Acciai Speciali e Al Carbonio Manuale Completo
Acciai Speciali e Al Carbonio Manuale Completo
Acciai Speciali e Al Carbonio Manuale Completo
e al carbonio
Special
and carbon steels
Sonder- und
Kohlenstoffsthle
On CD-ROM
Domenico Surpi
INDICE
INTRODUZIONE........................................................................................................................................................................................5
NOZIONI DI BASE....................................................................................................................................................................................6
Lavorazione a CALdo dellacciaio.......................................................................................................................................8
Lavorazione a FREDDO dellacciaio.....................................................................................................................................9
LaMINazione a freddo dellacciaio. ................................................................................................................................ 10
Ricottura di ricristallizzazione........................................................................................................................................ 11
Trafilatura......................................................................................................................................................................................... 13
Pelatura................................................................................................................................................................................................ 19
Rettifica................................................................................................................................................................................................. 21
Trattamenti GALVANICI. .............................................................................................................................................................. 25
CROMATURA.......................................................................................................................................................................................... 26
ZINCATURA............................................................................................................................................................................................. 27
CONTROLLI DELLE Caratteristiche del materiale..................................................................................................... 31
TERMINOLOGIA. ................................................................................................................................................................................... 37
Dimensioni e Tolleranze per prodotti di acciaio Finiti a Freddo.............................................................. 48
Qualit superficiale Laminati a Caldo......................................................................................................................... 49
Qualit superficiale Lavorati a freddo....................................................................................................................... 50
Tolleranze Dimensionali per Barre Finite a Freddo........................................................................................... 51
Tolleranze di Rettilineit per Barre Finite a Freddo......................................................................................... 52
Profili trafilati a disegno....................................................................................................................................................... 52
Trafilati per chiavette - Tolleranze DIN 6880.......................................................................................................... 53
iNTRODUZIONE
Negli anni che segnano il passaggio dallottocento al novecento si verifica, soprattutto nelle regioni del Nord
Italia, una spinta senza precedenti allindustrializzazione.
Nel panorama lombardo, dominato dalla piccola industria, le innovazioni avviate rivoluzionano il metodo di
lavoro, sviluppando, tra le branchie della metallurgia, il processo di trafilatura.
Ai giorni nostri, le tecnologie allavanguardia introdotte negli stabilimenti Trafilix del Gruppo Lucefin, hanno
portato lazienda a divenire leader mondiale nei piatti trafilati.
Trafilare non semplice. Come per tutti i mestieri, sono indispensabili arte, esperienza e voglia di far sempre
meglio. Trafilix, grazie alla tecnologia di cui dispone, alla sua competenza specifica e alla continua e attiva
collaborazione con fornitori e clienti, in grado di garantire un supporto tecnico e commerciale costantemente aggiornato e allavanguardia in un settore sempre in evoluzione, come quello dei lavorati a freddo.
Le schede tecniche di questo catalogo descrivono alcuni acciai commercializzati dalla nostra organizzazione.
Altri prodotti e dettagli tecnici (trattamenti termici, parametri di saldatura, tabelle di rinvenimento, valori di
temprabilit, ecc.) possono essere approfonditi nel Manuale Tecnico del Gruppo Lucefin.
Nozioni DI BASE
Per comprendere i pregi di un prodotto lavorato a freddo si deve prima descrivere la nascita della lega metallica che lo compone. Due sono i processi produttivi principali attraverso i quali viene prodotto lacciaio.
Produzione acciaio da altoforno
Particolare tipo di forno rivestito di mattoni refrattari e rafforzato da una struttura metallica, in cui viene eseguita
la riduzione dei minerali di ferro per lelaborazione della ghisa, trasformata con opportuni trattamenti in acciaio.
Produzione acciaio da forno elettrico
Forno a suola refrattaria nella quale sono posti i materiali da fondere. La trasmissione dellenergia termica mediante tre elettrodi d inizio al processo di fusione della carica di rottame. Il materiale ottenuto mediante queste due
tecniche di fabbricazione pu essere colato in lingotti o attraverso la colata continua per la produzione di blumi,
bramme e billette, destinati poi a successive lavorazioni a caldo (come la forgiatura o laminazione a caldo).
Il prodotto ottenuto dalla laminazione a caldo prende il nome di laminato (+AR grezzo di laminazione).
Laspetto superficiale grezzo, le tolleranze dimensionali garantite, la mancanza di spigoli, rettilineit non idonee,
ecc. non rendono il laminato un prodotto finito, ma un semilavorato destinato a lavorazioni successive - con
o senza asportazione di truciolo - che lo rendono conforme alle richieste del progettista e alle aspettative
dellutilizzatore. La finitura ottenuta tramite le lavorazioni per asportazione di truciolo (come la sgrossatura,
fresatura, tornitura), portano a una riduzione media di peso di circa il 20 % rispetto al laminato, ma ci che
incide maggiormente sulleconomia della commessa sono le ore aggiuntive di lavorazione meccanica necessarie
a dare forma al prodotto finito. Il prodotto trafilato (+C) nasce esattamente per dare una risposta, ove possibile,
alle necessit sopra evidenziate. Questo manufatto, ricavato dal laminato grezzo, assume aspetti e qualit intrinseche che solo la trasformazione a freddo, con la particolareggiata tecnica di trafilatura, riesce a esprimere.
Il materiale trafilato ha unottima finitura superficiale: si presenta lucido e privo di ossidi superficiali, fattore
decisivo nelle lavorazioni meccaniche dove lossido di ferro inquina i lubrificanti e d origine a guasti meccanici.
Le dimensioni sulla sezione sono costanti su tutta la lunghezza per migliaia di metri (cosa assolutamente impossibile da realizzare impiegando altre tecnologie), con scostamenti molto stretti, a livello di centesimi; gli spigoli
possono essere vivi o calibrati secondo specifiche richieste; la rettilineit pu raggiungere 1 mm/m.
CONFRONTO FRA LAMINATO A CALDO E TRAFILATO
piatto
larghezza
spessore
tolleranze di
rettilineit
rugosit
mm
50
5
tolleranza laminato
1 mm (delta = 2 mm)
0,5 mm (delta = 1 mm)
tolleranza trafilato
+0/ 0,19 (delta = 0,190 mm)
+0/ 0.075 (delta = 0,075 mm)
laminato
da 2 a 4
Ra 25 m
trafilato
da 1 a 1,5
Ra da 1,6 a 3,2 m
Come noto, il processo di deformazione a freddo (trafilatura) innalza i valori di snervamento e di rottura generando
un rapporto Rp0.2 / R di circa 0,90 (nel laminato prossimo a 0,60 e nel fucinato si aggira attorno a 0,67). Questultima caratteristica ben nota e valorizzata dai progettisti che, dovendo definire le sezioni resistenti, sfruttano
questo dato al fine di ottenere il massimo di leggerezza delle strutture portanti. I vantaggi del prodotto trafilato
sono evidenziati dal fatto che, grazie a uno snervamento superiore ad altri prodotti, permette di impiegare una
sezione inferiore (e quindi un peso minore) per ottenere la solidit desiderata. Per comprendere limportanza di
questo prodotto siderurgico pensiamo alla qualit superficiale, alla precisione di una qualsiasi sezione geometrica
esagonale, quadrata, piatta, tonda; a maggior ragione, alla formazione di sezioni pi complesse richieste oggi dal
mercato, come guide di scorrimento per lettori ottici, alberi scanalati, trasmissioni per macchine tessili e tantissime
altre sezioni speciali dove la precisione di qualche centesimo deve essere assolutamente tenuta sotto controllo;
sezioni che hanno portato inevitabilmente allimpiego del trafilato come prodotto capace di soddisfare tutti questi
requisiti in tempi pi rapidi di qualsiasi altra tecnologia. Infine applichiamo lo stesso ragionamento ai prodotti
ottenuti con processi di pelatura e rettifica. Nella maggior parte dei casi, il trafilato adatto allimpiego allo stato
di fornitura, anche se ultimamente spesso sottoposto a trattamenti galvanici come zincatura, cromatura, nickelatura, ramatura lucida e a verniciatura, senza lobbligo, di norma per il laminato, di lavorarlo al fine di ottenere
superfici prive di ossido e adatte allancoraggio del rivestimento. Anche se le norme di prodotto non garantiscono
il buon esito di queste pratiche e suggeriscono limpiego di pezzi rettificati o lappati, ormai noto quanto la forte
espansione di utilizzo del prodotto trafilato abbia permesso di bypassare varie lavorazioni con conseguente
risparmio economico (tempo - manodopera - ore macchina - energia elettrica, ecc.). I vantaggi offerti dal trafilato
fanno s che il maggior costo di acquisto sia ampiamente recuperabile con cicli di lavorazione ridotti rispetto al
laminato, oltre che con scarti di materiale nettamente inferiori.
In conclusione si pu affermare che la lavorazione a freddo ha permesso un notevole abbattimento di costi e
tempi, contribuendo in maniera decisiva al progresso e allavanzamento dellindustria moderna. La facolt di scelta
spetta alle persone che nel mondo del lavoro ricercano innovazione a costi contenuti e il trafilato un prodotto
nato per competizioni vincenti.
cilindro
superiore
cilindro
inferiore
grano
deformato
e allungato
nuovo grano
in fase di
formazione
nuovi grani
in fase di
ingrossamento
struttura interna
costituita da
nuovi grani
I prodotti finiti della lavorazione a caldo (es. laminazione), presentano una finitura non ottimale con lo strato
superficiale ossidato e tolleranze geometriche grossolane.
Possono essere venduti allo stato naturale (es. +AR stato naturale di laminazione), o dopo aver ricevuto dei
trattamenti termici (es. ricottura, normalizzazione, bonifica), che migliorano ulteriormente la struttura e le
caratteristiche meccaniche, comportando per un prezzo maggiore.
cilindro
grano deformato
superiore
cilindro
inferiore
La deformazione permanente determina un aumento di resistenza meccanica, con linnalzamento del valore
di snervamento, di rottura e di durezza, ma contemporaneamente causa la diminuzione di altre caratteristiche meccaniche, come lallungamento, la contrazione e la resilienza.
Questo effetto della deformazione plastica a freddo sulle caratteristiche meccaniche prende il nome dincrudimento. La struttura che ne deriva termodinamicamente instabile e spesso accompagnata da moderata
tenacit. I materiali incruditi a freddo ed esposti a prolungate soste a temperature anche poco elevate possono aver tendenza a invecchiare. Per porre rimedio a questo inconveniente sono aggiunti, in fase di colata,
degli anti-invecchianti come alluminio (Al), vanadio (V), titanio (Ti) e tutti gli elementi che si combinano con
lazoto (N), essendo questultimo il principale responsabile dellinfragilimento.
La durezza aumenta a tal punto che, nel corso della lavorazione a freddo, non si potrebbe procedere a nuova
riduzione di sezione senza trattare termicamente il materiale incrudito con una ricottura. Il trattamento termico
applicato anche pi volte allo scopo di eliminare gli effetti dellincrudimento per poter nuovamente deformare
plasticamente il materiale. In questo modo possibile procedere con pi trasformazioni fino al conseguimento
delle caratteristiche dimensionali e meccaniche desiderate, senza incorrere in rotture pericolose.
10
Ricottura di ricristallizzazione
Per effetto della deformazione plastica a freddo il materiale incrudisce, incrementando i valori di Rm, Rp0.2 e
durezza, con conseguente diminuzione di duttilit.
Nel caso sia necessario compiere pi deformazioni a freddo opportuno, tra una deformazione e laltra,
ridare plasticit al materiale, sottoponendolo a un particolare trattamento termico (ricottura di ricristallizzazione) che lo riconduce a uno stato simile a quello precedente la deformazione, con valori pi bassi di
durezza, Rm e Rp0.2 e diminuzione delle tensioni residue indotte dalla deformazione a freddo.
Questo trattamento termico condotto a temperature al di sotto dei punti critici (circa 600-700 C per gli
acciai da costruzione), con lo scopo di generare nuovi grani in un materiale precedentemente incrudito,
senza cambiamento di fase. Durante la permanenza in forno i punti tensionati sono instabili e diventano i siti
di nucleazione dei nuovi grani (fase di riassestamento); successivamente si ha un accrescimento dei grani, fino
a quando i nuovi bordi grano vengono in contatto; a questo punto la ricristallizzazione finita (un ulteriore
mantenimento in forno sconsigliato perch provoca lingrossamento del grano con conseguente diminuzione
della resistenza meccanica del materiale).
Il raffreddamento finale deve essere lento (sotto campana) fino a 300 C; poi si pu scaricare in aria il materiale
perch raggiunga la temperatura ambiente. Il rapporto di riduzione subito dal materiale incide sulla determinazione della temperatura di ricristallizzazione, sul tempo di permanenza in forno e sulla struttura finale. Alti rapporti di riduzione determinano temperature e tempi di ricristallizzazione pi bassi e una struttura a grana fine.
Tensioni residue
Duttilit
Tempo
Materiale incrudito
Riassestamento
Fine ricristallizzazione
Ingrossamento
11
12
Smusso di entrata
Cono di lubrificazione
Raggio di congiunzione
Cono di lavoro
Raccordo di lavoro
Parte di calibrazione
Raccordo di uscita
Montatura
Nocciolo
Smussi
Uscita
Scarico duscita
A differenza delle lavorazioni con asportazione di truciolo (fresatura, tornitura, ecc.) che comportano un
significativo calo di peso per ottenere le dimensioni desiderate, in trafilatura la perdita di peso minima e
riguarda solamente le intestature dei fine barra, lo sfrido per le punte di infilaggio e la parte di ossido
superficiale eliminata dal grezzo di partenza mediante sabbiatura; di conseguenza la diminuzione di sezione
da laminato a trafilato comporta un allungamento, in direzione del senso di trafilatura.
Lo schema seguente mostra di quanto si allunga il materiale in funzione della riduzione di sezione ricevuta.
Calcolo per Tondi / Esagoni
Laminato dimensioni in mm
trafilato
diametro
lunghezza
diametro/chiave
52
11500
50
Lunghezza trafilato
12438
Rapporto di riduzione
7,5%
Rapporto di riduzione
8,3%
La trafilatura consente di ottenere un prodotto finito con tolleranze dimensionali ristrette (h11, h9), superfici
uniformi, assenza di ossidi, ovalizzazioni limitate, spessori calibrati, buone rugosit (Ra 1,6 - 3,2 ) e ottima
rettilineit 1,5 -1. Tutte queste caratteristiche restano stabili e uniformi per lintera quantit di una determinata
sezione messa in produzione.
13
Il prodotto trafilato abitualmente commercializzato senza trattamenti termici, ma pu essere ricotto, normalizzato,
disteso e anche bonificato prima o dopo trafilatura. sottinteso che i trattamenti termici eseguiti sul prodotto dopo
trafilatura devono essere fatti in forni ad atmosfera controllata, al fine di evitare formazione di ossido e decarburazione. Per evitare che la superficie del trafilato sia attaccata dagli agenti atmosferici o da ossidazioni, deve essere protetta con appositi oli minerali. In casi particolari o spedizioni via mare vanno anche previsti imballaggi particolari.
Snervamento
Contrazione
Allungamento
Rapporto di riduzione
14
15
Tiro a camme
16
TIRO A CINGOLO
Costo dellimpianto superiore
Dimensioni della macchina pi compatte
Tiro continuo
Maggiore velocit e pertanto maggiore produttivit
Minor consumo di energia
Bassa rumorosit
Tempi di manutenzione ridotti
Rotoli laminati
Acciaieria
Laminatoio a freddo
Barre laminate
Trattamento
Controllo Qualit
Trafilatura
Rotoli di piatti
Trattamento anti-attrito
Confezionamento e Spedizione
Trafilatura
17
18
30
32
35
90
95
100
1
%
7
7
6
6
3
3
2
2
%
13
13
12
11
5
5
4
3
%
19
18
17
16
7
7
6
4
%
24
23
21
20
9
8
8
5
%
28
27
26
24
11
10
10
19
Testa a pelare
Rullatura
Surriscaldo
Surriscaldo da utensile in fase di pelatura: la parte scura denota che il materiale ha raggiunto la temperatura
di circa 300 C. La velocit di sgrossatura e avanzamento erano state programmate per lavorare del materiale bonificato secondo EN 10083 con durezze HRC 28 - 36, ma la durezza del materiale risultata invece
di 48 HRC (nel gergo: stato di tutta tempra) e il fatto ha creato limprevisto.
Un successivo rinvenimento ha riportato il materiale alla resistenza meccanica prevista per la dimensione e
il tipo di acciaio considerato.
Altro caso simile pu verificarsi quando le barre, temprate a induzione, non vengono intestate sulla zone terminali (30-40 mm). Questultime presentano durezze eccessivamente alte rispetto al resto del materiale a causa del
drastico raffreddamento delle estremit che mostrano maggiore superficie di esposizione allo sbalzo termico.
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Superficie rettificata
La profondit massima di decarburazione deve essere definita in fase di ordine perch si riflette sui cicli di
allestimento. In special modo, per misure medio piccole ricavate dal trafilato/rettificato, potrebbe essere
ancora presente traccia di decarburazione mentre, per pelati/rettificati, questo rischio non esiste (essendo
stata la decarburazione gi asportata in fase di pelatura).
Per fabbricare del buon prodotto rettificato fondamentale che gli operatori alle macchine osservino scrupolosamente le istruzioni date su: misure, velocit, rugosit, aspetto visivo, refrigerazione, ecc.
Altri accorgimenti sui quali va posta attenzione sono il ritiro e laumento di volume del materiale, dovuti alle
variazioni di temperatura dellacciaio: per esempio, quando il rettificato si raffredda alle basse temperature
diminuisce di diametro e quando si riscalda aumenta di diametro.
Il prodotto rettificato deve essere protetto con molta cura e molta attenzione va riservata alla movimentazione e allo stoccaggio.
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Considerazioni commerciali
necessario ricordare che per i rettificati esistono livelli di prezzo per gli extra-dimensionali, in funzione delle
tolleranze h10 - h8 - h7 - h6. Queste diversit, che economicamente hanno una fondamentale importanza,
sono da imputare a differenti costi di produzione. facilmente intuibile che il costo e i rischi di produrre
materiale in tolleranza h6 sono assai diversi da quelli affrontati nella produzione in tolleranza h10.
La stabilit dimensionale
mantenuta mediante lettori laser
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Il fenomeno pu essere accentuato anche dal liquido di raffreddamento. Quando la superficie eccessivamente riscaldata dalla mola, lacqua emulsionata pu provocare una tempra molto drastica in grado
di indurre altre tensioni ed esaltare le micro cricche precedentemente innescate dalla rettifica. Il lavoro di
distacco del materiale genera calore in modo proporzionale alla resistenza del materiale moltiplicata per
larea di lavoro al taglio, pi larea e il volume di deformazione per ricalcatura plastica dovuta alle mole.
Altri fattori in grado di causare difetti sono: mole troppo dure, passate troppo profonde e mole non ravvivate.
Loperazione di rettifica pu causare un rinvenimento superficiale, questo abbassa la resistenza meccanica
dellacciaio permettendo di liberare tensioni in grado di spaccare il materiale.
Acciaieria
Laminatoio
Tempra
a induzione
Barre rettificate
Raddrizzatrice
Pelatrice
Rullatrice
Rettifica
di precisione
Barre rullate
MT
UT
CC CA
Barre pelate
Barre grezze
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Trattamenti GALVANICI
Le finalit di un rivestimento galvanico su un prodotto lavorato a freddo sono principalmente lincremento della
resistenza a corrosione e laspetto lucido.
I trattamenti galvanici sono tecniche di rivestimento che sfruttando lelettrolisi, decomposizione chimica basata sul
passaggio di corrente elettrica da anodo (ingresso corrente) a catodo (elettrodo a potenziale negativo) attraverso
una soluzione elettrolitica. La soluzione elettrolitica (rame, alpaca, nichel, argento, oro, palladio, rutenio ecc.)
contenuta in vasche realizzate in materiale polimerico inerte oppure con una struttura metallica rivestito internamente con lo stesso materiale polimerico inerte, portante sui due fianchi pi lunghi gli anodi. Gli anodi possono
essere attivi e ossidarsi durante lelettrolisi, fornendo ioni dello stesso tipo di quelli che si vanno depositando al catodo, oppure possono essere di tipo inerte (titanio, titanio-platino, ecc.) e fungere solo da supporto per lo scambio
elettronico alla loro superficie, non partecipando alla reazione anodica. Quando gli anodi sono del tipo solubile,
vengono attivati appositi filtri che evitano il passaggio e il deposito di eventuali particelle sul catodo.
La barra catodica sulla quale sono fissati i pezzi da trattare viene collocata sopra la vasca, in posizione centrale
rispetto agli anodi, e pu avere un movimento longitudinale; i relativi telai sono normalmente in ottone con ganci
di acciaio armonico. La superficie anodica generalmente almeno il doppio di quella catodica.
A Raddrizzatore
B Soluzione chimica
C Materiale da cromare
D Anodo
Quando loperazione condotta a caldo, le vasche sono dotate di sistemi di riscaldamento a vapore tramite
serpentine in titanio per evitare la corrosione (nei piccoli impianti si usa energia elettrica utilizzando resistenze
protette in ceramica o teflon); la temperatura controllata e regolata da appositi termostati; la soluzione agitata
mediante pompe con portata oraria 10-20 volte il contenuto delle vasche, alle quali applicato un sistema filtrante
che asporta eventuali particelle provenienti dai pezzi da trattare o dagli anodi. Altri strumenti a corredo delle vasche sono i sensori di livello e i rispettivi dosatori che comprendono anche quelli per i brillantanti. La tensione cui
si opera arriva a 6-8 V e la corrente alternata viene trasformata in continua, per rendere londa di corrente il pi
lineare possibile. I manufatti da rivestire devono avere ottime finiture superficiali e assenza dimperfezioni dovute
a difetti di materiale o di lavorazioni meccaniche. Perch non si verifichi corrosione, i depositi non devono essere
porosi (per evitare trasmissione elettrolitica fra due strati non confinanti). La porosit e, a volte, le cricche che sono
congenite nei rivestimenti, possono essere limitate sfruttando lo spessore del deposito.
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CROMATURA
In molte produzioni di parti meccaniche per usi gravosi, si usa proteggere la superficie dei manufatti mediante cromatura galvanica. Gli steli per cilindri, barre di scorrimento, comandi pneumatici/oleodinamici,
colonne presse, ecc. possono essere realizzati in maniera pi economica lavorando barre gi cromate, piuttosto che cromare i singoli elementi dopo lavorazione meccanica. Il processo di cromatura del tipo elettrolitico e normalmente ricopre una superficie metallica mediante immersione in una vasca contenente una
soluzione di acido cromico. Lo spessore dello strato di cromo e solitamente compreso tra 0,015 e 0,040 mm
fino a ipotetici 0,7-0,8 mm. Un deposito di alcuni decimi sconsigliato per il basso rendimento dei bagni e
per laumento della fragilit in presenza di urti. Prima della cromatura la superficie del metallo deve avere
unottima finitura con rugosit Ra max 0,4 m. Alla cromatura segue una eventuale distensione dello strato
cromato pi una lucidatura/lappatura della superficie.
Cromatura tradizionale a immersione
Le barre vengono fissate a un telaio e immerse nella vasca. Il telaio collegato al polo negativo, mentre nella
vasca sono disposti degli elettrodi (anodi) collegati al polo positivo. In questo modo lenergia elettrica si
trasforma in energia chimica (lenergia elettrica fa decorrere la reazione chimica che altrimenti non avverrebbe
spontaneamente). Questa tecnologia tradizionale crea purtroppo problemi di inquinamento, sia per smaltimenti che per vapori dovuti alla temperatura dei bagni. Il recupero delle barre produce gocciolamenti di acido
cromico e le grandi vasche richiedono la non facile gestione di migliaia di litri di soluzioni contaminanti.
Cromatura in continuo
Le barre entrano in vasca una dietro laltra in orizzontale. La perdita di corrente notevolmente inferiore rispetto al metodo sopra descritto. Il movimento di avanzamento, comprendente anche la rotazione della barra, porta
a ottenere lo stesso spessore di cromo su tutta la superficie del materiale. La ridotta distanza fra anodo e barra
permette dincrementare il rendimento elettrico del processo. La vasca abbastanza piccola e contenendo
limitate soluzioni chimiche produce meno vapori, facilmente convogliati in cappe aspiranti. La quasi completa
automazione del processo permette inoltre maggior produttivit, ripetibilit e qualit del prodotto.
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Superfici cromate
Zincatura
Processo di rivestimento di un manufatto di acciaio con uno strato di zinco per migliorarne la resistenza alla
corrosione.
Lutilizzo dello zinco come elemento protettivo per lacciaio dovuto alle sue ottime propriet,quali: ottima
aderenza al substrato, impermeabilit, resistenza allabrasione e attacco chimico; in caso di danneggiamento del rivestimento, la corrosione avviene per lo zinco e non nellacciaio.
Tra i vari metodi per depositare lo strato di zinco i pi comuni sono:
1) Zincatura a Caldo - Processo di deposizione dello zinco sul metallo base ottenuto per immersione a caldo.
2) Zincatura Elettrolitica - Processo di deposizione dello zinco sul metallo base ottenuto per elettro-deposizione.
Con la zincatura a caldo si intende generalmente limmersione in zinco fuso mediamente alla temperatura di 455 C;
in questa fase lo zinco, oltre a ricoprire lacciaio, entra anche in lega nello strato superficiale, conferendo resistenza
meccanica e il giusto ancoraggio al materiale trattato.
Il processo pu essere suddiviso nelle seguenti fasi, separate una dallaltra:
decapaggio e sgrassaggio ottenuti con HCl e tensioattivi a temperatura ambiente;
flussaggio con immersione in soluzione di ammonio cloruro e zinco cloruro;
zincatura, immersione, previo preriscaldo a 100 C in vasca di zinco fuso a 455 C per un tempo che varia da
1.5 a 5 min (per sagome complesse limmersione pu richiedere anche tempi oltre 10 min).
La zincatura a caldo si esegue generalmente su acciai al carbonio, acciai debolmente o medio legati sulla ghisa
grigia e su quella malleabile. Questo trattamento di ricopertura non generalmente adatto per acciai a zolfo
controllato, risolforati e al piombo.
Cestello
27
452 C
0.20
440C
431 C
Temperature del bagno di zinco
0.18
0.16
0.14
0.12
0.10
0.08
0.06
0.04
0.02
0
0
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
0.35
0.40
0.45
Contenuto di silicio %
Alcune sperimentazioni hanno comunque evidenziato gli effetti che pu apportare il silicio durante questo processo.
Come si pu notare dal grafico sopra riportato, le percentuali di silicio da 0,03 a 0,12% e superiore a 0,3%
sono in grado di provocare una consistente reazione ferro-zinco che porta a maggiori spessori di deposito
ma anche a una minore aderenza dello stesso. Leffetto combinato silicio-fosforo pu influenzare il processo e per meglio governarlo si possono considerare i seguenti aspetti.
1) Formula utile: Si + 2,5 P max 0,09% per prodotti laminati e Si + 2,5 P max 0,04% per prodotti deformati
a freddo.
2) Mantenere la percentuale di silicio sotto lo 0,25%.
Il carbonio presente nellacciaio in quantit limitate (0.10 - 0,18%) non influisce molto sullo strato della
zincatura, ma in percentuali superiori allo 0.35 in grado di accelerare la reazione ferro-zinco con conseguente aumento di spessore.
Lo zolfo in quantit superiori allo 0.20% pu velocizzare la reazione di zincatura tanto da dar vita a un ini-
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zio di corrosione dellacciaio sottoposto a ricopertura. Cromo, manganese, nichel, niobio, titanio e vanadio,
presenti nellacciaio sotto forma di elementi residui, hanno effetto simile a quello dello zolfo.
Da esperienze nel campo stato notato che il materiale calmato con alluminio permette una maggiore
aderenza e un pi preciso controllo dello spessore del riporto.
Altro fattore importante per una corretta zincatura quello di contenere la tendenza a infragilimento da
invecchiamento dellacciaio.
La predisposizione dellacciaio allinvecchiamento e il conseguente rischio dinfragilimento sono principalmente causati dal contenuto di azoto nellacciaio che, a sua volta, dipende in larga misura dal processo di
fabbricazione e dal tasso dincrudimento subito durante la deformazione plastica a freddo.
Linfragilimento per invecchiamento un fenomeno metallurgico che colpisce qualsiasi tipo di acciaio.
In base allentit della deformazione a freddo, la resistenza Rm dellacciaio aumenta, mentre la duttilit (Allungamento %) e la tenacit (resilienza Kv) diminuiscono. Va considerato che ogni 1% di deformazione a freddo
far diminuire di 3 C la temperatura di transizione (una riduzione del 12% far calare la transizione di 36 C).
Per meglio spiegare: se un acciaio ha il suo punto di transizione a -20 C (perdita brusca di tenacit solitamente misurata in J con resilienze Kv), una riduzione del 12% far avvenire il fenomeno a +16 C.
Per ridurre il rischio dinfragilimento va impiegato un acciaio non suscettibile a invecchiamento, quindi un
acciaio con aggiunte di V (vanadio), Nb (niobio) e Ti (titanio), i quali fissando lazoto sono in grado di contrastare la tensione da indurimento per invecchiamento; oppure acciai calmati con alluminio (prassi comune
nelle moderne acciaierie).
Il rapporto di riduzione per deformazione a freddo deve essere mantenuto il pi basso possibile; qualora
questa condizione non possa essere soddisfatta, va applicato un trattamento termico di distensione prima
di procedere a successivo decapaggio e zincatura a caldo.
Anche la finitura superficiale pu incidere in maniera considerevole sullo spessore del deposito.
Se il prodotto da rivestire molto ruvido (es. pezzi sabbiati con rugosit Ra 3.2 m), la superficie annetter
una maggiore quantit di zinco fuso anche nellordine del 20% in pi rispetto a un materiale con rugosit
Ra 1.6 m, con conseguente aumento dello strato di zinco e del costo delloperazione.
La superficie dei pezzi deve essere molto pulita ed esente da difetti tipo micro-cavit, rigature, ecc. perch la
zincatura, non avendo un effetto coprente, non mascherer, anzi, evidenzier gran parte dei difetti di base.
Alcuni difetti come le sfogliature possono non evidenziarsi in fase di decapaggio, ma certamente saranno
visibili durante la zincatura. Anche macchie di olio, vernice e grasso influiscono negativamente sullaspetto
finale del trattamento di zincatura.
Per la pulitura pu essere necessaria anche la bruciatura dei composti aggrappati alla superficie perch
sviluppano gas durante la zincatura e ne impediscono ladesione. Asportare le scorie di saldatura con scalpellatura o sabbiatura, perch resistono agli acidi; proteggere il filetto maschio con nastro isolante telato
(non plastico) che potr essere agevolmente asportato mediante spazzolatura metallica a fine zincatura; per
le filettature femmine, impiegare del normale stucco sigillante per vetri o spine di legno.
29
30
rottura N/mm2
Prova di Trazione
Questa prova distruttiva da considerarsi la pi diffusa e versatile, poich permette di misurare contemporaneamente le caratteristiche di resistenza e di duttilit. I valori ricavabili sono: Snervamento (Rp0.2 / ReH), Rottura (Rm / R), Allungamento (A%), Contrazione (C% / Z%). La prova va definita in fase di ordine e gli addetti
alla produzione devono prelevare i campioni in base alle indicazioni riportate sulla scheda di lavoro.
Norma di riferimento: EN 10002-5.
acciaio bonificato
acciaio ricotto C% 0.70
Rp0.2
rame
allungamento
Durezza
La durezza H (Hardness) la resistenza che la superficie di un materiale oppone alla sua penetrazione.
I vantaggi della prova di durezza si possono enunciare in: facilit e rapidit di esecuzione; economicit, sia
per i bassi costi delle macchine che nella preparazione della stessa.
Questa prova pu dare unindicazione sulla resistenza meccanica, convertendo i valori ottenuti in resistenza
a trazione, attraverso tabelle ufficiali (es. ASTM A 370) costruite in base a comparazioni.
Norme di riferimento: UNI EN ISO 6506, UNI EN 6508.
31
Prova di resilienza
Questa prova denominata distruttiva perch porta a rottura i provini e si esegue a temperatura ambiente,
ma anche a basse e alte temperature.
Il compito principale di questa verifica quello di determinare il grado di tenacit (resistenza agli urti) di
un acciaio. La forza espressa in J (Joule) rapportata alla sezione resistente del provino preventivamente
intagliato. Altri dati ricavabili sono le curve di transizione duttile-fragile (rottura di provini a -10 C, -20C,
-30 C, -60 C, -180 C per stabilire quando lacciaio diventa fragile) e le simulazioni sullinvecchiamento
(provini pressati al 10% della sezione e distesi a 300 C).
Per i trafilati, i valori minimi di resilienza non sono previsti dalle norme e non vengono garantiti.
Norme di riferimento: EN 10045-1 e ASTM A 370.
6
8
7
9
10
11
4
3
Legenda
1. Fondazione
2. Incastellatura
3. Appoggi
4. Provetta
5. Scala Joule (forza-lavoro)
6. Asse di rotazione
7.
8.
9.
10.
11.
Prova di temprabilit
La prova di temprabilit, comunemente detta Jominy, si utilizzata per determinare lattitudine di un acciaio
allindurimento mediante tempra; da questa prova si ottiene una curva durezza-distanza. In pratica, si utilizza per avere preventivamente linformazione della durezza sui pezzi che saranno temprati a posteriore con
tecniche industriali. La prova condotta su un provino, ricavato da un prodotto di una determinata colata,
sottoposto al riscaldo in apposito forno fino alla temperatura daustenitizzazione (temperatura alla quale,
durante il riscaldo, la struttura dellacciaio si trasforma in austenite). Segue un raffreddamento mediante
spruzzo dacqua, con una propagazione controllata lungo lasse. Dallestremit temprata viene eseguita
poi una serie di durezze (HRC) con inizio a 1 mm e normalmente fino a 50 mm, al fine di ottenere la curva
(banda) decrescente. Norma di riferimento: EN ISO 642.
100 mm
25 mm
0 11 25 35 50 60 80
12,5 mm
H2 O
20 C
HRC
32
mm
100
Determinazione durezze
Prova di piega
Con questa prova non si determinano valori meccanici, ma si esamina il comportamento del materiale sotto sforzo.
Normalmente eseguita a temperatura ambiente, con angoli da concordare in fase di ordinazione. Serve per stabilire la bont o meno del materiale sottoposto una deformazione plastica. Il materiale va piegato senza inversione
del senso di flessione fino allottenimento dellangolo prestabilito (90-180). La forza di piegamento deve essere
applicata lentamente, in modo da non ostacolare lo scorrimento plastico del materiale. Dopo piega, si devono
esaminare i lembi e la faccia esterna della parte piegata. Il materiale risulter conforme se non si noteranno spaccature, microstrappi o difetti concordati in fase di ordine (spesso al trafilato viene richiesta questa caratteristica).
Ricordiamo che buona norma partire da un laminato ricotto, prima della trafilatura, per avere buoni risultati.
Se sul trafilato si manifestano rotture, in fase di piega, sono utili delle distensioni o ricotture in bianco che non
danneggeranno lo stato superficiale e permetteranno di avere buona predisposizione verso questa prova.
Norma di riferimento: UNI 564.
Analisi metallografica
Lanalisi metallografica eseguita in modo corretto al microscopio ottico, permette di valutare la microstruttura e la presenza di difetti allinterno del materiale (inclusioni, composti intermetallici, cricche, ecc.) che a
occhio nudo impossibile effettuare.
Microscopio ottico
33
Le norme di riferimento UNI 3245 e ASTM E 112 descrivono i metodi di valutazione e danno indicazioni
mediante immagini tipo per la valutazione delle varie grandezze.
Grano 1 grosso
Micrografie a 100 ingrandimenti
Grano 6 fine
Solfuri allungati
Ossidi allungati
Ossidi globulari
Decarburazione superficiale
La decarburazione dipende dal coefficiente di diffusione del carbonio nellacciaio. Il carbonio, combinandosi
con lossigeno dellatmosfera dei forni o dellaria tende ad uscire dallo strato superficiale del materiale.
La decarburazione si manifesta come scomparsa del carbonio nello strato superficiale rispetto alla struttura
sottostante inalterata, visibile al microscopio ottico con una banda pi chiara nello strato superficiale. La
34
decarburazione pu essere determinata anche analiticamente; in superficie sar evidenziata una bassa percentuale di carbonio rispetto allinterno. Per questa ragione, quando si devono determinare delle analisi di
prodotto, buona norma asportare almeno 1-2 mm di materiale e poi procedere con la prova. Altro effetto
causato dalla decarburazione labbassamento della durezza superficiale. Anche in questo caso si dovranno
asportare 1-2 mm per avere un valore attendibile.
Norma di riferimento: UNI 4839.
Bandeggio
Le caratteristiche micro-strutturali dei materiali possono incidere notevolmente sullesito della lavorazione
mediante macchine utensile e, nel peggiore dei casi, comprometterla.
La struttura che pi frequentemente causa problemi quella a bande Ferrite-Perlite, perch le due parti
presentano durezze assai diverse e le macchine a controllo numerico ne risentono. Alcuni trattamenti termici
eseguiti ad alte temperature (normalizzazione, ricottura globulare, ecc.) possono attenuare il problema.
35
36
TERMINOLOGIA
Allungamento A%
Esprime lallungamento subito dal materiale quando portato a rottura con la prova di trazione. un dato che pu
dare ai progettisti la segnalazione di quanto lacciaio si pu allungare prima di andare a rottura.
Amagnetico
Si dice di un acciaio che presenta comportamenti ferromagnetici e che pu essere smagnetizzato con opportuno trattamento termico, consistente nel superamento del punto critico del magnetismo (769 C), nella
permanenza sopra tale punto per un adeguato periodo, nel raffreddamento solitamente allaria o in forno.
Anisotropia
La forma di un cristallo differente nelle diverse direzioni cos come le propriet fisiche (indice di rifrazione,
conducibilit elettrica, conducibilit termica, propriet meccaniche, magnetiche, ecc.) che variano a seconda
della direzione considerata.
Anisotropo
Le propriet fisiche specifiche allinterno di un materiale hanno valori diversi nelle varie direzioni.
Calore specifico
Quantit di calore necessaria per innalzare la temperatura di ununit di massa di 1 C.
Il calore specifico a 20 C degli acciai ferritici e martensitici leggermente inferiore a quello degli austenitici,
ma cresce pi rapidamente con laumentare della temperatura.
Campo Magnetico
Campo di forza che si sviluppa attorno a un magnete o a un circuito percorso da corrente elettrica. Viene
indicato con H e si misura in Ampere/metro.
Carico di rottura Rm-R
Carico unitario di rottura determinato con provette proporzionali di trazione, si esprime in N/mm.
Fenomeno che avviene in un solido soggetto a un sistema di sollecitazioni quando si ha il cedimento dei legami interni di coesione molecolare. Impiegato dai progettisti per il dimensionamento delle strutture portanti.
37
38
B (Tesla)
Curva di Isteresi
Rappresentazione grafica della curva ottenuta misurando linduzione B (aria + materiale) o la magnetizzazione M in presenza di un campo magnetico H. Descrive un ciclo completo tra i limiti definiti per linduzione
o la magnetizzazione di saturazione dal primo al terzo quadrante.
1.8
Br
1.2
0.6
Hc
0
Cicli con induzione
da 0.3 a 1.7 Tesla
-0.6
1.7
1.2
-1.2
0.5
0.3
-1.8
-150
-100
-50
50
100
150
H (A/m)
39
40
Ferriti
Materiali non metallici costituiti da ossidi di ferro e da un metallo bivalente (Mg, Mn, Zn, Cu, ecc.) e assimilabili ai materiali ceramici per durezza e fragilit. Hanno conducibilit molto bassa pertanto sono adatti alla
realizzazione di nuclei ferromagnetici per applicazioni in alta frequenza (5 - 500 kHz). Le ferriti pi comuni
sono del tipo Mn-Zn, Ni-Zn, Mg-Mn.
Forza di campo magnetico
Si misura generalmente in Oersted e rappresenta la forza di magnetizzazione o smagnetizzazione. Definisce
la capacit della corrente elettrica o di un materiale di produrre un campo magnetico in unarea definita.
Flussometro
Strumento che serve a misurare una variazione di flusso dinduzione magnetica.
Forza coercitiva
Forza demagnetizzante necessaria per ridurre linduzione B al valore zero dopo aver portato il materiale a
saturazione. Si misura in Oersted oppure in A/m e KA/m. Simbolo: Hc.
Forza coercitiva intrinseca
Misura la resistenza di un materiale magnetico rispetto ad una forza demagnetizzante e indica il suo grado
di stabilit alle alte temperature. Simbolo: Hci.
Gauss
Unit di misura dellinduzione magnetica nel sistema CGS elettromagnetico. Indica le linee di flusso per cm2.
Gaussometro
Apparecchio usato per misurare il valore istantaneo dellinduzione magnetica e del magnetismo residuo.
Induzione magnetica (B)
Fenomeno per cui in tutti i materiali o sostanze immersi in un campo magnetico si manifestano masse
magnetiche in misura e polarit dipendente dal materiale o dalla sostanza. definita anche come forza
di magnetizzazione o di smagnetizzazione misurata in Oersted che determina la capacit di una corrente
elettrica o di un materiale magnetico dindurre un campo magnetico in una zona definita. B = o H
In presenza di qualunque materiale: B = r o H
41
Isotropo
Si dice di un corpo le cui propriet fisiche sono identiche in tutte le direzioni. Nel campo dei materiali metallici lorientamento magnetico delle particelle non ha una direzione preferenziale e questo consente di
magnetizzarli in tutte le direzioni.
Isteresi
Fenomeno caratteristico delle sostanze ferromagnetiche, nelle quali lintensit di magnetizzazione non dipende univocamente dal valore del campo magnetico cui sono sottoposte, ma anche dalla precedente evoluzione gi subita entro il campo magnetico. definita anche come la capacit di un materiale magnetico di
conservare la sua forza magnetica in presenza di unenergia di smagnetizzazione.
Magnete
Corpo ferromagnetico magnetizzato in modo artificiale o naturale. Solo alcuni tipi di sostanze sono in grado
di acquistare, con opportuni trattamenti, una soddisfacente magnetizzazione permanente.
Magnetismo residuo
Dopo esser venuti in contatto con un campo magnetico (tipicamente magneti di sollevamento, processi induttivi, ecc.), i materiali in acciaio possono trattenere del magnetismo nella loro struttura, definito magnetismo
residuo. Lintensit del magnetismo residuo dipende da diversi fattori, tra i pi importanti: composizione
chimica, intensit dellorigine del campo magnetico, temperatura del materiale.
Magnetizzazione
Momento magnetico per unit di volume. Si misura in Ampere/metro.
Magnetostrizione
Questo fenomeno pu comportare dei cambiamenti dimensionali in presenza di magnetizzazione.
Massimo prodotto di energia
Nella curva disteresi rappresentato dal punto di massimo prodotto tra la forza magnetizzante H e linduzione B. Si definisce anche come lenergia che un materiale magnetico pu trasferire a un circuito magnetico
esterno agendo in un punto della curva di smagnetizzazione. Simbolo: BH max.
Materiali antiferromagnetici
Nei materiali antiferromagnetici le strutture magnetiche a e b sono esattamente uguali ma opposte, creando
cos un annullamento dei momenti magnetici e una magnetizzazione nulla.
Lematite il materiale antiferromagnetico per eccellenza.
42
Materiali diamagnetici
Si dice di sostanze la cui magnetizzazione indotta avviene in senso contrario a quella del campo induttore.
Sono composti di atomi privi di un momento magnetico in quanto disposti in orbitali completi senza elettroni spaiati. Questo porta a una repulsione in presenza di campo magnetico. Si genera, in altre parole,
una magnetizzazione negativa, esattamente lopposto di ci che accade nei materiali ferromagnetici. Tra i
materiali diamagnetici troviamo il quarzo, la calcite, lacqua e le sostanze organiche.
Materiali ferromagnetici
Una delle caratteristiche principali dei materiali ferromagnetici la presenza di una magnetizzazione spontanea che esiste in assenza di un campo magnetico e che pu essere aumentata fino a raggiungere la
magnetizzazione di saturazione. La saturazione avviene ad alte temperature e a moderati campi magnetici.
In particolare, ogni materiale ferromagnetico a una temperatura detta t. di Curie, diversa da materiale a materiale, perde la disposizione ordinata degli elettroni e assume un comportamento paramagnetico. Inoltre, i
materiali ferromagnetici possono trattenere una memoria della magnetizzazione a cui sono stati sottoposti
in passato. Gli elementi ferromagnetici per eccellenza sono il ferro, il nichel e il cobalto. Fanno parte di questa categoria gli acciai inossidabili ferritici, martensitici e duplex.
Materiali paramagnetici
Sono costituiti da atomi e ioni con elettroni spaiati e orbitali incompleti. Mostrano un momento magnetico
netto e in presenza di campo magnetico sono in grado di magnetizzarsi. Si tratta per di una magnetizzazione debole, che svanisce non appena il campo magnetico viene allontanato. Tra i materiali paramagnetici
troviamo lossigeno liquido, lalluminio, la biotite, la pirite e la siderite. Appartengono a questa categoria gli
acciai inossidabili austenitici (a struttura austenitica molto stabile).
Maxwell
Unit di misura del flusso prodotto da un campo magnetico dintensit unitaria nel sistema CGS relativo a una superficie di area di 1 cm; un Maxwell vale 10-8 Weber ed equivale a una linea di flusso magnetico. Simbolo: Mx.
Modulo elastico
Caratteristica di un materiale che esprime il rapporto tra tensione e deformazione, nel caso di condizioni
di carico monoassiale e in caso di comportamento del materiale di tipo elastico. usato dai progettisti
per la verifica degli sforzi flessionali, sotto sollecitazione in esercizio, al fine di stabilire il carico massimo
applicabile a una costruzione. Nelle schede tecniche sono riportati i moduli elastici longitudinali tipici di ogni
acciaio e le varie temperature alle quali pu trovarsi a dover lavorare un prodotto in acciaio.
m = 1/coefficiente di Poisson (il coefficiente di Poisson riportato su alcune schede tecniche del volume Acciai
inossidabili - Gruppo Lucefin 2011).
43
44
(la calamita li attrae) quando sono a temperatura ambiente e cedono questa caratteristica quando sono
scaldati sopra i 769 C. Gli acciai austenitici sono classificati come non magnetici e la loro permeabilit
nellordine di 1,02 r. Possono magnetizzarsi leggermente in trafilatura a freddo, ma una successiva ricristallizzazione ristabilisce lo stato di amagnetismo.
Permeametro
Apparecchiatura in grado di realizzare cicli disteresi e misure di magnetizzazione di acciai magnetici dolci
(es. inossidabili per elettrovalvole e nuclei). Agisce con modalit completamente automatica e pu determinare i seguenti parametri: Br, Hc, Bsat, Jsat, max. Norme comunemente usate per i controlli: ASTM 341
oppure IEC 404-4 per provini rettilinei o barre.
Polarizzazione magnetica
Fenomeno per cui una sostanza immersa in un campo magnetico orienta i momenti magnetici dei suoi atomi
in modo da magnetizzarsi per induzione. Termine in generale usato per indicare unalterazione delle condizioni fisiche di un mezzo in cui alcuni fenomeni, precedentemente isotropi, assumono un carattere vettoriale.
Resilienza
Indica la tenacit del materiale quando sottoposto a urti violenti. La resistenza espressa in J (lavoro - energia) si determina mediante la rottura di provini preintagliati e comunemente del tipo Kv. Anche questo valore
indica la predisposizione o meno di un acciaio a essere sottoposto a determinati impieghi.
Resistivit elettrica
Resistenza di un tratto di conduttore di lunghezza unitaria e sezione di area unitaria, si misura in
mm2/m. La resistivit di un conduttore dipende dalla sua natura, dalla temperatura e, in alcuni casi particolari, dallintensit del campo magnetico entro il quale si trova. La resistivit si annulla allo zero assoluto e
aumenta del 6% circa ogni 100 C quando il materiale riscaldato. Laumento della resistivit del materiale
si pu ottenere modificando la composizione del materiale (es. aumentando il tenore di silicio a 4-4,5%).
Rimanenza magnetica
Rappresenta la magnetizzazione rimanente quando il campo applicato zero. Graficamente lintersezione
della curva con lasse delle ordinate. Simbolo: Mr.
Saturazione
Fenomeno per cui, in una sostanza ferromagnetica posta in un campo magnetico sufficientemente intenso,
la magnetizzazione rimane praticamente costante rispetto a ogni ulteriore aumento dellintensit del campo
magnetico.
45
46
47
mm
> 18
> 30
> 50
> 80
> 100
> 150
> 200
> 300
mm
>3
>6
> 10
> 18
> 30
> 50
> 60
> 80
spessore
PIATTI
larghezza mm
< 120
> 120
w / t < 10
> 120
w / t > 10
QUADRI
ESAGONI
dimens.
< 75
> 75
TONDI
tutte
le dimensioni
mm
< 18
< 30
< 50
< 80
< 100
< 150
< 200
< 300
< 400
mm
<6
< 10
< 18
< 30
< 50
< 60
< 80
< 100
tolleranze di Rettilineit
acciai
C% < 0,25
inox, cuscinetti,
C% < 0,25
legati bonificati
utensili
mm/m
mm/m
mm/m
1,5
1,5
1,5
1,5
2,0
2,0
1,5
2,0
2,0
2,0
2,5
2,5
2,0
2,5
2,5
2,5
3,0
3,0
deviazione ammessa
mm
mm
+0
- 0,15
+0
- 0,18
+0
- 0,22
+0
- 0,26
+0
- 0,32
+0
- 0,38
+0
- 0,60
+0
- 0,70
deviazione massima per
larghezza w spessore t
w
t
w
t
w
t
w/t = rapporto
tolleranze di Rettilineit
acciai
C% < 0,25
C% > 0,25
inossidabili
mm/m
mm/m
mm/m
1,0
2,0
1,0
1,5
2,5
1,5
tolleranze dimensionali
tolleranze di Rettilineit
acciai
C% < 0,25
C% > 0,25
inossidabili
mm/m
mm/m
mm/m
1,0
1,5
1,0
tolleranze dimensionali
h11 - h12
48
w = larghezza
t = spessore
C
Standard richiesto
dal Gruppo Lucefin
Diametro nominale
dN mm
5 dN 25
0.50
25 < dN 150
0.02 x dN
5 dN 12
0.20
12 < dN 18
0.25
18 < dN 30
0.30
30 < dN 150
0.01 x dN
5 dN 12
0.17
12 < dN 30
0.23
30 < dN 120
0.0075 x dN
5 dN 12
0.15
12 < dN 40
0.20
40 < dN 60
0.005 x dN
60 < dN 80
0.30
5 dN 60
4)
Qualora i prodotti vengano ordinati per essere destinati alla trafilatura, non sono ammesse discontinuit o
riparazioni locali che non sia possibile eliminare mediante la trafilatura.
Profondit max
difetto ammissibile
mm 0.17
mm 0.3
49
STATO
Profondit del
difetto
Percentuale
massima in massa di
prodotti forniti con
difetti al di sopra del
livello stabilito
4%
1%
4
Tecnicamente
esente da
cricche
di fabbricazione
1%
0,2%
Forma di prodotto 2)
Tondi
Quadri
+ (per d 20 mm)
Esagoni
+ (per d 50 mm)
Piatti
1)
2)
3)
50
+ 3)
d = Diametro nominale della barra e larghezza in chiave dei quadri e degli esagoni
+ indica che la forma di prodotto disponibile nelle corrispondenti classi
- indica che la forma di prodotto non disponibile nelle corrispondenti classi
La profondit massima dei difetti si riferisce alla rispettiva sezione (larghezza o spessore)
pollici
< 3/4
> 3/4
< 1-1/2
> 1-1/2 < 3
>3
<4
>4
<6
>6
mm
< 19,05
> 19,05 < 38,10
> 38,10 < 76,20
> 76,20 < 101,6
> 101,6 < 152,4
> 152,4
contenuto
di carbonio
max 0,28 %
o minore
tolleranze
pollici
mm
- 0,003
0,076
- 0,004
0,102
- 0,005
0,127
- 0,006
0,152
- 0,008
0,203
- 0,013
0,330
QUADRI
pollici
< 3/4
> 3/4
< 1-1/2
> 1-1/2 < 2-1/2
> 2-1/2 < 4
>4
<5
>5
<6
mm
< 19,05
> 19,05 < 38,10
> 38,10 < 63,50
> 63,50 < 101,6
> 101,6 < 127,0
> 127,0 < 152,4
pollici
- 0,002
- 0,003
- 0,004
- 0,006
- 0,010
- 0,014
mm
0,051
0,076
0,102
0,152
0,254
0,356
pollici
- 0,004
- 0,005
- 0,006
- 0,008
\
\
mm
0,102
0,127
0,152
0,203
\
\
ESAGONI
pollici
< 3/4
> 3/4
< 1-1/2
> 1-1/2 < 2-1/2
> 2-1/2 < 3-1/8
> 3-1/8 < 4
mm
< 19,05
> 19,05 < 38,10
> 38,10 < 63,50
> 63,50 < 79,375
> 79,37 < 101,60
pollici
- 0,002
- 0,003
- 0,004
- 0,005
- 0,005
mm
0,051
0,076
0,102
0,127
0,127
pollici
- 0,003
- 0,004
- 0,005
- 0,006
- 0,006
mm
0,076
0,102
0,127
0,152
0,152
TONDI
pollici
< 1-1/2
> 1-1/2
< 2-1/2
> 2-1/2
<4
>4
<6
>6
<8
>8 <9 <9
mm
< 38,10
> 38,10 < 63,50
> 63,50 < 101,6
> 101,6 < 152,4
> 152,4 < 203,2
> 203,2 < 228,6
pollici
- 0,002
- 0,003
- 0,004
- 0,005
- 0,006
- 0,007
mm
0,051
0,076
0,102
0,127
0,152
0,178
pollici
- 0,003
- 0,004
- 0,005
- 0,006
- 0,007
- 0,008
mm
0,076
0,102
0,127
0,152
0,178
0,203
Barre
in acciaio
PIATTI
sezione
contenuto
di carbonio
oltre 0,28 %
fino a 0,55% incluso
tolleranze
pollici
mm
- 0,004
0,102
- 0,005
0,127
- 0,006
0,152
- 0,008
0,203
- 0,010
0,254
- 0,015
0,381
Le tolleranze sono normalmente richieste in meno, quando sono ordinate in pi o meno, la somma deve
essere equivalente a quanto concordato (es. +0,10 oppure + 0,05 mm).
51
Carbonio max
0,28% o minore
SEZIONE
LUNGHEZZA
MM
MM
TONDI
QUADRI,
ESAGONI
TONDI
inferiore a 15,88
inferiore a 15,88
15,88 e oltre
15,88 e oltre
inferiore a 4572
4572 e oltre
inferiore a 4572
4572 e oltre
3,17
3,17
1,59
3,17
4,76
7,94
3,17
4,76
4,76
7,94
3,17
4,76
QUADRI,
ESAGONI
6,35
9,53
4,76
6,35
Tutti i gradi bonificati o normalizzati e rinvenuti per HB 302 max prima della finitura a freddo e tutti i gradi
distesi o ricotti dopo finitura a freddo.
Le tolleranze di rettilineit non sono applicabili per le barre con durezza HB oltre 302.
a)
Le tolleranze si basano sul seguente metodo di misurazione della rettilineit: si dispone una barra su un
piano di riscontro orizzontale oppure si impiega una riga e si misura larco con degli spessimetri.
b)
noto che la rettilineit una qualit deteriorabile in caso di maltrattamento. Il mantenimento della rettilineit nelle barre finite a freddo richiede la massima cura nei passaggi successivi. A volte, sono richieste
tolleranze specifiche per acciai al carbonio o legati; in questo caso, lacquirente informa il fornitore sulle
tolleranze richieste e sul metodo di controllo da usare.
Prodotti di alto livello tecnologico fabbricati con cura artigianale su solida cultura industriale
52
Piatti
Quadri
B
h9
R
min
0,16
max
0.25
0.25
0.40
0.40
0.60
0.60
0.80
-0.030
-0.036
-0.043
-0.052
a richiesta
-0.062
B
h9
h9
..
h11
-0.090
-0.036
..
..
-0.090
min
0.25
max
0.40
0.40
0.60
0.06
0.80
1.2
1.6
2.5
-0.036
-0.043
-0.110
-0.052
-0.075
-0.130
-0.062
-0.074
..
-0.160
-0.087
53
Agosto 2011
Lucefin S.p.A.
I-25040 Esine (Brescia) Italy
www.lucefin.com
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