Sa sa saaa... sssssa, un due tre, prova!
C'è nesciuuuuuno?
Qualcuno di voi lo sa come si ricomincia? Perché sul libretto di frasi fatte, di quelli che snocciolano qualunquismi buoni per farci il sugo, non ho trovato scritto nulla a riguardo. Misa che devo arrangiarmi. Magari inizio da una cosa a cui tengo, quella che viene prima di tutte: dirvi grazie.
Io sono sparita, persa tra le nebbie della vita reale, senza lasciar tracce, indizi, segnali di fumo. Gnente. Voi no, voi mai.
Le mia adorate cercatrici, molte delle quali sono diventate, finalmente, mamme, mi hanno scritto, sono entrate in punta di piedi nel mio privato e mi hanno riempito il cuore di cioia. Ma non ci sono state solo loro.
Ad essere onesta non avrei mai sperato tanto. Chè quando fai la blogger ti immagini tipo un ologramma. Fumosa, misteriosa, facile, dopotutto, da dimenticare. E invece no.
A più di un anno dal mio fugone improvviso, superbo e spregiudicato ancora ricevo commenti, mail. Ancora ci siete, pazienti e desiderosi di rileggermi.
V'accontento. Lo faccio perché vi amo, adorati sudditi ma non so' manco Santa Maria Goretti, ecco. Quindi lo faccio pure perché mi va. Oggi, almeno, mi va.
Non sono diventata gelosa del mio privato e credo ancora nel potere della condivisione ma sono diventata incredibilmente scaramantica, I admit. Questo blog, soprattutto, mi lega a doppio filo, come già detto, ad un passato fatto di tanto dolore, poca luce, tanti crolli e non voglio permettere che le energie negative mi succhino linfa vitale.
Perché in fondo è una scelta. Come quella di essere forte.
Ordunque passiamo alla ciccia.
No, non sono mamma. Non sono manco incinta. Neppure fivettara, vedete un po'. Ma, giuro, non ho perso tempo in questo lungo periodo. Ho scoperto molte cose, perlopiù shockanti. Tipo, fra tutte, che l'acclamato SantoSpirito ha preso un par de cantonate che a menallo forte sarebbe stato il minimo sindacale. Ora, però, sono in ottime mani, quelle di Sboccaccio. La Fivet è prevista, come lo era un anno fa ma non ancora imminente. Se vi va potrete avere lumi sul perché nei post che ho selezionato per voi di seguito.
Sì, post. Avete letto bene. Non ho smesso di scrivere, mai. Ho aperto un blog privato con un dominio ridicolo, si chiama Handle with care.
Dentro c'ho messo tutto. Il nuovo lavoro e i vecchi problemi. Analisi, visite, cazzate, lacrime e sangue (tanto, tutto quello che m'hanno succhiato).
Ma andiamo con ordine.
C'eravamo lasciati con Sboccaccio che mi consigliava un'esplorazione viscerale in sede laparoscopica.
La successiva visita al Gemelli ha dato il via alle danze. Era novembre 2014 ed io ce l'avevo col mondo.
I miei 30, rifiutati, oltraggiati, disprezzati sono, un po' a sorpresa, stati un piccolo, timido, nuovo inizio.
Il nuovo anno è iniziato con la preospedalizzazione e uno specializzando un po' troppo zelante.
E' Febbraio che m'ha fatto il regalo più grande. Sì perchè tra un colloquio e l'altro è arrivato finalmente lui. Il riscatto, la dimostrazione a me stessa, prima ancora che agli altri, del mio valore, una rivincita nei riguardi di chi è rimasto in quella vecchia, grande scatola di marmo e non saprà mai, forse, cosa vuol dire amare quello che si fa, amarlo davvero e farsi forte della soddisfazione che deriva dalla consapevolezza di avercela fatta, in un modo o nell'altro, da sola. Il mio nuovo lavoro. Con esso il rinnovato amore per me stessa. La mia accettazione.
A Marzo mi sono operata. Ed è arrivato il primo shock. (Questo non ve lo dovete perdere! ndr)
L'esito ha comportato, come immaginerete, sei mesi di free sex, durante i quali, ahinoi, non è successo niente. Qualcos'altro covava nel mio apparato riproduttivo. Qualcosa di subdolo ma forse altrettanto semplice da scoprire ad un occhio attento, ad un medico meticoloso.
Aprile e Maggio, piuttosto sereni, hanno invece portato guai all'amico E., nostro testimone di nozze, alla Sister O. e all'amico G. (solo per i più pettegoli)
Giugno, il mese del nostro anniversario ascetico.
Tra alti e bassi Luglio ha confermato una consapevolezza, tutti si salvano da soli ed io non faccio eccezione.
Agosto, Berlino. Ricominciare a viaggiare davvero in una città inaspettatamente meravigliosa. Sentirsi ancora vivi, giovani, macinare kilometri, divertirsi. Come se il tempo non fosse mai passato, come se le ferite ormai rimarginate ci avessero arrricchito. Io, lui, noi, dopo tanto tempo.
Autunno e finalmente la decisione. Attesa e conosciuta, nel mio intimo, da sempre. Il primo passo, il listone di analisi.
A Novembre il secondo shock. Un po' di rabbia ma anche tanta determinazione. Il secondo nemico è acerrimo quanto il primo e comporta un nuovo tormentato stop per fare in modo che la terapia faccia effetto prima della stimolazione.
L'anno, tuttavia, si è concluso in bellezza. Un nuovo progetto, tanto lavoro, tanta soddisfazione e poi, un contratto degno di questo nome.
Sono a dieta, ferrea e mi drogo di metformina in attesa della prossima visita. Mentirei se vi raccontassi che non ho avuto terribili ricadute, che va tutto bene, che non ho più dubbi ne paure. In certi giorni mi sento molto sola. Ma ho imparato a fidarmi di me stessa, ad amarmi, stimarmi, vivere il presente senza pensare (troppo) alla prossima mossa.
Tutto quello che può succedere accadrà. L'importante è saperlo accettare.
Nota per i più affezionati: no, qui non ci torno, probabilmente continuerò per un po' a scrivere su Handle with care poi, forse, aprirò l'ennesimo spazio (magari su Wordpress?). Chi vorrà potrà seguirmi qui, lì o là. Vi faccio girare la testa, mea culpa. Sono pur sempre una Princess viziata, voi provateci, però, a starmi dietro!
Vi lascio co' sto ciovane (vi assicuro che i miei gusti musicali sono assai raffinati, ma questa ce stava, l'ironia m'è rimasta):
Con amore immenZo,
L.