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recensioni
RECENSIONI/
REVIEWS
A cura di/Edited by Sergio Pone
A partire dal numero 9 Techne ha proposto ai suoi lettori una sezione dedicata alle recensioni. Da questo numero (il 10) la sezione
si arricchisce di un testo introduttivo che presenta le recensioni
successive. Il primo di questi scritti si assume volentieri anche l’onere di approfondire brevemente le riflessioni che hanno indotto
la rivista a dotarsi di questa nuova rubrica immaginandola non
come una semplice presentazione ‘in pillole’ di volumi freschi di
stampa, ma come una vera e propria sezione ‘critica’ del dibattito
disciplinare.
La stringata ma densa dichiarazione di intenti che introduce la
sezione dice molto a proposito dell’interpretazione che Techne,
il principale strumento di espressione di una specifica comunità
scientifica, intende dare al termine “disciplinare”: «Il Comitato
Editoriale ha ritenuto importante dedicare uno spazio alla lettura
critica di pubblicazioni nell'ambito dell’area dell’architettura e in
particolare, del settore disciplinare della Tecnologia dell'Architettura, con lo spirito di promuovere e richiamare l'interesse su lavori di ricercatori, docenti e in generale studiosi che esprimono
posizioni originali e stimolanti, indipendentemente dall’afferenza
disciplinare e dalla tipologia dei contributi». Esplicita è dunque la
scelta di non concentrare lo sguardo solo sull’appartenenza disciplinare degli autori dei volumi ma di allargarlo, mettendo al centro
gli argomenti di interesse disciplinare, anche – e perfino soprattutto – quando sono esito della ricerca di autori provenienti da altri
ambiti, confinanti o distanti che siano. E questo non in nome di
un interesse generico per l’inter- o la trans-disciplinarità ma per
approfondire la relazione – che appare sempre più produttiva in
tutti i campi – tra generalismo e specialismi, da un lato; e tra approcci laterali ed estensivi e spinte alla profondità della trattazione,
dall’altro.
Che cosa aggiunge, a questa scelta originaria, quella di anteporre
alle recensioni un breve testo introduttivo? Non poco, e comunque tanto da aumentare (per usare un termine caro alla cultura
della comunicazione virtuale) non solo la struttura materiale della
sezione recensioni della rivista ma anche il suo senso. Il testo introduttivo, oltre a essere “quello che è” in termini di contenuto, è
anche un indice: sta lì a ricordare che il valore delle tre recensioni
pubblicate dovrebbe non essere frutto di una sommatoria ma di
un integrale; e che gli estensori delle singole recensioni dovrebbero essere consapevoli della relazione aggiuntiva a cui il loro piccolo saggio dovrà adattarsi. Non è detto che il compito del testo
introduttivo sia quello di spiegare la formula necessaria al calcolo
dell’integrale; né tantomeno che le tre recensioni debbano in qualche modo rinviare a quella formula. Ciò che conta è che l’accento,
ancora una volta, come già nel breve testo redazionale già citato, venga posto sulla struttura relazionale che anima la sezione,
e quindi sulla logica ermeneutica che ne guida la struttura e ne
orienta la lettura.
Le recensioni che Techne presenta in questo numero riguardano
tre volumi di argomenti diversi, che propongono uno scenario articolato e ricco: Roberta Grignolo (a cura di) Marco Zanuso. Scritti
sulle tecniche di produzione del progetto del 2013, Harry Francis
Mallgrave, L’empatia degli spazi. Architettura e neuroscienze, del
2015 e, infine, Aldo Bonomi e Roberto Masiero, Dalla smart city
alla smart land, stampato nel 2014. Come si può notare notare si
passa da una monografia su uno dei grandi protagonisti dell’architettura italiana recente, Marco Zanuso (uno dei padri fondatori
della Tecnologia dell’Architettura), a una trattazione dei singolari
rapporti tra architettura e neuro-scienze per concludere con l’estensione del concetto di smart-city a quello nuovo e intrigante di
reviews
est at the heart of the questions, even
and especially when the arguments
result from research of authors from
other areas, neighboring or distant
they are . And this is made not in the
name of a general interest for the interor trans-disciplinarity, but to increase
the relationship - which appears more
and more productive in all fields - on
the one hand between generalist and
specialized knowledge, on the other
through side and extensive approaches
and insights of the dissertation. What
adds the use of a short introductive text
to the reviews on the original choice?
Not little but so much to increase (to
use a term dear to the culture of virtual
communication) not only the material
structure of the reviews section of the
magazine but also its sense. Besides being “what is” in terms of contents, the
Starting from the issue 9 Techne has offered to its readers a reviews area. The
section enhances with an introduction
deal with the following reviews. Shortly
the first of these writings willingly take
on the analysis of the considerations
that led the magazine to adopt the new
section imagining it not as a simple
presentation in ‘pills’ of the books newly printed, but as a real “critical” section
of the disciplinary debate.
268
277
The concise but dense declaration of
intent that introduces the section says a
lot about the interpretation that Techne,
the main instrument of expression of a
specific scientific community, wants
to give to the term “disciplinary”: «It
was important for the Editorial Board
to save a space dedicated to critical
reading of publications in the area of
architecture and in particular the disciplinary sector of the architectural Technology, promoting and attracting interest on researchers works, professors
and academic in general who express
original and inspiring attitudes, no
matter which discipline they belong to
and the type of contributions». Therefore it›s clear the will to not concentrate
only on the disciplinary membership
of the volumes authors but to expand
it, putting topics of disciplinary inter-
ISSN online: 2239-0243 | © 2015 Firenze University Press | http://www.fupress.com/techne
DOI: 10.13128/Techne-175556
introductive text is an index: it stands
here to remind us that the value of the
three posted reviews should not be the
result of a summary but an integral and
that the writers of the individual reviews should be aware of the additional
report that their little essay must adapt.
The task of the introductive text is
not necessarily to explain the formula
to calculate the integral; not that the
three reviews must somehow refer to
that formula either. Once again, what
matters is to highlight the relational
structure that drives the section, and
then click the hermeneutical logic that
guides the structure and orients reading, as it happens into the short editorial text already mentioned.
The reviews Techne presents in this issue three volumes of different topics,
offering a rich and complex scenario:
TECHNE 10 2015
smart-land. Questi libri sono scritti, nell’ordine, da una docente
di restauro di Mendrisio esponente del Do.co.mo.mo (Grignolo),
dall’inedita coppia formata da uno storico nostrano dell’Iuav e da
un sociologo columnist del Sole 24ore (Masiero, Bonomi) e, per
concludere, da uno storico dell’arte americano docente all’Iit di
Chicago (Mallgrave). Figure di prestigio, che trattano argomenti
differenti con sguardi differenti e da differenti prospettive: accomunate però dalla capacità di puntare, sui temi che ci propongono, non lo sguardo dei protagonisti diretti bensì quello allenato
all’esercizio della critica. Ed ecco chiarite, per quanto necessario,
con l’aggettivo “differente” e con la parola “critica” le risposte che
la scelta dei tre volumi offre alle due premesse (quella redazionale
e questa mia) su cui la sezione recensioni di Techne vuole basarsi.
E non è un caso che a cominciare sia proprio la ‘critica’: a proposito
di indici, di relazioni indicate, quello a cui si sono dedicati gli autori
dei tre volumi è lo stesso esercizio richiesto agli autori delle recensioni (Roberto Ruggiero, Barbara Melis e Starlight Vattano). Ma
con una specificazione ulteriore, particolarmente necessaria nel
momento in cui l’esercizio della recensione si allontana progressivamente dal suo significato originale di «ricostruzione dell’opera
originaria a partire dall’esame delle fonti manoscritte», (quella che
oggi va sotto il nome di “edizione critica”). In questo senso, se la
recensione di un testo scientifico è già in sé una forma di ‘letteratura potenziale’ (nel senso di “elevata a potenza”), lo è ancora di
più quando a essere recensito è un testo ‘critico’. Il rischio, in questi
casi, è che una delle funzioni della recensione, quella informativa,
assuma una forma impalpabile. E per questo è importante ricordare, come ha fatto recentemente Renato De Fusco in un suo scritto,
che il termine critica discende dal greco krino che significa giudico
(e quindi metto in crisi), ma anche distinguo. Lo studioso napole-
tano delinea – a partire da questo secondo significato – un’azione
critica finalizzata non tanto all’emissione di un giudizio quanto a
distinguere, nell’opera analizzata, le parti che la costituiscono, gli
argomenti trattati e le loro connessioni, le parti importanti e quelle
accessorie, le eventuali relazioni che l’opera intreccia con opere o
fenomeni altri e così via. È solo a partire da questa indispensabile
operazione critica che il recensore può spingersi dentro una logica
valutativa, che per avere seguito può solo poggiare su quelle che
Norberto Bobbio definiva le ‘buone ragioni’, indispensabili quando il problema è convincere e non vincere.
Sergio Pone
Roberta Grignolo (by) Marco Zanuso,
Scritti sulle tecniche di produzione del
progetto del 2013; Harry Francis Mallgrave, Architecture and Embodiment:
The Implications of the New Sciences
and Humanities for Design, 2015 and,
finally Aldo Bonomi and Roberto
Masiero, Dalla smart city alla smart
land, printed in 2014.
As can be seen, it goes from a monograph on one of the great protagonists
of the latest italian architecture Marco
Zanuso (one of the founder of the Architectural Technology), to a discussion of the unusual relationship between architecture and neuroscience,
concluding with the extension of the
concept of smart-city to the new and
intriguing smart-land.
These books are written, in order, by a
professor of restoration of Mendrisio
it’s required to the authors of the reviews
(Roberto Ruggiero, Barbara Melis and
Starlight Vattano) the same exercise
made by the authors of the three volumes. Everything with an additional
necessary specification, especially when
review exercise get further away from its
original meaning of “reconstruction of
the original work from the inspection
of manuscripts sources”, (what today
goes by the name of “critical edition”).
In this direction, if the review of a scientific text is already a form of “potential
literature” itself (interpreted as “to raise
the power”), it’s even more true when
the review it’s about a ‘critical’ text. In
these cases, the risk regards the possibility that the informative function can
take an imperceptible form. For this
reason it’s important to remember, as
Renato De Fusco recently did it in a pa-
269
exponent of Do.co.mo.mo ( Grignolo ),
the original couple composed by a fellow historian from IUAV and a columnist sociologist from Sole 24 Ore ( Masiero , Bonomi ) and, in conclusion, by an
American art historian professor at IIT
Chicago ( Mallgrave ). Prominent figures, dealing with different topics, with
different looks and different perspectives but united by the ability to focus
on the subjects that we propose with a
look trained by criticism, instead of the
eyes of those directly involved. So that
clear up, where necessary, with the adjective “different” and the word “critical”
the answers that the choice of the three
volumes offers to the two premises ( the
editorial and this mine) which section
reviews Techne want to be based on.
The ‘critical’ starts, and it is no coincidence: about indexes, specified reports,
S. Pone
per, that the term critique derives from
the greek krino , meaning to judge (and
then put in crisis ), but it means also to
distinguish. Starting from the second
sense, the Neapolitan academic outlines
a critical action aimed not so much to
the expression of a judgment but rather
to distinguish, in the analyzed work, the
parts that make it up, the examined topics and their connections, the important
sections and the accessory ones, any
reports that the work interlaces with
other works or phenomena and so on.
Only from this essential critical procedure, the reviewer can drive himself into
a logic of assessment that may proceed
purely if it stands on what Norberto
Bobbio defined the ‘good reasons’, necessary when the problem is to convince
and not to win.
Sergio Pone
TECHNE 10 2015