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Perché "...sono cortesie minuscole, un fiore, un boccio, un libro, sono loro a deporre i semi del sorriso..." Emily Dickinson
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Visualizzazione post con etichetta Primavera. Mostra tutti i post
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domenica 9 marzo 2014

FINESTRA SULL'ALBERO

La luce di primavera
non ha uguale nell'anno,
in un'altra stagione.

All'arrivo di marzo sui campi solitari
si diffonde un colore sconosciuto
alla scienza, che l'anima sa cogliere.

Si sofferma sul prato,
mostra il remoto albero
sul remoto pendio,
sembra quasi parlarti.

Vanno via gli orizzonti,
danno annunci i meriggi
senza formula sonora
lei passa e noi restiamo.

Quasi un senso di perdita
macchia la nostra gioia,
come un vile commercio
vìola un sacramento.
Emily Dickinson

giovedì 21 marzo 2013

LA SCIARPA AZZURRA





Torna a ondeggiare al vento
la sciarpa azzurra della primavera;
dolce, impregnata di presentimento
scorre un'aria leggera.

Le violette sognano la vita
già prossima a sbocciare.
Senti, lontano, un'arpa tintinnante?
Primavera, sei tu, ti ho sentita!
E. Mörike




sabato 9 febbraio 2013

PROVE TECNICHE DI PRIMAVERA


Di nuovo oggi, dopo tanti mesi, mi viene voglia di mettere  le mani nel terriccio umido  del giardino. 
Sotto la siepe sono comparsi i primi ciuffi di crochi . 
Temo per loro, penso sia davvero presto.
Fa tenerezza quello sfacciato verde nuovo, quella fiducia nel futuro che li costringe a bucare l'involucro protettivo per mostrarsi al micro-mondo della siepe di casa mia.
Il sole, che in queste ore si sta velando, questa mattina scaldava la terra e l'umore. 
Avrei voglia di liberare alcune piante dalla loro tiepida prigionia invernale ma temo sia rischioso perché le gelate improvvise sono  ancora  possibili ; forse è meglio che mi accontenti di potare-raschiare-zappettare, adoro farlo. 
E pensare che quello che mi ostino a chiamare pomposamente "giardino" si riduce a due francobolli di terreno che forse non arrivano a dieci metri quadrati. 
Spesso penso a cosa potrei fare con un VERO  giardino; ma pazienza, mi consolo riascoltando con l'orecchio della memoria la battuta di mio babbo alle prese con il suo orto: "la téra l'é bàsa!" , la terra è bassa,  faticoso occuparsene.
Anche Romeo è felice, mi segue dappertutto e combina piccoli guai tendendomi inutili agguati da dietro i vasi
mentre  July, la sorella, lo guarda con aria di sufficienza.
PRIMAVERA
manca ancora più di un mese ma io l'annuso
come  fanno i miei gatti!



mercoledì 16 maggio 2012

lunedì 14 maggio 2012

PASTICCI A TEMPO PERSO

Un gomitolino di cotone,  un uncinetto e un'ora di tempo hanno cambiato il destino  di  una bottiglietta e due vasetti: non più la campana per la raccolta vetro ma la finestrella del bagno. L'idea viene da  QUI.
E l'Amarillis che si è riempito di foglie ma si ostina a non fiorire? Forse con l'abito elegante si deciderà.
Buon lunedì

sabato 10 marzo 2012

PRIMAVERA VIEN DANZANDO ...

... vien danzando alla tua porta...
A. S. Novaro


L'aspetto così, con lo "Scialletto di Primavera" realizzato partecipando ...

sabato 30 aprile 2011

UN ANNO CON EMILY ...calendario poetico.

Maggio
(S.M.-"Prati dietro casa"-Maggio 2011)
***
"L'erba ha così poche occupazioni-
un mondo di semplice verde
con solo farfalle su cui meditare
e api da ospitare-
non ha da fare altro che cullarsi
tutto il giorno ai suoni melodiosi
che le brezze portano leggere-
e accogliere in grembo la luce-
e inchinarsi ad ogni cosa-
e infilare le gocce di rugiada
come perle per tutta la notte-
... mi piacerebbe tanto essere fieno."
Emily Dickinson
***
Le precedenti pagine del calendario poetico:

sabato 2 aprile 2011

UN ANNO CON EMILY ... calendario poetico.

Aprile
(S.M.- "Crocus sotto la siepe", giardino di casa)
*****
Nuovi bambini
giocano sul prato
nuovi stanchi
dormono di sotto-
torna ancora
la pensosa primavera ...
Emily Dickinson
****
Le precedenti pagine del calendario poetico:
GENNAIO   FEBBRAIO   MARZO

lunedì 21 marzo 2011

ECCOLA DI NUOVO


"Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta"
Alda Merini


martedì 1 marzo 2011

UN ANNO CON EMILY ... calendario poetico.

Marzo
(S.M.-"Il ciliegio del mio vicino", Aprile 2011)
***
"La luce in primavera
non ha uguale nell'anno,
in un'altra stagione.
All'arrivo di marzo
sui campi solitari
si diffonde un colore
sconosciuto alla scienza,
che l'anima sa cogliere ..."
Emily Dickinson
***
Le precedenti pagine del calendario poetico:
GENNAIO     FEBBRAIO

domenica 28 marzo 2010

Una bella domenica

Domenica mattina, non troppo presto: il profumo del caffè mi fa aprire gli occhi. E la finestra mi rimanda questa sorpresa: il mio albero si è risvegliato!
E non è l'unica sorpresa....
Primavera è davvero tornata.

PRIMAVERA, LA STAGIONE PIU' SENSUALE, MI RICORDA....
Zefiro sospinge la ninfa Cloris
a scuotersi dal sonno invernale
si unisce a lei
così che Cloris si muti in Flora
dispensatrice di fiori e bellezza.
Venere casta, colma di divina maestà,
attende che cupido invaghisca le Grazie
col suo strale innamoratore.
Infiammate di piacere
esse danzano svelando corpi sensuali
nel gioco dei desideri.
Il dio dei sensi, Mercurio,
libera con il cadùceo il cielo dalle nuvole rasserenandolo.
L'aranceto delle ombrose delizie
diventa così il paradiso.
(da "Liberamente"-Il canale di Ameliavalli)

venerdì 19 marzo 2010

domenica 14 marzo 2010

I coraggiosi

Il primo fiore sotto la siepe. Aspettavo il piccolo miracolo e come ogni anno un po' mi emoziona questa certezza confermata: può tardare ma non delude
 mai,arriva!
Ed eccolo qui il primo coraggioso crocus che, fragile ma determinato, ha sfidato l'ultima (ultima?) neve ormai in disgelo.....


...insieme ad alcuni altri..
...sotto gli sguardi interessati di July...
... e di Romeo.


    E, a proposito di primavera.......

"Sono nata il ventuno a primavera
 ma non sapevo che nascere folle
aprire le zolle
   potesse scatenar tempesta…"
Alda Merini


venerdì 5 marzo 2010

Mimosa...fragile e gentile?


Verso l'8 marzo.
Ho scovato su internet questa leggenda sul fiore dell'acacia, la mimosa! Impressionante come, in queste narrazioni, è descritto l'universo femminile.
                                           Fotografia di Lorenzo Gherardini, scattata a Roma alcuni giorni fa.


In un paese lontano, all'altro capo del mondo, nell'isola di Tasmania, ed in un tempo altrettanto lontano, nacque il fiore della mimosa.



Gli abitanti dell'isola ne raccontano la leggenda.



In quel tempo, l'isola era dominata da un re guerriero, molto coraggioso e bello, alto ed agile, di pelle scura e coi capelli neri e lucenti come l'ala dei corvi, ma col cuore indurito dalle numerose battaglie. Così era tutta la sua gente: alta, scura di pelle e brusca di modi, con lunghi, lisci capelli a incorniciare il viso severo. Essi amavano i combattimenti contro le numerose tribù nemiche, e le cacce pericolose alle belve che infestavano l'isola. Combattimenti e cacce che affrontavano con altre grida crudeli, per spaventare il nemico.

Un giorno, durante l'ennesimo combattimento, il re venne gravemente ferito.

La madre e la sorella del re amavamo molto il loro caro, ma non amavano affatto la sua bella e giovane moglie, che non giungeva gradita al loro cuore, duro quanto quello di lui. La giovane regina era una creatura del tutto diversa, piccola di statura, timida e gentile, con i capelli arruffati in corti riccioli, biondi come batuffoli d'oro, la pelle dorata come miele puro e una bassa voce soave che sembrava una musica.

Pareva giunta lì da un altro mondo, la piccola regina, da un mondo di fiori, di sorrisi e di pace. Le due donne, scarne, scure e crudeli come il loro congiunto regale, erano inevitabilmente gelose della dolce, tenera bellezza di lei.

Approfittando della timidezza della piccola sposa, le due donne si precipitarono a curare il loro congiunto, trattenendo con vari pretesti la moglie lontana dalla tenda dove giaceva il ferito. Lei si disperava, perché era molto innamorata di quel suo marito rude e forte, ma non osava far valere i propri diritti di moglie, dimentica, nel suo sgomento, che erano anche doveri, temendo di far cosa sgradita alla suocera ed alla cognata, e quindi di turbare la convalescenza dell'uomo che amava.

La piccola regina era sola, nessuno la consigliava, perché i cortigiani, con la viltà dei deboli, si erano schierati dalla parte che intuivano più forte, e crudele, in quella lotta silenziosa per impadronirsi del cuore del Re.

Passarono i giorni, che divennero settimane, e poi mesi. Quando infine il Re fu guarito era ormai solo desideroso di punire la piccola regina le cui visite aveva tanto aspettato, senza che il suo orgoglio di re gli avesse permesso di ordinare la presenza della donna che nel suo cuore invocava. E dunque il Re bandì dal suo cospetto, senza esitazione, la giovane moglie innocente, senza nemmeno volerne ascoltare le ragioni, tanto il solo vederla, ormai, gli riusciva sgradito.

Giunse infine il fratello a riprendersela, il fratello, della stessa impietosa razza del Re.

Venne per riportarla a casa, ripudiata, libera, lei che era cinque volte madre, di darsi ad un altro uomo.

Ed in soli sette giorni il fratello la rimaritò ad un Principe di luoghi lontani, distanti dal regno dal quale la piccola regina era stata senza colpa bandita.

Pure, timida e dolce com'era, la piccola, infelice Azar, ormai senza più lacrime né desideri, non si ribellò al suo destino. Chiese soltanto, come dono di nozze, un velo che le consentisse, nel lungo viaggio per raggiungere la sua nuova dimora, di coprirsi il volto ed il corpo, per non essere riconosciuta quando fosse passata dalle terre di Asan, padre dei suoi figli e crudele signore, poiché l'incontro coi suoi piccoli le avrebbe senza alcun dubbio spezzato il cuore.

Il Principe suo nuovo sposo era meno duro di cuore di Asan, e in qualche modo la disarmata dolcezza della piccola regina scacciata dal suo regno ebbe a parlare al suo cuore. La giovane ebbe dunque il suo velo, col quale si ricoprì interamente. Ma quando passò davanti alla reggia che era stata sua, i figli di lei, che ogni giorno spiavano dall'alto delle torri il ritorno della madre, la riconobbero nonostante il lungo velo ed accorsero piangendo e invocando a gran voce il suo ritorno.

Ancora una volta, Azar fece appello alla pietà del suo nuovo Signore, chiedendo che le fosse consentito fermarsi un momento, e lasciare un dono a ciascuno dei figli. Ed il Principe ebbe ancora una volta pietà della piccola sposa disperata, e acconsentì alla richiesta. Così, Azar poté regalare ai suoi bambini stivali trapunti d'oro, e lunghe, ricche vesti alle fanciulle, e lascio un abitino per il più piccolo, che dormiva ignaro nella culla. Il padre però, da lontano, vide tutto questo, e richiamò a sé i figlioli, che dimenticassero in fretta la madre indegna di loro.

Azar sentì quella voce dura dettare ancora una volta il suo destino, e ancora non seppe trovare parole a difesa della sua inutile innocenza. Si accasciò allora, ormai sfinita dall'ingiustizia e dal dolore, e sopra di lei il lungo velo di nuova sposa si posò pietoso a coprirla da tutti gli sguardi.

Andò più tardi il suo nuovo Signore a riprendersi l'infelice creatura, deciso a regalarle una vita intera di felicità. Ma ormai il destino di Azar era giunto a compimento.

E fu così che il Principe pietoso, sotto il lungo velo che era stato il suo dono di nozze, non trovò che un fragile arbusto fiorito di mimosa, ben abbarbicato con le sue radici alla terra, deciso a non lasciarsi strappare dal luogo dove era tutto il suo cuore, i piccoli fiori odorosi a ricordare ai figli di Azar i batuffoli biondi che ricoprivano il capo della loro madre, al tempo in cui era stata felice.

Ad Azar, così dolce, remissiva, obbediente e infelice, il tempo renderà poi giustizia alla sua bizzarra maniera...
... il fiore nato da lei verrà riconosciuto da tutte le donne come il simbolo della propria presa di coscienza, e della capacità di decidere esse stesse il proprio destino. Apparentemente delicato, in realtà forte e resistente, impossibile da sradicare, contro il suo volere..... COME OGNI DONNA.

Qualche bel volto, cinematografico, di ieri e di oggi....

giovedì 4 marzo 2010

Primavera : meno diciassette!




Filastrocca di primavera
più lungo il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l'erbetta
spunterà qualche violetta:
oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
Gianni Rodari

martedì 2 marzo 2010

Primavera,meno diciannove :)

Lisa Palombo "Il sentiero degli iris nel giardino"


"Torna ad ondeggiare al vento
   la sciarpa azzurra della primavera..."


E. Morike

lunedì 1 marzo 2010

Primavera , meno venti :)

DA UN VECCHISSIMO LIBRO DI LETTURA...
Viene marzo pazzerello.
A piedi nudi cammina sui prati.
Empie d'acqua i fossati
e al viandante rovescia l'ombrello.
Porta il vento, porta il sole,
schiude in fretta qualche fiore
e sulle prode erbose
sparge un acuto profumo di viole.
E' nell'aria, cammina
con la pioggia e col vento,
e chi lo vede si sente contento.

C. Bucci
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