Il morbo di Alzheimer è subdolo: si inzia con il dimenticare alcune cose, per arrivare al punto in cui non si riesce più a riconoscere nemmeno i familiari e si ha bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici.
La demenza di Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500mila ammalati. E’ la forma più comune di demenza senile, uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali che implica serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane.
La malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive, si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare ma può causare anche altri problemi fra cui stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.
"Cerco sempre di incontrare il suo sguardo, quasi ogni giorno.
So che è impossibile.
Lo so.
Ma è più forte di me e cerco il suo sguardo.
A volte lo trovo ma all'istante mi restituisce una specie di stilettata allo stomaco: è uno sguardo vacuo ed inconsapevole.
Da poco più di un anno la mia mamma abita in una struttura protetta per anziani e credo che avvertirò per sempre questa sorta di senso di colpa per quello che , in certi giorni, mi sembra un abbandono.
Le accarezzo i capelli.
Ma quasi furtivamente per evitare che se ne accorga, altrimenti la sua "attenzione" si concentra lì e inizia tirarli con troppa energia, quasi a strapparli.
Le sfioro le mani, le sue belle mani laboriose, ora ossute e quasi trasparenti. Ma , ancora una volta, quasi furtivamente per evitare che se ne accorga, altrimenti la sua "attenzione" si concentra lì e inizia a batterle o a battersi la testa fino a farsi male.
Le sistemo il golfino.
Ma, di nuovo, tentando un dialogo improbabile per distrarla dai miei gesti.
Altrimenti la sua "attenzione" si concentra lì e strappa tutti i bottoni.
Ho bisogno di toccarla .
Nel contatto fisico anche furtivo cerco la persona che non è più.
Se l'è rubata l'Alzheimer, il morbo di Alzheimer.
Morbo, nella sua origine latina e nella sua radice indo-europea, significa consumare.
E mai parola fu più azzeccata.
A volte , inserendomi non so come nei suoi interminabili , illogici ed estenuanti monologhi, la vedo sorridere.
Porto dentro un tesoro prezioso: il ricordo dell'ultima volta che mi ha riconosciuto,solo per un paio di minuti,fose meno. E' successo più o meno due anni fa.
Con stupore e tutto l'amore che una madre sa mettere nello sguardo, mi ha abbracciato forte dicendo : "Ma...ma tu sei mia figlia!!".
Non accadeva da mesi e so che non accadrà mai più.
Razionalmente lo so.
Ma... chissà. "
Il decorso è inesorabile, crudele, definitivo. Non esistono cure.
E' una vera e propria malattia terminale.
La messa a punto di nuovi farmaci per la demenza di Alzheimer è oggi un campo in grande sviluppo; nei laboratori di ricerca si sta lavorando a principi attivi che aiutino a prevenire, a rallentare la malattia e a ridurne i sintomi.
Altra via di ricerca attiva è quella che punta ad una risposta immunologica contro la malattia cercando di sviluppare un vaccino.
Interessante?