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giovedì 25 febbraio 2010

Dischidimmerda: Genesis - Selling England by the Pound


Per una volta che in Inghilterra erano riusciti ad ignorare l’ennesimo gruppo inutile, ci avevamo pensato noi in Italia a farli rimanere in vita, mandandoli addiritura al numero uno delle classifiche dei dischi più venduti.
Insomma, avevamo deciso di non rinunciare a niente – e allora, Genesis!

Credo fossero il gruppo preferito di quelli che adesso chiameremmo “nerds”, allora più brutalmente si parlava di “sfigati”.
Gruppo perfetto per gli adolescenti a cavallo tra il Ginnasio e la prima Liceo, che cercavano di differenziarsi dalla massa dedita alle discoteche (ed alle ragazze. Noi no – ascoltavamo Peter Gabriel, pensa te – magari sobriamente vestito da fiore come nella orrida copertina del Live (edizione italiana) che ho dovuto mettere qui sopra…)

Mi chiedo ancora, quanto del successo dei Genesis [1] in Italia è dovuto agli sfigati che frequentavano il Liceo Classico?
Alcune linee di ricerca possibili:
  • Benedetto Croce e le liriche dei gruppi prog-rock;
  • Giovanni Gentile, la riforma scolastica del 1923 e la fortuna commerciale del prog-rock in Italia;
  • Lo studio del greco antico e della filosofia in rapporto all’esegesi di “Dancing With The Moonlight Knight”;
  • Il rapporto tra Eraclito e “Firth of Fifth” (ovvero come mettere in relazione il concetto di “Panta rei” e i versi “The sand of time were eroded by / The river of constant change”).
“Selling England” contiene inoltre, per la gioia di tutti gli appassionati:
  • il primo pezzo veramente pop dei Genesis (“I know what I like…”); [2]
  • la prima apparizione vocale solista e miagolante di Phil Collins; [3]
  • Smitragliate strumentali varie (Ah l’assolo! Senti che tecnica! Che velocità! Quante note! – tutti concetti mutuati dal mondo dello sport, ma che tanto hanno contato nel successo di questi – ed altri - loschi figuri);
  • Atmosfere medioevaleggianti d’accatto, finte complessità più timbriche che strumentali, pianoforti classicheggianti (mica le chitarrone dei capelloni!);
  • Richiami fantasy qui e là, signorideglianelli e campihobbit in sottofondo – non che piacessero davvero ai fascistelli sanbabilini (non avevano abbastanza cervello per capire neanche la musica dei Genesis…) però l’immaginario è quello…

Note e links:
[1] O più in generale del “prog-rock”…

[2] Pur sempre un capolavoro, se rapportato alle cose che saranno capaci di perpetrare negli anni ’80, tutti insieme ognuno per conto suo.

[3] Appunto... ma vi ricordate il disco col faccione? "In the air tonight"? E il rullante con il gated reverb che ci ha poi perseguitato per tutti gli anni ‘80?