giuseppe della torre
prof. Giuseppe Della TorreFacoltà di Economia “Richard Goodwin”, Università di Siena, emeritus. Società italiana di storia militare, Consiglio [email protected] https://unisi.academia.edu/giuseppedellatorreNato a Roma, 1949, 1975, laurea in Economia, La Sapienza, Università di Roma,1975-76, borsista dell’Ente Einaudi, Banca d’Italia, 1976-1980, assegni di studio e di ricerca del Ministero della Pubblica Istruzione, 1981-1988, ricercatore universitario, 1979-1987, professore incaricato di Economia monetaria e di Sistemi di contabilità macroeconomica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Siena, 1988-2011, professore associato di Economia monetaria e di Sistemi di contabilità macroeconomica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Siena. Dal 2011, in pensioneAFFILIAZIONI Società Italiana di Storia Militare (SISM), membro del Consiglio direttivo, Società Italiana degli Economisti (SIE), Società Italiana degli Storici Economici (SISE). È membro del Consiglio scientifico di Fucina di Marte, Collana della Società Italiana di Storia Militare, Aracne Editrice, Roma.RECENTI INTERESSI DI RICERCA: storia economica, storia del pensiero economico e fondi archivistici
Address: Frazione Serone, n. 64
23010 Civo (Sondrio)
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Italian Society of Military History by giuseppe della torre
Indice
1. Prologo 2. L’Archivio storico di Banca d’Italia. 2.1. Il finanziamento dell’Intesa all’Italia durante la Grande guerra. 2.2. Le “tracce finanziarie” delle truppe americane sul fronte italiano durante la Grande guerra. 2.3. Il finanziamento del secondo conflitto mondiale tramite il “circuito dei capitali”. 2.4. La Banca d’Italia e l’intelligence economica tra le due guerre. 3. Le Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato di Torino. 3.1. Le “scuole reggimentali” di lettura e scrittura e la “contabilità dei corpi” dell’Esercito tra Regno di Sardegna e Regno d’Italia. 3.2. Il generale Federico Torre e le relazioni sulle Leve dopo l’Unificazione 4. L’Archivio storico della Fondazione Sella di Biella. La formazione tecnicoscientifica e la modernizzazione della classe dirigente nel Piemonte Sabaudo. Quintino Sella, 1847-1867 5. L’Archivio storico della Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Altre informazioni su P. Thaon di Revel e le stime del reddito nazionale negli anni ‘30 6. Conclusioni 7. Bibliografia
Università di Salerno, 21 novembre 2018
Indice-sommario
1. Prologo. La storia militare del nostro paese e la valutazione del ruolo degli Stati Uniti sulla “fronte” italiana dal 1917 al 1921
2. I dati di finanza pubblica: “sometimes is better looking backward”. 2.1. La spesa per la “difesa nazionale”: i dati recenti della Ragioneria dello Stato 1969, 2011. 2.2. Le spese “eccezionali per la guerra e da essa dipendenti”: i dati dell’immediato dopoguerra: della Ragioneria dello Stato 1925 e di F.A. Répaci 1934. 2.2. Una digressione: le spese “dipendenti dalla guerra” stimate dall’Unione statistica dei Comuni Italiani. 2.3. Stiamo dimenticando qualcosa di notevole: i finanziamenti del Tesoro americano per l’acquisto di beni e servizi e per il pagamento dei noli del trasporto marittimo.
3. I dati della produzione nei Conti Nazionali: “it’s always advisable to be looking forward”. 3.1. I “vecchi” CN: ISTAT 1957 e il gruppo Fuà 1969: la visione ottimistica dell’evoluzione della produzione nazionale. 3.2. La riscrittura dei CN: joint venture Banca d’Italia e Istat, tra 2005 e 2011: stasi produttiva e riduzione dei consumi privati. [3.2.1. I nuovi dati dei CN e l’attuale storia militare italiana [con scarso interesse per i CN e con riferimenti ai vecchi CN]
4. Conclusioni. Verso la riscrittura della storia economica e militare del primo conflitto.
5. Bibliografia.
Indice
1. Prologo 2. L’Archivio storico di Banca d’Italia. 2.1. Il finanziamento dell’Intesa all’Italia durante la Grande guerra. 2.2. Le “tracce finanziarie” delle truppe americane sul fronte italiano durante la Grande guerra. 2.3. Il finanziamento del secondo conflitto mondiale tramite il “circuito dei capitali”. 2.4. La Banca d’Italia e l’intelligence economica tra le due guerre. 3. Le Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato di Torino. 3.1. Le “scuole reggimentali” di lettura e scrittura e la “contabilità dei corpi” dell’Esercito tra Regno di Sardegna e Regno d’Italia. 3.2. Il generale Federico Torre e le relazioni sulle Leve dopo l’Unificazione 4. L’Archivio storico della Fondazione Sella di Biella. La formazione tecnicoscientifica e la modernizzazione della classe dirigente nel Piemonte Sabaudo. Quintino Sella, 1847-1867 5. L’Archivio storico della Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Altre informazioni su P. Thaon di Revel e le stime del reddito nazionale negli anni ‘30 6. Conclusioni 7. Bibliografia
Università di Salerno, 21 novembre 2018
Indice-sommario
1. Prologo. La storia militare del nostro paese e la valutazione del ruolo degli Stati Uniti sulla “fronte” italiana dal 1917 al 1921
2. I dati di finanza pubblica: “sometimes is better looking backward”. 2.1. La spesa per la “difesa nazionale”: i dati recenti della Ragioneria dello Stato 1969, 2011. 2.2. Le spese “eccezionali per la guerra e da essa dipendenti”: i dati dell’immediato dopoguerra: della Ragioneria dello Stato 1925 e di F.A. Répaci 1934. 2.2. Una digressione: le spese “dipendenti dalla guerra” stimate dall’Unione statistica dei Comuni Italiani. 2.3. Stiamo dimenticando qualcosa di notevole: i finanziamenti del Tesoro americano per l’acquisto di beni e servizi e per il pagamento dei noli del trasporto marittimo.
3. I dati della produzione nei Conti Nazionali: “it’s always advisable to be looking forward”. 3.1. I “vecchi” CN: ISTAT 1957 e il gruppo Fuà 1969: la visione ottimistica dell’evoluzione della produzione nazionale. 3.2. La riscrittura dei CN: joint venture Banca d’Italia e Istat, tra 2005 e 2011: stasi produttiva e riduzione dei consumi privati. [3.2.1. I nuovi dati dei CN e l’attuale storia militare italiana [con scarso interesse per i CN e con riferimenti ai vecchi CN]
4. Conclusioni. Verso la riscrittura della storia economica e militare del primo conflitto.
5. Bibliografia.
1. Le risorse produttive in Italia durante il primo conflitto mondiale. Indicazioni ottimistiche dei «vecchi» Conti Nazionali (Istat 1957, Fuà et al. 1969, Rossi, Sorgato e Toniolo 1993). Secondo i «vecchi» Conti Nazionali durante il conflitto si ebbe incremento significativo della produzione nazionale, sia pure legato esclusivamente al valore aggiunto delle Amministrazioni pubbliche (Toniolo 1988). A fronte di questa "vulgata", da tempo vi fu una netta critica per i dati macroeconomici dell'Italia da parte di storici economici e militari in sede internazionale. Tanto che in sede di confronti internazionali l'Italia ne fu esclusa perché i dati si ponevano "fuori squadra" (Maddison 1995, Broadberry 2005).
2. La riscrittura dei Conti Nazionali della joint venture Banca d’Italia e Istat, 2005 e 2011. Dal lato della produzione il quadro che esce dai “nuovi” CN è decisamente sconfortante. La stasi nei livelli produttivi determina, in presenza degli incrementi consistenti dei consumi pubblici, una forte compressione dei consumi delle famiglie durante il conflitto. Da qui l' esigenza di riscrivere la storia economico-militare del periodo.
3.Gli economisti e i contabili nazionali hanno sviluppato negli ultimi decenni conoscenze macroeconomiche più fondate sul periodo della Prima guerra mondiale. Spiace notare che la recentissima storia militare italiana, anche quella con vocazione internazionale e oggetto di attività di refereeing, si mantenga su dati discussi negativamente nella misurazione delle attività produttive. Le insufficienze dei «vecchi» Conti Nazionali sono infatti evidenziate da lungo tempo. Mi limito a ricordare Broadberry, Italian GDP during WW I ( 2005), e il dibattito degli ultimi 15-20 anni che portò alla revisione dei “vecchi” conti nazionali per l’Italia (Ciocca, Federico, Fenoaltea, Rey, Toniolo, Vecchi ecc., nel numero monografico su La storia economica dell’Italia liberale: una rivoluzione in atto, Rivista di storia economica (2003)
1. Le insufficienze economiche dell’Italia alla vigilia e durante il conflitto
2. Dalla mobilizzazione al conflitto aperto: i “nuovi” dati di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato del 2011, riproposizione di RgS 1969. La partizione delle spese per funzione economica: la categoria "difesa nazionale".
3. I limiti della categoria "difesa nazionale". L'efficacia di "guardare all’indietro": le «vecchie» elaborazioni di Rgs 1925 e di Francesco A. Répaci 1962: le spese "normali" per la difesa e le spese "dipendenti dalla guerra".
4. La storia scritta si sta dimenticando di un punto: le spese "dipendenti dalla guerra" sostenute, in particolare, dai grandi Comuni (di nuovo F.A. Répaci 1921.
5. segue: e di qualcosa d'altro ancor più rilevante: le spese per le importazioni sostenute dai crediti degli alleati e del Tesoro americano (Della Torre 2018).
6. Conclusioni. Nell’utilizzo delle informazioni statistiche è scontato ritenere più affidabili le informazioni update rispetto a quelle pregresse. Per le ragioni richiamate nel testo ho preferito verificare il contenuto informativo delle «vecchie» elaborazioni della RgS 1925 e di Francesco Répaci, 1934 e 1962. Il «ritorno al passato» è stato produttivo e ha consentito di evidenziare alcuni punti utili per rileggere criticamente lo sforzo bellico. l’uso dei dati della RgS porta a sottovalutare significativamente le erogazioni del Tesoro nella fase finale del conflitto, non tenendo conto delle spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche (inclusi gli enti locali) per scopi non direttamente militari e soprattutto non inserendo nel computo delle risorse impegnate dal Tesoro gli ingenti flussi di finanziamenti dei membri dell’Intesa.
Citato nel volume Il fascismo dalle mani sporche. Dittatura, corruzione, affarismo, a cura di Paolo Giovannini e marco Palla, Laterza, 2019, pp. XII-XVI.
""""
1. Le dimensioni dell’intermediazione della CDP nel secondo dopoguerra - 2. il finanziamento agli enti locali: CDP, banche ed emissioni obbligazionarie - 3. il debito del tesoro e la CDP - 4. Le novità dopo la privatizzazione dal lato degli impieghi: i crediti della Gestione separata, della Gestione ordinaria e delle sottostanti «direzioni» - 5. La provvista della CDP: risparmio postale, c/c postali, cartelle e «nuove» forme di provvista - Riferimenti bibliografici - Appendice."""
1. A mo’ di premessa: innovazioni normative e struttura dei rendiconti, 1983 e 2003 - 2. i bilanci della Gestione principale, - 2.1. La rendicontazione secondo la legge n. 197, 1983 - 2.2. sintesi dello stato patrimoniale della CDP - 3. La struttura della rendicontazione dopo la «privatizzazione», 2003-2012 - 3.1. Le novità dal 2003: la «privatizzazione», l’avvio della Gestione separata e di quella ordinaria, ecc. - 3.2. Descrizione dello stato patrimoniale, 2003-2012 - Riferimenti bibliografici - Appendice""""""
past. There are lots of scientific works on this argument which are based on Raymond W. Goldsmith’s
financial indicators (integrated by some other authors such as Ross Levine). These indicators refer to
the financial dimension of the economic system (“financial interrrelations ratio”, FIR); the distinction
between the systems bank or market oriented; the incidence of banking system’s financial assets (i.e.
loans by the banks and by the issuing banks) in comparison with financial markets’ assets (i.e. shares
and bonds); the comparison between public and private debt; and finally the distinction of companies’
debts between shares, bonds and bank’s loans.
The statistical series that my work proposes have both important analytic and interpretative aims.
Together with the individuation of the age-old topic of the correlation between financial development
and economic growth, the aim is that of analyzing if and at what degree the stages of Italian economic
growth – where the innovation in economic structure was very important (i.e. railways, large
technological systems, and so on) – were accompanied by forms of financial system structure “market
oriented”, with a high degree of securities placement directly to final investors. While, other stages,
when economic growth became routine, were characterized by “bank oriented” financial structures.
Nella storia della finanza pubblica di questo Paese ci furono momenti di spostamenti ingenti di erogazioni e di prelievo, e quindi di debito, tra finanza centrale e locale. L’assenza di informazioni complete sul del debito locale impediva di analizzare quantitativamente questo fenomeno. Il set informativo è nettamente migliorato con la costruzione del debito delle Amministrazioni pubbliche e, in tale ambito, del debito locale condotta di recente da Banca d’Italia dall’ Unificazione nazionale sino ai giorni nostri.
Dopo la presentazione della struttura delle informazioni fornite da Banca d’Italia, ho inserito mie rielaborazioni per rendere possibile il confronto tra il debito delle Amministrazioni Locali con il debito del Tesoro e per articolare il debito locale per categorie di strumenti finanziari.
A tal punto ho svolto qualche considerazione sulla dinamica di lungo periodo del debito locale in rapporto col debito del Tesoro, al fine di verificare le fasi storiche e l’ampiezza dello spostamento del debito tra centro e periferia.
Prendo infine in esame l’evoluzione della composizione del debito locale tra titoli obbligazionari; finanziamenti delle banche, e della Cassa Depositi e Prestiti. In questa fase, il livello di aggregazione è quello massimo, per cui analisi più approfondite (in particolare, per dimensione dei Comuni; Comuni urbani, rurali e montani, aree territoriali) richiederanno successivi approfondimenti.
Nell’ultimo paragrafo fornisco una sintesi dei risultati ottenuti e indico possibili linee di sviluppo.
Indice
1. La “cenerentola” della storia quantitativa del debito pubblico: il debito degli enti locali dall’ Unificazione nazionale
2. La ricostruzione del debito pubblico di Banca d’Italia 2008 e le mie integrazioni
3. Il raffronto tra l’evoluzione del debito totale del Tesoro e delle Amministrazioni Locali come indicazione della dinamica del fabbisogno finanziario locale ed erariale
4. L’evoluzione del debito delle Amministrazioni Locali e della sua composizione interna
5. Alcune considerazioni a mo’ di conclusione e per ulteriori approfondimenti
Tabella 1.
Figure 1-5
Banca d’Italia, Centro Congressi, Via Na
zionale, 190, Roma
10 giugno 2016
Il lavoro analizza quantitativamente il ruolo delle scuole reggimentali dell'Esercito ("di lettura e scrittura") a cavallo dell'Unificazione nazionale nel processo di alfabetizzazione della truppa. Ai "successi" rilevati dagli esiti fisici misurati dal gen. Federico Torre della Direzione delle leve del ministero della Guerra (come riduzione degli analfabeti tra momento dell'incorporazione e momento del congedo) affianco una stima delle erogazioni monetarie di alcuni reggimenti di fanteria (per gli acquisti connessi alla gestione delle scuole di lettura e scrittura), tra Regno di Sardegna e Regno d'Italia. Ne deriva che le erogazioni monetarie del ministero della Guerra sono con tutta probabilità superiori a quelle sostenute dai Comuni per le scuole serali, domenicali ed estive per le classi di età adulte. Come pure la consistenza degli arredi, dei libri di testo e delle dotazioni didattiche. Da cui la rilevanza di questa componente nella stima degli investimenti in capitale umano da parte della pubblica amministrazione nella seconda parte dell'Ottocento.
Santa Giustina (Belluno), 14-16 luglio 2021
La miscellanea è parte importante delle pubblicazioni che QS – “statista, politico, economista, scienziato, amministratore e organizzatore lungimirante” - raccoglieva con metodo per sostenere la propria attività di docente, studioso, parlamentare e ministro. Essa è costituita da “opuscoli” (libricini di poche pagine), estratti di riviste e manoscritti. A ogni sezione sono accesi più volumi, ciascuno dei quali contenente opuscoli in numero variabile (in genere tra i 10 e i 20 pezzi). Ogni volume reca in seconda di copertina un elenco sintetico degli autori e dei titoli degli opuscoli. Il materiale raccolto e ordinato dallo stesso Quintino mostra una grande apertura verso l’estero (Francia, Inghilterra, Germania, Austria, ecc.). Gli opuscoli erano in parte reperiti da QS, altri erano ricevuti in omaggio: molte sono le dediche al ministro delle Finanze, al commendator, ecc. Le modalità di costituzione del fondo non sono, pertanto, dovute esclusivamente all’azione di selezione ex-ante (“cosa acquisire”), quello che abbiamo a disposizione è l’esito ex-post di un processo di selezione (“cosa mantenere” del materiale ricevuto in omaggio o reperito). È bene chiarire preliminarmente che questa miscellanea non è un oggetto minore d’interesse nella storia personale di QS, per una ragione particolare e per una generale.
Sulla rilevanza della miscellanea rinviamo ai lavori di Patrizia Bellardone, Silvia Cavicchioli, e Fernando Salsano.
Nello specifico, essa non è una raccolta disorganica, residuale di materiali su alcuni oggetti, bensì un corpo sistematico e completo sull’insieme dei campi d’interesse dell’autore. Non valgono pertanto le connotazioni riduttive attribuite spesso alle miscellanee. Peraltro, e questo è un punto generale, gli ambiti coperti da una generica miscellanea rispetto alla biblioteca di uno studioso sono molto diversi e per taluni aspetti complementari.
Rispetto a quanto Giuseppe Della Torre relazionò nel 2012 presso l'Università della Banca Sella e allo scritto pubblicato su questo tema su Le Carte e la Storia. Rivista di storia delle istituzioni, no. 2, 2014, edita da Il Mulino (i due lavori sono scaricabili da questa pagina personale), aggiungiamo che le sezioni accese a temi economici, che intendiamo analizzare (es. Debito pubblico, Finanza pubblica, Risparmio, Economia politica, ecc.), saranno lette con particolare cura per giungere non tanto alla schedatura e poi alla soggettazione dei materiali quanto alla lettura degli opuscoli più interessanti e alla valorizzazione delle numerose notazioni a margine di Quintino che assumono notevole interesse per la storia del pensiero economico e della storia delle istituzioni.
Quest'ultima linea di ricerca è patrimonio consolidato dagli studiosi di archivistica e, ovviamente, eccede le linee tradizionali della catalogazione presupponendo conoscenza approfondita delle diverse materie.
M. Borraccini scrive che "Il gesto di lasciare nei libri testimonianza del proprio dialogo con il testo e il suo autore... Ricercare e studiare i «titulos sive memorias scriptas in ibris», determinarne la stratificazione ovvero la successione cronologica e interpretarne il significato costituisce il senso di quanto si è andato rogressivamente elaborando ... sulla problematica dei marks in books o dei “postillati”... permette infatti di esaminare, comprendere e giudicare, attraverso i libri annotati e dunque arricchiti da una sorta di ‘valore aggiunto’...
“Nel corso della prima metà dell’Ottocento, [esse acquisiscono] una dimensione in molti casi statuale e comunque sovralocale … Così Milano e Torino, Napoli, Venezia e Firenze divennero sedi di concorsi e di esposizioni, mentre altre città come Bergamo, Brescia, Genova, Lucca e Verona ne seguirono via via l’esempio. L’entusiasmo per le esposizioni venne moltiplicato dalla Great Exhibition di Londra del 1851 …, come … l’esposizione di Parigi del 1855. Dalla meraviglia provata dai partecipanti e visitatori italiani nacquero, negli anni seguenti, diverse esposizioni nelle città d’origine. Al culmine di questa fase emulativa, il nascente Regno d’Italia volle significare lo slancio progressivo dell’industria italiana con l’esposizione nazionale di Firenze del 1861” (Bigatti e Onger 2007).
Il periodo d’oro delle esposizioni universali è concentrato nella seconda parte dell’Ottocento (Pellegrino 2014). Per il periodo che qui interessa, all’esposizione di Londra 1851 seguirono Parigi 1855, Londra 1862, Parigi 1867 [belle arti], Vienna 1873, Filadelfia 1876, Parigi 1878, Bruxelles 1880, e Melbourne 1880 (Bianchi, Bolgia e Amendola Eds. 2013).
Nel 1851, Quintino Sella, terminati i corsi di perfezionamento presso l’Ecole des mines di Parigi, visita con grande interesse l'esposizione di Londra. Successivamente seguirà le altre iniziative mondiali, come membro dei comitati dei giuri, come studioso o membro del Parlamento o del Governo. In questo vi è l'interesse per gli sviluppi tecnologici dei paesi avanzati e l'orientamento libero-scambista (Guiccioli 1887, Salsano 2013). Nel contempo, grande interesse per le mostre locali e nazionali in Italia. A partire da quella di Firenze del 1861.
Con questo scritto intendo focalizzare l'attenzione sugli elementi informativi che è possibile trarre dalla miscellanea di opuscoli raccolta e ordinata da Quintino Sella e donata dal figlio Corradino alla Biblioteca Civica di Biella. Si tratta di un fondo imponente che consta di 680 volumi, su 68 materie, articolate in 168 sezioni, per 13827 opuscoli (Della Torre 2014). La parte che qui riguarda direttamente è la voce accesa alle Esposizioni, in sei volumi e con 170 opuscoli (dati tratti da rilevazioni di Bellardone, Bosazza e Gamaccio). Intendo legare l’analisi degli opuscoli della miscellanea con le considerazioni che sarà possibile trarre dall’Epistolario curato da Guido e Marisa Quazza (pubblicato a partire dall’anno 1980) e dalle carte presso la Fondazione Sella di Biella.
Titolo in italiano
A proposito di archivi di studiosi da valorizzare. La miscellanea di opuscoli di Quintino Sella presso la Biblioteca Civica di Biella
Titoli in inglese
Tales from scholars’ private archives. The Quintino Sella’s miscellany at the Biblioteca Civica in Biella
Abstract
La biblioteca di uno studioso è fatta di libri, opuscoli e manoscritti. Una parte importante della biblioteca di Q. Sella è formata dalla “miscellanea di opuscoli e manoscritti”, custodita presso la Biblioteca Civica di Biella. Si tratta di un fondo inesplorato, formato da circa 680 volumi con 13830 opuscoli su 168 sezioni (dalle scienze “esatte” alle scienze sociali, dalla politica economica all’istruzione pubblica, alle ferrovie, ecc.). Un patrimonio imponente che rende manifesto l’interesse e la cura con i quali QS fondava le proprie convinzioni nei diversi campi disciplinari e nelle decisioni politiche. All’interno dei temi economici (circa 140 volumi), in questa relazione mi limito a un piccolo assaggio sulle sezioni del risparmio postale e sull’orientamento statistico delle analisi di Sella. La miscellanea non costituisce una raccolta di materiali disorganici di contenuto spessore culturale, bensì un patrimonio profondamente integrato, una parte complementare, con la biblioteca personale di QS. Ciò richiede, da un lato, la catalogazione degli opuscoli della miscellanea presso la Biblioteca Civica e, dall’altro, la costituzione di un legame solido (anche solo online) con gli inventari della biblioteca di Quintino, al momento distribuita tra Fondazione Sella, Biblioteca Civica e biblioteche familiari degli eredi.
Abstract
The library of a scholar is made-up of books, pamphlets and manuscripts. An important part of the library of Q. Sella is formed by “miscellaneous pamphlets and manuscripts”, kept in the Biblioteca Civica in Biella. It is an unexplored archive consisting of about 680 volumes of 13830 pamphlets divided into 168 sections (from the “exact” sciences to the social sciences, from economic policy to public education, to railways, etc.). An impressive heritage that demonstrates the care with which QS founded his own convictions in various branches of knowledge and in making political decisions. Within the fields of economics (about 140 volumes), in this report I will limit myself to a “little taste” of the sections involving postal savings and on the statistical skills of the analyses of Sella. The “miscellaneous” is not an incoherent collection, but a deeply integrated heritage, a complementary part with the personal library of QS. This requires, first of all, to catalogue the miscellaneous pamphlets at the Biblioteca Civica and, secondly, to set up a solid link (even only online) with the inventories of the library of Quintino, currently distributed among the Fondazione Sella, the Biblioteca Civica and the private family libraries of the heirs.
Indice
1. Prologo. 2. Un assaggio sui temi del risparmio popolare e delle casse postali. 3. Addendum. La costruzione e la diffusione dell’informazione statistica: “conoscere per deliberare e rendere credibile l’amministrazione finanziaria”. 4. Conclusioni: catalogazione della miscellanea e unitarietà della biblioteca di Quintino Sella. 5. Bibliografia.
A più riprese ministro delle Finanze, oltre che deputato, Quintino Sella apportò un contributo determinante alle politiche finanziarie dei governi liberali del primo quindicennio unitario. Egli operò attraverso
una visione complessiva del sistema finanziario, appoggiando senza successo i primi progetti
di centralizzazione del credito fondiario e dell’emissione di carta-moneta, puntando con rigore alla
riduzione del de킰cit di bilancio e realizzando un canale di gestione pubblica del risparmio attraverso
le casse postali e la Cassa Depositi e Prestiti. La linea di Sella, improntata ad un assoluto pragmatismo,
richiama alcuni aspetti 킰nanziari della moderna teoria della crescita economica e dei rapporti con lo
sviluppo delle istituzioni 킰nanziarie. Ci si riferisce alla necessità di incrementare la formazione del risparmio
nazionale e la sua mobilizzazione, per 킰nanziare le infrastrutture necessarie per la crescita
economica e lo sviluppo sociale, tramite l’intervento dello Stato e favorire così il passaggio da una fase
di sottosviluppo 킰nanziario ad uno stadio superiore (caratterizzato da una più ampia dissociazione
tra coloro che investono in beni capitali e coloro che risparmiano). Questi elementi generali si integrano
nella visione di Sella, con!uendo in maniera compiuta nel progetto delle casse postali. Su tale
linea intendiamo fornire una lettura articolata di tale progetto, sottolineando come logica 킰nanziaria
(incentivazione del risparmio 킰nanziario) e logica economica (accumulazione reale delle imprese e
degli enti pubblici) si contemperino, coerentemente con la funzione pubblica di Sella e la sua esperienza
di imprenditore.
Abstract
Repeatedly minister of Finance, besides being deputy, Quintino Sella had a key role in the 킰nancial
policy of the Italian liberal governments during the 킰rst 킰fteen-year period after the political uni킰cation.
He acted both through a complex and overall vision of the 킰nancial system, supporting – with-
PEI_1_2013.qxp_Impaginato 25/10/13 14:45 Pagina 75
76 Giuseppe Della Torre · Maria Carmela Schisani
out success – the project for centralizing land credit and unifying issuing banks; aiming harshly at reducing public de킰cit and realizing a public system to manage savings through the postal savings banks
and the Cassa Depositi e Prestiti. Sella’s point of view – based on his strong pragmatism – reminds
some aspects of the modern growth theory and its relationships with 킰nancial institutions development.
We refer to the need of increasing national savings and their mobilization, in order to fund infrastructures
essential for economic and social development, through State intervention so favouring
the transition between a stage of 킰nancial underdevelopment to an upper stage (characterized by a
sharper separation between investors and savers). These all general elements were well integrated in
Sella’s view and merged in his project on postal savings banks. On this idea we want to give a more
articulate reading of this project, stressing how 킰nancial dynamics (stimulus to 킰nancial savings) and
economic dynamics (private and public capital accumulation) balanced each other in Sella’s view, consistently
both with his public role and his personal experience as entrepreneur.
"""
La biblioteca di uno studioso è fatta di libri, opuscoli, stampati vari e manoscritti. Una parte importante della biblioteca di Q. Sella è formata dalla c.d. “miscellanea di opuscoli e manoscritti” custodita presso la Biblioteca Civica di Biella. Si tratta di un fondo ponderoso, per gran parte inesplorato, formato da circa 700 volumi su 175 sezioni (dalle scienze “esatte” alle scienze sociali, dalla politica alle scelte di politica economica, fiscale e creditizia, dalla istruzione alle ferrovie, ecc.), con 10-20 opuscoli per volume. Un patrimonio di documentazione imponente che rende manifesto l’interesse e la cura con i quali Q. Sella fondava le proprie convinzioni nei diversi campi disciplinari e nelle decisioni politiche. All’interno dei temi economici (circa 200 volumi), in questa relazione mi limito a un piccolo “assaggio” delle tre sezioni del “Risparmio” (4 volumi), degli “Istituti di credito” (13 voll.) e della “Statistica” (4 voll.). Dallo studio di questi opuscoli ho tratto conferma dell’attenzione di Q. Sella, rispettivamente, per la fondazione delle Casse Postali di risparmio in raffronto alle Casse di risparmio ordinarie; i progetti di unificazione degli istituti di emissione e di centralizzazione del credito fondiario; la rilevanza della costruzione e della distribuzione delle informazioni statistiche nella conduzione delle scelte parlamentari e ministeriali, e nella formazione di un giudizio ponderato dell’opinione pubblica. La “miscellanea” costituisce un patrimonio tutto da indagare, e profondamente integrato con la parte restante della biblioteca personale di Q. Sella. Ciò richiede, da un lato, la catalogazione degli opuscoli della “miscellanea” presso la Biblioteca Civica e, dall’altro, la costituzione di un legame solido (anche solo “online”) con gli inventari della biblioteca di Quintino, al momento distribuita tra Fondazione Sella, Biblioteca Civica e biblioteche familiari degli eredi.
Indice: 1. Prologo. La “miscellanea di opuscoli e manoscritti” presso la Biblioteca Civica di Biella. 2. Dalla “miscellanea di opuscoli e manoscritti” un elenco di argomenti in campo economico. 3. Un assaggio degli opuscoli su “risparmio”, “istituti di credito”, e “statistica”. 3.1. La sezione “Risparmio” e le istituzioni del risparmio popolare: le casse di risparmio ordinarie e la fondazione delle casse postali in Italia. 3.2. La sezione “Istituti di credito” e la ridefinizione del sistema creditizio italiano: i progetti di unificazione degli istituti di emissione e della centralizzazione del credito fondiario. 3.3. La sezione “Statistica”: “conoscere per deliberare”. 4. Conclusioni aperte: dalla catalogazione della “miscellanea” alla ricostituzione dell’unitarietà della biblioteca di Quintino Sella.
1. Statistica del Reddito e Conti Nazionali
2. L’Istituto Nazionale della Finanza Corporativa all’inizio degli anni ‘40: solo vaghi progetti in cantiere
3. L’unico cantiere “aperto”: Paolo Thaon di Revel, il “contingente di studio”, l’adeguatezza della pressione tributaria e la politica fiscale “produttivistica”
4. Antonino Occhiuto e la “tradizionale” statistica del reddito nei primi anni del secondo dopoguerra
5. Salvatore Guidotti e la missione presso il Department of Commerce, 1949
6. Conclusioni
7. Il Fondo Thaon di Revel presso la Fondazione Einaudi di Torino
8. Le carte dell’Archivio Storico di Banca d’Italia
9. Bibliografia
"Eternal City Economic History Workshop, ECEHW"
Seminari coordinati da Giacomo Gabbuti e Stefano Fenoaltea
incontro Lunedì 25 febbraio, 2019
seguono informazioni dettagliate
Indice:
1. Le stime statistiche del debito degli enti locali: la “cenerentola” del debito
pubblico
2. I dati statistici del debito delle Amministrazioni Locali di Banca d’Italia (2008) e
il confronto con il debito delle Amministrazioni Centrali
3. Il debito delle Amministrazioni Locali e la composizione per categorie di
strumenti finanziari
4. Tre considerazioni a mo’ di conclusione
San Giuliano (Pisa), dicembre 2011
1. Prologo: il sistema finanziario italiano intorno all’Unificazione nazionale; 2. Il
debito estero del Tesoro: la stima tramite le cedole pagate all’estero; 3. Il finanziamento
degli Istituti di emissione e i biglietti di Stato: in particolare, il periodo
del corso forzoso. Cenni; 4. I titoli di Stato depositati a garanzia delle anticipazioni
ordinarie concesse dagli Istituti di emissione: prime indicazioni, 1894-
1914; 5. Le Casse di risparmio postali e la Cassa Depositi e Prestiti: la normativa
1875-1914; 5. Le Casse di risparmio ordinarie: la legge del 1888 e il regolamento
del 1897; 6. Il debito del Tesoro “istituzionalizzato”; 7. Conclusioni; 8. Riferimenti
bibliografici e statistici
1. Financial deepening e crescita reale (1861-1914) secondo De Mattia.
2. La revisione dei dati dell’intermediazione bancaria: il permanere degli aspetti di arretratezza
intorno all’Unificazione
3. L’espansione del debito pubblico nell’800 e il ruolo del sistema finanziario “nazionale”: fu vera
intensificazione?
4. Alcune linee interpretative
5. Appendice statistica e metodologica
1. Prologo
2. Il debito estero del Tesoro
3. Gli istituti di emissione e i biglietti di Stato (cenni)
4. Casse di risparmio postali e Cassa Depositi e Prestiti
5. Casse di risparmio ordinarie
6. Il debito del Tesoro “istituzionalizzato”
7. Conclusioni
8. Riferimenti bibliografici e statistici
1. Prologo: la previdenza pubblica nell’800.
2. Il debito vitalizio: le pensioni e le indennità erogate dal Tesoro
3. Il Monte pensioni degli insegnanti elementari e gli altri istituti di previdenza amministrati
dalla CDP
4. Dalla Cassa nazionale per l’invalidità e la vecchiaia all’Istituto nazionale della previdenza
sociale
5. Una valutazione complessiva
6. Appendice statistica
Abstract
Nel corso dell’ultimo quarto dell’800 abbiamo il passaggio dagli enti di beneficenza e da quelli mutualistici alla «terza epoca», fondata sulla previdenza pubblica. Nell’ambito della previdenza pubblica vanno tenuti presenti tre segmenti costitutivi, ordinati cronologicamente: 1. le pensioni erogate ai dipendenti dell’amministrazione centrale, sotto la voce del debito vitalizio, direttamente dal Tesoro (dalla costituzione del Regno d’Italia); 2. gli istituti di previdenza amministrati dalla Cassa Depositi e Prestiti, CDP (dalla fondazione del primo istituto nel 1878); 3. la Cassa nazionale per l’invalidità e la vecchiaia, poi Cassa nazionale per le assicurazioni sociali, sino all’Istituto nazionale della previdenza sociale (dalla fondazione della Cassa nazionale nel 1898).
Il tema oggetto di questo scritto trova trattazione in letteratura, poiché per quella fase storica esiste abbondanza e continuità nella produzione dell’informazione statistica nel campo previdenziale da parte della Direzione di statistica dell’allora Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, MAIC. Chiara Giorgi, nel suo recente volume sull’INPS, riconosce, a questo proposito, che «significativi appaiono gli elementi desumibili dale indagine storiche compiute agli esordi del sistema previdenziale, relativamente agli anni
delle politiche liberali». Le ragioni di questo saggio e del titolo prescelto risiedono nello scarso peso attribuito
nella letteratura disponibile agli istituti di previdenza amministrati dalla CDP, create nell’ultimo quarto del secolo XIX a favore di alcune figure dell’amministrazione pubblica
non incluse tra le unità soggette alle erogazioni del Tesoro.
. Si tratta dei seguenti enti: 1. il Monte pensioni per gli insegnanti delle scuole pubbliche elementari (operante dal
1879); 2. la Cassa pensioni per i medici condotti (1899); le Casse di previdenza per: 3. il personale tecnico aggiunto del catasto e dei servizi tecnici finanziari (1903); 4. i segretari
e gli altri “impiegati” dei comuni, delle province, e delle istituzioni pubbliche di beneficenza (1905), cassa estesa più avanti ai “salariati” di dette istituzioni e delle aziende municipalizzate (1916); 5. gli ufficiali giudiziari (1908); 6. gli impiegati degli archivi notarili (1909); e altri minori. Il contenuto spessore generale di questi istituti (che coinvolsero soltanto alcune categorie professionali “pubbliche”, anche se obbligatori) non comporta la concomitante irrilevanza dimensionale della loro azione. Anzi, quello che mostreremo nel saggio è il rilievo che questi istituti hanno avuto prima (e anche dopo) la creazione nel 1898 della Cassa nazionale per l’invalidità e la vecchiaia, che diverrà, nel 1919, Cassa nazionale per le assicurazioni sociali e, nel 1933, INPS.
Nella letteratura in argomento vi sono soltanto brevi cenni agli istituti di previdenza amministrati dalla CDP. A titolo indicativo, nel bel volume già richiamato di A. Cherubini
sulla Storia della previdenza non vi sono riferimenti, mentre Franco Bonelli dedica soltanto un breve cenno e piuttosto indiretto a tali istituti: «la storia della legislazione italiana
nel campo delle assicurazioni sociali (se si accentua l’obbligatorietà dell’assicurazione contro gli infortuni degli operai ne ll’industria e poi la Cassa nazionale per le assicurazioni sociali e qualche altra iniziativa minore in età giolittiana) è lungi dall’aver abbozzato i lineamenti di un sistema pubblico». Dal punto di vista quantitativo,
Patrizia Battilani ricorda a questo proposito come «sino al 1898 oltre ai dipendenti statali, ai quali veniva pagata direttamente dal Tesoro, tale tutela era stata concessa agli
insegnanti elementari e poi via via [alle figure sopra menzionate]». Nel periodo giolittiano, i dati mostrano una stasi delle pensioni erogate dagli «istituti vari», al cui interno sono ricompresi gli istituti di previdenza amministrati dalla CDP. Il saggio privilegia la scansione cronologica delle tre tipologie previdenziali pubbliche. Pertanto, nel § 2 affrontiamo l’evoluzione delle erogazioni del Tesoro dello Stato per il debito vitalizio dall’unificazione nazionale . Nel § 3 trattiamo dei contributi previdenziali e delle erogazioni degli istituti di previdenza gestiti dalla CDP dal 1878 e forniamo indicazioni sull’importanza relativa dei singoli istituti (in particolare, il Monte pensioni degli insegnanti elementari, la Cassa di previdenza dei sanitari e la Cassa dei segretari comunali et alii). Nel § 4 dedichiamo la nostra attenzione a contributi ed erogazioni della Cassa nazionale per l’invalidità e la vecchiaia, della Cassa nazionale per le assicurazioni sociali e dell’INPS, dal 1898. Nel § 5 affrontiamo il confronto tra le dimensioni del debito
vitalizio del Tesoro; della Cassa nazionale per l’invalidità e la vecchiaia, della Cassa nazionale per le assicurazioni sociali e dell’INPS; e degli istituti gestiti dalla CDP.
Atti del convegno di Morbegno, aprile 2019
Con saggi di P. Barucci, A. Quadrio Curzio, C. Rotondi, L. D'Antone, T. Torresi, M.C. Cattaneo, A. Montesano, E. Borruso, G. Della Torre e F. Saraceno.
Indice
1. Prologo 2. L’Archivio storico di Banca d’Italia. 2.1. Il finanziamento dell’Intesa all’Italia durante la Grande guerra. 2.2. Le “tracce finanziarie” delle truppe americane sul fronte italiano durante la Grande guerra. 2.3. Il finanziamento del secondo conflitto mondiale tramite il “circuito dei capitali”. 2.4. La Banca d’Italia e l’intelligence economica tra le due guerre. 3. Le Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato di Torino. 3.1. Le “scuole reggimentali” di lettura e scrittura e la “contabilità dei corpi” dell’Esercito tra Regno di Sardegna e Regno d’Italia. 3.2. Il generale Federico Torre e le relazioni sulle Leve dopo l’Unificazione 4. L’Archivio storico della Fondazione Sella di Biella. La formazione tecnicoscientifica e la modernizzazione della classe dirigente nel Piemonte Sabaudo. Quintino Sella, 1847-1867 5. L’Archivio storico della Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Altre informazioni su P. Thaon di Revel e le stime del reddito nazionale negli anni ‘30 6. Conclusioni 7. Bibliografia
Interventi di M.T. Salvemini, G. Toniolo, M. de Cecco, G. Brosio, T. Cozzi, G. Falcone, G. Pola, M. Rey e G. Sepe.
Programma
Ore 10.30
Saluti istituzionali
Ore 11.00
Prima parte: L’Italia di Vittorio Veneto
Interventi
Virgilio Ilari, Le cause asiatiche della grande guerra e il superamento della storiografia eurocentrica
Roberto Parrella, Dopo la vittoria. Crisi e caduta del governo Orlando
Andrea Ungari, I movimenti patriottici e militari e l'impresa di Fiume
Maria Rosaria Pelizzari, Donne, famiglia e ruoli di genere. Persistenze e mutamenti nel primo dopoguerra
Alfonso Conte, Intellettuali italiani prima e dopo la “conflagrazione europea”: il caso di Carlo Alberto Alemagna
Ore 14.30
Seconda parte: L’Europa e i nuovi assetti geopolitici
Interventi
Giuseppe Della Torre, Il ruolo finanziario-economico e, per tale via, militare del Tesoro americano sul fronte italiano, 1917-1919
Roberto Rossi, L'Industria Italiana e la Grande Guerra, tra intervento pubblico e iniziativa privata: il caso Ansaldo
Juhasz Balazs, L'Ungheria nell'assetto imperiale allo scoppio della pace
Mazzetti Alessandro, La Regia Marina tra operazioni militari e la nuova politica degli Alleati non amici!
Beatrice Benocci, Le istanze dei popoli del centro Europa e la futura conferenza di pace: la MittelEuropa
Modera: Emilio Gin
Comitato Scientifico: Roberto Parrella, Maria Rosaria Pelizzari, Beatrice Benocci, Alessandro Mazzetti
Segreteria organizzativa: Beatrice Benocci, Alessandro Mazzetti
(ovvero la caduta e dissoluzione dell’Impero austro–ungarico), quello di mantenere lo status quo, e quindi l’assetto territorialeuscito dal primo conflitto mondiale. Per chi studia il lungo processo di costruzione della Comunità Europea questo specifico
aspetto della Grande guerra riveste particolare interesse, poiché quei popoli custodivano già un’idea di Europa unitaria, che sarebbe emersa nel corso degli anni Venti, a partire dalla pubblicazione di «PanEuropa» dell’austriaco Coudenhove–Kalergi; idee che avrebbero caratterizzato anche le azioni delle forze di resistenza europee durante il secondo conflitto mondiale e che avrebbero portato al Congresso dell’Aia del 1948. È possibile affermare che con la Grande guerra si conclude quel processo di costruzione di stati nazionali derivanti da quelle idee di Nazione che avevano caratterizzato tutto l’Ottocento e che avevano trovato piena espressione nel Risorgimento italiano. Nel momento stesso, infatti, in cui emergono le istanze di nazionalità nel centro Europa questi popoli guardano indiscutibilmente all’Italia quale valido alleato per la futura Conferenza di pace. L’Italia di Sonnino, però, non ritiene
di dover appoggiare queste istanze, non comprendendo né la rivoluzione che sta avvenendo nel centro Europa, né tantomeno quelle che avrebbero potuto essere le future relazioni tra Roma e i nascenti governi centro–orientali; un atteggiamento
quello italiano che avrebbe lasciato ampio spazio di manovra a altri governi europei e, in primis, a quello francese.
Volume a cura di Giuseppe Della Torre, con saggi di Piero Barucci, Alberto Quadrio Curzio, Claudia Rotondi, Leandra D'Antone, Tiziano Torresi, Maria Chiara Cattaneo, Aldo Montesano, Edoardo Borruso, Giuseppe Della Torre, e Francesco Saraceno
G. Della Torre, laurea in Economia presso l’Università di Roma La Sapienza, ricerca per conto dell’Ente Luigi Einaudi di Banca d’Italia sul sistema finanziario italiano, professore di Economia monetaria presso Facoltà di Economia di Siena, emeritus. Affiliazioni alle Società italiane degli economisti, degli storici economici e di storia militare. Negli ultimi anni ha sviluppato ricerche su temi di storia economica e del pensiero economico, storia militare e delle istituzioni sfruttando le conoscenze derivabili dai fondi archivistici. In particolare, presso l’Archivio Centrale dello Stato, l’A. di Stato di Torino, gli A. Storici di Banca d’Italia, dell’Istat, della Fondazione Einaudi di Torino, di Banca Intesa, della Fondazione Sella e la Miscellanea di Q. Sella presso la Biblioteca civica di Biella. Tra i lavori recenti su questi temi: “Banche, ditte bancarie e negozianti banchieri in Valtellina: le carte dell’archivio storico dello “stabilimento” di Sondrio della Banca Nazionale nel Regno, 1875-1905”, in Banks and bankers in Italy and Switzerland. Financial structures, markets and investments (XVI-XXI centuries), a cura di G. De Luca et al., Il Mulino, 2018; I finanziamenti al PNF nelle carte dell’ACS e dell’ASBI”, Le Carte e la Storia. Rivista di storia delle istituzioni, n. 1, 2018; “L’Esercito degli Stati Uniti in Italia nel primo conflitto mondiale. Le tracce dei movimenti finanziari nell’ASBI”, Le Carte e la Storia, n. 2, 2018; “Le risorse economiche impegnate dall’Italia nella Grande guerra 1915-1919. Parte I: Finanza pubblica; Parte II: Conti Nazionali”, Gnosis. Rivista italiana di intelligence, nn. 1 e 2, 2019; “Le Casse Postali nei progetti di Quintino Sella (1862-1877)”, in coll., Il pensiero economico italiano, n. 1, 2013; “«To the advantage of Piedmont». Q. Sella and the acquisition of training and technology abroad”, Gnosis. Rivista italiana di intelligence, n. 4, 2017; “La miscellanea di Q. Sella. Una fonte di documentazione negletta”, Convegno su “La poliedrica figura di Q.S. tra i formatori dell’Italia Unita”, Università Aziendale Banca Sella, 2012, stampato con integrazioni in Le Carte e la Storia, n. 2, 2014; “La miscellanea di Q.S.: un fondo da ricostruire e valorizzare. Con note sulle sezioni di ambito economico”, in coll., in uscita nel Quaderno 2019 de Le Carte e la Storia. Bibliografia completa degli scritti in https://unisi.academia.edu/giuseppedellatorre