Fanghi Di Depurazione Trattamento Acque - 9788857902111
Fanghi Di Depurazione Trattamento Acque - 9788857902111
Fanghi Di Depurazione Trattamento Acque - 9788857902111
FANGHI DI DEPURAZIONE
PRODUZIONE, CARATTERIZZAZIONE E TRATTAMENTO
ISBN 9788857902111
RINGRAZIAMENTI
Ringraziamo tutti coloro che hanno direttamente e indirettamente contribuito alla stesura di questo lavoro.
Si ringraziano tutte le aziende citate nel testo. Rivolgiamo, infine, un ringraziamento anticipato a chi vorrà
segnalarci errori e osservazioni utili a migliorare il volume.
Nomi e marchi citati sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici.
L’editore dichiara la propria disponibilità ad adempiere agli obblighi di legge nei confronti degli aventi diritto sulle opere
riprodotte.
La fotocopiatura dei libri è un reato.
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico
dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni
effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale
possono essere effettuate solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dagli aventi diritto/dall’editore.
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
5
INDICE
Premessa
PREMESSA
l’inibizione e la tossicità;
le principali modalità di digestione anaerobica;
il dimensionamento dei volumi dei digestori anaerobici;
la produzione di biogas;
la potenza di miscelazione e il fabbisogno di calore per il riscaldamento;
il rendimento della digestione;
la produzione e la qualità del surnatante;
la produzione teorica del fango digerito;
le modalità realizzative e i particolari costruttivi;
l’utilizzazione del biogas;
la produzione di idrogeno (cenni);
gli esempi di realizzazioni.
Gli autori
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
9
1. PRODUZIONE, CARATTERIZZAZIONE
E TRATTAMENTO DEI FANGHI DI DEPURAZIONE
Figura 1.1
Schema di riferimento
per il calcolo del contenuto
di secco e del contenuto di acqua
di un campione di fango
(nel campione di destra
il secco e l’acqua sono stati
idealmente separati)
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
10
Fanghi di depurazione
“Sebbene i fanghi siano solo un centesimo rispetto alle acque reflue che arrivano in im-
pianto, essi sono fonte di più del cinquanta per cento dei grattacapi del gestore!”. Lo
smaltimento dei fanghi rientra nella più ampia attività di smaltimento dei rifiuti solidi, di
cui essi fanno parte.
I trattamenti cui i fanghi devono essere sottoposti dipendono, chiaramente, dalla loro
natura, sebbene vi sono alcune operazioni comuni a tutti i tipi di fango, tra cui: l’ispes-
simento, finalizzato a una preliminare riduzione del contenuto di acqua dei fanghi e la
disidratazione, che ha l’obiettivo di ridurre al minimo la presenza di acqua. Un minore
contenuto di acqua, infatti, significa minori volumi da trasportare e da smaltire e, quindi,
minori costi. A tal proposito s’introducono due definizioni fondamentali: il contenuto di
solidi e il contenuto di acqua.
Con riferimento alla figura 1.1, il contenuto di solidi del fango, anche noto come contenu-
to di sostanze secche (S, %), o più semplicemente secco, è definito come segue:
PS PS 1
S" 100 " 100 " 100 (1.1)
Ptot PS PW PW
1
PS
dove
PS = peso di solidi
Ptot = PS + PW = peso totale
PW = peso d’acqua.
PW PW 1
W" 100 " 100 " 100 (1.2)
Ptot PS PW P
1 S
PW
Per prendere familiarità con questi semplici concetti e avere un’idea dell’importanza dei
processi di riduzione del tenore d’acqua, si supponga di disporre di 1 m3 di fanghi cor-
rispondenti a circa 1000 kg (Ptot). In accordo con Bonomo (2008), infatti, per fanghi non
disidratati si può assumere il peso specifico dell’acqua (1 t/m3, 1000 kg/m3, 1 kg/l). Un
tenore di secco dell’uno per cento nei fanghi (S = 1%), implica:
¯ 1
² PS " 1000 kg " 10 kg
(1.4)
° 100
² P " 1000 10 " 990 kg
± W
segue
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
13
Produzione, caratterizzazione e trattamento dei fanghi di depurazione cap 1
segue
Produzione Umidità (%) Secco (%) Volume
Tipo di impianto pro-capite pro-capite
(g/ab/d) Intervallo Valore tipico Valore tipico (l/ab/d)
Fango biologico da percolatore intensi-
20-25 94-97 95 5 0,47
vo (su liquame chiarificato)
Tabella 1.2. Contenuto di solidi e nutrienti dei fanghi di depurazione non stabilizzati (fonte: Bonomo, 2008; Metcalf
& Eddy, 2006)
Parametro Unità Fango primario Fango attivo
Tabella 1.3. Composizione chimica media di fanghi non trattati e digeriti (fonte: modificato da Metcalf & Eddy, 2006)
Fanghi attivi
Fanghi primari non trattati Fanghi primari digeriti
non trattati
Voce
Intervallo Valore Intervallo Valore Intervallo
di variazione medio di variazione medio di variazione
Alcalinità
500-1500 1000 2500-3500 3000 580-1100
(mg/l come CaCO3)
Acidi organici
200-2000 1100 100-600 200 1100-1700
(mg/l come HAc)
Figura 1.2. Campo di rimozione percentuale dei solidi sospesi totali (TSS) e del BOD5 al variare del tempo di
detenzione in sedimentatori primari (fonte: modificato da Metcalf & Eddy, 2003)
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
16
Fanghi di depurazione
Figura 1.3. Curva della crescita dei microrganismi nei processi di depurazione aerobi, con le fasi successive
indicate con numeri romani. Le lettere indicano gli intervalli della curva sfruttati dai più comuni sistemi: A
= filtri percolatori o doppia filtrazione alternata; B = filtri percolatori convenzionali; C = stabilizzazione per
contatto; D = fanghi attivi rapidi; E = fanghi attivi convenzionali; F = ossidazione totale (fonte: modificato da
Bianucci e Ribaldone Bianucci, 1998)
fase iniziale, con un rapporto substrato/biomassa (F/M) elevato, si ha una fase di crescita
illimitata logaritmica della popolazione batterica. Man mano che il rapporto F/M decre-
sce, la crescita batterica rallenta fino a stabilizzarsi, la curva s’inverte quando oramai il
substrato è ridotto a concentrazioni molto basse.
Da quanto appena osservato si può affermare che la produzione di fango biologico è,
quindi, proporzionale alla velocità di crescita batterica. Sia ai fini del dimensionamento
degli impianti sia ai fini della valutazione della produzione di fango, è necessario valutare
opportunamente il rapporto F/M.
Nei primi tratti della curva (fasi I e II) il rapporto F/M è massimo ed è caratteristico degli
impianti ad altissimo carico, che hanno un rendimento molto basso e possono avere solo
funzione di pretrattamenti. Nella fase I della curva, i microrganismi elaborano gli esoen-
zimi necessari per degradare il materiale particellare e polimerico rendendolo idoneo al
successivo metabolismo batterico. Non vi è, quindi, una rimozione reale del substrato,
per cui il rendimento depurativo appare trascurabile. Nella fase III della curva, invece,
si osserva un’attività batterica massima sia con la fase di accrescimento logaritmico il-
limitato sia con l’instaurarsi di fenomeni di bioflocculazione, che, nel formare il fiocco,
inglobano anche una parte dei solidi sospesi e colloidali presenti nei reflui: è in questa
fase che la produzione di fango è massima, il rendimento di rimozione della sostanza
organica comincia a essere elevato, anche se non ancora paragonabile a quello delle fasi
successive; il fango prodotto presenta caratteristiche tali da richiedere ulteriori tratta-
menti, prima di essere inviato alla disidratazione. Nella fase successiva (IV) il substrato
tende a esaurirsi e la crescita batterica rallenta: con essa rallenta la produzione di fango
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
18
Fanghi di depurazione
e cambiano le sue caratteristiche (si è nella fase di medio e basso carico). Nella fase V il
substrato è praticamente degradato e i batteri non crescono più, anzi per sopravvivere
devono metabolizzare il carbonio endogeno, per cui il fenomeno di accrescimento diven-
ta addirittura negativo. È questa la fase a bassissimo carico (a ossidazione totale), dove
la produzione di fango è minima e le caratteristiche del fango sono tali da non richiedere
ulteriori trattamenti prima della disidratazione.
Per quanto attiene al rapporto F/M, in questa sede s’illustrano esclusivamente i problemi
che si riferiscono alla produzione e al trattamento del fango biologico di supero.
Nel caso degli impianti a colture sospese, i parametri che maggiormente hanno influenza
sul processo di produzione del fango sono il carico del fango e la concentrazione delle so-
stanze solide nella miscela aerata (misura indiretta della concentrazione della biomassa).
Nel diagramma logaritmico di Imhoff, riportato in figura 1.4, sono mostrate le principali
variabili di processo in funzione del carico del fango (o fattore di carico organico) tra cui
la produzione di fango espressa in kgSS/kgBOD5 rimosso al giorno. Nel caso degli impianti
a biomassa adesa il principio è identico, anche se i parametri e il rapporto con la produ-
zione di fango sono definiti secondo i casi in maniera diversa.
Un ulteriore contributo alla produzione di fango biologico (che incide anche sulle caratte-
ristiche finali del fango) si registra, soprattutto su impianti che trattano reflui industriali,
quando si esegue una fase ossidativa con colture sospese in letto fluido di materiale
adsorbente.
È il caso tipico dell’uso del carbone attivo in polvere, introdotto nella fase di ossidazione
biologica, in presenza di elevate concentrazioni di tensioattivi, di coloranti o di composti
bioinibenti (scarichi di conceria, industria tessile, ecc). Il carbone attivo funge da adsor-
bente dei composti, che allo stato libero inibiscono la popolazione batterica o provocano
separazioni della miscela acqua-fango. Una parte dell’adsorbente è rimossa con il fango
di supero e deve essere reintegrata. Altri adsorbenti usati con fine analogo sono la ben-
Figura 1.4. Curva di correlazione tra carico del fango, produzione di fanghi di supero e abbattimento del BOD5
(fonte: modificato da Raso, 1983)
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
19
Produzione, caratterizzazione e trattamento dei fanghi di depurazione cap 1
tonite, il caolino e il talco, al quale si ricorre soprattutto per appesantire fanghi eccessi-
vamente leggeri.
Nel caso d’impianti di tipo industriale, il fango biologico si può presentare in maniera
deflocculata e scarsamente sedimentabile, per cui una sedimentazione naturale può non
produrre effetti depurativi apprezzabili. In questo caso si usano polimeri come flocculanti
(poliammine, resine, diciandiammide formaldeide, polimeri cationici o miscele di compo-
sti inorganici e organici, polimeri di origine naturale) ed è evidente che tale attività condi-
ziona non poco sia le quantità di fango prodotto sia la qualità. In alcuni casi, nonostante i
condizionamenti chimici, le caratteristiche del fango in sedimentazione risultano mutevoli
e di difficile gestione, per cui, sempre di più, nonostante le indubbie complicazioni del
processo e l’incremento dei costi di gestione, ci si avvale della flottazione anche per ge-
stire il fango biologico. Questa soluzione si diffonde sempre di più anche per effetto dei
cronici fenomeni di bulking che si riscontrano in alcuni impianti industriali. In alcuni casi il
trattamento di flottazione viene inserito a valle di un precedente trattamento di sedimen-
tazione, per recuperare il fango sfuggito dalla fase precedente.
1.8.1. Ispessimento
La concentrazione di secco sia dei fanghi primari sia di quelli secondari è molto variabile,
per cui gli stessi fanghi misti, derivanti dal mescolamento delle due tipologie, possono
avere variazioni consistenti. L’ispessimento è un’operazione che si attua per incremen-
tare il contenuto di solidi nel fango, in modo da ridurne consistentemente il volume.
Abstract tratto da www.darioflaccovio.it - Tutti i diritti riservati
20
Fanghi di depurazione
Un fango misto con un contenuto in secco dell’1% circa può essere concentrato senza
eccessive difficoltà, fino a un tenore del 4%, con la corrispondente riduzione del volume
da trattare al 25% di quello originario. L’ispessimento può avvenire sia a monte sia a valle
di ulteriori trattamenti (generalmente di digestione e stabilizzazione). Nel primo caso si
parla di pre-ispessimento e nel secondo di post-ispessimento. L’acqua rilasciata dai fanghi
nel corso dell’ispessimento è del tipo “non legata” e, quindi, può essere estratta anche
senza alcun condizionamento chimico. L’ispessimento è un’operazione di tipo fisico nella
quale non si procede, tipicamente, a dosaggi di reattivi chimici, come in altre fasi della
linea fanghi. In alcuni casi, tuttavia, si ricorre all’aggiunta di polielettroliti e cloruro ferrico
per ottenere percentuali di secco più elevate. Un tale tipo di trattamento, però, andreb-
be più propriamente annoverato tra i processi di condizionamento chimico che, spesso,
si attuano prima della disidratazione. La riduzione del contenuto d’acqua del fango e la
conseguente riduzione di volume consentono sia di operare in maniera più contenuta
con le operazioni di trasporto e movimentazione sia di contenere i volumi delle unità suc-
cessive, con notevole risparmio dei costi d’investimento. Si riescono, inoltre, a contenere
anche i costi di gestione sia nel caso di condizionamento chimico (per effetto di dosaggi
più contenuti) sia di digestione per la ridotta necessità di combustibile esterno (per la
digestione anaerobica) o di energia elettrica (per la digestione aerobica). Le modalità di
conduzione dell’ispessimento sono di seguito descritte.
Fanghi attivi da processi a biomassa sospesa (aria) 0,5-1,5 (1,0) 2-3 (2,5) 20-40 (30)
Separati
Fanghi attivi da processi a biomassa sospesa (ossigeno puro) 0,5-1,5 (1,0) 2-3 (2,5) 20-40 (30)
segue