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Il materiale preromano e romano: le ceramiche

2014, Un villaggio nella pianura: ricerche archeologiche di un insediamento medievale nel territorio di Sant'Agata bolognese

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLEMILIA ROMAGNA COMUNE DI SANT'AG,{TA BOLOGNESE COMUNE DI SAN CIOVANNI IN PERSICETO MUSEO ARCHEOLOGICO AMBIENTALE UN YILLACCIO NtrLLA PIANURA Ricerche archeologiche in un insediamento medievale del territorio di SantAgata Bolognese Sauro Gelichi, Mauro ffiI;ar, Marco Marchesini testi di Carla Alberta Accorsi, Antonio Alberti, Marta Bandini Mazzant| Pietro Baraldi, Giovanna Bosi, Paolo Campagnoli, Cinzia Cavallari, Carla Corti, Patrizia Cremonini, Patrizia Farello, Sauro Gelichi, Manuela Libertini, Mauro Librenti, Tiziano Mannonil, Marco Marchesini, Silvia Marvelli, Anna Maria Mercuri, Bruno Messiga, Roberto Monaco, Sergio Nepoti, Marco Palmieri, Pierangelo Pancaldi, Aleks Pluskowski, Maria Pia Riccardi, Elisabetta Rizzoli, Alessia Rovelli, Franceseca Sbarra, Krish Seetah, Daniela Stiaffini, Roberto Tarpini, Paola Torri, Giordana Tiovabene Quaderni di Archeologia dell'Emilia Romagna 33 All'Insegna de/ Giglto rssN 1593-2680 ISBN 978-88 -7 814-409-5 @ 2014 All'Insegna del Giglio s.a.s. @ Testi ed immagini, quando non altrimenti specificato: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna. Edizioni All'Insegna del Giglio s.a.s via della Fangosa, 38;50032 Borgo S. Lorenzo (FI) tel. +39 055 8450 216;fax +39 055 8453 \88 e-m ai I redazione@edigiglio. it; ordinipedigiglio. it sito web www.edigiglio.it Stampato a Firenze nel marzo 2014 Nuova Crafica Fiorentina Carla Corti, Roberto II.1 II.1.1 Materiali di In occasione dello scavo archeologico nell'area "Nuova Geovis" sono stati rinvedella discarica materiali di età preromana e romana. nuti anche materiale sicuramente preroLa presenza del mano appare del tutto sporadica (3 soli pezzi, ai quali se ne possono aggiungere pochi altri che, seppure attribuibili probabilmente già all'epoca romana, sembrano riferibili per caratteristiche morfologiche e tecniche a produzioni ceramiche di tradizione preromana). Più rilevante risulta invece numericamente la presenza del materiale romano, documentato da circa 240 frammenti (non vengono qui considerati i laterizi), anche se proporzionalmente molto esiguo nell'ottica globale dei reperti di età posteriore restituiti dallo scavo. I frammenti riconducibili all'età romana, che soprattutto per quanto riguarda quelli appartenenti alle classi più fini appaiono in genere piuttosto minuti, provengono da circa 65 unità stratigrafiche diverse. In quasi il 50o/o delle unità stratigrafiche in questione la ceramica di tipo romano costituisce però un'evidenza del tutto trascurabile, limitandosi ad un solo frammento, menrre sono solo sette quelle con più di 5 frammenti: tra queste solo Ie UUSS 4, 907 e 945 si distinguono nettamente dalle altre per numero di frammenti, rispettivame nte 27 nei primi due casi e 34 nel terzo caso (cfr. tab. l)1. ILl.2 e preromant e romana epoca Introduzione Materiale preromdno di trddizione ?reromana Tia il materiale preromano I'elemento di maggiore antichitir sembra rappresentato da una fibula trpini bronzea frammentaria, del tipo ad arco fortemente ribassato ed allungato e lunga staffa (fig.1, n. 1), considerato dal Carancini come caratteristico del Villanoviano IV B 2 (ultimo quarto del Ml-primo quarto del VI secolo a.C.)'. Un piccolo frammento di scodella con orlo indistinto, leggermente rientrante e superiormente appiattito, in ceramica di impasto depurato di colore rosato intenso, grigio in frattura, non tornita (fig. 1,n. 2), potrebbe inquadrarsi dal punto di vista morfologico e tecnologico nell'ambito delle produzioni etrusco-padane di M-V secolo a.C. La scarsa caratterizzazione dell'orlo e, soprattutto, le ridotte dimensioni del frammento, non consentono tuttavia un'attribuzione più precisa3. Di particolare interesse risulta una ciotola frammentaria in ceramica grigia, di cui si conservano parte del fondo, della parete e dell'orlo, rcaJizzata in argilla estremamente tenera e farinosa (fig. 1, n. 3). Essa presenta piede a disco leggermente concavo all'esterno, vasca emisferica schiacciata ed orlo indistinto assottigliato e può essere alvicinata, soprattutto per quanto riguarda Ia forma del piede, a ciotole in pasta grigia di produzione spinetica datate tra la fine del V e la fine del IV secolo a.C.a. Nell'ambito della ceramica grigia o a pasta cinerognola rientrano anche due massicci fondi di ciotole-mortaio con "grattugid' interna formata da pietrisco frantumato, piede ad anello e superficie esterna marcatamente convessa (fig. l, nn. 4-5). Questi fondi sono generalmente associati a due tipi morfologici principali, uno caratterizzato da orlo eretto sottolineato da un listello, l'altro, piit diffuso, da orlo obliquo ingrossato a fascia. A causa della loro frammentarietà non è possibile attribuire con certezzai nostri due esemplari all'uno piuttosto che all'altro tipo. r Larticolo è stato redatto nel 2002. Per quanto riguarda un aggiornamento bibliografico, ci si limita qui a segnalare alcune recenti pubblicazioni relarive all'ambito locale. In particolare, iivedano Atlante 2003; Conrr 2004; Atlante 2006; l-e.sArs 2006; Fiorano 2006; Atlante 2009: La Tesa 2012: Mosaico ritrouato 2013. 2 Cfr. CenqNcrNr 1969, pp. 282-283, fig. 2, 13; inoltre, VoN Er-ss Mesr 1986, pp. 187-190; Tovor-r 1989, p. 272, n. 116, tav. 118. I Si può proporre un genèrico co.frontò con le scodelle di tipo 2, var. a della classificazione della ceramica di impasto- dell'etàL del lerro del Modèneie (Frnm, Losr 1983, p. ZO, fig. 5,5). Ringrazio il dott. Donato Labate per le indicazioni gentilmente fornitemi in questo senso. 4 Cfr. Perrruccr UccEnr 1984, forme 19-20, pp.146-\47, fig. 5; PennINr 1993, tipo 2, p.70, fig. 8, 2. 131 CARLA CORTI, ROBERTO TARPINI tab. I - Dlsdbuzione dei frammenti di età preromana e romana alf interno delle UUSS di scavo. CP: ceramica preromana. CC: ceramica a pasta cinerognola o ceramica grigia. VN: ceramica a vernice nera. TS: terra sigillata. PS: ceramica a pareti sottili. CI: ceramica invetriata. CRR: ceramica a rivestimento rosso. CD: ceramica comune ad impasto depurato. CG: ceramica comune ad impasto grezzo. A: anfore. L: laterizi. B: basolo. Le ciotole-mortaio in pasta grigia o cinerognola costituiscono una tipologia ben documentata nell'Italia settentrionale, in particolare nelle regioni orientali, ma non mancano le attestazioni in ambito mediopadano e cispadano, tra la fine del V-inizio del IV secolo a.C. e la romanizzazione, perdurando in alcuni casi fino alla prima età imperiale': ad esempio, a Spina sono presenti nel IV secolo a.C., anche se in modo molto minore rispetto agli esemplari analoghi in ceramica dipinta o acroma; a Monte Bibele, a partire dalla metà del IV secolo a.C.; a Padova, durante il IV periodo atestino (fine Ylinizio IV-II secolo a.C.); ad Adria, nel iI secolo a.C.; nelle necropoli di Arquà Petrarca e Altino, :2 itttt:'tiitia:t::::t167 riutilizzate spesso come coperchi di cinerari, rispet- tivamente in tombe databili alla fine del Il-metà del I secolo a.C. ed al I secolo d.C.6. Per quanto riguarda il territorio bolognese, particolarmente significativa risulta Ia presenza di mortai in ceramica depurata a pasta grigia tra i materiali della "srruttura 2" di Casalecchio di Reno, datati tra Ia metà del IV ed il terzo quarto del III secolo a.C.7. 1 5 '! 1 6 1 Per quanto riguarda in particolare la loro diffusione nell'area mediopadana, che risulta probabilmente legata ad un momento piuttosto tardivo della produzione (I secolo a.C.-I secolo d.C.?), si possono menzionare gli esemplari rinvenuti, soprattutto in zone di bassa pianura, nel Modenese, nel Ferrarese, nel Mantovano e nel Veronese8. Un frammento pertinente ad un recipiente di tipo aperto in ceramica di impasto grezzo, caratterizzato da orlo ingrossato e distinto all'interno, superiormente ornato da profonde tacche rettangolari, profilo troncoconico (fig.1, n. 6), può rimandare, per Ia morfologia generale e la decorazione, a forme ceramiche di uso domestico di tradizione preromana, generalmente interpretate come ciotole-coperchi o catini-coperchi, diffuse e vasca a tra la tarda età repubblicana (fine II/I secolo a.C.) ed i primi decenni del I secolo d.C., in particolare 5 Per un inquadramento delle ciotole-mortaio in pasta grigia o cinerognola si possono vedere Cnocs De Vrru 1978, coll. 286-290 Cnasstcrt 1995. pp. l5l-155. 6 Spina: Parrruccr lJccem 1984, pp. 147 -148, forme 26-27 , fig. 6; Monte Bibele: P.rcrreNr 1983, p. 103, nn. 42-44 (dall'abitaro); Vrreu 1987, p. 321, fig. 10 (dal1a necropoli); Padova: LsoNenor, Merou 1976, p. 163; taw. 5, 48, 10, I53, 26,2214; G.c.Àaee, Rure Srn,rptNr 1984, pp. 46-49; Adria MeNcaNI 1982, p. 83, fig. 60, p. 102; fuquà Petrarca: GeMee 1987, t. F2, pp. 248-252, fig. 10, 82; n. Gl eG2, pp.252-254,fr.gg. 12,2,\3,2;t.L,pp.256-262,fig. 15,9-l0tAltino: CnocEDeMrrelgT8,inJia. 7 Fsnp.enr, MBNcor-r 2005, pp. 28-29, fr.g. 5, pp. 69-87, figg. 27-32, nn. 44-94. 8 Per il Modenese: GIonoeNr 1988, pp. 39-40, fig.19; GronoeNr 1988a, p. 485, fig.415, 9; GronoeNr 1988b, p. 521, fig. 463',2; GnNrnnnaru 1992,pp.164,168,. n.2, pp. 211,21.4, n.1; GIonoeNI 1990, p.91, fig. 3,ThrrrNr 1997,pp.86-88, fig. 4;TinprNr 2001, p. 69, Èg. 3, n. 21, nota 3; per il Ferrarese (Bondeno): Cer.zorexr 1986, p.209, fig. 169, 1-2; ConNuro Cesser 1988, p. 186, tav. I. e t32 II.I MATERIALI DI EPOCA PRI,ROMANA E ROMANA 0 I 012 0,_v, D - o (-) 0 & : O7ooQ , c "o." 3""t oh, ffi:"J",:#f o24 fis t - Ma'reriare,:::ff;:;,iìJ?1;ffi*1:Tsx;:,LT';":ill,':.:'.t"Hì::à3fi::[:xi;i:'as'lo in Lombardiae. Tipi awicinabili sono però attestati anche in ambito regionale, ad esempio in contesti tardorepubblicani a Bologna ed a Faenza, in un depura'ro; 3 contesto della prima età. imperiale a Modena e tra i materiali provenienti da ricognizioni di superficie nel Carpigianolo. Milano: Gucrrnlnnrrr, Lncca Brsnop, Rrcezzr 1991, pp. 201-203, tav. XCIY 11 7, 11 (I secolo a.C.-età augustea); Calvatone: Popre, Spruooe 1996, gruppo II.F.l, p.154, fig.238 (fine II secolo a.C. circa-primo quarto I secolo d.C.); Dsrre Ponta, Srnrooa, TissrNenr 1998, p. 166, tav. L)C(XVI, nn. 1-4 (LaTène C2-etàL augustea) fase repubblicana: BerooNr 1986, pp. 146-147, fig.123,98;Faenza, domus diPa'lazzo Pasolini, '0 Bologna,ìeatro romano, strati della Periodo I, Faie 2 (prima metà I secolo a.C.): MoNrnvnccur, Nrcn-eI-I-I 1998, p.126, tav. 23.10; Modena, Cassa di fusparmio, strato 29 (prima metà i secolo d.C.): Meccuroro 1988, p. 433, fig. 378,9; Carpigiano: GrnvesINI Pr»er!,Lre, GtonoeNI 1984, pp.92-93, n.29, tav. XLY 183. 'r Drue t33 CARLA CORTI, ROBERIO TARPINI t (fi7. t, n. r) US 4. Fibulabronzea con arco in verga a sezione ellissoidale fortemente ribassato ed allungato, mutila della molla, dell'ardiglione e della lunga staffa. 2 @g.1, n.2) 6 (fig. t, n.6) US 1140. Fr. di orlo di recipiente di forma aperra in ceramica grezza. Colore: poco uniforme in superficie, in origine la maggior parte della superficie esterna eraT .5 \aR 6/6 (reddish gray); 10 \fR. 7/1 (light gray) in frattura e sull'orlo. R.T. US 159. Fr. di orlo in ceramica d'impasto. Impasto mediamente depurato, tenero, con inclusi neri e rossicci di piccole dimensioni, più rari bianchi anche di grosse dimensioni. Colore: 10 R6/6 (light red) in superficie; 10 \aR 5ll (gray) nucleo. 3 (fig.1, n.3) US 705. Frr. di orlo e fondo di coppa in ceramica grigia. Argilla depurata, tenera, molto friabile, farinosa al tatto, con inclusi bianchi e neri di piccole dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 5Y 6ll (light graylgray) in frattura, 5Y 5ll (gray) e2.5 YR 4/0 (dark gray) in superficie. Concrezioni sulla superficie interna. 4 (fig. r, n.4) US 498. Fr. di fondo di mortaio in ceramica a pasta cinerognola. Argilla depurata, tenera, farinosa al tatto, con inclusi bianchi di piccole dimensioni, neri/grigi di piccole, medie e grandi dimensioni, brillanti puntiformi e piccoli. Vacuoli (in parte anche molto grandi, lasciati verosimilmente da inclusi). Colore: 5 Y 6ll (light graylgray) nella parte più chiara; 7.5 R 610 (gray) nella parte più scura. Grattugia formata da grossi pezzi di pietrisco frantumato all'interno, con concrezioni ferruginose. 5 (fig. t, n. 5) US 793. Fr. di fondo di mortaio in ceramica a pasta cinerognola. Argilla depurata, tenera, granulosa al tatto, con molti inclusi bianchi di piccole, medie e grandi dimensioni, brillanti punriformi. Colore: 5Y 611, (light graylgray);7.5 R 6/0 (gra, nucleo. Grattugia formata da pietrisco frantumato all'interno. II.1.3 Materiali di epoca rom*nt Ceramica a uernice nera Pochi sono nel complesso i frammenti di ceramica vernice nera (15 provenienti da 10 UUSS diverse, cfr. tab. l), con una prevalenza di quelli a pasta rosata rispetto a quelli a pasra grigia. a Per quanto riguarda la pasta rosara, Ia maggior parte dei frammenti di orli è riferibile a coppe inquadrabili nell'ambito della forma Lamboglia 28, che costituisce uno dei tipi meglio documentati anche in altri contesti localill. Si distingue rispetto agli altri per 1'orlo assortigliato marcatamente estroflesso ffig.2, n.1) un frammento con possibili confronti locali, attribuiti al tipo Morel 2652b112, dal territorio di Calderara di Reno (BO), e, in regione, ad esempio a Modena (Morel 2653)13. Esemplari simili, riferiti alle serie Morel 2614,2642,2653 e 2654, compaiono in contesri lombardi databili al I secolo a.C.14. Possono essere invece attribuiti alla serie Morel 2 65 4, estr emamenre diffusa nell' Italia serren rrio - nale tra il I secolo a.C. e l'età augustea e caratterizzata in genere da pareti rettilinee e profilo spigoloso, i restanti orli di coppe Lamboglia 28, variamente espansi ed ingrossati ffig. 2, nn. 2-4). Tipi affini sono documentati localmente sia a Calderara di Reno che a Budrio'5, così come anche nel Modenesel6 e nel ReggianolT. Tla Ia ceramica a vernice nera a pasta grigia, un frammento di orlo eretto leggermente rientrante, di spessore piuttosto accenruaro (fig,2, n. 5), può trovare un generico riscontro nella forma Lambo- rr Ad es. a Castel San Pietro (Nrcrurrt 1996, pp. 79-82, figg. 28J2-13 e 29.1, 3) e, soprarrurto, Calderara di Reno (Pou 2000, pp.39-40,av.,1.,2-3; Porr 2000a, pp. 158-160, tav. 1.7-14). Per quanto riguarda le tipologie Àenzionate nel testo, si la riferimento alle classificazioni del Lamboglia (Lerleocrre 1952) e del Morel (Momr 1981). rr Pou 2000a, p. 160, tav 1.7-8. r3 GronoeNr 1988, p. 36, fig. 14, 15. FnoNrrNI 1985, p. 53, tav. 5, 5 (Morel 2642), p.101, tav 14, 6 (Morel 2654), p.105, rav. 15, 7 (Morel 2614); FnoNrrNr 1991, p. 26, tav. III, ff.19-20 (Morel 2653). 15 Pou 2000, pp.39-40, tav. 1.3; Porr 2000a, p. 160, tav i.10-11 e 13-14; BencerrrNr 1980, p. 10, tav I, 1,6, p.212, tav. LIX, 1368. 16 Modena: GronoeNI 1988, p. 36, fig.74,16 Maccnrono 1988, p. 428, fig.376,1; Carpigiano: GenvasrNr-ProATE'rr-e, GronoeNr 1984, p.54, tav XX, 12-13; Nonantola: GreNrsnnenr 1992, pp.176,178, n. 2; Bassa modenese: TenprNr 1997, pp. 82-83, fig. l, n. 8. r- PerNr 1996, p. 159, tav. XL\1II, 1-3. , ra t34 IT.I MATF,RIAI,I DI F,POCA PREROMANA E ROMANA \\\\ YrTZ \ /- §/ lz, ,/' I U L-J, \- \| // rrl ,/ /r: ,/ § tl w ffi7 ll, o24 -fi7. Z glia 27.In - Ceramica a vernice nera. questo tipo di coppa emisferica l'orlo tende però solitamente ad assottigliarsi sensibilmente, come possono documentare ad esempio anche esemplari in pasta grigia rinvenuti nell'ager budriese e nella Bassa modenesets. Ad uno dei tipi caratteristici dei momenti pirì tardivi delle produzioni nord-italiche in ceramica a vernice nera, la patera di forma LambogliaT ll.6 (serie Morel 2276), che può giungere fino ad età augusteo-tiberianale, si può ar,'vicinare invece un altro frammento con parete rettilinea molto svasata ed orlo leggermente ingrossato (fig. 2, n. 6). In pasta grigia questa patera è molto ben documentata nel Modenese, ma compare anche a Budrio2o. Completano il quadro delle attestazioni di ceramica a vernice nera alcuni fondi con piedi ad anello, sia in pasta rosata che in pasta grigia, riferibili genericamente a coppe o patere: all'interno possono presentare motivi decorativi piuttosto consueti, quali solcature circolari (fig. 2, n. 7) e rotellature @g.2, n. B). Br,nceurNr 1980, pp. 12-13, tav. II, 38-39; TenprNt 1997, pp.84-85, fig. 2, n. 1. Fron.pNlINI 1963, pp. 40-43; FnoNrINr 1985, p. 13. 20 GroxoeNr 1988, p. 39, fig. 18, 5-10; Gronoexl 1988a, p. 485, fig.415, 8 (Cognento); GIonoeNI 1988b, p. 521, fig. 463,1 (Spi' lamberto, loc. Castelletto); Mrcnprrnt 1988, p. 539, fig.483, 7 (Savignano sul Panaro); Glonoexr 1990, p. 91; ThnplNI 1997, p.85, fig. 2, nn. 5-6; Bpp.cerlrNr 1980, p. 156, tav XL, 934 (attribuita alla lorma Lamboglia 5/7). Possibili analogie con il nostro frammento pi.r",rt, anche un altro esemplare budriese, identificato come coperchio (BrncerlINr 1980, p. 14, tav. II,54). 18 ]e 135 CARLA CORTI, ROBERTO TARPIN] 7 (fi.g. 2, n.1) US 907. Fr. di orlo di coppa in ceramica a vernice nera a pasta rosata. Argilla depurata, mediamente dura, con vari inclusi bianchi di piccole dimensioni. Colore: 7.5YR714 (pink). Vernice nera opaca, diluita, piuttosto ben aderente. 8 ffig.2, n.2) US 75. Fr. di orlo di coppa in ceramica a yernice nera. Argilla ben depurata, tenera, polverosa al tatto, con inclusi rossicci di piccole dimensioni, piccoli vacuoli. Colore: 7.5 YR 7/6 (reddish yellow) in superficie, 7.5 YR 6/5 (reddish yellow) in frattura. Vernice nera opaca, spessa. 9 (fi.g.2, n.3) US 997 . Fr. di orlo di coppa in ceramica a vernice nera. Argilla depurata, mediamente dura, con vari inclusi bianchi di piccole dimensioni. Colore: 7.5 YR 7/6 (reddish yellow). Vernice nera opaca, coprente e ben aderente. U (fr7.2, n. B) US 907. Fr. di fondo di coppa o patera in ceramica a vernice nera. Argilla depurata, mediamente dura, con rari inclusi bianchi di medie dimensioni, molti inclusi di piccolissime dimensioni e brillanti puntiformi. Colore: 5Y 611 (light graylgray). R.T. Ti:rra sigillata Nel corso dello scavo sono stati rinvenuti 12 fram- menti di terra sigillata provenienti da 9 UUSS diverse (tab.l). Le produzioni centroitaliche, ben artesrate ed am- piamente diffuse in regione, risultano documentate sicuramente da un solo frammento di fondo in terra sigillata aretina di forma Dragendorff 17B, databile con approssimazione tra il 15 d.C. e la fine del secolo2l. La superficie della parte interna del fondo presenra, tra due solchi incisi, una serie di linee graffite dopo la cottura del manufatto. Il motivo inciso, realizzato in un secondo momento, cronologicamente imprecisabile, è composto dalla giustapposizione di tratti che tendono a formare, nella maggior parte grande patera US 4. Fr. di orlo di coppa in ceramica a vernice nera. Argilla depurata, mediamente dura, con molti inclusi bianchi di piccolissime dimensioni e brillanti puntiformi. Colore: 7.5 \aR.6/6 (reddish yellow). Vernice nera opaca molto diluita. (fi7.2, n.5) yernice nera. Argilla depurata, mediamente dura, con inclusi bianchi di piccole dimensioni. Colore: 5 Y 6/1 (light graylgray).Vernice nera opaca, abbastanza spessa, in buona parte scomparsa all'esterno. US 623. Fr. di orlo di coppa in ceramica ben aderente, assente all'interno. (fig. 3, n. 1). Esso si riferisce probabilmente ad una l0 ffi7.2, n.4) ll bianchi lattiginosi di medie dimensioni, brillanti pundformi. Colore: 5 YR 716 (reddish yellow). Vernice nera opaca, coprente, diluita sul piede, e a (fi7.2, n.6) US 4. Fr. di orlo di patera in ceramica a vernice nera. Argilla depurata, mediamente tenera, liscia al tatto, con inclusi bianchi e neri di piccole dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 5 Y 6.1 (light gray lgray). Vernice (ingobbio) grigiastra molto diluita. Striature orizzontali parallele sulla 12 superficie esterna. t3 (fi7. 2, n.7) US 945. Fr. di fondo di coppa in ceramica a vernice nera. Argilla depurata, mediamente dura, con inclusi bianchi di piccole dimensioni, rari rossicci dei casi, linee a zigzag. Un altro frammento di orlo (fig. 3, n. 2) trova confronto dal punto di vista morfologico con materiale prodotto a Bolsena nella prima metà del I secolo d.C. (forma Goudineau 34). Lesiguità" dell'esemplare ed il suo catrivo stato di conserva- zione non consentono tuttavia di attribuire con certezzailpezzo ad una produzione aretina22. Più numerosi sono i frammenti di recipienti in rerra sigillata riferibili a produzioni norditaliche. Un orlo estroflesso, pendente e modanato di grossa patera con parete svasata è riconducibile alla forma Dragendorff16, che si data trail20 a.C. ed il15 d.C. (frg.3, n. 3). Questo tipo di patere risulta amestaro a Magreta (MO), a Modena, a Budrio (BO), a Cassana (FE), a Classe (RA) e a Cattolica (RN;'r. fuentra nelle produzioni di terra sigillata norditalica di età augustea anche il piede ad anello a sezione r1 Puccr 1985, pp. 201-202. Puccr 1985, pp. 386-387, forma XIII, var. 4, tav. O«III, n. 5 e C)C(V n. 10. 23 Mezzr.o SenqcINo 1985, pp. 196-197, tav. L\{I, n. 4; MaIorr 1990, pp. 415-455; Mtzzno SenecrNo 1987, pp. 32-33, 68, rav. 2, nn.13-14. 22 t36 II. I MATERIALI DI EPOCA PREROMANA E ROMANA ill Q: Q. I /# Y'-\- m, z {A t-\ -.__--.-\- t\ t\ tlll \ :5 ,.1 I (_8. \\r\ t LIe*2__, \\ I l__..:..:\ o24 I 7 I fg. 3 -Terra sigillata. tronco-conica di probabile coppa Goudineau 2 (fig.3, n. 4), diffuso tra il 25 a.C. e il 15 d.C. circa. Ben documentata sul Magdalensberg, questa forma risulta attestata anche nel Modenese2a. Un frammento di parete carenata di coppa è invece 1D della classificazione della Mazzeo Saracino, mentre la presenza di un rivestimento simile a quello della terra sigillata potrebbe indicare una pertinenza alle fasi più tardive della produzione, collocabile tra la fine dell'età augustea e l'inizio di riconducibile alla forma Ritterling 9, decorata principalmente da serie di scanalature parallele \fig.3, n. 5). Questo recipiente, databile uail2} e il 110 d.C., è presente in regione a Budrio (BO), a quella tiberiana2T. Russi (RA), italica. Argilla ben depurata, dura, con rarissimi inclusi bianchi di piccole dimensioni e brillanti puntiformi. Colore:7.5 YR 714 (pink). Vernice rosso-bruna, compatta, coprente e ben aderente. a Ravenna, a Bondeno (FE), a Cassana (FE), a Reggio Emilia e nel Modenese25. Pertinente ad una coppa tipo Surus (Sariuschale) è il frammento di parete con decorazione in rilievo composta da un punto inscritto in un cerchiello (fig.3, n. 6). Questo motivo decorativo compare in sigillate databili tra l'ultimo quarto del I secolo a.C. e l'età f1avia26. Infine, è probabilmente riferibile ad un bicchiere di tipo Aco (Acobecher) un frammento di fondo con piede distinto ed inizio di parete (fig. 3 7). L^ produzione di questi bicchieri ovoidi ".o troncoconici decorati a matrice, di origine norditalica, sembra protrarsi dalla seconda metà del I secolo a.C. fino ad epoca tiberiana. Lestrema frammentarietà del pezzo r on permette che un'attribuzione generica nell'ambito della forma 2aMezzso Sene.ctNo 1985, pp. 25 MrzzF.o SenacrNo 1985, pp. 26 Mrzzto Se«ecINo 1985, pp. 2' MezzBo SanecrNo 1985, pp. t5 \fi5.3, n. 1) US 478. Fr. di fondo di patera in terra sigillata tG \fi7. 3, n.2) US 1119. Fr. di orlo di coppa in terra sigillata norditalica. Argilla depurata, mediamente tenera, con rari inclusi bianchi e neri di piccole dimensioni, più numerosi brillanti puntiformi. Colore: 7.5 \aR 714 (pink). Vernice rosso-bruna, coprente. n.3) US 167. Fr. di orlo di patera in terra sigillata 17 (fi7. 3, nord-italica. Argilla depurata, mediamente dura, granulosa, con rari inclusi bianchi e rossicci di piccole dimensioni. Colore: 7.5 \T.7/6 (reddish 194-195, tav. LVI, n.3. 200-201, tav. X, n. 18 Atlante 2009,II, p.74, fig.238,1 (CE 220-228, tav. L)C(II, n. 5 (Forma 13D, tipo A). 188-190, taw. LXVIII-IXIX. t37 2t, CE 246). CARLA CORTI, ROBERIO TARPINI yellow). Vernice rosso-bruna, diluita, coprente, ben aderente. t8 (fi7. 3, n.4) US 1045. Fr. di piede in terra sigillata nord-italica. Argilla ben depurata, mediamente dura, polverosa al tatto, con rari inclusi bianchi di piccole dimensioni. Colore: 7.5 YR 714 (pink). Vernice rosso- (\ \\/'2 \ V, arancio diluita, coprente, piuttosto ben aderente (quasi completamente assente all'esterno). n.5) US 167. Fr. di parete di coppa in terra sigillata -fi7. a nord-italica. Argilla depurata, tenera, polverosa al tatto, con rari inclusi bianchi, brillanti puntiformi. Colore: 5 YR 7/B (reddish yellow). Vernice rossobruna diluita, poco aderente. Marabini bianchi di piccole dimensioni. Colore: 2.5YP.616 (light red). Vernice rosso-bruna, diluita, coprente e ben aderente. 2r (fi7. 3, n.7) US 1016. Fr. di fondo di Acobecher. Argilla depurata, mediamente dura, con rarissimi inclusi bianchi di piccole dimensioni. Colore: 5 YR 6/6 e ?areti sottili La ceramica a pareti sottili è presente in 12 UUSS, per un totale di 1B frammenti (tab.1). Si tratta nel complesso di frammenti molto minuti e scarsamente indicativi dal punto di vista tipologico, per lo pirì riferibili a pareti, tutti in pasta rosata. Anche gli unici due orli pongono difficoltà di at- tribuzione, trovando confronti piuttosto generici Man-q.erur Menq.srNr Mosvs 1973, p. 100, tav. 15, nn. 157-158. Y documentato a Cosa in età augustea (fig. 4,n. 1)t'. Un tipo di orlo abbastanza simile è attestato anche a Budrio e, sempre in ambito regionale, tra i materiali dello scavo della domus diPalazzo Pasolini aFaenzae in conresti urbani a Modena e Reggio Emiliaso. Il secondo frammento, che presenta labbro svasato con orlo ingrossato arrotondato, distinto da una leggera concavità all'interno (frg. 4, n. 2), potrebbe essere riferito indicativamente ad un bicchiere ovoide di tipo fucci I/19 (= Mayet III = Marabini IV), vaso potorio di probabile produzione cenrroitalica diffuso in età. tardo-repubblicana, tra la metà del II ed il I secolo a.C.3'. Un altro confronto può essere C.C. re Ceramica a pareti sottili. Il primo di essi, svasato obliquo, potrebbe essere accostato ad un bicchiere di forma 9 45. Fr. di parete di Sariusschale in terrasigillata nord-italica. Argilla depurata, dura, con inclusi 28 - utilizzate2s. US a i nell'ambito delle classificazioni più. comunemente 20 @5.3, n. 6) Ceramica ? ? I 19 (fis. 3, (reddish yellow). Vernice rosso-bruna, coprente ben aderente. I t,,\ istituito con alcuni boccalini frammentari provenienti dallo scavo dell'edificio rustico di Cave Nord di Calderara di Reno, caratterizzati però da orlo più accentuatamente eretto e rientrante32. Si può inoltre menzionare Ia presenza di due fondi di bicchieri (dallo splateamenro e dall'US 167). 22 (fi7. 4, n.1) US 945. Fr. di orlo di bicchiere in ceramica a pareti sottili. Argilla depurata, mediamente dura, con rari inclusi bianchi di piccolissime dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 7.5 \R 716 (reddishyellow). Mosvs 1973; Mevsr 1975; Rrccr 1985. r0 Budrio: BnnceurNr 1980, p. 181, tav. XLVIII, ll12;Frcnza'. MoNrrvrccnr, Nscmllr 1998, p. 135, tav.26,5, awicinato ai tìpi fucci I/19 (Marabini IV), metà II-l secolo a.C., e Ricci I127, terzo quarto I secolo a.C., di produzione centro-italica (Rrccr 1985, pp. 247-248, tav L)C(X, 5; p. 250, tar.. L)OflX, 14); Modena, Cassa di fusparmio: Mecclono 1988, p. 483, fig. 383, 14, in ceramiia verniciata; Reggio Emilia, via Giorgione: Losr 1996, pp.218-219, tav LlOflII,2, attribuito al tipo Ricci I/130, I sècolo d.C. (fuccr 1985, p.269,ta . LXXXV 8). fuccr 1985, pp.247-248, tav L)C(IX, 5. Cfr. anche CBnsse Moru 1991, p. 44, tav. IX, | 6-10 (Milano). r: MezzrNt 2000, p. 49, :av. 1,.2-5, in ptc. 4-5: boccalini awicinati a loro volta ad alcuni esemplari rinvenuti nello scavo di un altro edificio rustico a Castel San Pietro (BO), per i quali viene però ipotizzata una derivazione dai tipi 1/53, ll57 ell59 della fucci, con conlronti regionali databili tra i decenni iniziali del I secolo d.C. e l'età neroniana (Nrcnrt-rr 1996a, tipo III, pp. 110-112, ùg.37,l,'3, con bibl. di cfr.). Va però sottolineato che mentre possono sussistere per il frammento di Sant'Agata certe analogie con gli esemplari di Calderara di Reno, notevoli sono invece le differenze con quelli di Castel San Pietro. 3i 138 II.I MAIERIALI DI EPOCA PREROMANA E ROMANA 23 ffi7.4, n.2) US 970. Fr. di orlo di bicchiere in ceramica a pareti sottili. Argilla depurata, mediamente dura, con inclusi bianchi di piccole dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 5 YR 6/6 (reddish yellow). Sono ar.vicinabili ad un tipo di olla o brocca documentato anch'esso tra la tarda età repubblicana e Ia prima età imperiale due orli svasati a fascia, concavi internamenrc (fig. 5, nn. 3-4). Forme simili provengono ad esempio da contesti protoimperiali di Bologna, Faenza o Reggio Emilia36 e sono ben attestate tra il I secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C. anche in Lombardia3-. Ad un'altra tipologia piuttosto comune appartiene anche un frammento di orlo syasato curvilineo di olla (fig. 5, n. 5). Olle o brocche con orlo svasato sono assai diffuse nell'ambito delle ceramiche comuni, sia depurate che grezze, e coprono un arco cronologico molto lungo, che si estende per tutta I'età imperiale ed oltre, con particolare concentrazione nel I-II secolo d.C.38. La forma è attestata nel territorio claternate e nell'ager centuriato budriese e compare con una certa frequenza C.C. Ceramiclte comuni: ceramica depurata e ceramica "d'impasto grezzo" La ceramica comune depurata è presente in circa due terzi delle UUSS che hanno restituito materiali di età romana (42), costituendo, con olrre 100 frammenti, la classe con il maggior numero di attestazioni in assoluto (tab. l). Un frammento di brocchetta o boccalino, probabilmente monoansato, con orlo svasato33, che non sembra trovare confronto nel repertorio morfologico di questa classe, può invece essere anche nel Modenese3e. Si inquadrano in tipologie molto comuni anche due frammenti di coperchi a calotta, uno con orlo ingrossato ribattuto (fig. 5, n. 7), I'altro con orlo appena leggermente rialzato (fig. 5, n. 6). Entrambi i tipi possono rientrare ad esempio tra i coperchi del gruppo 47adi Luni, attestati soprattutto nel I secolo a.C. (ma, curiosamente, anche nel IV secolo d.C.)'o, e sono ben documentati anche localmente4'. Anche la ceramica comune con impasto grezzo risulta abbastanza ben documentata, sia da forme aperte che da forme chiuse (tab. 1). Una porzione di tegame presenta l'orlo appiattito e ribattuto all'interno, in modo da formare una tesa obliqua, la parete fortemente inclinata a profilo continuo e il fondo piatto (fig.6, n. 1). II corpo ceramico risulta caratterizzato dalla presenza di sabbia. Tegami con impasto analogo sono stati rinvenuti a a'nrricinato, per quanto riguarda le caratteristiche tecnologiche di fabbricazione, alla ceramica apare- ti sottili rosate (fig.5, n. 1). In assenza di confronti puntuali, soprattutto date le ridotte dimensioni del recipiente, la forma svasata e rettilinea dell'orlo può rimandare genericamente al tipo Labate CC iI Bd in ceramica comune depurata, documentato tra il I secolo a.C. ed il VI secolo d.C.31. Si riferisce con ogni probabilità ad un olpe o ad una bottiglia, conrenitori monoansati ad imboccatura e collo stretto diffusi soprattutto nella tarda età repubblicana e nella prima età imperiale, un orlo espanso a sezione triangolare (fig. 5, n. 2). Nonostante la lacunosità. del pezzo, si possono individuare confronti, anche in questo caso molto generici, con alcune forme databili tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C.35. 3r Si tratta in realtàL di due frammenti combacianti provenienti rispettivamente dill'US 442 e dall'US 527. LeeArs 1988, p.77, fig. 50, ivi bibliografia e confrond. Rovr,ttI 1985,p.435,forma 3, tav 86, 3; l-esAre 1988, forma CC Ill Aa, p. 78, Èg.51 GucI-rErurrrr, Lrcc,r Brsnon, RA.cazzt 1991, p.1.47, tipo 5, tav. LVIII, f. 8 (età augusteo-tiberiana). 36 Bologna, teatro romano: CunrNe 1986, fig. 131, 59; Faenza, domus di Palazzo Pasolini, Periodo III, Fase 2: MoNrsvpccru, Nr;cnur-r 1998, p. 155, tav. 35, 8, 10; Reggio Emilia: Covtzzt 1996, p. 135, tav. XLIII, 2. Cfr. anche la forma Labate CC IIC di Mutina 3a r5 (hnerr 1988, p.77, fig. 50). 3' Dsr-r-e Porra, Srru,ooa, TessrNenI 1998, pp. 199-200, forma n. 1, tav. CXXVII, l-2, p. 200,lorma n. 7, tav. C)O§{II, 1. 18 LesArE 1988, forma CC II Bb, pp. 76-77 , fig. 50; Dnrr-e Ponre, Srruooe, Tessruenr 1998, pp. 148-151, forme nn. 50-51, taw. LVII.LVIII. re Castel San Pietro, Osteria Grande, scavo nei fondi Malaraggia e Foresti, fase avanzata del II-IiI periodo (media-tarda età imperiale): NecRnru 1996b, p. 123,fig.40.3,7; Budrio: BenceurNr 1980, p.111, tav. XXIX, 622-626, p. 193, tarv. LIil,1204 e LIV, 1205, p. 213, tav. LX, 1379. Per una rassegna delle attestazioni modenesi cfr. TenprNr 2001a, p. 111, fig. 1, nn. 3-6. 4t Luni II, pp. 531, 628, taw.l37,l-3,275,16-18. Clr. anche LenerE 1988, lorme RT VIII B (II secolo a.C.-I secolo d.C.) e G (l-II secolo d.C.), pp.74-75, fig. 47. 11 Budrio: BBnceutNt 1980, p. 107, tav. XXVII, 592-594 (ceramica verniciata), pp. 116-117, tav XXX, 676-680 (ceramica comune), pp. 169-170, tav. XLIV, 1019-1021c (terra sigillata); Bologna, teatro romanor strati di età imperiale: CuxrNe 1986, fig. 1.32, 69; Castel San Pietro, Osteria Grande, scavo nei fondi Malaraggia e Foresti, Periodo II (prima etàr imperiale): Nrcr.rrrr 1996b, p. 125, figg. 40.17 e 4t.Z: Calderara di Reno, territorio: BrNoI 2000a, p. 178, tav 1.11. Inoltre, in regione, Russi: MezzEo SenectNo 1977, fig.70, 113; Faenza, domus di Palazzo Pasolini, Periodo I, Fase 2 (prima metà I secolo a.C.): MoNruveccur, NscRlru 1998, p.126, tav.23.ll. 139 CARLA CORTI, ROBERTO TARPINI Iffi Y I t--) -,r) - b*d e/ I 6 o24 fi7. 5 - Ceramica comune ad impasto depurato. Castel San Pietro in contesti di età augustea o di prima età imperialea2. Due frammenti di orli sono riconducibili a larghe scodelle o catini. Questi recipienti non trovano puntuali confronti in regione. Forme analoghe sono invece frequentemente attestate fra il repertorio delle ceramiche depurate, anche se generalmente di dimensioni maggiori, e diffuse soprattutto tra la tarda età repubblicana e la prima e media età imperialea3. Il primo frammento (fig. 6, n. 2) presenta l'orlo estroflesso, ingrossato e superiormente appiattito e la parete piuttosto sottile, che cambia inclinazione facendo supporre la presenza di un'accentuata carena e di una vasca a profilo troncoconico. Il secondo esemplare ha I'orlo assottigliato, leggermente appiattito ed obliquo all'interno e la parete molto svasata e aperta, caratteristica morfologica che porterebbe ad escludere la sua pertinenza ad un tegame (fig. 6, n. 3). Un frammento di grossa ciotola o scodellone con orlo rientrante, ingrossato ed arrotondato, esternamente sottolineato da una larga scanala- tura, di diametro superiore a 40 cm (frg. 6, n. 4), si confronta con un esemplare praticamente identico rinvenuro nel territorio di Calderara di Renoaa. Questo tipo di recipiente, che appare poco attestato in regione, può trovare, per forma e caratteristiche di impasto, altri confronti generici e non datanti sempre a Calderara, tra i materiali di Cave Nord, e nel Modenesea5. Le olle presentano in massima parte I'orlo syasato (fig. 6,nn.5-7), solo in un caso con base di appoggio per il coperchio lievemente accennara (fig. 6, n. 8). Per questi recipienti, morfologicamente poco caratterizzati, si possono trovare solo confronti generici, trattandosi di una forma ampiamente diffusa per tutta I'epoca romana e olrre, dall'età del ferro al Medioevo. Anche la varietà degli impasti di queste olle porta a confermare Ia longevità della forma. Lolia con orlo riquadraro e sagomato all'interno per l'appoggio del coperchio jfig.6, n. 9) trova a2 NpcrcLLr 1996c, p. 134, fig. 44.1. Cfr. BenceurNr 1980, p. 118, tav XXXVI, n. 691; Nscxsrrr 1996b, p.125,fig.40, n. 10; BsNor 2000, p. 53, tav.1, n. 10; MoNTEVECcHI, NecRnu-r 1998, 163, tav 39, nn. 1-2; LaeArE 1988, lorma CCVAa, p. 80, fig. 53; GuNpsnnezu 1992,pp.151, 153, n. 8; e più in generale si veda DysoN 1976, fig. 46. 'a BeNor 2000a, p. 181, tav.2.4. a5 BENot 2000, pp. 58-59, tw.2.8-10; GIeNrEnrenr 1992, pp.135,139, n. 11; Conrr, TrnprNr 1997, p,128, fig. 9, n. 8. a3 r40 II.I MATERIALI DI EPOCA PREROMANA E ROMANA I « \w IL:; \\\\ \l (t rtC. 6 - \,/- r/ !, Ceramica comune ad impasto grezzo. invece puntuale confronto con materiale di epoca tardoantica (IV-\'i secolo). In particolare questo recipiente, sia per forma che per tecnica di fabbricazione, è assimilabile alle olle di I tipo del sito Corte Vanina di Concordia sulla Secchia (MO)'n. 2a (fi7.5, n. 1) USS 442 e 527. Frr. di orlo di brocchetta o boccalino in ceramica comune depurata. Argilla depurata, dura, a frattura netta, con inclusi bianchi e neri/bruni di piccole, medie e, più rari, grandi dimensioni, brillanti puntiformi. Colore poco uniforme: 5YF.6l4 (light reddish brown), 7.5 YR 614 (light brown), 7.5 YR 7/0 (light gray). 25 \fi7. 5, n.2) US 4 e splateamento. Frr. di orlo di olpe o bottiglia in K\ =-r7 :,,/ ceramica comune depurata. Argilla depurata, malcotta, dura, con inclusi bianchi di piccole dimensioni, rari rossicci e brillanti puntiformi. Colore poco uniforme: 7.5 YR 7 I 4 (pink) 17 .5 YR 51 4 (brown) . 26 (fi7. 5, n.3) US 4. Fr. di orlo di olla o brocca in ceramica comune depurata. Argilla depurata, tenera, polverosa al tatto, con rari inclusi bianchi di medie e piccole dimensioni, vari inclusi bianchi e rossicci di piccolissime dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 7.5 YR7/6 (reddish yellow). 27 \fi7. 5, n.4) US 1016. Fr. di orlo di olla o brocca in ceramica comune depurata. Argilla depurata, tenera, polverosa al tatto, con pochi inclusi bianchi di piccole dimen- sioni e brillanti puntiformi. Colore: 7.5 YF.716 (reddish yellow), 7.5 YR 714 (pink) all'esterno. a6 Conrr 2001, p. 128, figg. 3-4, con relativa bibl. di confronto; si veda inoltre quanto osservato su queste produzioni in Conrr, Gron»aNr, Loscnr GsrrroNr 2004 e Conrr, LoscuI Gurr:roNI 2007. r4t CARIA CORTI, ROBERTO TARPINI 28 (fi7. 5, n.5) con inclusi sabbiosi di medie e piccole dimensioni, rossicci di medie dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 10 YR 613 (pale brown), non omogeneo. US 1300. Fr. di orlo di olla in ceramica comune depurata. Argilla depurata, mediamente dura, con inclusi bianchi e neri di piccole dimensioni, rari brillanti puntiformi. Colore: 7.5YF.714 (pink) in frattura, 10 YR B/2 (white) in superficie. 29 @5. 5, n.6) US 945. Fr. di orlo di coperchio in ceramica comune depurata. Argilla depurata, tenera, con inclusi bianchi di piccole dimensioni, rari rossicci di medie dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 10 YR 714 (very pale brown). 30 (fig. 5, n.7) US 907. Fr. di orlo di coperchio in ceramica comune depurata. Argilla depurata, mediamente tenera, con inclusi bianchi e neri di piccole dimensioni, molti brillanti puntiformi e piccoli. Colore: 7.5 YR 6/6 (reddish yellow). 3t (fi7.6, n. 1) US 1148. Fr. di orlo, parere e fondo di tegame in ceramica grezza. Impasto mediamente duro, ruvido al tatto, con molti inclusi: biancastri lattiginosi di medie dimensioni, affioranti; molti analoghi di piccole e medie dimensioni e bianchi di piccole dimensioni; rari rossicci di piccole dimensioni; molti brillanti puntiformi. Colore: 7.5 \T.6/6 (reddish yellow) sulla maggior parre della superficie;7.5YP.614 (light brown) su parte della superficie esterna; 7.5 YR 6/2 (pinkish gray) nucleo. Fondo esterno sabbiato. 32 (fi7. 6, n.2) US 167. Fr. di orlo di scodella o catino in ceramica grezza. Impasto mediamente depurato, tenero, ruvido al tatto, con inclusi rossicci e bianchi di medie dimensioni (sabbia), bianchi e rossicci brillanti puntiformi. Colore: 10 \|R.6/4 (brownish yellow) in superficie; 5 YR 6/8 (reddish yellow) in frattura (nucleo). Superfici (int., est., frattura) interamente ricoperte da uno spesso ed uniforme strato di concrezioni (calcaree?), come gli altri frammenti rinvenuti nello stesso strato. 35 (fis. 6, n.5) US 623. Fr. di orlo di olla in ceramica sioni, brillanti puntiformi e piccoli. Colore: 7.5 YP.716 (reddish yellow) in frattura; 10 YR 6/3 (pale brown) in superficie (nella sua parte pir) scura, dato che è poco uniforme). 36lfiS. 6, n.6) US 944. Fr. di orlo di olla in ceramica grezza. Impasto mediamente duro, ruvido al tatto, con inclusi bianchi di piccole e medie dimensioni, neri di piccole dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 7.5 YR 6/6 (reddish yellow) in frattura. Superficie interna ed esterna annerita. 37 (fi7. 6, n.7) US 945. Fr. di orlo di olla in ceramica grezza. Impasto mediamente renero, con molti inclusi sabbiosi di medie e piccole dimensioni e bianchi di medie dimensioni, rari rossicci di medie dimensioni. Colore: 10 YR 711 (lightgray) all'interno ed in frattura nella parte inferiore dell'orlo; 10 YR 612 (Iight brownish gray) in frattura all'esterno e nella parte superiore dell'orlo. Lesterno e la parte interna superiore dell'orlo sono anneriri in superficie; la superficie corrispondente risulta lisciàta a stecca con larghi tratti. 38 (fi7.6, n. B) US 928. Fr. di orlo di olla in ceramica grezza. Impasto duro, ruvido al tatto, con inclusi bianchi, neri e rossicci di piccole, medie ni, pirì rari brillanti piccoli 33 (fi7. 6, n.3) US 907. Fr. di orlo di probabile tegame in ceramica grezza. Impasto mediamente duro, ruvido al tatto, con inclusi biancastri/grigiastri di piccole dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 10 YR 613 (pale brown) tonalità più chiara/10 \lR. 6/5 (brown) tonalità più scura. 3a ffi7.6, n.4) US 805. Fr. di orlo di scodellone in ceramica grezza.Impasto mediamente duro, ruvido al tatto, grezza. Impasto mediamente depurato, tenero, con inclusi bianchi, neri e rossicci di piccole e medie dimen- e grandi dimensio- punriformi. Colore: 7.5 \T. 614 (lightbrown). Parte superiore dell'orlo e e superficie esterna annerite. 39 (fi7. 6, n.9) US 792. Orlo di olla in ceramica grezza.Impasto mediamente duro, con molti inclusi bianchi di piccole, medie e grandi dimensioni, più. rari rossicci di medie e grandi dimensioni, rari brillanti puntiformi. Colore: 10 YR 512 (grayish brown). Superfici annerire. C.C. r42 II. I MAIERIALI DI EPOCA PREROMANA E ROMANA Anfore a fondo piatto di tipo foropopiliense sono state rinvenute in regione a Rimini, a Cattolica, a Anfore Frammenti di anfore sono stati rinvenuti in 24 UUSS per un totale di 52 esemplari (tab.l), di cui solo pochi riconducibili con sicurezza a forme Classe, aFaenza, a Russi, nel Ferrarese, a San Pietro in Casale ed a Calderara di Renots. lJn grosso orlo ad anello, con ansa impostata immediatamente al di sotto di esso, potrebbe essere attribuito ad un anfora di forma Dressel 14 o affine (fig.7 ,n.3). Le Dressel 14 sono contenitori prodotti nel sud della Spagna per il trasporto delle conserve di pesce e diffusi dalla metà del I, più precisamente dall'età tiberiano-claudia, al II secolo d.C. in ltalia, Francia e NordAfrica56. Lesemplare rinvenuto nel nostro sito trova confronto, per quanto riguarda la forma e l'impasto, ad Aquileia, con un orlo proveniente dagli scavi effettuati nell'area ad est del Foro57. Tirttavia, l'esiguità del frammento, che non consente diipotizzare lo sviluppo del corpo, non permette di escludere la possibilità che I'orlo possa essere invece pertinente ad un'anfora "ovoidale adriatica"sS o ad una Dressel 68 con orlo ingrossato ed arrotondatose. A questo tipo di anfore è stato infatti attribuito un contenitore di forma analoga rinvenuto a San Pietro in Casale60. Lanfora Dressel 7-11 risulta documentata da un fondo cavo con base piana di puntale (frg. 7, ,. 4). Questo tipo di contenitore era destinato al trasporto di salse di pesce. Le anfore furono prodotte nella penisola iberica (Betica e Thrraconense) e nel sud della Gallia tra l'età" augustea e il I secolo d.C.61. Contenitori tipo Dressel 7-11 risultano attestati, anche se in modo non consistente, in Italia settentrionale62. In regione sono diffusi a Modena, a Carpi (Dressel 7-13), a Reggio Emilia e a Bondeno (Dressel 7-13)63. precise. La forma Dressel 2-4 è attestata da un orlo a fascia (fig.7 , n. 1). Questi contenitori, addetti al trasporto di vino, vennero prodotti a partire dalla metà del I secolo a.C.a7 eper tutta Ia prima età imperiale, giungendo talvolta fino al III secolo d.C.a8, sia in Italia, inizialmente in Lazio e Campania, che in ambito provinciale, dove possiamo incontrare varianti morfologiche non contemplate nella tipologia del Dresselae. Anche nella Cisalpina, dove risulta ben documentata la diffusione delle Dressel 2-4, sono state rinvenute fornaci addette alla fabbricazione di questo tipo di anfora5o. In questo caso si tratta, molto probabilmente, di recipienti deputati alla commercializzazione a medio raggio dei prodotti localitl. La produzione di Dressel2-4 è attestata in regione in vari centri, tra cui Reggio Emilia e Imola (BO), dal rinvenimento di scarti pertinenti all'attività di una o più fornaci52. Questo contenitore risulta conseguentemente documentato anche in altri contesti, come ad esempio a Reggio Emilia, a Modena, a Calderara di Reno, a San Pietro in Casale, a Bondeno e a Classe53. Un orlo ad anello leggermente estroflesso risulta pertinente ad un'anfora a fondo piatto, prodotta in particolare nell'area romagnola, e, più precisamenre, ad un contenitore di tipo "Forlimpopoli A", diffuso tra la metà del I e l'inizio del II secolo d.C. ed addetto al trasporto di vino (fig.7 ,n.2)t4. r'Anfore di tipo Dressel 2-4 compaiono anche tra gli scarti della fornace di Giancola (Brindisi). La produzione apula, databile agli anni immediatamente precedenti la merà del I secolo a.C., risulta pertanto essere leggermente antecedente a quella impiantata sulla costa tirrenica (Crlnreuo, Cenn-e 1989, pp. 70-71). 'i8 La maggior parte delle attestazioni di anfore Dressel 2-4 si interrompe tuttavia nel II secolo d.C. (Pucocr, Wrrrrer,rs 1991, p. 106). a' PaNnna 1968-1.969, p. 119; BnuNo, Boccnlo 1991, p.273. 50 PssevsNro Merrrolr, CrpnreNo, Pesronl 1992, pp. 41-42. tr FeccHrNr 1993. 5t PnrrscnrNr et al.1996, pp. 198-199, tav. LX\{I, nota 17. t3 Covtzzt 1996, p.145, tav XLIII, n. 5; Losr 1996, p. 220, tar.. L)O(\{, n. 1; CnocIeNI 2000, pp. 63-64, ,av. l, nn. 4-9; CnocreNr 2000a, p. 188, tav. 1, nn. 8-10; Npcnurr 1996, p.1,46; NscRrr-Lr 1996e, p. 222, fig.92, t. 4: ConNEI-ro Cesser 1988, p. 217, tav X\{II, n. 7; SròpproNr 1990, p. 458, ill. 1, nn. 4-6; Scorrr 1988, pp. 90-91, fig. 62, n.4, fig. 63, n. 1; per quanto riguarda l'ampia diffusione di questo tipo di contenitore in aree rurali del Modenese si veda Atlante 2009. ta 55 ArorNr 1999. ArorNr 1999, fig.29; SropproNr 1990, pp. 458-460, ill. 2, nn. 7-9; Nscnnrr-r 1996d, p. 146; Nscmrrr 1996e, p. 223, fig.92, n. 6; CnocreNr 2000, pp. 65-66, tav.1, nn. 12-12. i('PeNnLLe 1973, pp.516-519, fig.207; Pnecocr,'§(l'rrueturs 1991, pp. 126-127. :;TrnoNs 1991, pp. 199-200, tav. 36, AS2. Le "anfore ovoidali" di produzione adriatica si inseriscono nel periodo di transizione tra la forma Lamboglia 2 5s e la Dressel 6A (50-30 a.C.) (CrlmeNo, Cernr 1989, pp. 77-80). te Cfr. BnuNo, Boccuro 1991, p. 267 tav. CXY f. 62. , 6n Nr,cnsllr 1996c, p. 144,1\g.48, n. 1. 6' PaNrrre 1968-1969, p. 120; Bnuuo, Boccnro 1991, p.276. 6' PssevENro Merrrolr, Crlr:eNo, Pesroru, 1992, p. 46. p. 90, 93, fig. 60, 3; Mer-Nerr et al.1996, p.94, frg.18, tav )C(lll, n. 3; Gr'nvesrNI ''3 Scorrr 1988, pp. 99-100, tav. XLVlll, nn. 197 -199 ConNerro Cesser 1988, p. 21.4, av XVIII, nn. i-2. 143 Ploerprrt, GronoeNr 1984, re CARLA CORTI, ROBERTO TARPINI T-TW, [--§ llrJ \---t--d s 036 fig.7 - Infine, un puntale frammentario reca evidenti tracce di riutrlizzo sulla base (fig.7, n. 5). Gli incavi a croce, di varia profondità, sembrano essere stati ottenuti per abrasione e dovevano ospitare ciascuno una corda. Data l'esiguità del frammento e la genericità delle sue caratteristiche, il puntale non può essere attribuito con attendibilità ad una forma specifica, tuttavia le caratteristiche del corpo ceramico rimandano a produzioni della penisola iberica6a. a0 (fi7. 7, n.1) US 231. Fr. di orlo di anfora da trasporto. Argilla depurata, mediamente tenera, Ieggermente farinosa al tatto, con inclusi bianchi, neri e rossicci di piccole dimensioni, più rari di medie dimensioni, brillanti puntiformi e piccoli. Colore: nocciolarosato in superficie; arancio-rosato in frattura. 4 @5.7, n.2) US 75. Fr. di orlo di anfora da trasporto. Argilla depurata, dura, ruvida al tatto, con molti inclusi bianchi e rossicci di medie e piccole dimensioni, brillanti puntiformi. Colore: 5 YR 616 (reddish Anfore. frattura fresca. Tracce di ingobbio sull'orlo e sulla superficie interna. a3 ffi7. 7, n- 4) US 503. Fr. di puntale di anfora da trasporto. Argilla depurata, dura, granulosa, con molti inclusi grigiastri di piccole dimensioni, qualche bianco di medie dimensioni, rari bianchi e rossicci di grosse dimensioni. Colore: 5 YR 6/8 (reddish yellow) in frattura; 7.5 YR 714 (pink) in superficie. Ingobbio biancastro all'interno. aa (fi7.7, n. 5) US 724. Fr. di puntale di anfora da trasporto. Argilla depurata, dura, granulosa, con inclusi rossicci e bianchi di grosse dimensioni (molto grossi), molti bianchi e rossicci di medio-piccole dimensioni tracce di ingubbiatura sulla superficie esterna. Colore: 2.5 YR 614 (light reddish brown) in frattura; 10 YP.7l4 (very pale brown) in superficie. C.C. yellow). II.l.4 a2 (fi7.7, n. 3) US 790. Fr. di orlo di anfora da trasporto. Argilla depurata, mediamente dura, con inclusi rossicci di medie e grosse dimensioni, molti inclusi bianchi di piccole dimensioni, rossicci di piccole dimensioni, rari bianchi di medie dimensioni. Colore: 5 YR 7/6 (reddish yellow); 5 YR 6/6 (reddish yellow) Dal punto di vista cronologico gli sporadici frammenti preromani si collocano in un periodo compreso tra la fine del VII ed il V/IV secolo a.C. (nn. 1-3). Più difficile è invece Ia datazione dei fondi di ciotole-mortaio in ceramica a pasta 6a il Considerazioni conclusiue: materiale e il contesto di rinuenimento cinerognola, per i quali non si può escludere, come A questo proposito si veda Precocr, \(/rllreus 1991, p. I33 e 140. t44 II.1 MAIERIALI DI EPOCA PREROMANA E ROMANA avviene in altre aree limitrofe, una persistenza di forme ceramiche di tradizione preromana fino addentro alla piena età romana (nn.4-5). I materiali di epoca romana si possono invece inquadrare nel loro complesso tra il I secolo a.C. ed il II secolo d.C. Ciò non è sottolineato solo dal vasellame fine da mensa (ceramica a vernice posizione varia e piuttosto "casuale" (tab. l)66: non è ad esempio inusuale trovare grossi frammenti di anfore in associazione con minuti frammenti di ceramiche fini, quali vasetti a pareti sottili (UUSS 75,907 o 1016). Dovrebbe trattarsi di conseguenza prevalentemente di materiale riportato insieme al suo terreno di nera, terre sigillate e ceramica a pareti sottili), ma giacitura primaria, utilizzato questo, forse proprio significativamente anche dalle produzioni più comuni, sia depurate che grezze, e dalle anfore da trasporto, documentate nel sito con una certa frequenza. Escono da questo schema alcune forme, soprattutto in ceramica comune di impasto grezzo, che per la loro genericità (ad es. le olle con orlo svasato nn. 35-38) non consentono che attribuzioni molto generiche nell'ambito dell'età romana. Estremamente rare risultano invece le tipologie sicuramente tarde (ad es. l'olla n. 39, con confronti datati al IV-M secolo d.C.). La cronologia proposta sulla base dei materiali romani rinvenuti durante gli scavi nella discarica "Nuova Geovis" trova una conferma nei risultati delle ricognizioni di superficie sistematiche effettuate nell'area centuriata tra San Giovanni in Persiceto e il nostro sito negli anni \99311994. Queste hanno infatti evidenziato un'occupazione degli insediamenti individuati tra il I secolo a.C. perché contenentepezzame fittile, per opere dl livellamento, consolidamento o drenaggio. Il terreno di riporto contenente i frammenti preromani e romani e Ia metà circa del II secolo d.C.65. La maggior parte del materiale preromano e romano proviene da unità stratigrafiche databili ad età altomedievale (Periodi III e IV: IX-X secolo) o posteriore (Periodo V: uso agricolo dell'area dopo il suo abbandono). Le UUSS comprese tra i Periodi III e V sono caratterizzate dalla presenza di abbondanti materiali ceramici altomedievali. La presenza di reperti di epoca romana all'interno di questi strati assume di conseguenza carattere prevalentemente residuale o di giacitura secondaria. Appare assai probabile che la composizione del materiale preromano e, soprattutto, romano reimpiegato nei livelli altomedievali non possa essere ricondotta (se non in maniera molto limitata) ad una scelta selettiva, che tenesse ad esempio conto di criteri come Ia grandezza e la curvatura dei frammenti ceramici per determinati usi funzionali. Ciò è per Io meno quello che si può desumere dall'analisi delle diverse classi attestate nelle singole unità stratigrafiche, soprattutto in quelle con una quantità significativa di frammenti romani (che sono, come già visto in precedenza> non molto numerose), da cui emerge il quadro di una com- è stato verosimilmente prelevato da una o più aree d'insediamento più antiche ubicate nelle vicinanze del sito. In almeno un caso è documentato all'interno della stessa unità stratigrafica sia materiale di età preromana che di età. romana (US 503). lJna menzione particolare meritano i frammenti romani provenienti dall'US 805 (l'orlo di scodellone in ceramica grezza n. 34 e due pareti d'anfore): essi sono infatti ricoperti da uno spesso ed uniforme strato di concrezioni calcaree bianche - sia sulla superficie interna che esterna, ma anche sulle fratture - che fa ipotizzare una loro prolungata giacitura secondaria in un ambiente esposto all'azione dell'acqua. Per un ridotto numero di esemplari è stato possibile individuare frammenti combacianti in UUSS diverse: si tratta rispettivamente di due frammenti di brocchetta o boccalino in ceramica comune depurata dalle UUSS 442 e 527 (n. 24), due frammenti di olpe o bottiglia, sempre in ceramica comune depurata, dall'US 4 e dallo splateamento (n. 25) e due frammenti di ansa d'anfora dalle UUSS 4 e 1000. Limportanza di questo tipo di evidenza appare però limitato dalla natura stessa degli strati in questione, dato che, a prescindere dallo splateamento al tetto delle stratifi cazroni archeologiche, le UUSS 4 e 1000 si riferiscono all'utilizzo agricolo dell'area dopo l'abbandono del sito (Periodo V), mentre le UUSS 442 e 527 provengono da una medesima fossa di scarico. lJn numero ancora pirì esiguo di frammenti ceramici di età romana documenta forme di riutilizzo "individuale", comunque non databili con sicurezza: la parete di patera in terra sigillata italica con linee azigzag incise in un momento successivo alla cottura (n. 15), interpretabili forse come prova di decorazione; il puntale con incavi a croce sulla base (n. 44), dovuti probabilmente all'azione abrasiva di due corde incrociate. C.C.. R.T. 65 Grutssrcu, MeNzE'ru s. d., p. 16. La particolare incidenza dei lrammenti di recipienti in ceramica comune depurata, presenti in quasi due terzi delle UUSS in questione, si spiega con 1'ampia dilfusione che caratterizza questa classe ceramica nei siti di età romana. 66 r45