Papers by Federico Gurgone
Manifesto, 2024
Göbeklitepe: l'enigma di un luogo sacro, visitabile fino al prossimo marzo lungo il secondo anell... more Göbeklitepe: l'enigma di un luogo sacro, visitabile fino al prossimo marzo lungo il secondo anello del Colosseo, celebra il trentennale dall'inizio degli scavi nel più antico sito megalitico finora scoperto, situato nel sud-est della Turchia in un'area a maggioranza curda. A partire dal 9500 a.C., su un'altura nei pressi del confine siriano, fu una popolazione nomade a ricavare dalla roccia numerose strutture circolari che inglobano pilastri monolitici dalla forma a T, sui quali furono incise per lo più figure di predatori. Avevano - probabilmente - carattere rituale.
Manifesto, 2024
Come sottolinea nell’introduzione l’autore, ex docente nelle università di Verona e Roma Tre, l’U... more Come sottolinea nell’introduzione l’autore, ex docente nelle università di Verona e Roma Tre, l’Urbe è stata sfruttata dalla propaganda fascista per il fascino simbolico dell’età imperiale, sul quale il cinema continua a innestare trame impastate di sesso, violenza, esagerazioni. Basti pensare alla miniserie Those about to die, disponibile su Prime Video, prodotta a Cinecittà e guarda caso girata da Roland Emmerich, specializzato in film catastrofici. E forse per soddisfare l’unico atteggiamento di cui il pubblico è ritenuto capace, il pur ottimo Il primo re di Matteo Rovere, in cui la preistoria deve ignorare le testimonianzearcheologiche per restare così arcaica, è piuttosto un flashback della magnificenza che verrà.
Il manifesto 02-10-2024, 2024
"Aspettando la ricostituzione del Museo Torlonia" (Scienze e Lettere, pp. 116, euro 15) è l'oppor... more "Aspettando la ricostituzione del Museo Torlonia" (Scienze e Lettere, pp. 116, euro 15) è l'opportuna messa a fuoco di Margherita Corrado sulla vergogna nazionale riassunta dal sottotitolo: «Quando abbiamo rischiato che i marmi finissero al J. Paul Getty Museum e come sono scivolati nel turbine delle mostre-evento internazionali».
Il Manifesto 21-09-2024, 2024
Mara Naboisho è stata creata nel 2010, quando alcuni masai decisero di riservare alla conservazio... more Mara Naboisho è stata creata nel 2010, quando alcuni masai decisero di riservare alla conservazione parte dei campi: duecento chilometri quadrati in piena Rift Valley. L'amministrazione qui non spetta allo Stato ma ai membri della comunità, che deliberano in autonomia gli investimenti economici; Pardamat Conservation Area è un altro esempio virtuoso: ma le buone intenzioni non sempre vengono declinate nel modo corretto.
Il Manifesto, 2024
Metamorfosi /3
A Innsbruck il processo di decomposizione era appena iniziato, quando Konrad Spin... more Metamorfosi /3
A Innsbruck il processo di decomposizione era appena iniziato, quando Konrad Spindler fu il primo a cogliere - di Ötzi - l'antichità. Quel giorno, cinque dopo il suo ritrovamento, debuttava Nevermind dei Nirvana. La storia della musica stava cambiando, rumorosamente. Sulle Alpi, il giovedì precedente, avrebbe tuttavia insistito il silenzio, se non fosse stato per lo scricchiolio del ghiaccio in scioglimento e per i passi in avanti impressi da due turisti tedeschi verso la preistoria. I metri di altitudine erano oltre 3200 sopra la Ötztal. Tal, in tedesco valle, come in Neandertal. Un toponimo determinante nella tassonomia dell'evoluzione umana, riemerso a causa del surriscaldamento globale, con lo scirocco, in un luogo liminare per costituzione: un ghiacciaio di confine, in Alto Adige ma a 92 metri dall'Austria. Era il 19 settembre 1991. Erika e Helmut Simon notarono un busto semicongelato - la posa di Farinata degli Uberti ; lo sguardo, però, in basso - e telefonarono al gestore del rifugio del Similaun. Pensavano fosse un alpinista disperso. Fu portato a Innsbruck in carro funebre. Fu visto da Spindler.
Una collezione permanente a Milano dove si possono ammirare appunti e note di scolari provenienti... more Una collezione permanente a Milano dove si possono ammirare appunti e note di scolari provenienti da diverse culture e generazioni.
«Al mondo d'oggi ci sono persone con gravi problemi di lavoro: tra queste ci sono gli operai dell'Innocenti che per problemi economici ha dovuta andare in Cassa Integrazione», scrive in quinta elementare una bambina della provincia di Varese, nel 1976.
In natura, la sostanza può bastare a sé stessa. La cultura ha altri codici: la forma è il messagg... more In natura, la sostanza può bastare a sé stessa. La cultura ha altri codici: la forma è il messaggio. L'antiquarium presso le scuderie di Villa Albani, per celebrare i dieci anni di attività della Fondazione Torlonia, espone - con ritrosia - dieci marmi recentemente restaurati della collezione, sotto la supervisione di Carlo Gasparri, già curatore con Salvatore Settis della mostra organizzata dal 2020 a Palazzo Caffarelli. L'antiquarium apre gratis al pubblico tutte le mattine, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13, fino al 28 giugno. Per trovare la porta d'ingresso, stretta e con due scomodi gradini, bisogna cercare l'accesso più vicino al civico 92 di via Salaria.
Valerio Magrelli - francesista, poeta d'ironia e pietas - al papà Giacinto ha dedicato "Geologia ... more Valerio Magrelli - francesista, poeta d'ironia e pietas - al papà Giacinto ha dedicato "Geologia di un padre". Le sue pagine, come per offrire respiro eterno al sentimento del tempo, intrecciano sequenze liriche con la notizia del cranio rinvenuto da Italo Bittiddu in Ciociaria, a Ceprano, nel 1994. Cranio che, in occasione del trentennale, il 14 marzo 2024 è stato esposto per la prima volta nel museo preistorico della vicina Pofi, paese d'origine di Giacinto.
Circolano petizioni e appelli affinché la consegna dell'amministrazione del luogo al Museo delle ... more Circolano petizioni e appelli affinché la consegna dell'amministrazione del luogo al Museo delle Civiltà sia sventata. Un provvedimento che ne snaturerebbe l'identità, riducendolo a una compilation di cimeli fuori contesto
Giorgio Manzi, paleontologo, racconta il suo lavoro e fa il punto sulle più recenti acquisizioni;... more Giorgio Manzi, paleontologo, racconta il suo lavoro e fa il punto sulle più recenti acquisizioni; l'artista Pablo Echaurren immagina la sensibilità artistica dei Neandertal.
Jean-Jacques Hublin è un paleoantropologo francese. Dal Dipartimento di Evoluzione umana dell’Ist... more Jean-Jacques Hublin è un paleoantropologo francese. Dal Dipartimento di Evoluzione umana dell’Istituto Max Planck, che ha fondato a Lipsia nel 2004, scava intorno al bordo fluttuante che ci separa dal resto dei primati, inquadrandolo in una prospettiva che abbraccia sociologia, psicologia, tecnologie. E mai dimenticando che l’umanità prese già nel Paleolitico a esternalizzare parte delle sue funzioni biologiche alla cultura, prefigurando così il postumanesimo dalla preistoria.
Hublin visse in Algeria fino a otto anni. Sradicato dalla guerra, finì per trascorrere l’adolescenza in una banlieue parigina. Quindi, dopo che suo cugino lo ebbe portato al Museo di Storia naturale, elesse a suo rifugio quell’ossessione sugli albori di neandertal e sapiens che lo ha accompagnato il 17 novembre a Berna, dove ha ricevuto il Premio Balzan
«per l’importanza delle sue scoperte sul campo, in particolare quella del più antico Homo sapiens in Africa».
La Soprintendenza di Bari celebra presso Altamura il trentennale della scoperta avvenuta nella ca... more La Soprintendenza di Bari celebra presso Altamura il trentennale della scoperta avvenuta nella cavità carsica di Lamalunga nell'autunno del 1993, quando in un'abside naturale tre speleologi rinvennero uno scheletro di Homo neanderthalensis antico di 150mila anni. Al momento, si tratta dell'esemplare arcaico meglio conservato. E del più desiderato, perché non è ancora possibile estrarlo dalle formazioni di calcite e coralloidi che lo avvolgono.
Una statua femminile in marmo, inquadrabile fra la metà del I secolo a. C. e la metà di quello su... more Una statua femminile in marmo, inquadrabile fra la metà del I secolo a. C. e la metà di quello successivo, è stata rinvenuta a Tuscolo, nel territorio di Monte Porzio Catone. Siamo a oltre seicento metri di altitudine, al centro del Vulcano Laziale: cinquanta ettari comprati nel 1984 dalla Comunità montana dei Castelli romani e prenestini ai principi Aldobrandini. Il parco è frequentato da una cittadinanza che corre, porta a spasso il cane, viene per un picnic. Di fronte svetta il monte Cavo: sacro per il pellegrinaggio dei popoli latini, degenerato in mostro con le antenne. In basso si srotola la via Latina, che dopo venti chilometri verso il tramonto porta a Roma. I visitatori salgono invece seguendo il decumano, attraverso un bosco lastricato di basoli.
Le società neolitiche del Vicino Oriente concepirono strategie di costruzione delle identità soci... more Le società neolitiche del Vicino Oriente concepirono strategie di costruzione delle identità sociali capaci di prevenire lo sviluppo delle disuguaglianze cui furono esposte dalla crescente diversificazione delle attività quotidiane e dalla possibilità di stoccare le eccedenze alimentari.
Questa la tesi espressa nel saggio "Identità preistoriche", pubblicato dal filosofo Stefano Radaelli per Oltre edizioni (pp. 272, euro 24,50). L'idea di fondo, che elabora le prospettive aperte da Graeber e Wengrow in "L'alba di tutto", ricostruisce l'autodefinirsi di Homo sapiens a partire dal suo rapporto con la sfera materiale. Cosa fu, allora, la Rivoluzione neolitica nel Vicino Oriente?
La Spedizione subacquea nazionale nel Mar Rosso, guidata da Bruno Vailati e Francesco Baschieri S... more La Spedizione subacquea nazionale nel Mar Rosso, guidata da Bruno Vailati e Francesco Baschieri Salvadori, salpò per l'Eritrea il 27 dicembre 1952. Tra i dodici a bordo c'era anche il ventiduenne Folco Quilici, che dall'avventura avrebbe tratto un libro e un film grazie ai quali possiamo oggi ricostruire con precisione quale fosse, settant'anni fa, lo stato di salute di un mare tropicale.
La missione ha raccolto pesci di interesse scientifico per quattro tonnellate, conservandone un decimo sotto alcool e formalina, oppure per essiccazione. Le casse riportate in Italia, contenenti anche trecento specie di molluschi, altrettante di echinodermi e quaranta di celenterati, furono cinquantatré. Settantamila i metri di pellicola girati, quattromila le fotografie scattate.
"Sesto Continente" fu presentato a Venezia nel 1954.
La cultura postmoderna, soprattutto quando si fa urbana, pare deragliare dall'asse del tempo. Epp... more La cultura postmoderna, soprattutto quando si fa urbana, pare deragliare dall'asse del tempo. Eppure il passaggio più manifesto tra storia e geologia, a Roma, si attraversa scendendo le scale della metropolitana. Lì, se riuscissimo a rilassarci, finiremmo per ridimensionare ogni vanagloria nel percepire quanto sia profonda la città. Quindi, sui treni, potremmo leggere "Roma sotto sotto, Una guida geologica della Capitale", pubblicata da Lorenzo Manni per Momo edizioni (pp. 160, euro 14). Sulla banchina della stazione di San Giovanni, i pannelli indicano che la quota è quella del paleosuolo del 450 mila a.C., punteggiato di querce, olmi e tigli. Ma due milioni e mezzo di anni fa, all'alba del periodo Quaternario, Roma era un fondale ricoperto da trecento metri di mare. E a nord, sullo sfondo, emergeva l'isola del Monte Soratte, sulle cui pendici è ancora possibile individuare i segni lasciati sulle rocce dalle onde e dai molluschi che si scavavano le tane nel calcare.
Il cranio scoperto «è composto dalle ossa parietali dell'occipitale, caratterizzato da una morfol... more Il cranio scoperto «è composto dalle ossa parietali dell'occipitale, caratterizzato da una morfologia estremamente arcaica», spiega Davide Persico, l'autore del rinvenimento. E dovrebbe appartenere a uno dei primi Sapiens arrivati in Europa dall'Africa.
Valerie Higgins, docente presso l'American University of Rome, racconta l'esistenza non bucolica ... more Valerie Higgins, docente presso l'American University of Rome, racconta l'esistenza non bucolica della via. «Feroce fu anche il rapporto che la strada intrattenne con il paesaggio, violentato dai tanti sbancamenti effettuati per renderla dritta. Simbolizza la forza militare di un impero capace di costruire un monumento così altisonante: una retta che nemmeno i monti possono ostacolare. Adesso, però, deve diventare un cammino europeo, ispirato alla tipologia delle 'cultural routes'».
Il primo ottobre 2022, a meno di due settimane dalla fine della legislatura, nella cornice fiorentina di TourismA, il Mic ha presentato la candidatura dell'Appia Regina Viarum alla lista del patrimonio mondiale Unesco. La proposta, basata su un piano di gestione elaborato da Fondazione Santagata, è stata la prima avanzata direttamente dal ministero. Il protocollo di intesa, in vista di un riconoscimento auspicato entro il 2024, è stato firmato a Roma lo scorso 10 gennaio, presso le Terme di Diocleziano. Il sottosegretario Gianmarco Mazzi-con l'unica variante di qualche accento su un vago senso di «grandezza romana» a compensare il venir meno del taglio meridionalista di Franceschini-ha ripetuto per l'occasione lo stesso mantra: l'obiettivo sarebbe «la crescita sociale ed economica di molte delle zone coinvolte che, spesso, sono aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici». Nonostante nello scorso aprile, al Vinitaly di Verona, Giorgia Meloni abbia brindato con gli chef associando all'Unesco la cucina italiana, tra Caravaggio e Joe Bastanich, più credibilmente è ancora sull'Appia che si misura la visione dell'Italia per il patrimonio culturale. Ne ragioniamo con Valerie Higgins, docente presso l'American University of Rome, che a lungo ha indagato le influenze delle recenti storie nazionali sulle pratiche archeologiche e sulle contemporaneità dell'antico.
Un incontro con Davide Persico, docente di paleoecologia e paleobiologia all'Università degli Stu... more Un incontro con Davide Persico, docente di paleoecologia e paleobiologia all'Università degli Studi di Parma che racconta i «fossili delle alluvioni». «Prima di un milione di anni fa, la pianura padana era un mare. Si scoprono, infatti, resti di balene e denti di squalo fin sulle colline di Salsomaggiore e Castell'Arquato»
«Due ciminiere e un campo di neve fradicia»: suona esangue la Padania nelle liriche degli Afterhours. Eppure nell'epica classica era terra ancestrale di vita fertile, elargita a ondate dal grande fiume. Senonché - racconta Ovidio - nelle acque del Po cadde un giorno Fetonte. A fulminarlo fu Zeus, perché il figlio del Sole aveva rasentato con il carro paterno la Terra, prosciugandola e bruciandone i campi. San Daniele Po sorge presso Cremona, sulla riva sinistra di quel che resta del mitico Eridano. Qui Davide Persico, docente di paleocologia e paleobiologia all'Università degli Studi di Parma e autore del saggio I fossili delle alluvioni (Delmiglio edizioni), nel 1998 ha fondato il Museo paleoantropologico del Po, dedicato all'evoluzione naturale e climatica della Pianura padana. L'istituto, da allora, si distingue per un quotidiano servizio di citizen science. Senza la collaborazione dei cittadini, non avrebbe nulla da esporre nelle teche.
Apriremmo scorci inediti sulle prospettive dell’umanità se ancorassimo il racconto della storia g... more Apriremmo scorci inediti sulle prospettive dell’umanità se ancorassimo il racconto della storia globale esclusivamente alle fonti archeologiche? È l’interrogativo che attraversa il saggio di Brian Fagan, professore emerito di antropologia presso l’Università della California, e della giornalista Nadia Durrani: Breve storia archeologica dell’umanità. Dalle origini alle civiltà preindustriali (Carocci, pp. 240, euro 21).
Uploads
Papers by Federico Gurgone
A Innsbruck il processo di decomposizione era appena iniziato, quando Konrad Spindler fu il primo a cogliere - di Ötzi - l'antichità. Quel giorno, cinque dopo il suo ritrovamento, debuttava Nevermind dei Nirvana. La storia della musica stava cambiando, rumorosamente. Sulle Alpi, il giovedì precedente, avrebbe tuttavia insistito il silenzio, se non fosse stato per lo scricchiolio del ghiaccio in scioglimento e per i passi in avanti impressi da due turisti tedeschi verso la preistoria. I metri di altitudine erano oltre 3200 sopra la Ötztal. Tal, in tedesco valle, come in Neandertal. Un toponimo determinante nella tassonomia dell'evoluzione umana, riemerso a causa del surriscaldamento globale, con lo scirocco, in un luogo liminare per costituzione: un ghiacciaio di confine, in Alto Adige ma a 92 metri dall'Austria. Era il 19 settembre 1991. Erika e Helmut Simon notarono un busto semicongelato - la posa di Farinata degli Uberti ; lo sguardo, però, in basso - e telefonarono al gestore del rifugio del Similaun. Pensavano fosse un alpinista disperso. Fu portato a Innsbruck in carro funebre. Fu visto da Spindler.
«Al mondo d'oggi ci sono persone con gravi problemi di lavoro: tra queste ci sono gli operai dell'Innocenti che per problemi economici ha dovuta andare in Cassa Integrazione», scrive in quinta elementare una bambina della provincia di Varese, nel 1976.
Hublin visse in Algeria fino a otto anni. Sradicato dalla guerra, finì per trascorrere l’adolescenza in una banlieue parigina. Quindi, dopo che suo cugino lo ebbe portato al Museo di Storia naturale, elesse a suo rifugio quell’ossessione sugli albori di neandertal e sapiens che lo ha accompagnato il 17 novembre a Berna, dove ha ricevuto il Premio Balzan
«per l’importanza delle sue scoperte sul campo, in particolare quella del più antico Homo sapiens in Africa».
Questa la tesi espressa nel saggio "Identità preistoriche", pubblicato dal filosofo Stefano Radaelli per Oltre edizioni (pp. 272, euro 24,50). L'idea di fondo, che elabora le prospettive aperte da Graeber e Wengrow in "L'alba di tutto", ricostruisce l'autodefinirsi di Homo sapiens a partire dal suo rapporto con la sfera materiale. Cosa fu, allora, la Rivoluzione neolitica nel Vicino Oriente?
La missione ha raccolto pesci di interesse scientifico per quattro tonnellate, conservandone un decimo sotto alcool e formalina, oppure per essiccazione. Le casse riportate in Italia, contenenti anche trecento specie di molluschi, altrettante di echinodermi e quaranta di celenterati, furono cinquantatré. Settantamila i metri di pellicola girati, quattromila le fotografie scattate.
"Sesto Continente" fu presentato a Venezia nel 1954.
Il primo ottobre 2022, a meno di due settimane dalla fine della legislatura, nella cornice fiorentina di TourismA, il Mic ha presentato la candidatura dell'Appia Regina Viarum alla lista del patrimonio mondiale Unesco. La proposta, basata su un piano di gestione elaborato da Fondazione Santagata, è stata la prima avanzata direttamente dal ministero. Il protocollo di intesa, in vista di un riconoscimento auspicato entro il 2024, è stato firmato a Roma lo scorso 10 gennaio, presso le Terme di Diocleziano. Il sottosegretario Gianmarco Mazzi-con l'unica variante di qualche accento su un vago senso di «grandezza romana» a compensare il venir meno del taglio meridionalista di Franceschini-ha ripetuto per l'occasione lo stesso mantra: l'obiettivo sarebbe «la crescita sociale ed economica di molte delle zone coinvolte che, spesso, sono aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici». Nonostante nello scorso aprile, al Vinitaly di Verona, Giorgia Meloni abbia brindato con gli chef associando all'Unesco la cucina italiana, tra Caravaggio e Joe Bastanich, più credibilmente è ancora sull'Appia che si misura la visione dell'Italia per il patrimonio culturale. Ne ragioniamo con Valerie Higgins, docente presso l'American University of Rome, che a lungo ha indagato le influenze delle recenti storie nazionali sulle pratiche archeologiche e sulle contemporaneità dell'antico.
«Due ciminiere e un campo di neve fradicia»: suona esangue la Padania nelle liriche degli Afterhours. Eppure nell'epica classica era terra ancestrale di vita fertile, elargita a ondate dal grande fiume. Senonché - racconta Ovidio - nelle acque del Po cadde un giorno Fetonte. A fulminarlo fu Zeus, perché il figlio del Sole aveva rasentato con il carro paterno la Terra, prosciugandola e bruciandone i campi. San Daniele Po sorge presso Cremona, sulla riva sinistra di quel che resta del mitico Eridano. Qui Davide Persico, docente di paleocologia e paleobiologia all'Università degli Studi di Parma e autore del saggio I fossili delle alluvioni (Delmiglio edizioni), nel 1998 ha fondato il Museo paleoantropologico del Po, dedicato all'evoluzione naturale e climatica della Pianura padana. L'istituto, da allora, si distingue per un quotidiano servizio di citizen science. Senza la collaborazione dei cittadini, non avrebbe nulla da esporre nelle teche.
A Innsbruck il processo di decomposizione era appena iniziato, quando Konrad Spindler fu il primo a cogliere - di Ötzi - l'antichità. Quel giorno, cinque dopo il suo ritrovamento, debuttava Nevermind dei Nirvana. La storia della musica stava cambiando, rumorosamente. Sulle Alpi, il giovedì precedente, avrebbe tuttavia insistito il silenzio, se non fosse stato per lo scricchiolio del ghiaccio in scioglimento e per i passi in avanti impressi da due turisti tedeschi verso la preistoria. I metri di altitudine erano oltre 3200 sopra la Ötztal. Tal, in tedesco valle, come in Neandertal. Un toponimo determinante nella tassonomia dell'evoluzione umana, riemerso a causa del surriscaldamento globale, con lo scirocco, in un luogo liminare per costituzione: un ghiacciaio di confine, in Alto Adige ma a 92 metri dall'Austria. Era il 19 settembre 1991. Erika e Helmut Simon notarono un busto semicongelato - la posa di Farinata degli Uberti ; lo sguardo, però, in basso - e telefonarono al gestore del rifugio del Similaun. Pensavano fosse un alpinista disperso. Fu portato a Innsbruck in carro funebre. Fu visto da Spindler.
«Al mondo d'oggi ci sono persone con gravi problemi di lavoro: tra queste ci sono gli operai dell'Innocenti che per problemi economici ha dovuta andare in Cassa Integrazione», scrive in quinta elementare una bambina della provincia di Varese, nel 1976.
Hublin visse in Algeria fino a otto anni. Sradicato dalla guerra, finì per trascorrere l’adolescenza in una banlieue parigina. Quindi, dopo che suo cugino lo ebbe portato al Museo di Storia naturale, elesse a suo rifugio quell’ossessione sugli albori di neandertal e sapiens che lo ha accompagnato il 17 novembre a Berna, dove ha ricevuto il Premio Balzan
«per l’importanza delle sue scoperte sul campo, in particolare quella del più antico Homo sapiens in Africa».
Questa la tesi espressa nel saggio "Identità preistoriche", pubblicato dal filosofo Stefano Radaelli per Oltre edizioni (pp. 272, euro 24,50). L'idea di fondo, che elabora le prospettive aperte da Graeber e Wengrow in "L'alba di tutto", ricostruisce l'autodefinirsi di Homo sapiens a partire dal suo rapporto con la sfera materiale. Cosa fu, allora, la Rivoluzione neolitica nel Vicino Oriente?
La missione ha raccolto pesci di interesse scientifico per quattro tonnellate, conservandone un decimo sotto alcool e formalina, oppure per essiccazione. Le casse riportate in Italia, contenenti anche trecento specie di molluschi, altrettante di echinodermi e quaranta di celenterati, furono cinquantatré. Settantamila i metri di pellicola girati, quattromila le fotografie scattate.
"Sesto Continente" fu presentato a Venezia nel 1954.
Il primo ottobre 2022, a meno di due settimane dalla fine della legislatura, nella cornice fiorentina di TourismA, il Mic ha presentato la candidatura dell'Appia Regina Viarum alla lista del patrimonio mondiale Unesco. La proposta, basata su un piano di gestione elaborato da Fondazione Santagata, è stata la prima avanzata direttamente dal ministero. Il protocollo di intesa, in vista di un riconoscimento auspicato entro il 2024, è stato firmato a Roma lo scorso 10 gennaio, presso le Terme di Diocleziano. Il sottosegretario Gianmarco Mazzi-con l'unica variante di qualche accento su un vago senso di «grandezza romana» a compensare il venir meno del taglio meridionalista di Franceschini-ha ripetuto per l'occasione lo stesso mantra: l'obiettivo sarebbe «la crescita sociale ed economica di molte delle zone coinvolte che, spesso, sono aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici». Nonostante nello scorso aprile, al Vinitaly di Verona, Giorgia Meloni abbia brindato con gli chef associando all'Unesco la cucina italiana, tra Caravaggio e Joe Bastanich, più credibilmente è ancora sull'Appia che si misura la visione dell'Italia per il patrimonio culturale. Ne ragioniamo con Valerie Higgins, docente presso l'American University of Rome, che a lungo ha indagato le influenze delle recenti storie nazionali sulle pratiche archeologiche e sulle contemporaneità dell'antico.
«Due ciminiere e un campo di neve fradicia»: suona esangue la Padania nelle liriche degli Afterhours. Eppure nell'epica classica era terra ancestrale di vita fertile, elargita a ondate dal grande fiume. Senonché - racconta Ovidio - nelle acque del Po cadde un giorno Fetonte. A fulminarlo fu Zeus, perché il figlio del Sole aveva rasentato con il carro paterno la Terra, prosciugandola e bruciandone i campi. San Daniele Po sorge presso Cremona, sulla riva sinistra di quel che resta del mitico Eridano. Qui Davide Persico, docente di paleocologia e paleobiologia all'Università degli Studi di Parma e autore del saggio I fossili delle alluvioni (Delmiglio edizioni), nel 1998 ha fondato il Museo paleoantropologico del Po, dedicato all'evoluzione naturale e climatica della Pianura padana. L'istituto, da allora, si distingue per un quotidiano servizio di citizen science. Senza la collaborazione dei cittadini, non avrebbe nulla da esporre nelle teche.