Gianni Toti - Totilogia
Gianni Toti - Totilogia
Gianni Toti - Totilogia
[diaforia
A n t o lo g i a p o e t i ca di Gian n i To t i
Disegno, senza titolo, senza data (probabilmente tra la fine degli anni settanta e la met degli anni ottanta)- provenienza: fondo di disegni dellarchivio Gianni Toti - La Casa Totiana
(DETTO DA DIRE)
era unepoca strana, con strane orecchie: crescevano rumori e silenzio, complici fratelli, tutti parlavano, anche i muti, e pi i parlatori, bastavano gli specchi delle parole a ignorarsi il consumo saliva sui diagrammi - parole come prodotti luomo era tutto detto, cancellato lindicibile, che vuoi dire? chiedevano, e dovevi rispondere anche se non volevi dire altro che lineffabile con fabili parole e continuare a crearlo come una vecchia frontiera sempre in viaggio un po pi in l di questo al di qua era unepoca strana: il mondo ammutoliva e il silenzio gridato era solenne tra le navate dello spazio che cominciava ad ascoltarsi
non paragonava pi niente a nessuno non diceva pi alla sua donna che era come una rosa che era una rosa non ripeteva neppure pi alla sua rosa che era come la sua donna che era la sua donna ma quando lei arrivava sei come te ripeteva e quando aspirava una rosa sei come una rosa constatava e gli veniva quasi da piangere perch la sua donna era solo la sua donna le rose erano le rose e tutte le donne del mondo tutte le rose il come era abolito nessuno lo sapeva pi distinguere tra il volto e lo specchio finalmente
(LUOMO RISCRITTO)
quando usciva di casa, al mattino, era ancora nudo finch non comprava il giornale era nudo poi si vestiva di carta stampata, e non era pi nudo se ne andava allora per la citt coperto di notizie con giacche dorrore su camicie di dubbio su canottiere incerte indosso a epidermidi lacerate (il delitto delluomo il delitto della classe il delitto della nazione o del sistema di nazioni il delitto, forse, di tutto il pianeta) e poi tornava a casa, denudato nuovamente ma indossava subito la vestaglia del giornale della sera (con cinque omicidi e cinque discorsi sul progresso tre suicidi e tre premi di bont settantacinque truffe e altrettante medaglie per gli anziani) andava a dormire in un letto tutto stampato.
(ANTILOGIA)
n viaggiatore n nomade n alpinista n navigatore - la sua barca una scrivania soltanto, astratta e immobile eppure frequentava altezze niente affatto rassicuranti dove pensieri nudi sguainavano unghie segrete cercava e incontrava a volte anche il silenzio primordiale e soffriva il terrore del primo amido ma non incontri erano piuttosto appuntamenti con la paura la prima condizione del coraggio e solo quando si imbatteva col nudo pensiero unghiato si raccoglieva, dai piedi alla testa, e scalava il cervello
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- saliva, per simpatia su gradini di timidi pensieri poi, a quattro a quattro faceva rampe di secoli.
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anchio riempio la bocca del sintagma anchio ripeto luomo del futuro ma vorrei fosse lui la mia memoria ma ricordo i miei avi anche suoi avi e la guerra feroce contro il mondo e luomo lupo alluomo lupo al lupo la schiavit delle piante e delle acque e gli animali assoggettati, forse arrestati per sempre nel cammino dal buio della specie alla ragione e poi il sangue, gli oceani di sangue da cui emergiamo appena ora, cruenti (e il dolore, il dolore, s, il dolore del dolore, s, il pianto del pianto, e la bambina, s, di Dostoievski, col musetto ficcato nella emme), lorrore irriscattabile langoscia irredimita, forse irrimediabile. Anchio rigiro in bocca il bel sintagma anchio ripeto luomo del futuro - vorrei dimenticare la memoria dei padri, che i miei figli che i tuoi figli senza passato senza noi partissero per quelle terre vergini del tempo
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in cui potranno forse ripiantarci perch moriamo, noi, al nostro passato. - dimenticarci: vi sar possibile?
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(DU NOVEAU)
nuove forme -esortava- nuove forme urgenti, e non era tanto nuovo neppure lui che si formalizzava rifacendosi il viso tutti i giorni ed era cos nuovo e cos vecchio che ogni mattina lo riconoscevi: fra tutti, nella strada, solo lui era cos vecchio in maniera cos nuova.
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(HOMO VIDENS)
coltelli fra le palpebre, non occhi ha sfogliato il giornale: fra due pagine incartati ha trovato mille morti ogni giorno cos, a colazione imburra il pane con sangue e notizie poi si scrolla e cammina fra la gente che maneggia morti di carta, tutta viva guarda il mondo con occhi affilati coltelli fra le palpebre, e taglia, e recide.
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tempo di spazi, certo, chi lo nega? il cuore ti si allarga dentro il petto e si fa uccello che rompe la gabbia solo col desiderio delle ali quando pensi alle nuove parole: distanza, per esempio, traiettoria, orbita, lontananze e sai che tutto veramente grande e senza fine e che tutto possibile noi non sappiamo dove andiamo, pensi ma certo che veniamo da lontano: tutto questo avr un senso o lo daremo noi stessi al caos al dubbio anche alla morte e al vetro freddo dellanima appoggi la tua fronte scritta di inquietudini fuori dalla finestra tutto il mondo lo spazio il tempo lutero immenso del futuro sei triste allegro tenero di morte ti sorridi scrivendoti qualcosa firmandoti testimoniando per te vivendoti bruciandoti lasciando qui sul foglio la tua cenere.
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Disegno, senza titolo, senza data (probabilmente tra la fine degli anni settanta e la met degli anni ottanta)- provenienza: fondo di disegni dellarchivio Gianni Toti - La Casa Totiana
1 il paesaggio scritto con la luce di coloro che riportano faticoso peso pochi fogli le agenzie di guerra guaisce o muggisce o ruggisce forse o forse riscrive soltanto luomo riveduto e ancora scorretto sulle scrivanie con quella sua morte increduta con quei suoi morti insensati sotto fotografici soli immensi altrettanto insensati a splendere diciamo perch e io ideologizzo (e tu) mi spiego chi ha ragione storicamente chi storicamente ha torto
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e simpatizzo coi giusti bucherellati ignorando i bucherellati ingiusti che presto crepino e tutti quanti poi no e no ancora e no con molti altri o e acca in fondo agli esclamativi della disperanza che si vuole negare: io li sono essi luomo tra virgole alte la specie insomma la giusta e ingiusta che mi muore sui giornali 2 e mi rimuoiono addosso non so come sono entrati nella cucina della fortezza senza porte abbattuta con un respiro ultimo e lanima dei fucili dentro (esofago brunto il tunnel ad altissima rotante velocit della morte) so che adesso si allineano sulle salviette con buchi e squarci piegati dallinchiostro leggibili e tu che orrore commenti non ci sono notizie buone questa mattina da consumare solo Than-nut e Van-lang il paese dei letterati del mattino della grande pace del sud dal mondo non pi lettera che si legga solo lettera che si scrive con altri inchiostri e pensieri forati da silenziate raffiche elettroscritte a mille e una voce al secondo avvitate a spirale nellanima - nellanima dico nellanima dei fucili tra piccole virgole
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addosso mi rimuoiono addosso a loro io rivivo mi sono io li sono sto scalando il balcone di Ellsworth dal cranio rasato rosato e quello mi tira con la quarantacinque in gola e io con lAK-47 sotto la cintura a borchie io sono Thai io sono Ellsworth io mi sono (e tu) qui lettore-scrittore di immagini io ho sparato e sono morto gi tante volte morte da giornale che pi non vorrei cos - e perch muoio ancora? 3 poi gli anni lanciati allinseguimento eccoli cani del tempo coi denti violacei ti si sfanno gi dentro le immagini? gli spaesaggi dove tu spaesato i mucchi dazzurro sudicio e gli orizzonti con la piega allangolo ironica lanima dei fucili mi sogghigna (e ti) da Phu-to e da Nan-gh nomi familiari pi delle rocche e dei castelli da vino qui attorno sul tavolo-scrivania accanto alle tazzine insanguinate si allineano lisci i cadaveri di carta
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blindano rose laggi guerriglie anche tra fronti e tempie le parole vanno in montagna i silenzi si scontrano in citt lindifesa allegria parola messa in dubbio la pausa lintervallo si allarga fra i due atti il sipario continua a recitare e lo schermo si popola di film impotuti disimmaginabili e tu meditante-militante lessicalizzante metafore duso stradali da cucina e letto incapace di perdere niente perch ricuperi anche gli accenti rivoltosi agli a-capo unghie di ferro polsi di pietra laggi ti affilano le nocche tutto serve ad uccidere la morte una bara infinibile planetaria illeggibili tavole fuorilegge
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schemi di futuro edizioni SF Desengao 12: societ in movimento il pianeta smotta nessuna resistenza - solo rivoluzioni bene avviate motori a posto - non passo e apro inventario dellavvenire la tecnica per - non cambiare se non - volete proprio mettervi oggi la faccia da sera la mutazione dei mediocrati pensanti - in mpesabili quasi eccetera allegri prezzi modici - modificazioni a piacere si soddisfano tutte le insoddisfazioni si pro-curano anche queste per poi dissoddisfarle - schemi anche di passato per chi ci tiene al - e vorrebbe ri vivere o sviverlo - tutto o in parte con qualche virgola spostata la detestazione del globo insomma con testazione triste entusiaste (la corsa ispirata - cominciamo a o finiamo di resisterci?)
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arma-menti
incapacitaria unarma compossibile psico-displeptica la specie che si altera metamorfosi futura attuale dio gi incapacitario luomo adesso figurtevelo euforia ansiosa volont di non volere nolont lare angoscia dirottti camminanti allindietro soldati gamberi umani cromosomi leucocitari in rivolta a spasso per il sangue malformando congenitali eccetera larma incapacitaria chi luser ne sar usato nessuno sparer ai nessuni nolontari tutti si?
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privata guerriglia
non serve (Von Clausewitz)
recise le vene ai semestri - a quelli almeno perch il putrido sangue del secolo zampillasse la fontanella nera e il maiale stridesse tutta la sua notte rubando laria al coltello e agli occhi-acini azzurri in conserva restituissero i denti il sapore con la corda di Serghiei la pistola di Vladmir il treno di Attila e tutti gli altri ammennicoli dei suicidi per istinto di conservazione lintollerante toller allo specchio di tutte sperando che un giorno le ideologie di coloro anche la propria faccia le mattine dellepoca sparissero tutte che si muovono a capriccio
recise le vene poi le riallacci poi ancora recise i coltelli con le vene taglienti la vergine partitica gli proib la tessera facendogli pagare i bollini per leternit perch vegliasse sulla soglia dellorrore da camera appena suonato e stanco divent un surrogato del silenzio finch venne il finch e
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per dopo
il vivifero sorrise con le mamillule si vest si fum le bocche e fra le scaglie cespugliose - i peli -alberi le sprendientissime placche carezzate dalle mortifere - iss una cravatta-segnale dumanitante poi si mise il mondo addosso all eso-scheletro e occhi sugli occhi e schermi sugli schermi (ci vedeva attraverso: ere future e di fianco) e incesse neolitico-cosmico coi pianeti ai piedi ben calzati e la galassia attillata la fiammella dello spirito con lignizione a scatto lio a serramanico buona eternit amico sei nato bene queste billennio hai avuto ancora lincubo questa plurinotte? ti sei sognato luomo? (che si batte con luomo che si resiste a morte?)
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Disegno, senza titolo, senza data (probabilmente tra la fine degli anni settanta e la met degli anni ottanta)- provenienza: fondo di disegni dellarchivio Gianni Toti - La Casa Totiana
1 guarda il glomerulo umano la membranella il lume capillare lendotelio il mesangio lo pseudpodo e raggomitolati se ripuoi 2 e lassa i laserpci o sarai anmane spasmofilo estetpsico statisti-estetistco uscendo troppo non rientrerai
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3 il respiro tascabile i rotametri il palloncino tende a collabire ipovntila il flusso della curva e lagonia tascata linsufflabile 4 telefonano al cuore (al cardio): pronto il check ricevitore al petto batte ancora allncora ma gi sta scaricandosi e fonocontrollo e morte in anticamera 5 una torcia ultrafonica ultraottica occhiali ciechi ascoltanti silenzi divisioni eco-radar del buio forse il cieco vedr anche pi lontano 6 tre cervelli lo sai nel tuo cervello : il cervello del rettile il limbico engrammatore e il neoencefalo che il pi forte del rettile non lineo
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7 da rettile o da uomo tu ti porti o ti comporti nellendecasillabo? duecentomilionanni gi compiuti e partorisci cos poche idee 8 automata engrammato globus pallidus putamen ippocampo non ti servi del lobo orbito-frntico: persistono le pulsioni del rettile cerebro 9 e strutture globali immaginanti e il punto di rottura della storia e la specie plantica: o silenzio alle tue tempie premi ancora il tempo 10 verr luomo di immagine associante col suo museo interiore: il paleoencefalo che striscia dentro il verso e nellaccento? verr? io gi limmagin(in)azione
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SAGGIO IN-VERSI-BILE SULLIMPROPONIBILITA DELLA POESIA _______________________________________ ri-pro-posta ai termalosi de-centrati dellalbanera 1970proPOESIAposta
adsentio - homo scriptus - assenso scritto invio composto astratto di sentire e pref e prep con signif di avvicinanza allativo a esprimere un parere diciamo da apparire in rassegna di operatori ipotizzanti su poesia e funzione e tc (etc homo perch no perch s per che cosa) confusione confesso nome dazione di fondere : la poesia-ipotesi lipotesi-poesia linfunzione che occupa lo spazio culturalmente vuoto ritenuto tuttora non per le sorti parvifiche e improgredibili dellistituto in crisi che premiava impoeti fungibili e funti e funturi e futuri infuturituri ma ma (magis fortemente accentato e perci troncato) ma pi che scoprire e valorizzare - e quindi anche per scoprire e valorizzare con qualcosa in pi: un discorso perch definita risulti lindefinibile e socializzabile funzione dei poeti intendibili dunque quali operatori di cultura (quale dunque cultura quale
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la parentesi resta aperta come il gruppo aperto che propone gi in questa quarta cat-strfe a sestine improponibili (saggio-in-verso sdiciamo: settne anche) un proprio articolato (gi coi piccoli arti?) modo di essere - ripetiamo? - poeta (ma gi chiaro e pi che chiaro ormai il poiets-techntes che cosa e chi?) quale il lavoro svolto chi lavora chi svolge? il centro culturale ma di quale circonferenza centro non sappiamo n di quale cultura (ignozione di? nozione di ignorance-poetry-fiction? cultura di classe? quale classe o quali? il silenzio protesta per il resto non dato) altra la fame di sfamare e affamare altri gli altri se irrivoluzionare non vogliamo (nogliamo?) le rivoluzioni che involgono pallidi irrivoluzionaristi sognanti appagamenti dopo morfsi a met: dunque poco un sotto niente da nicevokis da nientniks la posta davanti a quale carretto di immerci improducibili a industria ma assentir scrivendomi sotto e addosso innaturalmente perch gli assenti-che-non-hanno-torto che marcisce e la superbia dei superprobi fanno sottoridere anche chi ancora come me a fior di coscienza intorbidita ruota fingendosi infungibile o gi infunto poetiscalco invece di culture o dominii ideoilloge e sinstemi forse usciremo appena dalla fila lunga degli assassini ditemi? oppure
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uccideremo ancora con affilate parole i pensieri che stanno sotto messi scritti sotto dentro le palpebre di fronte agli schermi di fosfni intradotti ancora ma presto al cinema neurologico interpoeti massimifici forse il forse ci aiuta forse il forse ci in-lude e insomma e insottrazione assentir ospitabile dallorganizzazione culturale poetermica prendendo per le mani manifestando dunque la utopoetoposta annegativa di impoesie poetisttiche e di littrateurs du coeur cerebrillanti informatici (informteci) tristesciuti per infungerci nel processo di produzione della morte cos e non dunque alle calde sorgenti in Comune termofori o ignferi o soltanto scussori di verbali niente esserci non esserci di pi esserci unguicolati a lungo e una morte infinibile indicibile immoribile di cui uccidere la poesia dominio del cosmopitecantropo . . . . . . . . . .
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Disegno, senza titolo, senza data - provenienza: fondo di disegni dellarchivio Gianni Toti La Casa Totiana
75 corre nel mondo una parola vaga questa parola partecipazione (cos disse un sindaco con la sua prosa di coscienza ma erano due endecasillabari) e io credo sia sbagliata e che divaga questa parola poesicipazione 60 perch lui commisce dopo misce e immisce prima preparole postparole verbisgrazie elettrologismi imbustione immistione commistibile la materia pantoletteraria dunque commiscelando ci che si immischia il miscello va bene il male detto bene peggio
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57 segnisfatti segnifascenti ex-parole ex-frecce non pi un non fra tutti questi s nuotiamo remighiamo con le ciglia cispe fra le alghe-lineette i circonflessi sargassi sfacciamo sfrecciamo gli ultimi insigni aspettiamo il vero silenzio quando ci ascolteremo dire che ci siam detti proprio tutto meno il resto - appunto
52 avvlgiti espniti regstrati definsciti sgrnati emulgi impugna risolvi inverti riprendi perfrati pplicati destnati contrstati satrati
47 mi ri sibleolna el raople ah no che no e poi no! scusatemisiribellanolerapole le parole volevo dire non volevano
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le dicessi adesso le dico ma se mi si bilerlessora el pleora? tesascu tesascu scutesa scutesa sascute le ropela oddia! excausate! 18 un cinepoetigma che cosa uno stigmatdio dove? un cinepiema qui soltanto imimagine verbimmagini sonore silenziate interne e stremate auditive in silenzio visuali senza sguardi e rmano solo con visioni cieche parole taciute forse cos anche sulloltreschermo vedrai che non vedrai sentirai che non puoi sentire cinigmi se non dentro quel campo ben confinato versificare le occhiate scandire un tempo che non quello del proiettore imperioso ma come dire come se lo vedi il come?
16 fasmografie diciamole eloquele o skoinbati ambuli sulle funi del silenzio sociale da non dire poetmbuli ridicibili cos fumidi
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poetesti feneratizzi se escandescono (quale candenza?) poetambulacri di carta quandove viandiamo adesso transtornanti grafografi piuttosto o anche 1 il bellorrore lorrida bellezza linfelicit ormai felice avvenuto il poetifragio perfetta limperfezione ottusacuto lossimoro in ordine il disordine del giorno feral feriale moriremo e saremo felici la rivoluzione gi tutta scritta letta riveduta e corretta
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1 et se li despich la testa del busto et rimase in doe parte et cadeto in terra s che fu apichato et tagliata la testa in una volta 2 et mai se ritrova che fusse fato talle cossa et mai avere visto talle cossa zio usato insiemo zio fato tanto bordello
3 et uno fu brusato perch avea rotto il sedere a uno putto et mor perch avea doe fiole le quali se disse pubblicamente che le avea ingravedate tutte doe
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1 il futurituro senza cresta senzonda sulla cresta appena salito il presente appena sceso il passato non salir pi giganti rosse nane bianche e la freccia storica del tempo che le penetra una a una nel piccolissimo il mondo cambia ma non si evolve solo nel grande informazione ordine disordine solo lambiente del possibile scrivibile da certezza del grado di incertezza linformazione della disinformazione la poesia della prosa della poesia differenze di una uguaglianza
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scrittura del silenzio sua lettura 2 perch il possibile non infinito infinito solo il poesibile nessun sistema reale isolato per tu dici solitudine la cosmica degradazione la degradazione informativa ma tu che sia una rosa e la rosa ti sia non si degrada big bang processo dolce immginatela cos la freccia cosmologica il sommo calcolatore universo non informato sul futuro poi tempoetare dunque v pure da qualche parte nel tutto quanto il tutto
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Il pescinemaletto - disegno, risalente alla fine degli anni Settanta .- provenienza: fondo di disegni dellarchivio di Gianni Toti - La Casa Totiana
GLOSSOCOMIO?
ti hanno timbrato fino dalla nascita con razza duomo prima identit e poi con nome connominato trasforandoti egoibile con le pinze ma non eri ancora svanito nella lusione bardato con tutti gli infinimenti e le cinture e le croate e i fili che pendono dai bottoni e viceversa le teste che ciondolano dai capelli vattene adesso rondinotto da briglia il prima non c stato ancora per te prima che ti insegnino a ricordarlo non ci sar il dopo prima che ti postarghino ascltati corri ma di fianco (dalla rosa la zolla - dalla zolla il pianeta) cos potrai mostrarci ladcanto lala sola che ha una parola sopra a surlinearlo e perch lo pronunciamo parolato grave o acuto in-ad-cantabile lallazione lala glossopea glossalgia tacere pi forte
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TELEBUIO
mattoni concavi parole da risuonare accenti verticali o sulle ventitr raccontami una vita senza intreccio o viceversa inenrramela - vuoi? ma s unauga vuota di storia anche tu inenarrato vicino al potere che i presidenti visitano consultano perch su loro non smottino le epoche e tuttilresto diavolo dio uomo io proprio cos iterandoci addentandoci con gli occhi virtuosi di telececit noi che viviamo di rendita del futuro produttori di noi stessi svendibili e vaccinati contro le irrivoluzioni innocui discotti da dessert della storia tradotti da noi stessi prima di scriverci i perbenisti ridono dei permalisti in una facienda lunga di treni senza orari e orari senza treni con lunghia fessa beati e mondiali ma i perpetui contabili del nulla domestico divoratori di commedie altrui ti assicurano
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un sudario di carta se non ti chiudi nella bara della tua bocca dopo magari aver castrato lultimo angelo
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nellottandra non metterla la tessitrice dinsonnia peluginosa lintrico della siesta lefflorescenza delle ciglia la bava inconsaputa lavvelenata pazienza della buccina vegetale che buca la crosta del silenzio la putreflorescenza dellascella pi bassa hai detto non in quella infiniandra sgmitola adesso la tua notte nel cassetto dietro la fronte il filo rotto per sempre e il ragno dellamore tesse ci che sai blando lorrore una tendina impallidita ai vetri ciechi senza soli neppure di passaggio questa maniera di morire da morire questo russare della morte assonnata quel suo nghelos timido
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IDENTITOLITARISMO
nellaergastolo della tua identit desiderandoti troppo (o troppista!) nel parcheggio per mammuth con antropodotti spleendidi sappi che la tua quota di mercato la tua - di te - vendita non dura troppo - ti scambiano svaloroso cappioetilista per tristi titoli nel regime titolitario e sotto la dettatura del paroletarato per troppi secoli o intima reazionaria tristezza abbiamo scherzato
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PROFEZIA POSTFETICA
lultima cravatta si annoder lultimo collo e lultima botola sbadiglier inghiottendo gli ultimi piedi e non ci sar pi nessuno dopo il dopo
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USCENDO DE-LIRA
la porta se ne va dalle mani batenti i battenti lo spazio alla finestra con le unghie aggrinfiate il buio annega negli occhi affacciati allo sguardo alito di un nulla che si mette a parlare di tutto come se fosse di pi e diverso poi trabocca e si sparge nellidea di vuoto pi vuota un inguine di neve perforato un ululato in cerca di lupi un delirio asciutto e caldo che ha perduto il suo ultimo letto si arruffano se non le vedi ali invisibiliari che non volano mai da un sonno a un sogno gi sognato devisorio con salti e tuffi di scarto questo stupore in corsa fra le accapigliature del vento i nitriti del silenzio una tenaglia il gelo alla nuca il pensiero in conserva (ne avremo per tutto lanno?) rimescola asteroidi da camera rimasto perch lo sguardo negli occhi spenti cenere astrale nella brace dei pi increduli ludicri teleologoscopi e adesso tramonta la sua visura dietro le tue tempie ti capisci? un altro po di caosmosilenzio? grazie vrsatene allora ma senza sussurrartelo con gridolini soffocati il futuro prese la mira si avvent si sbagli si sperse il presente aspetta facendo ancora e sempre il bersaglio il passato gli addentava la falda non voleva perdere e la penna morde le gnose interroga anche i ghirigori la risposta senza domanda chiusa nella sua inchiodata chiave
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POETABITANDO
imputati di battericidio gli anticorpi antivirus coxsackie antitraspeptidanti forse ad ampio spettro reagirono la palpazione dice quasi tutto congelate le vertigini con il trapano assottigliando la parete del canale semicircolare orizzontante e il nistagmo batter il lato indenne lungodegeva quellui : morte cronica infiniente le residenze anticamerali delladdormentamento per un sempre che desemprarsi potrebbe (non vi abita poeticamente luomo povero caro Hlderlin) e c il cancro del grasso e il carcinembrione test-ifica che attendibili le inattese : ci vuole un salvavecchi alla cintura sulla tazza nella vasca sullo scendiletto sulle rotelle sotto i cuscini sotto i sogni penultimi
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CATALOGEMA
Tomascio fuoritesto quinimestre inedito secondo i costituti del suo processo e gobbula o falangio lincontro dei tre vivi e dei tre morti tu lunata col dorso bene ornato gli scostumari uccello a vol di sguardi i tacitori inclamano tu carnesci cantillazioni causale cantri in 8 gr. pp. con tavv. ritr. e iscriz. rip. e figg. f.t. staccato dorso uno strappo che il testo non lede ripieg. con tassello e cordoni sul piatto ant-esemplare stato perfetto
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ABRACADAVERE
fa segno ancora abreg ad hbra e dice: fino alla morte spedisci la folgore il filattero questo ma non ancora arrivata noun il caos e non c differenza nel tohu-bohu del deserto e del vuoto era disorientato lessere forse lo ancora
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NEOLOGIO
scansione ma di barre prigione senza esse gamma di tasso illibertaria materia braccio di raffreddamento della testa calda il criostato si compensa a ingiunzione diffusa crescenti spessori sensibili dellantinulla la capacit connessa allingresso poca senza il rumore di un buon preampli ficatore di carica a tubi capsciti il rivelatore al germanio ti ridice cos intorno al KeV atomi droganti il borosfosforo il neobosforo il largo impianta gli ioni alle tempie termoluminesce e splende buio il drogaggio di altura con la barriera-reticolo i dinodi arrivano il flusso di elettreti
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solo parole non ti impressionare imprssionati anzi questi sono i picchi di termolumine scienza la perdita di attivit biologica cresce con leffetto-parete-pagina
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Disegno, senza titolo, senza data - provenienza: fondo di disegni dellarchivio Gianni Toti La Casa Totiana
UN PO SUBFICIALE
baciami dice e sul suo immenso cimitero fosforescente profumato di cellule morte cheratinose appiattite su molti piani - gli alti e i bassi e le fondamenta che non - sullo strato corneificato indurita lamina continua resistente protettiva il primo vestito offertole da natura madre epicutaneo centrifugo cilindrico rotondeggiante - e si sfaldano staccano cadono: biancastra forfora sotto labbra - lubrficala spesso poi anelastica sulla cicatriziale unghiata sul risentimento acneico larrossamento e il nuovo film corneo traspare dopo l esfoliazione ma tu forse la dissolvente levigazione pre ferisci e carezze dure lavaggi sudoripari la lingua delle labbra o le labbra della lingua irrorando sotto la buccia darancia traspirata pelle nuovissime cellule pigmentate fantasiastiche pi turgida azzurro turgore risveglio sottocutaneo
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e sul tuo mantello idrolipidico con spugna asciutta e morbida ti bacer eudermico a lungo acido insaturo velo leggero prontamente riassorbito amore di superficie
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, ,
meno ceneri e disperde intermette (cinque sequenze e il coperchio rosso con i pensieri sottostanti a veloce ignizione) ruggine solo agli angoli alti delle visioni con i sottrattivi alcoolinidi per annerire le sopracciglia e il modulatore della pigrizia mentale
se tachipsichico triste frenata fluida sedili anatomici il buco avvitabile tra le gambe alveolgenti inguini aerati il poggianoia in corporato alle tempie autofago no ?
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ILLEGGENDA
una pittura di centocinquanta anni fa: : un ponte di rami un uomo con un bastone sulle spalle una specie di sedia sulla sedia un uomo che legge sotto il ponte una rpida sulla riva opposta un altruomo sulle spalle un uomo che osserva : : : una pittura di duemila anni fa: : un ponte di rami un uomo che legge sulle spalle una specie di sedia sulla sedia un uomo con un bastone sotto il ponte una rpida sulla riva opposta un altruomo sulle spalle un uomo con un bastone il bastone tutto scritto e inciso si vede : : : una pittura di diecimila anni fa: : un ponte tutto scritto gli uomini lo attraversano leggendolo . . . . . . . . .
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LIBRIVIDI
del femminile qui sinseguono gli anonfalo tomici blasoni che non sapete e insieme con i contro-blasoni componibili e scom ponibili addizionabili in figure da sottrarre gi composte se volete e non incomposte se ci manca la costola e raccorciati i margini restaurare i blasoni soppressi di faone e nihof le fioriture trovare con fondo leggermente arrossato rilegtele in pelle e piatti impressi tagli in oro e piccole spellature e smerletti le macchioline gialle marginali dallorigine cerano gi in verde pelle come Eulalie voleva sulla sua tavola di ri-libert per le care Madame de Bathzamooth e la Marquise de Mont Cornillon Cocodette con la settaria Anandrine propudiose pripee regine di libridini pro cepita ventris oratio habita ad patres crepitantes ma con strappetti angolari e punti azzurrini cinerognoli iningiallibili pi rarit esauritissime e non come la vuoi dimmi scritta domani su pelle appena strappata da sederini di bimbe ? Monsieur de Non gentilhomme ordinaire du Roi des Rois de Reine des Reines Voyage en voyages lustrissimo s
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viaggiatore del sette del centro con la costola cordonata e cornicetta doro sui piatti superiori il dilemma dacquisto Monsieur de Non - dtes oui ! Je suis ( jy suis ) Monsieur de Oui - je dis non ( le livre est libre )
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scrivevano su pietre su foglie dalbero incidevano e un amauta saggio inka fu bruciato perch aveva nuovi segni un giorno inventato perch irresponsabile non aveva risposto agli altri saggi che domandavano perch
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UCRONMA
adesso lo so che non aspetto pi ma quando sullantropologio navigava il tempo con la bonaccia sottomare e i treni approdavano sulle banchiglie cosmopuntuali salpavano e tu non ceri la tua assenza soltanto arrivava precisata il polso era una ondata sotto la chiglia ma su quella scia non una corsa su quella falcata senza gambe annegavano sguardi che vedevano non ceri tu non la seconda persona singolare dellassenza coniugare il vuoto sempre pi pieno dei tuoi torbidi niente e ribollavano schiume fume vaporaglie bave azzurre poi grigiosudice risacche su prode di cemento gridate con banderuole e lanterne e calcolati intervalli io ti calavo dai predellini dai ponti levatoi dalle discendere sottomarine sottocelesti sottociliari ti scendevo mi salivi acrobati di scale pesanti scavate sulle braccia sulla fronte sulle nocche spezzate tu mi vuotavi il sangue da tutte le vene senza unghiaie mungendomi dagli occhi tuttilmondo senza mondo finch pi niente nessuna goccia pi dalla frana e seppi che il ritardo non era ritardo ma zamedlenie stilistica iterazione cronologica di un momento privilegiato un esempio daltro ritardo e poi arriva laccento il verso riverso nella baia bianca si ormeggia
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consigliamo qualcosa come confetti fluttuanti finindamina mortamina ideanina ufaninar utopina etc. decongestionano infatti il traffico dei sentimenti costringono i vasi delle affettivit dilatate sopprimono gli oppressori ideologici privati la poemale le coloriti i musicolari ( dolori ) e fagocitano i tristociti le influenze delle stile alterit insomma si affrettino i disponibili a lle poesti alle allucescenze alle reinvisioni la congestione reattiva medicamentosa come si dice con pochi concetti potrete fluttuanti disintossicarvi dalle poetossine le liricitiche smetterla con le algie artisticolari
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ILLETTERARIA DISISCRITTURA
con la phosphorea pennatula scriverei leioptilofimbriato proponendomi nomens ma velella velella nautiloide me ne vado nudibranco sipunclide thalassema gogohimense e temo che lineus longifissus torquatus variopedatus anche rester infundibolo nella conchlega nei fanghi sabbiosi dove i tubicoli scriptori nascono pagine di arena letteratura di istanti
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Disegno, senza titolo, 1978 - provenienza: fondo di disegni dellarchivio Gianni Toti La Casa Totiana
Errori erranti
- Narrare humanum est. Inenarrare diabolicum - sospir linenarratore, trasformatosi immediatamente in inenarratore, per lerrore vocale appena commesso prima di riprendere, ma a inanerrare non a inenarrare linanerranza, inenanerraticamente
Chi tenebrar li lascia e chi li spegne Hanno vita immaginale breve, costumi notturni, endoparassti, amano le tenebre, attaccano i poeti, gli sfarnano dentro le parole. Li chiamano - ma non rispondono - Poetenebriidi. Ne ho uno qui, lucfugo, nello scaznte. Breve, la loro vita immaginale - ma quanto, breve?
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Capo Bovino
Pensa tanto allo scarafaggio nero. Perch? si chiedono gli amici cui lha confessato. Ma per fabbricarselo! Non solo concepirlo ma darlo alla luce; o al buio, che meglio; insomma darlo, darselo, non come un essere creaturo ma come questa sua ossessione ontentonologica, che rientra sicuramente, come tante altre, in un processo o metodo di produzione. Lasciarsi frequentare dallimmagine scaravaggesca (ah, qui la effe diventata vu: bene!). E nei fatti cos stato: lo scarafaggio nero venuto al buio come alla luce. Non letterariamente, ma veramente, sia detto frettolosamente proprio cos: veramente. E adesso lui se lo studia perch uscito dal suo cervello e ne cerca ancora il foro duscita, non lo trova solo perch devessersi richiuso quasi subito. Cos escono gli scarafaggi. Per essere letteraturizzati? No, per crescere e divorarsi lo mio autore. Testa-di-bue, si descrive cos, il carabo. E infatti gi cresciuto tanto, nella cantina letteraria, che non ci sta pi nelle migliaia di pagine metagrafate su di lui. Troppo vasto, lo scarabaggio, ormai. Ha divorato non soltanto lo mio autore, ma anche me, come vedete, che lo sto riscrivendo dal di dentro della sua pelle chitinosa. Su cui non si scrive male dopotutto la storia terrificante dello scarafaggio che, una mattina, si ritrova uomo, raccontatevela da soli.
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Viridaria
Haplo P. Appus si gratt e forse anche grattugi il petalo di margherita galbula sulla tempia sinistra. Un tipo che voi definireste un p anaclonistico, certo falsimilmente, ma gli piaceva coltivarsi da solo, e questo quanto. Quel giorno odorava un po troppo aspramente, se cos possiamo dire di quel sentore, e possiamo dirlo, ci autorizziamo a farlo perch proprio non olidiava, s, ma come resistere alla tentazione di concimare con le personali P.P.P H-acca le foglioline tenere della Pulsatilla axillaris? Ora guardatevelo in serra, Appus. Ha le radichette nervasteniche e i pedculi inquieti, sottosultanti. Svelle adesso le appendici e se ne va, nel giardino. Reintroduce le radicibili nella sua aiuola, e Haplo P. Appus pass tutto quel pomeriggio a stormire.
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Ucronemi al rallentatore
Una mattina si svegliato a lungo, forse troppo, ma a sera si alz - cominci ad alzarsi - e allalba era alzato, ma solo a sera (del secondo giorno) si era lavato, e allalba del terzo, ben rasato, aveva cominciato a vestirsi perch, insomma, alla fine della settimana, usc e, in capo a una seconda settimana, aveva camminato fino alledicola dove compr un giornale che alla fine della terza settimana aveva letto finch, alla fine del mese, cap che quanto stava succedendogli attorno non entrava pi nella sua percezione rallentata, cos, dopo qualche mese, sent che un giorno del suo vecchio mondo temporale era trascorso, e si mosse verso leternit indicibile, certo, qui, in un foglietto che ho impiegato un altro anno a scrivere eppure sono uno dei pi veloci, sappiatelo, in questa dissequenza: ecco, nel prossimo secolo spiegher a qualcuno che cosa mi successo in questi pochi giorni.
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Disegno, senza titolo, senza data - provenienza: fondo di disegni dellarchivio Gianni Toti La Casa Totiana
da POCO DOPO GLI ULTIMI TRE FEMTOSECONDI (racconti coSmunisti dal poetceo) - El Bagatt, 1995 ______________________________________
CLIOPEOPEA
Eraclito ride. Era Clito che non. Kleitors chiusa, la trov. Serraturina. Perch chiudeva. A Kleitor per esempio, citt dellArcadia per una sua sorgente, un tempo famosa, rovina illustre adesso, presso Clituras. Chiavistellino, dunque, clavis da klisis. Chiavi di Clito aprivano, ridendo. E Clio spalancava la Museppea, Clio che annuncitric perchapre chiude, mgnifa e festeggiando esalta e salta e sulta. Per questo Klito inclito, udire si fa e laudare, claudo et laudo, Klo anchio quando kleo anzi kleio. Ma allora claustro e clathra e clethra e klistron e claustro il catenaccio della sua dolcezza chiusa. Sbarra o ardiglione di fibbia, come la chiamavi tu, Eraclitoridente? La chiave sulla bocca. La bocca degli iniziati, Gli iniziati alla serratura. La serratura dellessere. Lesserratura, dici? Sui banchi dei rematori incorregge come una chiave giransi, i remi. Nello stretto, la chiave del mare. T splankna ap tnos, io chiudo il cuore a una, declam Clito che era inclito e rideva splentico, dolendosi per le viscere, il cuore, la milza, lo spleen. S, lo spleen, lo spleendore. Clide rideva, promontorio alto e ciprigno. E il clitofilce anche, rideva ficcando lo sguardo nella klithria, buchiavistellante,
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nel forame clavicolare, per Clito e Clitone, generale al Granco e scultore ad Atene, ambedue ridenti nel Clitoro e nel Clitorio, per klemme e klemmdie, le chiuse ormai forzate spalanchiuse, apriende ancora, apriche. Clitotchne inclitarte! Clitorismi, e clitoroflogsi, e clitorotome poi. Non pi ridenti e clite. Era Clito che non, che non pi rideva, troppo facile aprichiudere. Perci adesso svolitar qui lasciansi le calldie incluse da Fabricino nella terza sezione dellordine degli Inclitoleotteri, Inclitoridentotteri, sulle clitorie aperte in polipetali, diadelfie decandrie leguminose, chiare di colori, a trasversarli fasce gialle bianche, aliptali. E voi puellititillate pur, in fin di pagine il piccolo glande imperforato, il tubercolo rossastro, il penis muliebris, loestrum veneris, lamentula amoris dulcedo, clitride e cenngio. Con voi rider Clizia, Clitiride, oceanitide, sertularia flexibilis. Era Clito che Eraclito ridente voleva; e noi? Noi anche clitorideremeremo, con remi labiali, gli ardiglioni delle fibbie, la femminile glandezza, s!
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PORTAMURO, MUROPORTA
Lho saputo: ha deciso, con la sua semplessit, sic et compliciter, di correre sulla cresta pi alta, sul crinale se preferite, sul controversante del pensiero della specie, dritto sulla meta estrema, proprio cos! lindistruttibile indistruttura, e ora lo vedo che cammina, anzi marcia lungo le mura, la muraglia direi anzi io, questa parete oscura lungo cui lo seguo da tanto di quel tempo (quel tempo, s, quello; di quale tempo credete che parli?), lui sa che, fra poco molto, non fra molto poco - niente fra molto poco, tutto fra tantissimo, non dir fra tutto, sarebbe troppo stremante anche soltanto dirlo - poich le mura sono a destra, a destra si aprir una porta, e da sinistra lui entrer in quella porta che sar poi un portone, dal portale immenso quanto la parete in cui. Ma le mura continuano, erte e dure, senza porosit anche se polverulente, e non si apre crepa, n si fende fessura, n si spalanca porta, n si incrina fronte di pietra, niente: si procede per svelti, senza pause, sono zilionenni che continuiamo, ma lui che procede, io seguo soltanto, io so che porta non si aprir mai, lui sa che invece, io seguo solo per vedere se, lui non si volta mai, sa che lo seguo, non lo inseguo, sa che va avanti ma non come un guardiavanti, come uno che sa di una porta che si aprir soltanto perch a un certo punto, un punto finale, anche se a met delle mura infinite, si fermer e con lo sguardo a cuneo, frecciante, passer, io correr allora e non lo raggiunger, non lo avr raggiunto: non vedr porta aperta, non vedr lui, dovr essere passato, io non rintraccer segno di porta, di passi,
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di passaggio, sentir solo una voce dallaltra parte che inciter: forza! passa! perch non passi, amico tuo
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Enzo Campi
Maurizio Spatola
Biagio Cepollaro
Peter Carravetta
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Donato di Stasi
1.
Gianni Toti (1924-2007), resistente partigiano, inviato speciale/capo redattore/direttore di giornali, sperimentatore poetronico, tra i pochi ad aver attraversato la palude letteraria italiota senza trascinarsi schizzi di mota puteolente, riportandone anzi una severa e defluente opera di bonifica, una necessaria chiarificazione delle acque poetologiche. Lo immagino su un trampolino metaforico da cui spicca complicatissimi salti, che diventano tuffi dal basso verso lalto: le sue carpiature scrittorie appaiono destinate alla testa, ma non disdegnano il lago del cuore, n le viscere della sensibilit pi cocente e lacerata. Studiato nelle annotazioni e nellinterpretazione, il suo lavoro poetico, ovvero il suo starsene in piedi su pi punti, o su infiniti punti, si ricollega generaliter allavventura dellhomo faber contemporaneo: anche quando scrive di cronaca, o riprende con una cinepresa, si avverte perdurante una parte che poetizza dentro di lui e non serve alcun riscontro oggettivo per questo, si percepiscono semantemi aperti a tutte le direzioni, di poi sfilano sapidi significati e curiose etimologie collegate al ribellismo, alla naturalizzazione delle situazioni dette per la prima volta contro le convenzioni castranti (participio essenziale nella sua ideologia, da pronunciare con la erre arrotata e la esse sibilata). Se si presta orecchio, gli accostamenti fonetici generano continui neologismi, carichi di enunciati ec/centrici, extra-ordinari; le alterazioni dovute allo scambio di sillabe si tirano dietro nomi nuovi per una diversa weltanschauung. Cos come le imprevedibili congiunzioni verbali spingono la carica elettrica del testo ad andare oltre: qui ha inizio la poetizzazione della vita, la metamorfosi dellintellettuale Gianni Toti in partitura vivente (ma assentir scrivendomi sotto e addosso innaturalmente/
perch gli assenti-che-non-hanno-torto che marcisce/e la superbia dei superprobi fanno sottoridere ga degli assassini, Saggio in-versi-bile sullimproponibilit della poesia 1974). 91 anche/chi ancora come me a fior di coscienza intorbidita ruota/fingendosi infungibile o gi infunto poetiscalco invece/di culture o dominii ideoilloge e sinstemi//forse usciremo appena dalla fila lun-
2.
Gianni Toti, il costruttore di linguaggi, lingegnere retorico, annoda e discioglie con uguale rapidit stili molteplici e maniere differenti di comporre. Si va dai testi fugati, composti di un tema, di una formula ripetuta pi volte sullo stesso registro, o su altri, come se si trattasse di intervalli di quinta; le transizioni da un registro allaltro svolgono uninnovativa funzione di ponte (il vivifero sorrise con le
mamillule si vest si fum le bocche/e fra le scaglie cespugliose i peli-alberi le sprendientissime placche/carezzate dalle mortifere iss una cravatta-segnale/dumanitante/poi si mise il mondo addosso/all eso-scheletro e occhi sugli occhi e schermi sugli schermi/(ci vedeva attraverso: ere future e di fianco)/e incesse neolitico-cosmico coi pianeti ai piedi /ben calzati e la galassia attillata la fiammella, per dopo 1970).
Si prosegue con la forma-sonata, nella quale il Nostro incide sulla pagina un unico tema ricorrente, che si sviluppa, si evolve, si attorce su se stesso e cade, dopo essere passato per sequenze, trasposizioni, diminuendi e staccati (adsentio homo scripallativo a esprimere/un parere diciamo da apparire in rassegna di operatori ipotizzanti su poesia e funzione e tc, Saggio in-versi-bile sullimproponibilit della poesia 1974).
tus assenso scritto invio /composto astratto di sentire e pref e prep con/signif di avvicinanza
Il mantra totiano assume pi frequentemente il sembiante della suite, vale a dire minuscoli incisi, spunti etimologici ripresi dai contesti pi disparati, piccole variazioni sviluppate sul medesimo frame, reiterante e ipnotica melodia. Capita in luomo post-serpentico (1974) di imbattersi in un aulico collabire, inteso come lafflosciarsi di un organo anatomico cavo fino al congiungimento delle sue pareti; il patologico collabire fa il pari con listologico endotelio, a proposito di un tessuto costituito da cellule appiatite ( il caso delle pareti interne dei vasi linfatici). Come trascurare il biologico pseudpodo (alterazione di pseudopodio), detto di protrusione citoplasmatica in funzione locomotoria negli organismi mono-puricellulari? Last but not least il botanico glomerulo, riguardante uninfiorescenza a palla con peduncoli fiorali molto brevi (guarda il glomerulo umano/la membranella il lume capillare
/lendotelio il mesangio lo pseudpodo /e raggomitolati se ripuoi//il respiro tascabile i rotametri /il
palloncino tende a collabire/ipovntila il flusso della curva /e lagonia tascata linsufflabile luomo
post-serpentico cit.). Deciso a trasformare la poesia da insufflazione per anime belle a completo siste92
ma conoscitivo, Gianni Toti si avvale nella composizione di spunti sovramentali, di regesti scientifici, di ponderazioni concettuali, di memorie proprie e collettive, di stravaganti impressioni en plein air. Tutti questi elementi integrano e compendiano una scrittura caleidoscopica che, programmaticamente antilirica, si coagula in una dimensione di franta cantabilit, in sostanza un misto di tonalismo e atonalismo, capace di cogliere e imbrigliare qualche suggerimento meno deteriorato dellineluttabile banalit postmoderna (i perpetui contabili del nulla domestico/divoratori
di commedie altrui ti assicurano/ un sudario di carta se non ti chiudi /nella bara della tua bocca dopo magari /aver castrato lultimo angelo, Telebuio 1978).
3.
Azionate poderose leve lessicali, decrittato ogni schema sintattico, Gianni Toti lascia che i suoi pezzi urtino contro le pareti capricciose della realt, di modo che la struttura linguistica accresca sempre di pi la sua presenza, tanto da esonerare le cose da ogni partecipe solidariet (il reciproco determinarsi di significante e significato). Nellesito del processo non rimane altra risonanza se non quella della parola superstite, rispetto al pazzesco strepito del mondo: curiose strofette-clowns attraversano di corsa lo spazio che si frappone fra lautore e il lettore/ascoltatore, mediante lesposizione di filtri, codici e pedali della gergalit (si tratta della scelta multiparametrica, in riferimento alla molteplicit delle categorie della figurazione). ll Nostro non perde quasi mai il filo delle sue dense armonie, riuscendo a ridimensionare la realt, a restringerla e rattrappirla nei suoi schianti e nelle sue efferatezze: condensa e comprime lorizzonte fattuale e storico, riducendolo a una striscia sola, riuscendo al contempo a mettere in moto il metronomo dellantagonismo, il quale pu finalmente scandire i suoi battiti met caustici, met parodici (fasmografie diciamole eloquele/o skoinbati ambuli sulle funi/del silenzio sociale da non dire/
poetmbuli ridicibili cos fumidi/poetesti feneratizzi se/escandescono (quale candenza?)/poetambulacri di carta quandove/viandiamo adesso transtornanti/grafografi piuttosto o anche, le cento e una lotte 1977). 93
Attenzione infine a non tralasciare i residui di suono che si nascondono tra le parole: rianimati allimprovviso, i fonemi riemergono dal fondo caotico dellinsignificanza con segni riconoscibili, raffinatissimi e grossolani; le schegge sonore incominciano come impercettibili pulsazioni per crescere fino a un pieno orchestrale inquieto e incalzante. Con il suo acceleratore di particelle poietiche Gianni Toti giunge a unespressivit ampliata e onnicomprensiva, strappando con violenza il lettore-ascoltatore dalla sua diuturna e rassicurante catatonia. Con le loro inquietudini e le loro ceneri calde le strofette-clowns si distendono su diverse ottave, approntate con rigoroso ritmo metrico, ancorch libero, e con qualche fioritura ornamentale che non guasta, non essendo possibile rimanere perennemente in bilico sul filo del rasoio ideologico (larrossamento/e il nuovo film corneo traspare dopo l/esfoliazione /ma tu forse /la dissolvente levigazione pre/ferisci e carezze dure lavaggi sudoripari la lingua delle labbra/o le labbra della lingua/irrorando sotto la buccia darancia/ sottocutaneo/e sul tuo mantello idrolipidico con spugna asciutta e morbida/ti bacer eudermico a 1979). traspirata pelle nuovissime cellule pigmentate fantasiastiche/pi turgida azzurro turgore risveglio
Di fianco al mondo, decifrabile e indecifrabile sta (meno male) unaltra poesia, dissincrona col nostro tempo percettivo, gravida di millanta sviluppi, nel mentre il carrozzone tespico italiota, rimossa ogni sperimentazione, porta in giro attorucoli capaci appena di citare e mimare, avendo perso il gusto di penetrare nei recessi pi remoti per giungere a toccare le radici delle cose e dei fatti. Per quel che gli compete, con paurosi salti mortali, Gianni Toti passa dalla statica alla dinamica, dalla monofonia afasica alla polifonia dissonante, aprendo spiragli allimprevisto e richiedendo, in ragione di ci, un ascolto complesso, non liquidatorio, n superficiale, affinch i suoi testi cos articolati riescano a provocare unevoluzione spirituale nel lector medius, costretto a pretendere qualcosa di pi che melliflue atmosfere, immagini suggestive, frasi artatamente a effetto. Gianni Toti plasma linforme e deforma la norma, lavora a un tessuto connettivo che sia sabotaggio dellesistente e transizione verso un al di l razionale, altrettanto terreno, concretissimo, per questo nelle sue pagine si rincorrono un ossessivo pulsare, stelle salenti, fuochi dartificio a maiore, soprafondo di pi vaste prospettive. Al principio di una poesia cos caoticamente geometrizzata appartengono tutte
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le forme della condizione umana, che siano odiose o repellenti, degne di stupore o appena decorose (la putreflorescenza dellascella pi bassa/hai detto non in quella infiniandellamore tesse ci che sai, La bella morte addormentata nel bosco 1978).
dra/ sgmitola adesso la tua notte nel cassetto/dietro la fronte il filo rotto per sempre/e il ragno
4.
Lintera opera totiana sembra attraversata da una inesplorata ritualit, ora ironica, ora perdutamente drammatica. Il Nostro lacera le frasi, le fa sanguinare, cacciandone fuori gli umori putridi, consustanziandole di civismo e furore morale: con un travagliato passaggio logico-analitico le parole consunte vengono restituite alla comunicazione, ma con una collocazione profondamente diversa da quella naturale ( la dimensione del contrappunto rispetto a un qualsiasi conformismo). Dal contemplare le righe versificatorie vengono ritorte verso il fare, verso il fluire eracliteo di un magma incandescente, di un rivolgimento della coscienza che brucia gli occhi del lettore/ascoltatore. Le parole-suono contengono lische piccole da scavare e spine gigantesche sparse per il corpo della logosfera (Clitotchne inclitarte! Clitorismi, e clitoroflogsi, e clitorotome
poi. Non pi ridenti e clite. Era Clito che non, che non pi rideva, troppo facile aprichiudere. Perci adesso svolitar qui lasciansi le calldie incluse da Fabricino nella terza sezione dellordine degli chiare di colori, a trasversarli fasce gialle bianche, aliptali, Cliopeopea 1995). Inclitoleotteri, Inclitoridentotteri, sulle clitorie aperte in polipetali, diadelfie decandrie leguminose,
Se le molte poesiole pubblicate da sprovveduti carneadi hanno prodotto il vuoto attorno alla poesia darte, Gianni Toti materializza nei suoi momenti di creativit la complessit delle strutture argomentative, lambivalenza lessicale, la compiutezza dei temi al pi alto livello di perfezione.
Nereidi, 13 novembre 2013
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Enzo Campi
in ca de nada & dada in pari e patta o semplice cerniera , ecco : nella sola liberteternit c un battitolieve che c invita all ascolto delle phonomanze avvoltolate o solo invaginate di stacco in attacco profuse e confuse dal solve al coagula nella macula che incombe che dilaga a cerchi concentrici a
illanguidite stringhe c(a)osmiche interpuntualizzate se bene irretite o solo ischemizzate in sincopi di comodo e inusuali surplace che fissano lo stallo dinamico la fibrillazione dovuta all orgasmo che consegue allo scuotimento senile alla mano che s attarda s industria e corrompe l errore di troppo l inevaso tropo la glossa castrata se pure ex tesa nelle aste ricoperte di seta , ecco : il liscio pervade lo striato e agli
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antipodi se mai lo si vedr chiaramente il liquido mortifica il solido ma beninteso : che non si riduca il tutto al nttare o all ambrosia all amnio o al colostro !
deglouglougramm? mais oui bien sr dissero si dissero cos come al limite sul
come lascia il posto al come che sia disse e si dissemin come erba bruciata dall incombenza del sole del solo io sono s ma rise a crepapelle del tale e quale sia l editto spacciato per dogma cosa resta se non l assolato assoluto se non l assediato scarto sedato alla bell e meglio nei pixel sfaccettati dall incognita del differimento ma dal pneuma compresso al trauma complesso la linea orizzontale la presa
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circolare l incidente naturale e la ca de nada di dada & dada ripete a mo di sollazzo e collasso i cerchi concentrici il bersaglio adiposo la cosa il caso la casa allettata la cosa allattata a sangue e sperma il caso lo volle il caso e sar il guasto l intoppo la toppa a ricucire lo strappo cos ci fu detto questo il fatto un dato di
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fatto se pure celato nella tra(n)sfusione di sapida bile che tonifica la vena , ecco : lasciate che vengano ai margini nelle minuscole crepe del marcio che avanza nei tarli delle cornici disastrate come presenza/assenza fantasmatica come pura luce abbacinata come livide accelerazioni di passi e pesi come poetrona guizzante di pani e pesci se mai fossili estirpati dal
guscio di pietra dall inaudta specie delle bestie a riposo ma l epiteto chiaro : procedere a ritroso non cosa da tutti e nessuno lo sa o fanno finta di nulla perch al di l della rigida moviola della culla amniotica i pari spaiati e gl impari tutti sono inscritti nell uno e il due ha gi deposto l arma letale se bene sopra viva una lama sottile appena appena affilata
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affiliata ai seguaci del trou del tuffo nel vuoto e cos sia senza ultimatum a scandire il limite oltre il quale si naufraga nell ellisse
(2013)
Domenico Donaddio
Gianni Toti proviene da un altro tempo, da unaltra dimensione: forse solo contestualizzando questa figura in un mondo altro, percependo una differenza che va al di l del mero passare degli anni, il pigro lettore dinizio XXI secolo pu avvicinarsi a versi cos ricchi dinventiva, aperti a una sperimentazione inesausta, spesso addirittura esagerata. Meteorite che non si stanca di vagare sghembo per lo spazio, Toti stato un maestro nellincrociare arti e discipline e nellesplorare le nuove possibilit della nascente era elettronica: proprio la poetronica (una delle sue tante invenzioni, parole-bauli sfrenate e beffarde) rester il suo marchio di fabbrica per nostra fortuna qualcosa si pu vedere su youtube, ad esempio allindirizzo http://www. youtube.com/watch?v=G5vIQjfb67c. I versi del poeta, forse meno conosciuti dei suoi lavori per immagini e video, sin dalle prime prove mostrano unineluttabile coerenza che si snoda in un percorso che attraversa gli anni dellorda doro, i tumultuosi 60-70, restituendoli al lettore a futura testimonianza di una vis creativa e immaginifica fortemente focalizzata sul linguaggio (e, come insegnano Pound e Pagliarani, ogni poesia degna di questo nome serve a tenere in esercizio la lingua), le sue possibilit e i suoi limiti. Gi a partire dalla prima raccolta, Luomo scritto (1965), siamo di fronte ad alcuni temi-cardine della poetica di Toti: salta subito agli occhi il fatto che nei versi non appaia mai la lettera maiuscola, costante che, pi che far pensare alle sperimentazioni di Cummings, indica un egualitarismo verbale a-gerarchico da traslare nel mondo reale. Riportiamo il folgorante incipit della poesia (Detto da dire):
era un epoca strana, con strane orecchie: crescevano rumori e silenzio, complici fratelli, tutti parlavano, anche i muti, e pi i parlatori, bastavano gli specchi delle parole a ignorarsi il consumo saliva sui diagrammi parole come prodotti 100
Il contesto, che risuona cos familiare nel XXI secolo, quello dellinizio dellera dello spettacolo integrato, della dittatura mass-mediatica che stava inesorabilmente cominciando ad avanzare: lossessione del poeta costituita innanzitutto dalla carta stampata e le sue manipolazioni e stereotipie; da (Luomo riscritto):
[] se ne andava allora per la citt coperto di notizie con giacche dorrore su camicie di dubbio su canottiere incerte indosso a epidermidi lacerate []
(Homo Videns) rincara: ogni giorno cos, a colazione | imburra il pane con sangue e notizie. Un campo semantico che si riverbera nella raccolta successiva, Tre ucronie della coscienza infelice (1970), sul tavolo-scrivania accanto alle tazzine | insanguinate si allineano lisci i cadaveri di carta: gli anni 70, per, portano una complicazione crescente che, preso atto dello stato dellinformazione-comunicazione, prova a mostrare una via duscita, una possibilit di fuga capace di ridare linfa a un linguaggio sempre pi sclerotizzato, meccanizzato (oggi diremmo probabilmente informatizzato, tenendo conto sia dellinformazione invasiva/pervasiva che dellera informatica). Il poeta si trasforma in meditante-militante lessicalizzante, una sorta di stregone verbale uscito dal paese delle meraviglie di Carroll, collettore e bricoleur di parole che vogliono liberarsi dal giogo mediatico dando al parlante/scrittore lopportunit di, per parafrasare Humpty Dumpty, comandare il proprio linguaggio; beninteso, un comando assolutamente anarchico e stravagante. Il volume della svolta, datato 1974, si intitola programmaticamente chiamiamola Poemetnoia: il calembour evoca una poesia che vada oltre la normale comprensione dellintelletto umano, schiudendo nuove vie di significazione in unattitudine tanto giocosa quanto complessa. La metnoia una figura retorica che serve per ritrattare unaffermazione appena fatta: una partita irta di contraddizioni, paradossi e polarizzazioni (ovvero la societ globale massificata iper-accelerata) pu
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essere vinta solamente accettando la discontinuit del mondo, senza cercare compromessi ma estremizzando creativamente le aporie per puntare a una riorganizzazione totale dei modelli mentali e comportamentali. In qualit di animale-guida il poeta evoca la figura simbolica delluomo post-serpentico, parlando nel primo verso di glomerulo umano: si tratta di una rivisitazione dello gliuommero gaddiano, con il gomitolo inestricabile a rappresentare lintrico di reti di potere (economico/politico/sociale/affettivo, etc.) che dirigono le esistenze soffocando sempre pi impulsi e desideri a favore di una induzione totalizzante mirata allaccettazione/integrazione acquiescente con la societ. Contro questa situazione Toti propone un antidoto preciso, limproponibilit della poesia, ovvero una poesia inattuale, sintomo del rifiuto apocalittico, della volont di cambiare punto di vista intorno allo status quo; osserviamo i primi versi del Saggio in-versi-bile:
adesentio homo scriptus - assenso scritto invio composto astratto di sentire e pref e prep con signif di avvicinanza allativo a esprimere un parere diciamo da apparire in rassegna di operatori ipotizzanti su poesia e funzione e tc []
Il linguaggio si disintegra, ridotto a particelle quasi elementari, per poi coagularsi in spezzoni di frasi che mescolano lingua parlata, latino e tecnicismi; una sorta di prologo che prepara al folle, lucido delirio verbale degli ultimi versi; leggiamo la penultima strofa:
[] dallorganizzazione culturale poetermica prendendo per le mani manifestando dunque la utopoetoposta annegativa di impoesie poetisttiche e di littrateurs de coeur cerebrillanti informatici (informteci) tristesciuti []
La poesia si ribalta in impoesia in uno sfogo ironico che non sfigurerebbe in bocca a un Jabberwock post-moderno (di fronte a unAlice possibilmente non diretta da Tim Burton). Lasciamo al lettore il divertimento di decodificare le parolebauli del poeta: buona norma non interferire troppo nel delicato (e personalissimo) processo di ri-costruzione del testo. Nel 1977 Toti licenzia, dimostrando una certa sensibilit verso gli accadimenti dellepoca, Per il paroletariato o della poesicipazione: prosegue il lavoro di disintegrazione/re-integrazione verbale, condite dallimmancabile ironia del poeta, che a un certo punto esclama scusatemisiribellanolerapole per poi esplorare nuovi procedimenti: una ricerca pi approfondita sulle potenzialit dellelenco (gi tra laltro attivata nel mitico romanzo Il padrone assoluto), la mise en abyme, ribattezzata mess-in-abisso, di una cronaca medievale, un certo gusto per linvettiva sarcastica (il sommo calcolatore universo | non informato sul futuro). Nelle raccolte successive Gianni Toti continuer le sue avventure verbali muovendosi tra poesie pi leggibili e piane e versi dalla composizione vertiginosa, affrontando il passare degli anni con assoluta coerenza alla propria poetica; terminiamo questo breve articolo con un montaggio-collage (chi scrive un monomaniaco del cut and paste) di alcuni versi notevoli del maestro:
raccontami una vita senza intreccio o viceversa inenrramela vuoi? per il trattamento sintomatico delle malattie da raffreddamento interiore consigliamo qualcosa come confetti fluttuanti finindamina mortamina ideanina ufaninar utopina etc. decongestionano infatti il traffico dei sentimenti costringono i vasi delle affettivit dilatate sopprimono gli oppressori ideologici privati non ceri tu non la seconda persona singolare dellassenza coniugare il vuoto sempre pi pieno dei tuoi torbidi niente perch il possibile non infinito infinito solo il poesibile nessun sistema reale isolato 103
per tu dici solitudine impianta gli ioni alle tempie termoluminesce e splende buio il drogaggio di altura con la barriera-reticolo i dinodi arrivano il flusso di elettreti solo parole non ti impressionare
Un canto/filastrocca mutante che testimonia il potere (dimenticato dalla massa, sfruttato dalle lite) di creazione del linguaggio.
imprssionati anzi
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guardare il mondo con occhi affilati in tempi di gravi battenti e ruggini al vetro freddo dellanimo appoggi nuda la fronte e il filo rotto sempre non cambia si evolve solo nel grande incolore paesaggio dellinventario triste attestazione che ti persiste opaca ilare disforia dellansia teoria di grafi e ucronie diffuse inchiostri e pensieri di fiato dico tendina o crosta tenue del silenzi o sia un sudario di carta bucata tenue quanto basta quanto qui resta il passato che ora addenta il presente nella sua inchiodata chiave richiusa nella toppa (bersaglio anche uno sbaglio) ancora addormentarsi per un sempre in tempi di gravi battenti e ruggini o guardare il mondo con occhi affilati
ottobre 2013
*** acrostico a chiasmo in endecasillabi sciolti. Leggendolo dallalto in basso e dal basso in alto le
lari. I due versi in esordio chiudono anche il componimento, in ordine invertito. 105
lettere iniziali dei metri formano il nome, con quello centrale a far da cerniera alle sequenze specu-
Marcello Carlino
Poetifragio umorosa quanto mai la storia del latino frango e dei suoi interventi di soccorso al comporre. Una rottura non senza violenza si contiene dapprincipio nel verbo, che Apuleio pi tardi distrasse in un fragium di indole ortopedica, per farne avviso di rischio traumatico in cui possono incorrere crura troppo sollecitate. Epper la frattura, quando pi quando meno, non sembra poter avvenire senza avvertibili esplosioni di suono; e fragor normato dalluso quale lesione che spacca frattura, per lappunto mentre si rende insieme rumore che percuote ludito, lo assalta e lo tempesta; fragor unisce in un solo corpo la causa e leffetto, insomma. Da frango risultano poi i fragmenta: esiti di una decostruzione avvenuta e di un movimento dissociativo centrifugo: risultanze di grandezza variabile, mobili o in stato di quiete, diversamente conchiuse o non conchiuse affatto in forme definite: relitti o rovine o detriti o scarti o rifiuti o tesserine ospitali per le quali si prevedono eventualmente compatibilit e componibilit. Se veniamo ai giorni nostri o gi di l, infine, frango per il tramite dei suoi derivati svolge una funzione, comunque destabilizzante, che a larghissima maggioranza ha a che fare con lacqua, allacqua connessa. Facciamo fatica, infatti, a ricordare altre evenienze da quelle di naufragio, di nubifragio: questo conseguenza di quello (almeno quando non ci siano di mezzo stolte, umane imperizie; o quando caricature di carrette del mare siano lasciate a riposo e non si prestino, invece, alle tragedie premeditate da rivoltanti malavitosi organizzati, nonch dallindifferenza delluniverso mondo globalizzato), e questo implicante la sferza di particole dacqua e daria in furia rumorosa. E cos comincia a spiegarsi il poetifragio di Toti. Poetambuli Se il trasporto per acqua, senza il conforto di taverne, proverbialmente
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non previste su superfici navigabili, soprattutto quelle marine, e se lesposizione allacqua, che consegue ad una rottura violenta e che lascia pressoch inermi i nantes in un gurgite vasto, inducono prima un rollio crescente, che sotto la frusta meteorica squilibra e sfascia, e quindi una deriva inesausta, rollio e deriva i quali nella scrittura che il sensatissimo regno della finzione, dove ogni dramma un falso appartengono pi al comico che al tragico e beneficiano semmai di cittadinanze tragicomiche, il poeta allora, per traslato, chi nuota nuota gi e su (cammina cammina, si stilizzerebbe secondo vuole la fiaba) tra radici e derivativi e prefissi e suffissi (i fragmenta) e neologismi sorgenti nellamalgama di ulva e di cuora, fatti come con larte dei papiers colls. Sempre per traslato, ma riportato pi al sicuro su terra e quindi sulla pagina, dove la sceda incruenta, si sa, e lo ogni tempesta , il poeta chi ha landatura irregolare del cavallo; ambia, cio, dove ambia discende dritto dritto, per caduta della vocale protonica e per facile passaggio sostitutivo, da ambulare. Ecco i poetambuli, che frequentano, nevvero?, i poetambulacri, lungo i quali la poesia si dichiara in movimento, irraggiantesi in diramazioni a grappoli di moto perpetuo, costituita da una infrenabile coazione motoria. Comparata sui comportamenti e sulle allures di convenzione, statisticamente rilevati e fatti canonici, vi sono pochi dubbi che in questo esasperato agitarsi sotto le parole e dentro le parole (nuota nuota su e gi) e in questo percorrere, cammina cammina ambiando, il corpo della lingua (un corpo che finisce frugato in lungo e in largo, irritato per via di manipolazioni fino a convulsioni indomite), vi sia qualcosa di deliberatamente, di programmaticamente delirante e come lintenzione di mai non frenare, arrivando a placarlo, limpulso a non star fermi: che un modo poi di convertire in scatti e in scosse, in una dinamica di forze circuitanti senza soste, limmobilit spaesante della paranoia critica a denominazione surrealista (che, nella lingua di Toti, comicamente un glossocomio, nevvero?). Che anche un modo di autorizzare altre logiche, di aprire al mondo altro di una ricerca che si vuole finanziata dal poeta senza risparmio: una ricerca di nuove possibilit di senso, che pure sorigina dallesperienza del vuoto il vuoto della cultura, il vuoto della lingua, il vuoto della societ che la coscienza della sua posizione storica lo ha motivato a compiere e poi a presupporre con radicale determinazione. Il copione tragicomico, ancora e sempre. Il poeta cammina cammina sulle strade della
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sperimentazione di altro (o nuota nuota magari verso unisola che non c), nomade per una diaspora che lo ha colto (naufrago per un ruolo forte che gli stato rubato). Eppure la sua parte, che appare tragica, anche quella comica di un personaggio buffo; e lui ne veste la giubba. Il suffisso ambulo, per sanzione sociale, racchiude qualcosa di peggiorativo e non gode di buone credenziali, infatti; e il poeta qui ne usa in straniamento, rappresentandosi dietro la maschera di un nome caudato, che mima e intanto legge criticamente e rovescia come un guanto gli schemi della lingua validati e su di essi le parti ideologiche assegnate, nel contratto sociale in essere, da coloro che, trasferendoci per metafora nella produzione del teatro, sarebbero gli impresari. Ambulo porta con s lesercizio circense divertente e gratuito: cos il funambolo. Ambulo collabora a tracciare il profilo ondivago di un perdigiorno che tira tardi: cos il nottambulo. Il poetambulo di Toti anche un po funambolo, un po nottambulo. E ne ride. Illeggenda Il poetifragio comporta che il poeta non sia davvero un re di tempeste. Egli soffia sulle acque ; e le acque si fanno marosi, anzi onde anomale che irrompono sulle parole, che travolgono aureole sommergendole con immani quantit di detriti. Ma il poeta sa di non sapere esattamente dove va; e non va n dove il cuore lo seduce, n dove abilit di marinaio, conoscitore di rotte tracciate, lo consiglia non , abbiamo detto, un re di tempeste ; ha abiurato con scienza e coscienza ogni ulissismo. Quel che gli compete, abiurato che egli abbia, di agitare le acque, durando in questa sua missione e tentando il mare aperto. Agitare le acque senza sicurezze di governo, epper, significa da subito scalfire il mito, negarne le astanze. Perci illeggenda. Con il termine si d notizia, e annuncio, di una leggenda al contrario. Si tratta di racconti ad indicazione ed origine protette che vengono disdetti: ora il prefisso a preordinare il palinsesto. Con spostamenti, con sostituzioni, con dislocazioni atipiche, con trappole, con reiterazioni sulle cui quinte di scena tutto sembra uguale mentre tutto si scopre diverso: con un gesto di scrittura che saccompagna a un cenno dironia, quel che
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la tradizione raccomanda si legga e si tramandi legenda o leggenda che si monumentalizza in mito capovolto, posto a testa in gi, sfibrato, franto. Capovolgerlo scatena lo squassante nubifragio di parole, produce il naufragio delle parole del poeta. La spinta impressa dallin, trasmessa dalla consonante assimilata nel neo-composto, che fa promessa di negazione e la mantiene. Che in, concentrato a negare, si slanci frattanto in un moto a luogo, sulle sue proiezioni calcolando il pregresso e facendo esercizi di una mnemotecnica altra, cosa nota agli utilizzatori di prefissi in chiave metaletteraria. Lin siffattamente, mnemotecnicamente, si volge a significare un entrare dentro, uno scoperchiare pentole, un esercitare intelligenza (Savinio costruiva cos la sua etimologia per intelligenza: inter ma anche intus legere). Si tratta prima di tutto di demistificare leggende, conoscendole criticamente, nevvero? Antilogia Chi compulsa leggende per farne illegende ha smesso da un pezzo il bon ton (il bon ton in letteratura spessissimo una foglia di fico), che chiede ad ogni testo di candidarsi a florilegio, in cui fior da fiore scelto e poi piazzato secondo larte che detta ikebana. Non il levare proprio dei procedimenti scritturali di Toti; piuttosto il mettere, anzi laggiungere: aggiungere a pi non posso, senza limiti di sorta. Ed il contrario di quanto si intende per estetica; in netta controtendenza, il principio dellanti-estetica eletto ora a regola e a sistema. Per aggregazioni Toti va dunque di pi in pi. E se likebana ad ogni elemento del composto floreale riserva una funzione alta emblematica, simbolica, prescrittiva, apotropaica, allusiva, seduttiva, dissuasiva, lenitiva, assuefacente le pagine totiane sono viceversa un campo in cui ogni erba lasciata crescere e infittirsi e intricarsi in grovigli da sottobosco, senza altro ordine che non sia quello della ricerca, della avventura neosemantica, del gioco che obbedisce alle sole regole del gioco, del contravveleno al vuoto (si pu dire di un horror vacui, nel caso?). Perci, di questi pressi, una convergenza con talune vie francigene di ritorno, originatesi dal surrealismo della parole libera da freni, toujours et dabord. E perci
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uno scambio vocalico che rinnova una parola che ha stanza da sempre nei nostri lemmari: non lantologia, lantilogia a dare licenza ad un genere letterario (di un antigenere) che potrebbe essere deliberato nella circostanza e quindi nominato a referente per la scrittura di Toti (antilogia, che non davvero un neologismo, contiene per il neologismo, ideologico e di poetica, di una scrittura che resiste e interdice la consuetudine antologica di base alla letteratura in panciolle, benedetta dalla tradizione, accomodatasi al senso comune). appena il caso di rammentare come lantilogia sia un sinonimo di contraddizione, significando una contrapposizione argomentativa corpo a corpo, sostenuta da una forza durto radicalmente avversa. E ricordo pure che, in aggiunta alla sua diatesi retorica, il termine ne ha unaltra psicologica, dichiarandosi in una sua accezione ulteriore come azione illogica compiuta sotto la pressione di impulsi altri da quelli di una ragione che sta in pace con il mondo. Unazione mossa da altre logiche o dallillogica che configura illeggende. Ucronema I vocabolari della lingua italiana pi diffusi non registrano ucronema; ucronia s, che ai tempi in cui Toti la scriveva non cera quasi nessuno che la tenesse in cale ed era, per infrequenza ovvero per sparutissime occorrenze presso la nostra cultura letteraria, qualcosa di molto simile ad un neologismo. Oggi ucronia ci appare familiare; ce lhanno addomesticata, temperandone le punte perturbanti, fantastico e fantascienza, essi sempre pi isteriliti in genere e sottogenere commercialissimi di racconto. Se, circa mezzo secolo fa, pochi sapevano cosa fosse lucronia e cosa specificamente rappresentasse nel linguaggio della letteratura, ucronema addirittura apparteneva alla specie degli alieni di pura invenzione, mai avvistati neppure dai fedelissimi ossequenti mondi paralleli con noi comunicanti; ergo la riscrittura immaginaria della storia trdita questa lucronia, sappiamo veniva da Toti a sua volta smembrata in elementi funzionali, in unit di base, in frammenti lucronema un frammento e di frammento in frammento ulteriormente destrutturata (singolare e significativa voltura di un termine
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come ucronema con la sua terminazione che sembra generarsi allinterno del funzionalismo strutturalista). Una storia possibile profilata per antilogia ad una storia reale, convertita in possibili di una storia, ciascuno dei quali si rifiuta ad un rabberciante convegno consolatorio, esponendo la sua tendenziale natura refrattaria, idiosincratica. questa la singolare fantascienza totiana, una storia trdita da lui deliberatamente tradta cos che in essa non si indovinano n memento dalla pronuncia compunta, n risarcimenti, n scorciatoie illusorie: una storia tradta e fatta congetturale nella quale la materia sembra caratterizzarsi per una facolt di volo verso ipotetiche rotte astronautiche, ma nella quale pure gli ucronemi intraverbali (per una storia immaginaria della lingua) spesso si comportano da simulacri (poetambulacri ne ripete il suono). Il movimento a sciame quello che si materializza sugli schermi della poesia elettronica e della videopoesia di Toti: una fantascienza restaurata in pratica fisico-materiale in essere, in opus che dissipa i modelli e i generi. I modelli e i generi dogni specie. Futurituro palese lincubazione di questa voce. C un effetto di eco che qui viene registrato; e leco chiara, suona conferma, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto conti lacustica nei testi di Toti. Il poetifragio sascolta oltrech vedersi, dicevamo; e le pagine di Toti, sempre, poesia o prosa (cosiddetta poesia o cosiddetta prosa), sono partiture per voce, hanno un timbro riconoscibile, hanno un volume alto: loralit una componente loro propria. pure, loralit, un canale di grande perviet che sindustria a mettere in comunicazione la scrittura in prosa e quella in versi (la scrittura in cosiddetta prosa e quella in cosiddetti versi) abolendo argini e chiuse e distinzioni, segnando invece larea possibile di un neo-genere che abroga i generi di prammatica, consentendo commerci ed economie di scambio senza soluzione di continuit. Nella voce che intitola questo paragrafo, tuttavia, c dellaltro. Leco rimbalza sulla radice demissione, futuri, e ne rinforza la declinazione aperta al futuro; epper, avvolgendosi suono su suono, sospende; sul futuro lo spettro della fine. E infatti facile che gli usi linguistici abitua111
li, i depositi consolidati della langue che sempre costituiscono un possibile a priori nei soggetti interessati dallatto comunicativo, insinuino e sovrappongano un morituro sul futuro che si pronuncia. Toti lo fa apposta vuole che si scorga questa doppia immagine. E dunque lucronia, o storia immaginaria delle parole, fantascientificamente si specchia in un quadro prospettico distopico, si commisura con la profezia di una dbacle, di un collasso, di un naufragio senza neppure larca di No a garantire un futuro possibile del mondo e di noi che lo abitiamo? Per Toti direi, piuttosto, che lutopia (e proprio lutopia del linguaggio, lutopia di una riconquista delle parole, lutopia di una risemantizzazione, lutopia di unaltra storia scritta dalla lingua tornato corpo vivo di cui ciascuno ritrova il possesso: propriet privata in comodato gratuito e dunque riconvertibile in bene pubblico e collettivo) si leghi dialetticamente, mai imboccando scorciatoie, alla critica dellutopia. Secondo quanto le avanguardie storiche, care alla formazione di Toti, possono suggerirci quando riviste, con lucida e ironica consapevolezza, nella determinatezza storico-culturale del secondo Novecento. Portamuro Il totismo, di cui questa la didascalia, fa rima con il totismo di cui appena sopra; e significa chiusura, molto pi puntualmente di quanto sia sembrato significarla futurituro, con la sua apertura in fine strozzata, con lambiguit della sua doppia immagine. Qui inoltre, entro il perimetro di uno spazio abitativo dato di scorcio, quasi fosse un locale di risulta sottoscala, o uno stanzino di disimpegno, elegge domicilio una sequenza di cose, di parole-materia. Sulle prime cose identificabili come cose, poi parole-materia restituite alla loro fisicit di materia, comunque a deputazione semantica e neosemantica: di ucronemi. Nella portamuro, che si progetta da subito (subito compare nei piani architettonici totiani) e che si stringe sugli oggetti e li stringe, si ravvisa un punto dabbrivo e insieme uno starter. Le cose come cose, come ponfi fenomenici che non si lasciano truccare con un lifting coprente e resistono e persistono a mostrarsi cose: sul tronco delle avanguardie sto riche questa scrittura, sul cominciare, innesta piantine giovani trattate alla maniera dellcole du regard. Lio esautorato; non c una facol112
t ordinatrice in posizione dominante, tale che faccia racconto (semmai totianamente qualcuno sfila il racconto, inenarra). E le cose sembrano vagare (nuotare) come in assenza datmosfera; indecifrabili, irriducibili al personaggiouomo, sciorinate nelle enumerazioni di un barocco raggelato, difficilmente prendibili, refrattarie, esse hanno una configurazione enigmatica. Irrelate, fuori della storia, sono sfingi; sono fatte per interrogarci prima che ci tempestino di domande, come avendo raccolto il testimone di una staffetta, le parole-schisti, le parole-materia. Poesicipazione Quando si pensi allopera aperta, dobbligo che si materializzino una sfilza di procedure. Che si materializzino in funzione del fare, per memoria e per consiglio, per sollecitazione e per riabilitazione di un modo e di un sistema del produrre letterario che hanno segnato certamente il Novecento migliore. Una procedura consiste nel non giungere a fine (e fine si intende come termine; e si intende pure come scopo che orienta e che rastrema, che canalizza e che forza la rappresentazione). Unaltra corrisponde allo slargare vacuoli, ovvero interstizi tra forma e forma despressione, trascinando nellinstabilit le forme del contenuto. Unaltra ancora giusto linstabilit, appunto, come quando in un castello di carte un piano fatto di tarocchi, e dunque malcerto, si sovrappone ad un piano gi eretto, e gi malcerto, di cui difficile stabilire la capacit di sostegno, mentre le prove di carico appaiono fortemente rischiose e anchesse malcerte (o come quando, venendo a Toti, un lemma si aggiunge a un lemma, un suffisso impensato a una radice, un derivativo incongruo ad un nome-base, una zeppa stridente ad un elemento grammaticale, una ridondanza sonora ad un pattern-concetto cos che se ne revoca laccezione stabile, normata). Una prassi si raccomanda ulteriormente, quella che produce in/ aderenza, ovvero esplora ragioni ed effetti di dismisura tra significante e significato. Cos, procedura dopo procedura, viene ordita e promossa e si candida a sviluppare il progetto esecutivo dellopera aperta una logica procedurale che si direbbe dubitativa, che sbalza domande che incalzano il lettore. Il quale lettore, pertanto,
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ha agio di muoversi, da cercatore, da trovatore potenziale e da potenziale colonizzatore ma instabile, mai stanziale e sempre pro tempore, negli spazi di indeterminazione del testo; e, se vuole, pu partecipare come mai altrove gli concesso. Ecco, stavolta il testo gli come dato in concessione; ed ha la stessa configurazione catastale e la stessa natura giuridica di un terreno demaniale, nel quale chi entra per leggervi dentro, illeggendo, pu esercitare i suoi diritti e, primo fra tutti, quello che lo fa cittadino davvero, il diritto/dovere della partecipazione. Toti scrive, e non un caso, poesicipazione. Poesibile Chi partecipa chi fa la sua parte; chi co-produce. chi, avendone facolt piena, compie il testo, ovvero lo manda ad effetto e, come suole certificare la teoria della letteratura pi raccomandabile, rende testo ci che prima non era ancora pienamente testo, che aveva una mancanza ad essere testo. Il lettore un facitore; lo di pi in pi a fronte di unopera aperta. Che appartiene al campo del poesibile: della poesia possibile (o dei possibili della poesia), che volge appello al suo tu perch si dia a sua volta a filarne il corso: (il)leggendola-facendola, poesicipandovi e poesicipandola, agendo il poesibile. la possibilit la stella cometa la chiave ideologica della scrittura di Toti. Per un orientamento siffatto lavanguardia il territorio della sua cittadinanza; ed essa alberga il programma, anche tecnicamente avanzato, agguerrito, e la ragion poetica della sperimentazione. Pantoletteraria Il conio aggettivale, il totismo che intitola lultima didascalia piccola piccola, e riassuntiva, scaturisce da un ennesimo collage e sadopera a siglare, sinteticamente e sinesteticamente, la scrittura di Toti. Il nuovo composto sembra concedere in esclusiva che su queste pagine abitate densissimamente da parole in movimento, rotte e frammentate e riaggregate in altre inquadrature instabili, passibili di metamorfosi, tutto letteratura. vero per che, per la stessa fungibile
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materialit delle parole/corpi e per effetto delle possibilit interattive schiuse dalla produzione altra di unopera aperta, tutto appare disponibile ad uscire dalla letteratura. A farsi specificamente politico. A servire per altro.
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margini di manovra
Silvia Tripodi
[] il cui utilizzo svilupper forme avanzate di telepatia. per il momento non si hanno stime attendibili a riguardo [ ]
D. c. i. n. n. p. e. i. b. p.. A. c. c., e. c. q., s. d. t. e. a. r. f. d. s.. A. a. a., n. n. s. p. r. a. p. u. v. t. i. m.. D. q. c. (e.) r. s. i. - t. l. i. p. _ un impiego massivo di mezzi per esplicare il senso di una riproducibilit tecnica _ il poderoso fluire di materiale umano _ il sesto, il senso _ fogli, agende, notes, in blocchi _ tra la casa e il parco davanti casa (si tratta quasi sempre di un luogo familiare che viene riprodotto sotto forma di stallo) _ contrazione/dilatazione considerava quel dispiegamento di forze considerava le immagini di occhi, semitagli, tagli, cinture sonore, sinestesie considerava la polivisione, le esaltazioni oniriche, le superfici mobili, le frange di carta si chiedeva _ come realizzare un editing che restituisse il profumo delle stoffe della seta, in particolare. o di alcuni lini in tabelle stilate al rovescio come restituire il colore la gamma dei blu e dei gialli, in particolare _ dislocando i punti di visione come essere messianico in assenza di messianesimo come de-scrivere lorizzonte degli eventi come aggirare levento come descrivere una fuga (dal nulla) come riformulare nuove regole (del gioco)
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come coltivare efflorescenze pagine muschiate, carte oppiacee, miniature tutto un sistema organizzato in fratta (g)li(e) come eludere il caso e la necessit per una rappresentazione asintoticamente conforme alle mancanze, per mezzo di scarti irreversibili. dopo, pi tardi, in trincea. non parlare con nessuno. desiderare di dirlo a tutti. morire la morte e viverne il pi possibile. _( nel lasso delle proiezioni. la pendula daion. scorgere leterno e restituirlo allo spettatore. scorgere leterno e restituirlo al lettore. una macchina scrivente. solo essendo quella macchina che si abita pur nellassenza, il tempo ecc ecc la dissequenza. la discrittura. vedersi dallesterno. tempo/azione/spazio. ci avviene nellatto della lettura postuma. ci avviene nellatto della scrittura. un testamento? forse. il foglietto-reliquia _( una dichiarazione a smentire. ) descrivere un altrove.
[] appena si muoveva, un senso di spaesamento un disappunto e lo spaesamento, lo estraniava dalla propria lingua. unostinazione a tratti sovversiva: la paura di fallire, stando ai lati, a filo con lappicco. lo coglieva spesso uninfelicit senza rimedio, una cognizione della propria grandezza a perpendicolo, tutta volta allo strapiombo. una malattia vera, di quelle con le pieghe. allo spin +/- affiancava la pellicola e macchie e alcuni umani, la predilezione per un oscuro, lento, o supersonico parto edipico. dal nulla a strappo verso altri strati non della carne la carne poteva subire processi di sublimazione vaporizzandosi, tutto era nella piattaforma nella minuzia del senso, (soprattutto a sinistra). utilizzava il proprio nome la gamma delle modificazioni no solo auto-reverse si esponeva anche al rischio di non dire nulla []
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ci ri-guarda _(
[] nulla pu essere inteso, non perch sia un mistero. nulla si dice e dice componendo la forma sconnessa di un martirio persecutorio (im)personale un triste disappunto una pena infantile (!)
da un tempo e da un luogo giungeva senza approdo l molto lentamente, infine (al rallentatore) in sordina. sorvolando una parte ulteriore (+ + molto lentamente, infine), golgota del giudizio; margini manomessi dalle combinazioni margini come questo, sottoposti alla ristrutturazione di cui passibile la conoscenza (anche quella digitalizzata).
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Lepoca strana di cui dice un testo del 1965 era forse lannuncio preveggente dellepoca storta, quella che inesorabilmente segue alluomo di cui tutto si detto: cancellato lindicibile e avendo inventariato il creato non restava che doversi inventare la realt come una vecchia frontiera sempre in viaggio / un po pi in l di questo al di qua, insomma equilibrarsi nel movimento continuo, sentirsi costantemente sulla soglia di qualcosa, di un luogo altro che magari non sia lanticamera dellepoca strana. Ah, quanto a dir cosera cosa dura, esta selva selvaggia e aspra e orfana di metafora, poich abbattute non solo le corrispondenze della proiezione, dellanalogia, il come se della similitudine, e scucite le illogiche ma essenziali connessioni tra immagine e pensiero, tra identit e differenza, ossia quel rapporto con lorigine del linguaggio che contraddistingue la metafora trasporto dal nulla allessere, dallignoto allintuitivamente evidente cosa si pu dire pi, o ancora? Anzi, del tutto possibile dire tout court? La lotta prometeica di Gianni Toti parte da questa terra desolata della societ, e del linguaggio che la ex-prime, che contraddistingue la sua epoca, quella in cui alcune frange della comunque amorfa neoavanguardia avevano sancito praticamente la fine della letteratura, perch dopo il magma autofagico del primo Sanguineti, la dissacrante ironia delle canzonature di Balestrini, la convulsa contaminazione referenziale di Pagliarani, che fare? Domanda dalle epiche risonanze, e che si ponevano tanti altri in quegli anni ci si ricordi delle varie, e diversissime, strade tentate dopo il viaggio al termine della parola, con Martino Oberto, Stefano Lanuzza, Adriano Spatola, Emilio Villa, Eduardo Cacciatore, Flavio Ermini e che ritrovano Toti a varcare soglia dopo soglia, a vergare con parole una realt allucinatoria che va man mano sostituendo il reale, ormai indicibile, con losceno, con la superficie conturbante perch ormai non nasconde pi niente, non valori alti o metafisici o divini, non credenze etiche, non amori sognati sia bene anche implausibili per frutto del desiderio: un mondo che nel riscriversi addita il delitto.
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Lio dunque si rannida nella propria res cogitans n viaggiatore n nomade / n alpinista n navigatore / la sua barca una scrivania / soltanto, astratta e immobile per incontrarsi col nudo pensiero unghiato per cercare luomo del futuro. Ma lorizzonte non promette. Sembra che ci siano solo vicoli ciechi. Sembra che la condizione del poeta, ergo dellumanit, sia destinata (parola che diventa ossimoronica in Toti) a vivere questa incerta soglia, dalla quale solo possono percepirsi spazi, non gi pi il tempo, abitati da gente / che mangeggia morti di carta, che registra coltelli fra le palpebre, e che ci fa capire che noi non sappiamo dove andiamo.
Che il tempo sia scomparso e che, col tempo, se ne sia andato anche lethos, la pulsione vivente del desiderio, la memoria storica e personale, che, insomma, la terra desolata si stia trasformando in terra negata, societ da zombies e da impensabili crudezze a disperazioni, lo si attinge dal volume uscito nel 1970, Tre ucronie della coscienza infelice, in cui la parola chiave, ucronia, dice tutto. I riferimenti qui sono a tutta una compagine di strazi e di delitti e di violenza veramente accadute ma anche studiosamente pensate ed effettuate dai nostri consimili fratelli e nemici insieme, guerriglie che tramite correlativi oggettivi leggiamo essere ormai impustolate nella mente degli attanti. Perfino la morte viene uccisa! Ancora una volta: che fare?
qui che Toti ri-comincia a inventare il linguaggio, ma questa volta non sbaragliando e spezzettando i significanti, quanto ricomponendo i significati tramite la ri-metaforizzazione del dicibile, per via dellin-venzione che sola potrebbe ridarci un futuro, ossia la temporalit della coscienza, la verbalizzazione che possa riconnetterci a un altro o altri: la specie che si altera / metamorfosi futura attuale // luomo adesso figurtevelo / euforia ansiosa volont di non / volere nolont lare angoscia. E vero che bisogna inventarsi le parole, dopotutto, res sunt consequentia verba, quindi se bisogna fare il passo oltre la soglia immanente ma impedente sviluppi e inchieste e tragitti e ricerche, orbene, si cominci dalle parole, e giocarsele avrebbe detto Spatola, e cos leggiamo in Toti di vivifero, mamillule, prendientissime, plurinotte, ma anche dalla sintassi che diventa onniavvolgente e turbolenta, e a un livello pi alto di una semantica dellepoca s/finita, quella che tende a in/definirsi come perennemente distorta.
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Ne luomo post-serpentico del 1974, Toti rincalza la dose della propensione ultima del poeta a puntare sulla inventio, ignora o aggira i livelli morfosintattci, crea una semantica in partenza predisposta a inusitate possibilit interpretative, infatti si direbbe che la ricerca di rimetaforizzare (che riguarda le parole e abbisogna solo di sintagmi per funzionare) ci consegna un testo che pu leggersi solo in maniera allegorica (che riguarda invece un piano superiore sotto il governo del discorso e che per sua indole intersoggettiva, dialogica, mirante a ci che sta fuori del linguaggio). Perch, dopotutto, come si pu dire di ci di cui non si pu parlare? Domanda cui ci abituarono i filosofici della disintegrazione della logica e del vuoto con cui bisogna cimentarsi per poter agganciare il referente. Una volta lallegoria era sufficientemente semioticizzata da consentirci di leggere di rose e lonze e viaggi fuori delle mura e sapere con una certa sicurezza di cosa si stesse parlando, ma dopo i vari Rimbaud, Nietzsche, Kafka, Gertrude Stein, Joyce, non si pu pi con presuntuosa sicumera trovare le corrispondenze alla magia di possibili significati che sgorgano dal testo postavanguardistico. Si richiede oramai che, laddove un poeta non voglia consapevolmente scrivere in maniera allegorica, lonere si ritorce sul lettore o interprete che deve entrare nel testo praticando unallegoresi, che alla lettera vuol dire altro-parlar (e non: parlare di altro, che era la vecchia concezione). Dalle strofe de luomo post-serpentico emerge una antropologia che forse solo la recente critica ecologica pu capire. Infatti se nelloccidente e in particolare nella modernit ci siamo illusi di aver lasciato dietro la nostra animalit o istinti selvaggi e abbiamo tessuti lodi nazionaliste e inni teologici alla nostra presupposta spiritualit, celebrando negli studi e nelle scuole e nelle assemblee quanto si sia distaccato luomo dalla sua natura animale (gi Nietzsche si lamentava di questo grosso errore, e DAnnunzio invitava a sentire la pioggia nel pineto per riconnettere con la dimensione estatica), orbene, il nostro scopre che una volta che anche questi ideali sono scomparsi, una volta che, come abbiamo visto allinizio, non c pi memoria n tempo mitico disponibile, che cosa si ritrova la specie plantica, il glomerolo umano, quello che si chiama ormai il post-umano? Siamo ridotti a vivere secondo pulsazioni dellippocampo, della medulla oblungata, del paleo encefalo. Nell ultimo annaspo non poi tanto felice di questo naufragio, egli termina domandandosi se verr luomo di immagine associante /
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Lallegoria della fine di millennio ci fa capire che la natura stessa di homo sapiens ha subito una radicale trasformazione, e laddove il fabbro martella i suoi versi consapevole che luomo sembra non avere altra possibilit che quella di (ri) vivere nei suoi endecasillabi, nella poesia che segue ritorna il rammarico, la rabbia si direbbe, di fronte alla possibilit che neanche la poesia ci pu salvare pi, come si enuclea dalla lettura di Saggio in-versi-bile sulla improponibilit della poesia. Qui in maniera non tanto distante da alcuni suoi contemporanei, la tecnica quella dellaccumulo, del catalogo, di sintagmi la cui semantica e risultante ideologia il lettore costretto a stendere su un telone trasparente e labile, atto a concretizzare per attimi la cruenta irrealt in cui luomo-rettile ormai si trova, dove le opposizioni logiche non servono, dove le negazioni non sono nascoste ma vengono brutalmente e spudoratamente poste come auto evidenti, dove non sussiste paradigma o metro contro cui misurare il senso e il valore degli stessi sistemi simbolici che ci siamo costruiti negli ultimi secoli, decenni: dopo la palus putredinis vaghiamo nella palus mortifera.
Che fare? Resta, titanica, e forse specificamente proteica, la vocazione alla ricreazione. Nel 1977, con le cento e una lotte, Toti si inventa un altro linguaggio, una nuova poetica, recupera ritmi antichi e famigliari, cerca una semantica ignara della drammatica ironia che la mina ad ogni battuta, ma volta ciononostante a dire, a dirci qualcosa, a far parlare qualche eco che rimane e rimanda dopo lo scroscio di quella che altrove ho chiamato la geremiade del vivente. Coniare parole del resto il mestiere del poeta, il maggior lascito della grande avanguardia, dello stesso Marinetti (che per un periodo si pensava di aver sorpassato), le parole-immagini, le coppie sostantivo-aggettivo, limmaginazione senza fili, la forzata riconquista della metafora, quella che sprigiona scintille di senso e di immagini-idee (dalla comune origine di eidos): un cinepoetigma che cosa uno stigmatdio dove? / un cinepiema qui soltanto imimagine / verbimmagini sonore silenziate interne e stremate. E da qui, si arriva alla mitica mise-en-abyme, et mai se ritrova / che fusse fato talle cossa / et mai avere visto
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seguita dalla tempoesia che sinsinua nella upoeta come la poetalpa. Si sprofonda nel diacronico solo per rendersi conto che non c nessuno che ascolta.
talle cossa / zio usato insiemo
Arrivati al poesimista del 1978, sembra che Toti abbia almeno riconquistato una certa fiducia nella poiesi tale da consentirgli di dire del reale tramite un referenzialit che non si illude di cambiare il mondo, n tantomeno di salvare laltro della dialogia allegorica, ma si contenta di schizzarlo, descriverlo, presentificarlo con un lessico e una sintassi che sono ormai la sua cifra. Basti leggere glossocomio? o identitolitarismo per capire che ci troviamo di fronte a una poetica dellevidenziazione del non-pi-umano (nel senso pi ampio che si dava a questo termine nelle societ cosiddette avanzate), della frattura perenne, dellimpossibile riconciliazione tra opposti, del vuoto contro cui inesorabilmente si sta scivolando, e dove, peggio per tutti, non ci sar pi nessuno / dopo il dopo. La sentenza che il lettore, almeno lo scrivente, si sente autorizzato a pronunciare la seguente: siamo postumi a noi stessi.
Da questo punto in avanti, potrebbe tornare utile leggere Toti in chiave surrealistica: del resto, se si scarta la strada della psicanalisi, laltra grande strada da percorrere per carpire la critica sociale implicita nel surrealismo (e includo Savinio in questa ottica) proprio quella dellallegoresi post-romantica. Quella che pu sembrare, a partire da Catalogema, una straniante prassi di accostamenti e dirompenti screziature nel corpo-testo con conseguenti sfilacciature nella ricomposizione che noi attuiamo corrisponde, in versione seriosa, al dilagare di accozzaglie che registriamo nella urbe occidentale postmoderna, la illogica connaturata a un vivere in cui i grandi metaracconti non tengono pi, in cui la confusione viene gi incorporata nella programmazione di modelli di scambio e di vendita, nella policy come nellestetica del brutto e del kitsch, nella babelica degli s/contri pubblici, nellassurdo diventato cifra del quotidiano. Lo sdegno del poeta si manifesta chiaramente ne Compoetibilmente infungibile del 1979, (che per certi versi fa pensare ad analoghi esercizi dellintergruppo siciliano), ma non mi pare ci sia sarcasmo quanto, ripeto, nobile perplessit, indignazione, amarezza forse, di fronte allirre123
ale presente che non pu tornare indietro e non ha un futuro se non quello della propria apoplessia, glossolalia perenne, necrologia incessante, ucronia e atopia che predominano alla fine anche dellepoca postmoderna, il nulla che impera.
Forse il compito del poeta rimane quello di dire solamente, non pi di parlare a qualcuno, o a comunicare di qualcosa, ma di registrare, quali vagiti o gridi o mere segnalazioni che non credono pi che ci sia qualcuno che possa rispondere al mittente, facendo del poetare esperienza della lingua pensierale che forse sola ci rimane, ancora. Ancora per un po? Basti leggere gli Errori erranti in Racconti da palpebra del 1989 per rendersene conto: narrare humanum est. Inerrare diabolicum per vedere come il linguaggio si ritorce su stesso, consapevole che anche il narrare rischia lautofagia. Nelle ultime poesie, Cliopeopea e Portamuro, muroporta, Toti non vede pi la differenza tra poesia e prosa, tra italiano e altre lingue, tra lio e laltro: il surreale diventa la realt, il mondo non pi strano o straniante rispetto a un presunto mondo ideale o reale che sia e con quale ci misuravamo: la stranezza medesima, lalienazione totale che contraddistingue la fine del millennio scorso. Si arrivati allepoca della distorsione perenne, dellepoca storta. E ora, nel ventunesimo secolo, riproponiamo la domanda: che fare?
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con occhi sugli schermi, e schemi per gli occhi andati a destra, quando il passaggio di emisfero inverte il giro delle acque, della saliva, visti uscire nel riflesso della condizione, fatti schermo nei percorsi e nei cunicoli, apposti come elenchi del noto, di nuovo a comprimere il punto di una fuga, il quadro, il livello delle acque che oltrepassa ogni parametro, il piolo mancante, la botola, in ogni caso linfortunio, la causa corporale, il sangue in aspersione al punto in cui si chiude la vocale; zero killed, limpressione degli occhi sugli schermi e negli schemi, liberi come dopo un colpo alla schiena ricevuto da qualcuno che precede, come quando chi sta davanti a te il nulla esteso, espanso di te, e gli occhi stanno sugli schermi e gli schermi dentro agli occhi per dire e dirne il senso lugubre dello sfibrare, della genetica ridotta, rotta e messa in muta, sedata e ricomposta dalla noia, nulla di te, nessuna emulazione che schermi a nero la danza del presente; ogni schermo sta come negli occhi e, teorizza, degli occhi sta come relitto, moto vago per la sua sostanza, istanza stessa della sosta, misura accelerata a valutare luovo e quel suo primo derivato, intenta a scegliere
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fra krill e planctus, destinata a un altro patire e alla pazienza, al pianto rimediato e senza rimedio, esposto in mesi e mesi di vasi capillari, nella misura accelerata di occhi e schermi, di occhi che lasciano passare il lutto intero nel decimo del giorno, decima volta della stessa causa processata dalla vita; e poco dopo il nulla esteso, espanso di te, che sta davanti a te, che abiter nella tua casa di generazione in generazione, a procreare e stendere sostanza di quel nulla, nella stessa casa si render completo e altro, eroso in ultimo nella cartilagine, costruir con gli occhi negli occhi una struttura mobile, legata e posta nelloblio per battere lo spigolo, soltanto, e rompersi le dita, le giunture, essere causa della grande morte cellulare, emergere nel legamento che procede in nota al confine, nella notte che confida, che agita dal silenzio come un nulla esteso, esploso di te, che nello schermo sta paziente, guarda dritto negli occhi:
in quella stessa casa di gangli, di ricettori maschio e femmina, di dovresti riuscire a convincere lui, di chi ha preso nota nel pi feroce dei modi, nel fatto che il domani prosegue a fare fuoco, a fottere, fornire tempo; la foto a nove anni, a novembre, dentro la fornace, che si giudica e condanna mai passata al giudicare; la foto a nove
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giorni, a novembre, nel grande corpo cellulare, la porzione prossimale, poi distale, termina tecnica, inflta il niente, prende a fare fuoco; la foto a nove giorni, una splendida porzione, assomiglia alla chioma di un albero, ti si rivolge con la testa girata a cento ottanta gradi, volta a nord del sistema nervoso centrale.
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Lattenzione della critica recente si sofferma spesso sulle installazioni verbo-visive di Gianni Toti, sulla sua ricerca multimediale, su quella che egli stesso defin la poetronica: miscela esplosiva ad alto contenuto tecnologico con la quale egli mette in attrito il desiderio di chi vorrebbe la poesia sul poetistallo e il pericolo obliante di chi la porterebbe sul poetibolo. In verit questo il punto darrivo di un percorso che vede il partigiano Toti da sempre attento alla polis, in una militanza che pone laccento sulle giunture del segno, tanto che si potrebbe parlare di realismo intraverbale finalizzato a disvelare la rete delle apparenze, le miriadi di circuitazioni da cui il velo di Maya pervaso. Dietro il paesaggio, tuttavia, c ancora il linguaggio, che tiene le forme di superficie e le segrete connessioni, quellunit profonda e tenebrosa che in Baudelaire ci parla per balbettii sinestetici e che in Gianni Toti altro non che continua proliferazione di senso, contrazione e distensione dello spaziotempo, rese fattive dalla poliedricit della lingua. Questa consapevolezza giunge a maturazione in chiamiamola Poemetnoia (Carte Segrete 1974). Metnoia termine greco che rinvia al cambio di mentalit, al crescere di consapevolezza, alla stregua dei viaggiatori platonici usciti dalla caverna. Dopo quel viaggio, nulla pi come prima: la visione ora sicura e lapparenza non pu pi ingannare. Ma per luomo post-serpentico prodotto sia dellincivilt telecatatonica e sia del mondo diventato favola cos come ce lo racconta Nietzsche nel Crepuscolo degli idoli la semplificazione platonica non basta: profondit e superficie stanno ora tutte dentro la narrazione del reale e dellirreale che il moltiplicarsi delle agenzie educative, informative e dintrattenimento hanno messo babelicamente in gioco. Gianni Toti agisce su questo tessuto plurale, lo dilata, lo complica ulteriormente sino a farci sprofondare in un divertissement, che non solo anarchicamente ci libera al principio del piacere freudiano, ma assume, pi profondamente, una connotazione ontologica: lessere totiano si d nella vertigine degli elettrologismi, chiedendo a noi di raggomitolarcisi dentro, per nuotare come embrioni poeliberi di passare da un labirinto allaltro, senza soluzione di continuit. In questo pluriutero-semico borgesiano e, per itala
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sponda, calviniano, non esiste contesto, per cui Croce e Gramsci, la storia, lautonomia e leteronomia dellarte, legemonia del proletariato, ora paroletariato, vengono risucchiati, metabolizzati dentro gli spazi cronici e ucronici del linguaggio, la cui salute e la cui malattia, la fisiologia e la patologia della langue e della parole saussureani stanno in perpetuo e dinamico conflitto ma anche in reciproco interscambio. A tale lucidit, Gianni Toti ci arriva per gradi. Ne Luomo scritto (Sciascia, 1965), il mondo sta ancora fuori, per quanto appaia strano, tutto esposto, piatto perch reo davere cancellato linvisibile. la morte del simbolismo, ma soprattutto, in quellincipiente neocapitalismo martirizzato da Pasolini, la morte dellintimit, dello spazio in cui possibile un sincero dialogo interiore. Sanguineti lha capito prima di tutti: il suo monologo esteriore render infatti obsoleti il neorealismo, il postermetismo ma anche lo storicismo pieno di sensi di colpa di Officina. Toti cammina sul ciglio della Neoavanguardia, ma diffida dellutopia comunitaria, quando questa fatta da mandarini verboequilibristi sempre pi ammanicati con lestablishment; egli, come altri poeti schierati pi a sinistra del Gruppo 63 e semmai pi vicino al Gruppo 70 segue una via personale, fondamentalmente apolide; inoltre, in quegli anni, impegnatissimo a testimoniare, da inviato, dei grandi conflitti terzomondisti, da Cuba al Vietnam alla Primavera di Praga. Lui la storia la attraversa, ci suda dentro; eppure, che tutto stia diventando favola una consapevolezza gi presente in questo libro. Ce lo dice nella necrologia per la metafora, morta per insufficienza di risorse entro una societ in cui non pi possibile distinguere / tra il volto e lo specchio. Immagine barocca, di quel barocco tanto amato da Luciano Anceschi, che pervade sempre pi anche la poetica del Nostro, non ultimo per il rilievo che quellet diede alla tecnica, al virtuosismo capace di creare una bellezza nuova, meravigliosa. E la meraviglia scatta ogni volta che attraversiamo i sentieri rigogliosi del poeta romano, una meraviglia spaesata ed eccitata al tempo stesso, alla sua massima potenza a partire appunto da chiamiamola Poemetnoia, ma gi quasi perfetta in Tre ucronie della coscienza infelice (I Centuauri, 1970) e costante sino alle tre raccolte successive: Per il paroletariato o della poesicipazione (Umbria editrice, 1977), Il poesimista (Rebellato, 1978) e Compoetibilmente infungibile (Lacaita, 1979).
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Dopo qualcosa cambia. La resistenza, almeno simbolica, del fortiniano nulla sicuro, ma scrivi, diventa ora, nel pieno della restaurazione culturale degli anni ottanta, Narrare humanum est. Inenarrare diabolicum, massima biforcuta, che addita la via luciferina dellinenarrazione, la scelta del buio proprio ai Poetenebriidi, un allontanamento, dal sapore kafkiano, dai miti della civilt del tramonto. A partire dai Racconti da palpebra (Empiria, 1989), il pessimismo prende infatti la parola, la sperimenta da dentro il ventre dello scarafaggio (Troppo vasto, lo scarabaggio, ormai. Ha divorato non soltanto lo mio autore, ma anche me, come vedete, che lo sto riscrivendo dal di dentro della sua pelle chitinosa). Forse per questo, Toti cerca la luce artificiale nella videoarte, ripartendo dalle vocali di Rimbaud, dai suoni sospesi di Mallarm, dagli zaum futuristi e chlebnikoviani, nella superficie della finzione proiettiva, che simbozzola nel paramount della visione, anche violenta, nel tentativo di riprendere possesso del non senso della polis, di rifondarlo a partire da una lingua utotica, che dica lindicibile del postmodernariato (come scrive nel 1987 a Giorgio Di Costanzo), e dalla leggerezza del montaggio. Montaggio che agisce per microsequenze sia in Racconti da palpebra e sia in Poco dopo gli ultimi tre femtosecondi (racconti coSmunisti dal poetceo) (El Bagatt, 1995). Questultimo lacerto, organizzato in un linguaggio borborigmico, singultico, tra permutazioni paronomasiche e un plurilinguismo caosmico, ci sprofonda in uno spazio in cui tutto tace, compreso il pensiero per eccesso di contraddizione. Il principio del piacere, abbandonata la giovinezza masturbatoria del ribelle, respira ora i miasmi sulfurei della morte, in uno spaesamento totale, anzi totiano, e lio franto si muove fra mura erte e dure, senza porosit, specchio perfetto del presente dal quale vorremmo soltanto uscire.
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Caro Toti, non che ci siamo scritti molto nel corso degli anni (e questa affermazione gi una li-tote, per dire che ci siamo scritti molto poco), ma colgo loccasione (che spero non derivi da Occaso, viste le tue simempatie per lEst europeo sovietizzante) per formulare lipotesi che tu stia con-versando cosmicomicamente con il signor Qfwfq, memoria universicolare di calviniana fantasia, a proposito di ammassi poetici globulari, stringhe parolibere, toticelle e poemolecole, arzigogolando alla faccia del signor Kgwgk. Hop-pure timmagino passeggiare su nuvole, immancabilmente disegnate dal tuo amico Nuvolo, con Totila lImmortale, il re ostrogoto (da te subito neologizzato, nella tua linguaggeria, in astro-gotto, fondendo le spazio-sibille con lombreta de vin da Gianni non disdegnata) che rese vani i tentativi del bizantino imperatore Giustiniano di riprendersi lItalia intera. E chiss, forse questo re guerriero lavrai pacificato appellandolo Totill, ri-chiamandoti allimmaginario Eden tibetano di Shangri-L, dove umane debolezze come odio, invidia, avidit, insolenza, avarizia, ira, adulterio, adulazione e cos via, erano abolite, non per legge, ma per comune convinzione degli abitanti: ed ecco il feroce ostrogoto da te poetizzato in principe amorevole. Spero che l dove adesso vagheggi esista un posto come la Taverna di Auerbach, dove tu possa confrontarti ed eloquizzare fra antichi tavoli di quercia cerchiati da miliardenari bicchieri, fumi di parole e versi birrosi, con personaggi quali larchetipoetartista Emilio Villa, il genialoide inventore di poesure e pittrie Corrado Costa, il combattivo antifranchista ed eclettico Rafael Alberti, lombroso e gladiatorio Vladimir Majakovskij, magari intento a discettar di lune ecchimotiche, osservando lastro dalla cupola obl costituente il soffitto della mitica osteria con il suo plurievocatore Adriano Spatola (non a caso autore di una poesia intitolata Majakovskiiiiiiij), il professorale tritaparole Edoardo Sanguineti, il beat padano (autodefinizione) Elio Pagliarani, il tonitruante ricercatore di parafossili e pesci gotici, Giorgio
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Celli (lui s scienti-poeta!)e tanti altri, magari impegnati in giochi da tavolo, chi a Carte segrete, chi a Carte scoperte. E a portar maggior confusione in questo tuo prediletto bailamme creativo ecco Marinka Dallos lasciare laffresco cui intenta sulla parete nord della faustiana taverna per mettersi a ballare la csrda accompagnata dal suono, manco a dirlo, di violini tzigani, come fosse a Buda o a Pest, oppure, che so sulle rive del lago Balaton. Appollaiato su uno sgabello alto due metri il signor Qfwfq approva, scuotendo lancestrale testone: nato con il Big Bang, aduso a osservare e tollerare tutto ci che stato e che sar, non pu che sorridere, indulgente, alla totiana sarrabanda.
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Ho visto Gianni Toti alcune volte a Milano negli anni 90 in occasione dei convegni del Gruppo 93 e delle edizioni di Milanopoesia, tra il 1989 e il 1992. Non ricordo in quali occasioni precise ma di sicuro ci siamo incontrati nellambito di questi appuntamenti dedicati alla poesia sperimentale. Alla fine degli anni 80, con la nascita del Gruppo 93 a Milano, si era creato una sorta di coagulo della poesia sperimentale in Italia e lui come altri, come Pignotti, di altra generazione,o Leonetti, partecipava a questi incontri insieme ad esponenti della poesia visiva e della poesia sonora. Gianni Toti sidentificava quasi con la direzione della video poesia che aveva inaugurato: si sapeva di Fluxus e di Nam Jun Paik proprio a Milano poesia ma in generale della videopoesia se ne sapeva ancora poco, anche perch per praticarla occorrevano macchinari allora costosi, occorreva di fatto la professionalit e le possibilit della RAI. Unaltra occasione di contatto con Toti per me fu quando leditore Mancosu pubblic una collana di libri a cui venivano allegate delle audiocassette con la voce del poeta. Nel progetto della collana il nome di Toti mi precedeva o seguiva perch era prevista anche una sua opera, essendo la dimensione orale e sonora cos importante per lui. Di Gianni mi colpivano il tono e il timbro della voce: parlava a bassa voce e con un tono quasi vellutato e i contenuti dei suoi discorsi, il modo con cui parlava di poesia, spesso facevano riferimento ad una terminologia di stampo idealistico, quasi crociano. E tutto ci in contesti sperimentali dove la lingua ufficiale era lo strutturalismo, o il marxismo, o la combinazione tra le due cose in una sola lingua A me sembrava che Gianni parlasse di poesia con la stessa intensit idealistica di un crociano, a dispetto della sua tecnologia. Non capivo questa cosa che mi sembrava una contraddizione o almeno una stranezza. Successivamente mi sono spiegato il fenomeno con il fatto che la pratica della televisione e delle strutture di produzione industriale, esasperando laspetto strumentale e commerciale dellespressione, finiva con il richiedere quasi per compensazione la nostalgia di unarte libera e liberata dal mercato. Si pensi al mezzo straordinariamente ricco che era la televisione e si
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pensi anche allutilizzo straordinariamente povero che se ne fatto per motivi sia commerciali, sia soprattutto ideologici. Mi pare allora di poter capire quellidealismo dei suoi discorsi a fronte della negativit dellindustria culturale. E sorprendente come la poesia di Toti da un certo momento, anche precocemente, ha acquisito una sua fisionomia, un suo stile. Uno stile centrato sul motore del neologismo. Di solito la figura retorica del neologismo non assume un ruolo cos centrale in una produzione poetica. Nel caso di Toti credo sia diventato lemblema della sua creativit. Attraverso questi prefissi e suffissi che finiscono per deformare la parola lasciandola sempre riconoscibile nelle sue metamorfosi combinatorie, Toti vuole non dissacrare ma parodizzare spesso il ruolo stesso del poeta e della poesia, proprio quando in privato collocava la poesia nelle regioni pi alte dellidealit. La desublimazione nel testo avveniva attraverso queste operazioni neologistiche che dovevano mimare, in un certo senso, latteggiamento freddo e tecnologico per compensare lafflato lirico che qui e l appariva. La sua poesia pi che ironica auto-ironica. Pi che ironizzare sul mondo, la sua poesia ironizza sul ruolo del poeta nel mondo e sulla concezione che il poeta ha di se stesso. E una riflessione continua sulla funzione della poesia ed metapoesia. E quasi incredibile il fatto che questa scrittura tutta sostanziata com da neologismi sia una scrittura metapoetica. Toti rifletteva sul significato della poesia attraverso la deformazione lessicale e microlinguistica. Il massimo di astrattezza per lintenzione metapoetica a fronte invece di un lavoro minimale sugli elementi atomistici del testo che sono interni al singolo lessema. Se si guarda al di l di questi calembour, al di l di questa prima superficie, ci che si legge il poetifragio per dirla a suo modo. Il naufragio delle avanguardie e delle neoavanguardie che se non erano ciniche alla Sanguineti, andavano di sicuro incontro alla tragedia e al dolore di un fallimento storico radicale. Per coloro che si erano formati nel secondo dopoguerra il crollo delle speranze di miglioramenti sostanziali e di cambiamenti radicali della cultura e della societ poteva essere esperito come una vero e proprio naufragio. Dal conformismo consumistico del boom economico alla violenza degli anni di piombo, alla cancellazione successiva, dalla met degli anni 80, del pensiero critico: questa situazione di continua involuzione della storia viene espressa bene dal suo pessimismo solo leggermente coperto dalla patina tecnologica dei suoi suffissi e prefissi.
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La sostanza dolente, pessimista e forse anche nichilista di questa produzione alla fine emerge con chiarezza. Lintensa e parossistica produzione di calembour si spiega forse come il tentativo poetico di intrattenere inutilmente, ma come una sorta di imperativo morale, nel nulla in cui il naufragio della poesia conduce.
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n.d.r. : questo testo di Biagio Cepollaro la trascrizione di un videopensiero di 1049, che pu essere visto e ascoltato su f l o e m a - esplorazioni della parola a questo indirizzo: http://www.diaforia.org/floema/2013/12/11/totilogia-gianni-toti/ oppure su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=EPFZMzZa3CI 135
c da dividersi pi che solo in quattro i migliori di noi i Joyce i Pound i Gianni Toti ne ho dimenticati degli altri? oh, s, e tanti di tuoi amici!
Raffaele Perrotta
e del multiversale la sua parola, anche quando non proprio parola.facolt del multiversale. del logismo il superamento. che parlare dellaltro parlare daltro: mi risaputo; scandaloso sarebbe se si rispettasse il filologico alleccesso del formalismo attribuito ad autore; disdicevole sformare e deformare la forma, ma la forma forma la forma di s stessa forma. se Dio laconico al pari del Signore che sta a Delfi, noi dobbiamo correre a quei ripari che sono gli attrezzi con i quali possibile lavventurosa accidentata traversata della selva dataci dalla roccia Naturale in forma di Scrittura. Balestrini, Ma noi facciamone unaltra; e noi ne facciamo unaltra di scrittura in uscita libera e in campo aperto a discorso; da un pezzo - davanguardia - che si usciti di minorit; Letteratura, Poesia non ce la raccontano pi giusta con la loro arroganza di proclamarsi in giustezza di letteratura, di poesia: abbiamo a che fare con il de-genere del genere: rialfabetizziamo. Gianni Toti uno di nostri .mostri sacri. ed ovvio che, quando la stilistica discorsuata complessa, ne risente tutto il volume scrittorio, breve lungo che sa. tutto e limite, il limite del tutto, di scritto, ecco il da farsi gratuito senza risultato di sintesi. si gioca a scacchi per via dellesperienza, pur tirando la freccia con larco in altro modo di mettersi in gioco. non un parlar chiaro (!) ri-dire il detto, come se niente fosse: la linea che si traccia, non solo una traccia e non una linearit, la non linea che si traccia il volume discorsuale che sinterrompe allimprovviso, l dove laquila nel/del suo sole. Icaro in fiamme. non riuscito a creare spazio lecito a composizione. ma che tu avresti il potere di uniformarti allombra luminosa del cosmo in forza della tua forza in segno scrittura significante compositivi? suvvia, ritorna a te nel genio che tingegna!
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opzione totiana ma procediamo stando nel giusto filologico totiano, nonostante che alla lettera lo spirito recalcitra nellessere letteralizzato; inoltre si ha a che fare con il totismo, un alfabetismo extra. c da faticare, il limite non prefigurabile, ma c un terreno, quello totiano, dove gli elementi primordiali di quellarte che da quel d con scene su rocce hanno inventato i caratteri detti segno scrittura significante, inappuntabili, pista di lancio del genesi discorso, che, per essere genere, deve de-generarsi, farsi primo di s stesso e concertazione corale, a dismisura per poter dirsi, in un lontano presente, io sono ci che sono incredibilmente, e il mio sole non luno di stella come vorrebbe che simparasse a memoria la filosofia della promiscua eredit del bello scrivere fallace. un auctor atto autoriale se non compare su tutti i giornali, se capace, oltre il suo scritto, di far nascere, intorno a s, quattro giovani ardenti in ri-nascenza della triade segno scrittura significante. il caso di Gianni Toti e di quanti, come lui, che hanno sacrificato corpo corporale per corpo testuale, testo imprevisto sorprendente singolare e intraducibile, f o r m a pura. e sputiamo sui premi letterari, sputiamo sugli accademismi, andiamo per dove si va a discorsi ininterrotti. e di premessa generale si conviene: perch Gianni Toti discende da (elementi primi di protoavanguardia): Le Pote se fait voyant par un long, immense et raisonn drglement de tous le sens. (Rimbaud, Lettre du voyant); Un coup de ds - jamais nabolira le hasard (Mallarm); Je sais dancien et de nouveau autant quun homme seul pourrait des deux savoir / Et sans minquiter aujourdhui de cette guerre / Entre nous et pour nous mes amis / Je juge cette longue querelle de la tradition et de linvention / De lOrdre de lAventure (Apollinaire, La jolie rousse, in Calligrammes); Futurismo, Dadaismo, Surrealismo, le tre grandi avanguardie storiche; Marinetti, Tzara, Breton; Duchamp, monarca; le neoavanguardie; Cage e Villa (lEmilio, non il Carlo), monarchi; altro destino a s monarchicamente Abraham Lincoln Gillespie (The Syntactic Revolution, Out of London Press), lAMERICANO.
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spianata la strada, si ri-cominci il cominciamento laboroperando segno scrittura significante; e se sincontrassero per malaugurata sorte la minacciosa gabbia e relativa sentinella del Genere, ben si controbbatterebbero con i suoni di guerra facendo rullare i tamburi e squillare le trombe, prologhi del de-Genere; non si prigionieri n delleditor n del gallerista.
dove realt e essenza, ente e essere se non con/nelle parole di segno scrittura significante. realt e essenza, ente e essere. ma le parole si sono deteriorate per il loro uso e abuso, cos il discorso con le sue grammatica e sintassi, infine la lingua, nel suo complesso, non scavata e non scovata in maravigliarsi di parola. * un saggio totiano in risposta a un mio scritto al mio ritorno suso in Italia bella dopo anni dinsegnamento alluniversit di Sydney; un saggio, appunto, a essere parlato nella parlata del Nostro, stilema suo a confronto col mio di stilema: dunque: da raffaele perrotta, il sentiero della domanda, in il Cobold, dicembre 1982 IV trim. anno 2 n. 7, pp.59-66: vi risposero in tanti di firme notorie e illustri, e il Gianni Toti firma notoria e illustre a dare la sua con la sua; un esempio di totismo ma con le mie fiere carte che impossibile che non sa possibile la neogrammatica e il neodizionario di quella scrittura jeroglifica chiamata E GIANNI TOTI POETRONICA, giorno intatto. no, non possibile IMITATIO di GIANNI TOTI. e dunque: vale il seguente frammentato ri-assunto di ars dictandi esplicitato in chiaro di segno scrittura significante alla Gianni Toti, cio: da Gianni Toti, La demanda del semitario, in il Cobold, aprile giugno 1984 n.11, pp.91-93: Sconsultando Martin. Luther-inneggiando, pi tosto. Lenigma, s, della bellezza - secondo Karlchen von Trier e la bellezza dellenigma (ainttomai = esprimersi con oscurit, copertamente, indivinellando) so138
no gi qui, da quasi-sempre ormai sullorlo - anzi, sulla punta della lingua. Fra trasgredenza e trascensione il non-sense, linnonsensia. e mia raffaelperrottiana di scelta a met testo-Gianni Totiano: Futuro scaduto, finito, semilavorato, ormai lavorato: capolavoro cadaveritiero della specie. Futu-risti, i futuriani (budetlaiye). No-future-party: ci vieni? Ti invito... * arrischianti e azzardanti, patti come si , davanguardia di nome e di fatto, si fa il nostro gioco con getto di dadi, magnifico! con lazzardo di prammatica che ci viene da lontano (Mallarm, e non si sa pedanti, almeno per questa volta che si chiamati a rispondere del fior fiore della poesia poiesi), la pagina bianca, circuisce e attrae, inchiostratura vi si avvenga, ritorner a roccia su cui simprime cultura di Natura, la caccia e il bottino, la diventata pietra parlante! gi da allora il gesto, rivissuto dallarte che aveva superato s stessa secolarmente, si proiettava alle primavere nostre, il gesto di nuovo clima, il teatro, la scena invasa dal non-teatro, invasata, il colpo di fulmine genio: siamo in posizione, e ce la teniamo cara, la posizione, dellirrompente paradigma trasformantesi radicalmente s da riproporsi quale dirompenza in/di paradigma sempiterno, e, grazie al cielo, paradigma contrariante paradigma, trono s, ma vacante, nellin-de-cifrare il gran mito lussureggiante pur nelle tetre stanze del potere letterario.
ora, giunge a proposito che si tenda lorecchio al buon vento che ci reca la buona novella dellImprevisto singolarmente Reale, la lingua non favorisce il servizio della frase idiomatica, fornisce, con Gianni Toti & Co., lidioma venuto e convenuto con il novum di segno scrittura significante. dunque non si tratta di apporre un qualche ritocco al gi tocco di classe, bens trattato paradigmatico superato e rilanciato a spectaculum: chi intenda il fenomeno cangevole bravo, chi non lo intendesse un bestemmiatore che bestemmia dopo aver visto una mostra di opere surrealiste non sapevo che la coda di un asino sapesse dipingere. la stessa idea, la stessa erba, lo stesso sole l in alto solo per star vicino alla terra e d luce e calore ai nostri occhi il sole che compare e che scompare, ma gli estremi si toccano, e lavan139
guardia, a furia di en avant, il tocco di estremo a limite storico: per questo lavanguardia in quanto avanguardia avanguardia storica neoavanguardia, e noi stiamo riconoscendoci nella stagione riflessiva e per ci riflettente la serie di passaggi della stagione in quanto la storicit irrefrenabile. avanguardia e azione: Gianni Toti, avanguardante-si azionante-si. E GIANNI TOTI POETRONICA. * ho titolato, e non per infinito finito (Adorno caro alla Nuova Musica, a Sylvano Bussotti e Teatro Totale per il quale non esistono che maschere non fittizie), il mio e del loro non in sotterfugio opus di tutto rispetto e che si chiama (v. titolato) un frammento la guerra? al primo venuto mascherato alla belle meglio non ho proprio la buona creanza finta di consegnargli le chiavi che aprono le Porte del Sole e le quali Porte Solari nientaltro sono che le Cifre di sillabe troncte l per destare la necessaria inquietudine del lettore che non se la beve al primo cenno di mal ascoltata avanguardia. pertanto: per far quadrare i conti, - e il Nome di quelli che allietano laria quella buona, laria per cui si pone mano allavventurarsi per fatale di combinazioni, stri permettendo, e io son di quelli che a la cerca duna Porta dischiusa d lanima, e dico io il Gianni Toti mi sta bene e tanti saluti ai Novissimi benamati (sic!) dal nostro grande Emilio che fa di cognome Villa e non di nome Carlo (tutto potere tranne che si scambino come in un sussulto di becerume i nomi in presenza di contratto mercantile). alabastro che nasconde mirabilmente lascesa del tratto di traccia, e ne abbiamo di Gianni Toti il Nostro confinante con i confini che Egli s-confina, di quel Regno dArte che non sacquieta continuando a fare arte dellarte una Arte. siamo alle solite con Lectio Dantis, riporto riportare riportare riporto, doppio/duplice duplice/ doppio, trasferimento di chiamata, convinciamoci: non voglio pi sentir parlare di filosofi assicuratori del proprio ver, manifesto sottotraccia il Significante, limite al massimo suo grado di Limite, e se Pietro comanda Dante di aprire la bocca: a parlare Dante grazie allAlighieri, Madame Bovary Flaubert, non mi capcito della
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Cosa perch una Forma, sunshine sunshine giorno dopo giorno e il primo della classe il primo della classe, come dire ego sum ciascuna volta che cito lautorit dellautore, insopprimibile latto sinch latto atto. se ne conviene che: permane, a misura dellio cito, la ripetizione sempre nuova del Significante altro non lUniverso Di-verso del Cosmo svelantesi Celato. non solo questo laccostamento che simula il taglio dellocchio in memoriam, sicch, a questo punto: non ci resta che il resto del sguito che dcesi labor et opus, tutto si tiene e nulla il nulla perch niente riconferma ente. posso ridirmi Gianni Toti non perci stesso offendendone la memoria. non parl, parla, chi, che cosa? il fantasma dellopera. ordunque sa il detto sostantivato. e come non fu, di dosso non mi strappo pi le vesti. non parlatemi pi di filosofi: raccontano le loro storie cerebrali, mentre, molto semplicemente, il fiore sta per fiorire. cos. cos? cos. e non una parola di pi. ma se parola ancra sa, sa oltre il Nostro Gianni Toti!
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Paolo Albani
tutto Toti trova da trovatore triste temi e tmesi tesi tra testi tosti e topici tasti su toni torniti in toto un tot di Toti trucca con teneri tic toc tomi di trilli come tronate e topos torbosi tingono totali tonfi di tonici tropi
n.d.r. : il file audio di questa poesia sonora di Paolo Albani pu essere ascoltato su f l o e m a - esplorazioni della parola, a questo indirizzo: http://www.diaforia.org/floema/2013/12/11/totilogia-gianni-toti/ oppure su soundcloud: https://soundcloud.com/diaforia/paolo-albani-totilit-omaggio 142
Appendix
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poesia manoscritta, inizio anni Ottanta - provenienza: archivio Gianni Toti - La Casa Totiana - materiali preparatori per Per una videopoesia 153
racconto manoscritto inedito, agosto 2003 - provenienza: archivio Gianni Toti - La Casa Totiana 154
testo manoscritto inedito di Gianni Toti, s.d. - provenienza: archivio Gianni Toti - La Casa Totiana 155
taccuino di Gianni Toti, anni Duemila - provenienza: archivio Gianni Toti - La Casa Totiana 156
poesia visiva inedita, fine anni Settanta inizio anni Ottanta - provenienza: archivio Gianni Toti La Casa Totiana 157
poesia visiva inedita, fine anni Settanta inizio anni Ottanta - provenienza: archivio Gianni Toti La Casa Totiana 158
poesia visiva inedita, fine anni Settanta inizio anni Ottanta - provenienza: archivio Gianni Toti La Casa Totiana 159
poesia visiva inedita, fine anni Settanta inizio anni Ottanta - provenienza: archivio Gianni Toti La Casa Totiana 160
poesia inedita, fine anni Settanta inizio anni Ottanta - provenienza: archivio Gianni Toti La Casa Totiana 161
Notizie
Paolo Albani Nato il 3 dicembre 1946 a Marina di Massa. Scrittore, poeta visivo e sonoro, performer, membro dellOpLePo (Opificio di Letteratura Potenziale), della Sezione italiana della Joseph Crabtree Foundation e del Comitato Scientifico dellInstitut International de Recherches et dExploration sur les Fous Littraires. Console Magnifico dellIstituto Patafisico Vitellianense, emanazione autonoma del Collegio di Patafisica, e da alcuni anni ricopro la cattedra di Linguistica fantastica presso la Facolt di Scienze inutili di Barcellona. Organizza anche laboratori di scrittura creativa (che preferisce chiamare ri-creativa) in vari contesti: universit, manifestazioni culturali, istituzioni pubbliche e private. Dirige la nuova serie di Tchne, rivista di bizzarrie letterarie e non. http://www.paoloalbani.it/ Daniele Bellomi Daniele Bellomi nato il 31 dicembre 1988 a Monza, dove vive. iscritto al Corso di Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso lUniversit degli Studi di Milano. Nel periodo 2010-2011 ha seguito il Corso di Poesia Integrata sotto la direzione di Biagio Cepollaro. co-fondatore (insieme a Manuel Micaletto) del blog/progetto plan de clivage. Suoi testi sono apparsi online su Poesia da fare, Niederngasse, GAMMM, Nazione Indiana, lettere grosse, Poetarum Silva e Rebstein, e in rivista su il verri. Finalista per la sezione Raccolta Inedita al Premio Lorenzo Montano 2012. Enzo Campi Nato a Caserta nel 1961, Enzo Campi, vive e lavora a Reggio Emilia dal 1990. Critico, poeta, scrittore, autore e regista teatrale, dal 1982 al 1990, con le compagnie Myosotis e Metateatro. Dal 1991 videomaker indipendente, ha realizzato svariati cortometraggi e un lungometraggio dal titolo Un Amleto in pi. Realizza performance, installazioni ed eventi multimediali a livello nazionale ed oltre e collabora a vario titolo con molti artisti e compagnie teatrali. Sono presenti, in rete molti suoi scritti (articoli, saggi brevi e poesie)ed alcune interviste, su diversi siti darte e di scrittura contemporanea ed presente in diverse antologie poetiche. autore del saggio filosofico Chaos: Pesare-Pensare scaricabile sul sito della compagnia teatrale Lenz Rifrazioni di Parma. Marcello Carlino Esperto di letteratura del 900, in particolare di quella della prima met del secolo, ha studiato soprattutto lo sperimentalismo e le avanguardie. Ha approfondito e concorso a ridefinire con il gruppo dei 165
Quaderni di critica la teoria dellallegoria, facendo centro sulle elaborazioni di W. Benjamin, sui cui scritti teorici ha prodotto negli anni una serie di studi; ha dedicato speciale attenzione ai rapporti tra letteratura e arti visive, analizzandone alcune significative espressioni e discutendone le implicazioni teorico-critiche. Nellultimo quinquennio ha pubblicato: i volumi Deposizioni. Atti di analisi testuale per la poesia italiana del Novecento, Bulzoni 2008; Racconto di parte della letteratura italiana del Novecento, Lithos 2010; Poetica, Guida 2011; Gli scrittori italiani e la pittura, Ghenomena 2011. Peter Carravetta Peter Carravetta titolare della Cattedra Alfonse M. DAmato per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University, nello stato di New York. Fondatore e direttore della rivista Differentia, review of italian thought (1986-1999), ha pubblicato, tra gli altri, Il fantasma di Hermes. Saggio su metodo retorica interpretare (Milella,1996), e Dei parlanti. Studi e ipotesi su metodo e retorica dellinterpretare (marcovalerio, 2002), oltre a sei libri di poesia. Ha co-curato Postmoderno e letteratura. Percorsi e visioni della critica in America (Bompiani, 1984) e Poeti italiani dAmerica (Pagus, 1993). Si occupa di ermeneutica, teoria critica, storia delle idee, postmoderno, poetica e politica, emigrazione, studi italoamericani, studi inter-culturali, e di Umanesimo italiano ed europeo. Vincitore questanno del Premio Lorenzo Montano con il volume edito da Campanotto Linfinito (2012). Biagio Cepollaro Biagio Cepollaro (Napoli, 4 giugno 1959) un poeta italiano. stato fondatore insieme a Mariano Baino e a Lello Voce della rivista Baldus (1990-1996) dedicata alla sperimentazione letteraria. Teorico del postmoderno critico, stato tra i promotori del Gruppo 93, considerato un gruppo di avanguardia letteraria. Dal 2004 ha avviato, sul suo sito ufficiale, le edizioni on line di Poesia italiana E-book che comprendono ristampe di opere poetiche e narrative stampate tra gli anni 70 e 90 e la pubblicazione di inediti di poeti pi giovani, nonch una rivista di poesia, Poesia da fare, e una rivista di critica, Per una Critica futura. Donato Di Stasi Donato Di Stasi vive e lavora a Roma, alternando faticosamente la professione di Dirigente Scolastico alla vocazione per la letteratura, in particolare per la critica militante e la saggistica. Giornalista diplomato presso lIstituto Europeo del Design nel 1986, svolge unintensa attivit di organizzatore culturale. Ha pubblicato saggi per il Dipartimento di Filologia dellUniversit di Bari, per lUniversit del Sacro Cuore di Milano e per lUniversit Normale di Pisa. Collabora stabilmente, in qualit di redattore, per le riviste Fermenti, Retididedalus, La citt e le stelle. Alcuni titoli pubblicati: Loscuro chiarore. Tre percorsi nella poesia di Amelia Rosselli, II Teatro di Caino. Saggio sulla scrittura 166
barocca di Dario Bellezza, Frammenti di lucido delirio. Mito, sogno e follia in Marino Piazzolla. Domenico Donaddio Nasce a Novara nel 1984 (genitori emigranti), ma torna subito nelloriginaria Montegiordano (costa jonica calabrese) dove vive tuttora. Studia a Bologna letteratura contemporanea, laureandosi con tesi su Nanni Balestrini e Elio Pagliarani. Da 4 anni cerca di far funzionare il Centro Culturale Lausberg. Nel maggio 2011 idea il primo blog/laboratorio di poesia italiano, le officine di poesia lin. Le sue principali passioni sono le avanguardie, il montaggio, Carl Gustav Jung e Kurt Vonnegut. Nel 2012 esce, per la Marco Saya Edizioni, Le ballate di Domenico Donaddio, la sua prima raccolta di versi. Pier Luigi Ferro Pier Luigi Ferro ha pubblicato studi su La Rassegna della Letteratura italiana ed Esperienze Letterarie. Negli anni 80 entrato in rapporti col gruppo di artisti che gravitavano intorno alla rivista TamTam, fondata da Adriano Spatola e Giulia Niccolai. Ha pubblicato due raccolte di versi: Librdo (TamTam, 1984) e Figure per il coro (Hetea, 1992), sue poesie sono apparse su varie riviste, tra cui TamTam, Il Ponte, Resine. Dal 1994 ha collaborato a Il Ponte, con una serie di saggi. Varie curatele e saggi, tra cui nel 2010 Messe nere sulla Riviera. Gian Pietro Lucini e lo scandalo Besson (Utet, Torino), con prefazione di E.Sanguineti. Direttore scientifico del trimestrale Resine. Quaderni liguri di cultura, ha realizzato numeri monografici dedicati al futurismo, alla letteratura simbolista, a Nanni Balestrini, Germano Lombardi. Stefano Guglielmin Stefano Guglielmin nato a Schio (VI) il 6 maggio 1961. Laureato nel 1986 in Filosofia, a Padova, con una tesi sul pensiero debole di Gianni Vattimo. Dal 2001, presso il circolo culturale Artemis di Vicenza, coordina un laboratorio per leducazione permanente alla poesia. Dirige le collane di poesia Laboratorio per le edizioni LArcolaio, Segni per conto de Le Voci della Luna e, assieme a M. Ferrari e M. Morasso, Format della Puntoacapo Editrice. Gestisce il blog di divulgazione poetica Blanc de ta nuque ed nella redazione di Poesia 2.0. Raffaele Perrotta Raffaele Perrotta ha insegnato nelle Universit di Venezia e Sydney e attualmente docente di Metodologia e critica dello spettacolo presso lUniversit di Genova. Lunghi o brevi, in volumi autonomi o 167
collettanei, lautore definisce i propri testi discorsi letterari di metacritica e metafilosofia. Alcune delle ultime pubblicazioni: la farfalla filosofica (2000); loscura visibilit del pelago (2003); antro immane (2005); ascolti e silenzi (2009); ombra a rilucere (2010); metacritiche da stilistiche complesse. la dirompenza paradigmatica dallanarchia alfabetica alla rialfabetizzazione (2012); attraverso la cruna di un ago (2013). filmista (tra i film, Hans Richter 1973) e filmologo (con Sirio Luginbhl, lo schermo negato. cronache del cinema italiano non ufficiale 1976). Maurizio Spatola Maurizio Spatola nato nel 1946 a Stradella (Pavia) e vive attualmente a Sestri Levante, sulla Riviera Ligure. Ha fondato con il fratello Adriano, nel 1968, le edizioni Geiger, di cui ha curato le note antologie sperimentali. Poesie concrete e visuali di Maurizio Spatola sono state pubblicate fra il 1967 e il 1972 nellantologia integrante il libro di Ezio Gribaudo Il peso del concreto (Torino 1968) e sulle riviste Chicago Review (USA), Ovum 10 (Uruguay), La Battana e Signal (Yugoslavia), Approches e Doc(k) s (Francia), Mec, Pianeta, Quindici e Tool (Italia). Nel 2001 ha perso luso della vista. Nonostante ci, convinto che la realt e lesistenza stessa siano il prodotto di un paradosso patafisico, continua ad occuparsi di poesia visuale e arti visive. http://www.archiviomauriziospatola.com Silvia Tripodi Silvia Tripodi (1974). Laureata in architettura; vive e lavora a Palermo. Dal 2012 collabora con il sito Samgha. Nellaprile 2013 tre sue prose sono state inserite nel sito GAMMM. Ha partecipato alla sesta edizione di RicercaBO, laboratorio di nuove scritture (San Lazzaro di Savena, novembre 2013).
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Indice
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da Luomo scritto - Sciascia, 1965 da TRE UCRONIE DELLA COSCIENZA INFELICE - I Centauri, 1970 da chiamiamola POEMETNOIA - Carte Segrete, 1974 da PER IL PAROLETARIATO O DELLA POESICIPAZIONE - Umbria editrice, 1977 da IL POESIMISTA - Rebellato, 1978 da COMPOETIBILMENTE INFUNGIBILE - Lacaita, 1979 da Racconti da palpebra - Empira, 1989 da POCO DOPO GLI ULTIMI TRE FEMTOSECONDI (racconti coSmunisti dal poetceo) - El Bagatt, 1995
Paolo Albani - Rebus scriteriato Donato di Stasi - Partitura critica pro Toti (commentario allars poetica) Enzo Campi - deglouglougramm (per Gianni Toti) Domenico Donaddio - (dis)integrazione verbale: introduzione alla poesia di gianni toti Pier Luigi Ferro - ACROSTICHIASTICO PER TOTI (RISCRITTO) Marcello Carlino - Vetrinetta di totismi con didascalie Silvia Tripodi - margini di manovra Peter Carravetta - Gianni Toti o la poetica dellepoca storta Daniele Bellomi - una splendida porzione Stefano Guglielmin - Lontologia delluomo post-serpentico totiano
Maurizio Spatola - Se Gianni Toti incontrasse il signor Qfwfq Biagio Cepollaro - Un pensiero per Gianni Toti Raffaele Perrotta - c da dividersi pi che solo in quattro i migliori di noi i Joyce i Pound i Gianni Toti ne ho dimenticati degli altri? oh, s, e tanti di tuoi amici!
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Notizie
Questa pubblicazione fa parte del progetto f l o e m a - esplorazioni della parola www.diaforia.org/floema ed contrassegnata dalla collana di scritture per la rete apothk
Un ringraziamento particolare va a Pia Abelli Toti a Silvia Moretti e a tutta La Casa Totiana, che con la loro gentilezza e disponibilit hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto, fornendo informazioni e preziosi materiali darchivio. Ringraziamo anche tutti gli autori che hanno donato il loro scritto per Toti, perch oggi pare sempre meno frequente la generosit e limpegno. Un grazie infine a Maurizio Spatola per le scansioni delle due recensioni per Toti a firma di Adriano Spatola e per alcuni utili suggerimenti.
Questopera rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribuzione, Non Commerciale, Non opere derivate 3.0 Italia http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it
Gianni Toti nato a Roma nel 1924. Ha partecipato alla resistenza partigiana ed stato per molti anni giornalista dellUnit. Figura intellettuale e sperimentatore assai versatile, regista televisivo e cinematografico, traduttore, romanziere, poeta e videoartista. Con i suoi lavori di videoarte, definiti video-poesie e VideoPoemOpere, ha partecipato a tutti i principali festival internazionali. Ha vissuto negli ultimi anni tra Roma e il castello elettronico di Montbliard, in Francia. Fin dai primi anni 80, sedotto dalle favolose prospettive dellelettronica applicata allarte, realizza in questo campo opere in cui musica, parole ed immagini interagiscono secondo modalit rivoluzionarie rispetto a quelle ormai consuete dello spettacolo live, del cinema e della televisione. Poeta poetronico, come preferiva autodefinirsi da quando aveva scelto il video come mezzo despressione), saggista, traduttore, scopritore ed importatore di testi inediti e underground, scovati ai quattro angoli della terra, attore, regista, questo artista singolare e proteiforme ha attraversato il secolo animato da sorprendenti intuizioni che lo hanno posto sempre allavanguardia dei movimenti artistici e culturali. Dalla sua complessa biografia si ricava limmagine di un intellettuale organico, costantemente in bilico tra riflessioni teoriche, creativit pura, attivit editoriale ed impegno politico. Militante Gianni Toti lo stato sempre, o per lo meno fin da quando, giovanissimo, si arruola, durante la guerra, nella resistenza al fascismo, continuando in seguito, come giornalista ed inviato speciale ad opporsi e a denunciare tutte le forme di ingiustizie con le quali ha dovuto confrontarsi. Gianni Toti morto il 8 gennaio 2007.
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l *xilema
2013