Books by Margherita Ferri
by Cecilia Moine, Margherita Ferri, Lara Sabbionesi, Koen De Groote, Giuseppe Clemente, Paola Orecchioni, Van Verrocchio, Farnaz Masoumzadeh, Luca Zambito, Antonio Alberti, Monica Baldassarri, Susanna L Blatherwick, Nikos Liaros, Anna de Vincenz, Enrico Cirelli, Gabriela Blažková, and Luigi Di Cosmo Il volume raccoglie gli Atti del Secondo Convegno Tematico organizzato dall’AIECM3 (Association p... more Il volume raccoglie gli Atti del Secondo Convegno Tematico organizzato dall’AIECM3 (Association pour l’étude des céramiques Médiévales et Moderne en Mediterranée), tenutosi dal 17 al 19 aprile del 2015, in collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’incontro si proponeva di indagare il ruolo dei manufatti ceramici all’interno delle comunità e delle sue dinamiche. I contributi qui proposti non si concentrano dunque sugli oggetti in sé, ma li seguono come un filo conduttore, per interpretare le società che li hanno prodotti ed utilizzati. I contenuti riflettono l’ampia e poliedrica partecipazione al Convegno in termini di specializzazione disciplinare, cronologica e geografica. Nel complesso gli Atti raccolgono trentasei contributi originali che coprono il periodo compreso tra la tarda antichità e il XX secolo. La prima parte è dedicata al tema della ceramica, intesa come agente nelle dinamiche sociali e diretto portatore di significato. La seconda sezione è interamente dedicata al passato recente, un argomento poco praticato in campo archeologico, ma che si è rivelato molto fecondo. Le comunità e le loro diverse scale di grandezza sono le protagoniste della terza ed ultima parte del libro.
Il libro è la storia dell’isola di ieri e soprattutto della relazione tra i suoi spazi, i suoi ab... more Il libro è la storia dell’isola di ieri e soprattutto della relazione tra i suoi spazi, i suoi abitanti, gli edifici che hanno occupato ed i loro oggetti quotidiani, dal basso medioevo ad oggi.
San Giacomo in Paludo è un’isola della laguna nord di Venezia, oggi disabitata, ma che a partire dal XIII secolo ha ospitato prima una comunità di monache cistercensi, poi un priorato francescano ed infine alcuni presidi militari.
La prima parte del libro racconta le ricerche archeologiche e storiche: la descrizione generale degli spazi occupati e delle singole aree scavate è seguita dalla discussione su specifiche tipologie di dati quali ceramica, resti umani, fauna e fonti storiche.
La seconda parte del lavoro cerca di comprendere il significato di questo luogo nel corso dei diversi momenti storici attraverso il punto di vista degli abitanti e quello di più ampio respiro della laguna.
Il tema principale della ricerca sono le comunità che vi hanno abitato e i loro resti materiali. Le tre principali variabili utilizzate per la loro carattterizzazione sono state l’uso dello spazio, le relazioni con l’area esterna all’isola e, infine, il trattamento dei rifiuti.
In passato il sito è sempre stato uno specchio del rapporto tra Venezia e la sua laguna. Quale sarà l’isola di domani?
Papers by Margherita Ferri
The objective of this study is to deal with the long-term characters and consumption patterns in ... more The objective of this study is to deal with the long-term characters and consumption patterns in the Venetian lagoon in the period ranging from Late Antiquity to the Middle Ages on the basis of existing archaeological documentation. The most archaeologically visible materials and, namely, pottery, amphorae and glass were materials taken into consideration. As a consequence of this analysis, three principal periods have been identified. A first phase, in Late Antiquity, documents a reasonably widespread circulation of imported Mediterranean ceramics (African and Eastern) and amphorae originating from the same areas. Along with a significant number of imports from distant places, this period also saw imports such as coarse pottery, single-fired glazed pottery and glass from neighbouring areas. This data seems to indicate a certain vitality in the lagoon in this period, which could be related to it being central to the traffic of the new political orders in the North Adriatic. Moreover, the following period, from the 8th to the 10th Century, coincided with a period of the stabilization and of institutional consolidation of a number of lagoon settlements as in Torcello and the same Olivolo/Rialto. It also marked a total decline in imports of both wide and medium range along with a significant reduction in the use of coarse cooking pottery and glass kitchenware. The sole exception is represented by single-fired glazed pottery produced in the North Adriatic which during the 9th and 11th Centuries was widespread in the lagoon. It is probable that this situation is a snapshot of a change that occurred in the behaviour of the lagoon communities and underscores close links to the Po valley and continental worlds rather than a loosening of economic and commercial ties, indirectly confirmed by written sources and by findings of moneys and amphorae. Therefore, it could also have been a symptom of cultural distance with reference models of the Byzantine area. At the same time, it was in this period that the production of glass was consolidated as represented by the Torcello context, if this can be dated from the 9th Century and not from the 7th as originally proposed. A change in this field was only registered after the year 1000 A.D. even if there were only few Mediter-ranean imports during the 11th Century consisting, currently, in a Constantinople 'Glazed White Ware' from the Monastery of Saints Hillary and Benedict in Gambarare (Mira) and a few fragments of Egyptian 'Fayyumi Ware' from Jesolo. Despite long commercial relations between Venice and Byzantium, on the one hand, and Islam (in particular Egypt) on the other, no changes in the lagoon elite, especially with reference to ceramics and as seen from the materials, occurred until well into the 12th Century. Rather than marking the existence or consolidation of these ties in this period, Byzantine sgraffito and Islamic
Nell'autunno 2007 la cattedra di Archeologia Medievale dell'università Ca' Foscari di Venezia ha ... more Nell'autunno 2007 la cattedra di Archeologia Medievale dell'università Ca' Foscari di Venezia ha awiato un oroeetto C 0 di surury a I)ogalcrro, locdliil posra sul margine la$iinare i i i provincia di Venczid, dove sorgeva il monastero dei jS. Ilario i Benedetto . Il moii;isrero, noto anche a partire da docuiiienri di D ( secolo, era stato già localizzato alla fine del XX secolo quando fu in pdrte esplorato in occasione di alcuni lavori idraulici (MARZEMIN 1912).
L’isola di domani. Cultura materiale e contesti archeologici a San Giacomo in Paludo (Venezia)" (ed. Margherita Ferri, Cecilia Moine), L'Insegna del Giglio, Florencia, 2014, pp. 123-144., Jul 1, 2014
Abstract
Tra i rinvenimenti si conta un discreto quantitativo di frammenti in vetro. Essi posson... more Abstract
Tra i rinvenimenti si conta un discreto quantitativo di frammenti in vetro. Essi possono essere attribuiti a tre sole tipologie di recipienti molto simili l’una all’altra e tutte realizzate congiungendo due paraison all’altezza del collo. Oltre ad un solo esemplare di grande bottiglia con rigonfiamento sul collo e corpo schiacciato, sono state rinvenute almeno 14 bottiglie di dimensioni minori prive del rigonfiamento sul collo e almeno tre recipienti con versatoio e corpo decorato con spirali ottenute a stampo. I recipienti sono molto uniformi per il colore, il tipo di vetro, la forma del corpo su base ovale e per la tecnica di produzione a due paraison. Si tratta di prodotti ottomani che facevano parte del carico, probabilmente differenziati in base al contenuto. Poco si conosce sull’industria ottomana del vetro della fine del XVI secolo, ma la testimonianza del carico di Mljet conferma l’esistenza di una produzione in rapida espansione almeno inizialmente finalizzata alla produzione di recipienti funzionali a contenere prodotti locali destinati all’esportazione.
Brodolom je sadržavao veću količinu staklenih predmeta. Pronađene posude mogu biti podijeljene u tri homogene grupe (svim nalazima nedostaje tijelo): boce koje su sužene na stranama i s izbočinom u donjem dijelu vrata; barem 14 boca suženih s obiju strana i bez izbočine na vratu; 3 vrča s manjim dijelom tijela na kojem je vidljiva narebrena spiralna dekoracija. S obzirom na broj nalaza i njihovu formalnu i dekorativnu ulogu, očito je da su stakleni nalazi s brodoloma bili dio brodskog tereta. Također je moguće da su staklene posude kupljene i prevožene i radi svojeg sadržaja. Varijante koje možemo razlikovati prema veličini, dekoraciji i postojanju grlića možda odgovaraju različitoj vrsti tekućine koju su prevozile. Iako nema jednoznačnih arheoloških indikatora koji bi točno definirali različite proizvode, kraj 16. stoljeća i početak 17. stoljeća je vrlo važan period za Otomansku industriju stakla, pogotovo za proizvodnju odgovarajućih spremnika za proizvode lokalne proizvodnje."
Autore: Sauro Gelichi (a cura di), Mladen Zagarčanin (a cura di) Anno di stampa: 2014 ISBN: 97888... more Autore: Sauro Gelichi (a cura di), Mladen Zagarčanin (a cura di) Anno di stampa: 2014 ISBN: 9788878145924
… Sâo ilhas afortunadas, Sâo terras sem ter lugar, Onde o rei mora esperando. Mas, se vamos despe... more … Sâo ilhas afortunadas, Sâo terras sem ter lugar, Onde o rei mora esperando. Mas, se vamos despertando Cala a voz, e há só o mar. Fernando Pessoa, Mensagem trice, direi, ad una colpevole disattenzione delle Istituzioni 4 , che i risultati delle ricerche di Canal sono stati accettati dalla comunità scientifica quasi senza alcuna verifica critica.
BAR –S2616, 2014 LRCW4 Late Roman Coarse Wares, Cooking Wares and Amphorae in the Mediterranean. Archaeology and archaeometry. The Mediterranean: a market without frontiers edited by Natalia Poulou-Papadimitriou, Eleni Nodarou and Vassilis Kilikoglou
. Published data show that this area was a center of international and regional trade. In order t... more . Published data show that this area was a center of international and regional trade. In order to focus on trade relationships in this part of the Adriatic sea from the 5th and the 8th century and confirm previous studies, we will show the most significant material from a recent excavation carried out in the island of San Lorenzo in Ammiana, in the northern lagoon.
Nel corso della revisione dei materiali rinvenuti negli scavi presso San Giacomo in Paludo -Venez... more Nel corso della revisione dei materiali rinvenuti negli scavi presso San Giacomo in Paludo -Venezia sono stati individuati numerosi recipienti ceramici con segni graffiti a cotto.
Nell'autunno del 2007 I'insegnamento di Archeologia Medievale dell'università Ca' Foscari -Venezi... more Nell'autunno del 2007 I'insegnamento di Archeologia Medievale dell'università Ca' Foscari -Venezia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per il Veneto e con il Comune di Mira, nel quadro dei finanziamenti della Regione Veneto', ha attivato un progetto di ricerche di superficie e shovel test neli'area del monastero Sant'Ilario a Dogaletto di Mira (Venezia) ). L'obiettivo delle indagini era quello di verificare l'esatta ubicazione delle strutture eventualmente ancora presenti del cenobio che insisteva nell'area in epoca altomedievale e medievale; accertare la qualità dei depositi archeologici ancora presenti; delimitare le aree di interesse archeologico e definire una prima zonizzazione topografica dei diversi elementi del sito. In questo contributo, dopo una prima disamina delle problematiche storico-archeologiche che caratterizzano il monastero, si analizzeranno i primi risultati della campagna di ricerche condotte nell'autunno del 2007. I1 IX secolo: la fondazione del monastero e le politiche territoriali della nascente Venezia I1 monastero dei SS. Ilario e Benedetto è una fondazione monastica degli inizi del IX secolo e, senza dubbio, rappresenta una delle istituzioni più importanti promosse dal nascente stato veneziano. La fortuna del cenobio è legata aile politiche territoriali degli esponenti di una delle più potenti famiglie aristocratiche lagunari, ovvero i Panecipazi.
Scopo principale del lavoro di ricerca è ricostruire le dinamiche produttive, commerciali e di co... more Scopo principale del lavoro di ricerca è ricostruire le dinamiche produttive, commerciali e di consumo dell'industria ceramica tra basso medioevo e prima età moderna a Venezia. Si è cercato di ricomporne l'appropriato contesto sociale, economico e politico, anche ...
… -medieval archaeology in …, Jan 1, 2007
"This paper focuses on the cultura1 environment of three specific communitie... more "This paper focuses on the cultura1 environment of three specific communities, settled on the island of San Giacomo in Paludo, inserted into the wider cultural setting of the Venice lagoon. These three communities are represented by a Cistercian monastery, dated from the 13th to the middle of the15th century, a Franciscan Priory dated until the 18th century, and a military occupation, settled here until the 20th century. These three social systems have been analyzed from three different point of view: the organization of spaces, the material culture mainly in terms of consumption; and the analyses of the refusal deposits. The examination of these different social groups identifies differences andd similarities which define well distinct ideologies, reflecting: firstly, different ideas and utilize of private and public areas, examined in particular through the architectural elements. Secondly, specific social and economic relation with the exterior world. This aspect has been analyzed by looking at the evidence of local or extra-local supplying, in particular in regards to pottery and glass. Thirdly, the contraposition between communitarian and individual systems, which have been outlined by the union of the previous data, and which explores the dynamics developed within the same tiny environment in very different ages."
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Books by Margherita Ferri
San Giacomo in Paludo è un’isola della laguna nord di Venezia, oggi disabitata, ma che a partire dal XIII secolo ha ospitato prima una comunità di monache cistercensi, poi un priorato francescano ed infine alcuni presidi militari.
La prima parte del libro racconta le ricerche archeologiche e storiche: la descrizione generale degli spazi occupati e delle singole aree scavate è seguita dalla discussione su specifiche tipologie di dati quali ceramica, resti umani, fauna e fonti storiche.
La seconda parte del lavoro cerca di comprendere il significato di questo luogo nel corso dei diversi momenti storici attraverso il punto di vista degli abitanti e quello di più ampio respiro della laguna.
Il tema principale della ricerca sono le comunità che vi hanno abitato e i loro resti materiali. Le tre principali variabili utilizzate per la loro carattterizzazione sono state l’uso dello spazio, le relazioni con l’area esterna all’isola e, infine, il trattamento dei rifiuti.
In passato il sito è sempre stato uno specchio del rapporto tra Venezia e la sua laguna. Quale sarà l’isola di domani?
Papers by Margherita Ferri
Tra i rinvenimenti si conta un discreto quantitativo di frammenti in vetro. Essi possono essere attribuiti a tre sole tipologie di recipienti molto simili l’una all’altra e tutte realizzate congiungendo due paraison all’altezza del collo. Oltre ad un solo esemplare di grande bottiglia con rigonfiamento sul collo e corpo schiacciato, sono state rinvenute almeno 14 bottiglie di dimensioni minori prive del rigonfiamento sul collo e almeno tre recipienti con versatoio e corpo decorato con spirali ottenute a stampo. I recipienti sono molto uniformi per il colore, il tipo di vetro, la forma del corpo su base ovale e per la tecnica di produzione a due paraison. Si tratta di prodotti ottomani che facevano parte del carico, probabilmente differenziati in base al contenuto. Poco si conosce sull’industria ottomana del vetro della fine del XVI secolo, ma la testimonianza del carico di Mljet conferma l’esistenza di una produzione in rapida espansione almeno inizialmente finalizzata alla produzione di recipienti funzionali a contenere prodotti locali destinati all’esportazione.
Brodolom je sadržavao veću količinu staklenih predmeta. Pronađene posude mogu biti podijeljene u tri homogene grupe (svim nalazima nedostaje tijelo): boce koje su sužene na stranama i s izbočinom u donjem dijelu vrata; barem 14 boca suženih s obiju strana i bez izbočine na vratu; 3 vrča s manjim dijelom tijela na kojem je vidljiva narebrena spiralna dekoracija. S obzirom na broj nalaza i njihovu formalnu i dekorativnu ulogu, očito je da su stakleni nalazi s brodoloma bili dio brodskog tereta. Također je moguće da su staklene posude kupljene i prevožene i radi svojeg sadržaja. Varijante koje možemo razlikovati prema veličini, dekoraciji i postojanju grlića možda odgovaraju različitoj vrsti tekućine koju su prevozile. Iako nema jednoznačnih arheoloških indikatora koji bi točno definirali različite proizvode, kraj 16. stoljeća i početak 17. stoljeća je vrlo važan period za Otomansku industriju stakla, pogotovo za proizvodnju odgovarajućih spremnika za proizvode lokalne proizvodnje."
San Giacomo in Paludo è un’isola della laguna nord di Venezia, oggi disabitata, ma che a partire dal XIII secolo ha ospitato prima una comunità di monache cistercensi, poi un priorato francescano ed infine alcuni presidi militari.
La prima parte del libro racconta le ricerche archeologiche e storiche: la descrizione generale degli spazi occupati e delle singole aree scavate è seguita dalla discussione su specifiche tipologie di dati quali ceramica, resti umani, fauna e fonti storiche.
La seconda parte del lavoro cerca di comprendere il significato di questo luogo nel corso dei diversi momenti storici attraverso il punto di vista degli abitanti e quello di più ampio respiro della laguna.
Il tema principale della ricerca sono le comunità che vi hanno abitato e i loro resti materiali. Le tre principali variabili utilizzate per la loro carattterizzazione sono state l’uso dello spazio, le relazioni con l’area esterna all’isola e, infine, il trattamento dei rifiuti.
In passato il sito è sempre stato uno specchio del rapporto tra Venezia e la sua laguna. Quale sarà l’isola di domani?
Tra i rinvenimenti si conta un discreto quantitativo di frammenti in vetro. Essi possono essere attribuiti a tre sole tipologie di recipienti molto simili l’una all’altra e tutte realizzate congiungendo due paraison all’altezza del collo. Oltre ad un solo esemplare di grande bottiglia con rigonfiamento sul collo e corpo schiacciato, sono state rinvenute almeno 14 bottiglie di dimensioni minori prive del rigonfiamento sul collo e almeno tre recipienti con versatoio e corpo decorato con spirali ottenute a stampo. I recipienti sono molto uniformi per il colore, il tipo di vetro, la forma del corpo su base ovale e per la tecnica di produzione a due paraison. Si tratta di prodotti ottomani che facevano parte del carico, probabilmente differenziati in base al contenuto. Poco si conosce sull’industria ottomana del vetro della fine del XVI secolo, ma la testimonianza del carico di Mljet conferma l’esistenza di una produzione in rapida espansione almeno inizialmente finalizzata alla produzione di recipienti funzionali a contenere prodotti locali destinati all’esportazione.
Brodolom je sadržavao veću količinu staklenih predmeta. Pronađene posude mogu biti podijeljene u tri homogene grupe (svim nalazima nedostaje tijelo): boce koje su sužene na stranama i s izbočinom u donjem dijelu vrata; barem 14 boca suženih s obiju strana i bez izbočine na vratu; 3 vrča s manjim dijelom tijela na kojem je vidljiva narebrena spiralna dekoracija. S obzirom na broj nalaza i njihovu formalnu i dekorativnu ulogu, očito je da su stakleni nalazi s brodoloma bili dio brodskog tereta. Također je moguće da su staklene posude kupljene i prevožene i radi svojeg sadržaja. Varijante koje možemo razlikovati prema veličini, dekoraciji i postojanju grlića možda odgovaraju različitoj vrsti tekućine koju su prevozile. Iako nema jednoznačnih arheoloških indikatora koji bi točno definirali različite proizvode, kraj 16. stoljeća i početak 17. stoljeća je vrlo važan period za Otomansku industriju stakla, pogotovo za proizvodnju odgovarajućih spremnika za proizvode lokalne proizvodnje."
Theme Connecting seas - Across the borders; Session Making boundaries visible: exploring methods and techniques for investigating boundaries in the archaeological record; 10-14 September 2014: 20th Annual Meeting of the European Association of Archaeologists, Istanbul, Turkey
Theme Connecting seas - Across the borders; Session Connecting cultures, maritime flows: toward an historical archaeology of the Mediterranean; 10-14 September 2014: 20th Annual Meeting of the European Association of Archaeologists, Istanbul, Turkey
Lattes, France, 19th-21st November 2014), the
second will be hold in spring 2015 at the
International Museum of Ceramics in Faenza
(Ravenna, Italy) and will be titled «In&Around.
Pottery&Community».
Material culture is an expression of a will, but at
the same time it influences choices. Objects,
their shape, their decoration are not neutral
element in social dynamics, on the contrary,
they interact in human behaviors, both in the
moment of acquisition and in the period of use.
The meanings of things is never univocal, but
always strictly context depending: same
artifacts in different contexts, may play deeply
different roles. If that is true for a single person, it is
more substantial talking about communities.
Topic
The conference topic is the interaction between
pottery and communities, that is to say the
analysis of the meaning of these artifacts within
h u m a n g r o u p s , f o r i n s t a n c e r e l i g i o u s
communities, families, crews, whole cities or
specific social classes. Tableware, cooking pots
and ceramic containers are not the only
protagonists of our debate: we are interested in
every ceramic artifact related with communities
or spaces, such as fl o o r s o r a r c h i t e c t u r a l
decorations. Focuses are the using contexts and
the consumers."
E' in questa prospettiva che si colloca l’incontro "Parachutists and Truffle-hunters: Archeologia dal satellite al microscopio, dal territorio al paleoambiente" organizzato dall’Insegnamento di Archeologia Medievale del Dipartimento di Studi Umanistici mercoledì 5 aprile che ha lo scopo di mettere a confronto diversi sguardi, cercando di farli dialogare tra loro, alla presenza di autorevoli specialisti italiani e stranieri.
Daniele Manacorda (Università degli Studi di Roma Tre) e Giuliano Volpe (Università di Foggia e Presidente del Consiglio Superiore del Ministero per i Beni Culturali) ne discutono con Gian Pietro Brogiolo (Università di Padova) e Sauro Gelichi (Università Ca' Foscari Venezia).