Parlare camminando con gli amici, è dolce,
ci canta in cuore una gioia unica
scoprendo la presenza di Gesù
che sostiene ogni nostro passo.
Due amici di vecchia data, ma non di anni, Antonella e Paolo, con un'altra coppia, domattina , zaino in spalla partiranno per fare un tratto della via Francigena.
Ho parlato con Antonella proprio questa mattina.
Era entusiasta e mi raccontava che già lo scorso anno e l'anno precedente, avevano fatto la medesima esperienza.
Nel primo approccio si sono recati a Campostela.
Cercherò di spiegarvi che cos'è questo cammino.
Nell’Alto Medioevo, attorno al VII secolo, i Longobardi contendevano il territorio italiano ai Bizantini. L’esigenza strategica di collegare il Regno di Pavia e i ducati meridionali tramite una via sufficientemente sicura portò alla scelta di un itinerario sino ad allora considerato minore, che valicava l’Appennino in corrispondenza dell’attuale Passo della Cisa, e dopo la Valle del Magra si allontanava dalla costa in direzione di Lucca.
Nel primo approccio si sono recati a Campostela.
Il famoso "Cammino di Campostela" che li ha portati ad incontrare la stanchezza e la preghiera, la spiritualità del viandante,la tenerezza dell'attesa e l'esplosione di gioia per un incontro col passato che si è fatto presente.
Lo scorso anno...partirono con il primo tratto della via Francigena.
Via Francigena del nord
Via Francigena del sud.
Nell’Alto Medioevo, attorno al VII secolo, i Longobardi contendevano il territorio italiano ai Bizantini. L’esigenza strategica di collegare il Regno di Pavia e i ducati meridionali tramite una via sufficientemente sicura portò alla scelta di un itinerario sino ad allora considerato minore, che valicava l’Appennino in corrispondenza dell’attuale Passo della Cisa, e dopo la Valle del Magra si allontanava dalla costa in direzione di Lucca.
Da qui, per non avvicinarsi troppo alle zone in mano bizantina, il percorso proseguiva per la Valle dell’Elsa per arrivare a Siena, e quindi attraverso le valli d 'Arbia e d’Orcia, raggiungere la Val di Paglia e il territorio laziale, dove il tracciato si immetteva nell’antica Via Cassia che conduceva a Roma.
Il percorso, che prese il nome di “Via di Monte Bardone”, dall’antico nome del Passo della Cisa dal nome di Mons. Langobardorum, non era una vera e propria strada nel senso romano né tanto meno nel senso moderno del termine. Infatti, dopo la caduta dell' impero, le antiche tratte consolari caddero in disuso, e tranne pochi fortunati casi finirono in rovina, “rupte”, tant’è che risale a quell’epoca l’uso della parola "rotta"per definire la direzione da prendere.
I selciati romani lasciarono gradualmente il posto a fasci di sentieri, tracce, piste battute dal passaggio dei viandanti, che in genere si allargavano sul territorio per convergere in corrispondenza delle mansioni (centri abitati od ospitali dove si trovava alloggio per la notte), o presso alcuni passaggi obbligati come valichi o guadi.
I selciati romani lasciarono gradualmente il posto a fasci di sentieri, tracce, piste battute dal passaggio dei viandanti, che in genere si allargavano sul territorio per convergere in corrispondenza delle mansioni (centri abitati od ospitali dove si trovava alloggio per la notte), o presso alcuni passaggi obbligati come valichi o guadi.
Più che di strade si trattava, quindi, di “aree di strada”, il cui percorso variava per cause naturali (straripamenti, frane), per modifiche dei confini dei territori attraversati e la conseguente richiesta di gabelle, per la presenza di briganti.
Il fondo veniva lastricato solo in corrispondenza degli attraversamenti dei centri abitati, mentre nei tratti di collegamento prevaleva la terra battuta.
Appare, quindi, chiaro che la ricostruzione del “vero” tracciato della Via Francigena sarebbe oggi un’impresa impossibile, poiché questo non è mai esistito: ha invece senso ritrovare le principali mansioni e i principali luoghi toccati dai viandanti lungo la Via.
Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, anche la Via di Monte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, nome quest’ultimo che oltre all’attuale territorio francese comprendeva la Valle del Reno e i Paesi Bassi.
In quel periodo crebbe anche il traffico lungo la Via che si affermò come il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa, lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini.
Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, anche la Via di Monte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, nome quest’ultimo che oltre all’attuale territorio francese comprendeva la Valle del Reno e i Paesi Bassi.
In quel periodo crebbe anche il traffico lungo la Via che si affermò come il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa, lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini.
Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente.
I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostella e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede.
Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna.
Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo.
È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena.
Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.
L’uso crescente della Francigena come via di commercio portò a un eccezionale sviluppo di molti centri lungo il percorso.
I traffici commerciali crebbero a tal punto che si svilupparono numerosi tracciati alternativi alla Via Francigena che, quindi, perse la sua caratteristica di unicità e si frazionò in numerosi itinerari di collegamento tra il nord e Roma.
Tanto che il nome cambiò in Romea, non essendo più unica l’origine, ma la destinazione.
Inoltre la crescente importanza di Firenze e dei centri della Valle dell’Arno spostò a Oriente i percorsi, fino a quando la direttrice Bologna-Firenze relegò il Passo della Cisa a una funzione puramente locale, decretando la fine dell’antico percorso.
E’ un invito rivolto ai giovani e meno giovani a percorrere a piedi i cammini d’Europa affinché, percorrendoli, possano essere richiamati al valore di società “fondate su tolleranza, rispetto degli altri, libertà, solidarietà”.
Per coloro, come Antonella e Paolo che scelgono gli itinerari spirituali, molti sono i luoghi di culto che si rivelano lungo il tratto dell'antica Via Francigena, dalle tante, tantissime occasioni per scoprire come fermarsi a pregare in una Chiesa modesta o in un monastero o nel grande bellissimo Duomo di Siena.
arriveremo a Roma...e poi? Buon viaggio a chi ha ancora, gambe buone, il desiderio di essere a contatto con la natura, la voglia di conoscere persone con identici ideali oppure persone a cui piace camminare ed è già un buon inizio!!!
Ho pensato che era bellissimo viaggiare; essere errante.
Ora ho abbandonato l'idea che il cammino sia solo un viaggio o una meta in sé.
Il pellegrino cammina appoggiando i piedi sulla terra e va cercando silenzio
stelle e musica.Accompagnato da Dio.
E questo è uno dei miei sogni:
Buon viaggio Antonella e Paolo con i vostri amici. Che le difficoltà siano sempre superabili e che la preghiera accompagni i vostri passi. Vi accompagno anch'io come sapete.
I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostella e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede.
Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna.
Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo.
Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.
L’uso crescente della Francigena come via di commercio portò a un eccezionale sviluppo di molti centri lungo il percorso.
I traffici commerciali crebbero a tal punto che si svilupparono numerosi tracciati alternativi alla Via Francigena che, quindi, perse la sua caratteristica di unicità e si frazionò in numerosi itinerari di collegamento tra il nord e Roma.
Tanto che il nome cambiò in Romea, non essendo più unica l’origine, ma la destinazione.
Inoltre la crescente importanza di Firenze e dei centri della Valle dell’Arno spostò a Oriente i percorsi, fino a quando la direttrice Bologna-Firenze relegò il Passo della Cisa a una funzione puramente locale, decretando la fine dell’antico percorso.
E’ un invito rivolto ai giovani e meno giovani a percorrere a piedi i cammini d’Europa affinché, percorrendoli, possano essere richiamati al valore di società “fondate su tolleranza, rispetto degli altri, libertà, solidarietà”.
Per coloro, come Antonella e Paolo che scelgono gli itinerari spirituali, molti sono i luoghi di culto che si rivelano lungo il tratto dell'antica Via Francigena, dalle tante, tantissime occasioni per scoprire come fermarsi a pregare in una Chiesa modesta o in un monastero o nel grande bellissimo Duomo di Siena.
arriveremo a Roma...e poi? Buon viaggio a chi ha ancora, gambe buone, il desiderio di essere a contatto con la natura, la voglia di conoscere persone con identici ideali oppure persone a cui piace camminare ed è già un buon inizio!!!
È bella la strada per chi cammina,
è bella la strada per chi va,
è bella la strada che porta a casa
e dove ti aspettano già.
È gialla tutta la campagna
ed ho già nostalgia di te,
ma dove vado c’è chi aspetta
così vi porto dentro me...
È bella la strada per chi cammina,
è bella la strada per chi va,
è bella la strada che porta a casa
e dove ti aspettano già.
è veramente grande Dio,
è grande questa nostra vita!
È bella la strada per chi cammina,
è bella la strada per chi va,
è bella la strada che porta a casa
e dove ti aspettano già.
Ho pensato che era bellissimo viaggiare; essere errante.
Ora ho abbandonato l'idea che il cammino sia solo un viaggio o una meta in sé.
Il pellegrino cammina appoggiando i piedi sulla terra e va cercando silenzio
stelle e musica.Accompagnato da Dio.
E questo è uno dei miei sogni:
Buon viaggio Antonella e Paolo con i vostri amici. Che le difficoltà siano sempre superabili e che la preghiera accompagni i vostri passi. Vi accompagno anch'io come sapete.