"Era mio desiderio rimanere tuo amico: ero diventato un peso?"
Torna così, nell'ulteriore puntata della telenovela virtuale che mi vede protagonista, con quest'afflitto appello inflittomi a mezzo messaggio privato su FaceBook (a cui non risponderò) insieme ad una nuova richiesta di amicizia (che non accetterò), il provolone che a luglio ho accannato.
Torna a casa Aldo, e il fausto evento risolve il mio blocco di scrittura.
Torno, per conseguenza, io, a imbrattare l'etere con un mio post.
Torna con mia grande gioia a salpare, superstite lupo di mare dopo il naufragio, lei.
Torna anche lei: a trovarmi presto, con altrettanta mia grande gioia.
Torna oltralpe lei, dopo avermi fatto passare un sabato pomeriggio pieno di ulteriore grande gioia.
Tornano poi, repentinamente, le mie paturnie: al termine di una seduta di terapia impegnativa, dove ho coperto un nuovo tratto dell'ostico percorso nella giungla della mia psiche facendo un passo avanti e mettendo il piede su un altro serpente a sonagli.
Tornano a ruota - a tradimento, assurdamente cagionate da una frase rivoltami a sorpresa tra il lusco e il brusco che è un uppercut per la mia guardia abbassata a causa delle paturnie del ritorno precedente - le ossessive voci di dentro che ripetono "Vergogna, vergogna, cattiva bambina, cattiva bambina!" costringendomi a nascondere il viso, a coprirmi gli occhi lacrimosi.
Torna simultaneamente indietro il tempo fino ai miei quattro, cinque anni di età. Torna, prepotente, il peso sull'anima, l'insopportabile senso di ingiustizia, il vano e disperato tentativo di difendersi, di reagire gridando le proprie ragioni con smodata inservibile passione, subito smorzata dalla solita coatta desistenza. Torna la confusione mentale, lo smarrimento, lo scoramento per la propria inettitudine, incompetenza, inanità.
Dopo però torna la quiete, la lucidità. Torna il presente. Torna a subentrare la ragione, il distacco, la distanza da quel passato lontano che torna a sdoppiarsi, cessando di sovrapporsi agli eventi attuali.
E poi, in ultimo, torna, a dissipare gli ultimi echi di malessere, il sorriso nel leggere una mail benevola, benedetta, che riconsola, rialza, rimette in moto.
E adesso, tra poche ore, Milano.
Tutto torna e io, finalmente, sono pronta a partire.
Torno, per conseguenza, io, a imbrattare l'etere con un mio post.
Torna con mia grande gioia a salpare, superstite lupo di mare dopo il naufragio, lei.
Torna anche lei: a trovarmi presto, con altrettanta mia grande gioia.
Torna oltralpe lei, dopo avermi fatto passare un sabato pomeriggio pieno di ulteriore grande gioia.
Tornano poi, repentinamente, le mie paturnie: al termine di una seduta di terapia impegnativa, dove ho coperto un nuovo tratto dell'ostico percorso nella giungla della mia psiche facendo un passo avanti e mettendo il piede su un altro serpente a sonagli.
Tornano a ruota - a tradimento, assurdamente cagionate da una frase rivoltami a sorpresa tra il lusco e il brusco che è un uppercut per la mia guardia abbassata a causa delle paturnie del ritorno precedente - le ossessive voci di dentro che ripetono "Vergogna, vergogna, cattiva bambina, cattiva bambina!" costringendomi a nascondere il viso, a coprirmi gli occhi lacrimosi.
Torna simultaneamente indietro il tempo fino ai miei quattro, cinque anni di età. Torna, prepotente, il peso sull'anima, l'insopportabile senso di ingiustizia, il vano e disperato tentativo di difendersi, di reagire gridando le proprie ragioni con smodata inservibile passione, subito smorzata dalla solita coatta desistenza. Torna la confusione mentale, lo smarrimento, lo scoramento per la propria inettitudine, incompetenza, inanità.
Dopo però torna la quiete, la lucidità. Torna il presente. Torna a subentrare la ragione, il distacco, la distanza da quel passato lontano che torna a sdoppiarsi, cessando di sovrapporsi agli eventi attuali.
E poi, in ultimo, torna, a dissipare gli ultimi echi di malessere, il sorriso nel leggere una mail benevola, benedetta, che riconsola, rialza, rimette in moto.
E adesso, tra poche ore, Milano.
Tutto torna e io, finalmente, sono pronta a partire.