Storia del Vicino Oriente

Le fonti 26 novembre 2020 di Beatrice BarberisModifica È stata una delle più grandi e note battaglie del mondo antico, narrata da molti testi e raffigurazioni, entrata nellʼimmaginario antico e moderno, eppure ne conosciamo solo una versione, che fornisce un quadro distorto di una sostanziale parità. Dei due contendenti, infatti, è lʼEgitto che ci ha lasciato le sole notizie, magnificandone lʼesito, mentre la versione ittita della storia, non avendo ritrovato quella che allʼepoca per un breve periodo è stata la capitale, non ci è giunta.

Tra memoria e riscoperta sono presentate le civiltà della fertile mezzaluna. La storia del Vicino oriente preclassico ripercorre la storia delle civiltà che fiorirono nell'area geografica chiamata " Fertile Mezzaluna " , un'area che si allarga ad abbracciare anche i processi storico culturali dell'Anatolia, di Cipro, dell'Arabia e dell'Egitto: quindi le civiltà dell'Asia anteriore e di un significativo settore dell'Africa. La tradizione greca e romana e quella antico-testamentaria hanno tenuto memoria di quelle antiche civiltà che, a seguito di del primo fermento urbano, ci portarono all'interno della storia.

Uscito più o meno indenne -soltanto un po' invecchiato -dalle manovre liberticide dei vari Amato, Sacconi e Fornero, ora che sono finalmente in pensione ho più tempo da dedicare alle tante cose belle alle quali il buon Dio mi ha concesso di appassionarmi. E tra queste -oltre, ovviamente, al geroglifico, primo e indimenticabile amore, e mai, e poi mai, tralasciato -si annovera anche lo studio dell'accadico, che ultimamente avevo un po' troppo trascurato, per cronica mancanza di tempo. E così ora ho potuto riprendere in mano le vecchie traduzioni, metodo sicuro e rapido per un veloce e proficuo ripasso. Contemporaneamente, ho pensato di mettere in formato digitale la maggior parte delle traduzioni da me fatte negli anni '90 del secolo scorso e conservate in pile e pile di quadernoni, scritti diligentemente a matita; e questo non solo perché, purtroppo, alcuni testi cominciano inesorabilmente a sbiadirsi, ma anche perché vorrei mettere a disposizione di altri il frutto delle mie fatiche. Essendo un accanito autodidatta, so per esperienza quanto possano essere gradite queste traduzioni, che consentono, per coloro che non hanno professoroni accademici a portata di mano ai quali rivolgersi per risolvere gli immancabili problemi che si incontrano, di poter confrontare con altri i risultati dei propri studi. E poiché, tra i tanti testi tradotti, il Codice delle Leggi di Hammurapi è uno dei più "facili", almeno da un punto di vista della grammatica, ho deciso di cominciare da questo. Numerosi altri seguiranno.

La Missione archeologica di Sapienza Università di Roma nell'antica città di Gerico in Palestina e le sue incredibili scoperte, dalle mura di cui parla la Bibbia, al Palazzo Reale, dall'antico nome della città, alle prime prove di un culto degli antenati. Le origini comuni del Nord e del Sud del Mediterraneo dimostrano l'inutilità delle guerre fra le due sponde del Mare Nostrum.

Gudea di Lagash
Gudea appartiene alla seconda dinastia di Lagash, sviluppatasi durante l’interregno guteo, poco prima che UrNammu fondasse la celebre terza dinastia di Ur (Ur III: circa 2100 – 2000 a.C.). Fondatore della dinastia di Lagash fu il principe Ur-Baba, ma essa trovò in Gudea, suo successore, il suo massimo esponente; egli fu il governatore (ensi) della città di Lagash per circa 20 anni (ca. 2144-2124 a.C.). Suo successore fu Ur-Ninjirsu; poco o nulla sappiamo invece degli ultimi tre personaggi che si sono succeduti sul trono, fino alla sconfitta di Nammakhani, l’ultimo ensi, il quale sarebbe perito nell’attacco di Ur-Nammu di Ur alla città-stato. Sorprendentemente Gudea, che dopo la sua morte è stato divinizzato, non è menzionato nelle liste dei re sumeri1 ma è conosciuto da altri elenchi di re di questo periodo ed inoltre numerose iscrizioni mostrano l’indipendenza della sua città-stato. Gudea controllò una parte importante della Mesopotamia meridionale (con le città di Ur, Uruk, e Nippur), che così riconquistò la sua indipendenza, perduta sotto il regno semitico di Akkad. Durante il suo regno esercitò una notevole attività edilizia, in particolar modo religiosa, e fu promotore di un’intensa creatività letteraria. La prosperità dipese dal corso dell'agricoltura, ma anche dal commercio coi paesi circostanti.
Non meno di 2444 oggetti portano iscrizioni che commemorano la (ri)costruzione da parte di Gudea di un tempio o la sua dedica di un oggetto a una divinità. La stragrande maggioranza - 2075 di questi oggetti - sono chiodi di argilla, usati per scopi decorativi sulle pareti; 203 sono invece mattoni di argilla; ci sono inoltre 20 soglie di porta, un gradino in pietra, tre placche di pietra scolpita; 41 tra tavolette di fondazione in pietra e figurine bronzee di fondazione, tutte, come indica il nome, sepolte sotto le fondazioni di un tempio. Ci sono poi 21 sue statue, per lo più in diorite, 13 vasi, 12 teste di ascia e 5 supporti.

L’anno dei Maori. Gli antichi sistemi annuali. L’autunno come inizio dell’anno. L’anno delle Pleiadi. L’anno di Orione. L’anno ariano. L’anno babilonese. L’anno egizio. L’anno celtico. Intercalazione. La Luna di entrambi i sessi. La superiore importanza della Luna nel folclore dei Barbari. Personificazioni della Luna. Hina, Sina e Rongo. La maggiore importanza della Luna rispetto al Sole. Rongo-ma-Tane. La Luna e la riproduzione. L’anguilla e la riproduzione. Come veniva espresso il tempo. I mesi dell’anno polinesiano. L’anno di dieci mesi. Le Pleiadi e l’agricoltura. Le stelle come regolatori. L’anno lunare. La regolazione delle stagioni mediante i fiori e le migrazioni degli uccelli. I nomi delle stelle come nomi dei mesi. I nomi delle notti di Luna. La diffusione della conoscenza di questi nomi. Espressioni relative alla Luna. Alcune formule propiziatorie per la pesca e la semina. Mitologia della Luna. Le stagioni. Personificazioni dei fenomeni fissati nel tempo. Rona e la Luna. La divisione del tempo per i Maori: un sistema rudimentale. I Guardiani della scienza tatai arorangi. Termini utilizzati per indicare il tempo.

Da archivio a βιβλιοϑήχη: breve introduzione allo sviluppo della biblioteca nel mondo antico - Alcune occorrenze del temine “biblioteca” nella letteratura greca e latina - Le più importanti biblioteche del mondo greco e romano attraverso le testimonianze letterarie: area greca, età ellenistica e Roma

has been one of the key features of the study. Individual contributions are acknowledged in the relevant sections of this thesis. I would also like to thank the staff at the South Australian Department of Agriculture's Northfield Piggery and Parafield Poultry Research Centre, particularly Janine Baker and Andrew Cecil, for carrying out the animal experiments. This study would not have been possible without the continuous help of Dr. Max E. Tate, whose initiative, stimulating ideas, encouragement, patience, experience, wisdom, guidance and friendship have made it a truly rewarding and unique experience. The unique combination of skills and resources of the Waite Agricultural Research Institute, its staff and students have also contributed significantly to the outcome of this work. I am particularly indebted to the library staff for their help with the obtention of literature, to the services of the supply unit and to the administrative and technical support afforded by the former Department of Agricultural Biochemistry and the Department of Plant Science. The financial support for this study through a postgraduate scholarship from the Australian Grain Research Development Corporation (GRDC) is gratefully acknowledged. In addition, I would like to thank my parents for first introducing me to vetches; and their understanding and financial support for my oversees travels, which were also funded by contributions from the Alf Hannaford Bequest Fund and the Department of Plant Science. The generous help of my oversees hosts with their time, research collections, contacts and hospitality has also been invaluable. Finally I would like to thank Dr. Clive M. Francis for making valuable suggestions to successive drafts of chapters 1 and 8, the Centre for Legumes in Mediterranean Agriculture (CLIMA) for support during the final stages of writing and Mike Perry (CLIMA, Western Australian Department of Agriculture) for facilitating the wider circulation of this thesis. v