La Rivoluzione Americana
La Rivoluzione Americana
La Rivoluzione Americana
1. L'America settentrionale dopo il 1750 Francesi, inglesi e indiani La Pace di Utrecht, avvenuta nel 1713, si era occupata anche del Canada, trasferendo dalla Francia all'Inghilterra il possesso di alcune regioni. Nei decenni successivi la sproporzione tra le due potenze colonizzatrici era divenuta alquanto pi evidente rispetto al passato,in cui ci fu una superiorit numerica da parte della popolazione inglese, che contava un milione e mezzo di individui rispetto agli 80000 della popolazione francese. Il tentativo di far sviluppare rapidamente la Louisiana compiuto dal governo francese era fallito; nel 1718 i francesi fondarono la Nouvelle Orland, che contava solo un centinaio di abitanti. Fra la Louisiana e le colonie inglesi si trovavano i territori indiani, zona occupata soprattutto dai cacciatori francesi, ma in questa direzione vi era anche la forte pressione di piantagioni della Virginia; la monocultura del tabacco esauriva il terreno ed essi erano costretti a spingersi verso l'interno in modo da trovare nuove terre da coltivare, moltiplicando cos gli scontri con i pellirosse. La guerra per il dominio del continente Nel 1754 gli scontri di frontiera tra francesi e inglesi divennero guerra aperta. Fino al 1756 le sorti del conflitto erano a favore dei francesi e dei loro alleati pellirosse, ma quando il conflitto tra virginiani e francesi venne a intrecciarsi con la guerra dei Sette anni l'Inghilterra mise in movimento tutte le sue forze navali e terrestri. Anche le colonie inglesi centro-settentrionali furono coinvolte dallo scontro, in quanto furono minacciate dai francesi e dagli indiani. Mentre la guerriglia indiana iniziava a scarseggiare, i francesi persero il Qubec e l'anno successivo anche Montral. La guerra ebbe per una ripresa quando la Spagna intervenne a fianco dei Borbone. Con la pace di Parigi del 1763 la Francia fu costretta a cedere il Canada all'Inghilterra e inoltre pose fine alla sua alleanza con i pellerossa e rinunci in favore della Spagna ai suoi diritti della Louisiana; la Spagna perse la Florida. Le colonie americane del 1763 Le tredici colonie inglesi nell'America settentrionale non costituivano un complesso unitario. Le cinque colonie meridionali, ossia la Virginia, North Carolina, South Carolina e georgia, erano caratterizzate dall'economia di piantagione (il tabacco) e dalla forte diffusione della schiavit. La classe dirigente era costituita da un'aristocrazia terriera, e inoltre era indiscutibili l'autorit della chiesa anglicana. Nelle quattro colonie del centro, ossia New York, Pennsylvania, New Jersey e Delaware si trovavano le citt e i porti pi importanti, ovvero Philadelphia, New York e Baltimora. Una buona parte della popolazione era costituita, oltre che dagli olandesi e dagli svedesi, anche da immigrati tedeschi, da irlandesi e da scozzesi. A differenza del sud, la piccola propriet terriera era assai pi diffusa del latifondo, mentre le nuove ondate di immigrati creavano una forte spinta all'espansione verso
l'ovest. In queste terre di colonizzazione lo standard della piccola propriet contava decine di ettari. La piccola propriet terriera prevaleva anche nelle quattro colonie del nord, ossia Massachusetts, Connecticut, New Hampshire, Rhode Island, chiamate solitamente Nuova Inghilterra, da cui proveniva il legname. Esse avevano una popolazione totalmente inglese e in massima parte composta di nonconformisti. Nelle tredici colonie il governatore era affiancato da un'assemblea elettiva, che escludeva le minoranze religiose e favoriva le famiglie degli immigrati. Il patto coloniale e la soggezione economica Tutte le colonie venivano sottoposte a una legislazione mercantilista che limitava le loro attivit produttive e commerciali. Tali patti erano pi o meno simili in tutti gli imperi coloniali: - le colonie dovevano avere rapporti commerciali unicamente con l'Inghilterra - non dovevano produrre da loro ci che potevano acquistare dalla madrepatria. Ma in realt queste limitazioni non venivano pienamente rispettate dagli americani; il contrabbando era universalmente diffuso. Un tipico esempio era quello delle melasse di zucchero con cui si produceva il rhum, dove l'importazione di quelle provenienti dalle Antille francesi, meno care rispetto a quelle prodotte nelle Antille inglesi, era colpita da un'imposta molto elevata, che veniva per regolarmente vanificato dall'attivit dei contrabbandieri. Nel 1763 il governo inglese decise che i sudditi americani di Giorgio III dovevano contribuire a un bilancio statale divenuto pi pesante a causa della guerra contro la Francia. 2. La guerra d'indipendenza Il dibattito sul potere di tassazione Nel 1764 il controllo inglese sul contrabbando divenne pi rigoroso e nel 1765 entr in vigore una legge che imponeva il pagamento di un bollo sugli atti pubblici e sui giornali. I coloni opposero allora tale principio: no taxation without representatios, ossia niente tasse senza rappresentanti in parlamento. I coloni americani avviarono la protesta rivendicando i loro diritti da inglesi, in quanto se questi non fossero stati riconosciuti, lo sviluppo del dibattito sul potere di tassazione sarebbe stato prima o poi una rivendicazione della propria indipendenza.; ma ci accadde solo diversi anni dopo. Per il momento le colonie reagirono con il boicottaggio delle merci inglesi, azione che indusse il governo londinese ad abolire la legge sul bollo. La battaglia del t La East India Company stava attraversando un momento di difficolt e il parlamento gli diede il permesso di vendere direttamente il suo t alle colonie americane. Fino ad allora, questi si erano procurati la maggior parte del loro t attraverso il contrabbando con gli olandesi, che praticavano prezzi inferiori rispetto agli inglesi; ma d'ora in avanti, la Company fu costretta a vendere il suo t a prezzi ancora pi bassi. Ci suscit ribellioni non solo da parte dei mercanti americani, ma anche dagli stessi consumatori,e ci dimostrava che l'economia contava meno della politica e che, ormai, era nata tra la popolazione la cosiddetta
coscienza nazionale. Nel dicembre del 1773, un gruppo di bastoniani rovesciarono in mare il carico di t della East India Company; il governo inglese intervenne immediatamente con una serie di provvedimenti contro la colonia del Massachusets. La lotta americana e l'indipendenza degli Stati Uniti Nel 1774 a Philadelphia un congresso dei delegati delle colonie invit gli americani al boicottaggio totale delle merci di provenienza inglese. Nel 1775 a Philadelphia ci fu un secondo congresso nel quale fu deciso di procedere con un esercito di liberazione, dove il comando fu affidato a un latifondista del sud, George Washington, che era gi stato ufficiale nella precedente guerra contro i francesi. IL 4 luglio 1776, tale congresso approv una Dichiarazione d'indipendenza, dove aveva dato un contributo essenziale il virginiano Thomas Jefferson. In questa dichiarazione si potevano leggere tali principi: tutti gli uomini sono creati uguali; - tutti gli uomini sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti; - tra questi diritti vi sono la vita, la libert e la ricerca della felicit; - allo scopo di garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini i governi; - ogni qualvolta tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi. La guerra d'indipendenza dur dal 1775 al 1783; nel 1778 le colonie ebbero l'appoggio militare dei francesi; l'anno successivo anche la Spagna si schier dalla parte degli americani. Dal congresso di pace ottenuto a Varseilles nel 1783, le colonie furono riconosciute dell'Inghilterra come Stati Uniti d'America. 3. La societ americana dopo la rivoluzione La confederazione del 1781 Gi nel novembre del 1777 il congresso di Philadelphia aveva proposto ai singoli stati un progetto di costituzione, e nel marzo del 1781 tale progetto venne approvato da tutti e tredici gli stati. La prima Costituzione americana istitu una confederazione dove quest'ultimi venivano riconosciuti come stati originari, in quanto essi avevano proclamato la propria indipendenza e si erano dati una costituzione autonoma e non potevano rinunciare alla propria sovranit,. La rifondazione federale degli Stati Uniti La Costituzione confederale rivel le ragioni di antagonismo tra i tredici stati; il sud era fondato sulla piantagione schiavista, mentre il centro-nord in parte sul commercio, l'industria e sull'urbanesimo. Al contrasto tra nord e sud si aggiunse anche quello tra est e ovest, nella quale l'opposizione consisteva fra la spinta individualista e anarchica alla colonizzazione e le forze dell'est, le quali erano in grado di sfruttare i pionieri. Il timore di una disunione della Confederazione spinse a convocare nel 1787 un nuovo congresso a Philadelphia. L'accordo tra Washington, Franklin e Jefferson, e quello tra il ceto economico-politico del sud e il ceto capitalistico degli stati del centro, fece nascere l'elaborazione di un nuovo testo costituzionale. Nel frattempo la pubblicazione degli opuscoli
intitolati Il Federalista, cercava di promuovere un movimento in favore del passaggio di una parte di sovranit dai singoli stati allo stato federale. Il nuovo testo costituzionale fu sottoposto al controllo dei singoli stati, incontrando pi opposizioni del previsto; infatti molti vedevano nello stato federale l'anticamera dello stato unitario. Lo scopo di raggiungere nove ratifiche su tredici, il minimo richiesto per entrare in vigore nella Costituzione, venne raggiunto nel 1788, ma si dovette attendere la risposta decisiva della Virginia e di New York; pi tardi giunsero le ratifiche del North Carolina e del Rhode Island. In particolare, la Costituzione prevedeva la figura di un presidente elettivo, dove il primo presidente degli Stati Uniti fu George Washington (1789). Divisioni dei poteri e federalismo Il potere legislativo spettava a un Congresso costituito da due camere, mentre quello esecutivo toccava a un presidente che veniva eletto da un collegio di grandi elettori che a sua volta veniva eletto dal popolo. La divisioni dei poteri veniva messa in atto escludendo sia che le camere potevano essere sciolte prima dal presidente, sia che il presidente potesse essere mandato via da un voto di sfiducia delle camere. Entrambi i poteri derivavano dal popolo e la loro durata veniva stabilita dalla Costituzione. Due anni dopo l'elezione del primo presidente, la Costituzione fu completata attraverso l'aggiunta di dieci correzioni, le quali garantivano la totalit dei diritti del singolo individuo. Il numero dei membri della camera dei rappresentanti era suddiviso in diversi stati in rapporto all'entit della popolazione. I neri erano esclusi dal diritto di voto, ma gli stati schiavisti volevano che essi entrassero a far parte del congresso della popolazione, in conclusione fu raggiunto un compromesso: cinque schiavi erano alla pari di tre cittadini. La Costituzione garantiva allo stato federale i pieni poteri sul commercio estero e sulla circolazione monetaria, proibendo ai singoli stai di emettere cartamoneta o titoli di credito. La tutela dei diritti degli stati venne assicurata da un sistema bicamerale totalmente differente dal quello inglese. La divisione del partito federalista Fin dai primi due anni della presidenza di Washington la divergenza di interessi fra nord e sud fu evidente. Hamilton, che ebbe l'incarico di segretario al Tesoro, istitu una banca centrale federale e continu una politica economica orientata a impedire l'importazione di manufatti e a difendere lo sviluppo degli stati del centro-nord. La Virginia e gli altri stati meridionali erano invece favorevoli a una politica liberalistica, in quanto la loro economia era basata sull'esportazione del tabacco, alla quale si aggiunse in maniera crescente anche quella del cotone. La linea di Hamilton fin per essere sempre pi disapprovata da Jefferson e Madison e nel 1792 l'accordo che aveva reso possibile la seconda Costituzione americana si ruppe. 4. La frontiera e le prime guerre indiane La crescita demografica e territoriale Nel 1790 circa 110000 americani vivevano nei territori indiani; dopo
quarant'anni la popolazione crebbe enormemente, questo per lo pi a causa della differenza tra natalit e mortalit e solo in piccola parte all'emigrazione dall'Europa. Ancora pi rapida fu la crescita demografica dell'ovest. Gli Stati Uniti insieme alla propria indipendenza avevano ottenuto il comando sui territori indiani situati fra i monti Allegheny e la Louisiana; qui, tra il 1792 e il 1819, nacquero sette nuovi stati. Gli Stati Uniti nel 1803 acquistarono dalla Francia la Louisiana e nel 1819 anche la Florida. La colonizzazione dell'ovest Le terre dell'ovest erano propriet pubbliche dello stato federale, il quale aveva favorito la colonizzazione mettendole in vendita con un prezzo alquanto basso pari a due dollari per acro; ma tale vendita avveniva solo per lotti di grandi dimensioni. Per questi lotti non erano alla portata delle risorse economiche dei pionieri, i quali erano costretti ad indebitarsi oppure a vendere i lotti a prezzi pi alti; cos lo stato federale ridusse via via sia le dimensioni dei lotti sia i prezzi per acro. Un importante aspetto della colonizzazione dell'ovest fu che la frontiera avanzava molto pi rapidamente rispetto al ritmo di popolamento. Con propriet di grandi dimensioni terriere, i pionieri avevano scarse pratiche di coltivazione, a differenza dei territori nella quale l'agricoltura era pi produttiva dove venivano utilizzate le macchine agricole, come gli aratri interamente d'acciaio e le macchine per seminare. L'America dei pellirosse Nel mondo nella quale gli americani cominciarono ad insediasi alla fine del XVIII secolo era abitato da trib dei pellirosse. Il primo contatto tra indiani e pellirosse avvenne nel XVI secolo, quando avventurieri spagnoli sbarcati in Florida vennero sterminati dalle malattie tropicali. Quest'ultimi nello stesso anno erano penetrati anche nel Messico settentrionale, nel Texas e in California e agli avventurieri si sostituirono i missionari. I pellirosse non conoscevano n la ruota n l'aratro, ma tra loro venivano distinte diverse aree culturali: in California, nel New Mexico e nel Messico settentrionale abitavano i publos e altre trib che praticavano l'agricoltura fondata sulla coltivazione del mais. Pi a nord vivevano i navajos, i quali erano allevatori, e gli apaches, che univano alla caccia un'agricoltura primitiva. Fra l'Atlantico e i Grandi Laghi vivevano le trib che associavano la caccia e la pesca alla coltivazione del mais praticata con il bastone da scavo; esse si erano incontrate per prime con gli inglesi e i francesi ed erano state soggette alle malattie infettive importate dall'Europa. La caccia e l'agricoltura seminomade venivano affiancate dal nomadismo dei cacciatori, i quali vivevano predando le mandrie di bisonti. Tale caccia era l'unico fondamento delle trib indiane, ma i bisonti, condizionati dalle variazioni climatiche, ogni anno migravano dalle pianure settentrionali pi fredde a quelle meridionali pi calde, muovendosi in messe di milioni di capi. Nel XVI secolo il nomadismo degli indiani era alquanto primitivo, in quanto non conoscevano l'uso del cavallo. Gli indiani delle pianure dipendevano totalmente dal bisonte in quanto esso offriva la carne, il grasso, la pelle, le ossa, i tendini e le corna, utili per l'alimentazione e la fabbricazione di diversi prodotti. La diffusione del cavallo
Gli spagnoli reintrodussero il cavallo nell'America settentrionale dopo la conquista del Messico e solo alla fine del Cinquecento esso cominci a diffondersi nelle praterie. Le mandrie dei cavalli iniziarono a moltiplicarsi nel XVII secolo e nel secolo successivo gli indiani cominciarono ad addomesticarli e a utilizzarli nella caccia al bisonte. La comparsa delle armi da fuoco facilitarono ulteriormente la caccia di quest'ultimo; il cavallo e il fucile produssero cos una civilt nomade per molti aspetti nuova. Quando il nomadismo era ormai stato annientato da dai cinesi e dai russi, quello americano riusciva a fermare la colonizzazione agricola americana. Il nomadismo dei pellirosse si differenzi da quello dei popoli asiatici per due aspetti: in primo luogo gli indiani restarono dei parassiti dei bisonti e non tentarono di addomesticarli, e in secondo luogo essi si dimostrarono di creare federazioni in grado di opporsi ai bianchi. La dissoluzione della civilt dei pellirosse Il contatto con i bianchi disintegr le trib occidentali in pochi decenni, in quanto alla diffusione delle malattie del tifo e del vaiolo si aggiunsero gli effetti del rhum e dell'acquavite, venduti dai bianchi in cambio di pellicce. Alle violenze e agli inganni a carico dei bianchi, nel 1811-12 si scaten una vera e propria guerra promossa dal capo Tucumsech, che costitu una lega con i creek e altre trib dell'ovest. La sconfitta dei creek velocizz l'imposizione di contratti di vendita e di trattati anche ai cherokee; fra il 1815 e il 1830 gli indiani si trasferirono continuamente nel Missisipi.
FEDERAZIONE/CONFEDERAZIONE La confederazione una associazione di stati sovrani che affidano una parte dei propri poteri agli organi confederali e inoltre questi non possiedono una sovranit diretta nei confronti dei cittadini dei singoli stati che formano la confederazione stessa. Al contrario la federazione uno stato vero e proprio; i cittadini degli stati federali sono direttamente soggetti sia ai poteri federali sia quelli dello stato di appartenenza; gli stati federali non hanno una propria politica estera e non sono soggetti del diritto internazionale. L'esperienza storica mostra che le confederazioni sono organismi instabili.