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2020, Il Dispaccio
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Dopo la pestilenza di Marsiglia del 1720, un'altra grande epidemia di peste si sviluppò in Europa occidentale, nel 1743, a Messina e Reggio Calabria. La città siciliana dello Stretto perse in un anno il 70% dei suoi abitanti, mentre sulla sponda continentale il contagio perdurò sino al 1746, in un clima di morte, sommosse popolari e violente repressioni. Articolo pubblicato su «Il Dispaccio» del 18 marzo 2020.
Il 1783 nella provincia di Reggio in generale e a Bagnara in particolare
Nel febbraio del 1743 ci fu una grande scossa, probabilmente con epicentro in mare nel basso Salento, che investì una vasta porzione di territorio. Questo paper vuole soffermarsi sui danni che tale sisma ha provocato sulla città di Ostuni, leggendo quelle tracce a volte quasi nascoste, ma che ci raccontano una storia.
ATTRAVERSO LA STORIA Nuove ricerche sull’età moderna in Italia a cura di EGIDIO IVETIC, 2020
After the intensification of relations with the Ottoman Levant, the plague broke out in Messina and then spread to Reggio undermining the commercial interests that Charles III had tried to promote since his ascent to the throne. In the Kingdoms of Naples and Sicily, the strategies adopted to combat the disease were substantially similar and were based on the separation of the infected areas thanks to the imposition of sanitary cordons and on the absolute protection of capitals. The reactions to emergency measures, however, differed profoundly.
Città e controllo sociale in Italia tra XVIII e XIX secolo, 1982
L'impressione dei contemporanei fu terribile: la peste che aveva colpito Messina alla fine della primavera del 1743 in modo improvviso e violento sconvolse le corde del cuore e della mente di individui, città, stati interi, che si affannarono a rinserrarsi per difendersi da qualsiasi pur lontano pericolo di contagio.
Le classi sociali sembrano non delinearsi soltanto intorno alle possibilità economiche, ma svillupparsi anche in ordine al prestigio sociale, al comportamento e alle tradizioni familiari. Il titolo viene ad essere attribuito in base a delle precise regole. Abbiamo massari che hanno molti appezzamenti di terre e possiedono animali, magari, hanno la casa palazziata ma non hanno il titolo nobiliare. Nel catasto la società presenta questa articolazione : Magnifico, Magnifico Signor. Avevano il titolo le seguenti persone :
ABITARE. TERRE IDENTITÀ RELAZIONI. ATTI DEL X CONVEGNO INTERDISCIPLINARE DEI DOTTORANDI E DEI DOTTORI DI RICERCA (ROMA, 13-14 GIUGNO 2018), 2020
L’epidemia di peste che colpì Messina nel 1743 indusse la neonata magistratura sanitaria del Regno di Sicilia, la Suprema Deputazione Generale di Salute Pubblica, a regolare rigidamente la circolazione degli uomini e delle merci. La necessità di arginare il morbo motivò la pianificazione di tre cordoni sanitari – di cui uno mai realizzato - così come pure il disciplinamento di alcune attività produttive provocanti il tanto temuto “mal aere”. Il contributo si propone di indagare le modalità di controllo delle generalità dei singoli in base alle quali veniva assicurato/negato il diritto al libero spostamento, nonché di far luce sulle dinamiche di "negoziazione” degli spazi circoscritti dai cordoni al fine di garantire agli abitanti del Regno l’accesso alle risorse del territorio. Per sottolineare quanto fosse difficile mantenere gli equilibri economici durante la fase emergenziale, attraverso alcuni casi di studio viene problematizzato il concetto di “centro abitato” mettendolo in relazione con l’uso di delimitare porzioni di spazio, una pratica profilattica che non ostacolava soltanto il diffondersi del morbo, ma anche lo sfruttamento e la circolazione dei beni e il consueto svolgimento delle attività economiche.
Storiografia, 15, 2011, 2011
Reggio 1970. Storie e memorie della rivolta Fabio Cuzzola L a società civile calabrese dimostra sempre più col passare degli anni un entusiasmo e una disponibilità all'impegno collettivo davvero importanti, e in questo contesto relativamente dinamico non mancano le iniziative di carattere culturale, volte a considerare le radici delle attuali difficoltà e ad immaginare gli strumenti per superarle. In questa atmosfera Fabio Cuzzola, un giornalista e storico, di professione insegnante, rappresenta uno dei principali esponenti di una proposta di storia volta all'impegno civile e politico. Egli si inserisce nella tradizione del meridionalismo radicale, non certo inteso nel significato di una militanza estremista, ma come rivendicazione appassionata di una storia dal basso, degli ultimi, in tal senso tesa tutta a contrastare una "storia ufficiale" ed a rinverdire una memoria più autentica del passato, per smascherare trame segrete e manipolazioni dei poteri che hanno governato il nostro Paese, e costruire una rinnovata società di giustizia. Fra i riferimenti di Cuzzola spicca Nicola Zitara, un pensatore calabrese che attribuisce il degrado del Sud in tutto e per tutto alla subordinazione ed allo sfruttamento da parte della economia e della cultura settentrionale, linea che l'autore tiene presente per contestare quelle etichette attribuite troppo sbrigativamente alla storia del Mezzogiorno-e come vedremo alla rivolta di Reggio-in quanto espressione di una operazione di egemonia e distorsione culturale del Nord dominante. Un altro autore molto importante per Cuzzola è poi Alessandro Portelli, proprio per il suo impegno a dare una voce nella storia agli esclusi, agli emarginati, ai gruppi subalterni, del quale Portelli l'autore ha inteso, in quest'occasione, riprendere e valorizzare il ricorso alle fonti orali, per dare la parola al Mezzogiorno negletto e frainteso, e a quelle masse o per un verso troppo spesso agite da forze egemoni, oppure, questione cruciale nel nostro caso, e strettamente legata alla prima, troppe volte mal comprese dagli storici, che non ne hanno considerato la soggettività, per inquadrarle invece in un disegno pregiudiziale. Cuzzola aveva dato una prova significativa di questa ricerca al crocevia fra gior-1.
«Quaderni Culturali delle Venezie» dell’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia”, 2019
La peste di Roma del 1656 fu, senza dubbio, uno degli avvenimenti meglio documentati di tutto il diciassettesimo secolo e la maggior parte delle principali storie politiche ed ecclesiastiche ne hanno fatto riferimento. Stessa cosa può dirsi della corrispondenza diplomatica e delle memorie personali del tempo. Libri ed opuscoli che ne parlavano uscirono in gran numero e furono pubblicate molte stampe commemorative illustranti sia gli avvenimenti dell’epidemia sia le misure prese dai magistrati per alleviarla e per attuare i decreti speciali destinati a preservare l’Urbe dal contagio.
international public history, 2024
Autodesk Autocad versus Autodesk Mechanical, 2020
Revue de Philologie, de Littérature et d'Histoire anciennces, 2019
Sembramos, comemos y vivimos. Saberes agroecológicos desde los sures, 2022
Manajemen Kantor, 2020
1895 Revue d’histoire du cinéma, n° 93, 2021
Revista de Investigación en Psicología, 2014
Iranian Journal of Orthopaedic Surgery, 2012
Revista Brasileira de Transportes, 2021
Revista Cientifica TECNIA, 2017
Journal of Biological Chemistry, 1991
INTERNATIONAL JOURNAL OF URBAN AND REGIONAL RESEARCH, 2024
Journal of Industrial Microbiology & Biotechnology, 2006
Molecular Plant-Microbe Interactions®, 2000