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martedì, novembre 06, 2007

Tartellette di ceci con lardo e rosmarino


Da quando ho scoperto la farina di ceci non l'ho più abbandonata. Da brava "hummus-dipendente" adoro il sapore di questo legume che, sotto forma di farina, diventa più facilmente gestibile anche in tempi brevi, quando non c'è tempo per mettere a bagno le sfiziose palline che non mancano mai nella mia dispensa. Ed allora via con la polentina di ceci, che sta splendidamente col pesce ma anche con la carne, via alle miscele di farina di ceci ed altro per il pane, la pizza, le crespelle... e così via.
Questa volta ho prodotto un antipasto in versione semi-light (le tartellette andavano fritte, ma c'è pur sempre il lardo...) che è stato affiancato nel piatto al mio precedente post: per niente male, ma se non vi accontentate delle ie parole lo dovete assolutamente provare!
Cosa vi serve? Per 2:
80g di farina di ceci
qualche fetta di lardo di Colonnata
un cucchiaio di aghetti di rosmarino
uno spicchio d'aglio
succo di limone
olio extravergine d'oliva
pepe nero o peperoncino
Stemperare la farina di ceci in 300mL di acqua tiepida leggermente salata(se si formano grumi-cosa molto probabile- date poi una passata con il frullatore ad immersione;-), unite un cucchiaio d'olio e portate a cottura mescolando spesso per circa 30 minuti. Tenete a portata di mano un pentolino di acqua in ebollizione per diluire il composto se si dovesse addensare troppo.
Nel frattempo tritate il rosmarino e schiacciate lo spicchio d'aglio, innaffiando tutto con il succo di limone e tenete da parte.
Versate la polentina su un foglio di carta forno e stendetela allo spessore di un centimetro circa, aiutandovi con un cucchiaio bagnato in acqua fredda. Lasciate raffreddare, quindi con un bicchiere tagliate dei dischetti da cuocere in forno caldo a 200° fino a doratura.
Estraete le tartellette dal forno, posate su ognuna una fettina di lardo e spruzzate con il succo di limone all'aglio-rosmarino (volendo, si può tritare anche l'aglio dopo averne tolta l'anima, ma io preferisco così), una macinata di pepe o qualche briciola di peperoncino e buon appetito!

sabato, giugno 03, 2006

Nissùn a lè plui scalognât dal cavrèt,o al mûr zòvin opùr al divente bèc

(Nessuno è più sfortunato del capretto, o muore giovane oppure diventa un caprone: Il “bec”, poveretto, è inteso in senso un po’ dispregiativo…)

Questo post non contiene una mia ricetta, né una ricetta da me provata, ma è il frutto di un esperimento di gemellaggio con un nuovo amico virtuale
La ricerca della ricetta richiesta è stata lunga e perigliosa, ma alla fine credo proprio di aver trovato qualcosa di interessante: si tratta di una ricetta tipica originale della Carnia, la zona montana ad ovest del fiume Tagliamento (quella delle Alpi Carniche, per capirci: ricordate il proverbio?...). È tratta dal libro di Gianni Cosetti (compianto Chef friulano) “Vecchia e nuova cucina di Carnia”.
Zòcul cun spergòt (=capretto con "spergòt", allude al lardo che viene fatto gocciolare sulla carne)
Gli ingredienti:
un capretto (meglio di 6-7Kg)
500g di lardo
rosmarino
salvia
alloro
sale e pepe q.b.
Lasciare il capretto sotto l’acqua corrente per 6-7 ore, quindi asciugarlo bene.

Nota: secondo me lui lo lasciava in un torrente; dalla mie parti, trovandomi nella “fascia delle risorgive”, dove ogni casa ha la sua fontana che sgorga ininterrottamente giorno e notte-impensabile per molti, eh?, sarebbe ancora possibile lasciarlo in fontana; per chi non ha né ruscello né fontana… si potrebbe improvvisare una marinatura con vino o aceto, avendo cura poi di sciacquare molto bene la carne, anche se credo che il gusto si modifichi un po’…

Strofinare tutta la carne con aglio, sale e pepe, quindi cospargerla di salvia, alloro, rosmarino ed un po’ d’aglio finemente tritati.
Tagliare una parte di lardo a fettine sottili e ricoprirvi la carne.
Mettere il tutto a cuocere se allo spiedo per circa quattro ore, se al forno per tre ore e mezza.
Per lo spergòt, tagliare delle fettine sottili di lardo larghe due centimetri, cospargerle con un battuto di erbe aromatiche (direi le stesse di prima), avvolgerle in un foglio di carta paglia piuttosto grande e porre il tutto accanto ad una fonte di calore.
Ultimata la cottura del capretto, dare fuoco ad un’estremità del cartoccio di lardo e far cadere le gocce infuocate su tutta la carne, che assumerà un aroma caratteristico.
Servire con patate novelle arrostite.
Per l'abbinamento enologico vi rimando qui!

Commento: ricetta molto invitante, sicuramente non dietetica vista la presenza imponente del lardo in cottura. Probabilmente il procedimento dello spergòt non è facilmente realizzabile in casa, ma per chi dispone di un bel caminetto con barbecue all’aperto… Beh buon lavoro e buon appetito!

sabato, maggio 27, 2006

Antipasto per Langhe Countach


Non è stato facile studiare un antipasto da abbinare ad un rosso così importante: effettivamente è stato il piatto meno azzeccato, ma ci poteva stare, soprattutto con il formaggio e la crema fagioli-cinghiale.
Più che una preparazione è un assemblamento di colori e sapori...
C'è una scaglia di scamorza pugliese (la solita!); i cannoli di crackers di Kja riempiti con fettine di Lardo di Colonnata, di petto d'oca e di una crema di fagioli neri (fagioli cotti e frullati con un po' dell'acqua di cottura e qualche rametto di timo) con pezzettini di salsiccia di cinghiale ammorbidita in padella; un cucchiaino di: miele di melata (leggermente amarognolo), marmellata di arance amare e gelatina di balsamico. E via alla sperimentazione dei sapori!!! Le abbinate vincenti: miele-lardo, miele-oca, arance-oca, ma soprattutto crema fagioli al cinghiale-aceto balsamico!