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2019, Atti di convegno
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In un saggio del 1990, Rethinking public sphere, Nancy Fraser suggeriva che l'idea di "una" sfera pubblica finisse per coprire o mascherare l'esistenza di contro-sfere subalterne. La stessa cosa sembra valere per lo spazio urbano, l'idea di città: parlare di contro-spazi subalterni invita a leggere l'urbano come una sorta di battleground, tenuto insieme da un racconto, un'immagine, l'astrazione (reale, ovviamente) di una città come spazio pubblico condiviso.
La ricostruzione dopo la catastrofe - II Biennale dello spazio pubblico, Roma 16-18 maggio 2013
Di quale spazio pubblico parliamo, quando diciamo "spazio pubblico"? Quali sono le forme contemporanee?
Il progetto del quartiere di Santa Giulia, riqua- lificazione di un’ex area industriale (Montedi- son-Redaelli) tra il tessuto compatto milanese e il Parco Agricolo Sud e in parte già realizzato, si è costituito come occasione per avviare un confronto composito tra soggetti differenti e rispetto ad alcuni temi cruciali della città contemporanea sollevati dall'immissione del “nuovo” nella città esistente. L'incontro tra stu- denti, docenti, sviluppatori urbani e le diverse realtà sociali che connotano questa parte di Milano, ha rappresentato il ricco ed eterogeneo substrato entro il quale hanno successivamen- te preso avvio alcune riflessioni interpretative e progettuali che hanno tentato di affrontare il ruolo della dimensione collettiva in contesti urbani compatti e rigorosamente definiti.
Lo spazio pubblico è essenziale per la democrazia? Questa è la domanda che ha mosso il lavoro della tesi, che è avvenuto partendo dalla letteratura di Arendt sull'attività di dibattito tra gli esseri umani che può avvenire mediante lo spazio di relazione ed azione tra loro. Ci si è soffermati a descrivere gli spazi pubblici collettivi per poi cercare di chiarire perché lo spazio e la politica siano legati tra loro, anzi reciproci, grazie allo studio di Henri Lefebvre. Nel secondo capitolo si passa all’uso dei dati di UN-Habitat e le statistiche di UNSD sulle proporzioni pericolosamente basse di spazio pubblico nelle città. Alla radice di tutto questo, secondo Lussault, sta il ruolo chiave della deresponsabilizzazione dello Stato e nel conferimento di potere agli operatori del “geopotere”. Nell’era della mondializzazione si assiste ad un paradosso: nonostante la tecnologia finora sviluppata lo spazio ed il tempo del cittadino appaiono compressi e ciò ha contribuito a far diventare lo spazio pubblico un luogo di veloce passaggio. Nel terzo capitolo si passa a parlare dell’efficienza economica che prevale su quella sociale e politica dove il centro commerciale e lo spazio virtuale prendono il posto della strada e la piazza, le quali subiscono, inoltre, diverse trasformazioni realizzate mediante l’architettura ostile che limita la libertà di sedersi e sostare. Ne consegue che i dehors diventano anche loro dei surrogati degli spazi pubblici. Nel quarto capitolo si cerca di capire come si potrebbe difendere lo spazio pubblico: a livello giuridico è stata annoverata la teoria di Rodotà sulla natura del bene dello spazio collettivo ed il pensiero di Choamsky sulla legittimità degli organi di potere; a livello politico ci si è serviti del lavoro di Deleuze e Guattari sulla democrazia rizomatica dei luoghi; a livello di cognizione spaziale ci si è basati sul lavoro di Lynch sul necessario sviluppo di una mappa mentale del cittadino della propria città ed avvalendosi della street art; a livello di partecipazione politica del cittadino, la “democrazia spessa” di Barber e la partecipazione politica “non convenzionale” di Barnes e Kaase sono state necessarie per sottolineare che una partecipazione politica circoscritta all’esercizio di voto non sia sufficiente; a livello urbanistico, a mio vedere, la richiesta di spazio pubblico potrebbe essere soddisfatta attraverso la progettazione di agorà urbane, in luoghi in cui un dialogo inaspettato tra le persone sia già avvenuto spontaneamente. Infine, il caso studio Ostiense è stato realizzato mediante un’indagine sul campo: una mappatura del contesto spaziale; l’osservazione partecipante; interviste strutturate. Il risultato dell’indagine è stato che la richiesta di spazio pubblico, generata dall’incontro di due poli, mondano e culturale, sia stata soddisfatta solo parzialmente dai nuovi spazi polivalenti e locali che cambiano attività a secondo del giorno e della notte, forniti ancora una volta dal soggetto privato anziché pubblico, dove vi si possa accedere solo se ci si effettui almeno una consumazione. Un limite dello studio è stato quindi proprio non aver preso atto delle recenti considerazioni in tema di “Night Studies” per non aver approfondito temi sulle dinamiche dello spazio notturno, soprattutto a livello di potere. A conclusione del lavoro si potrebbe quindi confermare che lo spazio pubblico è necessario per essere presenti, attivi e cooperativi al fine di preservare la democrazia.
Ricostruzione e rigenerazione urbana MARIO SPADA La ricostruzione dopo una catastrofe: da spazio in attesa a spazio pubblico VALTER FABIETTI,CARMELA GIANNINO, MARICHELA SEPE Ricostruire lo spazio pubblico: temi e questioni Lo spazio pubblico come sistema di segni permanenti in contesti instabili ANDREA OLDANI Il potere rigenerativo dello spazio pubblico SILVIA SCHOLL, MICHELA GUGLIELMI Lo spazio pubblico tra memoria e progetto comunitario UMBERTO MINUTA Il campanile: il rinascimento di un simbolo identitario ISABELLE DE ROSE La città di soglia, uno strumento per unificare l'analisi delle esperienze di rigenerazione urbana MATTIA BERTIN Un terremoto ci salverà MARINA CIAMPI, MICHELA DE POLI, GUIDO INCERTI Rifondazione della forma urbana: il progetto di A. Perret per Le Havre ANTONIO NITTI Gli spazi della città in transizione nei processi di ricostruzione MATTEO SCAMPORRINO Disastro ambientale e strategie rigenerative Autoriscostruzione comunitaria: un'ipotesi di intervento a Lokoja ALBERTO MERIGO, LUCA BRIVIO, MAURIZIO CHEMINI La produzione di spazio pubblico nella pianificazione urbanistica post-alluvione nella valle dello Zambesi, Mozambico ROBERTA NICCHIA Paesaggi permeabili. Strategia urbana e paesaggistica per la riqualificazione degli ambiti fluviali e periurbani a rischio esondazione della cittadina cilena di Pelluhue colpita dallo tsunami del 27 febbraio 2010 FEDERICA RAVAZZI Emergenze ed opportunità: un nuovo modello di sviluppo per aree depresse in Colombiana DANIEL GONZALEZ OCHOA, ANTONIO LUIGI STELLA RICHTER Vuoti in attesa di senso. Strategie di intervento post-calamità per lo spazio pubblico dell'abitato informale ESTER DEDÉ L'intelligenza del territorio: riciclare Puerto Saavedra (Cile) BENEDETTA RODEGHIERO, SERGIO PRATALI MAFFEI Pisco 7.9 -Proposta di riqualificazione del quartiere "Cooperativa Miguel Grau" MICHELE COPPOLA Io sono la mia città VIRGINIA GUTIÉRREZ PASCUAL Erto/Stortan a cinquant'anni dal Vajont SERGIO PRATALI MAFFEI, BENEDETTA RODEGHIERO La tecnologia innovativa degli UHPC per il retrofit degli edifici per la mitigazione del rischio vulcanico EDUARDO BASSOLINO, ALESSANDRO MASSIMINO Il progetto di riabilitazione del Chiado, Álvaro Siza: la memoria delle catastrofi MICHELE UGOLOTTI SERVENTI Ricostruzioni post-terremoto: rileggere i casi emblematici Il "modello Friuli": testimonianza di un'esperienza GIORGIO DRI New towns o ricostruzione (quasi) "dov'era, com'era" ?: l'esempio del progetto per Venzone ALESSANDRO CAMIZ Varianti del "come era dove era". Due casi della ri-costruzione dello spazio pubblico in Friuli dopo il terremoto del 1976 PAOLA PELLEGRINI Un caso di rilocalizzazione partecipata PAOLA CANNAVÒ, ALEXANDRA MIDDEA Oltre le macerie. Ricostruzione in Irpinia tra antichi luoghi e nuovi spazi ANNARITA TEODOSIO Progetto di riqualificazione dell'antico Borgo di Senerchia (Av) VITO CAPPIELLO, ROBERTO SERINO L'intimo nella memoria dello spazio pubblico: due progetti d'arte per Salvitelle FABIO CIARAVELLA La ricostruzione di Campomaggiore in Basilicata: un esempio vincente di delocalizzazione post evento catastrofico GIUSEPPE DAMONE Gli spazi comuni post-bellici e l'identità biourbana di Artena ANGELO ABBATE, ANGELO GENTILI, GUGLIELMO MINERVINO, STEFANO SERAFINI Paese bene comune ANNALAURA SPALLA INDICE 59 64 67 70 73 76 81 85 89 94 98 102 105 113 109 116 Abruzzo ed Emilia: piani e progetti per lo spazio pubblico Spazi pubblici e Reti verdi urbane DONATO DI LUDOVICO, ANDREA SANTARELLI Il ruolo dello Spazio pubblico nelle aree marginali LUCA IAGNEMMA, FEDERICA PIGNATELLI La città pubblica del Piano Strategico post-sisma FEDERICO D'ASCANIO, ANNALISA DI CRISTOFARO Nuovi spazi pubblici e nuova società FABIO ANDREASSI, LUANA DI LODOVICO Uscire dall'emergenza ROBERTA AMIRANTE Tracce di città CAMILLO ORFEO Gli spazi del cambiamento ARIANNA BALBONI, PAOLA BOLZON Il Centro di aggregazione per giovani ed anziani di Poggio Picenze, L'Aquila ELISA BURNAZZI Dalla stazione al castello: una cerniera di funzioni per L'Aquila MAURIZIO CHEMINI, GIORGIO COLOMBO, CHIARA CONTINI ll dopo-terremoto aquilano: rischi e potenzialità di una ricostruzione "figlia di questo tempo" PAOLA IANNI L'Aquila e i suoi strumenti urbanistici alla prova del terremoto: quali spazi per la temporaneità della vita pubblica? CLAUDIA FARAONE, MATTIA FARAONE RE-THINK AQ. Ripensare la città dopo il sisma VALERIO MASSARO Ricostruire lo spazio pubblico dopo un terremoto: il Piano di Ricostruzione di Castelnuovo (AQ) ANDREA BORGHINI, EMANUELE DEL MONTE, BARBARA ORTOLANI, PALMA PASTORE, SERAFINA AMOROSO, CLAUDIA GIANNONI Il Progetto "Borgo Abruzzo" per Castelvecchio Calvisio "nuova vita per i borghi tradizionali" TOM RANKIN Eco-museo urbano e ri-generazione CARLO PATRIZIO, CON LETIZIA APPOLLONI, MAIA GIADA BOZZOLI, FEDERICA BUZZI, FIORENZA CAPEZZUTO, RAFFAELLA CARACUZZO, PAOLA D'ANGELO, SAVERIO DI ROLLO, OLGA PALUSCI La morfologia dei centri storici quale fattore di progettazione urbana STEFANO STORCHI
Paper di ricerca in Teoria dell'urbanistica
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), 2011
This essay discusses the crisis of public spaces in the wider perspective of the crisis of politics determined by the paradoxical effects of modernity, which will be identified primarily with the transformations of capitalism and with the unforeseen and unintentional of scientific and technological progress. Public spaces in contemporary democracies are faced with issues of unprecedented magnitude-such as "global challenges" or "global risks"-whilst witnessing a profound transformation of all traditional political actors. Our public spaces do not seem capable of responding to such momentous challenges, and become increasingly un-political or "sub-political". Nonetheless,-besides the symptoms of crisis-the conclusion of this essay focuses on all those signals pointing towards a renewal of politics made evident by new forms of political agency on the global level.
JSiI (Jurnal Sistem Informasi)
e-International Relations, 2019
IEEE Expert / IEEE Intelligent Systems, 2008
IJSRCSEIT, 2022
IJPUBLICATION, 2024
espacio abierto, 2010
International Journal of Industrial and Manufacturing Systems Engineering, 2017
Mittelalter am Bodensee. Wirtschaftsraum zwischen Alpen und Rheinfall, 2021
The International journal of oral & maxillofacial implants
Journal of Food Quality
Archives of Toxicology, 2012
NEAR: Jurnal Pengabdian kepada Masyarakat
Tehran University Medical Journal TUMS Publications, 2015