dei territori, di Piero Bevilacqua;
3. Precarietà. Capitalismo bio-cognitivo, trappola della precarietà, reddito di base incondizionato: la crisi della governance istituzionale di Andrea Fumagalli
4. Governance. Della governance come rappresentazione politica e della sua «storia» di Alessandro Arienzo
5. Meritocrazia. Dalla distopia elitarista alla teodicea della diseguaglianza di Salvatore Cingari
6. Beni Comuni. I beni comuni e le possibilità del diritto di Maria Rosaria Marella
7. Diritti sociali. Crisi dei diritti sociali e costituzione di Ugo Mattei
8. Sicurezza. Politiche di sicurezza e cittadinanza nell’unione europea di Tamar Pitch
9. Populismo. In nome del popolo sovrano? La questione populista nelle postemocrazie contemporanee di Damiano Palano
10. Populismo. Populismo come spettacolo. Critica della ragion populista di Mario Pezzella
11. Spettacolo. Vecchi e nuovi scenari dello spettacolo di Alessandro Simoncini
12. Postfazione di Salvatore Cingari
INDICE
- GIANFRANCO BORRELLI
Tra governance e guerre: i dispositivi della modernizzazione politic... more INDICE
- GIANFRANCO BORRELLI
Tra governance e guerre: i dispositivi della modernizzazione politica alla prova della mondializzazione
- ALESSANDRO ARIENZO
La Commissione Europea e il tema della legittimità politica nel Libro bianco sulla governance europea
- FRANCESCO RUBINO
I processi di ristrutturazione globale e la governance europea come modello intermedio di governo dell’economia.
- MARIO MARIANO
La nuova costituzione economica: le autorità amministrative indipendenti in Italia
Strumenti - (a cura di ALESSANDRO ARIENZO)
a. Dalla corporate governance alla categoria politica di governance
b. Repertorio Bibliografico
1. documenti ufficiali e numeri monografici
2. governance delle corporazioni e governance economico-finanziaria
3. governance urbana, locale, regionale e governance dei conflitti
4. global governance, diritti e sovranità
5. governance europea
6. diritto, amministrazione e regulatory governance
7. la governance e i suoi modelli
Dalla governance globale a quella dell’università, dal la governance d’impresa alla governance de... more Dalla governance globale a quella dell’università, dal la governance d’impresa alla governance dei servizi pubblici, il dibattito politico è ormai segnato dal persistente riferimento a un oggetto oscuro e sfuggente che lascia nell’ombra il «chi» governa «cosa» e «come». Quando si usa la parola governance, sembra si voglia intendere che le cose devono governarsi da sé, magari per favorire un processo di riduzione del ruolo dello Stato e del peso della dimensione pubblica. In questo libro sono tratteggiate le caratteristiche di un «discorso politico» che non solo descrive alcune importanti tras formazioni della forma dello Sta to e della relazione tra pubblico e privato, ma propone modalità nuove di governo e di autogoverno delle comunità umane. Collocata nell’odierno dibattito intorno al rapporto tra politica ed economia, la governance che emerge dai documenti istituzionali internazionali svela il volto oscuro di un inedito primato dell’economia sulla politica.
"La figura “pre-moderna” di Machiavelli è tornata con forza all’attenzione degli studiosi del pen... more "La figura “pre-moderna” di Machiavelli è tornata con forza all’attenzione degli studiosi del pensiero politico, ma anche degli scienziati della politica e della politologia, per l’influenza che il suo pensiero ancora esercita in quella che in molti interpretano come la nostra “post-modernità”. Sebbene possa apparire paradossale, una parte significativa del dibattito sui percorsi della contemporanea politica democratica e sulle sue prospettive si svolge ancora oggi intorno ed attraverso Machiavelli e quei percorsi plurimi della sua fortuna che chiamiamo “machiavellismi”. Alcuni dei temi che tornano oggi di primo piano nel dibattito filosofico-politico – dal conflitto al riconoscimento, dalla guerra al governo repubblicano, dall’occasione alla virtù, per citarne solo alcuni – hanno in Machiavelli un luogo teorico ineludibile.
I saggi raccolti in questo volume ricostruiscono i momenti e le forme della presenza della riflessione del Machiavelli e di differenti “machiavellismi” nella cultura politica anglo-americana in un arco storico vasto, dal XVI al XX secolo. A partire dallo studio della circolazione delle prime traduzioni manoscritte del Principe per giungere all’influenza nel Novecento esercitata della riflessione storica e politica del segretario fiorentino, questa raccolta intende ricostruire quei passaggi teorici e storici che hanno indotto processi di vera e propria invenzione e costruzione di una nuova terminologia politica a partire dal vocabolario machiavelliano."
A partire da un’indagine sull’attualità dei lemmi ragion di stato, governance, gouvernementalité,... more A partire da un’indagine sull’attualità dei lemmi ragion di stato, governance, gouvernementalité, il volume discute tensioni e rotture che si possono descrivere come emergenze democratiche. Da un lato, il rischio del progressivo irrigidimento conservativo del sistema della democrazia politica; dall’altro lato, l’insorgenza nello spazio politico di pratiche e soggetti nuovi. Nel contesto di una generale condizione di crisi della democrazia politica e dei processi della soggettivizzazione neoliberale, il volume tematizza la necessità di partire dai singoli per elaborare teorie radicali e pratiche radicali.
La democrazia è un oggetto teorico e storico sfuggente e mutevole, che eccede qualsiasi tentativo... more La democrazia è un oggetto teorico e storico sfuggente e mutevole, che eccede qualsiasi tentativo di definirla. Non è un caso, infatti, se proprio nell’epoca in cui maggiormente si afferma il discorso democratico, si assiste a uno scontro acceso volto all’appropriazionedell’uso stesso del termine «democrazia». Mai come oggi, l’espressione democrazia riesce a definire ambiti e contingenze politiche diametralmente opposte: da un lato, la democrazia significa pratiche volte alla stabilizzazione e conservazione delle ineguaglianze; dall’altro, essa è utilizzata per legittimare insorgenze popolari tendenti a una più piena trasformazione politico_istituzionale. I contributi presenti in questo volume indagano e discutono alcune delle possibili declinazioni della democrazia. Tale sforzo è compiuto assumendo i nodi problematici principali che segnano oggi questa forma di governo: mancanza di partecipazione; tensione tra le pratiche, gli esiti e i residui (i vuoti e gli scarti) dei tentativi d’insorgenze democratiche; l’eccesso e l’accumulo di identità definite e statiche; l’attivazione di politiche emergenziali e/o conservative.
Introduzione
Democrazia e politiche dell’eccedenza
Gianfranco Borrelli - Trasformazioni governamentali e eccedenze democratiche: l’enigma dell’innovazione politica nell’epoca della mondializzazione
Roberto Ciccarelli - Divenire okhlos. Sul convergente disaccordo tra il modello centrista e insorgente della democrazia
Stefano Calzolari - Sull’egemonia del discorso democratico
Alessandro Arienzo - Oltre la democrazia, la governance economica della politica
Giuseppe Allegri - Quali sperimentazioni democratiche dopo il costituzionalismo statualista? Primi appunti
Davide Tarizzo - Democratizzare la democrazia. Una nota su Ernesto Laclau
Yves Sintomer, Carsten Herzberg, Anja Röcke - Models of citizen participation: a global view on participatory budgeting
Raul Magni Berton - Le tournant participatif des démocraties libérales
Diego Lazzarich - La democratizzazione della sfera pubblica al tempo di Internet
Federico Simonetti - Il marchio della democrazia
Fabio Raimondi - Lenin e il compimento della democrazia
Alberto Toscano - Né riforma né democrazia? Ipotesi comuniste e vuoto democratico
Bruno Moroncini - La democrazia in estinzione
Giovanni Laino - Costretti e diversi. Per un ripensamento della partecipazione nelle politiche urbane
Giulio Gentile - Democrazia del diritto e del rovescio
Il primo capitolo di questo lavoro è esplicitamente dedicato ad una ricostruzione in chiave stori... more Il primo capitolo di questo lavoro è esplicitamente dedicato ad una ricostruzione in chiave storico-politica della biografia del marchese di Halifax. Benché quella offerta dalla studiosa H.C. Foxcroft mantenga ancora un valore documentario di eccezionale rilievo, i profondi mutamenti intervenuti nella storiografia mi hanno spinto a ri-leggerne i dati a partire da premesse interpretative e contesti storiografici diversi. Se l’immagine d’insieme non è sostanzialmente mutata, alcuni snodi dell’operato politico del marchese emergono con forza maggiore e, credo, attribuiscano all’interpretazione della sua riflessione politica prospettive nuove. Peraltro, se si eccettua la costante attenzione dedicata al Savile da Lorenzo d’Avack, ben poco è stato scritto su questo autore in Italia e quasi nessuno ha tentato di legare gli sviluppi del suo pensiero politico con i suoi percorsi biografici . Il secondo capitolo è invece dedicato ad approfondire i presupposti antropologici e filosofici del suo pensiero, ed alla ricostruzione delle caratteristiche di una politica da sempre connotata con l’appellativo trimming. L’obiettivo è quello di offrire una complessiva articolazione dei soggetti impegnati nell’esercizio dei poteri esecutivo e legislativo. Il capitolo successivo è invece dedicato all’articolazione tra i corpi politici, sociali e religiosi di cui vive la nazione inglese e i cui rapporti costituiscono il nucleo della constitution inglese. Di questi rapporti, così come degli equilibri tra i poteri di cui vive la monarchia inglese, i moduli diversi della ragion di Stato e della salus populi devono garantire la conservazione. Conservazione che appare tanto più efficace quanto è capace di operare per via di riforma - quando questa risulti necessaria - degli uffici, delle cariche, degli apparati fiscali e militari. Su questi aspetti della riflessione saviliana si sofferma l’ultimo capitolo, nel quale si offrono alcuni spunti conclusivi relativamente al lavoro fin qui svolto.
Papers by Alessandro Arienzo
Dalla crisi alla policrisi. Il termine policrisi è presente nell’attuale dibattito pubblico e pol... more Dalla crisi alla policrisi. Il termine policrisi è presente nell’attuale dibattito pubblico e politico come luogo di scontro tra storici prestati all’analisi politica internazionale e opinionisti ed esperti di relazioni internazionali per i maggiori quotidiani statunitensi e britannici. In questo dibattito policrisi/polycrisis presenta una diversa, e più intrinseca, molteplicità, e una di&erente relazione col tempo presente e con la temporalità storica che attraversiamo.
Democratic theory has traditionally placed the issues of Reason of State and its relation to the ... more Democratic theory has traditionally placed the issues of Reason of State and its relation to the principles and devices of political democracy at its margins. And it should come as no surprise that most of the contributions on the subject have accompanied the conflict between the two blocs that followed the Second World War, expressing the conviction that the reason of state can and should be traced back to the management of intelligence and the sphere of international relations. It would therefore consist of a complex of exceptional and secretive instruments subordinated to constitutionally defined control procedures. On the other hand, when not traceable to a real 'constitutional reason of state' it would fleetingly appear as a deviant, degenerative, and corruptive phenomenon. In short, like that 'demonic face of power' to which Gerhard Ritter has drawn attention. - A working translation of a paper first published as: Ragion di stato costituzionale e democrazia dell'emergenza: i percorsi contemporanei della conservazione politica. In: A. Arienzo G. Borrelli. Emergenze democratiche. Ragion di stato, governance, gouvernamentalité. 2011.
in Segni, Studi in ricordo di Riccardo De Biase, 2023
Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Euro... more Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi.
Nel Capitale viene posta la perennità del valore… caducità che passa – processo – vita. Ma questa capacità il capitale l’ottiene soltanto succhiando di continuo l’anima del lavoro vivo, come un vampiro.
Il capitale è lavoro morto, che si ravviva, come un vampiro, soltanto succhiando lavoro vivo e più vive quanto più ne succhia. Il tempo durante il quale l’operaio lavora è il tempo durante il quale il capitalista consuma la forza-lavoro che ha comprato.
in La democrazia liberale e i suoi critici, a cura di C. Calabrò, M. Lenci, 2017
Liberalism is in crisis. It needs to win its ground all over again: un tweet postato dall'account... more Liberalism is in crisis. It needs to win its ground all over again: un tweet postato dall'account del «The Economist», pochi giorni dopo il referendum sull'uscita del Regno Unito dall' Unione europea, rinviava a un breve e interessante articolo firmato dalla redazione dal titolo The politics of anger: «Across Western democracies, from the America of Donald Trump to the France of Marie Le Pen, large number of people are enraged. If they cannot find a voice within the mainstream, they will make themselves heard from without». Secondo l'«Economist» le spinte populiste che attraversano la politica contemporanea sono l'espressione di un malessere che le elitès politiche ed economiche globali non hanno saputo ascoltare....
Guerre costituenti. Spazi, dimensioni, narrazioni del conflitto, a cura di G. Speciale, IPS Edizioni, 2023
A differenza di quanto veniva proposto da una parte significativa della pubblicistica politica di... more A differenza di quanto veniva proposto da una parte significativa della pubblicistica politica di fine millennio, oggi facciamo i conti oggi con una globalizzazione sempre più multilaterale, caratterizzata certamente da interdipendenze complesse, ma incapace di darsi una forma politica e una amministrazione (la polizia). Quindi costretta a ricercare una logica del bilanciamento e della diplomazia tra poteri e attori diversi: non più centrata esclusivamente sugli stati (la logica vestfaliana), ma articolata intorno a spazialità e istituzionalità molteplici e multilivello. Ed ecco che nel caos dell’attuale spazio globale, tra reti e attori che faticano a dar vita a un ordine globale, una parte importante della globalizzazione sembra costituita di “guerre, quasi guerre e guerriglie”.
Mimesis, 2022
Le virus, le désarroi, le désert de la réalité...
La crise pandémique constitue un “trauma” histo... more Le virus, le désarroi, le désert de la réalité...
La crise pandémique constitue un “trauma” historique qui rend visibles toutes les limites et les angoisses qui, dans les frontières de plus en plus étroites du bien-être occidental, ont longtemps été dissi- mulées et niées dans l’autoreprésentation maniaque de la toute-puis- sance de notre hypermodernité. Cette situation extrême – comme les autres moments extrêmes qui ont marqué l’histoire de l’humanité1 – agit comme une loupe sur l’être humain et sur le monde que, acti- vement et passivement, nous avons contribué à construire, in AAVV., MÉTAMORPHOSES DE
LA SOCIABILITÉ. Un idéal moderne dans le contexte de la postmodernité en état d’urgence sanitaire, ÉDITIONS MIMÉSIS, pp.9-22.
Modernità e critica, 2022
La questione della critica illuministica in Michel Foucault si inscrive nel complesso rapporto ch... more La questione della critica illuministica in Michel Foucault si inscrive nel complesso rapporto che il francese istruisce con la modernità. Non è un caso che il francese costituisca oggi uno dei più significativi riferimenti per una filosofia politica che intende recuperare e ripensare l’eredità illumini- stica come parte di uno sforzo di promuovere una nuova teoria critica. Proprio Foucault, infatti, è parte di uno sforzo di ripensamento e ripresa dell’eredità illuministica. A partire dalla fine degli anni Settanta, il francese ha proposto una visione della critica come ethos; come una forma del vivere che al continuo sforzo di indagine e comprensione dell’attualità, associa la facoltà del giudizio, la scelta e l’azione. L’obiettivo di questo contributo è quindi di ricostruire i nuclei essenziali della riflessione foucaultiana sui temi della critica illuministi- ca e del moderno, per mostrare come essi siano parte di uno sforzo più ampio di composizione di un “ethos” che, prima critico, si afferma come sforzo di costruzione di un’ontologia critica di noi stessi.
Con i grandi attori politici di massa, il finire del Novecento ha visto evaporare le grandi prosp... more Con i grandi attori politici di massa, il finire del Novecento ha visto evaporare le grandi prospettive storiche e ideologiche che hanno segnato il secolo breve hobsbawmiano . Sembra essersi esaurita anche la fase storica descritta come capitalismo democratico, ossia quei decenni che hanno accompagnato la globalizzazione del sistema capitalistico e il conflitto con il mondo socialista . Fin dal secondo dopoguerra, e in maniera sempre più rapida dagli anni ’70, gli sviluppi scientifici, tecnologici e comunicativi, il poderoso ampliarsi delle catene produttive e il loro distribuirsi sull’intero globo, l’aumento della produzione e dell’accumulazione delle ricchezze hanno prodotto una radicale e repentina trasformazione delle forme del vivere. Queste trasformazioni hanno messo in questione quella specifica ragione progressiva e illuminata che ha costituito il centro della modernizzazione. Allo stesso modo, è l’idea stessa di progressività storica – se si vuole di progresso – ad essere diventata più opaca. Forse sono proprio il senso della storia, e della sua ragione, ad apparire oggi desueti, inattuali. Non sorprende che al termine del Novecento la storia sembri essersi “fermata”, ossia aver dismesso ogni sua funzione di orientamento delle condotte sociali. Siano insomma in un’epoca storica di radicali cambiamenti, forse di transizione “culturale” (benché verso cosa si stia transitando non è affatto chiaro), e nella quale mancano visioni del mondo che abbiano la pretesa di offrire un orientamento all’agire in comune. Quali categorie abbiamo allora oggi per leggere, interpretare ed eventualmente cambiare il mondo? Qual è, in altri termini, il ruolo di un pensiero che si vuole critico in una fase post-ideologica?
Ragion Pratica, 2022
In mezzo a crisi economiche, sociali e politiche, i sistemi politici democratici si confrontano c... more In mezzo a crisi economiche, sociali e politiche, i sistemi politici democratici si confrontano con la pervasività del "governo economico" della società, con pulsioni autoritarie, nuovi populismi e souverainismo. La promessa democratica rappresentata alla fine degli anni '90 dalla governance sembra esaurita, al punto che potremmo essere tentati di considerare la governance in via di estinzione. Riassumendo i momenti storici più rilevanti e la griglia concettuale della governance, questo articolo cerca di problematizzare l'idea che la governance sia oggi in crisi. La tesi è che la governance ha sempre mostrato una duplice dimensione, negoziale e gestionale, ridefinita nell'attuale contesto politico. Si sosterrà poi che, mentre il susseguirsi delle crisi internazionali spinge all'irrigidimento e alla ri-nazionalizzazione dei sistemi politici democratici, la spinta all'ibridazione tra economia e politica, e quindi tra pubblico e privato, non sembra essere cessata. All'incrocio di questi due assi problematici, la governance ripensa se stessa come forma di governo, governando le complesse relazioni tra Stato e società, politica ed economia.
Amidst economic, social, and political crises, democratic political systems are confronted with the pervasiveness of society’s «economic government», with authoritarian pulses, new populisms and souverainism. The democratic promise represented at the end of the 1990s by governance seems exhausted to the extent that we may be tempted to consider governance on its way out. In summarizing the most relevant historical moments and the conceptual grid of governance, this paper seeks to problematize the idea that governance is in crisis today. The thesis is that governance has always displayed a dual dimension, negotiating and managerial, redefined in the current political context. It will then be argued that, while the succession of international crises pushes for the stiffening and re-nationalization of democratic political systems, the drive for hybridization between economics and politics, and therefore between public and private, does not seem to have ceased. At the intersection of these two problematic axes, governance rethinks itself as a form of governing, steering the complex relations between state and society, politics, and the economy
Il moltiplicarsi degli attori sulla scena globale mostra quanto siano oggi plurali e radicate le ... more Il moltiplicarsi degli attori sulla scena globale mostra quanto siano oggi plurali e radicate le interdipendenze economiche e politiche, e quanto fortemente gli Stati ne siano condizionati. Lo spazio nazionale perde la centralità acquisita nella modernità, a favore del comporsi di spazialità plurali nelle quali lo Stato – globalizzato e scontento – è costretto ad operare. Ai vincoli esterni rappresentati da questa nuova economia delle interdipendenze si sommano le trasformazioni radicali nei principi che orientano le scelte e i comportamenti politici degli individui. Tali principi rappresentano i vincoli interni, di natura economica, all'azione degli Stati. La governance economica della politica costituisce un'inedita economia delle interdipendenze e dei comportamenti che è nel contempo promozione e management di soggettività. Essa opera come nuova ratio societatis, vera e propria "civilizzazione economica globale".
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Books by Alessandro Arienzo
Il volume raccoglie i contributi di studiosi e studenti che hanno partecipato all’insegnamento di Filosofia Politica per il corso di studi magistrale in Filosofia del Dipartimento di Studi Umanistici della Università “Federico II” e alla sperimentazione didattica che ne è seguita. Le sfide e i problemi inediti cui sono sottoposti i sistemi democratico-costituzionali sono all’origine della scelta del programma di lavoro, dedicato ai temi della segretezza e della trasparenza democratica. Nei diversi ambiti del governo e dell’amministrazione, infatti, il ricorso alla segretezza e la ricerca della trasparenza e dellavisibilità/misurabilità politica hanno assunto un’importanza sempre maggiore. Il corso si è dunque posto l’obiettivo di illustrare i principali nuclei storici e concettuali che, a partire dalle riflessioni sulle arti del governo e attraverso l’analisi dei percorsi della sovranità, sono giunti a definire gli elementi fondativi di quella misura costituzionale tra segretezza e trasparenza che condiziona i regimi democratici contemporanei, in modo da rintracciare gli elementi di tensione che la attraversano. L’ipotesi è che, non solo il governo pubblico della segretezza rappresenti una tra le principali sfide della democrazia, ma anche la trasparenza si presenti con l’opacità tipica della segretezza. In tal senso, oggi il lessico e la grammatica della politica democratica sono messi in questione e richiedono uno sforzo di ripensamento di quella misura che la modernità ha predisposto, ma che la nostra attualità sembra aver messo in crisi.
Index
1. Introduzione, Sull’interregno post-democratico di Alessandro Simoncini;
2. Crisi. Crisi economica e crisi dei territori, di Piero Bevilacqua;
3. Precarietà. Capitalismo bio-cognitivo, trappola della precarietà, reddito di base incondizionato: la crisi della governance istituzionale di Andrea Fumagalli
4. Governance. Della governance come rappresentazione politica e della sua «storia» di Alessandro Arienzo
5. Meritocrazia. Dalla distopia elitarista alla teodicea della diseguaglianza di Salvatore Cingari
6. Beni Comuni. I beni comuni e le possibilità del diritto di Maria Rosaria Marella
7. Diritti sociali. Crisi dei diritti sociali e costituzione di Ugo Mattei
8. Sicurezza. Politiche di sicurezza e cittadinanza nell’unione europea di Tamar Pitch
9. Populismo. In nome del popolo sovrano? La questione populista nelle postemocrazie contemporanee di Damiano Palano
10. Populismo. Populismo come spettacolo. Critica della ragion populista di Mario Pezzella
11. Spettacolo. Vecchi e nuovi scenari dello spettacolo di Alessandro Simoncini
12. Postfazione di Salvatore Cingari
- GIANFRANCO BORRELLI
Tra governance e guerre: i dispositivi della modernizzazione politica alla prova della mondializzazione
- ALESSANDRO ARIENZO
La Commissione Europea e il tema della legittimità politica nel Libro bianco sulla governance europea
- FRANCESCO RUBINO
I processi di ristrutturazione globale e la governance europea come modello intermedio di governo dell’economia.
- MARIO MARIANO
La nuova costituzione economica: le autorità amministrative indipendenti in Italia
Strumenti - (a cura di ALESSANDRO ARIENZO)
a. Dalla corporate governance alla categoria politica di governance
b. Repertorio Bibliografico
1. documenti ufficiali e numeri monografici
2. governance delle corporazioni e governance economico-finanziaria
3. governance urbana, locale, regionale e governance dei conflitti
4. global governance, diritti e sovranità
5. governance europea
6. diritto, amministrazione e regulatory governance
7. la governance e i suoi modelli
I saggi raccolti in questo volume ricostruiscono i momenti e le forme della presenza della riflessione del Machiavelli e di differenti “machiavellismi” nella cultura politica anglo-americana in un arco storico vasto, dal XVI al XX secolo. A partire dallo studio della circolazione delle prime traduzioni manoscritte del Principe per giungere all’influenza nel Novecento esercitata della riflessione storica e politica del segretario fiorentino, questa raccolta intende ricostruire quei passaggi teorici e storici che hanno indotto processi di vera e propria invenzione e costruzione di una nuova terminologia politica a partire dal vocabolario machiavelliano."
Introduzione
Democrazia e politiche dell’eccedenza
Gianfranco Borrelli - Trasformazioni governamentali e eccedenze democratiche: l’enigma dell’innovazione politica nell’epoca della mondializzazione
Roberto Ciccarelli - Divenire okhlos. Sul convergente disaccordo tra il modello centrista e insorgente della democrazia
Stefano Calzolari - Sull’egemonia del discorso democratico
Alessandro Arienzo - Oltre la democrazia, la governance economica della politica
Giuseppe Allegri - Quali sperimentazioni democratiche dopo il costituzionalismo statualista? Primi appunti
Davide Tarizzo - Democratizzare la democrazia. Una nota su Ernesto Laclau
Yves Sintomer, Carsten Herzberg, Anja Röcke - Models of citizen participation: a global view on participatory budgeting
Raul Magni Berton - Le tournant participatif des démocraties libérales
Diego Lazzarich - La democratizzazione della sfera pubblica al tempo di Internet
Federico Simonetti - Il marchio della democrazia
Fabio Raimondi - Lenin e il compimento della democrazia
Alberto Toscano - Né riforma né democrazia? Ipotesi comuniste e vuoto democratico
Bruno Moroncini - La democrazia in estinzione
Giovanni Laino - Costretti e diversi. Per un ripensamento della partecipazione nelle politiche urbane
Giulio Gentile - Democrazia del diritto e del rovescio
Papers by Alessandro Arienzo
Nel Capitale viene posta la perennità del valore… caducità che passa – processo – vita. Ma questa capacità il capitale l’ottiene soltanto succhiando di continuo l’anima del lavoro vivo, come un vampiro.
Il capitale è lavoro morto, che si ravviva, come un vampiro, soltanto succhiando lavoro vivo e più vive quanto più ne succhia. Il tempo durante il quale l’operaio lavora è il tempo durante il quale il capitalista consuma la forza-lavoro che ha comprato.
La crise pandémique constitue un “trauma” historique qui rend visibles toutes les limites et les angoisses qui, dans les frontières de plus en plus étroites du bien-être occidental, ont longtemps été dissi- mulées et niées dans l’autoreprésentation maniaque de la toute-puis- sance de notre hypermodernité. Cette situation extrême – comme les autres moments extrêmes qui ont marqué l’histoire de l’humanité1 – agit comme une loupe sur l’être humain et sur le monde que, acti- vement et passivement, nous avons contribué à construire, in AAVV., MÉTAMORPHOSES DE
LA SOCIABILITÉ. Un idéal moderne dans le contexte de la postmodernité en état d’urgence sanitaire, ÉDITIONS MIMÉSIS, pp.9-22.
Amidst economic, social, and political crises, democratic political systems are confronted with the pervasiveness of society’s «economic government», with authoritarian pulses, new populisms and souverainism. The democratic promise represented at the end of the 1990s by governance seems exhausted to the extent that we may be tempted to consider governance on its way out. In summarizing the most relevant historical moments and the conceptual grid of governance, this paper seeks to problematize the idea that governance is in crisis today. The thesis is that governance has always displayed a dual dimension, negotiating and managerial, redefined in the current political context. It will then be argued that, while the succession of international crises pushes for the stiffening and re-nationalization of democratic political systems, the drive for hybridization between economics and politics, and therefore between public and private, does not seem to have ceased. At the intersection of these two problematic axes, governance rethinks itself as a form of governing, steering the complex relations between state and society, politics, and the economy
Il volume raccoglie i contributi di studiosi e studenti che hanno partecipato all’insegnamento di Filosofia Politica per il corso di studi magistrale in Filosofia del Dipartimento di Studi Umanistici della Università “Federico II” e alla sperimentazione didattica che ne è seguita. Le sfide e i problemi inediti cui sono sottoposti i sistemi democratico-costituzionali sono all’origine della scelta del programma di lavoro, dedicato ai temi della segretezza e della trasparenza democratica. Nei diversi ambiti del governo e dell’amministrazione, infatti, il ricorso alla segretezza e la ricerca della trasparenza e dellavisibilità/misurabilità politica hanno assunto un’importanza sempre maggiore. Il corso si è dunque posto l’obiettivo di illustrare i principali nuclei storici e concettuali che, a partire dalle riflessioni sulle arti del governo e attraverso l’analisi dei percorsi della sovranità, sono giunti a definire gli elementi fondativi di quella misura costituzionale tra segretezza e trasparenza che condiziona i regimi democratici contemporanei, in modo da rintracciare gli elementi di tensione che la attraversano. L’ipotesi è che, non solo il governo pubblico della segretezza rappresenti una tra le principali sfide della democrazia, ma anche la trasparenza si presenti con l’opacità tipica della segretezza. In tal senso, oggi il lessico e la grammatica della politica democratica sono messi in questione e richiedono uno sforzo di ripensamento di quella misura che la modernità ha predisposto, ma che la nostra attualità sembra aver messo in crisi.
Index
1. Introduzione, Sull’interregno post-democratico di Alessandro Simoncini;
2. Crisi. Crisi economica e crisi dei territori, di Piero Bevilacqua;
3. Precarietà. Capitalismo bio-cognitivo, trappola della precarietà, reddito di base incondizionato: la crisi della governance istituzionale di Andrea Fumagalli
4. Governance. Della governance come rappresentazione politica e della sua «storia» di Alessandro Arienzo
5. Meritocrazia. Dalla distopia elitarista alla teodicea della diseguaglianza di Salvatore Cingari
6. Beni Comuni. I beni comuni e le possibilità del diritto di Maria Rosaria Marella
7. Diritti sociali. Crisi dei diritti sociali e costituzione di Ugo Mattei
8. Sicurezza. Politiche di sicurezza e cittadinanza nell’unione europea di Tamar Pitch
9. Populismo. In nome del popolo sovrano? La questione populista nelle postemocrazie contemporanee di Damiano Palano
10. Populismo. Populismo come spettacolo. Critica della ragion populista di Mario Pezzella
11. Spettacolo. Vecchi e nuovi scenari dello spettacolo di Alessandro Simoncini
12. Postfazione di Salvatore Cingari
- GIANFRANCO BORRELLI
Tra governance e guerre: i dispositivi della modernizzazione politica alla prova della mondializzazione
- ALESSANDRO ARIENZO
La Commissione Europea e il tema della legittimità politica nel Libro bianco sulla governance europea
- FRANCESCO RUBINO
I processi di ristrutturazione globale e la governance europea come modello intermedio di governo dell’economia.
- MARIO MARIANO
La nuova costituzione economica: le autorità amministrative indipendenti in Italia
Strumenti - (a cura di ALESSANDRO ARIENZO)
a. Dalla corporate governance alla categoria politica di governance
b. Repertorio Bibliografico
1. documenti ufficiali e numeri monografici
2. governance delle corporazioni e governance economico-finanziaria
3. governance urbana, locale, regionale e governance dei conflitti
4. global governance, diritti e sovranità
5. governance europea
6. diritto, amministrazione e regulatory governance
7. la governance e i suoi modelli
I saggi raccolti in questo volume ricostruiscono i momenti e le forme della presenza della riflessione del Machiavelli e di differenti “machiavellismi” nella cultura politica anglo-americana in un arco storico vasto, dal XVI al XX secolo. A partire dallo studio della circolazione delle prime traduzioni manoscritte del Principe per giungere all’influenza nel Novecento esercitata della riflessione storica e politica del segretario fiorentino, questa raccolta intende ricostruire quei passaggi teorici e storici che hanno indotto processi di vera e propria invenzione e costruzione di una nuova terminologia politica a partire dal vocabolario machiavelliano."
Introduzione
Democrazia e politiche dell’eccedenza
Gianfranco Borrelli - Trasformazioni governamentali e eccedenze democratiche: l’enigma dell’innovazione politica nell’epoca della mondializzazione
Roberto Ciccarelli - Divenire okhlos. Sul convergente disaccordo tra il modello centrista e insorgente della democrazia
Stefano Calzolari - Sull’egemonia del discorso democratico
Alessandro Arienzo - Oltre la democrazia, la governance economica della politica
Giuseppe Allegri - Quali sperimentazioni democratiche dopo il costituzionalismo statualista? Primi appunti
Davide Tarizzo - Democratizzare la democrazia. Una nota su Ernesto Laclau
Yves Sintomer, Carsten Herzberg, Anja Röcke - Models of citizen participation: a global view on participatory budgeting
Raul Magni Berton - Le tournant participatif des démocraties libérales
Diego Lazzarich - La democratizzazione della sfera pubblica al tempo di Internet
Federico Simonetti - Il marchio della democrazia
Fabio Raimondi - Lenin e il compimento della democrazia
Alberto Toscano - Né riforma né democrazia? Ipotesi comuniste e vuoto democratico
Bruno Moroncini - La democrazia in estinzione
Giovanni Laino - Costretti e diversi. Per un ripensamento della partecipazione nelle politiche urbane
Giulio Gentile - Democrazia del diritto e del rovescio
Nel Capitale viene posta la perennità del valore… caducità che passa – processo – vita. Ma questa capacità il capitale l’ottiene soltanto succhiando di continuo l’anima del lavoro vivo, come un vampiro.
Il capitale è lavoro morto, che si ravviva, come un vampiro, soltanto succhiando lavoro vivo e più vive quanto più ne succhia. Il tempo durante il quale l’operaio lavora è il tempo durante il quale il capitalista consuma la forza-lavoro che ha comprato.
La crise pandémique constitue un “trauma” historique qui rend visibles toutes les limites et les angoisses qui, dans les frontières de plus en plus étroites du bien-être occidental, ont longtemps été dissi- mulées et niées dans l’autoreprésentation maniaque de la toute-puis- sance de notre hypermodernité. Cette situation extrême – comme les autres moments extrêmes qui ont marqué l’histoire de l’humanité1 – agit comme une loupe sur l’être humain et sur le monde que, acti- vement et passivement, nous avons contribué à construire, in AAVV., MÉTAMORPHOSES DE
LA SOCIABILITÉ. Un idéal moderne dans le contexte de la postmodernité en état d’urgence sanitaire, ÉDITIONS MIMÉSIS, pp.9-22.
Amidst economic, social, and political crises, democratic political systems are confronted with the pervasiveness of society’s «economic government», with authoritarian pulses, new populisms and souverainism. The democratic promise represented at the end of the 1990s by governance seems exhausted to the extent that we may be tempted to consider governance on its way out. In summarizing the most relevant historical moments and the conceptual grid of governance, this paper seeks to problematize the idea that governance is in crisis today. The thesis is that governance has always displayed a dual dimension, negotiating and managerial, redefined in the current political context. It will then be argued that, while the succession of international crises pushes for the stiffening and re-nationalization of democratic political systems, the drive for hybridization between economics and politics, and therefore between public and private, does not seem to have ceased. At the intersection of these two problematic axes, governance rethinks itself as a form of governing, steering the complex relations between state and society, politics, and the economy
quam sit inepta, / Et quantum coetu plus sapit unus homo». Questo è
ciò che un ormai anziano Thomas Hobbes scrive in una breve autobiografia in distici latini composta nel 1672, richiamando il senso della sua traduzione e introduzione tucididea. A distanza di oltre quarant’anni dalla pubblicazione di quella che costituisce la sua prima opera a stampa, egli colloca esplicitamente Tucidide nella lunga tradizione del pensiero anti-democratico. Tuttavia, la traduzione hobbesiana è un evento storicofilologico di portata ben più ampia della polemica politica, che s’imporrà a lungo come riferimento per i lettori inglesi dello storico greco. Allo stesso modo, essa costituisce un vero e proprio evento filosofico-politico, perché l’importanza che Tucidide assume per un autore come Thomas Hobbes pone in questione il senso stesso di quell’inaugurazione della politica ‘moderna’ tematizzata da Leo Strauss.
Da mezzo per promuovere la mise en valeur dei territori colonizzati, nel discorso post-coloniale la promozione dello sviluppo dei ‘non sviluppati’ è divenuta un fine universale, cooperativo e moralmente qualificato di tutti gli Stati liberi. Un obiettivo promosso da Stati che hanno assunto il ruolo di guida, di ‘sviluppatori’, non più in quanto colonizzatori ma generosamente, in quanto donatori; non attraverso il dominio diretto o le sole relazioni diplomatiche e commerciali, ma attraverso l’aiuto, l’assistenza e la messa a disposizione dei loro modelli politico-istituzionali ed economici. Nel 1962 Carl Schmitt identifica non a caso nella «spartizione della terra in regioni e popolazioni industrialmente sviluppate e sottosviluppate» e nelle correlate politiche di aiuto, il nuovo «nomos della terra». Una nuova misura del mondo che ha consentito la creazione di uno spazio peculiare di governance globale, complementare rispetto alle dimensioni classiche della politica internazionale.
Nel corso degli anni il concetto di sviluppo si è esteso e ampliato e ha alimentato la costante opera di riformulazione e ridefinizione del contenuto, degli obiettivi, dei saperi e delle relazioni che strutturano tale peculiare spazio di relazione tra gli Stati. Dalla teoria della modernizzazione, al basic needs approach e alle disastrose ricette neoliberiste degli anni ottanta del novecento, dalla promozione dei diritti umani, della parità di genere e delle capacità umane, fino alla ridenominazione come ‘sostenibile’ e ‘umano’ e alla connessione strategica con il tema della sicurezza nelle sue diverse declinazioni, il concetto di sviluppo ha assunto determinazioni varie e variabili. Da ultimo, nei dibatti e nel policy-making più recenti, il concetto di ‘aiuto’ ha cominciato a essere analizzato criticamente anche alla luce dei presupposti di reciprocità, rispetto della sovranità e non condizionalità. L’Agenda 2030 include, in questo senso, un innovativo principio di universalità volto a superare la divisione concettuale e operativa tra paesi sviluppati e non mirando, ad esempio, a ridurre la povertà trasversalmente in ogni Stato.
Con riferimento a tale contesto teorico, invitiamo a proporre contributi originali, anche di taglio interdisciplinare, che analizzino criticamente la peculiare natura e produttività politica delle politiche di aiuto allo sviluppo e/o umanitarie e il loro impatto sulla governance internazionale. La call si rivolge non solo al mondo accademico, ma anche ai contributi provenienti dal mondo dei practitioner che operano in tale settore.
Sono particolarmente graditi contributi che adottino le prospettive metodologiche dei seguenti ambiti disciplinari (anche interdisciplinari): filosofia politica, storia delle dottrine politiche, storia delle idee, storia delle istituzioni, studi culturali, studi postcoloniali, teoria politica, storia politica, relazioni internazionali.
In line with its editorial project, the journal intends to include and promote studies that offer an original and innovative look at politics and the way it has so far been theorized. We welcome in particular: new readings of political thinkers or of specific aspects of their theories that have so far been overlooked; studies of modern or contemporary political theory – or political thought – so far under-analyzed; philological analysis of political texts and documents.
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For article proposals, send abstracts (max. 2500 characters including spaces) and a short bibliography (max. 10 references) to the following email address: [email protected]
Deadlines:
15 September 2016: article proposal submission
23 September: abstract selection
30 October: submission of full articles (max 35000 spaces)
20 November: double blind peer review deadline
11 December: completion of revised versions of articles
20 December: publication
We invite articles on the way the one or more of the abovementioned events and phenomena:
- characterized the decade in which they took place or developed;
- changed before and after 1989;
- characterized one of the decades in which they took place, transforming that decade and continuing to transform the present;
- emerged in one of the two decades and developed into major phenomena today.
We particularly welcome articles that investigate the present through the trajectories stemming from the 1980s and 1990s and the theories, practices and subjectivities produced in the process.
Contributions are invited adopting the following methodological perspectives (interdisciplinarity is also highly welcome): history of political thought, political philosophy, political theory, history of ideas, history of institutions, political science, cultural studies, postcolonial studies.
For article proposals, send abstracts (max. 2500 characters including spaces) and a short bibliography (max. 10 references) to the following email address: [email protected]
https://rivistapolitics.wordpress.com/cfp/cfp_3/cfp_3_english/
It was the first time an armed conflict caused such a degree of death and destruction in so short a time. From the development of new and more destructive war technologies, to a new ability to mobilize the masses that transformed, as Ernst Jünger observed, the war from partial to total: everything about World War I contributed to an unprecedented event that would – as George L. Mosse and Antonio Gibelli, among others, have underlined – deeply modify the cultural and political landscapes, as well as the state of mind of Europe in the Twentieth century.
One hundred years after the beginning of World War I, Politics. Rivista di studipolitici will retrace that tragic moment in world history in an ‘indirect’ way, through articles that reveal the way the Great War and its echoes influenced the production of political thought in the following decades.
Article proposals may include the – direct or indirect – way in which war has:
- Influenced the concepts of war or peace, as well as the relations between politics and war, and those between politics and peace;
- Triggered the production of theories and philosophies of peace, as well as new projects for the international order;
- Changed the concept of violence in relation to politics;
- Contributed to the transformation of pre-existing theories/philosophies/categories/political cultures;
- Given way to a new phase in the relation between politics and the masses (new forms of consensus and legitimization; political ideologies on war; etc.);
- Influenced the production of new theories/philosophies/categories/political cultures;
- Determined the formation of future political-institutional orders;
- Influenced the symbolic-political and meta-political spaces;
Analyses of other ways in which world War I has influenced the theorization of politics are also welcome.
We particularly welcome contributions from scholars working in the following fields: political philosophy, history of ideas, history of political institutions, political theory, cultural studies, postcolonial studies. Interdisciplinary approaches are also particularly welcome.
Send article proposals (max 2000 characters plus a short bibliography) to the following email address: [email protected]
Deadlines:
- 20 September 2014: article proposal submission;
- 30 September: abstract selectionby the editorial board;
- 30 October: submission of full articles;
- 15 November: double blind review deadline;
- 1 December: completion of revised versions of articles;
- 15 December 2014: publication.
Iniziata in modo circoscritto, in pochi giorni la guerra si estese rapidamente fino a coinvolgere 28 Paesi ed ampliare il proprio raggio d’azione a quasi tutto il mondo. Alla fine delle ostilità, l’11 novembre 1918, il conflitto si sarebbe mostrato agli storici in tutte le sue dimensioni di “grande guerra”, lasciando sul campo circa 8 milioni di vittime e 20 milioni di feriti tra i militari, nonché circa 7 milioni di civili morti per azioni militari o per le conseguenze.
Mai nel corso della storia un conflitto armato aveva provocato tanta morte e distruzione in così poco tempo. Dallo sviluppo di nuove e più distruttive tecnologie belliche, all’applicazione di una nuova capacità organizzativa mobilitante che trasformò, come osservò Ernst Jünger, la guerra da parziale a totale, tutto nella Prima guerra mondiale contribuì a determinare un evento senza precedenti destinato – come hanno sottolineato storici quali George L. Mosse e Antonio Gibelli – a modificare profondamente il panorama culturale, politico e mentale dell’Europa novecentesca.
A 100 anni di distanza dall’inizio della Prima guerra mondiale, Politics intende ricordare quel tragico momento della storia mondiale in modo ‘indiretto’ ovvero raccogliendo riflessioni che lascino emergere come la Grande guerra abbia influenzato la produzione del pensiero politico negli anni successivi; di come, in pratica, l’eco della guerra abbia condizionato in maniera sostanziale le più svariate riflessioni politiche degli anni e decenni successivi.
Politics invita a proporre articoli che mostrino in quale modo (diretto o indiretto) la guerra ha:
• modificato il modo di pensare la guerra o la pace, nonché il rapporto politica-guerra e politica-pace;
• stimolato la produzione di teorie e filosofie di pace, nonché nuovi progetti di ordine internazionale;
• modificato il concetto di violenza in rapporto alla politica;
• contribuito a trasformare significativamente preesistenti teorie/filosofie/categorie/culture politiche;
• dato avvio a una nuova fase nel rapporto tra politica e masse (nuove forme di consenso e legittimazione; ideologie politiche di fronte alla guerra; ecc.);
• influenzato la produzione di nuove teorie/filosofie/categorie/culture politiche;
• determinato la formazione di successivi assetti politico-istituzionali;
• influenzato lo spazio simbolico-politico e metapolitico;
• altre riflessioni non menzionate che mostrino il modo in cui la Prima guerra mondiale ha influenzato il modo di teorizzare la politica.
Sono particolarmente graditi contributi che adottino le prospettive metodologiche dei seguenti ambiti disciplinari (anche interdisciplinari): filosofia politica, storia delle dottrine politiche, storia delle idee, storia delle istituzioni, studi culturali, studi postcoloniali, teoria politica.
Per sottoporre una proposta di articolo occorre inviare un abstract (max. 2000 battute spazi inclusi e una breve bibliografia di max. 10 testi) al seguente indirizzo email: [email protected]
Le scadenze sono:
• 10 settembre 2014: deadline per l’invio degli abstract;
• 20 settembre: selezione degli abstract da parte del comitato scientifico;
• 30 ottobre: deadline invio degli articoli selezionati in base agli abstract;
• 15 novembre: fine del lavoro di revisione da parte dei revisori anonimi;
• 1 dicembre: deadline per l’invio dell’articolo corretto in base alle eventuali modifiche richieste dai revisori anonimi;
• 15 dicembre 2014: pubblicazione della rivista.
A section on "innovare la politica / innovating politics" will always be open for proposals
Con la fine del mondo bipolare, egemonizzato dalle due super-potenze, cambia radicalmente lo scenario storico-politico. Alla fine della lunga epoca di contrapposizione ideologica si accompagna il sorgere di nuove pratiche, teorie, soggetti, discorsi, culture, nonché nuove prospettive istituzionali, alleanze internazionali e territori da controllare. Tutti questi fattori lentamente si affermano cambiando significativamente la forma e la composizione dello spazio politico.
Oggi possiamo dire che la maggior parte degli scenari teorico-politici delineati subito dopo la fine della Guerra Fredda si sono rivelati affrettati, perché ancora eccessivamente condizionati dalle categorie politiche o dal fervore ideologico dei decenni precedenti. Obiettivo del presente numero di Politics. Rivista di Studi Politici è quello di gettare uno sguardo sul decennio precedente e su quello successivo al 1989, approfittando del maggior distacco storico che il tempo trascorso ha posto tra noi e quegli eventi.
Politics. Rivista di Studi Politici ha pubblicato un numero speciale (unione dei numeri 3 e 4) in cui si propone di tratteggiare una mappa di quelle teorie, pratiche, discorsi, istituzioni (nazionali e internazionali), culture (e sottoculture) e pensatori politici che hanno caratterizzato il decennio degli anni 80 o quello degli anni 90 del Novecento.
Info, Indice e Nota introduttiva, pp. ii-iv (PDF)
Gli studi di Ragion di Stato negli ultimi due decenni del ventesimo secolo: motivazioni e considerazioni critiche
Gianfranco Borrelli, pp. 1-13 (PDF)
Conservatorismo, liberalismo e ideologia. Per una lettura del thatcherismo
Antonio Masala, pp. 15-30 (PDF)
Oltre le ideologie? Valori, pragmatismo e depoliticizzazione nell’esperienza del New Labour
Sandro Busso, pp. 31-48 (PDF)
Dalla critica dell’economia politica alla critica della politica: Althusser, Luporini, Laclau e il “political turn” del pensiero critico contemporaneo
Francesco Marchesi, pp. 49-66 (PDF)
Patriarcato e femminismi postcoloniali
Paola Persano, pp. 67-82 (PDF)
Appunti sulla transizione democratica dell’89
Giovanni Ruocco, pp. 83-97 (PDF)
Con la fine del mondo bipolare, egemonizzato dalle due super-potenze, cambia radicalmente lo scenario storico-politico. Alla fine della lunga epoca di contrapposizione ideologica si accompagna il sorgere di nuove pratiche, teorie, soggetti, discorsi, culture, nonché nuove prospettive istituzionali, alleanze internazionali e territori da controllare. Tutti questi fattori lentamente si affermano cambiando significativamente la forma e la composizione dello spazio politico.
Oggi possiamo dire che la maggior parte degli scenari teorico-politici delineati subito dopo la fine della Guerra Fredda si sono rivelati affrettati, perché ancora eccessivamente condizionati dalle categorie politiche o dal fervore ideologico dei decenni precedenti. Obiettivo del presente numero di Politics. Rivista di Studi Politici è quello di gettare uno sguardo sul decennio precedente e su quello successivo al 1989, approfittando del maggior distacco storico che il tempo trascorso ha posto tra noi e quegli eventi.
Politics. Rivista di Studi Politici ha pubblicato un numero speciale (unione dei numeri 3 e 4) in cui si propone di tratteggiare una mappa di quelle teorie, pratiche, discorsi, istituzioni (nazionali e internazionali), culture (e sottoculture) e pensatori politici che hanno caratterizzato il decennio degli anni 80 o quello degli anni 90 del Novecento.
Introduzione
Cristina Cassina, Michele Filippini e Diego Lazzarich, pp. iii-xii (PDF)
L’Italia tra due “sistemi politici”
Francesco Bonini, pp. 1-14 (PDF)
Coming in from the Cold. Gli Stati Uniti d’America e la promozione della democrazia: dalla Guerra Fredda al nuovo millennio
Alessandro Badella, pp. 15-38 (PDF)
L’Afrique subsaharienne entre décolonisation et néocolonialisme. Débat sur l’ingérence politique, économique et culturelle de l’Ouest à la fin du XXe siècle
Domenico Lepre, pp. 39-58 (PDF)
Il nazionalismo radicale nell’Ucraina post-sovietica
Andrea Forti, pp. 59-76 (PDF)
Introduzione, Diego Lazzarich e Adriano Vinale pp. iii-ix;
The world must be made safe for democracy. Woodrow Wilson e la prima guerra mondiale, Giuseppe Bottaro pp. 1-19:
Pace e guerra nel pensiero di Max Scheler. Alberto Castelli pp. 21-44
The National Heroes’ Monument in Budapest. A case study
for World War I memorials as symbolic-political venues for
interaction between politics and the masses,Melinda Harlov pp. 45-70
La guerra come strumento di emancipazione di un popolo. Il
caso del Sardismo Antonello Nasone pp. 71-88;
Gli sviluppi del nazionalismo arabo come eredità della Prima
Guerra Mondiale Carlotta Stegagno pp. 89-105;
Introduzione - Alessandro Arienzo e Diego Lazzarich - pp. iii-xiii
Alle origini del liberalismo. Boisguilbert e la questione del commerce des grains - Pietro Sebastianelli - pp. 1-26
Tecnologie dell’informazione e innovazioni della politica: tredici principi ricavabili dalla lezione dei classici sulla stampa - Luca Mori - pp. 27-46
Alcune considerazioni su hacking ed innovazione politica - Vittorio Milone - pp. 47-68
Democrazia deliberativa e superamento dei conflitti. Dalla teoria alla pratica -Dario Alberto Caprio - pp. 69-84
Politica e innovazione nel conservatorismo “scettico” di Michael Oakeshott - Spartaco Pupo - pp. 85-102
Rappresentanza politica e populismo: alcune riflessioni - Patricia Chiantera-Stutte - pp. 103-
No es un caso entonces que justamente la figura de Maquiavelo vuelva hoy para detectar instrumentos teóricos y políticos útiles a enfrentar las dificultades del estado-nación y del individuo moderno, puestos a prueba por procesos de mundialización y de globalización dramáticos y dudosos. Y es un Maquiavelo promotor de la innovación política, tumultuoso, incluso popular, a veces plebeyo, para el que la política es un fenómeno natural y conflictivo, y un límite a la corrupción. En definitiva, un Maquiavelo que es él mismo parte del capítulo más reciente de la larga historia de los maquiavelismos.
From Giovanni Botero’sDella Ragion di Stato (1589) right up to ScipioneChiaramonti (1635), reason of state refers to a variegated textual corpus that, besides the explicit reference to the exertion of force, sets up various codes of political conduct aimed at a broader conception of State preservation. This goal is not merely achieved through derogatory policies or extraordinary means, but it is chiefly pursued through ordinary government. In the context of the Counter-reformation, Italian reason of state linkedprincely rule with state administration and governance and ruler’s prudential reason was slowly backed up by a set of practical knowledges: city planning, statistics, political geography, demographics, accounting to name a few.
Thus, Italian reason of state tradition constitutes an autonomous and alternative path with respect to the group of theories, which, in certain European regions, gave rise to the experimentation of sovereignty. Nonetheless, in its very broad sense, it participated in the processes of the so-called modern political rationalization, in a way that is still to be fully investigated, and exercised its influence in various languages and European regions.
Ragion di Stato, Raison d’État, Razon de Estado, Staatsräson: from the end of the Sixteenth-century onwards this expression is in fact translated and adapted to particular regional situations. The differentlanguages and experiences ofEnglish royal (or parliamentary) absolute prerogative, of Germancameralism andpolizei,of French raison d’étatand police, the growing relevance of the “interests of state” in countries such as France, England, the Netherlands:these were allintertwined and concurred to shape the modern idea of the State.
The aim of the conference istwo-fold.
On the one side, it aims at analysing the different theories of reasonof state that were developed in EarlyModern and Modern Europe. We will thus focus on England, France, Germany and the Netherlands in order to highlight their respective specificities as well as their conceptual and historical proximities. We will then compare these experiences with the Italian tradition and contrast them with the contemporary theories of sovereignty in order to clarify their mutual influences and their political, juridical and philosophical backgrounds.
On the other side, the conferenceaims at investigating the relevance of different conceptions of “reason of state” for our contemporary democratic states and societies.In fact, any conception of reason of state seems to bear with itadistinction between moral or juridical normativity (the Right, the Law), the effectivity of ordinary political action, and the necessity to face political and social emergencies.However defined, reason of state is therefore “an art” for governing the State.The changing nature of the State in contemporary globalized democracies poses the question of investigating the changings in the reasons of (the) states.
Politics. Rivista di Studi Politici lancia una call for papers per raccogliere articoli destinati alla sezione a tema aperto del numero 15 (1/2021). Le proposte dovranno avere un approccio metodologico coerente con gli studi storico-politologici.