Books by Giovanni Punzo
La lunga storia delle truppe alpine – all’interno della quale si intrecciano la storia della guer... more La lunga storia delle truppe alpine – all’interno della quale si intrecciano la storia della guerra in montagna, delle Alpi, delle comunità alpine e delle loro istituzioni, la storia culturale, sociale e militare in chiave nazionale – non si fonda esclusivamente su una successione di battaglie. È una storia profonda, non solo la narrazione di avvenimenti puri e semplici: una storia misura di tutti gli uomini.
Sono vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento anche parziale o per estratti, per qua... more Sono vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento anche parziale o per estratti, per qualsivoglia uso e con qualsiasi mezzo effettuati, compresi la copia fotostatica, il microfilm, la memorizzazione elettronica e quant'altro la tecnologia mettesse a disposizione, senza la preventiva autorizzazione scritta dell'editore.
Papers by Giovanni Punzo
by Virgilio Ilari, Andrea Argenio, Giuseppe Ghigi, Eric Terzuolo, Matteo Giurco, Giovanni Punzo, Elio Frescani, Maurizio Zinni, Marco Merlo, Lorenzo Cuccoli, and STEFANO CAMBI Quaderno Sism 2015, a cura di Stefano Pisu. Società Italiana di Storia Militare Acies Edizioni Mi... more Quaderno Sism 2015, a cura di Stefano Pisu. Società Italiana di Storia Militare Acies Edizioni Milano, 2015
Internet: www storia militare it E mail: info@storia militare it VIRGILIO ILARI U Un na a g gi io... more Internet: www storia militare it E mail: info@storia militare it VIRGILIO ILARI U Un na a g gi io or rn na at ta a p pa ar rt ti ic co ol la ar re e «I bis et redibis non morietur in bello», era l'astuto responso della Sibilla Cumana, il cui senso varia a seconda che la virgola (inventata solo secoli dopo) cada prima o dopo il «non» 1 . Il maggior credito che prestiamo alla moderna rappresentazione del futuro, specialmente in rapporto alla guerra, esime consulenti e pianificatori da analoga prudenza. Eppure, talora, «un cervello che non deve funzionare», rinchiuso in un carcere del «mondo che va verso … » 2 , può intendere, da uno sgualcito ritaglio di giornale, la vera portata di una questione da specialisti: «tutte queste dispute sulla guerra futura ipotetica sono il terreno di una 'guerra' reale attuale; (…) Per parecchi governi attuali, le discussioni sul modo come devono essere stabiliti i piani strategici di una guerra futura ecc., sono l'occasione per eliminare molecolarmente le vecchie personalità militari (…) perciò l'importanza dell'aviazione è duplice: tecnico-militare e politico-immediata» 3 . L'idea del "passato-presente" è l'apporto più profondo e poderoso della cultura italiana del Novecento alla teoria della prassi e alla teoria della storiografia. Limpida e tremenda, mostra il passato e il futuro come proiezioni e rappresentazioni del presente, orientando l'intelligenza e la critica del nostro ricordare e 1 "Andrai e tornerai, non morirai in guerra"; oppure: "andrai e non tornerai, morirai in guerra". 2 «Riuscire a convincere che il "mondo va verso …" una certa direzione significa niente altro che riuscire a convincere della ineluttabilità della propria azione e ottenere il consenso passivo per la sua esplicazione. Come questa convinzione si formi è certo un argomento interessante: che vi contribuisca la "viltade" e altre forme di bassezza morale è indubbio; ma anche il fatto che tanta "viltade" e tanta bassezza siano diffuse è un fatto politico che andrebbe analizzato e di cui bisognerebbe trovare le origini concrete» (Antonio Gramsci, Passato e presente, Einaudi, Torino, 1954, p. 27). 3 Gramsci, ibidem, p. (Gramsci interpretava l'appoggio del regime fascista all'aviazione come un modo di screditare la fronda dei marescialli d'Italia, su cui si appuntavano le speranze dell'antifascismo "aventiniano"). del nostro progettare. Abbiamo provato, con questo convegno, ad applicare l'idea del "passato-presente" al tema della guerra, il cui studio storico rappresenta la ragion d'essere della nostra associazione, ma anche il nostro "Beruf ", la nostra responsabilità di studiosi e cittadini, testimoni della prima guerra seguita alla "fine della storia" e alla nuova chiusura del Tempio di Giano, avvenuta 15 anni fa con la vittoria occidentale nella guerra fredda. Il tema che abbiamo scelto per il nostro convegno della Società Italiana di Storia Militare non è dunque un «palaiòn hegemònen anàthema» 4 , un "ozioso passatempo per antichi generali" e professori, messi per sempre a riposo dall'instaurazione della nuova Sebastè Eiréne, della nuova Pax Augusta che garrisce sul mondo sotto le nostre stellate bandiere. Non ci siamo riuniti per discettare da militaristi sulla guerra del futuro o da pacifisti sul futuro della guerra, ma per abbozzare lo studio storico di un tema costante e ricorrente di ogni epoca, e cioè la rappresentazione della "guerra futura". Abbiamo gettato, in una bella e serena giornata di sole prealpino, una dozzina di arpioni lillipuziani -quelli che avevamo sottomano -sul dorso di un gigante addormentato, non per rinchiuderlo tra le pagine di un libro, ma per guardare più lontano appollaiati sulle sue spalle.
by Virgilio Ilari, giuseppe della torre, Gregory Alegi, Ferdinando Angeletti, Roberto Barazzutti, Gastone Breccia, Giampaolo Conte, Rebecca Chemello, Augusto De Toro, Thomas Victor Conti, Ezio Ferrante, Giuseppe Gagliano, Matteo Giurco, marco leofrigio, A. Roberta La Fortezza, Luigi Martino, simone pasquazzi, Giovanni Punzo, Giangiuseppe Pili, Ferdinando SANFELICE di MONTEFORTE, Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte, and Antonino Teramo History of the Economic Weapon in war and in peace. Includes a Chrono-bibliography 1900-2016.
Nuova Antologia Militare , 2022
War in the mountains was studied by numerous authors in the eighteenth and nineteenth centuries: ... more War in the mountains was studied by numerous authors in the eighteenth and nineteenth centuries: among the first Pierre-Joseph de Bourcet (1700-1780) in full Enlightenment, a period in which topographic surveys were conducted on a large scale and detailed cartography was produced parts of the Alps. In the first half of the nineteenth century, after the Napoleonic wars, the theoretical effort turned mainly to understand war as political or organizitive fact: however Carl von Clau-sewitz (1780-1831) and Antoine-Henry de Jomini (1779-1869) faced the topic, but the Austrian Franz Kuhn von Kuhnenfeld (1817-1896) dealt with it autonomously, exerting considerable influence on subsequent military thought and above all on the Italian one from 1870 onwards. However, no theorist had considered the possibility that extended wars could be fought in the mountains, but only secondary or subsi-diary operations, that is, connected to the course of the war on the plains. In other words, the mountain was not considered a possible operational factor.
Nuova Antologia Militare, 2024
The first Italian campaign of Bonaparte is one of the most studied topics
in military history, bu... more The first Italian campaign of Bonaparte is one of the most studied topics
in military history, but not always from the point of view of intelligence, which has played an important role. In particular Jean Landrieux (1756-1830), leaving historiographical traces especially in Italy, attracted interest for a long time more for the singular and controversial personality than in relation to the operational performance; In fact, Landrieux was not head of the services, but this branch began to be conducted with a modern approach (making use of informants such as Rusca, Pico or Toli), function of the general staff activity and unconventional warfare. However, the Armée d’Italie was not the only one to use an intelligence network, but the Piedmontese or the Venetians and above all the English did too, although their warfare was ‘peninsular’ and naval. However, the events demonstrated the temporary French superiority, thanks to the centralization of the command and the organization of the general staff.
A chapter in the history of the Military Information Service between the two wars
Gnosis , 2022
Alla metà degli anni Trenta, l’Italia esercitò una sorta di protettorato sulla Prima Repubblica a... more Alla metà degli anni Trenta, l’Italia esercitò una sorta di protettorato sulla Prima Repubblica austriaca per impedirne l’annessione alla Germania. Per questa ragione vi fu un’articolata presenza del Servizio Informazioni Militari (SIM) che produsse numerosi rapporti sulla situazione che rivelano la complessità dell’azione e il suo carattere irrealistico.
In the mid-1930s, Italy exercised a sort of protectorate over the Austrian First Republic to avoid annexation to Germany. For this reason there was an articulated presence of the Servizio Informazioni Militari (SIM) which produced numerous reports on the situation which however revealed the complexity of the action and its unrealistic character.
Mitte der 1930er Jahre übte Italien eine Art Protektorat über die Erste Republik Österreich aus, um einen Anschluss an Deutschland zu vermeiden. Aus diesem Grund gab es eine artikulierte Präsenz des Servizio Informazioni Militari (SIM), der zahlreiche Berichte über die Lage erstellte, die jedoch die Komplexität der Aktion und ihren unrealistischen Charakter anzeigten.
This is a paper by Giovanni Punzo for Quaderno Sism 2017 Economic Warfare
A paper by Giovanni Punzo for Quaderno Sism 2017 Economic Warfare
Recentemente si è tornati a parlare in maniera abbastanza diffusa del pericolo rappresentato dal ... more Recentemente si è tornati a parlare in maniera abbastanza diffusa del pericolo rappresentato dal terrorismo di matrice islamica anche nei Balcani. L'occasione ultima era costituita dall'intervento del generale Dieter Farwick (ex responsabile dei servizi di informazione militari tedeschi) e la sua intervista a Udo Ulfkotte, autore di Heiliger Krieg in Europa (Guerra santa in Europa) nonché uno dei massimi esperti di islam europeo con particolare riferimento alla Germania 1 , ma non si deve nemmeno dimenticare la recente gaffe di Raffi Gregorian a Sarajevo (agosto 2007), quando il diplomatico statunitense ha fatto allusioni alle simpatie per al Qaeda diffuse in Bosnia e che -oltre ad essere state decisamente sgradite alla classe politica dei quel paese -hanno provocato anche un'aspra e indignata dichiarazione di Mustafa effendi Ceric, storico e carismatico capo religioso bosniaco, un reis-ul-ulema 'molto politico' a detta di numerosi commentatori. La questione in sé non è nuova e si potrebbe anzi dire che compaia a tratti, quasi periodicamente e si era inoltre già manifestata sin dai tempi del conflitto: in seguito aveva assunto spesso però una veste più di commento a fatti locali di svariata origine che di vera e propria analisi approfondita del fenomeno. Di volta in volta si erano ripetuti insomma giudizi o analisi risalenti a quel periodo, ma non si erano aggiunte sostanziali novità. Questa considerazione è abbastanza importante e vale soprattutto quando si utilizzano fonti giornalistiche o altre notizie provenienti dalla rete: di fronte a tali fenomeni, valutare il pericolo reale e concreto non è facile -almeno con gli strumenti a disposizione -, mentre si dovrebbe semmai parlare più correttamente di 'percezione' di un fenomeno, considerando però con cautela che a volte il commento tende a interpretare talvolta la notizia al limite della manipolazione. Indubbiamente esiste una certa confusione anche lessicale: presenza islamica autoctona nei Balcani, islam moderato, integralismo, fondamentalismo o terrorismo non sono la stessa cosa e anzi diventa sempre più opportuno cogliere i possibili segnali di collaborazione che le comunità islamiche più responsabili sostengono nei confronti delle società occidentali, benché indubbiamente la realtà balcanica presenti delle peculiari complessità strutturali. Per tornare quindi ad affrontare la questione dell'islam euro-balcanico diventa necessario ricordarne le tappe, ovvero i diversi fatti accaduti (e diffusi dai media per lo più balcanici), nonché i commenti che essi hanno prodotto. Gli eventi a partire dal 2005, seguendo questa premessa, sono stati tuttavia numerosi e diffusi in un'area vasta perché, oltre alla Bosnia e al Kosovo, si sono ora aggiunte tensioni non presenti in passato in zone della Serbia, della Macedonia e perfino della Bulgaria. Sembrerebbe trattarsi dell'ulteriore conferma che l'atteggiamento di tutta la componente islamica dei Balcani nel suo complesso stia cambiando e si stia assistendo a una sorta di ridefinizione delle comunità sia su base territoriale e sia sul piano identitario. Il passaggio fondamentale è stata indubbiamente la guerra ovvero il 'decennio balcanico' 2 e già all'inizio degli anni 2000 -senza per questo indicare legami diretti e operativi con il terrorismo -si prendeva atto comunque di profonde trasformazioni in corso almeno in tre prospettive di sviluppo: 1 www.worldsecuritynetwork.com (14.06.07).
Sarebbe tutt'altro che impossibile dimostrare che la crisi balcanica ha esportato tossine che son... more Sarebbe tutt'altro che impossibile dimostrare che la crisi balcanica ha esportato tossine che sono andate ben al di là dei suoi specifici confini geografici, anche grazie al contrabbando di armi, di persone, di capitali, di droga e di tensioni.
Short assessements from «Pagine di Difesa» by Giovanni Punzo
Nuova Antologia Militare. Journal of Sism by Giovanni Punzo
Nuova Antalogia Militare, 2024
Cet article est un essai sur les officiers généraux de la marine néerlandaise au cours de la péri... more Cet article est un essai sur les officiers généraux de la marine néerlandaise au cours de la période 1652-1713, période qualifiée par le grand historien Jaap Ruud Bruijn de "nieuwe marine", la nouvelle marine.
This article is a essay on the dutch naval flag officer's during the period 1652-1713, a period described by the great dutch naval historian Jaap Ruud Bruin, as the new navy.
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Papers by Giovanni Punzo
in military history, but not always from the point of view of intelligence, which has played an important role. In particular Jean Landrieux (1756-1830), leaving historiographical traces especially in Italy, attracted interest for a long time more for the singular and controversial personality than in relation to the operational performance; In fact, Landrieux was not head of the services, but this branch began to be conducted with a modern approach (making use of informants such as Rusca, Pico or Toli), function of the general staff activity and unconventional warfare. However, the Armée d’Italie was not the only one to use an intelligence network, but the Piedmontese or the Venetians and above all the English did too, although their warfare was ‘peninsular’ and naval. However, the events demonstrated the temporary French superiority, thanks to the centralization of the command and the organization of the general staff.
In the mid-1930s, Italy exercised a sort of protectorate over the Austrian First Republic to avoid annexation to Germany. For this reason there was an articulated presence of the Servizio Informazioni Militari (SIM) which produced numerous reports on the situation which however revealed the complexity of the action and its unrealistic character.
Mitte der 1930er Jahre übte Italien eine Art Protektorat über die Erste Republik Österreich aus, um einen Anschluss an Deutschland zu vermeiden. Aus diesem Grund gab es eine artikulierte Präsenz des Servizio Informazioni Militari (SIM), der zahlreiche Berichte über die Lage erstellte, die jedoch die Komplexität der Aktion und ihren unrealistischen Charakter anzeigten.
Short assessements from «Pagine di Difesa» by Giovanni Punzo
Nuova Antologia Militare. Journal of Sism by Giovanni Punzo
This article is a essay on the dutch naval flag officer's during the period 1652-1713, a period described by the great dutch naval historian Jaap Ruud Bruin, as the new navy.
in military history, but not always from the point of view of intelligence, which has played an important role. In particular Jean Landrieux (1756-1830), leaving historiographical traces especially in Italy, attracted interest for a long time more for the singular and controversial personality than in relation to the operational performance; In fact, Landrieux was not head of the services, but this branch began to be conducted with a modern approach (making use of informants such as Rusca, Pico or Toli), function of the general staff activity and unconventional warfare. However, the Armée d’Italie was not the only one to use an intelligence network, but the Piedmontese or the Venetians and above all the English did too, although their warfare was ‘peninsular’ and naval. However, the events demonstrated the temporary French superiority, thanks to the centralization of the command and the organization of the general staff.
In the mid-1930s, Italy exercised a sort of protectorate over the Austrian First Republic to avoid annexation to Germany. For this reason there was an articulated presence of the Servizio Informazioni Militari (SIM) which produced numerous reports on the situation which however revealed the complexity of the action and its unrealistic character.
Mitte der 1930er Jahre übte Italien eine Art Protektorat über die Erste Republik Österreich aus, um einen Anschluss an Deutschland zu vermeiden. Aus diesem Grund gab es eine artikulierte Präsenz des Servizio Informazioni Militari (SIM), der zahlreiche Berichte über die Lage erstellte, die jedoch die Komplexität der Aktion und ihren unrealistischen Charakter anzeigten.
This article is a essay on the dutch naval flag officer's during the period 1652-1713, a period described by the great dutch naval historian Jaap Ruud Bruin, as the new navy.