Siccome il tenten è migliorato e non ho nessuna voglia di farmi vivisezionare manco fossi una rana sotto spirito dell'Università dell'Arizona ho deciso di rimandare a data da destinarsi possibilmente il giorno del mai nel segno del poi l'affare taglio delle cenciva in ezzesso.
Scusa, Kappler. Te l'avevo detto che non sono una pampina tilicente. A limite un po' deficiente.
Spero solo che il dolore non torni a darmi noia domenica prossima quando il mio primo adorato in secola seculorum nipote, figlio di cugina L e tanto tanto bello, farà la prima Comunione dando alla sottoscritta una ghiotta occasione per interrompere la dieta Hollywoodiana con un pasto ipercalorico.
Del resto ho perso due kg. Ma forse il merito va più alla gengivite che alla dieta. Che nessuno faccia la spia alla redazione di Viversaniebelli.
Il suddetto angelo biondo futuro conquistadores di melense femminucce spocchiose no, non sono gelosa maledetti maligni riceverà da me, marito e famiglia un tablet Samsung. Io c'ho solo sbavato sopra per un quarto d'ora, poi ho resistito alla tentazione di rubarglielo chiedendomi se non potessi rifare pure io la prima Comunione o al limite smezzarmi coll'undicenne l'uso del portentoso e very fashion attrezzo tecnologico. No perché non so a voi ma a me, all'epoca, regalarono lenzuola, asciugamani e collier da gitana.
Tempi che cambiano. Persone che ci rimettono.
Nel frattempo la mia ricerca di lavoro assume aspetti grotteschi. Tipo che ieri ho consegnato a mano il mio curriculum al meccanico di mio marito. No non sono diventata improvvisamente esperta di motori. Mi limito a sopravvivere in un'auto infestata da pelo di cane. Pare che una grande azienda del comprensorio abbia dovuto licenziare quaranta persone accusate nientepopodimenoche di furto. Persone che andrebbero, almeno si spera, rimpiazzate. Il figlio del meccanico lavora lì e non ha rubato niente. Così io ci provo.
Secondo voi quanto so' disperata da 1 a 10?
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giovedì 5 giugno 2014
mercoledì 11 dicembre 2013
Undici dodici tredici
A dirla tutta ero un tantinello indecisa sul da farsi perché, insomma, vi sarete pure giustamente scassati tutte e sette le sfere del drago degli epitaffi e dei sentimentalismi da femminuccia in premestruo fedelmente riportati in codesto blog. Tra l'altro io con gli anniversari c'ho un rapporto d'odio e amore. Più d'odio che amore. Rischiano d'essere sempre mielosamente nostalgici, alcuni sono persino in grado di farci rimpiangere come eravamo. Sempre con qualche chilo e capello bianco in meno, 'cazozza.
Però questa è una ricorrenza particolare. Questo è il giorno in cui, un anno fa, facevo marameo alla morte di cui abbiamo una diapositiva:
Scusate eh, ma non ho foto della lastra di ghiaccio che ha ridotto la mia adorata Clear in questo modo e che m'ha quasi fracassato il cranio.
Lei non ce l'ha fatta, l'abbiamo rottamata qualche giorno dopo, io sì. Io sono qui, dopo un anno, non troppo in salute ma viva. E me lo faccio andar bene, anche se solo per oggi. Mi faccio andare bene Capetto che sbraita, il contratto in scadenza, il caffè del bar aziendale che sa di bruciato, la pasta scotta della mensa, le bollette da pagare, la cacca di Biagio sotto le mie Nike, Penelope che assalta l'albero di Natale e gioca con le pallette, l'USI che mi lascia senza Bancomat, la casa in disordine.
Certo questo non autorizza nessuno a chiedermi favori, sono sempre una cazzo di Principessa, io.
Insomma oggi facciamo che è tutto bello però da domani torno in depressione. Veloggiuro.
Però questa è una ricorrenza particolare. Questo è il giorno in cui, un anno fa, facevo marameo alla morte di cui abbiamo una diapositiva:
Scusate eh, ma non ho foto della lastra di ghiaccio che ha ridotto la mia adorata Clear in questo modo e che m'ha quasi fracassato il cranio.
Lei non ce l'ha fatta, l'abbiamo rottamata qualche giorno dopo, io sì. Io sono qui, dopo un anno, non troppo in salute ma viva. E me lo faccio andar bene, anche se solo per oggi. Mi faccio andare bene Capetto che sbraita, il contratto in scadenza, il caffè del bar aziendale che sa di bruciato, la pasta scotta della mensa, le bollette da pagare, la cacca di Biagio sotto le mie Nike, Penelope che assalta l'albero di Natale e gioca con le pallette, l'USI che mi lascia senza Bancomat, la casa in disordine.
Certo questo non autorizza nessuno a chiedermi favori, sono sempre una cazzo di Principessa, io.
Insomma oggi facciamo che è tutto bello però da domani torno in depressione. Veloggiuro.
mercoledì 4 dicembre 2013
Il due davanti
A me 'sta cosa che un giorno c'hai 28 anni e quello dopo ce n'hai 29 me mette n'ansia signora mia.
Ebbene sì, miei prodi e adorati sudditi, oggi è il mio co..., compl..., vabbè avete capito. E' che io non ho proprio un bel rapporto con questo nefasto giorno, sarà che porta sfiga. Quest'anno, per dire, ho brindato con un bicchierino di pipì. Sì perché sto male, again. Cistite, again. E così SantoSpirito mi ha ordinato un'urinocoltura che si sa, l'urinocoltura il giorno del compleanno non si nega a nessuno un po' come le candeline sulla torta, i regali e gli auguri su Fb. Che io dico, se devi scrivermi solo auguri e in vita tua m'hai visto tre volte e pure di profilo evita, che non ci resta male nessuno.
Meglio che non faccio bilanci, potrei svenire. Del resto anche 'sto blog è un po' il promemoria delle mie sfighe. Silvio Pellico spostate è il mio turno di raccontare le mie prigioni.
Gli anni sono convenzioni con cui ci piace scandire il tempo. Mio zio scemo diceva sempre che in fondo il tempo non esiste e delle tante baggianate che ha detto in vita sua questa devo ammettere che merita.
Quindi io oggi non ho un anno di più sulle spalle, semplicemente sono più vicina alla morte. Cazzo, è anche peggio messa così. Facciamo che zio c'aveva torto, che io oggi compio 29 anni e che sono una bimbetta felice. Perchè si è ancora bimbe finché si ha il 2 davanti, no?
Ebbene sì, miei prodi e adorati sudditi, oggi è il mio co..., compl..., vabbè avete capito. E' che io non ho proprio un bel rapporto con questo nefasto giorno, sarà che porta sfiga. Quest'anno, per dire, ho brindato con un bicchierino di pipì. Sì perché sto male, again. Cistite, again. E così SantoSpirito mi ha ordinato un'urinocoltura che si sa, l'urinocoltura il giorno del compleanno non si nega a nessuno un po' come le candeline sulla torta, i regali e gli auguri su Fb. Che io dico, se devi scrivermi solo auguri e in vita tua m'hai visto tre volte e pure di profilo evita, che non ci resta male nessuno.
Meglio che non faccio bilanci, potrei svenire. Del resto anche 'sto blog è un po' il promemoria delle mie sfighe. Silvio Pellico spostate è il mio turno di raccontare le mie prigioni.
Gli anni sono convenzioni con cui ci piace scandire il tempo. Mio zio scemo diceva sempre che in fondo il tempo non esiste e delle tante baggianate che ha detto in vita sua questa devo ammettere che merita.
Quindi io oggi non ho un anno di più sulle spalle, semplicemente sono più vicina alla morte. Cazzo, è anche peggio messa così. Facciamo che zio c'aveva torto, che io oggi compio 29 anni e che sono una bimbetta felice. Perchè si è ancora bimbe finché si ha il 2 davanti, no?
mercoledì 27 novembre 2013
Trecentosessantacinque
Diario di una Princess sentimentale.
Diciamo che questo blog si sarebbe anche potuto chiamare così perché io soffro d'empatia e ho la lacrima facile. In preciclo riesco a commuovermi pure con le pubblicità, immaginate un po' quale dramma esistenziale sarebbe vedere una cosa tipo Bambi.
Quindi oggi sono un po' emozionata.
Perché oggi laprincesseilservo.blogspot.it compie un anno.
Un martedì sera d'un anno fa pioveva forte. Coprivo in solitaria il turno pomeridiano e sbuffavo davanti ai miei due monitor, seduta dietro la scrivania un metro per mezzo metro dell'anti-CED, l'orribile luogo tutto blu dove io, M.e la buonanima C., siamo state parcheggiate per un paio di mesi, prima d'approdare nell'ufficio di Capetto.
Avevo voglia di parlare, di raccontarmi, di tornare a scrivere. Avevo alle spalle un anno difficile e davanti tanta incertezza. Avevo la speranza che da lì a qualche mese il blog sarebbe diventato il racconto semi-serio della vita d'una Princess in attesa del suo erede. Un erede che ancora aspetto.
La vita è quel che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti, diceva qualcuno. Quel qualcuno c'aveva ragione.
Quest'anno io ho vissuto una vita che non m'aspettavo.
Ho lasciato che le emozioni mi travolgessero, ho riso tanto e pianto tanto, ho combattuto la paura e il dolore, ho rischiato la pelle su un'autostrada, ho iniziato un percorso di procreazione assistita, una psicoterapia. Ho combattuto i miei mostri, ho imparato il valore dell'attesa, ho sofferto di solitudine, ho imparato a bastarmi.
Ma soprattutto l'ho raccontato. Qui. A voi. Che siete diventati 110, mi avete scritto 4mila volte e siete passati di qui 66mila volte.
In 201 post e 365 giorni v'ho raccontato me stessa, tutta. Senza filtri, senza iposcrisie, senza sconti.
Tanti auguri, blog.
mercoledì 16 ottobre 2013
La mia persona
Ho pensato che mi piacerebbe raccontare un aneddoto sul modo in cui ci siamo conosciute, una di quelle storielle divertenti da tramandare perché, in fondo, Sister, la nostra è una grande storia d'amore e meriterebbe d'essere raccontata, come ogni bella e duratura storia d'amore che si rispetti. Per quanto, tuttavia, io mi impegni a far luce negli oscuri abissi della mia memoria, il nostro primo incontro non lo ricordo. In realtà dubito che potrei, eravamo troppo piccole. Il mio primo ricordo risale ai miei due anni, quando la mia irrequietezza mi fece sbattere il mento contro il pavimento lucido del coiffeur di Mina. Quattro punti e due medici che cercavano di tranquillizzarmi in modo maldestro non piangere, farai piangere anche gli altri bambini. Evidentemente ingoravano il mio innato egoismo, ricordo che pensai e che me ne importa degli altri bambini? E' me che state torturando. Piccola stronza.
Io e te ci siamo conosciute prima. Io e te ci conosciamo da sempre.
Io e te ci siamo conosciute prima. Io e te ci conosciamo da sempre.
Dicono che gli amici sono la famiglia che ti scegli. Non è vero. Io non t'ho scelta, t'ho trovata. Forse se mi fosse stata data la possibilità di scegliere avrei cercato qualcuno più simile a me. Io donna da tacchi, gonna e Barbie fior di pesco, tu uomo mancato da Converse, jeans e macchine a scontro. Io diplomatica, tu irruenta, io dolce apparente e stronza nell'anima, tu stronza apparente e dolce nell'anima. Io razionale, tu emotiva. Se mi fosse stata data la possibilità di scegliere io avrei scelto male, Sister. Perché, forse, non avrei scelto te, che sei stata il regalo più bello della mia infanzia.
Che sei il regalo più bello. Punto.
La citazione che ci dedichiamo in queste occasioni e che viene usualmente commentata dall'amico G. con me se è appena cariato un dente non è stata partorita da qualche genio della lettaratura. E' scema ed infantile. E' frivola e smielata è Derek è l'amore della mia vita ma tu sei la persona. I fans di Grey's Anatomy probabilmente sanno di cosa parlo.
Te la dedico di nuovo, anche qui, in questo posto solo mio.
Tanti auguri, mia persona
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martedì 16 luglio 2013
Trentaquattro
Eri seduto su una panchina di ferro, gambe larghe, gomiti sulle ginocchia e mani incrociate. L'occhiale da sole poggiato sulla testa. Sorridevi. Non ad una persona qualsiasi, sorridevi a me, che ero solo una ragazzina con poca o nulla conoscenza dell'amore. A me con qualche chilo in più e un paio di pantaloni viola, corti sul ginocchio. A me che non ti conoscevo affatto, che credevo non avessi casa o famiglia dalle mie parti, che credevo fossi solo l'amico di. A me che avrei imparato a conoscere l'esatta tonalità dei tuoi occhi, la forza delle tue braccia, la morbidezza dei tuoi capelli, il tono della tua voce, la stretta della tua mano nella mia, il profumo della tua pelle.
Fu quello il momento esatto in cui mi innamorai. Non un periodo, non un giorno, non un'ora qualsiasi. Io mi innamorai in quel preciso secondo in cui tu mi sorridesti.
Era luglio e faceva caldo. Eppure uscivamo presto il pomeriggio, forse già con la speranza di incontrarci. Quasi come fosse stato per caso.
Qualche giorno prima il nostro primo bacio, seduto di fianco a me rispondesti sì alla domanda sciocca dell'amico buffone di turno: te gusta la Princess eh?
Io guardai altrove, ignorandoti. Perché io nobile ce so nata e me la dovevo tirare. Qual tanto che bastava per fare in modo mi desiderassi di più.
Abbiamo giocato per un po' ed è stato bello. Bello vedere il tuo carattere da orso marsicano addolcirsi per me. Bello vederti costretto a nasconderti dalla gente per rubarmi un bacio. Bello vedere il tuo lato bambino e rincoglionito dall'ammore.
Il primo ti amo me l'hai detto sotto le stelle, era la notte di San Lorenzo. Io sorrisi e come una deficiente risposi solo anche io, pure troppo. Si sa che sono cintura nera nell'uccisione barbara del romanticismo ma sai, un po' quel sentimento mi spaventava, tanto era forte. Così risposi d'istinto, senza cercare la frase perfetta, quella ad effetto, quella rubata a qualche bacio perugina.
Fu la sera in cui pensai cazzo questo me lo sposo. Che non si dica che non sono lungimirante eh.
Lo so, sono in ritardo, il tuo compleanno è stato qualche giorno fa ma un post a 3mila metri è un tantinello complesso da scrivere e poi eravamo insieme, che sarò pure 'na Princess stronza ma me so fatta 700 km solo per stare con te questo 13 luglio. Così, coremio, gli auguri qui te li faccio adesso. Li faccio ai tuoi occhi nocciola e al tuo naso a patata, ai capelli morbidi e alle spalle forti, alle tue polemiche e alla tua risata, alla tua ironia, al tuo sarcasmo.
Soprattutto li faccio al suono melodioso che assume la tua voce quando mi chiami con quel nomignolo scemo. Quello che è solo puntato nel profilo di questo blog: Scriccy.
Fu quello il momento esatto in cui mi innamorai. Non un periodo, non un giorno, non un'ora qualsiasi. Io mi innamorai in quel preciso secondo in cui tu mi sorridesti.
Era luglio e faceva caldo. Eppure uscivamo presto il pomeriggio, forse già con la speranza di incontrarci. Quasi come fosse stato per caso.
Qualche giorno prima il nostro primo bacio, seduto di fianco a me rispondesti sì alla domanda sciocca dell'amico buffone di turno: te gusta la Princess eh?
Io guardai altrove, ignorandoti. Perché io nobile ce so nata e me la dovevo tirare. Qual tanto che bastava per fare in modo mi desiderassi di più.
Abbiamo giocato per un po' ed è stato bello. Bello vedere il tuo carattere da orso marsicano addolcirsi per me. Bello vederti costretto a nasconderti dalla gente per rubarmi un bacio. Bello vedere il tuo lato bambino e rincoglionito dall'ammore.
Il primo ti amo me l'hai detto sotto le stelle, era la notte di San Lorenzo. Io sorrisi e come una deficiente risposi solo anche io, pure troppo. Si sa che sono cintura nera nell'uccisione barbara del romanticismo ma sai, un po' quel sentimento mi spaventava, tanto era forte. Così risposi d'istinto, senza cercare la frase perfetta, quella ad effetto, quella rubata a qualche bacio perugina.
Fu la sera in cui pensai cazzo questo me lo sposo. Che non si dica che non sono lungimirante eh.
Lo so, sono in ritardo, il tuo compleanno è stato qualche giorno fa ma un post a 3mila metri è un tantinello complesso da scrivere e poi eravamo insieme, che sarò pure 'na Princess stronza ma me so fatta 700 km solo per stare con te questo 13 luglio. Così, coremio, gli auguri qui te li faccio adesso. Li faccio ai tuoi occhi nocciola e al tuo naso a patata, ai capelli morbidi e alle spalle forti, alle tue polemiche e alla tua risata, alla tua ironia, al tuo sarcasmo.
Soprattutto li faccio al suono melodioso che assume la tua voce quando mi chiami con quel nomignolo scemo. Quello che è solo puntato nel profilo di questo blog: Scriccy.
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