Grado Di Finitura Acciai
Grado Di Finitura Acciai
Grado Di Finitura Acciai
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Capita spesso, da parte dei trasformatori di lamiere e nastri in acciaio inox, di trovarsi di fronte a problemi sulla scelta del tipo di iinitura del prodotto da a p p i g i o n a r e . L'utilizzatore si rivolge direttamente all'acciaieria oppure presso i rivenditori, a seconda del quantitativo di materiale in gioco. In entrambi i casi, tuttavia, necessario definire i! grado di finitura superficiale voluto, per mezzo di sigle convenzionali che di solito accompagnano quella atta ad identificare il tipo di acciaio richiesto. Tali sigle possono variare a seconda dei diversi enti di unificazione nazionali: un medesimo tipo di aspetto superficiale pu venire indicato con due sigle differenti, a seconda che si segua, ad esempio, la nomenclatura DIN tedesca oppure quella AISI americana. . Si ritenuto utile, pertanto, dopo una breve trattazione relativa ai cicli tecnologici di acciaieria che rendono possibili certi gradi di finitura, riportare una tabella di comparazione tra le sigle relative alle principali normative vigenti (tabella 1). In tale tabella si anche fatto riferimento ad altri tipi di prodotti siderurgici (prodotti lunghi e fucinati). E' necessario comunque rammentare che le normative definiscono i vari stadi tecnologici delle finlture standard delle lamiere inox, ma non fanno riferimento alle correlazioni con le rugosit delle diverse finiture. Attualmente non esiste una normativa che fornisca una relazione tra la finitura superficiale di un elemento costruttivo o di un manufatto in acciaio inox e la corrispondente rugosit. Soltanto la normativa ISO R 2037.
che riguarda i tubi di acciaio inossidabile per applicazioni alimentari, precisa i valori di rugosit massima ammissibile. Le finiture standard riguardano due serie di gruppi: le finiture realizzate per laminazione e trattamenti di decapaggio (in questa sede prese in considerazione) e quelle realizzate per mezzo di operazioni di abrasione sulle superfici laminate a freddo. Le finiture standard per laminazione In tabella 1 sono riportate le corrispondenze tra le designazioni, a seconda delle diverse normative, con il ciclo tecnologico indicativo. Se ci si riferisce alla norma italiana UNI 8317 - Dicembre '81 ( Prodotti finiti piatti d'acciaio inossidabile resistente alla corrosione e al calore - Lamiere, lamiere sottili, nastri e nastri larghi ). si individuano le seguenti sigle: Finltura n. 0: prevede la laminazione a caldo del nastro o della lamiera di acciaio inossidabile ed il trattamento termico relativo. Non viene previsto il decapaggio. Tale tipo di finltura non praticamente mai richiesta dagli utilizzatori di acciaio inossidabile sotto forma di prodotto piatto. Finltura n. 1: il grado relativo alle lamiere e ai nastri laminati a caldo. La si ottiene per laminazione a caldo seguita da un trattamento termico di ricottura, di ricristallizzazione oppure di solubilizzazione, a seconda che si tratti, rispettivamente, di acciai martensitici, ferritici oppure austenitici. Sa la scaglia formatasi a causa della laminazione a caldo, sia quella dovuta al successivo trattamento termico, devono essere eliminate con un opportuno decapaggio chimico. In certi casi questo procedimento preceduto da un decapaggio meccanico mediante graniglia metallica che ha lo scopo di rompere la scaglia e facilitarne cos la rimozione nel successivo bagno chimico. Nel caso dei nastri si segue un ciclo di lavorazione in continuo, mentre nel caso di lamiere si segue un ciclo intermittente. Infine si prevede un energico lavaggio con acqua e successiva asciugatura. L'aspetto di questo grado di finitusegue -*
Tabella 1 Designazione e corrispondenza delle differenti finiture superficiali per laminazione secondo UNI, AFNOR, AISI, ASTM, BSI e DIN UNI AFNOR AISI 8317 NFA35-573 ASTM A480 BSI 1449 parte 2" DIN 17440 Ciclo tecnologiNuova Vecchia co del prodotto denom. denom. siderurgico a (') Laminato a caldo - non trattato termicamente non decalamnato
()
Vi
le
Laminato a caldo - trattato termicamente - non decalaminatc Laminato a caldo - trattato termicamente - deca lami nato
lamine chaud
C1
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Ila
c2 (J) di V) d3
n
III a
Laminato a freddo - non trattato termicamente Laminato a freddo - trattato termicamente - non decalami nato Laminato a freddo - trattato termicamente - decapato
III s
2D
2D (*)
2D Vi
2D
Illb
k3 V) 12
2B lamine froid glac 2B (J 2B (")
n
V)
III e
Laminato a freddo - trattato termicamente - decapato - skinpassato Laminato a freddo - trattato termicamente in atmosfera protetta ed eventualmente sklnpassato
2B
BA
Illd
(") Per i nastri questa finltura anche denominata 1. [**) Per i nastri questa finltura anche denominata 2. (") Finltura denominata Hot Rolled and Annealed or Heat Treated. (') Riferita solo a nastri, barre e fili. V) Riferita anche a barre, flit, tubi senza saldatura e fucinati.
(*) Riferita anche a barre, fili e tubi senza saldatura. (') Riferita solo a tubi saldati. (*) Riferita solo a barre e fucinati. () Riferita solo a nastri e tubi senza saldatura. O Riferita anche a fili e tubi senza saldatura. N.B.: Le indicazioni delle fini.ure sono riferite a prodotti piatti per UNI, AFNOR. AISI, ASTM, BSI.
nuovamente omogeneizzare e ricuocere il materiale, dopo avere opportunamente eliminato l'olio di laminazione a freddo. Questa nuova ricottura produrr ancora una scaglia e s render necessario un decapaggio con risciacquatura ed asciugatura finale. In tal caso non vengono adottati sistemi di deca-
E' necessario precisare che per i nastri aventi larghezza < 500 mm, la finitura 2D contrassegnata come finitura 1 dalla classificazione AISE, ma nella pratica si identifica con 2D come per le lamiere sottili. Per determinati acciai inossidabili austenitici (per esempio AISI 301), esiste la possibilit di fornire il materiale a diversi gradi di incrudimento di laminazione a freddo, identificabili con le seguenti sigle commerciali: 1/4 crudo, 1/2 crudo, 3/4 crudo, 4/4 crudo o totalmente indurito. Questi stadi, una volta nota l'analisi chimica, si ottengono da diagrammi prestabiliti conoscendo gli spessori finali che si desiderano e facendo cos subire delle deformazioni a freddo opportune. Finitura n. 2B: la lettera B sta ad indicare bright cio brillante. Essa si ottiene su lamiera o nastri di finitura n. 2D mediante una-laminazione pellicolare a freddo su laminatoio > skinpass equipaggiato di due cilindri lucidi. Questa lavorazione compatta la superficie, ma non provoca riduzioni apprezzabili dello spessore e di conseguenza l'incrudimento quasi nullo. La finitura 2B ha aspetto grgio-argenteo brillante ed certamente la pi diffusa per le lamiere ed i nastri. Essa consente anche una politura pi rapida e con risultati migliori della finitura 2D. Anche in questo caso, per i nastri la classificazione AISI indica con n. 2 la numero 2B, che peraltro rimane quella usata in pratica. Finltura B-A: questa designazione rappresenta la dicitura bright annealed -, vale a dire ricottura brillante -. Si tratta di una finitura di lamiere e nastri laminati a freddo realizzata per trattamento termico di ricottura, ricristallizzazione o solubilizzazione (a seconda che si tratti di martensitici, ferritici o austenitici), in atmosfera inerte dopo la laminazione e la successiva sgrassatura. Il particolare tipo di trattamento termico consente al materiale di non ossidarsi e pertanto non si rende necessario il decapaggio, mantenendo quell'aspetto molto lucido e brillante, con un notevole grado di specularit. L'atmosfera controllata del trattamento termico costituita o da
Applicazione di una paratia interna nella costruzione di una grossa nave cisterna destinata al trasporto di prodotti chimici. Le parate sono state realizzate con lamiere grecate di AlSi 316 L, con spessori che possono raggiungere anche i 12 mm; la finltura la n. 1, corrispondente alle lamiere laminate a caldo e decapate.
ra grigio argenteo, opaco e di scarsa levigatezza superficiale. Finltura n. 2D: la lettera D sta a significare dui) > cio opaco. Questo grado si realizza per laminazione 3 freddo su lamiere e nastri gi laminati a caldo, ricotti e decapati. La laminazione a freddo comporta, evidentemente, un incrudimento dell'acciaio inox che sar tanto pi elevato quanto maggiore sar la riduzione fatta subire alla lamiera o al nastro e/o in funzione del tipo di inossidabile preso in considerazione. Ne scende pertanto che, a valle di tale lavorazione a freddo (di solito eseguita su laminatoio reversibile, anche in pi passate), occorrer
paggio meccanico che comprometterebbero l'ottenimento della finitura 2D. La superficie che si ottiene non ancora riflettente, ma certamente pi levigata della finitura 1, grazie alla laminazione a freddo subita; inoltre lo spessore della lamiera o del nastro molto pi costante e con tolleranze che possono essere anche molto ristrette. Dato che la finitura 2D presenta ancora una certa rugosit superficiale, trattiene in maniera opportuna i lubrificanti usati nelle lavorazioni di stampaggio profondo; tale grado quindi preferito per lo stampaggio di manufatti che debbano poi essere smerigliati.
idrogeno puro, oppure da ammoniaca dissociata; il processo pu essere compiuto in maniera discontinua su manufatti oppure in modo continuo su prodotti di acciaieria. Per una buona riuscita del trattamento *richiesta un'accurata pulizia dell'acciaio, in modo da evitare che, in temperatura, le eventuali tracce di sporco o di grasso possano inquinare l'atmosfera e danneggiare il materiale. Tale trattamento, oltre a consentire, come gi accennato, una specularit elevata, riduce anche i! pericolo di depauperamento del cromo in superficie.
Bibliografa
1 - G. Di Caprio: Gli acciai inossidabili -. 2" Ed. Hoepli. 1981. 2 R. Tornei: - Finiture superficiali degli acciai inossidabili: tipi ed esempi di lavorazioni sui manufatti -, da - Rivista di Meccanica -, n. 447 del 19-4-1969 e n. 448 del 3-5-1969. 3 - Inossidabile 45 Settembre 1976. 4 - Inossidabile 55 - Marzo 1979. 5 - UNI 8317 - Dicembre 1981: Prodotti finiti piatti di acciaio inossidabile resistente alla corrosione e al calore - Lamiere, lamiere sottili, nastri e nastri larghi -. 6 - W. Nicodemi, R. Zoja: Metallurgia applicata -, Tamburini, Milano 1975.
Collettori solari a concentrazione. Lo specchio parabolico svolge ta duplice funzione di struttura portante e di elemento capace di concentrare le radiazioni solari su di un organo tubolare, nel quale scorre II fluido termovettore. La parte speculare realizzata in acciaio inossidabile AISI 304, di 0,6 mm d spessore, con finitura BA.
Serbatoi enologici realizzati con lamiera di AISI 304 con spessori variabili da 1,5 a 3 mm e finitura 2B.