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Recensioni

2015

View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Firenze University Press: E-Journals recensioni RECENSIONI/ REVIEWS A cura di/Edited by Sergio Pone A partire dal numero 9 Techne ha proposto ai suoi lettori una sezione dedicata alle recensioni. Da questo numero (il 10) la sezione si arricchisce di un testo introduttivo che presenta le recensioni successive. Il primo di questi scritti si assume volentieri anche l’onere di approfondire brevemente le riflessioni che hanno indotto la rivista a dotarsi di questa nuova rubrica immaginandola non come una semplice presentazione ‘in pillole’ di volumi freschi di stampa, ma come una vera e propria sezione ‘critica’ del dibattito disciplinare. La stringata ma densa dichiarazione di intenti che introduce la sezione dice molto a proposito dell’interpretazione che Techne, il principale strumento di espressione di una specifica comunità scientifica, intende dare al termine “disciplinare”: «Il Comitato Editoriale ha ritenuto importante dedicare uno spazio alla lettura critica di pubblicazioni nell'ambito dell’area dell’architettura e in particolare, del settore disciplinare della Tecnologia dell'Architettura, con lo spirito di promuovere e richiamare l'interesse su lavori di ricercatori, docenti e in generale studiosi che esprimono posizioni originali e stimolanti, indipendentemente dall’afferenza disciplinare e dalla tipologia dei contributi». Esplicita è dunque la scelta di non concentrare lo sguardo solo sull’appartenenza disciplinare degli autori dei volumi ma di allargarlo, mettendo al centro gli argomenti di interesse disciplinare, anche – e perfino soprattutto – quando sono esito della ricerca di autori provenienti da altri ambiti, confinanti o distanti che siano. E questo non in nome di un interesse generico per l’inter- o la trans-disciplinarità ma per approfondire la relazione – che appare sempre più produttiva in tutti i campi – tra generalismo e specialismi, da un lato; e tra approcci laterali ed estensivi e spinte alla profondità della trattazione, dall’altro. Che cosa aggiunge, a questa scelta originaria, quella di anteporre alle recensioni un breve testo introduttivo? Non poco, e comunque tanto da aumentare (per usare un termine caro alla cultura della comunicazione virtuale) non solo la struttura materiale della sezione recensioni della rivista ma anche il suo senso. Il testo introduttivo, oltre a essere “quello che è” in termini di contenuto, è anche un indice: sta lì a ricordare che il valore delle tre recensioni pubblicate dovrebbe non essere frutto di una sommatoria ma di un integrale; e che gli estensori delle singole recensioni dovrebbero essere consapevoli della relazione aggiuntiva a cui il loro piccolo saggio dovrà adattarsi. Non è detto che il compito del testo introduttivo sia quello di spiegare la formula necessaria al calcolo dell’integrale; né tantomeno che le tre recensioni debbano in qualche modo rinviare a quella formula. Ciò che conta è che l’accento, ancora una volta, come già nel breve testo redazionale già citato, venga posto sulla struttura relazionale che anima la sezione, e quindi sulla logica ermeneutica che ne guida la struttura e ne orienta la lettura. Le recensioni che Techne presenta in questo numero riguardano tre volumi di argomenti diversi, che propongono uno scenario articolato e ricco: Roberta Grignolo (a cura di) Marco Zanuso. Scritti sulle tecniche di produzione del progetto del 2013, Harry Francis Mallgrave, L’empatia degli spazi. Architettura e neuroscienze, del 2015 e, infine, Aldo Bonomi e Roberto Masiero, Dalla smart city alla smart land, stampato nel 2014. Come si può notare notare si passa da una monografia su uno dei grandi protagonisti dell’architettura italiana recente, Marco Zanuso (uno dei padri fondatori della Tecnologia dell’Architettura), a una trattazione dei singolari rapporti tra architettura e neuro-scienze per concludere con l’estensione del concetto di smart-city a quello nuovo e intrigante di reviews est at the heart of the questions, even and especially when the arguments result from research of authors from other areas, neighboring or distant they are . And this is made not in the name of a general interest for the interor trans-disciplinarity, but to increase the relationship - which appears more and more productive in all fields - on the one hand between generalist and specialized knowledge, on the other through side and extensive approaches and insights of the dissertation. What adds the use of a short introductive text to the reviews on the original choice? Not little but so much to increase (to use a term dear to the culture of virtual communication) not only the material structure of the reviews section of the magazine but also its sense. Besides being “what is” in terms of contents, the Starting from the issue 9 Techne has offered to its readers a reviews area. The section enhances with an introduction deal with the following reviews. Shortly the first of these writings willingly take on the analysis of the considerations that led the magazine to adopt the new section imagining it not as a simple presentation in ‘pills’ of the books newly printed, but as a real “critical” section of the disciplinary debate. 268 277 The concise but dense declaration of intent that introduces the section says a lot about the interpretation that Techne, the main instrument of expression of a specific scientific community, wants to give to the term “disciplinary”: «It was important for the Editorial Board to save a space dedicated to critical reading of publications in the area of architecture and in particular the disciplinary sector of the architectural Technology, promoting and attracting interest on researchers works, professors and academic in general who express original and inspiring attitudes, no matter which discipline they belong to and the type of contributions». Therefore it›s clear the will to not concentrate only on the disciplinary membership of the volumes authors but to expand it, putting topics of disciplinary inter- ISSN online: 2239-0243 | © 2015 Firenze University Press | http://www.fupress.com/techne DOI: 10.13128/Techne-175556 introductive text is an index: it stands here to remind us that the value of the three posted reviews should not be the result of a summary but an integral and that the writers of the individual reviews should be aware of the additional report that their little essay must adapt. The task of the introductive text is not necessarily to explain the formula to calculate the integral; not that the three reviews must somehow refer to that formula either. Once again, what matters is to highlight the relational structure that drives the section, and then click the hermeneutical logic that guides the structure and orients reading, as it happens into the short editorial text already mentioned. The reviews Techne presents in this issue three volumes of different topics, offering a rich and complex scenario: TECHNE 10 2015 smart-land. Questi libri sono scritti, nell’ordine, da una docente di restauro di Mendrisio esponente del Do.co.mo.mo (Grignolo), dall’inedita coppia formata da uno storico nostrano dell’Iuav e da un sociologo columnist del Sole 24ore (Masiero, Bonomi) e, per concludere, da uno storico dell’arte americano docente all’Iit di Chicago (Mallgrave). Figure di prestigio, che trattano argomenti differenti con sguardi differenti e da differenti prospettive: accomunate però dalla capacità di puntare, sui temi che ci propongono, non lo sguardo dei protagonisti diretti bensì quello allenato all’esercizio della critica. Ed ecco chiarite, per quanto necessario, con l’aggettivo “differente” e con la parola “critica” le risposte che la scelta dei tre volumi offre alle due premesse (quella redazionale e questa mia) su cui la sezione recensioni di Techne vuole basarsi. E non è un caso che a cominciare sia proprio la ‘critica’: a proposito di indici, di relazioni indicate, quello a cui si sono dedicati gli autori dei tre volumi è lo stesso esercizio richiesto agli autori delle recensioni (Roberto Ruggiero, Barbara Melis e Starlight Vattano). Ma con una specificazione ulteriore, particolarmente necessaria nel momento in cui l’esercizio della recensione si allontana progressivamente dal suo significato originale di «ricostruzione dell’opera originaria a partire dall’esame delle fonti manoscritte», (quella che oggi va sotto il nome di “edizione critica”). In questo senso, se la recensione di un testo scientifico è già in sé una forma di ‘letteratura potenziale’ (nel senso di “elevata a potenza”), lo è ancora di più quando a essere recensito è un testo ‘critico’. Il rischio, in questi casi, è che una delle funzioni della recensione, quella informativa, assuma una forma impalpabile. E per questo è importante ricordare, come ha fatto recentemente Renato De Fusco in un suo scritto, che il termine critica discende dal greco krino che significa giudico (e quindi metto in crisi), ma anche distinguo. Lo studioso napole- tano delinea – a partire da questo secondo significato – un’azione critica finalizzata non tanto all’emissione di un giudizio quanto a distinguere, nell’opera analizzata, le parti che la costituiscono, gli argomenti trattati e le loro connessioni, le parti importanti e quelle accessorie, le eventuali relazioni che l’opera intreccia con opere o fenomeni altri e così via. È solo a partire da questa indispensabile operazione critica che il recensore può spingersi dentro una logica valutativa, che per avere seguito può solo poggiare su quelle che Norberto Bobbio definiva le ‘buone ragioni’, indispensabili quando il problema è convincere e non vincere. Sergio Pone Roberta Grignolo (by) Marco Zanuso, Scritti sulle tecniche di produzione del progetto del 2013; Harry Francis Mallgrave, Architecture and Embodiment: The Implications of the New Sciences and Humanities for Design, 2015 and, finally Aldo Bonomi and Roberto Masiero, Dalla smart city alla smart land, printed in 2014. As can be seen, it goes from a monograph on one of the great protagonists of the latest italian architecture Marco Zanuso (one of the founder of the Architectural Technology), to a discussion of the unusual relationship between architecture and neuroscience, concluding with the extension of the concept of smart-city to the new and intriguing smart-land. These books are written, in order, by a professor of restoration of Mendrisio it’s required to the authors of the reviews (Roberto Ruggiero, Barbara Melis and Starlight Vattano) the same exercise made by the authors of the three volumes. Everything with an additional necessary specification, especially when review exercise get further away from its original meaning of “reconstruction of the original work from the inspection of manuscripts sources”, (what today goes by the name of “critical edition”). In this direction, if the review of a scientific text is already a form of “potential literature” itself (interpreted as “to raise the power”), it’s even more true when the review it’s about a ‘critical’ text. In these cases, the risk regards the possibility that the informative function can take an imperceptible form. For this reason it’s important to remember, as Renato De Fusco recently did it in a pa- 269 exponent of Do.co.mo.mo ( Grignolo ), the original couple composed by a fellow historian from IUAV and a columnist sociologist from Sole 24 Ore ( Masiero , Bonomi ) and, in conclusion, by an American art historian professor at IIT Chicago ( Mallgrave ). Prominent figures, dealing with different topics, with different looks and different perspectives but united by the ability to focus on the subjects that we propose with a look trained by criticism, instead of the eyes of those directly involved. So that clear up, where necessary, with the adjective “different” and the word “critical” the answers that the choice of the three volumes offers to the two premises ( the editorial and this mine) which section reviews Techne want to be based on. The ‘critical’ starts, and it is no coincidence: about indexes, specified reports, S. Pone per, that the term critique derives from the greek krino , meaning to judge (and then put in crisis ), but it means also to distinguish. Starting from the second sense, the Neapolitan academic outlines a critical action aimed not so much to the expression of a judgment but rather to distinguish, in the analyzed work, the parts that make it up, the examined topics and their connections, the important sections and the accessory ones, any reports that the work interlaces with other works or phenomena and so on. Only from this essential critical procedure, the reviewer can drive himself into a logic of assessment that may proceed purely if it stands on what Norberto Bobbio defined the ‘good reasons’, necessary when the problem is to convince and not to win. Sergio Pone TECHNE 10 2015