Medieval Romances, Ballads

El volumen contiene la edición de los romances publicados por primera vez en las Tres partes de la Silva de Esteban de Nájera y los índices de los tres volúmenes en edición facsímil y estudio preliminar publicados con anterioridad, todo ello a cargo de Massimo Marini, con un estudio introductorio de V. Beltran.

Hrólfs rímur Gautrekssonar are 'rímur' (a metrical romance) in five fits, 263 stanzas in total, a versification of the second half of the Icelandic legendary saga Hrólfs saga Gautrekssonar. These late medieval rímur are set in England and Ireland and relate the adventures of Hrólfr Gautreksson, king of Sweden, and his companions, especially Þórir ‘Iron-shield’. The rímur are only preserved in one manuscript, AM 146 a 8vo, a slightly defective paper codex written in Flatey in Breiðafjörður in the first half of the seventeenth century. Five post-medieval ballads of the same story are extant, which suggests that the story of Hrólfr and his friends and foes was extremely popular in Iceland both in verse and prose form throughout the ages. This anonymous metrical romance, which probably follows Hrólfs saga’s shorter redaction, is here dated to ca. 1500 on linguistic grounds. The article discusses its manuscript preservation, metre, style, language, and content, and situates it within the wider literary and socio-historical context in Northwest Iceland in the late medieval period. Finally, the article presents a diplomatic edition of the rímur with commentary.

A cura di Antonio Calvia.
L’opera di Nicolò del Preposto rappresenta uno dei più significativi esempi dello straordinario connubio tra poesia e musica che permeò il Trecento italiano. All’interno del «corpus» figurano i tre generi cardine del repertorio profano – ballata, madrigale e caccia – intonati in polifonia a due e a tre voci, secondo molteplici varietà di tecniche e soluzioni formali. La tradizione manoscritta musicale è costituita da alcune delle principali sillogi antologiche compilate in Italia tra la fine del Trecento e i primi decenni del secolo successivo. Il rilievo conferito a Nicolò all’interno del Codice «Squarcialupi» della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, alla stregua di quello di Bartolino da Padova, è oltrepassato solo dall’indiscusso primato della figura di Francesco Landini. Un documento d’archivio permette di collocare l’attività di Nicolò del Preposto a Firenze negli anni Sessanta, epoca in cui riveste un ruolo chiave nell’interazione tra compositori e rimatori coevi. I testi da lui intonati, d’autore o adespoti, sono caratterizzati da fitte trame di rimandi, più o meno consapevoli, alla tradizione lirica italiana, Dante in primis, e al resto del repertorio musicale arsnovistico. Ebbe probabilmente contatti diretti con importanti poeti fiorentini come Franco Sacchetti e Niccolò Soldanieri, di cui mise in musica varie rime. Intonò inoltre un componimento di Boccaccio e un prezioso madrigale trilingue, forse di Petrarca, cui è associata una virtuosistica veste canonica. L’edizione critica delle rime intonate e, separatamente, delle musiche, destinata agli studiosi e agli esecutori, è completata da un approfondito commento ed è preceduta da un’ampia introduzione che contiene l’esame della tradizione manoscritta musicale e letteraria, l’analisi della notazione, nonché un inquadramento delle composizioni all’interno del sistema trecentesco dei generi poetico-musicali.