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sabato 30 novembre 2013

Un taglio a Pessoa

Avvicinarsi ai fatidici enta, no il "tr" davanti non ce lo metto, non sono pronta significa rendersi improvvisamente conto, generalmente dopo una notte brava ad alto tasso alcolico, di non essere più quella spregiudicata ragazzina che andava a dormire alle 5 e si svegliava alle 9 per andare al mare senza che il suo fisico subisse alcun tipo di ritorsione. Insomma io sto a tocchetti per colpa di un drink dal nome di un poeta portoghese, Pessoa. Uno di quegli intrugli zuccherosi che non sanno di alcool ma ne contengono  a sufficienza per farti cantare a squarciagola Perdere l'onore l'amore perfettamente ignara d'essere ripresa e fotografata epperciò ricattabile da qui all'eternità. Qualcuno vada a dire al mio futuro erede che quella non era sua madre. Spero che l'amico G. non gli racconti mai di essere stato implorato dalla sottoscritta per un ovetto Kinder che contenesse Ariel.

Ariel! Capito?! Non Aurora eh, Ariel!

Ma chi cazzo è Aurora?

Stamattina tutte le buone intenzioni settimanali infarcite di frasi tipo sabato mi sveglio presto e rendo casa uno specchio sono andate a farsi benedire dall'ora della sveglia, così ignobile che non la scriverò.

Va bene. Era mezzogiorno e quarantatré.

Visto che avevo già preso un appuntamento col mio hairstyle di fiducia che non si dica in giro che una Princess non rispetta gli appuntamenti ho preferito passare due orette dal parrucchiere anziché pulire i cessi del palazzo reale. Così ora sembro Cleopatra sul set di Lost, la scena immediatamente successiva al disastro aereo, naturalmente.

Ora mi resta solo da decidere se dedicare la restante parte del week end a manicure e ceretta o dare ascolto a quell'invadente vocina che vorrebbe io indossassi i panni della casalinga disperata e cambiassi almeno le lenzuola e la lettiera di Penelope.

Scusate, adesso devo proprio andare a mettermi lo smalto.