Metti che una domenica mattina ti sei addormentata alle tre e mezzo, non per una nottata brava, ma per aspettare il diciassettenne che è andato in discoteca e lo vuoi vedere come rientra: occhi, capelli e gambe...
Metti che hai deciso di non far suonare la sveglia e ti sei baciata da sola per essertene ricordata...
Metti che fatichi a prendere sonno perchè, nell'attesa, hai mangiato, nell'ordine: crackers, una fetta biscottata con la marmellata, ma quella fatta in casa, un ghiacciolo ("è rimasto l'ultimo, almeno uno lo mangio!"), cinque polo e un bicchiere di latte, ma solo perchè in casa non c'era altro...
Metti che alle cinque e mezzo tuo marito si alza per andare al lavoro e ti dà un bacetto che senti appena e gioisci perchè sai che a te restano ancora mille ore da restare sotto le coperte e riposare, riposare... (l'amore, si sa, si alimenta di piccoli egoismi personali!)...
Metti che il Neo-Preadolescente ha deciso di non fare l'uscita con gli scout, dopo mille tentennamenti, perchè ha scelto un altro programma per la giornata e tu, pensando a quello che evitava a te (pranzo al sacco, levataccia, accompagnamento, bamboleggiamento delle altre mamme...), non ci hai messo bocca ed hai solo invitato l'Autonomo-Munito di cellulare-Che non è mica più un bambino- a telefonare per informare che non andrà e Lui ti ha risposto spavaldo:"Già fatto!"...
Metti che alle otto ti suona il cellulare e tu lo ignori ma quello suona-suona-suona...
Metti che alla fine ti decidi a prenderlo e lo guardi, e ti compare un numero non registrato in rubrica, che chissà cosa è successo e chi ti chiama...
Metti che ti dai per vinta e rispondi...
Metti che dall'altra parte c'è la Responsabile di Pattuglia che ti informa, pimpante e sveglia, molto sveglia, che l'uscita è annullata e che te lo voleva dire subito per evitare di farti fare le cose in fretta, inutilmente...
Metti che devi anche ringraziarla e non le chiedi che ...zzo di telefono sta usando, che tanto non ti cambia proprio niente, ma così, per curiosità...
Metti che tutto questo è successo, ma non ti viene proprio una gran voglia di FARE UNA STRAGE???
Invece ti alzi, ormai sveglia e disturbata, con il post-cena che balla dentro lo stomaco e il pensiero che avevi messo da parte, giusto poche ore prima, torna prepotente e invadente.
Sono giorni, in effetti, che penso al sesso. Sono successe "cose" che mi hanno obbligato a pensare e ripensare a questo mistero che unisce un uomo e una donna, o due uomini o due donne, o più persone e altro...Insomma, il nodo sta proprio tutto lì:non ho nozioni precise sul sesso. Ne parlo, penso di saperne, ma al mio interno è lì come il concetto di spread, di spending review e del vangelo secondo Matteo: se dovessi spiegarlo ad un alieno mi incarterei tempo zero!
In questi giorni ho parlato a lungo, in riunioni massacranti e anche un po' violentemente introspettive, di due quindicenni che, all'interno di una casa famiglia, si sono innamorate. Il dilemma, che ha diviso l'èquipe, era: censura o accoglienza? E giù riflessioni a milioni. Considerazioni che spaccavano il capello. Alla fine solo vuoto, mancanza di strumenti. Ho guardato i membri dell'èquipe ed ho pensato a quanto, ognuno di loro, me compresa, portavamo della nostra personale idea del sesso. Ho ritrovato la mia formazione cattolica e le confessioni davanti al prete, che dovevi guardare negli occhi. Ho risentito il monito delle suore che ci avvertiva che il nostro corpo non doveva essere toccato, neppure da noi stesse. Ho ripercorso la mia ribellione a tali precetti e le prime meravigliose scoperte.
Nello stesso periodo, si è intrecciato a quell'episodio, un'altro più devastante: un nonno è stato trovato a far petting, in una strada appartata, destinata alle coppiette, con la "consenziente" nipotina tredicenne. Da una parte è scattata la parte professionale del mio lavoro, con il Tribunale Minorenni e tutto il resto, dall'altra ha ripreso la sua via, incontrollata, la mia esperienza sessuale e tutto quello che so e non so e che non voglio sapere e i paletti che ho messo e i miei desideri e la mia passionalità, curiosità, apertura.
Poi, a cornice di tutto, una persona per me importante, da tempo mi anticipa che vuole dirmi "una cosa" e che è in pena perchè teme che cambierò la mia opinione e che il nostro rapporto potrà risentirne.
Ieri l'altro, davanti a un caffè, mi confessa che, da anni, frequenta posti per scambisti e che l'ha fatto sia come single che, per un periodo, come coppia. Lo ammetto, il momento che stai vivendo quando ti dicono una cosa è fondamentale. Avevo alle spalle notti insonni a ripensare a quel nonno, a quelle bambine confuse, ai genitori "malati", alla nostra società che, davvero, lascia troppo sole e troppo emarginate le fasce deboli, tanto che, se continuiamo a far tagli alla spesa sociale, poi piangeremo davvero! Come fai a dire quello che pensi se il filo del tuo discorso è impigliato, come in un gomitolo, in nodi e strappi e colori confusi, spesso troppo uguali per distinguerli? Non lo so, amico, non lo so cosa penso di te, oggi. Non è vero che la mia opinione su te sarà immutata, che mi piaccia o no. A costo di apparir bigotta. La mia identità mi connota, accidenti, anche se non lo vorrei. Credevo di poter crescere e di maturare, studiando, facendo esperienza, leggendo libri e mostrandomi anticonformista. Non è così forse ma, guarda, a me quei "signori" che vanno in un luogo solo per far sesso, mi fanno un pò tristezza. Non lo dico, ti giuro, salendo in cattedra. Te lo dico pensando alla loro infanzia, ai genitori che hanno avuto, alle interruzioni che hanno dovuto subire, alle loro dipendenze, solitudini e ricostruzioni del mondo. Che anch'io ho vissuto, come tutti. Te lo dico perchè questa complessità non la so gestire, mi brucia in mano e mi vien voglia di gettarla via. Ho meno certezze di quando avevo vent'anni. Però so cosa piace a me in relazione a "quell'argomento", e questo è già qualcosa: mi piace il clima che si crea quando tra due persone senti che sta per succedere "qualcosa", mi piace sentire un profumo che mi evoca ricordi o che, semplicemente, mi accartoccia lo stomaco, arrivo a desiderare un uomo che parla di questioni interessanti o si impegna con passione nel suo lavoro, o canta o recita e ci mette sè stesso; mi piacciono il corteggiamento, i regali "pensati", destinati solo a me, mi piace l'abbraccio, sentire il corpo dell'altro solo per un attimo, stringere una mano, avere affinità, mangiare insieme e condividere un istante; mi piace la complicità, sentir parlare di sè, avvertire la curiosità dell'altro per il mio mondo. Ecco perchè faccio fatica a pensare a quello che tu mi racconti e non lo trovo per niente erotico; percepisco solo un gruppo di persone "disagiate", che fanno i conti con le loro mancanze. Questo è il mio limitato confine.