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eBook - L' enigmistica nel Medioevo. Gli indovinelli di Simposio

Introduzione, traduzione italiana con testo latino a fronte a cura di Manuela Bergamin. Cos’è che “di sopra è piano ma non piano in fondo” e che “la mano gira da una parte e dall’altra”? E cos’è che “non è insolente con la bocca né temeraria con la lingua… ma dà risposta a chi parla”? O, anche, cosa di “per sé non è pesante, ma il peso dell’acqua le sta dentro”? Ecco ora in ebook, curata da Manuela Bergamin, la raccolta dei 100 enigmi che fonda alle soglie del Medioevo il nuovo genere autonomo dell’indovinello, svincolato da quello più ampio del ‘convivio’ o ‘simposio’. Gli indovinelli proposti, alcuni di impianto più classico, altri di carattere più moderno per la molteplicità di senso, si possono leggere nella traduzione italiana con la soluzione nascosta, oppure nell’originale versione latina, e sono introdotti da una preziosa guida alla lettura che ne inquadra il contesto storico culturale e letterario. L’edizione critica, con un puntuale commento per ciascun indovinello, è stata pubblicata a stampa nel 2004 dalle stesse Edizioni del Galluzzo.

eB oo k medi@evi digital medieval folders 15 L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO GLI INDOVINELLI DI SIMPOSIO Introduzione, traduzione italiana con testo latino a fronte a cura di Manuela Bergamin SISMEL EDIZIONI DEL GALLUZZO 2017 info e copyright Via Montebello 7, I-50123 Firenze phone +39.055.237.45.37 · fax +39.055.237.34.54 [email protected] · [email protected] PDF: ISBN 978-88-8450-786-0 © 2017 – SISMEL - Edizioni del Galluzzo Questo e-book è messo a disposizione dell’utente per uso esclusivamente privato e personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. È fatto divieto di riprodurre, trasmettere, distribuire o altrimenti utilizzare l’e-book, per qualsiasi scopo o fine. Tutti i diritti sono riservati. This e-book is for private and personal use only and it may not be used commercially for profit under any circumstance. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system or transmitted, in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording, or otherwise. All rights reserved. Il libro ripropone parte del volume/the book reproduces part of the volume: Aenigmata Symposii. La fondazione dell’enigmistica come genere poetico. Edizione critica, traduzione e commento a cura di Manuela Bergamin, Firenze, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2005 («Per Verba. Testi mediolatini con traduzione» 22). ISBN 88-8450-167-9 © 2005 – SISMEL - Edizioni del Galluzzo e Fondazione Franceschini ONLUS online catalogue www.sismel.it online repertories, journals and miscellany volumes www.mirabileweb.it SOMMARIO IX Introduzione, di Manuela Bergamin L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO GLI INDOVINELLI DI SIMPOSIO TESTO E TRADUZIONE 2 3 46 Aenigmata Symposii Gli enigmi di Simposio Altri titoli della collana vii INTRODUZIONE UN NUOVO GENERE POETICO Gli Aenigmata Symposii sono un testo poetico tardolatino costituito di cento enigmi, ciascuno composto di tre esametri e preceduto da un titolo, la soluzione. Sono dedicati a diversi oggetti e aspetti della realtà, a partire dagli strumenti scrittorii, magici nelle loro funzioni di trasmissione della parola, per arrivare al monumento funebre, testimone dell’esistenza di un uomo, sospeso tra nostalgia della vita e speranza di eternità. I cento enigmi si susseguono in una sequenza nella quale è riconoscibile a tratti un criterio di associazione tematica: allo stilo, il calamo e al sigillo (Graphium, Harundo, Anulus cum gemma) seguono alcuni enigmi dedicati a oggetti di uso domestico (Clauis, Catena, Tegula), quindi un gruppo di sei su fenomeni fisici e atmosferici (Fumus, Nebula, Pluuia, Glacies, Nix, Flumen et piscis), venticinque dedicati ad animali, una decina a vegetali. Alla profumata viola segue l’incenso, e quindi altri materiali preziosi dell’oriente (Murra, Ebur). Nella seconda metà dell’opera una lunga serie è dedicata a soggetti legati al lavoro dell’uomo (50-78): un enigma sul fieno, un gruppo attinente alla produzione del pane e del vino (Mola, Farina, Vitis); enigmi che richiamano le diverse attività del pescatore (Hamus), del calzolaio (Acus, Caliga, Clauus caligaris), del barbiere (Capillus, Pila), del legnaiolo (Serra); seguono enigmi sull’ambiente marino (Ancora, Pons, Spongea), che richiama nuovamente l’attività della pesca (Tridens), cui sono associati la caccia (Sagitta) e l’allevamento (Flagellum). Segue il gruppo di enigmi (67-78) dedicati ad apparecchi, strumenti, costruzioni attinenti alla tecnica, grazie alla quale l’uomo può sfruttare e controllare la luce (Lanterna, Specular, Speculum), l’acqua (Puteus, Tubus), l’aria (Follis), il fuoco (Calx, Silex), il tempo (Clepsydra), lo spazio (Scalae, Rotae). ix L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO All’interno di questa serie si distingue un breve lapidario: Lapis, Calx, Silex. È il campanello (Tintinnabulm) a introdurre il tema del banchetto (Lagena, Conditum, Vinum in acetum conuersum, Malum, Perna, Malleus e Pistillus), cui seguono gli enigmi sulle terme (Strigilis aenea, Balneum), sul gioco (Tessera, Pecunia) e sulle situazioni paradossali, probabilmente oggetto degli indovinelli proposti come intrattenimento ai banchetti (Mulier quae geminos pariebat, Miles podagricus, Luscus alium uendens, Funambulus, De VIII tollas VII et remanent VI). L’ultima serie della raccolta è dedicata al tema dell’illusione, prodotta rispettivamente dall’ ombra, dall’eco, dal sogno e dalla memoria, con l’enigma conclusivo. Gli Aenigmata Symposii presentano dunque una struttura consapevolmente organizzata, una composizione ad anello che parte dallo stilo (Graphium), uno spunto di riflessione metaletteraria sull’opera (cfr. infra), per arrivare al Monumentum, ‘l’epitaffio’ ma anche ‘l’opera poetica’, che è monumento più durevole del bronzo, sigillo oraziano di speranza nella sopravvivenza alla morte. Gli enigmi sono preceduti da una Praefatio di quindici esametri, in cui l’autore, in prima persona, afferma di averli improvvisati in occasione di un banchetto dei Saturnali, per non fare la brutta figura di tacere mentre tutti facevano a gara nel porre e risolvere questioni tra le vecchiette deliranti e i ragazzi garruli. Giustifica con la figura retorica finale la frivolezza delle sue improvvisazioni: ‘perdona lettore, la Musa ubriaca non ha senno’. L’ambientazione degli Aenigmata durante un symposium, un ‘banchetto’, colloca l’opera nel genere della cosiddetta letteratura simposiaca, che ha origine dal celebre Simposio di Platone. Secondo la prassi della drammaturgia platonica infatti gli Aenigmata Symposii risultano essere il resoconto di quanto pronunciato durante il banchetto, e precisamente ‘dopo i lauti pranzi, dopo i dolci brindisi’ (Praef. v. 5). Il convivio è contesto designato ad accogliere, insieme alla ‘sfida’ e alla ‘prova di saggezza’, anche l’enigma, che è quindi a pieno x INTRODUZIONE diritto tra gli elementi del symposion, ma è fra tutti l’unico ripreso in quest’opera, dove esso è reso principale elemento costitutivo. L’ipertrofia di uno degli elementi della letteratura simposiaca a scapito degli altri sancisce la fine del genere stesso (questo tipo di letteratura riprenderà soltanto con il Convivium di Dante), e coincide qui con la nascita di un genere nuovo, quello appunto degli Aenigmata. La collocazione nel contesto specifico delle feste dei Saturnali suggerisce l’accostamento in primo luogo ai Saturnalia di Macrobio, con i quali gli Aenigmata, nella molteplicità degli argomenti sfiorati, condividono in certo modo il carattere enciclopedico; ma soprattutto suggerisce l’accostamento ai libri XIII e XIV di Marziale, dedicati agli Xenia e agli Apophoreta, i doni ospitali scambiati durante i banchetti dei Saturnali. Gli epigrammi, ciascuno di un distico, costituiscono il biglietto di accompagnamento dei doni e si susseguono spesso in ordine tematico. Gli Aenigmata Symposii ne riprendono il dichiarato disimpegno determinato dal contesto di ebbrezza e il titolo di diversi epigrammi. Particolarmente vicini al carattere enigmistico risultano gli epigrammi di Marziale in cui l’oggetto parla in prima persona (come accade in quasi tutti gli enigmi della nostra raccolta). Come gli Xenia e gli Apophoreta di Marziale, così gli Aenigmata Symposii sono di fatto una collezione epigrammatica ambientata nei Saturnali, e come tale appartengono alla letteratura saturnalizia di intrattenimento e di carattere didascalico. Ma lo spirito del nostro testo, che la tradizione manoscritta unanime titola Aenigmata, risulta profondamente diverso: le piante e gli animali descritti in Marziale come pietanze destinate al banchetto, qui non si relazionano con il contesto simposiaco, ma ottengono autonoma raffigurazione dei loro caratteri peculiari, a loro volta suscettibili di rinvio simbolico. Si tratta infatti di veri e propri enigmi. xi L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO Alcuni degli Aenigmata Symposii sono costruiti secondo la logica degli enigmi antichi, che si trovano disseminati nella letteratura greca e latina: essi hanno solo un senso reale, quello della soluzione, mentre il senso apparente risulta un enunciato paradossale o la descrizione di mirabilia o di mostruosità. Nascondono il referente reale sotto un enunciato che appare logicamente non afferrabile e che poi si rivela un oggetto comune, o un fenomeno naturale, come in 60, Serra, dove la sega è descritta come un mostro vorace; o in 30, Peduculus, dove il paradosso dell’enunciato riprende chiaramente il celebre indovinello sui pidocchi, attestato per la prima volta in Eraclito. Alcuni enigmi sono sostanzialmente epigrammi epidittici complicati da giochi retorici o alfabetici come in 42, Beta; 70, Clepsydra. Alcuni enigmi possono giocare su uno scarto semantico della stessa parola che costituisce il titolo (omonimie): nell’enigma 2, Harundo, la soluzione ‘canna’ designa la ninfa Siringa, lo strumento musicale, lo strumento scrittorio. In modo analogo il 32, Taurus designa l’amante di Pasifae, l’animale, il monte Tauro, la costellazione; il 38, Tigris, il fiume e l’animale; l’84, Malum, l’omofonia con il termine greco per ‘gregge’ (mavlon), la contesa delle dee, l’inganno di un giovane, le mele delle Esperidi, l’omografia con il termine ‘male’. In altri enigmi lo scarto semantico è consentito dal riferimento a un episodio mitologico di metamorfosi o a un processo di trasformazione per la creazione di un oggetto: per es. nel 17, Aranea, Aracne trasformata in ragno. Accanto a enigmi che rientrano nella logica dell’enigma antico e a enigmi che poco si discostano dagli epigrammi epidittici, sono però presenti nella nostra raccolta enigmi giocati, così come i moderni, su due livelli di senso, come prova anche la presenza di un titolo per ciascuno (tratto distintivo della produzione enigmistica successiva, sul quale concorda tutta la tradizione manoscritta), che esplicita il primo livello di significato, quello letterale, al quale si aggiunge, attraverso l’allusione, un secondo livello. Il secondo significato è suggerito dai xii INTRODUZIONE termini svianti del testo: sono le parole-chiave a mettere in relazione i due livelli di significato. È quanto accade per es. proprio nel primo enigma 1, Graphium, in cui la descrizione dello stilo è sovrapponibile alla soluzione ‘enigma’, poiché gioca sull’ambiguità dell’aggettivo planus, ‘piatto’, che in senso traslato significa ‘chiaro’, ‘comprensibile’ ed è il termine che ha sempre indicato il linguaggio semplice, popolare (il primo enigma diventa così una chiave di lettura dell’intera opera); e l’enigma 45, Rosa, dove il fiore è descritto in termini equivocabili con una fanciulla. In altri enigmi il doppio livello di significato si fonda sulla rappresentazione antropomorfica di un oggetto o di un animale, per lo più tramite il riferimento a parti del corpo o caratteristiche comportamentali e morali: per es. nell’enigma 63, Spongea, la spugna è descritta come una donna idropica. Il doppio livello può giocare su uno scarto simbolico: sono sottolineate di un oggetto le medesime caratteristiche evidenziate dagli esegeti cristiani nella spiegazione del loro valore simbolico. È il caso per esempio dell’enigma 51, Mola, dove la macina viene rappresentata in modo coerente con le descrizioni degli esegeti cristiani Massimo di Torino, Cromazio di Aquileia, Eucherio di Lione, che vedono nelle due pietre molari il simbolo di Vecchio e Nuovo Testamento; oppure dell’enigma 82, Conditum, dove il vino speziato con miele e pepe è descritto nei termini delle dispute teologiche trinitarie. Gli Aenigmata sono quindi accostabili solo formalmente agli epigrammi di Marziale, ma per la pregnanza di significato che assumono alcune loro immagini e per le coincidenze dei soggetti che vi ricorrono, sembrano piuttosto avvicinabili a un’opera come le Formulae di Eucherio di Lione, un repertorio di simbologie composto per l’educazione del figlio, organizzato per sezioni tematiche. Nella presentazione di serie di oggetti, di animali, di piante, con il riferimento talvolta al loro valore simbolico, sembrano condividere il carattere di testi quali i bestiari, gli erbari, i lapidari, in seguito diffusi nella cultura medievale. xiii L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO Se gli Aenigmata Symposii sono privi di precedenti, è certo che furono modello delle successive collezioni di enigmi composte tra VII e VIII sec. nell’area insulare cristianizzata, le quali ne riprendono la versificazione in esametri, numerosi soggetti, giunture, interi emistichi e, in alcuni casi, la struttura complessiva in numero di cento: sono gli Aenigmata Bernensia (o Aenigmata Tulli), gli Aenigmata di Aldelmo, di Bonifacio, di Tatuino e di Eusebio, e gli Aenigmata Laureshamensia. Il nostro testo risulta così la fondazione del genere poetico degli Aenigmata, che ebbe grande fortuna nei secoli immediatamente successivi. Di questa fortuna è spia anche la tradizione indiretta di alcuni enigmi. Notevole per l’ampiezza della citazione è l’Historia Apollonii regis Tyri (seconda metà del VI sec.) tràdita in più di una recensione. Nella prima di esse, ai capitoli 42-43, è il maggiore numero di enigmi riportati: 12 Flumen et piscis, 2 Harundo, 13 Nauis, 89 Baleum, 61 Ancora, 63 Spongea, 59 Pila, 69 Speculum, 77 Rotae, 78 Scalae. Numerose sono le citazioni degli Aenigmata Symposii in età carolingia. In particolare la rielaborazione in prosa da parte di Alcuino di due enigmi, 12 Flumen et piscis, e 96 De octo tollas, nella Pippini regalis et nobilissimi iuuenis disputatio cum Albino scholastico (PL 101, 979 A) testimonia la fruizione dell’aspetto didattico, che è insito nell’enigma e nel carattere enciclopedico di quest’opera. UN AUTORE ENIGMATICO La figura dell’autore ci sfugge completamente. Il riferimento al suo nome viene dai titoli dell’opera che i manoscritti riportano. Gli enigmi ci sono stati tramandati da una trentina di codici medievali, che testimoniano la presenza di due recensioni (chiamate dagli studiosi D e B) e di una diffusa contaminazione. Il testo è tràdito xiv INTRODUZIONE anche all’interno della cosiddetta Anthologia Latina1 (286 Riese = 281 Shackleton Bailey), più precisamente all’interno della silloge poetica contenuta nel codice Salmasiano (Par. lat. 10318). La grafia del titolo dell’opera nei manoscritti oscilla tra la forma decisamente più frequente Aenigmata Symphosii (o Simphosii), e le grafie Aenigmata Symfosii (del codice Salmasiano), o Simphusii, oppure Symposii, o Simposii. Gli editori hanno scelto ora la forma Symposius ora la forma Symphosius per indicare il nome dell’autore, da cui le traduzioni italiane ‘Gli enigmi di Simposio’ o ‘Gli enigmi di Sinfosio’. Heumann nel 1722 identificò gli Aenigmata symposii con il perduto Symposium di Celio Firmiano Lattanzio. Ciò contribuì alla diffusione del nome di Celio Firminano Simposio per indicare l’autore degli Aenigmata. Alcuni studiosi nel secolo scorso ritennero invece anonimi gli Aenigmata e li interpretarono come ‘Gli enigmi del banchetto’, quindi adottando la forma symposii. Al poeta autore degli aenigmata fanno riferimento i due versi spurii premessi dalla recensione D alla Praefatio, che esplicitano il nome dell’autore (presentando la stessa alternanza grafica già considerata per l’intera tradizione manoscritta): ‘Anche questi versi di poesia frivola ha composto Simposio’. Si tratta probabilmente di due versi interpolati, analogamente per quanto accaduto per l’esordio dell’Eneide e per la satira 1, 10 di Orazio. Un riferimento a Symposius poeta si trova nella inscriptio del codice Vaticano Barb. Lat. 721: incipiunt enigmata Symposii poetae; come poeta Simposio è presentato nella glossa del codice di Londra, Brit. Libr., Royal 12 C XXIII, che, sopra Simphosius, annota id est uir gentilis; e implicitamente è presentato come poeta nel codice Salmasiano, dove si parla di enigmata Symfosii scolastici. Aldelmo nel VII 1. Va sotto il nome di Anthologia Latina una raccolta poetica confluita nel codice Salmasiano e in altri florilegi medioevali, rielaborata in forme diverse nei vari codici, ed edita con questo titolo dagli studiosi moderni a parite da P. Burman (1759-1773). xv L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO secolo inserisce nell’introduzione ai suoi Aenigmata un esplicito riferimento all’autore a cui si ispira come a un ‘verseggiatore dotato di abilità nell’arte metrica’. Accolta la tesi che nei titoli dei codici si faccia riferimento al nome proprio, la forma grafica Symposius sarà da preferirsi sulla scorta dei risultati dello studio condotto da Maddalena Spallone sulla realtà linguistica epigrafica. È plausibile che il nome sia, come qualcuno ha suggerito, un nomen signum, una sorte di nome d’arte, allusivo del carattere conviviale dei versi del poeta. Gli Aenigmata Symposii sono stati variamente datati dagli studiosi dal II-III sec. d.C. al V-VI d.C., sulla scorta di osservazioni riguardanti la correttezza prosodica e linguistica, e i riferimenti intertestuali. Largo séguito ha avuto la datazione proposta da Riese nella sua edizione Teubneriana (1894): egli individua come termine ante quem il 534 d.C., anno in cui termina il regno nordafricano dei Vandali. Infatti egli situa Simposio nell’Africa Vandalica, ambiente in cui colloca la stessa compilazione della silloge poetica del Salmasiano, come tutti i poeti che nell’anthologia Salmasiana sono insigniti di un titolo: qui Simposio è scolasticus, come altri è uir clarissimus, o uir inlustris, o referendarius. Un termine post quem è costuito sicuramente da Agostino, che afferma di non conoscere aenigmatistae latini. Corrispondenze formali e tematiche con autori del V e del VI sec. sostengono una proposta di datazione tarda, almeno all’età romano-barbarica. L’analisi infatti di fonti e loci paralleli offre materiale per un approfondimento della collocazione cronologica. Coincidenze formali e di immagini si osservano con testi prodotti nell’Africa vandalica, come l’analogia dell’enigma 89, Balneum, con il tema degli epigrammi per le terme dei Vandali 210-213 Riese; o la presenza di echi di Draconzio, o del carme anonimo De resurrectione mortuorum. Accanto ad esse vanno rilevate corrispondenze con testi di area italica. Particolarmen- xvi INTRODUZIONE te numerosi sono i parallelismi osservabili tra gli enigmi e scritti di Paolino vescovo di Nola, in particolare i carmi 23 e 19, composti per il culto popolare di S. Felice. Sono individuabili parallelismi con autori legati all’ambiente ambrosiano, come Massimo di Torino e Cromazio di Aquileia, con Aponio, attivo a Roma nei primi decenni del V sec. Alcuni dei testi di ambito italico rispetto ai quali sono rilevabili coincidenze negli Aenigmata risultano di datazione più tarda: si riconoscono immagini usate da Ennodio (morto nel 521) e Aratore (la presentazione del suo poema davanti al papa è del 544). Il ponte, nell’enigma 62, è descritto in termini accostabili alla descrizione di un palazzo che si legge in un’elegia dell’Appendix Maximiani, composta in area romana per l’ostrogoto Teodato (534-536). Nell’enigma 99 il sogno è descritto in termini corrispondenti a quelli usati da Corippo nella Iohannis (databile al 548). La presenza di tali parallelismi richiama l’attenzione anche su diffuse coincidenze lessicali, formali, di immagine con autori come Boezio, Cassiodoro, Venanzio Fortunato, quindi autori del VI secolo. Il latino degli Aenigmata Symposii non presenta particolari anomalie rispetto al latino degli autori classici: lo stile è uniforme, scolastico, ricco di citazioni, prosodicamente corretto, incapace di suggerire con una propria specificità una data o un luogo di provenienza. Tuttavia se vi sono alcune lievi anomalie, esse sono spia di una seriorità cronologica, come in 8, 2 (Nebula) l’uso di dies al femminile; l’uso di et non per il classico nec in 59, 2 (Pila); un anomalo uso della preposizione de è nella locuzione de summo dell’enigma 1, 1 (Graphium). Sono presenti alcuni casi di rima leonina, una tendenza che nella poesia esametrica si sviluppa a partire dal V secolo, ma che potrebbe qui essere creata accidentalmente dagli omeoteleuti, una delle molte figure di ripetizione che caratterizzano questo testo. Più degli aspetti formali sono quindi utili per una collocazione cronologica le citazioni e i parallelismi letterari, che rimandano anche ad xvii L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO autori del V e della prima parte del VI secolo. La datazione di Simposio all’inizio del VI secolo va però comunque discussa insieme alla data della composizione della silloge del Salmasiano, di cui gli Aenigmata fanno parte: dopo la tesi di Riese, che la vede confezionata nell’Africa Vandalica, il dibattito è stato riaperto recentemente ed è stata ammessa la possibilità che alcuni testi dell’Anthologia Salmasiana siano entrati nella silloge in una fase più tarda e in ambiente italico. Mancano negli Aenigmata riferimenti espliciti al cristianesimo e il contesto descritto nella prefazione è anzi quello delle feste in onore di Saturno. D’altra parte l’analisi delle fonti e dei loci paralleli consente di constatare la conoscenza, da parte dell’autore, di testi appartenenti alla letteratura cristiana. Sebbene non sia possibile dedurre un’adesione alla nuova fede da parte dell’autore, certamente è dato riconoscere il contatto sul piano intellettuale con la cultura cristiana: un tassello da aggiungere alla sua sfuggente figura. In conclusione se non è possibile individuare con certezza il luogo e il tempo in cui gli Aenigmata Symposii furono scritti, tuttavia possiamo definire l’orizzonte culturale a cui fanno riferimento quale il momento cruciale di passaggio dall’antichità al medioevo. xviii L’ENIGMISTICA NEL MEDIOEVO GLI INDOVINELLI DI SIMPOSIO