Girolamo Ruscelli

ISABELLE GIGLI CERVI, Una biografia in veste di lettera: il caso beccadelliano della Vita et costumi del reverendo monsignor vescovo di Fano NICOLÒ MAGNANI, La 'questione delle signorie' fra confronto epistolare e speculazione normativa: Girolamo Ruscelli e la precettistica sul segretario FRANCESCO AMENDOLA, «La poesia è una malatia che vien' a gli huomini»: su una lettera restituita a Girolamo Fracastoro e sulla datazione del 'carmen X' ad Alessandro Farnese Indice dei Nomi * Le curatrici ringraziano Clizia Carminati, Paolo Procaccioli ed Emilio Russo per il supporto costante a questa iniziativa di pubblicazione e per tutti i loro preziosi consigli. contulerunt, ii non humana, sed divina potius laude celebrantur, quippe cum non suae tantum urbis amplitudini ac gloriae consulant, sed publicae quoque hominum utilitati ac saluti. […] Haec enim gentes illas, populosque omnes omnibus artibus, quae liberales vocantur, instituit». All'ideale dell'utilità universale della conoscenza e a quello, conseguente, della necessità di diffonderla, si ispirerà, come vedremo meglio a breve, la cosiddetta Repubblica delle lettere. Il testo della Praefatio si legge in

Le imprese illustri di Girolamo Ruscelli, e la princeps in particolare, costituiscono un monumento della tipografia del secondo Cinquecento, testo magistralmente descritto da Ruth Mortimer, cui si rimanda per le questioni di carattere bibliologico. 1 L'opera è suddivisa in tre libri: nel primo la questione è affrontata dal punto di vista teorico, pur inserendovi 4 imprese. Nel secondo e nel terzo si passa alla pratica: i personaggi di cui si dà conto si susseguono alfabeticamente per nome di battesimo. Così nel secondo libro si inizia da Alfonso II duca di Ferrara per arrivare all'Unico (Bernardo Accolti), lo sfortunato signore di Nepi, incontrando, tra gli altri, papi, imperatori, re e regine. Nel terzo, dove latitano le teste coronate ed è invece presente l'impresa di un'accademia, partendo da Alfonso Carafa si approda a Scipione Porcellaga. Infine, l'impresa dell'autore, Girolamo Ruscelli, disposta alla fine del terzo libro, costituisce l'explicit dell'intera opera. 2 * Ringrazio calorosamente l'organizzatore di questa impresa ruscellesca, l'amico Paolo Procaccioli, per avermi invitato e coinvolto nella ricerca.

Two slightly posthumous descriptions of Machiavelli as a prodigious improviser of octaves on the lira – one hitherto unknown (because it had been censored), the other barely known – shed new light on his profile as a man and intellectual. A reconsideration of the letters, of the social and cultural ties, of the contemporary portraits and of the literary works (especially in verse) by Machiavelli, offers a host of confirmations, as dispersed as they are systematic (with some fine-tuning about the second Venetian 'Mandragola' and the 'Serenata' too). The pieces of information, features and analogies that come to light underscore messer Niccolò’s close ties with the Florentine tradition of improvised poetry and brilliant entertainment. Poetic improvisation was also pursued in elite environments, but it was particularly and organically linked to the centuries-old school of popular singers and palace heralds, without any discontinuity between high and low culture. Machiavelli seemed to position himself precisely at the centre of that continuum, and obtained from that tradition and from his own canterino-like talents a body of knowledge and techniques of no small import, not just for his literary production, but also for his diplomatic and political activity.

Due descrizioni di poco postume di Machiavelli come prodigioso improvvisatore di ottave sulla lira – una finora ignota (perché censurata) e l’altra poco meno che tale – gettano una luce nuova sul suo profilo di uomo e di letterato. Una rinnovata esplorazione dell’epistolario, dei legami sociali e culturali, dei ritratti coevi e delle opere letterarie (soprattutto in versi) di Machiavelli offre una messe di conferme tanto disperse quanto sistematiche (con qualche messa a punto anche sulla seconda "Mandragola" veneziana e sulla "Serenata"). Ne emergono dati, connotati e analogie che sottolineano gli stretti rapporti di messer Niccolò con la tradizione fiorentina della poesia improvvisata e dell’intrattenimento brillante. L’improvvisazione poetica era coltivata anche in ambienti d’élite, ma era specialmente e organicamente legata alla secolare scuola dei canterini popolari e degli araldi di palazzo, senza soluzione di continuità tra cultura alta e bassa. Machiavelli sembra posizionarsi proprio in mezzo a quel continuum, e trarre da quella tradizione e dalle proprie doti “canterine” saperi e tecniche di non poca importanza non solo per la sua produzione letteraria, ma anche per la sua attività diplomatica e di trattatista politico.

L’articolo si propone di indagare i testi di dedica e altre tipologie paratestuali a questi correlate che accompagnano le molteplici edizioni delle Rime di Vittoria Colonna tra il XVI e il XIX secolo, tenendo conto della particolare circostanza che vede nel ruolo di autrice dell’opera dedicata una delle più illustri dedicatarie del Cinquecento. Si cercherà di mettere in luce le modalità di presentazione e di promozione dell’immagine e dell’opera della poetessa da parte dei vari curatori che ne allestirono le edizioni, tra i quali spiccano i nomi di alcuni dei maggiori poligrafi del Cinquecento. Dall’analisi diacronica delle dediche sarà infine possibile trarre interessanti conclusioni sulla ricezione dell’opera della Colonna, e sull’importanza e il prestigio che questa ebbe nei diversi contesti sociali e culturali.

Pubblicata nel 1543 e suddivisa in 63 canti ricchi di stanze encomiastiche in onore dei Gonzaga, cui è dedicata, la Continuatione di Orlando Furioso con la morte di Ruggiero 1 del letterato umbro Sigismondo Paolucci Filogenio 2 è l'ultimo poema in ottava rima stampato da Niccolò Zoppino, editore «particolarmente attivo nel settore dei romanzi cavallereschi» 3 e, ancor più significativamente, nel sottogenere delle 'continuazioni' 4 . Non sarà dunque casuale che il testo sia accompagnato da un ricco corredo paratestuale costituito da quattro lettere: una dell'autore, una dell'editore, una più breve di Pietro Aretino e una molto più lunga intitolata Apologia di M. Hieronimo Ruscelli contra i biasmatori della Continovatione d'Orlando Furioso del Filogenio 5 . L'Apologia, segnalata per la prima volta da Paolo Trovato 6 , è interessante per diverse ragioni: innanzi tutto perché è una delle pochissime opere originali scritte da Girolamo Ruscelli nel periodo precedente il suo trasferimento a Venezia 7 , periodo sul quale abbiamo ancora oggi scarse 1 S. PAOLUCCI FILOGENIO, Continuatione di Orlando Furioso con la morte di Ruggiero, in Vinegia, ad istantia di M. Nicolò d'Aristotile detto il Zoppino, 1543; per un'analisi del poema cfr. G. SACCHI, Fra Ariosto e Tasso: vicende del poema narrativo, Pisa, Edizioni della Normale, 2006, pp. 145-151; un riassunto del testo è fornito da G. BETTIN, Per un repertorio dei temi e delle convenzioni del poema epico e cavalleresco: 1520-1580, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 2006, II, pp. 1582-1583. 2 Per le notizie biografiche sul letterato, nato a Cerreto di Spoleto nel 1496 e morto sul finire del XVI secolo, L. IACOBILLI, Bibliotheca Umbriae sive De scriptoribus Provinciae Umbriae alphabetico ordine digesta, Fulginiae, apud Agustinum Alterium, 1658, p. 252; A. ALUNNO, Sigismondo Paolucci detto Filogenio di Cerreto di Spoleto, poeta del secolo XVI, «Bollettino della Regia Deputazione di Storia Patria per l'Umbria», XXIX, 1928-1932, pp. 167-185. Il Paolucci è autore di un altro poema in ottava rima: S. PAOLUCCI FILOGENIO, Notte d'Aphrica, impresso in Messina, per Petruzo Spira, 1535-1536, per il quale si rinvia a L. LORENZINI, Nel nome di Dio l'impresa di Carlo V contro gli infedeli. Le notte d'Aphrica, «La parola del testo», VII, 2003, pp. 355-373; in conclusione del primo libro del poema (cc. M7v-N2r) si leggono ancora cinque centoni petrarcheschi e sette sonetti del Filogenio; altri cinque sonetti e una canzone sono pubblicati in La Nimpha tiberina del Molza eccellentissimo novellamente posta in luce con altre sue rime et de altri diversi autori non più vedute in stampa, [s. n. t.], cc. 30r-32v; altri due sonetti all'inizio e in conclusione di un'altra 'continuazione' del Furioso, quella di G. PESCATORE, Morte di Ruggiero, in Venetia, per Paolo Gerardo, 1556, cc. 4r e 191r. 3 B. GUTHMÜLLER, Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Roma, Bulzoni, 1997, p. 119. 4 Sullo Zoppino e le sue strategie editoriali si rinvia adesso, anche per la bibliografia pregressa, a L. SEVERI, «Sitibondo nel stampar de' libri». Niccolò Zoppino tra libro in volgare, letteratura cortigiana e questione della lingua, Manziana, Vecchiarelli, 2009. 5 G. RUSCELLI, Apologia contra i biasmatori della Continovatione d'Orlando Furioso del Filogenio, in Vinegia, ad istantia di Nicolò Zoppino, 1543. 6 P. TROVATO, Con ogni diligenza corretto. La stampa e le revisioni editoriali dei testi letterari italiani (1470-1570), Bologna, Il Mulino, 1991, p. 244 (e più in generale sull'attività del Ruscelli editore pp. 241-268); sull'Apologia in relazione agli apparati paratestuali dei poemi postariosteschi si è soffermato anche SACCHI, Fra Ariosto e Tasso cit., pp. 27-61: 31-33. 7 C. DI FILIPPO BAREGGI, Il mestiere di scrivere. Lavoro intellettuale e mercato librario a Venezia nel Cinquecento, Roma, Bulzoni, 1988, sostiene infatti che «la sua produzione letteraria -che fu copiosissima -è tutta veneziana, ma tutta successiva al 1550» (p. 34); più puntuale G. MASI, Dal Collenuccio a Tommaso Costo: vicende della storiografia fra Cinque e Seicento, Napoli, Editoriale Scientifica, 1999, p. 40: «Si erano avute sino all'allestimento del Compendio

"L’intenso quindicennio (1551-1566) in cui si svolge la carriera editoriale di Girolamo Ruscelli è caratterizzato dal progressivo affinamento dei meccanismi di un apparato paratestuale che estende la sua influenza sull’area del testo e ne veicola la fruizione allargata all’intero mercato del «mondo». La regia di questo articolato congegno viene sistemata nella sezione dei paratesti preliminari, che – come risulta dalla silloge qui pubblicata – da spazi tradizionalmente riservati all’autore e al tipografo, diventano il luogo in cui la nuova figura del curatore-editore realizza il proprio ruolo professionale nel dialogo con l’universo dei lettori, introducendosi di forza nei rapporti di produzione culturale della piena età della stampa.
Nelle 34 dediche e nei 26 testi variamente riconducibili alla categoria dell’avviso che aprono le circa 40 edizioni allestite da Ruscelli si assiste allo sviluppo di un discorso unitario basato su alcune costanti fondamentali. Nello specifico della dedica, egli agisce da vero auctor del genere, modificando gli equilibri interni dell’epistola in funzione della componente prefativa e ricollocando la figura del patronus in una posizione ancillare che gli assegna forte responsabilità nel successo della pubblicazione. Così concepito, il complesso dei paratesti preliminari diventa la sede ideale per condurre nel solco della moderna saggistica militante l’autopromozione della figura ibrida di mediatore culturale in equilibrio tra mondo delle lettere e pratica tipografica. Ma, soprattutto, le dediche e gli avvisi di Ruscelli risultano cruciali per la presentazione di un catalogo editoriale che cresce intorno a un ampio progetto di divulgazione culturale imperniato sull’affermazione del volgare come lingua moderna al «colmo» di perfezione e prossima a scalzare il latino dalla sua posizione di dominanza."

Una donna coraggiosa che ha seguito suo marito il comandante Astorre Baglioni andando a vivere in diverse città italiane, e lo ha difeso davanti al potere veneziano durante l'assedio di Famagosta, dove lui è poi morto. Erede di una grande famiglia fiorentina era considerata donna bellissima e letterata, animatrice di circoli letterari

Il contributo contiene la pubblicazione e il commento delle lettere autografe di Lorenzo Giacomini a Scipione Bargagli, tratte dal manoscritto Ricc. 2438 I della Biblioteca Riccardiana di Firenze, e delle relative risposte autografe del Bargagli contenute nello stesso codice, già pubblicate da Pietro Fanfani in «Lettere inedite di vari illustri senesi». Il confronto tra il Bargagli e il Giacomini riguarda principalmente l'«introducimento di voci forestiere e strane» e s'inquadra nella polemica tra i sostenitori di Torquato Tasso e gli avversari della sua opera poetica. Lorenzo Giacomini, l'allievo e amico del fonetista Giorgio Bartoli, contrasta il gusto naturalistico e arcaizzante delle proposte coeve dei fiorentini, rivendicando la libertà stilistica e la deliberata scelta di voci funzionali all'intensità espressiva.

This essay discusses the emergence of empirical practices both in houses of craft and medicinal laboratories in Venice during the 1550s, a period in which, with the fortunate collection of the Secrets of Alexis anonymously published by the relentless polymath Girolamo Ruscelli, the Venetian world had firmly sided with the printed word as a strategy of scientific information and communication, progressively pushing manuscript communication to the verge of irrelevance. As I argue, it was a diffuse sense of saturation in the Venetian marketplace of similar 'galleries' and 'theatres'a phenomenon traditionally ascribed to the rise of the early modern museum -that gave Ruscelli his reputation as a master of virtual witnessing. I present here some examples of commerce and collecting, translations, and visual adaptations in print as representative of epistemological changes taking place within commercial and long-distance networks, and I examine the type of gathering activities both institutions and people deployed as they extended the technological and cognitive jurisdictions of media within the printing house.

Project's abstract: How are rhetoric and medicine combined in the early modern Italian literature? What role does the vernacular play? Which is the legacy of this literature? This project will contribute to answer to these questions by focusing on the widespread literature of Secreti (books of secrets), which was a popular genre of medical texts that peaked in Italy between 1550 and 1600 and aimed at providing the readers of any social class, gender, or age with an encyclopedic compendium of the medical knowledge for self-healing and preservation. These books collect medical remedies to cure any kind of illness and imperfection using also magic, astrology and alchemy. The authors of these texts (Alessio Piemontese, Leonardo Fioravanti and Isabella Cortesi, among others) gather, organize and convey in the vernacular a paramount knowledge on how to defeat epidemies, poisons and other common diseases. The PhD student will study the rhetorical strategies and the use of vernacular in the 16-century books of secrets with a focus on the UGent Library's collection.

Il trattato "Del modo di comporre" (Venezia, Sessa, 1558-1559) è la sezione manualistica e iniziale dell'opera più nota e più longeva di Girolamo Ruscelli, il cosiddetto "Rimario". Una guida pratica per l'apprendimento dei meccanismi della composizione lirica in volgare che offre regole ortografiche, precetti metrici e consigli stilistici. Il testo proposto, fondato sull'ultima edizione (1563) pubblicata in vita dell'autore, è arricchito dal corredo filologico delle varianti relative alle precedenti emissioni della "princeps". Il commento, di tipo storico-interpretativo,  dà conto della spiccata intertestualità del trattato che dialoga – a volte esplicitamente e a volte sottotraccia – con larga parte del panorama culturale coevo in materia.

In un articolo del 1946 Bruno Migliorini poneva fine alla vexata quaestio sull'origine spagnola dell'allocutivo di deferenza di terza persona: piuttosto che l'imitazione di un determinato fenomeno linguistico straniero, siamo in presenza di un'ondata di cerimoniosità, entrata in Italia per indubbia influenza spagnola, ma dilagata molto al di là che nella Spagna stessa. Grazie a questa cerimoniosità una forma allocutiva, prima limitata ad una cerchia ristretta, giunse fino alle classi più umili. Ossia, concludendo, la spinta culturale che ha prodotto l'espansione del Lei è indubbiamente spagnola, mentre l'origine della forma e il modo in cui essa si è cristallizzata sono in massima parte nostrani 1 .

Il volume raccoglie le osservazioni sul lessico tecnico della musica e del teatro del Cinquecento, attestato dalle traduzioni manoscritte di alcuni trattati greci: «Onomasticon» di Polluce, i «Problemi musicali» («Probl. XIX»), attribuiti ad Aristotele e altri testi più brevi. Le traduzioni, eseguite dal fonetista fiorentino Giorgio Bartoli (1534-1583), forniscono materiali per l'allestimento di un glossario ragionato che costituisce il nucleo centrale del volume.

Si tratta di uno studio del pilastro a bassorilievi innalzato a Ravenna dal Presidente della Romagna, il vescovo Pietro Donato Cesi, poco dopo la metà del '500. Si analizza il ciclo simbolico delle decorazioni e il collegamento fra l'opera, la battaglia di Ravenna (1512) e la successiva guerra fra guelfi e ghibellini in Romagna.
The essay examines the bas-relief decorated pillar, raised up by the bishop Pietro Donato Cesi in Ravenna, after the half of the XVIth century. The symbolic decoration is connected to the battle of Ravenna (1512) and the contemporary war between Guelphs and Ghibellines in Romagna.

La riscoperta di una misconosciuta (perché censurata) descrizione di Machiavelli come prodigioso improvvisatore in ottave sollecita domande inedite sul suo conto e getta una luce nuova sul suo profilo di uomo e di letterato. È possibile che il Segretario fiorentino sia stato un poeta estemporaneo, un cantore sulla lira -e di prima categoria, per giunta? Come si spiega che una dote e una attività tanto peculiari siano rimaste ignote per secoli? Come si conciliano col resto che sappiamo di lui? E quanto sappiamo davvero di lui?

The intellectual societies known as Academies played a vital role in the development of culture, and scholarly debate throughout Italy between 1525-1700. They were fundamental in establishing the intellectual networks later defined as the ‘République des Lettres’, and in the dissemination of ideas in early modern Europe, through print, manuscript, oral debate and performance. This volume surveys the social and cultural role of Academies, challenging received ideas and incorporating recent archival findings on individuals, networks and texts. Ranging over Academies in both major and smaller or peripheral centres, these collected studies explore the interrelationships of Academies with other cultural forums. Individual essays examine the fluid nature of academies and their changing relationships to the political authorities; their role in the promotion of literature, the visual arts and theatre; and the diverse membership recorded for many academies, which included scientists, writers...

La riflessione sul canone e sugli usi della lingua La natura e la regola (ancora su toscani e "lombardi") 9 Alessio Cotugno Petrarca «sotto lo stile di Prisciano»: il dialogo grammaticale inedito di Gregorio Anastagi sul proemio del Canzoniere (Trieste, Biblioteca Attilio Hortis, ms. I 55) 37 Lorenzo Sacchini Apprendere l'uso dei «lodati scrittori». Autorità ed esempi letterari nelle prose linguistiche di Benedetto Varchi 61 Ester Pietrobon «Con facilità et copiosamente». Risvolti didattici della citazione d'autore nei Commentarii della lingua italiana di Girolamo Ruscelli 91 Sara Giovine Los mecanismos de contextualización de los ejemplos en gramáticas españolas del siglo xviii: contextualización lingüística, contextualización pragmática y función contextualizadora 121 Francisco Escudero Paniagua Strumenti e metodi per l'apprendimento Modelli linguistici e canone letterario nelle prime grammatiche italiane per spagnoli Paolo Silvestri La ejemplificación en la Gramatica spagnuola e italiana de M. Chirchmair (1709): análisis del componente léxico Giulia Nalesso El aparato ejemplar en la Grammatica della lingua spagnola de José Martínez de Valdepeñas (¿1785?) Anna Polo Per «bene e correttamente scrivere e favellare». Aspetti didattici della grammatica di Girolamo Buoninsegni Francesca Cialdini Ejemplificación en el campo del verbo en la Nouvelle grammaire italienne et espagnole (1624) de Jean Saulnier. Modelos gramaticográficos Andrea Seilheimer Indice dei nomi Sara Giovine «Con facilità et copiosamente». Risvolti didattici della citazione d'autore nei Commentarii della lingua italiana di Girolamo Ruscelli 1. Ruscelli e i Commentarii della lingua italiana

alle volte a più d'uno accade di dedicar libri a persone, con le quali si convengan tanto, quanto le gioie co i galli. 1 Con questa sentenza sfumata nell'allusione all'apologo del pullus ad margaritam, dietro cui si scorge il sorriso del consumato mestierante della pratica prefatoria, Ruscelli avvia la conclusione della dedica a Giovanni Battista Gavardo della sua Lettura sopra un sonetto del Marchese della Terza alla Marchesa del Vasto. L'oggetto in esame è un classico della topica controversistica de re dedicatoria, ossia il tema della convenienza del dono. 2 Come prevedibile nel gioco retorico qui innescato, la segnalazione del rischio della sconvenienza è in realtà funzionale all'immediata presa di distanza di Ruscelli dalle degenerazioni, con conseguente definizione in positivo di una professione editoriale che sullo scorcio del 1552, quando viene licenziata alle stampe la Lettura, può già vantare un bottino cospicuo di pubblicazioni:

Since its first reappearance in the ’30 of Quattrocento, the 'impresa' is a Renaissance sign par excellence, representative and communicative of the specific individual virtues of the owner. The essay aims at highlighting how 'impresa' is important by different points of view - conceptual, philosophical, historical-cultural, iconographic. Mainly interesting are the considerations of the first humanists who propose theoretical reflections on the issue: Paolo Giovio and Girolamo Ruscelli.

La biografia di una donna forte del XVI secolo che ha lottato per la difesa della giustizia e della propria famiglia offesa da un omicidio.  Dopo l'assassinio di suo fratello Achille ha trascorso la vita nel tentativo mai riuscito di ottenere la condanna di chi l'aveva ucciso. Poetessa e scrittrice ha trasposto nella lirica i suoi stati d'animo

Tommaso de’Cavalieri is best known as the young man who attracted Michelangelo’s passionate attention in the early 1530s. The recipient of drawings, poems, and letters from the artist, Cavalieri was also a high ranking member of Roman society. This article details the traces of Cavalieri’s public reputation at the time of his marriage in 1544 to Lavinia della Valle. Relying on unpublished and overlooked literary sources, this article provides a more nuanced and thorough accounting of Cavalieri’s place in sixteenth‐century Rome, not only as Michelangelo’s beloved and most trusted friend, but as a member of the Roman establishment, a veteran of several terms in public office, an advisor to popes and cardinals on artistic matters, a collector of antiquities, drawings, and other artworks, and a husband and father.

Analizza le più recenti acquisizioni degli studi su Girolamo Ruscelli per riflettere sull'assoluta inadeguatezza della banale categoria di "poligrafi" e per ribadire l'importanza degli studi su queste nuove figure professionali che operano per l'editoria

Si ricostruisce la significativa vicenda editoriale di un'opera, il "Compendio della storia del Regno di Napoli", composta da Pandolfo Collenuccio alla fine del Quattrocento, ma pubblicata la prima volta solo una quarantina di anni dopo da Michele Tramezzino. Tale vicenda è emblematica da un lato del trattamento cui nel Cinquecento venivano sottoposti testi del secolo precedente, dall'altro della manipolazione di un testo storico 'scomodo', confezionato da uno 'straniero' e contenente giudizi sgraditi sia ai viceré spagnoli sia soprattutto alla nobiltà regnicola. Si succedono un primo intervento correttorio di Girolamo Ruscelli, che agisce sul piano linguistico e su quello del contenuto (con postille che smentiscono o criticano il testo, rimandando a una postfazione in cui sono discussi casi particolari e viene delineato un futuro piano editoriale che sarà sostanzialmente seguito dai curatori successivi); una serie di edizioni con accodate continuazioni di aggiornamento fino al presente, in mancanza di storie del Regno alternative (opera di Mambrino Roseo e Cola Aniello Pacca); le nuove edizioni suscitano varie opposizioni (Benedetto Di Falco, Scipione Ammirato); in un caso, un oppositore pubblica una sua storia che è in sostanza un plagio del Collenuccio (Giovan Battista Carafa); la prima vera storia alternativa è quella, scritta, con ampio ricorso alle fonti locali, da Angelo Di Costanzo. Un sostenitore del "Compendio" agisce invece nella Svizzera calvinista: è l'autore della versione latina (quindi diffusa in Europa), Giovanni Niccolò Stoppani (non per caso, dati gli apprezzamenti del Collenuccio alla politica antipapale di Federico II: Stoppani è l'autore delle coeve versioni latine di Machiavelli). Infine, il coronamento è offerto dall'ultimo continuatore, Tommaso Costo, che attraverso l'uso massiccio di postille e commenti, pur continuando a pubblicare il testo collenucciano, lo stravolge completamente, ribaltandone il significato attraverso sistematiche smentite. Tale è il "Compendio con le giunte" che ancora si pubblica nel 1613; ma nel frattempo è stata scritta una nuova storia completa condotta con metodo rigoroso (e anch'essa molto osteggiata), quella di Giovanni Antonio Summonte.

In order to illustrate the inner workings of audience perception, Aristotle compares the one who listens to the one who runs: the listener needs to grasp speech’s purpose, just as those who run need to foresee the finish line. This essay aims to study the development of the Aristotelian comparison between listening, thinking and running within the sixteenth-century literary theories, whose debate on lyric poetry and rhyme’s use was deeply influenced by Aristotelian thoughts. After examining some key passages of Renaissance literary theories, among which those of Girolamo Ruscelli, Giraldi Cinzio and Girolamo Muzio, the essay focuses on the path that leads to Torquato Tasso’s poetic novelty. His lyric poetry is indeed the peak of a cultural change, during which Aristotelian runner turns into a wanderer, which represents the search for an increasingly difficult and well-read poetry. At the conclusion of the essay, the sonnet "Fabio, io lunge credea col basso ingegno" is analyzed as an example of Tasso’s poetic innovations.