Il Duecento e il Trecento sono caratterizzati da una continua lotta tra impero e papato che si fronteggiano dando origine ad una serie di eventi storici importantissimi, quali la bolla Unam Sanctam, il giubileo del 300 e lo spostamento della sede della Chiesa ad Avignone, in Francia.
Più tardi, verso il Quattrocento vediamo la formazione dei comuni e le guerre che coinvolgono sia l'Oriente che l'Occidente; tra le più importanti la guerra dei Cent'anni, la guerra delle due rose e la conquista di Costantinopoli da parte del bellicoso impero ottomano.
0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
310 visualizzazioni4 pagine
Il Duecento e il Trecento sono caratterizzati da una continua lotta tra impero e papato che si fronteggiano dando origine ad una serie di eventi storici importantissimi, quali la bolla Unam Sanctam, il giubileo del 300 e lo spostamento della sede della Chiesa ad Avignone, in Francia.
Più tardi, verso il Quattrocento vediamo la formazione dei comuni e le guerre che coinvolgono sia l'Oriente che l'Occidente; tra le più importanti la guerra dei Cent'anni, la guerra delle due rose e la conquista di Costantinopoli da parte del bellicoso impero ottomano.
Il Duecento e il Trecento sono caratterizzati da una continua lotta tra impero e papato che si fronteggiano dando origine ad una serie di eventi storici importantissimi, quali la bolla Unam Sanctam, il giubileo del 300 e lo spostamento della sede della Chiesa ad Avignone, in Francia.
Più tardi, verso il Quattrocento vediamo la formazione dei comuni e le guerre che coinvolgono sia l'Oriente che l'Occidente; tra le più importanti la guerra dei Cent'anni, la guerra delle due rose e la conquista di Costantinopoli da parte del bellicoso impero ottomano.
Il Duecento e il Trecento sono caratterizzati da una continua lotta tra impero e papato che si fronteggiano dando origine ad una serie di eventi storici importantissimi, quali la bolla Unam Sanctam, il giubileo del 300 e lo spostamento della sede della Chiesa ad Avignone, in Francia.
Più tardi, verso il Quattrocento vediamo la formazione dei comuni e le guerre che coinvolgono sia l'Oriente che l'Occidente; tra le più importanti la guerra dei Cent'anni, la guerra delle due rose e la conquista di Costantinopoli da parte del bellicoso impero ottomano.
Scarica in formato DOCX, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Scarica in formato docx, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 4
La crisi politica delloccidente medievale
1.1 Bonifacio VIII e Filippo il bello
Gli anni a cavallo tra Duecento e Trecento furono dominati dalla figura del papa Bonifacio VIII. La sua elezione avvenne nel 1294 in circostanze del tutto particolari, a seguito dellabdicazione da parte di Celestino V, la prima in tutta la storia della chiesa. Egli infatti era privo di ogni esperienza politica, giuridica o amministrativa, tutte caratteristiche richieste per rivestire il ruolo di papa, cos prefer rinunciare allincarico. A quel tempo infatti, la chiesa spesso era stata accusata di anticristo e molti erano coloro che chiedevano una riforma alle autorit ecclesiastiche, per ritornare sulle norme evangeliche ma soprattutto era richiesta una maggiore povert. Il maggiore nemico di Bonifacio VIII era Filippo il Bello che ben presto si ritrover a fronteggiare il papa ad armi pari. Il re di Francia infatti, era coinvolto in una guerra contro Edoardo I, re dInghilterra e avendo bisogno di fondi per la sua causa, sottopose a tributo anche la Chiesa stessa. Bonifacio non esit replicare e minacci il re di scomunica se non avesse ritirato immediatamente il provvedimento nei confronti della Chiesa, in una bolla che eman nel 1296. Ma Filippo, non si abbass per niente di fronte alle forti accuse del papa, infatti egli poteva contare su risorse molto pi elevate, come la sua schiera di funzionari sotto la sua diretta dipendenza. Cosi la scomunica non aveva lo stesso peso che poteva avere prima del Duecento ed il papa, privo di risorse non pot fare altro che rinunciare alla causa. 1.2 Il giubileo del 1300 Il 22 febbraio del 1300 Bonifacio VIII conferm il primo giubileo della storia e tutti coloro che si sarebbero recati a Roma in pellegrinaggio sulla tomba di San Pietro avrebbero ricevuto unindulgenza plenaria, ovvero la remissione di ogni sofferenza penitenziale dopo la morte. Cosi una grande folla formata da migliaia e migliaia di fedeli si recarono a Roma in occasione del primo giubileo, che svolse per di pi una serie di funzioni complementari : la concezione di un nuovo ambiente ultraterreno, ovvero il purgatorio, ove le anime possono scontare le proprie pene per i peccati commessi sulla terra, senza essere direttamente destinati allinferno; infine Roma si mostr come unico punto della cristianit latina, diventando un simbolo per tutta lEuropa, assumendo una posizione di primato indiscutibile. 1.3 Bonifacio VIII e la bolla Unam Sanctam Dopo il grande successo che Bonifacio ottenne con il primo giubileo, pens di poter prendersi una rivincita su Filippo il Bello illudendosi nuovamente di poter vincere lo scontro iniziato in precedenza. Cosi nel 1302 eman la bolla Unam Sanctam nella quale proferiva soprattutto la concezione ierocratica del potere. Stabil cos che non ci poteva essere salvezza alcuna se non nella fede e nella Chiesa cattolica. Riprese inoltre la teoria delle due spade, con la quale il papa rivendicava il diritto di controllare e giudicare il potere temporale, affidato alla chiesa ai principi. La teoria delle due spade infatti, dice che Dio avrebbe consegnato al papa due spade, una del potere spirituale ed una di quello temporale e questultima sarebbe stata consegnata dal papa allimperatore. Con questa teoria il papa si sentiva cos superiore alla figura dellimperatore. Cos per la seconda Filippo, assunse un atteggiamento di sfida nei confronti di Bonifacio VIII e ag immediatamente riunendo i tre stati generali, ovvero il clero, la nobilt guerriera ed il terzo stato, i quali esponenti discussero profondamente sia della ambigua elezione di Bonifacio VIII e del concetto di mediazione ecclesiastica, cio del fatto che il papa avesse ricevuto il potere da Dio concedendolo anche allimperatore stesso.
1.4 La regalit sacra e taumaturgica Nel medioevo, il sovrano francese era concepito come una figura sacra, dedita e molto legata alla religione stessa. Infatti il re non era un semplice capo di stato, bens colui che aveva ricevuto il potere direttamente da Dio e stava a lui far rispettare la legge e il volere sulla terra; divent, quindi, quasi una figura di mediazione tra il mondo del sacro e la realt terrena. La sua consacrazione avveniva attraverso lunzione con gli oli santi del corpo e soprattutto delle mani, un rito molto simile allordinazione dei vescovi che lo rendeva unto del signore, Cristo del Signore, dotato del potere taumaturgico; in queste condizioni Filippo il Bello non si sentiva per niente inferiore al papa e a tutte le intolleranti pretese da parte del clero. 1.5 La concezione politica di Dante Anche Dante Alighieri aveva una concezione sacra nei riguardi della figura del sovrano, che riteneva quindi in diretta relazione e in stretto rapporto con Dio. Espresse le sue idee anche in un libro, il de monarchia, strutturato in tre libri diversi, composto probabilmente tra il 1311 ed il 1312: nel primo libro ci parla della duplice natura delluomo, ovvero quella materiale e quella spirituale; luomo, inoltre, anche coinvolto in una duplice vita, quella terrena e quella ultraterrena e st rispettivamente al papa e allimperatore cercare di guidare i fedeli verso la beatitudine eterna e far rispettare le leggi sagge e razionali e mantenere la pace tra le varie fazioni, ogni volta che si dovesse verificare uno scontro. Negli altri due libri infine si parla prevalentemente del ruolo del papa, che non deve tentare di controllare il potere temporale e del sovrano, il quale deve sempre rispettare la figura del pontefice e non mostrarsi arrogante, in quanto il papa possiede un ruolo ben s pi importante, ovvero di condurre gli uomini verso la salvezza eterna. 1.6 Dante, il papato e impero nel Trecento Dante, nella divina commedia spesso si manifesta come una figura speciale e ritiene di aver ricevuto direttamente da Dio il privilegio di poter intraprendere un viaggio nel mondo dei morti, quindi sostiene di aver ricevuto una vera e propria missione profetica e che ha lobbligo di annunciare limminente intervento di Dio. Nel 1314, scrisse persino una lettera nella quale denunciava la Chiesa ormai afflitta da molteplici mali e destinata alla rovina, considerando infatti anticristo latteggiamento assunto dalla Chiesa, dedita solamente alle ricchezze, alle guerre, alle crociate e al potere temporale, tutto escludendo il ruolo principe che aveva, ovvero quello spirituale. Condann nella divina commedia molti papi appunto per cupidigia. Per quanto riguarda la situazione politica del Trecento, in primo luogo vediamo la chiesa che, per sfuggire alle pressioni delle grandi famiglie romane, trasferisce la sede in Francia, ad Avignone, dove da una situazione provvisoria si trasform in una situazione stabile: la sede in territorio francese dur per circa settantanni infatti. Inoltre, in secondo luogo, vediamo il ruolo dellimperatore perdere sempre pi importanza tanto che spesso i sovrani gli vediamo coinvolti in conflitto con il pontefice che nega di riconoscerli come tali. Nel 1356 infine, chiarito il fatto che non Dio a concedere il potere allimperatore e tantomeno il papato, venne fissato il numero di principi che avevano il diritto al voto; essi erano 7 per la precisione, di cui tre ecclesiastici e quattro laici. Inoltre la bolla dichiarava che questi sette principi erano sovrani di stato rispettivamente di stati autonomi e ci sminuiva ancor pi la carica dellimperatore, che ora pu essere descritto come un titolo onorifico.
Principati, monarchie e imperi nel Trecento e nel Quattrocento 4.2 Il passaggio dai comuni alle signorie I comuni in Italia erano divenuti delle vere e proprie potenze a livello europeo, in cui per erano quotidiani scontri tra le varie fazioni, dovuti ad aspre lotte per lascesa al potere. Cos per riportare la sicurezza il governo della citt fu affidato ad un signore che aveva concentrato il potere nelle sue mani e non doveva pi rispondere delle assemblee cittadine. Si pass cosi dai comuni alle signorie, in cui il signore possedeva pieni poteri; ma la figura di questultimo rimaneva sempre dubbia, come affermavano i suoi oppositori e i nostalgici del vecchio sistema, che lo consideravano un vero e proprio usurpatore. Cos per risollevare dal caos la situazione ancora una volta, Gian Galeazzo Visconti si fece conferire dallimperatore il titolo di duca, assumendo non solo il ruolo di signore ma anche quello di principe: siamo passati quindi dalle signorie ai principati in cui il duca aveva pini poteri ed un completo controllo della situazione. 4.3 Principi e condottieri Con laffermazione dei principati vediamo la parallela diffusione delle truppe mercenarie, richieste spesso da signori e principi che sentivano il bisogno di avere a disposizione degli eserciti per condurre delle campagne militari. Erano soprattutto condottieri provenienti dal regno dInghilterra o di Francia, mentre solo pi tardi vediamo la comparsa dei primi mercenari italiani. Molto spesso capitava anche che il condottiero coincideva con il mercenario, perch questultimo aveva bisogno di una base in cui potava alloggiare lesercito. Cos nelle due figure (mercenario e principe) che combaciavano fu trovata la soluzione ottimale. Un esempio il condottiero romagnolo Giovanni Sforza, che ottenne il titolo di duca di Milano a seguito di quello di marchese di Ancona. 4.4 La politica dei principati italiani Molto spesso i principi conseguirono il loro potere solo al prezzo di delitti, a volte rivolti proprio ai loro parenti come accadde per esempio a Gian Galeazzo Visconti che elimin suo zio Barnab. Ma non per questo significa che erano distaccati dalla religione: anche loro avevano interesse alla salvezza ultraterrena e per scontare le loro azioni immorali, spesso facevano costruire Chiese, ospedali o effettuando dei pellegrinaggi penitenziali. Si diffondeva per pian piano per un nuovo atteggiamento, laico e distante dalla religione che metteva le esigenze terrene in primo piano. 4.5 Il grande scisma Gi nei paragrafi precedenti abbiamo parlato dello spostamento della Chiesa in Francia, ad Avignone dove vi rimase per circa settantanni, fino al 1376. Dal 1309 la Chiesa, volendosi espandere rivendic tributi da tutti i paesi dEuropa, ricevendo cos numerose critiche contro e accuse che accentuavano lavidit del clero. Cos per evitare le pesanti accuse, Gregorio IX decise di ritrasferire la sede papale a Roma: ora si crearono due formazioni favorevoli alla sede della Chiesa rispettivamente in Francia e in Italia. A distanza di poco tempo vennero eletti cos due papi, uno romano ed uno avignonese che per anni tentarono di prevalere luno sullaltro fino al punto in cui venne riunito per la prima volta il concilio di Costanza (1414- 1418) che alla fine obblig i due pontefici a rinunciare al potere. Solo verso la met del Quattrocento il papa rusc di nuovo a prevalere sul concilio sempre pi forte e incisivo, imponendo la sua autorit.
4.6 La guerra dei Centanni La guerra dei centanni fu scaturita da una serie di cause: innanzi tutto lInghilterra conservava ancora dei territori appartenenti alla Francia nella parte Sud-Ovest del paese, sui quali comunque il sovrano francese non esercitava alcuna autorit. La situazione peggior quando lultimo erede di Filippo il Bello mor, lasciando quindi la dinastia senza successori; cos le figure da prendere in considerazione erano due: il re Edoardo III dInghilterra, strettamente imparentato alla casa reale francese e Filippo VI, nipote di Filippo il Bello. Il trono pass a Filippo, in assenza di eredi maschi diretti. Siamo nel 1337 e scoppia la famosa guerra dei Centanni in cui possiamo assistere alla schiacciante vittoria degli inglesi, dovuta soprattutto alle innovazioni tecnologiche che segnarono la svolta di numerose battaglie, per esempio lentrata di nuove armi come larco lungo con una maggior gittata, una potenza del tutto superiore ai vecchi archi che poteva facilmente penetrare nelle spesse corazze della cavalleria francese. Nel corso di tutta la guerra furono proprio le innovazioni militari a segnare la svolta, chi possedeva le armi pi pratiche e fatali aveva la vittoria nella mani, come abbiamo potuto constatare. 4.7 Francia e Inghilterra La Francia sub numerose sconfitte schiaccianti nel corso della guerra dei Centanni come quelle di Crecy, Poitiers ed Azincourt tra il 1346 e il 1415 arrivando infine a Parigi ottenendone pieno controllo; qua che emerge la figura di Giovanna dArco, che annunciandosi come colei che avrebbe risollevato la situazione grazie allaiuto della fede ottenne il comando dellesercito francese, riuscendo a liberare la citt di Orleans. Ma il suo successo dur ben poco, infatti nel 1431 cadde nelle mani dei nemici che la condannarono al rogo, accusata di stregoneria. Ma i francesi non si arresero al primo inconveniente e continuarono la guerra nella speranza di liberare definitivamente la Francia dagli invasori: ci avvenne solo nel 1453, circa ventanni dopo. Dopo la sconfitta nella guerra dei Centanni lInghilterra dovette affrontare un periodo di guerra civile che videro coinvolte due grandi famiglie, i Lancaster guidati da Enrico VI e gli York, con a capo Riccardo di York. Entrambe le fazioni avevano due rose, una rossa e una bianca come stemma e lo scontro prese per questo il nome di guerra delle due rose. Termin nel 1485 quando, a seguito della morte di Riccardo di York, Enrico Tudor intese terminare il sanguinoso scontro: accett quindi di sposare Elisabetta di York, nipote di Riccardo, dando vita ad una casata mista. 4.8 Lespansione dellimpero ottomano Mentre in Occidente gli stati pi potenti erano in continuo scontro, nellOriente vediamo la progressione continua dellimpero ottomano di Osman, formato da guerrieri bellicosi e aggressivi che approfittando delle debolezze dellOccidente invasero Anatolia, Tracia e Bosnia per poi dirigersi verso il loro obiettivo primario, Costantinopoli, sede del sacro romano impero dOriente. Nel 1353 il sultano Mehmet II prese Costantinopoli segnando la fine del sacro romano impero dOriente, che ancora una volta fu decisiva grazie alle innovazioni tecnologiche nellambito militare, tra cui in primis la presenza di una poderosa artiglieria a cui nemmeno le possenti mura di Costantinopoli riuscirono a resistere.