Orientalia Parthenopea
m
a cura al
GIOVANNI BORRIELLO
Napoli 2006
Filomena Amato
90
» Cfr. L. Petech, «II Quadro storico de, viaggi di Ippolito Dediden S.I.», in Bollettino
Storico Pistoiese, 89, 1987.
I C MFO 1981' G Toscano,
"G.^™JlT'o-ranS(L'Aurora) diIppolitoDestde^
Lo Snin-po. (Essenza della dottrina cristiana), Roma, IsMEO, 1982, (opera divisa
P_
confutazione del buddtnsmo, esposizione della dottrina cnst.ana ed infine a
Toscano, «II 'Byun k'uns (L'origine degli esseri viventi e di tutte le cose)», m
di Ippo/ito Desideri S.J., Roma, IsMEO, 1984.
Desideri d.C.d.G.
'• Cfr. C. Pumi, D, alcune lettere inedite^o tgnor*«*/j^'J^ ^ p Ippollto
missionario nel Tibet, Firenze, Ricci, 1895, Ctr. G. wesseib, «iMemorie
Desideri S.I., scritta da Agra il 21 agosto 1714 al P. Francesco Piccolomim», m. Xtt Me
del Congresso dei Geografi Orientalisti, Macerata 1911, pp. M-^(1712-1727)»,
» Carlo Puini, «II P. Ippolito Desideri e , suo, viaggi nell Indi, enel/Tibet (1 /
>
in: S^i Italiani d, Filologia Indo-Ironica, anno 3, voi. , Firenze 1899 pp 1 3^pp
Pumi, Di una Relazione inedita del viaggio al Tibet del p. Ippolito De*,*,,, daKsto,
,
1876. L'autore annuncia la scoperta del manoscritto de la -^ne d^De
to^«^
pubblicherà ampi manoscritti nel 1904; C. Puini, // Tibet <?"%f£°>^™. Fllippo ^
secondo la relazione del viaggio del P. Ippoito Desideri, 'J'^'f^
lto D^ideri
Filippi, «II 'Ragguaglio' e le 'Memorie' de, vraggi e nussio e n«1T bet d. Pad^ pp^ & ^^
da Pistola», in So/ferr/no della Reale Società Geografica Italiana ( ™-»-£
J
in inglese dallo stesso col titolo: An Account of Tibet, thè travesojppohto Desiden o}
S.J., i 712-1727, pubblicato a Londra nel 1931 e ristampato nel 19o / c
», in Pensìero Missto211 Freudiani, «Profili di missionari, P. Grazio de
M—sul^ade^n.servodi
connotedalDott.Pao^MatteiGentinepMUcateacuradel^
che Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Martino Cahend,, Urb no, co
SS. Sacramento per Giuseppe Rondini, 1845
S an Marino s n. 1980, p. 30, 5 fot.
- Cfr. Luigi Donati, Francesco Orano da Pennabih (P.) San Mai no ,
P
(Contiene un ritratto di Padre Francesco Oraz10 da Pennabili e ^™~a mlìone
- Francesco Grazio da Pennabili, Relazione del pnnc.pv e stato f >£J>»«
g
del vasto Regno del Gran Tibe, ed altri due Regni confina^ raconjan da tta la g
zelo de' Padri Cappuccini della Provincia della Marca nello Stato ^aCM^a Rom
Congregazione dTCpaganda Fide, 1742. Compilato sotto nchiest del Cardrn^1 B
- Francesco Grazio da Pennabili, «Retato P. Franca. Ho ti a P — a
fecturae Apost. Fr. Min. Cappuccinorum in Th.beto aimis 1712-1736»,
M™
s^T^:^^^, Atti e Minone, sene V, voi. V, pp. 3-7, (toc.
^•'^A.M.S.^L'itineranodelv^^^
in Bollettino della Società Geografica Italiana, sene VlII.n. 3, W50 MK
^
^
da Lapedona, «P. Cassiano Beligatti da |^J^J^SÌ3rSiS -edita di un
P. Cassiano Beligatti da Maceria (1708-1791), Cfr. Alberto Magna. ,
viagg.0 al Tibet del P. Cassiano BeUgatti da Macerata», m R,v,sta Geog, aficc
1901, pp. 545-54, 609-27, voi. IX, 1902
De Rossl
27 Coloro che desiderano approfondire circa le opere del **9™.
FUibeck, «II contributo di Cassiano Beligatt, alla conoscenza del Tibet»,
l'Oriente, Roma 1998, pp. 261-272.
DANIELE PETRELLA
XI'AN - POMPEI: UN GEMELLAGGIO DI VALENZA STORICA
Divise da una distanza di quasi 15000 chilometri, ma unite da una grande storia,
il 28 settembre 2005 Pompei e Xi'an hanno firmato un Protocollo di Gemellaggio di
grande significato. La proposta di gemellaggio fu fatta in occasione della visita alla
città campana da parte del Professor Xiang De, Direttore degli scavi archeologici
di Xi'an, il quale rimase entusiasta dei resti della città vesuviana. Le due città
sono testimonianza dello sviluppo di culture diverse ma che hanno influenzato in
modo determinante le parti del mondo che si erano divise. Oggi è nato un patto
tra due popoli ricchi di storia, basato sullo scambio reciproco di conoscenze e
professionalità, col fine di valorizzare storie lontane migliaia di chilometri, ma legate
da giacimenti culturali unici. Basti pensare alla forte componente cosmopolita che
ha caratterizzato, in passato, sia Pompei che Chang'an (antico nome di Xi'an), ed
al grande patrimonio archeologico che le due città rappresentano oggi.
Prima di riferire dell'incontro delle autorità italiane e cinesi per la firma del
gemellaggio, credo opportuno fare una veloce panoramica sulle realtà storiche
che hanno fatto di Xi'an da un lato e della civiltà romana antica dall'altro i
perni dello sviluppo delle rispettive culture.
Pompei sorge su un piccolo altopiano di formazione vulcanica, sul versante
meridionale del Vesuvio, a circa 30 metri sul livello del mare ed a breve distanza
dalla foce del fiume Sarno, in una suggestiva posizione, decantata in epoca
romana anche da Seneca. La mancanza di sorgenti o corsi d'acqua impedì il
Xi 'an - Pompei: un gemellaggio di valenza storica
Daniele Petrella
92
He epoche più remote, anche se nel corso dell'VIII secolo
popolamento ne
^^ ^. ^^ ^ formati alcuni insediamenti, come
a.C. nella vicina valle ^ ^ niimerose tombe a fossa.
testimonia il ritrova
^ pompei era sicuramente osca, ma si hanno ancora
La popolazione e e^^ ^^ ^ ^^ ^ ^.^ ^ ^Q Q dalFosco_
dubbi sull' origine e ^ ^ All'inizio, legata alla sua posizione sul mare, che la
La fortuna della ci ^ ^ ^. . ^^ dell'entroterra campano, in concorrenza
rendeva il porto utllizz^ cQSta_ L'OSca Pompei non poteva sottrarsi all'influenza
con le città greche e a^
^ ^ Napoli fino alla penisola sorrentina, includendo
greca, che si estendeva^ ^ ^.^ ma regemonia greca sulla costa fu ben presto
anche le isole di ^^ prepotente di una nuova, formidabile potenza, quella
minacciata dall'avanz
^ ^^ Pompe ji Contemporaneamente ebbe inizio
degli Etruschi, checo^es(abile discesa delle popolazioni sannitiche provenienti
anche una lenta ma mcne conquistarono, nel corso del V secolo a.C. tutta la Camdalle zone montane, ^
^ unificandola sotto il proprio dominio,
pania, ad eccezione ^_ trasformaziom urbanistiche ed architettoniche, realizPompei subì no e
^ secolo
^ dominio di Roma sul
, .o
;*; =111 modelli gi^-^.
.
zate dai Sanniti sui m ^ ^ drcolazione delle merci, la città conobbe un periodo
Mediterraneo che ^^^ SOprattutto attraverso la produzione e l'esportazione
di grande crescita econ ^^ ^ benessere si riflesse in un notevolissimo sviluppo
di vino e olio2. Ques architettomco. Nel 62 d.C. questa crescita fu interrotta da
culturale, artistico e
^ provocò gravissimi danni agli edifici della città; gli
un disastroso terremo
^nell>imponente opera di ricostruzione, ancora in
anni successivi furori ^^ £ruzione del Vesuvio, avvenuta il 24 agosto del 79
atto al momento de
<
^ completamente da una fitta pioggia di lapilli.
d.C., quando Pomp« ^J^ ^ GM; Chang > all) fu capitale di ben 11 dinastie
Ali' altro capo ^ ^^ ^ milione di abitanti, costituendo probabilmente,
imperiali e giunse; a ^^ Q centro piu popoloso del mondo. Fu edificata
in epoca Tang (VU-^ ^ ^ ^^ dall'Imperatore Gaozu (206-195 a.C.) della
all'inizio del II seco^ ^.'^^ e costmita poco a sud della precedente capidinastia Han, aPPe^6 a c ^ fond'ata da Ying Zheng, autonominatosi Qin Shi
tale dei Qin (22 Augustó Imperatore Qin»), Xianyang. La città rimarrà caHuangdi, «H Pnm ^^ SKo\i, sia pure attraverso lunghe interruzioni e riepitale della Cma pw ^ ^^ urbanistico di molte capitali dell'Estremo
dificazioni, ^^^ grale y centro di diffusione della cultura cinese.
Oriente4 e, più in §edniffuse'una cultura raffinatissima, sviluppatasi, soprattutto
Da Chang'an si ^^ al l'i nc0 ntro con altre culture, accolte insieme ai
in epoca Tang, gra
u,Asia Centrale occidentale. Non dimentichiamo che
mercanti provenien i
Qse dinastie; dagli Han «Occidentali» (206 a.C.Chang'an fu capitale ai i
,
93
8 d.C.) ai Tang (618-907), ed in tali epoche, rappresenterà la più grande città
del mondo, ed anche la più cosmopolita. Vi faceva capo la cosiddetta Via della
Seta, e la città fu per quasi mille anni la mèta più ambita dei mercanti asiatici,
il premio per chi riusciva a superare indenni «quei diecimila chilometri di
strada attraverso deserti, montagne, steppe e praterie, territori immensi e
desolati, la cui traversata impegnava almeno tre anni di cammino»^.
Le ricerche archeologiche effettuate dal 1956 sul sito della Chang'an degli Han,
posta a 3 km Nord-Ovest dell'attuale Xi'an, hanno rivelato l'organizzazione interna
della città e il grande sviluppo della cultura e della civiltà cinese dell'epoca6.
Xi'an, che nel III secolo a.C. fu la prima capitale della Cina, si affacciò alla
ribalta internazionale nel 1974, quando in località Lintong fu scoperta per caso la
tomba (non ancora scavata) del primo imperatore Qin Shi Huangdi (246-210 a.C.),
che era stato sepolto con l'intero suo «esercito di terracotta» a grandezza naturale.
Finora sono state scavate circa 1500 statue, ma la previsione è di circa seimila. Per
questo eccezionale rinvenimento si è parlato della «ottava meraviglia del mondo».
È la ricchissima realtà archeologica che unisce Xi'an e Pompei. In entrambi
i casi, la maestosità e lo stato di conservazione delle strutture permettono una
profonda immersione nell'antico. Allo stesso tempo, Pompei Chang'an sono i
siti su cui si sono sviluppate le scuole e i metodi archeologici dei due Paesi.
Il 28 Settembre 2005 Xi'an ha ospitato la delegazione campana per la firma
del Protocollo di Gemellaggio Pompei-Xi'an. Per la città cinese erano presenti il
Sindaco Sung Qing Yung con le massime autorità della1 Provincia e della Regione
dello Shaanxi, fra i quali il Direttore degli scavi archeologici, Professore Xiang De.
Per la città di Pompei la delegazione, guidata dal Sindaco Claudio D'Alessio, era composta dall'On. Pasquale Sommese per la Regione Campania, dal
Consigliere Provinciale Giuseppe Tortora, da alcuni rappresentati del Consiglio
Comunale, il City Manager degli scavi di Pompei, Luigi Grimaco, dal Professor
Umberto Pappalardo, Direttore del Centro per gli Studi Pompeiani dell'Università
«Suor Orsola Benincasa» di Napoli e da un numero di imprenditori campani,
alcuni dei quali già operanti in Cina.
La fama ed il prestigio di cui gode Pompei nel mondo hanno fatto sì che la
delegazione della pur piccola città vesuviana fosse ricevuta con onori solenni, di
quelli riservati generalmente ai capi di stato. Infatti il giorno successivo, a Pechino,
è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Hu Jintao.
L'incontro è stato simbolicamente suggellato da uno scambio di doni. Il Sindaco di Xi'an ha donato una pregevole ricostruzione su lacca dell'esercito di
terracotta dell'imperatore Qin, quello di Pornpei ha donato una riproduzione
del famoso Fauno in bronzo, sottolineando che la scultura trasmetteva un
preciso messaggio simbolico da parte dei moderni Pompeiani ai cittadini di
94
Daniele Petrella
Xi'a
dovf :v 3n ., 3 £'°'a dell'antico satiro e il suo amore per la musica e la danza
ano ^fondere quei sentimenti di cultura e diP pace indispensabili alla
.
Ia8gio ner' Sltldaco di Pompei ha sottolineato il fatto che la firma del gemella Cjjnana „ e f a'la città di Pompei di affacciarsi con un occhio privilegiato
nero di • °nda d' una tendenza internazionale che ha già portato un buon
s U n "TPrenditoriit
italiani in questo nuovo mercato, Pompei intende aprir^Uflv
che- S^l pVi flussi tturistici, in particolare proprio a quelli provenienti dalla Cina,
nteri
a diventare uno dei paesi fondamentali della domanda turistica
r°niPei26
nìf 'e differenti dimensioni (Xi'an conta circa 7 milioni di abitanti,
u '6due c'tta nanno in comune il fatto di ospitare un inestimabile
"ogico ed artistico posto sotto la protezione dell'UNESCO,
; s 'mboi
1£ S°n° m<^e avitissime di quel turismo culturale mondiale
Laf ait es"" " antica faccia cosmopolita delle due città,
di cultura di Xi'an trova riscontro anche nel presente. La città
iriderà,,
1 capitale della cultura e della ricerca scientifica e tecnologica
re al suo patrimonio archeologico, dispone di numerose UniverUern'22a2i0' a trettante private. Inoltre partecipa al generale processo di moClli!o met r j Q £ del Paese. Negli ultimi tredici anni sono stati urbanizzati 48
lmPreSe stra adrati di territorio, favorendo anche l'attività di ben cinquecento
ristico dj 7Q lere- Nella sua economia rientra anche la gestione di un flusso tuC U e Bilioni i^
di visitatori l'anno, dei quali 15.000 italiani (Pompei ne ha
per
' anno)'.
Patr ' m oni 0
AssembleaC,St° motiv o
la città ospiterà, dal 10 al 17 Ottobre 2006, la XV
ICOMOS (International Council On Monuments
On scn,n_'
r§anizzazione mondiale che vede riuniti i massimi esperti nella
- ^d
u aa u j , ] del r""iuiuiuu
patrimonio tuuiicuiugicu,
archeologico, inonumenLaie
monumentale cu
ed aiusui-u.
artistico.
Se
ntrata» da]]'
p ii ° <~'na'ed 'n particolare Xi'an, intende incrementare il turismo in
, jja r° Per il prossimo anno sono attesi in Italia circa un milione di turisti
artlbite d(;|8l0ranza dei quali vorrà visitare Pompei, vista come una delle mete
a Provinc- Urismo internazionale. Da qui la premura della Regione Campania,
con u
inc'a di
i e del Comune di Pompei a prendere accordi preliminari
in*. C autorità
imprenditori cinesi, al fine di incrementare ed organizzare le
ali
attività (jj
ettive- Non a caso, per l'ultimo concorso regionale per l'abilitazione
apP°nese P f Ulda turistica in Campania, sono state aggiunte le lingue cinese,
a"d S'tes);
1
j,
£nerale d ella
°' direttore del Centro Internazionale per gli Studi PomRettore Francesco De Sanctis, ha comunicato l'impegno
Xi 'un - Pompei: un gemellaggio di valenza storica
95
dell'Università «Suor Orsola Benincasa» ad attivare un programma di borse
di studio per restauratori cinesi in modo che, nel processo di modernizzazione,
l'aggiornamento tecnologico possa servire anche al recupero dei monumenti
del passato. Tali restauratori potranno dimorare a Pompei e seguire i corsi di
«Diagnostica e Restauro» sia nella sede di Napoli che in quella di Pompei.
Il gemellaggio tra Pompei e Xi'an può essere considerato, allo stesso tempo,
simbolo, coronamento ed inizio dei rapporti tra la Campania e la Cina, anche
se eventi come questi diventano un emblema dei nascenti rapporti nazionali.
Nello specifico, il gemellaggio rientra in una serie di eventi ed iniziative che
hanno marcato la collaborazione tra i due paesi e che vedono protagoniste le
Università. Infatti, l'Università degli Studi «Suor Orsola Benincasa» si affianca, con la partecipazione a tale iniziativa, all'Università degli Studi di Napoli
'L'Orientale' che, da anni, si fa promotrice di collaborazioni ed eventi nel mondo dell'archeologia, dell'arte ed, in generale della cultura.
Basti pensare alla Missione di scavo del Fengxiansi, un celebre monastero
buddhista che sorgeva a Longmen, che tra il 1997 ed il 2003, l'Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale' ha portato avanti sotto la direzione del Prof.
Giovanni Verardi, congiuntamente con l'Accademia delle Grotte di Longmen
ed alla Sovrintendenza Archeologica di Luoyang.
Proprio a presentazione dei reperti provenienti dallo scavo del Fengxiansi
e dei numerosi oggetti d'arte, coevi del tempio, corressi dalle autorità cinesi,
si è tenuta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la prima mostra in
Italia di taglio monografico incentrata sull'arte di quel meraviglioso periodo
di fioritura culturale e sociale che fu la Cina dei Tang (618-907). La mostra,
che ha destato notevole interesse sia nel mondo degli «addetti ai lavori» sia
tra i semplici appassionati, è stata curata dalla Prof. Lucia Caterina, docente
di Archeologia e Storia dell'Arte della Cina presso l'Università degli Studi di
Napoli 'L'Orientale'.
Sempre a 'L'Orientale' di Napoli, in data 8 e 9 Maggio, si è tenuta un'importante conferenza sull'archeologia cinese, tenuta dal Prof. Wang Jianxin, grande
esponente del mondo archeologico del suo paese.
Il Prof. Wang ricopre, inoltre, numerose cariche: è il Direttore del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Nordovest, in Xi'an, e Professore
dello stesso Dipartimento, nonché Direttore del Centro di Archeologia e Protezione dei Beni Culturali, membro della Chinese Society of Archaeology, ricercatore del Reserch Center of Ancient Civilizations nella Chinese Academy
of Social Sciences e Professore del Resarch Center of Chinese Archaeology
nell'Università di Pechino. Il Professor Wang, laureatosi in Archeologia presso
il Dipartimento di Storia dell'Università di Nordovest, in Xi'an, ha sviluppato
96
Daniele Petrella
come suoi principali campi d'interesse l'Archeologia Neolitica, l'Archeologia
Euroasiatica e l'Archeologia del Periodo Qin ed Han.
La conferenza è stata organizzata ed introdotta dal Prof. Bruno Genito, docente
di Archeologia e Storia dell'Arte Iranica e si sviluppata su due interessanti temi.
La discussione del primo giorno ha avuto come titolo «Presentation of thè
Archaeological Activity of thè Northwestern University, Xi'an» che, oltre a
presentare al pubblico italiano le attività dell'Università, è stata spunto per un
interessante dibattito sul confronto sulle metodologia di scavo.
Il giorno 9, invece, il Prof. Wang ha presentato gli scavi curati dalla sua Missione,
nella discussione intitolata «Archaeological Reserach on thè Ancient Nomadic
Cultures in thè Northwestwern Steppes of China». Inoltre, il Prof. Wang ha espresso
la sua volontà di dare a studenti e laureati la possibilità di scavare e in Cina.
Tutte queste iniziative, oltre ad essere degli importantissimi elementi di
coesione e collaborazione tra l'Italia e la Cina, possono essere considerate,
di certo, un buon segnale di ripresa dello studio dell'archeologia cinese, in
un periodo in cui si sta attivando un processo di marginalizzazione degli insegnamenti di archeologia e storia dell'arte delle grandi civiltà asiatiche.
IMMA ROMANO
LA PRESENTAZIONE DEL GIAPPONE ALL'INGHILTERRA ATTRAVERSO
LE CORRISPONDENZE DEI SUOI MERCANTI NEL PRIMO SEICENTO
NOTE
* Ringrazio vivamente il Professor Umberto Pappalardo, Direttore del Centro per gli Studi
Pompeiani dell'Università «Suor Orsola Benincasa», per l'intervista concessami.
1 Tratto dal sito internet Pompei Ruins, http://www.marketplace.it/pompeiruins.
- Ibid.
3 La dinastia Han è datata dal 206 a.C. al 220 d.C, con una breve interruzione, agli
inizi dell'era cristiana, dovuta all'interregno di Wang Mang, fondatore della dinastia Xin
(9-23 d.C.). Di conseguenza la dinastia Han è divisa tra dinastia degli Han «Anteriori» o
«Occidentali» (206 a.C.-8 d.C.), a causa della posizione della capitale Chang'an, e degli
Han «Posteriori» o «Orientali» (23-220 d.C.), poiché la capitale fu spostata più ad Est,
a Luoyang.
4 A. Tamburello, Storia e civiltà dell'estremo oriente — Cina, Corea e Giappone (dalle origini ai primi trattati internazionali con l'Occidente), Napoli 2005.
5 A. Màdaro, «Sognando il Celeste Impero», mArcìieo -Attualità del passato, Milano, De
Agostini, 2006, anno XXII, n. 3 (253), pp. 82-91.
6 M. Pirazzoli-T'Serstevens (a cura di), La Cina, UTET, Torino 1996, p. 169.
7 Tratto dalla lettera informativa del Prof. Umberto Pappalardo pubblicata sulla rivista
elettronica PomfsiOnline.net, al sito http://www.pompeionline.net/portal/modules.php7name
=News&file=article&sid=241.
8 Tratto dal comunicato stampa pubblicato sul sito internet del Coordinamento del Comitato
Governativo ITALIA-CINA, http://www.esteri.it/coordinamentocina/pdf/Pompei_Xi'an.pdf.
" Tratto dalla lettera informativa del Prof. Umberto Pappalardo, sito citato.
Nel XVII secolo gli inglesi poterono finalmente ottenere resoconti sul Giappone direttamente dai loro concittadini, non più solo |razie alla penna dei padri
gesuiti.
L'arrivoMielhu/eLiefde e di William Adams in Giappone fu un avvenimento
che implicava coincidenze disproporzioni molto grandi. Coincidenze che erano anche la realizzazione di una progressione storica, cioè l'avanzamento in
Asia dei paesi protestanti di Inghilterra e Olanda. Quando si scoprì che la nave
giunta sulle coste del Kyùshù (esattamente sulla costa nord-est, ad Òita) era
olandese, i gesuiti e i portoghesi che in quel momento si trovavano in Giappone
furono costretti ad accettare il fatto che «coloro che dovevano venire per forza
alla fine erano arrivati». I cambiamenti furono anche più veloci di quanto loro
si aspettassero.
Il Giappone era in questo periodo situato entro la sfera commerciale iberica
specialmente portoghese, di conseguenza anche la cultura dell'Europa occidentale e le informazioni internazionali erano trasmesse e fornite al Giappone dalle
navi portoghesi e spagnole, come un aspetto della strategia dei gesuiti per la
diffusione della loro religione.
L'Inghilterra cominciò ad ottenere grazie alle memorie ed alle lettere che
Will Adams inviò alla moglie e agli amici in patria una maggiore comprensione