Ormai dovrei sapere che il mondo è pericoloso, ma, lo ammetto, ho un bisogno fondamentale di fidarmi della gente, di credere di non aver niente e nessuno da temere, che il male non esiste. Capita così che spesso trascuro di chiudere la porta a chiave, prima di andare a dormire, di serrare le finestre, di far scorrere i paletti. Di prendere, insomma, le dovute precauzioni visto anche che allarmi non ne ho. E neppure inferriate. Sabato notte un rumore improvviso mi sveglia. C'è qualcuno in cucina! Ma chi? Mio marito è fuori per lavoro e il mio gatto e mio figlio dormono accanto a me. Chi, allora? Sento il rumore di passi, fruscii, scricchiolii e, più volte, lo sbattere leggero di uno sportello della cucina. Ma la porta l'avevo chiusa? E la finestra? Resto in ascolto, provo ad immaginare i movimenti dell'intruso attraverso i rumori che provengono dal basso. Sento che apre i pensili, fruga, poi li richiude. Cerco di immaginare cosa ci può portare via:qualche centinaia di euro, un paio di catenine della prima comunione, il mio portatile senza un tasto, il televisore nuovo... E non sento nessuna preoccupazione per la nostra roba perché non c'è davvero niente di cui non potremmo fare a meno. L'unica vera paura è per la nostra incolumità. Mi sento mancare il respiro. La paura si sta trasformando in panico. Immagino che presto l'intruso salirà le scale, verrà a cercare oro e denari nelle camere. Sono paralizzata. Non so che fare. Mettersi a gridare o cercare di non far rumore? E naturalmente non ho neanche il cellulare a portata di mano. I rumori dal piano terra continuano per una decina di minuti, confusi con i rumori della notte e il ritmo affannoso del mio respiro che si è fatto pesante. Ma ecco che sembra che passetti felpati si avvicinino alle scale. Sta per salire... Sono terrorizzata. Salto in piedi, mi tuffo sulla porta, la sbatto velocemente e la chiudo a chiave. Poi salto alla finestra e l'apro completamente. La finestra dà su un terrazzo in comune con un'altra famiglia e si affaccia sulla strada. Mio figlio si sveglia impaurito e stupito. Passiamo due ore sul balcone, finché non spunta il sole e il pericolo sembra passato. Così mi decido a scendere al piano terra per vedere cosa manca, cosa è stato portato via. Ma la mia borsa è ancora là al suo posto chiusa ed intatta, al contrario, la busta della spazzatura, che avevo appesa ad uno sportello della cucina, è completamente sventrata.
E' chiaro: un gatto randagio, entrato dalla gattaiola, attratto probabilmente dall'odore di cibo, si è attaccato alla busta della spazzatura, e l'ha grattata fino a strapparla e farne uscire il contenuto. Ogni volta che si aggrappava alla busta apriva, involontariamente, lo sportello, ed ogni volta che la lasciava lo sportello si chiudeva sbattendo.
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Torno a letto e dormo fino a mezzogiorno...