24 gennaio 2024

Chiara

Ci sei, in una canzone che non riesco a ricordare, nelle note di ciò che vorrei continuare a non sentire per dimenticare ciò che non so di te.

Ci sei, in una colazione che non riesco a consumare, nell'ultima sigaretta che vorrei fumare mentre ti sciogli nelle mie fantasie. 

Ci sei, dissolvi me, così fermo e immobile, e tutto si muove intorno.
 
Vorrei solo continuare a non sognarti mentre guardiamo il mare.

14 maggio 2018

Di nascosto

Caro G,
Ti scrivo per sentirti appartenere a me.
Ti scrivo perché forse è l'unico modo per parlare e mentre lo faccio immagino il tuo sguardo discreto. Abbasso gli occhi timidamente mentre alzo le mie difese.
L'altra sera avrei voluto accarezzarti ma ho sentito in me forte il dovere di fermare quella mano. E allora l'ho stretta, chiusa in un pugno, l'ho fatta scivolare lentamente sullo stomaco e lì ti ho sentito presente, devoto, silenzioso.

Oggi abbiamo fatto l'amore, mi scoppiava la testa e ti sentivo dentro come fossi una religione. Ricordavo la prima volta in cui mi hai scritto. Anche lì facevamo l'amore. Goethe le chiamava affinità elettive. Di affinità presenti e distanti. Scendevi sulle mie labbra, ti accostavi senza mai bussare.

Se ci fosse un posto in cui vorrei essere sarebbe l'inverno, stretti in una poltrona e in un abbraccio. Le mani che toccano i miei fianchi ed io che conservo i tuoi baci per il giorno in cui ci incontreremo e ritorneremo a raccontarci quello che siamo diventati.

G, conserva questa lettera per l'inverno che verrà.

Tua T.


18 aprile 2018

Fammi rivedere l'alba

Mi aspetti?
Io si. Ti aspetto dalla prima volta in cui ti ho incontrato.

Torniamo a stare insieme?
Che di te resta solo l'attesa.

Torniamo a farci male.
Si sospende il tempo.
I tuoi occhi
Colorano i miei sorrisi
Persi dietro una giornata nera.
Cercami negli occhi. Perditi.

Vuoi perderti con me?
Dentro il tuo sguardo
Che sa di tramonto.
Ho visto l'alba per la prima volta.

Prendimi e baciami
Sotto casa tua.
Aspetto il taxi che mi riporti a casa.
I sedili di polvere. L'odore di alcool.
I tuoi occhi ancora.
I tuoi occhi
Dentro scavano dentro
Cosi fottutamente dentro
Che non mi rimane nulla.

E cederti e cedere e cedermi.

Sarebbe così strano pensare
Che lontano da me
Potresti essere qualcosa di diverso
Qualcosa di migliore.

Mi aspetti?
Ti aspetterò come si aspetta l'alba.
Fammi rivedere l'alba.
Gli occhi. Quegli occhi dentro i miei.
Io ti aspetto.

27 marzo 2018

Tu, io, Milano

Dovremmo prendere esempio dai tram, gli sguardi che raccontano storie, pezzi di me incastrati tra una fermata e quello che non so di te.
Dovremmo guardarci con la stessa curiosità con cui scopriamo ogni strada di questa città.
Guardo quel passante come vorrei guardare te, ho gli occhi di una bambina sulla prima alba, intrappolata tra i rumori di Milano e quei pensieri silenziosi che hann paura di scoprire ciò che siamo diventati.
Il tram procede, il tempo sembra sospeso per un attimo.
Ti guardo e sento addosso questa luce, il sole che sorge sulla pelle.
Milano si sveglia e io ti scopro coi miei occhi, ti svesto per metterti a nudo ma ciò che resta è ancora quello che non so di te.
Mi costringo a ripassare lo sguardo su quel passante seduto davanti a me sul tram, mi ripeto come una filastrocca che noi non siamo niente.
Abbasso lo sguardo e sento proclamare la fermata, mi rivesto e mi sembra solo per un attimo di aver fatto l'amore con te.
Il sole sorge. Ti rivesto.

7 marzo 2018

Infinity loop

ovrei non mangiare per non pensarti.
Dovrei riuscire a sforare i nostri orari per dimenticarti
Dovrei cogliere la tua presenza mentre mi guardi e sorridi come se nulla fosse mai stato davvero così importante.
Dovrei scaldarmi in un abbraccio certa che nell'attimo dopo tu ti scorda di me.
Dovrei misurare le distanze che ci separano dai nostri baci che sanno di romantico a Milano. Riconoscerei il tuo calore mentre fuori piove a dirotto.
Questa città è così assorta nelle sveglie all'alba, nei pensieri che si incastrano a metá tra me e quello che sono e me e quello che vorrei per te.
Dal solito terzo piano, ti penso, sempre.
Anche questa notte.
Dovrei non desiderare di averti qui con me.

7 novembre 2016

blue

In questa atmosfera rarefatta
la nostra complicità
lontana e leggera
come il suono delle tue parole
in bocca
e fumo blu
e note
perse in una giornata senza sole
che dietro a un giorno
nasconde una notte
dentro il freddo della tua bocca
un po' d'amore
e un cuore  leggero
è folle.
Ma ci sei, semplice.
Semplice, se ci sei
E sei,
la
mia
prima
luce.

16 aprile 2016

but now.

La malinconia dei tuoi occhi
il vuoto e l'assenza
una presenza che diventa distanza
intrappolata in un bacio
che sa di polvere
che sa di vivere
che sa di nettare.
La mia trasmissione emozionale
vuole spegnersi
ricercarmi e stare
e sapere come sarebbe
se fosse così per sempre.
Ma mi lego ad un momento
che sembra nulla e invece è tutto
e mi cerco nel tuo etereo e complicato silenzio
e mi cerco nella tua voce
e nelle fantasie
in tutto quello che non vorrei ma c'è.
Vorrei rimanere appresso alle tue mani
e a quell'odore dolce della tua pelle
al morbido e complicato orizzonte
che mi lasci intravedere
ogni volta che ti concedo un pezzo di me.
Ma restare qui significa un po' andare.
E allora penso sarebbe giusto così.

L'odore del caffè e del cornetto delle otto di mattina
mi ricordano che ci sono ancora buoni motivi per vivere.


5 aprile 2016


11 febbraio 2016

Daffodil lament

L'illusione del tempo che scivola in metafore
cosa rimane di ciò che si è stati
sembra un lento scorrere
come l'arco sul violino,
la mia metempsicosi.
Sono troppo lontani
i vuoti che riempivi.
E cerco la tua nemesi, di giorno
un po' di distanza
dai desideri.
Desiderare significa
mancanza di stelle.
E affondo
in un cielo senza luce
e vivo in una caccia spirituale
nel mio specchio
a reggermi di riflessi.
Rimane un lento passaggio
tra me e te
la mia metempsicosi,
la mia dimora.

1 febbraio 2016

perception


E' solo un'astrazione surreale degli spazi
che capitola tra dieci sensi
e  un cielo similcattolico.
E'dilatazione diretta dell'orizzonte
che scivola
tra me e quella che non c'è
tra me e una vena gonfia di voci
tra me e un boccale di birra vuoto.
Vive e muore come rito sacrificato
dalla solitudine
dai passi avvelenati
dopo aver percosso di quattro in quattro
i miei sensi
smarriti tra due sorrisi
mentre realizzo, piano,che il sentir più forte
è solo un modo per perdersi un po' di più.

16 gennaio 2016

Undici volte, Ed

C'è la strada del silenzio. E c'è quella delle parole. Poi c'è la strada della distanza comunicativa. Una infinita distanza relazionale nell'infinito resistere del tempo. La più sublime creazione dell'universo. Un mistero e la sincronia dei diversi. L'inarrestabile fine che non conosce fine. La solitudine creativa e la paura. L'abbandono che non conosce distanza. La banalità rivestita di un dono. Non leggere alla parola amore. Sarebbe deflagrante. Dicono che i silenzi siano fecondi e questo strano senso di appartenenza non mi spaventa. Questa accettazione mi appartiene, ricostruisce e rinnova.
Perchè mi sembra una buona ragione per perdere il dono dell'eternità.
Undici volte, Ed. 

15 gennaio 2016

ancora qui.

Ci sono luoghi che conservano storie
in cui fai a pugni per perdere il destino
ci sono attese
che sono guerre
si celano dietro ombre
a destinazioni che sono solo partenze.

[mi perdo a tessere parole
io dimentico la destinazione
dimentico dove sei.]

Ci sono persone che sono i tuoi luoghi spirituali di appartenenza
e stamattina questa stanza profuma di assenza.
Smarrire il luogo,
perdersi, ritrovarsi
ma ho dimenticato il modo in cui respiri
ed è sempre troppo tardi per restare.

Ma non c'è peccato che conosca amore
ed io non smetto di appartenerti.

Non c'è peccato che conosca gioia
ed io non smetto di sorridere.

Non ci sono occhi che conoscano distanze
ed io guarderò ogni cosa due volte.

Ci sono sguardi che ti reggono
e reggere, qui, significa un po' salvare.
Guardarsi per riconoscersi
perché non c'è peccato che conosca salvezza
e salvezza significa un po' vivere
riconoscersi è vivere.

Non c'è cura che non conosca amore
e pace che non conosca attesa.

Ancora
e qui.

11 gennaio 2016

keep me where the light is

Non c'è poesia.
Rimango la musa di nessuno.
Non c'è pensiero
è un continuo resistere al nulla
con una finestra sul cielo
che so di non poter aprire
sono nelle parole che vorrei dire
e che continuano a piovermi addosso
sono nel silenzio che ho scelto
sulla strada che non avrei voluto percorrere
ancora una volta non mi vedo in nessuna forma
la neve mi lascia per un po' dentro un abbraccio,
poi arriva il sole tiepido sulle finestre ed è tempo di diluirsi altrove
e io non riesco a fermarmi in nessun luogo
è arrivato il gelo ed è tempo di partire.
io che non sono mai stata pronta per andarmene,
cambiare traccia, rifare le lenzuola,
salutare i treni dai binari, chiudere le porte a chiave.
ora, ho le migrazioni nel cuore
e non c'è altro
ma ti prego
adesso
riportami a casa.

5 gennaio 2016

Close to me

Navigo nel sangue che mi piove addosso
C'è solo un posto dove possa andare.
Un solo rimedio per ogni guasto
Una cura per la verità.
E c'è solo una cosa di cui sia certa:che il cielo è eterno.

Quando il rock era sapore
quando lanciavi le pietre nell'acqua per vedere i cerchi
e quando un quarto d'ora era un quarto d'ora e sapevi dare un peso al tempo
qualcosa c'era. In te. E fuori di te. Senza alcun dubbio.

Metto per un attimo il cervello in sottovuoto.
Non ho parole e tutto è come nuovo.
E sono solo gli occhi a contare.
Solo lì capiresti quanto pesa un respiro che ti muore dentro.

Affondo i denti su quel pasto per seguirti e fare un altro giro
andiamo a farci un altro giro per fermarci su una bugia.
Non pretendo dalla politica e Dio è morto.
E tu, che mi dici?
Tu vai forte mentre sono qui.
Io aspetto il giorno in cui mi sveglierò.
Per ora non mi resta che camminare su un raggio di sole e sapere che oggi è oggi.
Devo rimanere o devo andare.
Devo cantare o devo sbadigliare.
Nessun problema.C'è solo un altro giro.
E un altro dubbio.

3 gennaio 2016

mi manca l'aria.
mi sento così affettata. molecolare. ingestibile.
incapace.

31 dicembre 2015

Nell'upnea

Ho paura di dimenticarti.

E allora mi acchiappo ferocemente ad ogni cosa che mi ricordi te, la divoro, mi ossigena e poi muore.
Ti graffierei la pelle, ci affonderei nella tua carne ma è un lento svanire come la pagina del libro che sfogli mentre passi alla successiva, è uno stillicidio dei sensi che affondano nel nulla lo sento entrarmi dentro la pelle, il nulla,  prendersi i miei occhi mentre affondo nel mio loop decisionale intriso di polvere ma emergo nonostante tutto, è il nonostante tutto che ti frega. Ci sono tutte le note che servono per comporre la strada che ho percorso, il mare in cui mi hai portato è blu nel mio I wanna get lost with you, mi  perdo ed entro ancora in apnea.  E sono decisa e flebile, emozionata e instabile, voluttuosa e leggera, e ti voglio, e mi odio, e cedo, proviamo a vedere se il gusto se ne va, e non ti voglio, e poi ti rivoglio finquando la mia mano scorre sulla tua pelle in una stanza che sa di freddo e ossigeno, ci si acchiappa ai ricordi per non perderli ma mi scivolano addosso tra le nostre manie, la tua pelle dentro di me ad ingoiarla fino a togliermi il fiato a guardarla scivolare tra le mani a guardarti negli occhi a giocare a togliermi il fiato, a prenderti me e non tornare più. E' il nonostante tutto che mi frega, non passa più e ti guardo sempre come fosse l'ultima volta in un cortocircuito deflagrante in cui sei dentro di me e mi scompongo, e cado, ma sei dentro di me, un proiettile, mi sei entrato dentro e ci stai. Riportami al sole, portami al mare, gioca ancora a infilare i tuoi pensieri dentro i miei, gioca ancora con la mia pelle, fottimi, fottimi ancora, e fottimi un'altra volta, scivolami dentro, muoio dalla voglia di sentirti affondare tra le mie gambe, infilati in me e gioca a ricrearmi, a ricrearmi...

Ho paura di dimenticarmi di me ma almeno stanotte vieni via con me.

24 dicembre 2015

Buon Natale.


10 dicembre 2015

 Per giorni come questo.


3 dicembre 2015

#1 Slow motion

Ho il cuore che scoppia di felicità
nell'attimo successivo ad un orgasmo che sa di lacrime e odio.
Ma è il merito che non ho mai avuto
e l'onore che avrei voluto considerare,
il posto in cui vorrei stare l'attimo prima di andare altrove.
Quel frastuono che occupa i miei silenzi
e l'onda che vorrei saltare
ma che implacabilmente mi sale addosso.
Divento l'attimo prima del buio,
mi entra dentro
ripaga la mia presenza con la distanza
accelera un attimo prima di esistere
mi toglie la pelle
ma mi ci trovo.
E' la dipendenza che non ho mai avuto
e la definizione a cui avrei voluto arrampicarmi
per cercare di comprendere
che nel niente c'è il tutto
e nei nostri attimi
che sanno di nulla
ci sono io
a perdermi a tratti in tratti di felicità
che stento a riconoscere
e trattengo in mano
e  mi sfiori
e ci sono
e l'impersonale diventa significato
e fuori è tutto
eternamente sospeso. 

2 dicembre 2015

Ci tolgono anche le parole
ma a volte stiamo bene anche quando non parliamo
che a bastarci è un limbo tra l'inesprimibilità di certi concetti e carenze,
fame d'aria, di futuro, di abbracci.

21 novembre 2015

E brucia con me l'aria...

E' che avrei voluto non esserci
avrei voluto destinarmi
sulla strada
di notte
tra le luci
a sentire addosso l'asfalto
e cancellare l'ostinazione
per cose che fingono di essere
cose che fingono di appartenermi. 

Per questo,
e per tutte le volte in cui ho alzato lo sguardo al soffitto
ho chiuso gli occhi
ho sapientemente asciugato la bocca
ho leccato le labbra
e bevuto le nostre croniche convinzioni
le ho viste scendere
come pioggia che cade, cade con me.

Per le volte in cui certe luci mi hanno attraversato
e per quelle in cui certe note passano, trapassano, restano
sconvolgono
e ritornano addosso
e non ci sei, tu non ci sei
ed io non sono più la stessa
e tutto si trasforma
ed è blue.

Per le volte in cui ho sentito di essere nulla
e per quelle in cui mi hai ricreato,
per quella voglia che scarta la pelle
a restare a ricucire ferite
che forse non sapremo di avere mai.

E' che continuo a ripagare i miei pensieri
per conti che non tornano
e mi sento scendere
nel nostro immobilismo colossale
così cronico
è controllato
mi sento trascinare
e deviare
considerare
e bruciare.
Io mi sento bruciare,
bucare la pelle.

E' che ho consumato le note
alle nostre canzoni preferite
ho cambiato gli ottetti
ma l'equilibrio non torna.

Certe presenze diventano i nostri abiti preferiti
ma mi scollo di dosso
l'odore di chi non so chi sei
lo sguardo che forse
non sapevamo di avere mai.
Entri, dentro
e tagli
e cadono
pezzi di me
come pioggia, che cade
cade con me.

E cerco
e scendo
giù e ancora giù
su di te. 
E' in me.

18 novembre 2015

Ci sarà una bella luce

Sentire il profumo dei fiori secchi e dell'incenso sui vestiti e nei polmoni
il momento tra la musica a palla nelle orecchie e quello in cui rimetti la cuffietta sinistra che ti è caduta proprio sul ritornello
la luce forte delle undici di mattina che entra dalla finestra  della mia stanza
il sapore del pane di casa
il cielo di Roma,che qui un po'manca,di quell'azzurro accecante
la nuova lampada etnica
l'ammasso di libri ammassati sul comodino,un po' impolverati
addormentarmi sul divano mentre guardo un film e risvegliarmi con la copertina addosso
cantare a squarciagola e sentirmi dire che ho una bella voce
quando qualcuno mi prende la mano
lo spazio d'aria tra le labbra in un bacio rubato
l'attimo in cui assaporo la tua lingua
e l'attimo prima di prendermi per mano
guardare la linea dell'orizzonte al mare,respirare fortissimo e lasciare che i pensieri vadano dove vogliono andare
riguardare i miei vecchi saggi di danza
leggere un libro e sapere che nella frase successiva accadrà quello che stai immaginando
leggere un libro e ricostruirti nella testa tutti i luoghi,i dettagli più impensabili,i volti e le voci
vedere la mamma ridere di gusto alle mie solite battute al limite della decenza
rifare il letto la mattina, è costruttivo
il pa pa pa di Near Wild Heaven e lo spazio tra il minuto 2.52 e 3.02  della Canzone che scrivo per te
la pelle d'oca al ritmo della tua canzone preferita
le scale della piazza e il ponticello della mia città
pensare di poter smettere di pensare
sono cose che mi ricordano di essere viva.

13 novembre 2015

then comes the sun

E' un eterno ritorno
di sensazioni incollate
l'eterno ritorno
di me
torna addosso
come salsedine
il profumo del mare
un'eterna protezione
schiusa nel nostro timido bacio
l'involuzione di me
è polvere
la sabbia
al sole
è una  linea d'ombra
che guardiamo
e riflette i nostri perchè
l'eterno ritorno di me
riparto da te
dipendo da te.

12 novembre 2015

tu e lei

Il vostro continuo appartenervi
la nostra deflagrante menzogna
tu e lei
il nostro imbarazzante nulla
il mio desiderio
e l'appartenenza
il tuo luogo spirituale
e la tua essenza
i miei occhi che si chiudono
tu e lei
i miei insignificanti perché
tu e lei
io e te, la tua schiena
un profilo stanco
mentre guardi il cielo
la nebbia
che si frappone
tra me e te
il vostro scambiarvi l'anima
rimango
e non so chi sono
un'imbarazzante presenza
tra te e lei
tra me e te
cosa rimane,
cosa rimane
e perchè.

4 novembre 2015

demone

Era un giorno
era un cielo
a fior di pelle
carezze
tra i silenzi
del chiederti a cosa pensi
abbracci negati
tra calze strappate
perdo i sensi
l'anima in scoppio
il tuo girarmi
e voltarmi
...la schiena ombreggia
le mani ballano
pelle
mi bruci dentro
è calda 
leccare la tua avidità
pelle
che scorre tra le labbra
in questa desertica felicità
un cielo senza nuvole
artificiere dei miei silenzi
e demone
che serpeggia nelle vene
demone
non c'è via di fuga
ma chi sei
schiava del tuo miele
schiava del mio male
schiava del mio bene
così lieve
volgiti a me
come droga e dipendenza
mi giri intorno
calamita dei pensieri
nella rete
vieni dentro
un istante emozionale
la tua serpe
in bocca
dose quotidiana
eterno e nucleare
demone
come droga
scoppia su di me
e torna
e poi vai via
ma adesso esci
demone.