giovedì 14 febbraio 2013

"Il mezzo è il messaggio"

Nei giorni successivi l'elezione a pontefice di Karol Wojtyła iniziò a circolare una leggenda metropolitana che lo voleva protagonista di segrete fughe notturne dal Vaticano compiute nell'intento di mescolarsi ai suoi fedeli per conoscerli a fondo, contando sul suo momentaneo anonimato.

Bene. Se vi dovesse capitare di vedere una tipa con la tiara, la puzza sotto il naso e l'aria da Princess dallo sbuffo facile sappiate che quella sono io. Ho deciso di imitare il papa (del resto pure i reali sono di discendenza divina, no?) mescolandomi ai miei adorati sudditi e immergendomi nel fantastico mondo di mezzi pubblici romani.

Insomma, visto l'allerta meteo a giorni alterni, Alemanno perennemente pronto con la pala, l'autostrada che mi comunica il pericolo neve, l'era glaciale 1,2,3 e 4 e, soprattutto, visto che ho rischiato la pelle a causa del ghiaccio già una volta e la lezione mi è bastata, ho deciso, quando i turni di lavoro me lo consentono, di lasciare la Polly Princess-mobile a risposo e prendere i mezzi. Nonostante io abiti nella provincia di Monculo, il mio posto di lavoro sia sito in Monculo e, per raggiungerlo, io debba passare per il centro città, lontano da Monculo, lontanissimo dalla provincia. Cioè arrivo in centro e poi TORNO INDIETRO. Ma vabbè.

Premetto che sono una sovrana piuttoso tollerante con quella che viene chiamata gente comune. Non mi urtano i discorsi degli altri, la condivisione di un minuscolo spazio vitale, le attese. Sui mezzi sono anche in grado di rilassarmi e fare quello che altrimenti non avrei tempo e modo di fare. Leggere, ascoltare musica, farmi le seghe mentali.

Però.

C'è sempre il però. Senza il però questo post non avrebbe senso.
Ci sono tre categorie di viaggiatori che mi scuotono il sistema nervoso. Che mi incitano alla violenza. Che mi mandano in pappa le sinapsi.

Precisamente:

1. Gli ansiosi. Sono quelli votati alla standing ovation. Perenne. Non si siedono nemmeno quando la loro fermata è il capolinea. Fissano la porta come se dall'altra parte li attendesse Bar Rafaeli in perizoma o Johnny Deep vestito da Jack Sparrow. Se, come spesso accade, tu sei entrato a spintoni, hai la schiena poggiata sul vetro e le falangi che carezzano il palo centrale sono l'unico modo che hai per restare in un equilibrio sempre troppo precario, a loro non interessa. Loro devono assicurarsi che il tratto postazione-porta sia libero. E iniziano a fissarti come se gli avessi scippato la nonna. In prossimità della loro fermata la frase "scende alla prossima?" sarà la vostra rovina. Il signficato occulto è "togliti dalle palle, io devo scendere, devo salvare vite, io rischio di restare intrappolato per sempre nei sotterranei di Roma per colpa tua, io ti denuncio per sequestro di persona". E tu ci provi a fargli capire che se nel momento in cui pronunciano la frase tu togliessi di mezzo il braccio che ti permette di restare in piedi finiresti per terra, trascinandoti dietro mezzo treno. Inutile. Ci provi a fargli capire che stai solo attendendo che il treno si fermi, che passi il momento rinculo, estremamente pericoloso, che segue la frenata e poi, in un secondo scarso, toglierai il braccio per farli passare. No, a loro non interessa. Loro devono avere la traiettoria libera. Tu puoi pure morire sotto le rotaie, stronzo.

2. I liceali. Categoria spesso innocua, vero. Si muovono in gruppo, spesso intorno al mattatore, protagonista, buffone di corte. I decibel che le loro corde vocali sono in grado di raggiungere superano di gran lunga quelli prodotti dai rumori circostanti e occupano, in cinque, tre quarti del vagone ma, fin qui, il fastidio è limitato. Il problema sorge nel momento in cui iniziano a fissarti, violando quel comodo rituale chiamato disattenzione civile. E tu senti puzza di provolaggine. Nel momento in cui vedi quello sguardo, quello da ormone neo-sviluppato, quello tipico del 14enne che ha appena scoperto le gioie del porno, posato su di te capisci di essere fottuta. Io, per esempio, inizio a pensare che avrei dovuto indossare le perle ereditate da Nonna R. che fanno tanto 30enne per bene. Un liceale non ci prova mica con una 30enne per bene. Ma con una con la faccia da ragazzina sì. E io sono quella che è stata presa per una 18enne neopatentata dall'ex propritaria di Polly e che si è gustata la sua faccia da merluzzo quando le ha confessato di avere 28 anni e dover rinnovare la patente ad Aprile. Ergo non ho scampo. Se non con le perle di Nonna R.

3. Le nuvole verdi. Il loro ultimo incontro con l'acqua risale ai tempi in cui ci si lavava nel fiume e di notte si faceva pipì negli urinali. In compenso hanno fatto degli incontri ravvicinati del terzo tipo con cipolla e aglio la loro filosofia di vita. E siedono vicino a te, sempre.

14 commenti:

  1. Io sono pendolare da sempre e certe volte non ne posso proprio più :(

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    1. Io ero riuscita a disintossicarmi proprio a causa, o grazie, al mio nuovo luogo di lavoro.
      Tornare ad utilizzarli è stato trumatico -_-

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  2. Io appartengo alla prima categoria! Però mi siedo, ma solo vicino alle porte! :D A mia discolpa posso dire che sono claustrofobica!
    D.
    P.s. beata te che ti scambiano per una diciottenne!!!

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    1. Allora sei giustificata. Anzi sei un'eroina. Se fossi claustrofobica io lì sotto non ci metterei proprio piede :)

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  3. ...oggi sono talmente fusa che ho letto il tuo post e non ti ho commentato...tra l'altro è stato uno delle poche cose che mi ha fatto sorridere oggi, giornatina un po' amara! Difficile la vita da pendolare, se penso a quando ero obbligata a prendere l'autobus 1h30min prima di entrare a lavoro per fare 5km ...mi prende male! Ora uso la mia Fruffy4ruote e non la lascerò mai (spero)! A meno che non me la rubino a pezzi...oggi è stata la volta dello specchietto.
    Un bacione cara!

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    1. Sono felice di averti strappato un sorriso Berry :)
      No, se puoi non lasciarla! Le macchine che hanno un nome di battesimo hanno anche dei sentimenti :D
      Mi spiace per lo specchietto.

      Bacio

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    1. Purtroppo sì. E in ogni caso dovrei riconciliarmi con quella cosa chiamata sport :)

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    2. si può anche andare piano e non è più sport... sappiatelo !! :D

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    3. Come non è più sport? Rospo non farmi cadere quelle poche certezze che mi restano! Io considero sport pure usare le scale al posto dell'ascensore! :D

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  5. cazzo che sfiga incappare nelle nuvole verdi...

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    1. Meglio il liceale provolone. Almeno puoi respirare con la bocca chiusa :)

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  6. hahahahahahahhaha divertente!

    Complimenti.

    Artù

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