Books by Cristina Acucella
Il volume analizza il rapporto tra intellettuali e potere nelle “periferie” del Regno di Sicilia ... more Il volume analizza il rapporto tra intellettuali e potere nelle “periferie” del Regno di Sicilia e di Napoli in età medievale e moderna. Il tema costituisce un nodo centrale per la comprensione delle produzioni letterarie, storiografiche e, più in generale, testuali, soprattutto a partire dalla nascita delle corti, primari centri di aggregazione delle élites politico-culturali.
In una prospettiva interdisciplinare, diversi studiosi riflettono sul ruolo svolto in vari contesti geografici dell’Italia meridionale da uomini e donne di lettere: contestazione o legittimazione del potere politico ma anche partecipazione a pratiche culturali più o meno strettamente ricollegabili alle evoluzioni dei sistemi di governo. Lo studio si integra con i risultati del progetto di ricerca DiLiBas e sviluppa gli spunti di riflessione avviati nel convegno Intellettuali e potere, il potere degli intellettuali: produzioni culturali tra centri e periferie del Regno in età tardo medievale e moderna, tenutosi nel marzo 2022 presso l’Università degli Studi della Basilicata.
Sommario:
Cristina Acucella, Paolo Conte, Teofilo De Angelis, Introduzione: 7
Teofilo De Angelis, La corte di Manfredi nella Historia dello pseudo Iamsilla: 17
Lorenzo Miletti, Umanisti-vescovi nel Regno di Napoli tra Pio II e Ferrante d’Aragona. Il rilancio della cultura classica e dell’antico locale nelle città: 31
Sebastiano Valerio, Il ducato di Bari tra Isabella e Bona: percorsi della cultura aragonese a cavallo tra XV e XVI secolo: 55
Paolo Procaccioli, Girolamo Ruscelli e l’eco di Napoli in una Venezia “periferia” del Regno: 71
Cristina Acucella, Le accademie venosine dei Piacevoli e dei Rinascenti. I testi, il canone e le politiche culturali: 97
Paolo Conte, Da una polemica letteraria a un conflitto politico: la contesa fra Matera ed Acerenza a metà ’600, fra “antimarinismo” e rivendicazioni cittadine: 119
Maria Anna Noto, Identità, genealogia e autorappresentazione delle élites nobiliari di età moderna: le “storie” del lignaggio Acquaviva: 141
Indice dei nomi: 169
Il sogno dell'amata nella lirica del Rinascimento. Da Petrarca a Marino, 2022
Questo saggio propone un percorso sul sogno dell’amata da Petrarca a Marino, considerando l’evolu... more Questo saggio propone un percorso sul sogno dell’amata da Petrarca a Marino, considerando l’evoluzione del tema e dei suoi motivi entro le forme dell’imitatio lirica.
Oltre a rendere visibili alcune ‘catene’ tra testi, si mettono in rilievo quei casi particolari in cui la poetica dei singoli autori dà vita a originali modellizzazioni del tema, destinate a una certa fortuna. Si tiene conto, inoltre, del modo in cui il sogno dell’amata partecipa alla dispositio di alcuni canzonieri o alla creazione di specifiche corone testuali. Come mezzo compensatorio dell’assenza dell’amata reale, il sogno è anche analizzato in quanto forma di rappresentazione, connessa ai processi dell’imaginatio e della cogitatio, ed è pertanto confrontato con altre modalità sostitutive analoghe ma non del tutto ad esso sovrapponibili, in primis il ritratto pittorico e quello mentale.
Le oscillazioni tra visio e insomnium, che mettono in discussione la tassonomia medievale, l’invocazione al Sonno, che torna a essere un dio in ambito moderno, il rinnovato interesse verso i miti di Endimione e delle porte dei sogni e una ritrovata sensualità sono solo alcune delle innovazioni quattro-cinquecentesche del tema, ricollegabili talvolta all’influenza delle correnti orfiche e neoplatoniche, talvolta al repêchage di motivi classici e umanistici.
Il potere e le Accademie.
Reti, scambi e produzioni nel Regno di Napoli in età moderna.
... more Il potere e le Accademie.
Reti, scambi e produzioni nel Regno di Napoli in età moderna.
Il fenomeno delle Accademie offre uno speciale punto di osservazione dei rapporti tra cultura e potere. Nell’estesa e multiforme geografia del Regno di Napoli, sono numerosi i sodalizi sorti fra il XVI e il XVII secolo. Questo contesto merita ulteriori studi e approfondimenti.
Per le singole Accademie, nello specifico, restano da indagare vari aspetti, tra i quali:
- le relazioni con il potere politico (centrale e periferico) e con le istituzioni culturali esistenti;
- l’organizzazione interna;
- le pratiche (letture, lezioni);
- il confronto con il canone;
- le produzioni testuali e il loro collegamento con la stampa.
Lo studio dei casi particolari può fornire un contributo a quello del macrosistema. A quest’ultimo approccio, improntato alla complessità, si connette un ulteriore ordine di problemi, di carattere sistemico e relazionale. Tra questi (solo per indicarne alcuni):
- il ruolo degli organi del potere nell’istituzione o soppressione di Accademie;
- i rapporti tra Accademie, tra centro e periferia;
- l’esistenza di centri minori particolarmente attivi, tali da rappresentare dei punti di riferimento per altre realtà periferiche;
- lo spostamento degli accademici e la conseguente circolazione di idee e di testi tra centro e periferia, ma anche tra il Regno e l’esterno.
Saranno accolte le proposte che, anche da diverse angolazioni, incluse quelle più strettamente metodologiche, offriranno un contributo alle questioni mobilitate.
Scadenza per l'invio delle proposte: 22 giugno 2021
E-mail: [email protected]
istruzioni su: https://www.italianisti.it/associazione/congressi-adi/letteratura-e-poterepoteri
Firenze University Press, 2008
Il commento alle Lettere e Rime che Chiara Matraini (1515-1604), ottantaduenne, pubblicò a Venezi... more Il commento alle Lettere e Rime che Chiara Matraini (1515-1604), ottantaduenne, pubblicò a Venezia, presso Moretti, nel 1597, intende fornire un’analisi organica della composizione, del rapporto tra i generi, delle modalità dell’imitatio e del sostrato filosofico, sociale e culturale che fanno da sfondo all’ultimo canzoniere. Lo studio si concentra anche sulle revisioni occorse lungo l’arco di un quarantennio (1555-1597), dall’adesione al canone petrarchista e bembiano, al Manierismo di fine secolo, nonché sulla torsione in senso controriformistico caratterizzante la parallela scrivania filosofico-devozionale e qui ravvisabile in filigrana. L’indagine considera inoltre l’intero liber di Lettere e Rime come un insieme volutamente organico e strutturato nel raccordo tra le due parti. Ad emergere è un’opera complessa, anche in virtù della sua ‘marginalità’, restituita insieme ai molteplici ripensamenti che animarono la lunga, quasi secolare, esistenza dell’autrice lucchese.
Papers by Cristina Acucella
Intellettuali e potere nelle periferie del Regno Accademie, corti e città in Italia meridionale (sec. XIII-XVIII), 2023
This essay examines several aspects hitherto little surveyed, relating to the two Academies born ... more This essay examines several aspects hitherto little surveyed, relating to the two Academies born in Venosa between the sixteenth and seventeenth centuries: the Piacevoli and the Rinascenti. The analysis focuses mainly on the texts and lessons. For the former Academy, the “mythicized” cult of Horace is highlighted. Thanks to this, the local elites try to give Venosa a symbolic centrality. For the latter Rinascenti, on the other hand, a greater modernistic trend can be identified and, moreover, the connection with the Accademia degli Oziosi in Naples. Finally, at the political level, my analysis emphasizes the difference between the two experiences. The Piacevoli had the local patriciate as their fulcrum, with the support of Scipione de’ Monti; for the Rinascenti, however, the political-cultural initiative of Prince Emanuele Gesualdo was decisive.
Letteratura e Potere/Poteri Atti del XXIV Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti) Catania, 23-25 settembre 2021, 2023
Lo studio si sofferma sulla fondazione dell’Accademia dei Rinascenti, avvenuta nella provincia lu... more Lo studio si sofferma sulla fondazione dell’Accademia dei Rinascenti, avvenuta nella provincia lucana del Regno, a Venosa, nel 1612. Del sodalizio, in particolare, sono indagati due aspetti. Uno è il contesto familiare dei Gesualdo, che in quel periodo vedeva il passaggio dei poteri da Carlo al figlio Emanuele; l’altro è la strategia di autorappresentazione messa in atto dal principe Emanuele, il quale fece di questo consesso uno strumento di controllo e consenso delle élites cittadine, in contrasto con il potere ecclesiastico locale.
interpreting and judging petrarch’s canzoniere in early modern italy, Oxford, Legenda, 2021, pp. 26-40, 2021
Girolamo Ruscelli and Ludovico Dolce are, as is known, two key figures of Venetian publishing in ... more Girolamo Ruscelli and Ludovico Dolce are, as is known, two key figures of Venetian publishing in the mid-16th century. Even if their rivalry centered mainly on the illustrated prints of the Orlando Furioso, it is interesting that both (Dolce with the printer Giolito and Ruscelli with the printer Pietrasanta) edited Petrarch's Canzoniere in 1554. The paper compares the editorial, philological and paratextual aspects of the two editions, considering the competitive strategies implemented by the two rivals.
«Lettere italiane», LXXV, 1, 2022
L’Accademia dei Rinascenti, fondata dal Principe Emanuele Gesualdo nel 1612 a Venosa, ebbe per im... more L’Accademia dei Rinascenti, fondata dal Principe Emanuele Gesualdo nel 1612 a Venosa, ebbe per impresa la falena di un baco da seta in procinto di uscire dal suo bozzolo, con il motto «Imbuet alas». L’articolo mira a contestualizzare l’impresa nel sistema culturale di riferimento (con uno sguardo particolare alla trattatistica), che lo aveva fatto oggetto di varie letture, da quella amorosa a quella moralistico-religiosa; conseguentemente, si pone l’obiettivo di circoscrivere il significato che il simbolo assume nel sodalizio venosino. Un’analisi specifica è dedicata al sonetto di accompagnamento, parte nodale del sistema-impresa, di cui sono evidenziati alcuni collegamenti interdiscorsivi con altri testi incentrati sul tema. Ciò che emerge è che la lettura del baco da seta fatta dai Rinascenti si colloca al crocevia tra le interpretazioni cinquecentesche e quelle decisamente concettose di cui invece l’animale è fatto oggetto nel suo exploit seicentesco. Il contrasto tra l’involucro esterno, effimero e caduco, e la falena-anima, rinascente e immortale, oltre a richiamare il piano meta-discorsivo di corpo e anima dell’impresa, su un altro livello definisce l’esercizio letterario degli intelletti che nel bozzolo-accademia divengono alati e si innalzano a un superiore livello di virtù.
The Accademia dei Rinascenti (the Academy of the Reborn), was founded by Prince Emanuele Gesualdo in Venosa in 1612. It had the impresa (image) of a silkworm moth about to emerge from its cocoon, together with the motto «Imbuet alas». My article attempts to contextualize the impresa with its cultural references, particularly in the light of contemporary treatises. These made it the subject of various interpretations, from the amorous to the moralistic-religious. Thus my aim is to circumscribe the meaning assumed by the image within the Venosa Academy. I dedicate particular analysis to the accompanying sonnet, a key part of the impresa system, and where I highlight several interdiscursive links with other texts focusing on the theme. What emerges is that the interpretation of the silkworm made by the Rinascenti stands at a crossroads between previous sixteenth-century interpretations and those full of conceptualization about the creature in its seventeenth-century exploit. The contrast between an external appearance, ephemeral and transient, and the moth-soul, reborn and immortal, recalls the meta-discursive plane of body and soul of the impresa. On another level it defines the literary exercise of intellects within the cocoon-academy as their minds grow wings and rise to a higher level of virtue.
Si danno le prime notizie sull’Accademia degli Sfaccendati, operante a Matera intorno agli anni ’... more Si danno le prime notizie sull’Accademia degli Sfaccendati, operante a Matera intorno agli anni ’20 del XVII secolo. I dati relativi a questo organismo culturale, di cui si ignorava l’esistenza, sono stati raccolti a partire dal ritrovamento di un esemplare della commedia del materano Orazio Persio, Il mal marito (1623), di cui è significativo il corredo paratestuale, e dall’analisi di alcuni componimenti manoscritti dello stesso autore (Rime diverse, Matera, Biblioteca Provinciale “T. Stigliani,” MS 085). L’indagine cerca anche di individuare le ulteriori tappe della vita accademica materana: agli Sfaccendati subentrerà, negli anni ’30, una nuova accademia fondata da Tommaso Stigliani, rientrato per un certo periodo nella città d’origine. Più in generale, con la ricostruzione di alcuni contatti tra letterati e organi del potere, si fornisce un primo inquadramento della cultura accademica, delle manifestazioni teatrali e celebrative, del canone letterario e degli scambi in questa zona del Regno.
L'articolo intende offrire un primo saggio critico sull'opera di Orazio Persio (Matera, 1580-1649... more L'articolo intende offrire un primo saggio critico sull'opera di Orazio Persio (Matera, 1580-1649), con particolare riferimento alle sue Rime diverse (Matera, Biblioteca Provinciale 'T. Stigliani', ms. 085). Nel manoscritto, perlopiù inedito, sono presenti alcuni componimenti che l'autore indirizza a Tommaso Stigliani, tra i quali uno risulta di particolare interesse. Si tratta di un sonetto destinato all'elogio del Mondo Nuovo, poema epico la cui versione completa proprio in quel periodo stentava a trovare uno sbocco editoriale. Il testo encomiastico di Persio riprende e rielabora gli spunti offerti dai grandi modelli epici volgari che sottostanno al poema (in primis la Commedia, la Gerusalemme liberata e l'Orlando furioso). Significativi, però, sono i particolari effetti di senso che scaturiscono dall'associazione metaforica tra 'poema' e 'mondo', la quale è rintracciabile anche in altri testi del milieu romano in cui il giurista e letterato materano compose il suo elogio.
Letteratura e Scienze Atti delle sessioni parallele del XXIII Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti) Pisa, 12-14 settembre 2019 a cura di Alberto Casadei, Francesca Fedi, Annalisa Nacinovich, Andrea Torre Roma, Adi editore 2021 Isbn: 978-88-907905-7-7, 2021
L’Occhiale di Tommaso Stigliani (Venezia, Carampello, 1627) segna, com’è noto, l’avvio della pole... more L’Occhiale di Tommaso Stigliani (Venezia, Carampello, 1627) segna, com’è noto, l’avvio della polemica contro l’Adone.
L’autore mette in luce la noia e il fastidio provocati dall’ampiezza, dall’ampollosità e dal dettato mal riuscito di quello che fin
dalle prime pagine è definito un «confettato componimento». La metafora dell’occhiale, come già il titolo prefigura, riveste un ruolo
centrale; da oggetto indispensabile per una lettura scorrevole, esso diviene cifra simbolica dello scandaglio rigoroso e minuzioso di
un testo passato in rassegna alla luce dei più severi canoni aristotelici. Concettualmente connesso alla precisione analitica e al
potere amplificante del mezzo-occhiale, il giudizio del critico si esprime con un linguaggio e delle metafore di dirompente
espressività: l’opera è, infatti, un «morto mascherato da vivo», avente un’anima «posticcia e straniera» e una struttura solo
superficialmente sostenuta da «puntelli» e «forcine». Il contributo mira ad analizzare i dispositivi testuali messi in atto per
esprimere l’idea di una lettura ‘esperta’ del critico e si sofferma sulle modalità espressive connesse a un argomento centrale della
stroncatura del poema mariniano, ossia la difficoltà di lettura e memorizzazione del testo.
Il saggio ripercorre le varie fasi compositive dei Rerum Vulgarium Fragmenta studiando l’inserime... more Il saggio ripercorre le varie fasi compositive dei Rerum Vulgarium Fragmenta studiando l’inserimento e la dispositio dei vari testi incentrati sul sogno di Laura. Al tema, specialmente legato alla produzione post mortem, Petrarca dedica infatti un’attenzione crescente, soprattutto nelle ultime fasi del lavoro sulla raccolta. Si nota come i testi onirici sembrino creare delle peculiari architetture nelle due parti, connettendosi inoltre al tema del presentimento e al motivo dell’aura.
C. Acucella, Ai margini della crisi di un genere: le lettere di Chiara Matraini, tra il «comporre» e lo «scrivere», in Epistolari dal Due al Seicento. Modelli, questioni ecdotiche, edizioni, cantieri aperti [...], a cura di C. Berra, P. Borsa, M. Comelli, S. Martinelli Tempesta, 2018, pp. 743-768 Le lettere di Chiara Matraini, accluse a due dei suoi canzonieri editi, risultano notevolmente in... more Le lettere di Chiara Matraini, accluse a due dei suoi canzonieri editi, risultano notevolmente interessanti sotto molti aspetti: quello filologico (critica delle varianti e della composizione del testo), quello tematico, quello ‘temporale’ (tra Rinascimento e Controriforma) e quello relativo allo stesso genere dei libri di lettere, in gran voga al tempo, di cui però esse recano già le tracce della crisi (Quondam). Il presente contributo intreccia lo studio di questi elementi con la dimensione più direttamente propria del vissuto dell’autrice, consistente nel riconoscere nella prosa il marchio di una scrittura ‘pienamente tale’, rispetto alla composizione poetica. L’abilità dell’oratoria epistolare diviene quindi nel caso specifico un terreno privilegiato per mettere in scena l’abilità letteraria tout court.
C. Acucella, «Pure vi manca il vivo»: Ludovico Dolce, tra l’elogio a Tiziano e la difesa della poesia, in La letteratura italiana e le arti, Atti del XX Congresso dell’ADI, a cura di L. Battistini, V. Caputo, M. De Blasi, G. A. Liberti, P. Palomba, V. Panarella, A. Stabile, Roma, Adi editore, 2018 L'Italianistica oggi, Adi editore, 2018
Un caso esemplare della ‘competizione’ tra committenza letteraria e artistica a Venezia è la mort... more Un caso esemplare della ‘competizione’ tra committenza letteraria e artistica a Venezia è la morte di Irene di Spilimbergo, nel 1559. Mentre l’Atanagi curava un vasto tombeau, il ritratto della donna veniva ritoccato post mortem forse dallo stesso Tiziano. In uno dei sonetti con cui Dolce partecipa all’antologia, oggetto del presente studio, traspaiono in filigrana i temi essenziali del dibattito sul ‘vero’ in pittura e in poesia, già oggetto della dedica della Paraphrasi alla satira sesta di Giovenale e del Dialogo della Pittura.
C. Acucella, Cambi di progetto. Vittoria Colonna modello e anti-modello nei sonetti proemiali di Chiara Matraini, L’Italianistica oggi: ricerca e didattica, ADI (Roma, 9-12 settembre 2015), a c. di B. Alfonzetti, T. Cancro, V. Di Iasio, E. Pietrobon, Roma, Adi editore, 2017
Isbn: 978-884675137-9 Chiara Matraini (Lucca 1515-1604) costituisce un’eccezione nel panorama del petrarchismo italiano... more Chiara Matraini (Lucca 1515-1604) costituisce un’eccezione nel panorama del petrarchismo italiano per la ‘storia’ del suo canzoniere, il quale conta ben tre diverse edizioni a stampa pubblicate in vita e distribuite nell’arco di un quarantennio (Lucca, Busdraghi, 1555 e 1595, Venezia, Moretti, 1597). Se le prime Rime, legate a un amore giovanile della poetessa, si rifanno essenzialmente al dettato petrarchesco, l’ultimo canzoniere, rielaborato in parallelo a una serie di opere filosofiche e devozionali, mostra invece una facies radicalmente mutata: le metafore amorose cedono lo spazio a un rarefatto sistema di simboli astrologici e lo stile e la sintassi chiamano in causa il nuovo modello retorico della gravitas. Il presente contributo, parte di un lavoro di commento all’ultimo canzoniere della poetessa, si propone di esplicitare alcuni elementi relativi ai diversi orizzonti di poetica di cui si fanno portatori i canzonieri della Matraini, nonché alcuni testi inediti che attestano fasi differenti della sua produzione. Prendendo in esame le quattro versioni di cui disponiamo dei sonetti proemiali, verranno illuminati gli aspetti che denotano un rapporto mai acritico o passivo con il modello di Vittoria Colonna, considerata unanimemente come il più influente nella scrittura poetica della lucchese. Saranno quindi evidenziate le strategie mediante le quali la poetessa cerca di raggiungere dei difficili e mai risolti equilibri tra l’adesione, l’introiezione del modello e l’irrinunciabile istanza della soggettività.
Abstract
L’articolo mira ad analizzare le basi su cui Cellini fonda la propria apologia attrave... more Abstract
L’articolo mira ad analizzare le basi su cui Cellini fonda la propria apologia attraverso lo studio puntuale di alcuni passi della Vita.
Innanzitutto sono evidenziati nel dettaglio i rapporti intertestuali e interdiscorsivi tra il sonetto d’apertura alla Vita e RVF I di Petrarca, modello imprescindibile del testo celliniano, per via della sua funzione proemiale. Altro punto fondamentale è l’analisi dell’episodio della cosiddetta “Madonna Porzia”, con un particolare approfondimento relativo alle implicazioni etiche che sottostanno al testo. Sono messi in luce, inoltre, i punti in cui i passi analizzati risultano concettualmente vicini alla figura ideale dell’artista tratteggiata nelle Vite vasariane.
L’analisi, in conclusione, documenta le modalità mediante le quali l’autore sovrappone il piano della morale a quello della bravura e dell’abilità artistica, facendo di tale sodalizio concettuale il cardine della propria redenzione di uomo e di artista.
Tra le Rime encomiastiche del vastissimo canzoniere tassiano è presente un dittico dedicato al ri... more Tra le Rime encomiastiche del vastissimo canzoniere tassiano è presente un dittico dedicato al ritratto di Irene da Spilimbergo - una nobildonna friulana, poetessa e pittrice allieva di Tiziano - morta, ventunenne, nel 1559, il cui ritratto, attribuito alla bottega del Vecellio, ora alla National Gallery of Art di Washington, reca l’iscrizione, forse aggiunta successivamente, ‘SI FATA / TVLISSENT’, alludente con ogni probabilità alla scomparsa precoce della giovane e promettente artista. La morte, ragion d’essere del dipinto, costituisce quindi un aspetto cruciale anche del tombeau raccolto da Dionigi Atanagi per volere di Giorgio Gradenigo, in cui i riferimenti a Tiziano come pittore di 'immagini vive' fanno continuamente a gara con la poesia e i topoi della tradizione. Partendo da queste considerazioni, il presente contributo mira ad analizzare il modo in cui, nei sonetti tassiani, la retorica della ‘presenza’ si incarica di fare da contrappunto simbolico a un’assenza reale e oggettiva e il rapporto, non certo pacifico, tra tale retorica e la descrizione del dipinto-oggetto. Nella disputa tra pittura e poesia della Venezia del tempo, la 'soluzione' del giovanissimo Tasso appare quindi un unicum che elude, sebbene non in forma definitiva, la 'scomoda' quanto imprescindibile presenza di Tiziano Vecellio, secondo e implicito protagonista della raccolta in morte della nobildonna.
Deception is one of the main features of the erotic dream in Petrarchist poetry. In this scenario... more Deception is one of the main features of the erotic dream in Petrarchist poetry. In this scenario, Vittoria Colonna (1490-1547) is a significant exception. Her poetical activity is entirely dedicated to the memory of her husband, Ferrante, Ferdinando Francesco D'Avalos, died in battle in 1525. In this context, the dream is a vital tool for the encounter with the beloved, that the poetess gradually identify with Christ, but also a moment of spiritual elevation, and, in some cases, a door to the neoplatonic ‘ascensus’ and the religious ecstasy.
Trying to shed light on this important issue for the poetess, but until now little studied, this paper will focus on ‘Rime amorose’ 14, 20, 84 and on the ‘Spirituale’ 36 of the Bullock’s edition (1982), considering the relationship between dream, memory and conjugal faith, the relationship between dream and religion, whereas Ferrante, after death, becomes a means to achieve the ‘True Good’ and, finally, the particular features that the dream acquires in the ‘Amorose’ and ‘Spirituali’ rhymes.
In this way we will attempt to demonstrate that the study of an ubiquitous theme in the Petrarchist 'system', that's erotic dream, it’s an opportunity to investigate the work of a poetess as Vittoria Colonna, for which the interplay between poetic and life, and between ‘reformed religion’ and Neoplatonic philosophy is a constitutive trait of her eccentricity into the Cinquecento’s lyrical canon.
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Books by Cristina Acucella
In una prospettiva interdisciplinare, diversi studiosi riflettono sul ruolo svolto in vari contesti geografici dell’Italia meridionale da uomini e donne di lettere: contestazione o legittimazione del potere politico ma anche partecipazione a pratiche culturali più o meno strettamente ricollegabili alle evoluzioni dei sistemi di governo. Lo studio si integra con i risultati del progetto di ricerca DiLiBas e sviluppa gli spunti di riflessione avviati nel convegno Intellettuali e potere, il potere degli intellettuali: produzioni culturali tra centri e periferie del Regno in età tardo medievale e moderna, tenutosi nel marzo 2022 presso l’Università degli Studi della Basilicata.
Sommario:
Cristina Acucella, Paolo Conte, Teofilo De Angelis, Introduzione: 7
Teofilo De Angelis, La corte di Manfredi nella Historia dello pseudo Iamsilla: 17
Lorenzo Miletti, Umanisti-vescovi nel Regno di Napoli tra Pio II e Ferrante d’Aragona. Il rilancio della cultura classica e dell’antico locale nelle città: 31
Sebastiano Valerio, Il ducato di Bari tra Isabella e Bona: percorsi della cultura aragonese a cavallo tra XV e XVI secolo: 55
Paolo Procaccioli, Girolamo Ruscelli e l’eco di Napoli in una Venezia “periferia” del Regno: 71
Cristina Acucella, Le accademie venosine dei Piacevoli e dei Rinascenti. I testi, il canone e le politiche culturali: 97
Paolo Conte, Da una polemica letteraria a un conflitto politico: la contesa fra Matera ed Acerenza a metà ’600, fra “antimarinismo” e rivendicazioni cittadine: 119
Maria Anna Noto, Identità, genealogia e autorappresentazione delle élites nobiliari di età moderna: le “storie” del lignaggio Acquaviva: 141
Indice dei nomi: 169
Oltre a rendere visibili alcune ‘catene’ tra testi, si mettono in rilievo quei casi particolari in cui la poetica dei singoli autori dà vita a originali modellizzazioni del tema, destinate a una certa fortuna. Si tiene conto, inoltre, del modo in cui il sogno dell’amata partecipa alla dispositio di alcuni canzonieri o alla creazione di specifiche corone testuali. Come mezzo compensatorio dell’assenza dell’amata reale, il sogno è anche analizzato in quanto forma di rappresentazione, connessa ai processi dell’imaginatio e della cogitatio, ed è pertanto confrontato con altre modalità sostitutive analoghe ma non del tutto ad esso sovrapponibili, in primis il ritratto pittorico e quello mentale.
Le oscillazioni tra visio e insomnium, che mettono in discussione la tassonomia medievale, l’invocazione al Sonno, che torna a essere un dio in ambito moderno, il rinnovato interesse verso i miti di Endimione e delle porte dei sogni e una ritrovata sensualità sono solo alcune delle innovazioni quattro-cinquecentesche del tema, ricollegabili talvolta all’influenza delle correnti orfiche e neoplatoniche, talvolta al repêchage di motivi classici e umanistici.
Reti, scambi e produzioni nel Regno di Napoli in età moderna.
Il fenomeno delle Accademie offre uno speciale punto di osservazione dei rapporti tra cultura e potere. Nell’estesa e multiforme geografia del Regno di Napoli, sono numerosi i sodalizi sorti fra il XVI e il XVII secolo. Questo contesto merita ulteriori studi e approfondimenti.
Per le singole Accademie, nello specifico, restano da indagare vari aspetti, tra i quali:
- le relazioni con il potere politico (centrale e periferico) e con le istituzioni culturali esistenti;
- l’organizzazione interna;
- le pratiche (letture, lezioni);
- il confronto con il canone;
- le produzioni testuali e il loro collegamento con la stampa.
Lo studio dei casi particolari può fornire un contributo a quello del macrosistema. A quest’ultimo approccio, improntato alla complessità, si connette un ulteriore ordine di problemi, di carattere sistemico e relazionale. Tra questi (solo per indicarne alcuni):
- il ruolo degli organi del potere nell’istituzione o soppressione di Accademie;
- i rapporti tra Accademie, tra centro e periferia;
- l’esistenza di centri minori particolarmente attivi, tali da rappresentare dei punti di riferimento per altre realtà periferiche;
- lo spostamento degli accademici e la conseguente circolazione di idee e di testi tra centro e periferia, ma anche tra il Regno e l’esterno.
Saranno accolte le proposte che, anche da diverse angolazioni, incluse quelle più strettamente metodologiche, offriranno un contributo alle questioni mobilitate.
Scadenza per l'invio delle proposte: 22 giugno 2021
E-mail: [email protected]
istruzioni su: https://www.italianisti.it/associazione/congressi-adi/letteratura-e-poterepoteri
Papers by Cristina Acucella
The Accademia dei Rinascenti (the Academy of the Reborn), was founded by Prince Emanuele Gesualdo in Venosa in 1612. It had the impresa (image) of a silkworm moth about to emerge from its cocoon, together with the motto «Imbuet alas». My article attempts to contextualize the impresa with its cultural references, particularly in the light of contemporary treatises. These made it the subject of various interpretations, from the amorous to the moralistic-religious. Thus my aim is to circumscribe the meaning assumed by the image within the Venosa Academy. I dedicate particular analysis to the accompanying sonnet, a key part of the impresa system, and where I highlight several interdiscursive links with other texts focusing on the theme. What emerges is that the interpretation of the silkworm made by the Rinascenti stands at a crossroads between previous sixteenth-century interpretations and those full of conceptualization about the creature in its seventeenth-century exploit. The contrast between an external appearance, ephemeral and transient, and the moth-soul, reborn and immortal, recalls the meta-discursive plane of body and soul of the impresa. On another level it defines the literary exercise of intellects within the cocoon-academy as their minds grow wings and rise to a higher level of virtue.
L’autore mette in luce la noia e il fastidio provocati dall’ampiezza, dall’ampollosità e dal dettato mal riuscito di quello che fin
dalle prime pagine è definito un «confettato componimento». La metafora dell’occhiale, come già il titolo prefigura, riveste un ruolo
centrale; da oggetto indispensabile per una lettura scorrevole, esso diviene cifra simbolica dello scandaglio rigoroso e minuzioso di
un testo passato in rassegna alla luce dei più severi canoni aristotelici. Concettualmente connesso alla precisione analitica e al
potere amplificante del mezzo-occhiale, il giudizio del critico si esprime con un linguaggio e delle metafore di dirompente
espressività: l’opera è, infatti, un «morto mascherato da vivo», avente un’anima «posticcia e straniera» e una struttura solo
superficialmente sostenuta da «puntelli» e «forcine». Il contributo mira ad analizzare i dispositivi testuali messi in atto per
esprimere l’idea di una lettura ‘esperta’ del critico e si sofferma sulle modalità espressive connesse a un argomento centrale della
stroncatura del poema mariniano, ossia la difficoltà di lettura e memorizzazione del testo.
L’articolo mira ad analizzare le basi su cui Cellini fonda la propria apologia attraverso lo studio puntuale di alcuni passi della Vita.
Innanzitutto sono evidenziati nel dettaglio i rapporti intertestuali e interdiscorsivi tra il sonetto d’apertura alla Vita e RVF I di Petrarca, modello imprescindibile del testo celliniano, per via della sua funzione proemiale. Altro punto fondamentale è l’analisi dell’episodio della cosiddetta “Madonna Porzia”, con un particolare approfondimento relativo alle implicazioni etiche che sottostanno al testo. Sono messi in luce, inoltre, i punti in cui i passi analizzati risultano concettualmente vicini alla figura ideale dell’artista tratteggiata nelle Vite vasariane.
L’analisi, in conclusione, documenta le modalità mediante le quali l’autore sovrappone il piano della morale a quello della bravura e dell’abilità artistica, facendo di tale sodalizio concettuale il cardine della propria redenzione di uomo e di artista.
Trying to shed light on this important issue for the poetess, but until now little studied, this paper will focus on ‘Rime amorose’ 14, 20, 84 and on the ‘Spirituale’ 36 of the Bullock’s edition (1982), considering the relationship between dream, memory and conjugal faith, the relationship between dream and religion, whereas Ferrante, after death, becomes a means to achieve the ‘True Good’ and, finally, the particular features that the dream acquires in the ‘Amorose’ and ‘Spirituali’ rhymes.
In this way we will attempt to demonstrate that the study of an ubiquitous theme in the Petrarchist 'system', that's erotic dream, it’s an opportunity to investigate the work of a poetess as Vittoria Colonna, for which the interplay between poetic and life, and between ‘reformed religion’ and Neoplatonic philosophy is a constitutive trait of her eccentricity into the Cinquecento’s lyrical canon.
In una prospettiva interdisciplinare, diversi studiosi riflettono sul ruolo svolto in vari contesti geografici dell’Italia meridionale da uomini e donne di lettere: contestazione o legittimazione del potere politico ma anche partecipazione a pratiche culturali più o meno strettamente ricollegabili alle evoluzioni dei sistemi di governo. Lo studio si integra con i risultati del progetto di ricerca DiLiBas e sviluppa gli spunti di riflessione avviati nel convegno Intellettuali e potere, il potere degli intellettuali: produzioni culturali tra centri e periferie del Regno in età tardo medievale e moderna, tenutosi nel marzo 2022 presso l’Università degli Studi della Basilicata.
Sommario:
Cristina Acucella, Paolo Conte, Teofilo De Angelis, Introduzione: 7
Teofilo De Angelis, La corte di Manfredi nella Historia dello pseudo Iamsilla: 17
Lorenzo Miletti, Umanisti-vescovi nel Regno di Napoli tra Pio II e Ferrante d’Aragona. Il rilancio della cultura classica e dell’antico locale nelle città: 31
Sebastiano Valerio, Il ducato di Bari tra Isabella e Bona: percorsi della cultura aragonese a cavallo tra XV e XVI secolo: 55
Paolo Procaccioli, Girolamo Ruscelli e l’eco di Napoli in una Venezia “periferia” del Regno: 71
Cristina Acucella, Le accademie venosine dei Piacevoli e dei Rinascenti. I testi, il canone e le politiche culturali: 97
Paolo Conte, Da una polemica letteraria a un conflitto politico: la contesa fra Matera ed Acerenza a metà ’600, fra “antimarinismo” e rivendicazioni cittadine: 119
Maria Anna Noto, Identità, genealogia e autorappresentazione delle élites nobiliari di età moderna: le “storie” del lignaggio Acquaviva: 141
Indice dei nomi: 169
Oltre a rendere visibili alcune ‘catene’ tra testi, si mettono in rilievo quei casi particolari in cui la poetica dei singoli autori dà vita a originali modellizzazioni del tema, destinate a una certa fortuna. Si tiene conto, inoltre, del modo in cui il sogno dell’amata partecipa alla dispositio di alcuni canzonieri o alla creazione di specifiche corone testuali. Come mezzo compensatorio dell’assenza dell’amata reale, il sogno è anche analizzato in quanto forma di rappresentazione, connessa ai processi dell’imaginatio e della cogitatio, ed è pertanto confrontato con altre modalità sostitutive analoghe ma non del tutto ad esso sovrapponibili, in primis il ritratto pittorico e quello mentale.
Le oscillazioni tra visio e insomnium, che mettono in discussione la tassonomia medievale, l’invocazione al Sonno, che torna a essere un dio in ambito moderno, il rinnovato interesse verso i miti di Endimione e delle porte dei sogni e una ritrovata sensualità sono solo alcune delle innovazioni quattro-cinquecentesche del tema, ricollegabili talvolta all’influenza delle correnti orfiche e neoplatoniche, talvolta al repêchage di motivi classici e umanistici.
Reti, scambi e produzioni nel Regno di Napoli in età moderna.
Il fenomeno delle Accademie offre uno speciale punto di osservazione dei rapporti tra cultura e potere. Nell’estesa e multiforme geografia del Regno di Napoli, sono numerosi i sodalizi sorti fra il XVI e il XVII secolo. Questo contesto merita ulteriori studi e approfondimenti.
Per le singole Accademie, nello specifico, restano da indagare vari aspetti, tra i quali:
- le relazioni con il potere politico (centrale e periferico) e con le istituzioni culturali esistenti;
- l’organizzazione interna;
- le pratiche (letture, lezioni);
- il confronto con il canone;
- le produzioni testuali e il loro collegamento con la stampa.
Lo studio dei casi particolari può fornire un contributo a quello del macrosistema. A quest’ultimo approccio, improntato alla complessità, si connette un ulteriore ordine di problemi, di carattere sistemico e relazionale. Tra questi (solo per indicarne alcuni):
- il ruolo degli organi del potere nell’istituzione o soppressione di Accademie;
- i rapporti tra Accademie, tra centro e periferia;
- l’esistenza di centri minori particolarmente attivi, tali da rappresentare dei punti di riferimento per altre realtà periferiche;
- lo spostamento degli accademici e la conseguente circolazione di idee e di testi tra centro e periferia, ma anche tra il Regno e l’esterno.
Saranno accolte le proposte che, anche da diverse angolazioni, incluse quelle più strettamente metodologiche, offriranno un contributo alle questioni mobilitate.
Scadenza per l'invio delle proposte: 22 giugno 2021
E-mail: [email protected]
istruzioni su: https://www.italianisti.it/associazione/congressi-adi/letteratura-e-poterepoteri
The Accademia dei Rinascenti (the Academy of the Reborn), was founded by Prince Emanuele Gesualdo in Venosa in 1612. It had the impresa (image) of a silkworm moth about to emerge from its cocoon, together with the motto «Imbuet alas». My article attempts to contextualize the impresa with its cultural references, particularly in the light of contemporary treatises. These made it the subject of various interpretations, from the amorous to the moralistic-religious. Thus my aim is to circumscribe the meaning assumed by the image within the Venosa Academy. I dedicate particular analysis to the accompanying sonnet, a key part of the impresa system, and where I highlight several interdiscursive links with other texts focusing on the theme. What emerges is that the interpretation of the silkworm made by the Rinascenti stands at a crossroads between previous sixteenth-century interpretations and those full of conceptualization about the creature in its seventeenth-century exploit. The contrast between an external appearance, ephemeral and transient, and the moth-soul, reborn and immortal, recalls the meta-discursive plane of body and soul of the impresa. On another level it defines the literary exercise of intellects within the cocoon-academy as their minds grow wings and rise to a higher level of virtue.
L’autore mette in luce la noia e il fastidio provocati dall’ampiezza, dall’ampollosità e dal dettato mal riuscito di quello che fin
dalle prime pagine è definito un «confettato componimento». La metafora dell’occhiale, come già il titolo prefigura, riveste un ruolo
centrale; da oggetto indispensabile per una lettura scorrevole, esso diviene cifra simbolica dello scandaglio rigoroso e minuzioso di
un testo passato in rassegna alla luce dei più severi canoni aristotelici. Concettualmente connesso alla precisione analitica e al
potere amplificante del mezzo-occhiale, il giudizio del critico si esprime con un linguaggio e delle metafore di dirompente
espressività: l’opera è, infatti, un «morto mascherato da vivo», avente un’anima «posticcia e straniera» e una struttura solo
superficialmente sostenuta da «puntelli» e «forcine». Il contributo mira ad analizzare i dispositivi testuali messi in atto per
esprimere l’idea di una lettura ‘esperta’ del critico e si sofferma sulle modalità espressive connesse a un argomento centrale della
stroncatura del poema mariniano, ossia la difficoltà di lettura e memorizzazione del testo.
L’articolo mira ad analizzare le basi su cui Cellini fonda la propria apologia attraverso lo studio puntuale di alcuni passi della Vita.
Innanzitutto sono evidenziati nel dettaglio i rapporti intertestuali e interdiscorsivi tra il sonetto d’apertura alla Vita e RVF I di Petrarca, modello imprescindibile del testo celliniano, per via della sua funzione proemiale. Altro punto fondamentale è l’analisi dell’episodio della cosiddetta “Madonna Porzia”, con un particolare approfondimento relativo alle implicazioni etiche che sottostanno al testo. Sono messi in luce, inoltre, i punti in cui i passi analizzati risultano concettualmente vicini alla figura ideale dell’artista tratteggiata nelle Vite vasariane.
L’analisi, in conclusione, documenta le modalità mediante le quali l’autore sovrappone il piano della morale a quello della bravura e dell’abilità artistica, facendo di tale sodalizio concettuale il cardine della propria redenzione di uomo e di artista.
Trying to shed light on this important issue for the poetess, but until now little studied, this paper will focus on ‘Rime amorose’ 14, 20, 84 and on the ‘Spirituale’ 36 of the Bullock’s edition (1982), considering the relationship between dream, memory and conjugal faith, the relationship between dream and religion, whereas Ferrante, after death, becomes a means to achieve the ‘True Good’ and, finally, the particular features that the dream acquires in the ‘Amorose’ and ‘Spirituali’ rhymes.
In this way we will attempt to demonstrate that the study of an ubiquitous theme in the Petrarchist 'system', that's erotic dream, it’s an opportunity to investigate the work of a poetess as Vittoria Colonna, for which the interplay between poetic and life, and between ‘reformed religion’ and Neoplatonic philosophy is a constitutive trait of her eccentricity into the Cinquecento’s lyrical canon.
Comitato scientifico:
Cristina Acucella, Paolo Conte, Teofilo De Angelis, Fulvio Delle Donne, Maria Pia Ellero, Antonio Lerra, Francesco Panarelli Link meet: https://meet.google.com/hfe-gooi-qjf Contatti: [email protected]