Giornale di Astronomia, 43 (2017), n. 3, pp. 30-38.
Hermann Oberth alias John Smith (1950-1953)
Riccardo Balestrieri
San Marino
Premessa
Hermann Oberth (Hermannstadt, attuale Sibiu, Transilvania 1894 - Feucht, Baviera 1989)
è considerato uno dei padri fondatori dell'astronautica, insieme al russo Konstantin
Tsiolkovski (1857-1935) e allo statunitense Robert Goddard (1882-1945). Ciò è dovuto
essenzialmente a due monografie: Die Rakete zu den Planetenräumen (Il razzo nello
spazio interplanetario, 1923) e Wege zur Raumschiffahrt (Le vie alla navigazione spaziale,
1929). La figlia Erna ha ricordato che, grazie al successo della seconda opera, ha potuto
iniziare a mettere in pratica le sue idee, a Berlino, con la collaborazione di un giovanissimo
studente del Politecnico: "La storia dei successivi sviluppi, dalla costruzione a scopi bellici
dei primi missili fino alla realizzazione dei sogni di Jules Verne, sarebbe completamente
appartenuta allo stesso Wernher von Braun" (ROTH OBERTH 1974). Le vicende ulteriori non
sono, in realtà, prive di interesse.
Gli anni in Italia, noti a grandi linee ai suoi biografi, sono rimasti sostanzialmente
sconosciuti nel nostro paese fino a un breve articolo apparso su Storia Illustrata (ZAMORANI
1996). L'accesso alle fonti primarie conservate dalla Marina Militare ha poi permesso i
primi approfondimenti sul missile contraereo, commissionato a Oberth all'inizio degli anni
Cinquanta (ZAMORANI 2011, CAPRARA 2012).
I documenti di archivio non sono ancora stati oggetto di un'edizione, ormai auspicabile. Il
ricorso a fonti edite, emerse grazie a strumenti offerti dal web e a ricerche bibliografiche
tradizionali, ha comunque permesso di definire meglio il progetto segreto LAGO. Dopo la
seconda guerra mondiale, l'Italia ha cercato di dotarsi di missili per scopi difensivi,
dapprima con ricerche proprie. La Marina Militare aveva bisogno di un missile superficiearia, per proteggere gli arsenali e le navi. Il progetto è stato messo a punto con Oberth nel
1950 ed è stato sviluppato a La Spezia dal 1951 al 1953. Nonostante le esperienze
precedenti del fisico transilvano, la squadra da lui riunita non ha raggiunto l'obbiettivo: la
consegna di due prototipi in grado di volare. Le risorse messe in campo non erano, in
realtà, adeguate per ottenere un missile a propellente solido di prestazioni elevate e
affidabile nel tempo, teleguidabile da terra o in navigazione fino alla quota dei bombardieri
nemici (BALESTRIERI 2017).
Essendo chiaro, a grandi linee, lo sviluppo tecnico del progetto, si esaminano in questa
sede le attività svolte in parallelo dal professore per rinverdire la sua fama, i canali per cui
la notizia della sua presenza nella città ligure si è velocemente diffusa a livello
internazionale, il motivo per cui è stato mantenuto un segreto più stretto proprio a La
Spezia, le conseguenze indirette della riservatezza mantenuta sui risultati di Oberth. Si
accenna, inoltre, al contesto della vicenda, dove un movimento pacifista, guidato da
Mosca, ha cercato di ostacolare il riarmo generale voluto dal Patto atlantico.
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FIG. 1. Ritratto di Hermann Oberth con firma autografa
(Richard Krauss, Norimberga, 1969 – collezione privata)
Due trattati di pace
Il precoce sviluppo della missilistica in Germania è una conseguenza indiretta del Trattato
di pace di Versailles (1919), che aveva imposto la consegna agli Alleati di dirigibili, aerei,
macchine, componenti e tutto ciò che potesse servire per armi aeree, fino agli impianti per
la produzione di idrogeno. Per comprendere il divieto, basti ricordare che, nella notte
dell'11 marzo 1918, uno Zeppelin era arrivato a bombardare Napoli dalla sua base in
Bulgaria: se l'equipaggio tedesco si era stupito che la città non fosse oscurata, la
popolazione non era riuscita nemmeno a capire la causa delle esplosioni.
I razzi non sono citati perché la missilistica era in una fase amatoriale: anche in Germania,
nel dopoguerra, le sperimentazioni erano condotte per lo più da appassionati. Nel 1927
veniva fondata la Verein für Raumschiffahrt, Società per la navigazione spaziale (VfR), e
l'anno successivo l'interesse diventava generale grazie alle iniziative pubblicitarie di Fritz
von Opel: nel 1928, infatti, finanziava sia la prima auto che il primo aereo con propulsione
a razzo. Lo stesso anno, a Berlino, Fritz Lang iniziava a girare Una donna nella Luna: un
film muto per cui commissionava a Oberth un razzo a propellenti liquidi. Il professore
riusciva a realizzarne solo una parte, che veniva poi acquistata e sviluppata nel 1930 dalla
VfR. Tali iniziative, in cui si metteva presto in luce von Braun, stimolavano i militari a
interessarsi alla missilistica. Nel 1933 Hitler andava al potere: dall'anno dopo, solo le forze
armate potevano lavorare sui razzi.
I successivi sviluppi giustificano ampiamente, nel Trattato di pace di Parigi (1947), il divieto
ad un'altra nazione che ha perso la guerra, l'Italia, di possedere, costruire o sperimentare
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armi atomiche e "alcun proiettile ad auto-propulsione o guidato, o alcun dispositivo
impiegato per il lancio di tali proiettili". Il trattato di pace, inoltre, vieta di acquistare o
fabbricare "materiale bellico di origine o disegno germanico o giapponese" (UN 1950).
Il 4 aprile 1949 l'Italia sottoscrive a Washington il Patto atlantico insieme ad altre undici
nazioni fondatrici. I divieti imposti dagli Alleati, comunque, non decadono contestualmente
e la trattativa diplomatica tesa a superarli richiederà molti anni. Un primo risultato, proprio
per il settore militare, è ottenuto dal presidente del consiglio Alcide De Gasperi (18811954): il 26 settembre 1951, all'indomani della sua visita di stato a Washington, i governi di
Stati Uniti, Inghilterra e Francia firmano nelle rispettive capitali una dichiarazione, che
sancisce la necessità di revisionare il trattato di pace con l'Italia (FRUSCIANTE 2012). Il 22
dicembre l'esecutivo dichiara che la consistenza delle forze armate italiane non è più
soggetta a clausole limitative; queste sono definitivamente cancellate durante la sessione
del Consiglio atlantico, svoltasi a Lisbona dal 20 al 25 febbraio 1952 (FERRARI 2004).
Dov'è Oberth?
Il mito della inafferrabilità e invisibilità di Oberth nel dopoguerra è durato a lungo.
Già pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, che era stata in parte una guerra di razzi e
di bombe atomiche, attraversarono nei due sensi l'Atlantico delle lettere, nelle quali veniva posta
sempre la stessa domanda: «Dov'è Oberth?» (MEYER-CORDS 1957).
Al final de la segunda guerra mundial, cuando tanto rusos como americanos se dedicaban a
«repartirse» a los cientificos alemanes, una pregunta flotaba en todas las Cancillerias: «–¿Donde est
Oberth?–» (SANCHO 1960).
Per anni, infatti, segugi russi, americani, britannici e francesi avevano cercato inutilmente il padre
dell'astronautica: «Dov'è Oberth? Non lasciatevi scappare Oberth (...) Prendete Oberth!» erano gli
appelli insistentemente e invano rilanciati tra i quattro canti dell'Europa presidiata dai vincitori della
seconda guerra mondiale (ZAMORANI 2011).
La realtà è meno romantica. Il professore si era consegnato all'esercito statunitense nel
maggio 1945. Dopo vari interrogatori, in parte condotti dall'astrofisico Fritz Zwicky (18981974), era stato considerato inutile per le ricerche militari: in agosto aveva potuto riunirsi
con la famiglia a Feucht, nei pressi di Norimberga, per ritrovarsi senza alcun lavoro e
ridursi a curare l'orto di casa ─ Fig. 2. Era stata la disperazione a farlo decidere di entrare
illegalmente in Svizzera nel 1948 (UN WORLD 1952, GARTMANN 1956, OBERTH 1959,
WALTERS 1962).
Se nessuno sa dove sia Oberth, "scovarlo" in Svizzera può diventare una vera e propria
impresa (ZAMORANI 2011). Lo scienziato, però, non ha alcun interesse a nascondersi.
Interavia, mensile ginevrino della Federazione Aeronautica Internazionale, è la rivista di
riferimento per l'aviazione, ma non trascura la missilistica. Dal 1946 è diffusa in tutto il
mondo grazie a quattro edizioni: in inglese, francese, tedesco e spagnolo; la sua
distribuzione in Italia, per lo più in francese, è favorita da un ufficio di rappresentanza e
vendita a Roma. Nel fascicolo dell'agosto 1949 vi appare un primo articolo di Oberth sul
controllo remoto di missili contraerei (OBERTH 1949a). Lo stesso argomento è trattato in un
articolo che compare nel dicembre 1949 su un'altra rivista svizzera: Flugwehr und -Technik
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(OBERTH 1949c); un'ampia sintesi appare alla fine del 1950 in Rivista Aeronautica (OBERTH
1950b).
Oberth dichiara inizialmente di risiedere a Norimberga, ma l'intervista che appare il mese
dopo ha luogo in una modesta pensione di Berna (OBERTH 1949b). Il titolo, nell'edizione
inglese, è: Hermann Oberth, Shaper of Things to Come. Il giornalista è stato così arguto
da citare un romanzo di fantascienza di Herbert G. Wells, The Shape of Things to Come
(1933), da cui è stato tratto il film Things to Come, di Alexander Korda (1936). L'evento è
così importante per Oberth, da essere ricordato cinque anni dopo nella prefazione di
Menschen im Weltraum:
Nell'estate del 1949 il collaboratore di una nota rivista di aviazione lo scoprì in Svizzera: «Lo trovai
in una piccola pensione, alto, magro, diritto, con la folta capigliatura scura, il mento largo, i baffi
neri e quegli occhi vivaci, che sono prerogativa di uno spirito sveglio. Mi raccontò la sua storia a
voce bassa, ma con la precisione di un professore di cattedra» (MEYER-CORDS 1957).
L'azione di marketing prosegue nel luglio 1950, quando in un terzo articolo su Interavia
Oberth specifica di risiedere a Oberried (OBERTH 1950a), ma ormai le trattative con la
Marina Italiana sono ben avviate. Un lavoro assai pertinente sul più avanzato missile
contraereo tedesco apparirà solo nell'ottobre 1951, a progetto LAGO ormai iniziato
(REICHEL 1951).
È presumibile che un ufficiale di stato maggiore, come il generale delle Armi navali Sergio
Pellegrini (1902-1981), possa leggere le riviste specializzate del proprio settore, pur nella
disastrata situazione del dopoguerra; ciò, per inciso, rientra proprio nel suo ruolo, dato che
guida Mariperman: la Commissione permanente per gli esperimenti del materiale da
guerra (ORENGO 2007). In ogni caso, è Pellegrini che tratta direttamente con Oberth in
Svizzera, a partire dalla primavera del 1950, dopo un primo contatto epistolare.
FIG. 2. United Nations World, gennaio 1952 (Google libri per University of Michigan).
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Due identità per due frontiere
Un memorandum riservato del Dipartimento di Stato statunitense, datato 15 gennaio 1951,
riguarda la posizione del governo italiano sugli investimenti per la difesa. Alberto Tarchiani
(1885-1964), ambasciatore a Washington, ha informato il segretario di stato Homer M.
Byington Jr., che il presidente del consiglio De Gasperi è assai determinato a schierare
tutte le forze armate italiane sotto la NATO; ciò è stato confermato dal ministro della Difesa
Randolfo Pacciardi (1899-1991). Secondo la Democrazia cristiana, l'opinione pubblica
concorda sulla necessità di misure di difesa straordinarie. Uno stanziamento equivalente a
400 milioni di dollari sarà impiegato entro l'anno: "The Government was so certain of this
that Minister Pacciardi was already going ahead spending the money" [il Governo ne era
così sicuro che il ministro Pacciardi stava già procedendo a spenderli] (ACHESON 1951a) ─
Fig. 3.
Il contratto con Oberth è firmato il 22 febbraio 1951. Poco tempo dopo il professore entra
in Italia nelle vesti del turista britannico "Mr. John Smith" e giunge in Liguria. "Mrs. Smith"
lo raggiunge successivamente (WALTERS 1962). Dapprima i coniugi risiedono nell'elegante
Albergo Shelley e delle Palme, sul lungomare di Lerici, quindi a La Spezia, nella centrale e
signorile piazza Verdi, in un appartamento adeguato per l'intera famiglia: la moglie
Mathilde, la figlia Erna e il genero Karl Markstaller; solo nell'ottobre 1952 Adolf Eduard,
appena laureato in chimica, raggiungerà i genitori.
La falsa identità è necessaria, perché l'articolo 69 del Trattato di pace vieta all'Italia di
reclutare tecnici tedeschi. Anche per entrare in Svizzera, nel 1948, Oberth aveva dovuto
usare un'identità fittizia: allora si era spacciato per "Herr Fritz Hann", lo stesso pseudonimo
che gli era stato assegnato all'arrivo a Peenemünde, sette anni prima (WALTERS 1962).
È curioso notare che, in siti web di lingua tedesca, la ricorrenza di "Fritz Hann" è più rara di
un fattore 1000 rispetto a "John Smith". Un'identità altrettanto banale, "Mr. Jones", pare sia
stata assegnata al chimico Gottfried Koch, già vice direttore dello stabilimento Buna a
Schkopau, scelto da Oberth quale suo braccio destro nella squadra del progetto LAGO.
Gli pseudonimi di Oberth e Koch possono essere stati scelti non dai diretti interessati,
bensì dalla Marina Militare, a cui probabilmente si devono i documenti necessari per
l'ingresso in Italia. Ciò è reso più plausibile dal fatto che sarà la Marina a realizzare
documenti analoghi, ma per uscire dall'Italia, per l'ex colonnello delle SS Eugen Dollmann
(1900-1985), quale ricompensa per i servizi resi.
I motivi dell'entrata in scena di Dollman sono, in effetti, ancora oscuri. È stato ipotizzato
che sia stato il tramite tra Oberth e Koch e la Marina (WOLFE 2005), ma solo il 17
novembre 1951 chiarisce alla US Army Military Intelligence Division (G2), che i due
scienziati tedeschi non si occupano a La Spezia di ricerche atomiche, come è stato
inizialmente segnalato da agenti della Central Intelligence Agency e del G2 (SALTER 2007).
Dollmann mantiene rapporti sia con i servizi segreti statunitensi, che con la Marina Militare;
questa è stata a sua volta infiltrata da James Angleton (1917-1987), capostazione a Roma
della CIA (NAFTALI 1992).
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Intorno al progetto LAGO c'è uno spiegamento di forze, che pare sproporzionato rispetto
all'obbiettivo di realizzare un piccolo missile contraereo. E i memo delle spie sfiorano il
ridicolo, dato che agli inizi di ottobre, sul mensile dell'Associazione culturale aeronautica, è
citato più volte Oberth, "il «Padre» della tecnica a razzo tedesca", ed è ufficializzato che da
"alcuni mesi egli lavora in Italia nuovamente sullo sviluppo dei razzi" (RIVISTA AERONAUTICA
1951). Il progetto LAGO è diventato operativo proprio dal 1° ottobre 1951.
FIG. 3. Randolfo Pacciardi, ministro della Difesa dal maggio 1948 al luglio 1953
(Archivio storico della Camera dei deputati)
I congressi di astronautica
Parigi, 30 settembre 1950: si riuniscono alla Sorbona i delegati delle società astronautiche
nate in Francia, Gran Bretagna, Germania, Argentina, Austria, Danimarca e Spagna. "Il
primo congresso fu un passo significativo nella storia della missilistica. La scienza aveva
superato i confini nazionali. Alcune delle parti più interessate, come ad esempio Oberth,
non poterono partecipare per problemi con i visti, ma gli furono trasmessi resoconti vividi
del congresso. Lo scopo della nuova auspicata organizzazione era chiaro: trasformare il
razzo da macchina di guerra in veicolo pacifico dell'esplorazione interplanetaria" (HALEY
1955).
Gli Stati Uniti partecipano al progetto dal 1951, ma la scienza supera a fatica la "cortina di
ferro": gli sforzi inesausti di chi ha organizzato il congresso di Parigi, Alexandre Ananoff
(1910-1992), giungeranno a buon fine con l'Unione Sovietica solo nel 1955 (MOURIAUX &
VARNOTEAUX 2014).
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A Roma, il 6 giugno 1951, nasce l'Associazione italiana razzi: anche l'Italia può partecipare
a pieno titolo al secondo congresso, che si tiene a Londra nel settembre successivo, e
figurare tra le nazioni fondatrici della Federazione astronautica internazionale (IAF).
Oberth è al tavolo della presidenza del congresso, insieme a Eugen Sänger (1905-1964), il
primo presidente della Federazione, Irene Sänger Bredt (1911-1983), Arthur C. Clarke
(1917-2008) e Andrew G. Haley (1904-1966) (MOURIAUX & VARNOTEAUX 2014). Il
professore e i coniugi Sänger sono, inoltre, gli ospiti d'onore alla cena conclusiva, l'8
settembre.
Oberth si presenta come "Professor, La Spezia, Italien" al congresso successivo, a
Stoccarda. Nel cartellone della mostra di astronautica, organizzata a latere del congresso,
campeggia il razzo ideato per il film Frau im Mond (RIVISTA AERONAUTICA 1955) ─ Fig. 4. Il
5 settembre 1952 presenta la sua relazione: sostiene che, in astronautica, bisogna
preferire la ricerca privata a quella finanziata dalle agenzie governative: la prima, a suo
dire, produce pubblicazioni tempestive che stimolano i progressi nel settore e possono
indurre gli enti governativi ad abbassare il livello di segretezza dei risultati ottenuti nei loro
laboratori o, addirittura, a desegretarli (OBERTH 1952a). È inevitabile pensare che questa
sia una critica implicita anche all'organizzazione per cui sta lavorando.
La delegazione italiana al secondo e al terzo congresso è composta da poche persone.
Presenze comuni nelle due occasioni sono Antonio Eula, professore ordinario di
Aerodinamica all'Università di Roma, e il capitano Glauco Partel.
Partel era riuscito a conoscere il fisico transilvano prima del congresso di Londra:
un'intervista era comparsa su una rivista specializzata italiana, nell'agosto 1951. Oberth
aveva affrontato il tema del futuro congresso, il satellite artificiale, ma ne aveva approfittato
per criticare il segreto imposto alle ricerche nel settore militare e la divisione del lavoro
seguita sia a Peenemünde che negli Stati Uniti, basata su specialisti eccellenti, ma non
inquadrati da una "persona veramente all'altezza, capace di dirigere e coordinare lo
sviluppo delle ricerche conoscendo a fondo tutti i particolari delle medesime". Si vedeva
già nel ruolo che sarà, invece, di von Braun? Per sostenere la sua tesi, Oberth era
scivolato senza avvedersene nell'umorismo nero: aveva sostenuto, infatti, che con un suo
suggerimento sul propellente, purtroppo inattuato, una V-2 non sarebbe costata 80.000
bensì 4.000 marchi tedeschi. Intervistato e intervistatore avevano sorvolato sul fatto che, in
questo modo, i nazisti avrebbero potuto lanciare un numero venti volte superiore di ordigni!
La località dove è avvenuto l'incontro non è citata, né si accenna al lavoro attuale dello
scienziato ma è interessante il riferimento alla "polvere a base di salnitro e di nitrato di
ammonio riscaldato e fuso" (OBERTH & PARTEL 1951).
Nel settembre 1952 il Reparto informazioni dello Stato maggiore della Marina comunica al
generale Pellegrini di aver saputo da "fonti indirette" che Oberth sta "cercando un altro
lavoro presso una società americana" (CAPRARA 2012). Il luogo dei contatti deve essere
Stoccarda, la fonte potrebbe essere Partel.
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FIG. 4. Da sinistra: Frederick C. Durant, Hermann Oberth e Arthur C. Clarke – Stoccarda, 1952
(Centre national d’études spatiales da Hermann-Oberth-Raumfahrt-Museum).
La corrispondenza e i media
Per assicurare un futuro a sé e alla famiglia, Oberth rinsalda antichi legami e coltiva nuovi
contatti: ciò favorisce l'iscrizione a società prestigiose, ruoli onorifici e premi. La
Gesellschaft für Weltraumforschung, Società per la ricerca spaziale (GfW), lo fa presidente
onorario e assegna una medaglia in argento e oro, intitolata a lui stesso, a chi si distingue
nella ricerca astronautica: i primi a riceverla sono Ananoff (1950) e Sänger (1951).
La corrispondenza manifesta, ovviamente, la sua residenza a La Spezia e sembra favorire
uno stillicidio di notizie su quanto sta facendo per la Marina Militare.
Il 16 febbraio 1952 scrive a Otto Folberth (1896-1991), ricordando che già nel 1935,
quando insegnava matematica e fisica nel ginnasio di Medias, in Romania, aveva ideato
un missile contraereo teleguidato a propellente solido, dato che la difesa tradizionale di
artiglieria sarebbe diventata insufficiente (ZAGANESCU & KALMUTCHI 1985).
Oberth, nello stesso anno, è ancora più generoso di informazioni nei confronti di Herbert
Kraus (1911-2008), che ha fondato a Salisburgo l'Österreichischen Forschungsinstitut für
Wirtschaft und Politik. Kraus collabora segretamente con lo U.S. Army Counterintelligence
Corps, CIC (BREITMAN & GODA 2010), ma non fa un uso esclusivo di quanto raccoglie.
Pubblica, infatti, sul suo settimanale Berichte und Informationen due lettere con le opinioni
del professore su costi e tempi dell'esplorazione spaziale: in una Oberth sostiene le sue
tesi con l'andamento dei prezzi dal 1940 al 1951 di un chilogrammo di nitrato d'ammonio ─
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il componente principale del propellente che deve mettere a punto; in un'altra è specificato
che abita a La Spezia (OBERTH 1952b, c).
Altre informazioni appariranno successivamente, in interviste o brani autobiografici
all'interno delle sue opere. Ad esempio, il quotidiano torinese La Stampa pubblica
un'intervista nel numero del 19-20 aprile 1954: Oberth vanta l'economicità dei razzi a
propellente solido "prodotti [!] a Reinsdorf" e sostiene che gli "americani dovrebbero
abbandonare l'idea dei raggi che guidano direttamente il proiettile, facendolo invece
guidare da diverse stazioni trasmittenti, che ne correggano la direzione, per quanto è
necessario, senza che le sue onde ultracorte raggiungano l'aereo".
La fusione nucleare dei poveri
I servizi segreti statunitensi vengono informati, nel novembre 1951, che Oberth non si
occupa di ricerche atomiche? Il professore, ignaro, corrisponde sulla fusione nucleare con
Sänger dal mese successivo al marzo 1952, ma i due scienziati rimangono sul vago,
perché è meglio non "affidare queste cose all'ufficio postale" (PETERMANN 2007).
Il 28 luglio 1952 il Giornale d'Italia pubblica uno scoop: l'Italia ha fatto esplodere una
bomba all'idrogeno prima degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica! Non tutti prendono
seriamente la notizia, ma questa rimbalza subito sulla stampa internazionale e finirà, in
ottobre, sul Bulletin of the Atomic Scientists.
Lo stesso giorno ha luogo un Consiglio dei ministri già programmato. Il presidente De
Gasperi chiede lumi al ministro Pacciardi, che dichiara di ignorare "la cosa; tuttavia ha
notizia di studi e di ricerche in corso" e "disporrà indagini in proposito poiché si parla della
presenza di un generale di artiglieria". Poco dopo "riferisce che trattasi di esperimenti del
tutto estranei a finalità militari" (SCARDACCIONE 2005). Lo stesso Pacciardi smentisce
subito la notizia, ma un articolo apparso su La Stampa il 29 luglio conclude:
"l'esperimento... viene a pochi giorni di distanza dalla costituzione del Comitato nazionale
per le ricerche nucleari. Il che significa che non soltanto il Governo intende sostenere,
anche con cospicui appoggi finanziari, l'opera di ricerca degli scienziati nucleari, ma anche
che l'Italia è uscita dalla interdizione per tale genere di studi prevista da uno speciale
articolo di quello che fu il Trattato di pace".
Ideatore dell'esperimento è il ragionier Ubaldo Loschi, astrofilo dell'associazione Urania di
Treviso. Dai suoi studi aveva maturato la convinzione che una sintesi nucleare potesse
avvenire anche a temperature e pressioni più basse di quelle esistenti nei nuclei stellari.
Grazie al supporto di due ufficiali d'artiglieria trevigiani, il generale Luigi Ninci e il maggiore
Marco Cadamuro Morgante, era giunto a realizzare un esperimento nel poligono militare di
Nettuno, a sud di Roma. Un esplosivo chimico aveva fatto implodere un grande manufatto
in acciaio. L'esito era stato registrato spettroscopicamente ed era in corso la verifica dei
risultati. Se era avvenuta la fusione, il processo avrebbe potuto produrre energia per scopi
pacifici.
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Al di là della plausibilità delle nozioni teoriche alla base dell'esperimento e dell'impossibilità
di innescare una fusione nucleare in tali condizioni, la vicenda è qui di interesse sotto vari
aspetti.
Mostra, innanzi tutto, che la Difesa persegue vari progetti, indipendenti l'uno dall'altro, per
sviluppare nuove armi, precedendo così l'azione politica e diplomatica volta a ridurre i
vincoli del Trattato di pace. I vertici militari si affidano a persone giudicate degne di fiducia,
a prescindere dalla loro qualificazione accademica. Nel caso della squadra di Oberth, per
la Marina, o di Loschi, per l'Esercito, nessuno proviene dalla ricerca scientifica o industriale
italiana. Lo sviluppo tecnologico è l'obbiettivo precipuo del Consiglio nazionale delle
ricerche, ma i finanziamenti sono inferiori a quelli ricevuti durante il fascismo, dispersi nelle
università e assorbiti da ricerche di base già avviate. L'industria concentra i suoi sforzi
nell'acquisire tecnologie già consolidate, per passare da produzioni su commessa, in una
situazione di monopsonio, a produzioni in serie per il mercato nazionale ed estero: investe
più sul controllo qualità, che su processi o prodotti innovativi. Nella società, infine, prevale
una concezione idealizzata della libertà di ricerca: per De Gasperi la ricerca scientifica non
è il pane, è la speranza dell'indomani; per Luigi Einaudi, più prosaicamente, è una
insostenibile voce di spesa (MAIOCCHI 1980).
Agli inizi della guerra fredda, politici e militari guardano con sospetto i fisici: nel 1938
Enrico Fermi aveva raggiunto Emilio Segré negli Stati Uniti, e Giulio Racah aveva trovato
rifugio in Palestina; nel 1939 Ugo Fano aveva seguito l'esempio di Fermi, mentre Franco
Rasetti era emigrato in Canada; Bruno Pontecorvo è, addirittura, fuggito in Unione
Sovietica nel 1950; Edoardo Amaldi, infine, cerca di tenere lontani i militari da tutte le sue
iniziative. Al contempo, c'è chi indulge nella convinzione che il "genio italico" possa
giungere a scoperte e invenzioni fondamentali con finanziamenti ridotti o pressoché
assenti: un'illusione che avrebbe già dovuto svanire per il progetto Manhattan e che viene
definitivamente sfatata sia dagli USA che dall'URSS, che collaudano le prime bombe
all'idrogeno nel novembre 1952 e nell'agosto 1953.
L'esecutivo mostra una comprensibile ignoranza sulla bomba che la stampa definisce
"indipendente" e dei "diseredati": un progetto a cui è presumibile che lo stato maggiore
dell'Esercito non attribuisse una valenza strategica. Al contempo, è evidente la piena
copertura politica delle iniziative militari. Per finire, le note di colore profuse dai giornalisti
non rendono meno credibili i cenni a contatti di emissari sovietici con i diretti interessati.
Per tornare al progetto LAGO, l'episodio mostra che è opportuno non sopravvalutare
l'entità del coinvolgimento diretto di Pacciardi (ZAMORANI 2011, CAPRARA 2012), almeno
fino a quando non emergeranno fonti primarie specifiche.
Una quinta colonna?
Abbiamo visto che fonti coeve segnalano che lo scienziato è a La Spezia e fanno intuire
che si occupi di missilistica e sviluppi un propellente solido a base di nitrato d'ammonio.
Eppure nella città ligure persino l'identificazione di Oberth è sottoposta a uno stretto
segreto: "Le lattaie Anna e Angela Canovaro scopriranno a posteriori e per caso,
riconoscendolo in una foto su un settimanale, che il cliente alto e baffuto, da loro allattato
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per tre anni, era un personaggio di livello mondiale". La chiave di interpretazione della
dicotomia è nelle condizioni di "un Paese sconfitto, senza difesa", con una economia
disastrata e "forti tensioni sociali, minato da un'agguerrita quinta colonna antinazionale
pericolosamente inserita nel vivo del sistema statale" (ZAMORANI 2011). Per comprendere
queste parole, bisogna allargare la visuale.
In Liguria era stato il Comitato di liberazione nazionale a ottenere la resa dei nazifascisti. A
Genova due divisioni tedesche e i repubblichini della Xª MAS avevano dovuto consegnare
le armi. Gli Alleati, arrivati subito dopo l'insurrezione generale dell'aprile 1945, si erano
stupiti nel trovare i tram in funzione e i vigili urbani a dirigere il traffico.
I partigiani avevano poi tardato a consegnare le armi, duramente conquistate, agli Alleati.
Nell'entroterra di La Spezia era allignato un banditismo di rapina fino al 1947: ne aveva
fatto le spese persino Sandro Pertini, allora segretario del Partito socialista. Negli anni
successivi saranno scoperti piccoli depositi di armi, nascosti da singole bande partigiane e
presto resi inutili da condizioni di conservazione inadeguate.
Nelle elezioni nazionali dell'aprile 1948, i voti alla Dc avevano superato il 48% alla Camera
e al Senato, contro un pessimo 31% del Fronte democratico popolare, che univa Pci e Psi.
Nel luglio dello stesso anno la situazione, già difficile sotto il profilo economico, era stata
resa drammatica dall'attentato a Palmiro Togliatti e dai gravi incidenti nelle conseguenti
manifestazioni di piazza. D'altra parte, in più occasioni erano stati gli stessi partiti di
sinistra e l'Anpi a calmare gli animi.
Il termine quinta colonna era stato usato alla Camera dei deputati, nel 1949, in relazione
all'articolo 4 del Patto atlantico, stipulato il 4 aprile: "Le parti si consulteranno ogni volta
che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza
di una delle parti fosse minacciata". Maggioranza e opposizione si erano trovate d'accordo
solo nell'interpretarlo come volto a contrastare la diffusione del comunismo nei paesi
membri.
Nello stesso mese di aprile, a Parigi erano nati i Partigiani della pace. Il movimento, ideato
dal Cominform, vale a dire l’Ufficio d’informazione dei partiti comunisti e laburisti, si era
diffuso rapidamente nel mondo. Sotto la presidenza di Frédéric Joliot-Curie (premio Nobel
per la chimica nel 1935 con la moglie Irène, figlia di Maria e Pierre Curie) era riuscito ad
attrarre anche in Italia sia intellettuali che larghissimi strati di popolazione, per una
trasversale ansia di pace. Gli obbiettivi, inizialmente assai ambiziosi, si erano concentrati
fin dal 1950 sul bando delle armi atomiche, nel timore di un loro utilizzo in Corea.
In parallelo, l'Unione Sovietica aveva colmato il ritardo tecnologico dei suoi armamenti con
uno sforzo eccezionale: aveva fatto esplodere una bomba atomica nell'agosto 1949,
accolto Pontecorvo nel settembre 1950, collauderà la bomba all'idrogeno nell'agosto 1953
e dimostrerà nel modo più spettacolare l'efficacia dei propri missili a partire dal 1957.
Il 15 luglio 1949, l'Osservatore romano aveva pubblicato il decreto della Congregazione
del Sant'Uffizio che scomunicava i comunisti e chi collaborava con essi. In settembre, il
vescovo di Luni aveva chiarito ogni dubbio ai parrocchiani: erano esclusi da tutti i
sacramenti "gli iscritti del Pci, del Psi, di qualunque associazione giovanile organizzata dai
comunisti, della Udi, dei sindacati propriamenti comunisti, ecc.", nonché chi avesse
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favorito i due partiti nelle aziende o nei sindacati e "i proprietari, gli editori, i direttori, i
redattori, i lettori, i rivenditori" di tutti i periodici e "i propagandisti della vendita" (BIANCHI
1991).
Il presidente del Consiglio, il 2 luglio 1950, rilancia con un discorso ai dirigenti
democristiani. In Corea, a sud del 38° parallelo i comunisti propagandavano la pace sui
loro giornali, mentre a nord preparavano l'attacco armato. In Italia bisognava dunque
"controbattere la menzognera propaganda avversaria" e "impedire che si costituisca
comunque una quinta colonna pronta ad obbedire ad ordini estranei" (DE GASPERI 1950).
Il 17 gennaio 1951 il generale Eisenhower, comandante dell'Esercito unificato atlantico,
arriva in Italia. Il giorno dopo ci sono scioperi e manifestazioni. La protesta coinvolge il
personale civile degli arsenali di La Spezia e Taranto e del porto di Livorno, presso il quale
deve nascere una base dell'Alleanza. A La Spezia lo sciopero dura solo un'ora, ma
aggiunge una beffa: all'alba del 18 gennaio un giovane operaio riesce a fissare la bandiera
iridata della pace sul grande pennone all'ingresso principale dell'arsenale spezzino. È
l'emblema della riuscita della raccolta di firme contro l'atomica: 140.000 nella sola
provincia spezzina.
Gli "arsenalotti" sono dipendenti pubblici con contratto per anno solare: 2.700 sono
sospesi dal lavoro per cinque giorni ed è licenziato in tronco Enrico Franco, segretario
provinciale del sindacato difesa CGIL. Il contratto è ridotto a semestrale e la scadenza
sarà l'occasione di mancati rinnovi, politicamente selezionati: prima 95, poi 20, quindi 272
nel giugno 1952. In parallelo, il prefetto sospende dalle loro funzioni i sindaci dei Comuni,
che non hanno preso provvedimenti contro i propri scioperanti. I licenziamenti nelle vicine
aziende IRI, dovuti anche a profonde ristrutturazioni industriali, saranno impressionanti:
1.800 all'Oto Melara, 1.100 all'Ansaldo, 30 alla Termomeccanica.
Il 10 giugno 1951 si tengono le elezioni amministrative. Se nel 1946 la sinistra
amministrava 20 comuni su 32, nel 1951 il numero si riduce a 12. Rimangono "rossi" gli
unici tre comuni dove la popolazione supera i 10.000 abitanti: La Spezia, Sarzana e Lerici.
Al vertice del primo si avvicendano tre partigiani: il socialista Agostino Bronzi (sindaco nel
1945-1946) e i comunisti Osvaldo Prosperi (1946-1951) e Varese Antoni (1951-1957).
Bronzi entrerà in Senato nel 1963, Antoni sarà eletto alla Camera nel 1976. La sinistra,
nell'intera provincia, rimane al di sopra del 50% dei voti, ma la flessione è indubbia ─ Fig.
5.
A Washington, il 25 settembre 1951, il segretario di stato Acheson suggerisce a De
Gasperi di escludere i comunisti dai porti in cui giungeranno materiali statunitensi e dalle
aziende che riceveranno ordini dagli USA: quanto è già stato fatto a Livorno (licenziamento
di chi aveva scioperato) eviterebbe sabotaggi e dimostrerebbe che "there were
advantages in not being a Communist"; De Gasperi si dichiara pronto a ripetere l'esempio
di Livorno (ACHESON 1951b).
Nel maggio 1952 si tengono le elezioni provinciali: l'anno prima si era creata una
situazione di stallo, ora Pci e Psi conquistano tredici seggi su ventiquattro. È l'inversione di
tendenza. Il segretario della Democrazia cristiana, il 21 giugno, non paventa più rischi,
denuncia certezze: "Il comunismo ha centuplicato, negli ultimi tempi, i suoi mezzi di azione
e di penetrazione; ha rivelato una tenace perfidia che non conosce soste, specializzandosi
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nell'azione capillare, sotterranea e insidiosa. [...] Una energica azione anticomunista deve
essere diretta contro le quinte colonne che lavorano nei gangli vitali della vita dello Stato,
con una sotterranea ed attiva opera di sabotaggio" (GONELLA 1952).
L'azione è senza dubbio energica, ma sortisce l'effetto opposto. Nelle elezioni politiche del
1953 il Blocco di centro rimane al di sotto del 50% e non riceve il premio della "legge
truffa". La Dc è al 40% (Camera e Senato) dei voti, contro il 35% (Camera) e il 32%
(Senato) di Pci e Psi. La Democrazia cristiana ha perso l'8% dei voti rispetto al 1948: è la
fine politica di De Gasperi.
FIG. 5. Comuni della provincia di La Spezia alle elezioni amministrative del 10 giugno 1951.
In rosso, i comuni assegnati alla sinistra; in azzurro, quelli assegnati al centro-destra;
la saturazione del colore è in funzione dei residenti al censimento generale del 1951, in legenda.
(Suddivisioni comunali da WIKIPEDIA, risultati elettorali da BIANCHI 1991, residenti da ISTAT).
Conclusioni
Ernst Stuhlinger (1913-2008), uno dei più stretti collaboratori di von Braun in Germania e
negli Stati Uniti, ricorda: "Incontrai per la prima volta il professor Oberth durante la
primavera del 1943, a Peenemünde. Avevamo eseguito il lancio di prova di una V-2;
intorno alla piattaforma di lancio, molti di noi la guardavano scomparire nel cielo azzurro
sul Mar Baltico. Quando mi sono girato, ho visto il professor Oberth vicino a me e non ho
potuto fare a meno di dire: «Professor Oberth, deve provare una sensazione meravigliosa
nel vedere i suoi sogni realizzati su questa scala!» Il professor Oberth impiegò molto
tempo a rispondere e poi disse: «Ho grande rispetto per gli ingegneri e i tecnici che lo
hanno reso possibile. Tuttavia, sapevamo da tempo che i razzi funzionano, se sono
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costruiti bene. Dopo questo successo, non dobbiamo dimenticare che il nostro obiettivo
non è il lancio dei razzi: è il viaggio nello spazio e l'esplorazione dell'ignoto là fuori»"
(STUHLINGER 1976).
Lo scienziato si è sempre mostrato distaccato dal contesto di lavoro. Non stupisce, quindi,
il sorriso dei coniugi Oberth in una fotografia scattata a La Spezia (BARTH 1985), ma una
famiglia di nuovo serena non deve far dimenticare che il progetto LAGO è un episodio
della guerra fredda, in una nazione che vuole essere al centro dello scacchiere
internazionale: un episodio qui arricchito dalla probabile dinamica del "ritrovamento" del
professore in Svizzera, dalla dimostrazione della sua visibilità internazionale e del motivo
della sua invisibilità a La Spezia, dall'evidenza che il segreto militare, deprecato più volte
dallo scienziato, è stato da lui sfruttato per vantare la conclusione certa dell'incarico
ricevuto dalla Marina italiana (OBERTH 1959).
Il progetto LAGO non poteva, in realtà, conseguire gli obbiettivi prefissati: gli USA
realizzeranno i missili Terrier mettendo in gioco risorse ben più rilevanti (BALESTRIERI
2017). A partire dal 1957 inizierà a La Spezia una profonda trasformazione dell'incrociatore
Garibaldi: la flotta italiana sarà la seconda al mondo a essere dotata di un missile di
questo livello ─ Fig. 6.
FIG. 6. Collaudo della rampa binata di missili Terrier sull'incrociatore Garibaldi
(Marina Militare, Porto Rico, 1962 – collezione privata).
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