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Tentato dall'Istitutrice: L'amore di un'Istitutrice Vol.2, #2
Tentato dall'Istitutrice: L'amore di un'Istitutrice Vol.2, #2
Tentato dall'Istitutrice: L'amore di un'Istitutrice Vol.2, #2
E-book185 pagine2 ore

Tentato dall'Istitutrice: L'amore di un'Istitutrice Vol.2, #2

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Info su questo ebook

Sinossi

Miss Katrina Carrick aveva due obiettivi. Il primo era vendere il contenuto della libreria di suo padre per pagare i suoi debitori. Il secondo era di assicurarsi un posto come istitutrice.

Lord Timothy Strotham desiderava solo acquistare il contenuto della Carrick’s Book Shop and Lending Library e partire. Non pensava che la figlia del proprietario defunto avrebbe fatto parte dell’accordo.

Quando saranno insieme, Lord Timothy riuscirà a negare i propri desideri o Katrina si rivelerà una tentazione eccessiva? Quando arriverà il momento di separarsi, riusciranno a lasciarsi andare?

LinguaItaliano
Data di uscita9 ago 2024
ISBN9781667477749
Tentato dall'Istitutrice: L'amore di un'Istitutrice Vol.2, #2

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    Anteprima del libro

    Tentato dall'Istitutrice - Jane Charles

    Tentato dall’Istitutrice

    di

    Jane Charles

    Traduzione a cura di Stefy Ma

    Tentato dall’Istitutrice di Jane Charles

    Copyright © 2022

    Tutti i diritti riservati.

    I personaggi, i luoghi e gli eventi descritti in questo libro sono fittizi. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o morte, è puramente casuale e non voluta dall’autore.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo elettronico o meccanico, tranne nel caso di brevi citazioni contenute in articoli critici o recensioni, senza autorizzazione scritta.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in qualsiasi forma senza il permesso scritto dell’editore o dell’autore, ad eccezione di quanto consentito dalla legge sul copyright degli Stati Uniti.

    Sinossi

    Miss Katrina Carrick aveva due obiettivi. Il primo era vendere il contenuto della libreria di suo padre per pagare i suoi debitori. Il secondo era di assicurarsi un posto come istitutrice.

    Lord Timothy Strotham desiderava solo acquistare il contenuto della Carrick’s Book Shop and Lending Library e partire. Non pensava che la figlia del proprietario defunto avrebbe fatto parte dell’accordo.

    Quando saranno insieme, Lord Timothy riuscirà a negare i propri desideri o Katrina si rivelerà una tentazione eccessiva? Quando arriverà il momento di separarsi, riusciranno a lasciarsi andare?

    Titolo

    Diritto d’autore

    Sinossi

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Epilogo

    Ringraziamenti

    Biografia

    Capitolo 1

    Blackrig, Scozia, febbraio 1816

    Katrina Carrick aveva sperato che quel giorno non sarebbe mai arrivato. Aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per impedirlo, ma aveva fallito.

    Era pervasa dal terrore mentre camminava dentro la Carrick’s Book shop and Lending Library. L’odore di pelle e carta le era familiare, ma ben presto sarebbe appartenuta a un altro.

    Quel negozio era stato tutto per suo padre, soprattutto dopo la morte di sua madre. Aveva dato tutto sé stesso per quel posto e la loro casa, costituita da una serie di stanze sopra il negozio. Katrina era cresciuta in quell’edificio, dormiva al piano superiore e leggeva a quello inferiore ogni volta che ne aveva l’occasione.

    Aveva provato a tenere il negozio aperto dopo l’improvvisa morte del padre avvenuta un anno prima, ma aveva fallito a causa dei debiti, e la decisione più difficile che aveva dovuto prendere era stata quella di vendere tutto. Sapeva che suo padre era in difficoltà finanziarie, ma aveva capito la gravità della situazione solo quando si erano presentati i creditori. Il negozio che lui amava non rendeva abbastanza per pagare i debiti, e i soldi bastavano a malapena per i loro bisogni primari.

    Non aveva ancora metabolizzato che l’edificio in cui aveva vissuto per gran parte della sua vita apparteneva a un altro, perché lei non poteva più pagare l’affitto. A tal proposito, non lo pagava da quattro mesi e il proprietario le aveva dato di tempo fino alla fine del mese per portare via i suoi effetti personali e il contenuto della libreria.

    La sua unica scelta era di tornare a lavorare come istitutrice. Era una signorina di venticinque anni, proveniente da un piccolo villaggio della Scozia, ben istruita, grazie a suo padre, e con poche opzioni a sua disposizione. Aveva lavorato solo nel negozio e in due case come istitutrice.

    Tuttavia, Katrina non poteva pensare al lavoro in quel momento. Doveva prepararsi all’incontro con il possibile futuro proprietario dei libri di suo padre.

    La paura che provava non derivava dal dover vendere i libri, perché aveva capito che era necessario, ma dal fatto che l’unica persona che si era dimostrata interessata ad acquistarli potesse cambiare idea. Aveva bisogno di quel denaro per saldare i debiti e, se fosse stata fortunata, sarebbero rimasti abbastanza soldi per permetterle di mantenersi finché non avesse trovato un lavoro.

    Quando un gentiluomo si trovava in una situazione così difficile, sposava un’ereditiera. Una donna non aveva la stessa possibilità. Lei non aveva né una dote né conoscenze.

    «Dovresti lasciarmi negoziare,» disse suo cugino Broderick entrando dal retro. Broderick Carrick, attuale barone Carrick, aveva ereditato un debito grosso quasi quanto quello di Katrina. I loro padri erano fratelli e nessuno dei due aveva mai fatto fortuna, anzi, l’esatto contrario.

    «Era il negozio di mio padre. Il futuro proprietario dovrà negoziare con me,» insistette.

    «Potrebbe non voler negoziare con una donna,» le ricordò Broderick. Quello era il motivo per cui era venuto a Blackrig.

    «Apprezzo il tuo aiuto, Broderick, ma devo farlo da sola.»

    Lui scosse la testa e sorrise. «Indipendente come al solito.»

    «Sì. È un mio difetto.» Suo padre l’aveva cresciuta affinché fosse indipendente e pensasse con la propria testa. Era la società, per quel poco che ne sapeva, a vedere la sua indipendenza come un difetto. Suo padre le aveva addirittura lasciato tutto nel testamento. La società disapprovava che una donna possedesse un’impresa, ma lui no.

    «Vorrei anche che tu riconsiderassi l’idea di venire a vivere con me invece di cercare un lavoro.»

    Katrina apprezzava l’offerta più di quanto avrebbe mai potuto esprimere. «Non voglio essere un peso per te.»

    «Non saresti un peso,» insistette Broderick, ma entrambi sapevano la verità. «Non sono così in difficoltà, Katrina. Non come prima. Ho apportato molti miglioramenti e ho cominciato a ottenere degli introiti dai terreni.»

    «Me ne occuperò io,» insistette Katrina, consapevole che se non avesse trovato presto un lavoro, forse sarebbe stata costretta a vivere con suo cugino. Perlomeno non era un estraneo. Da ragazzi erano stati molto legati come i loro padri. Invece l’altro cugino, Lord Alden Knight, era arrivato poco dopo il funerale di suo padre e aveva insistito affinché partisse con lui.

    Katrina non aveva mai incontrato Alden prima di allora. Suo padre era il fratello maggiore di sua madre. Il loro nonno, il conte di Chedworth, aveva rifiutato e rinnegato la madre di Katrina, perché aveva sposato il secondogenito di un semplice barone invece del futuro visconte che lui aveva scelto. Katrina aveva mandato via Alden perché non voleva assolutamente alcun aiuto da parte della famiglia di sua madre.

    Alden era tornato qualche giorno prima, dopo aver saputo che Katrina doveva vendere tutto. Suo padre ora desiderava sistemare le cose, darle una casa, farla partecipare alla Stagione e vederla adeguatamente sposata. Invece lei e suo nonno non facevano alcuno sforzo per riconciliarsi. Tuttavia, Katrina aveva rifiutato ancora una volta l’offerta. Inoltre, era quasi zitella, e sarebbe sembrato sciocco se avesse osato fare il debutto in società.

    «Vorrei che riconsiderassi l’invito di mio padre,» esordì Alden, entrando dal retro come aveva fatto Broderick. Senza dubbio i due avevano discusso di cosa ne sarebbe stato di lei, poiché non accettavano l’idea che Katrina potesse cavarsela da sola, senza la guida o la protezione di un parente maschio.

    «No, grazie,» rifiutò educatamente.

    Katrina non nutriva alcun rancore nei confronti di Alden. Non era colpevole di quello che era successo e, in verità, le piaceva. In circostanze diverse, probabilmente le sarebbe piaciuto conoscerlo. Tuttavia, provava del risentimento verso il nonno a causa di quello che aveva fatto a sua madre, e non nutriva alcun rispetto per suo zio, poiché non aveva sostenuto sua madre nelle sue decisioni. Comunque era troppo tardi per rimediare.

    «Presumo che il gentiluomo che sta uscendo dalla carrozza sia il futuro proprietario dei libri.» Broderick fece un cenno verso la finestra.

    Katrina si voltò e notò un uomo dai capelli biondi che percorreva il vialetto davanti al suo negozio.

    Le si annodò di nuovo lo stomaco per la paura e recitò una preghiera veloce affinché lui risolvesse la sua situazione attuale.

    «Lord Timothy Strotham vuole comprare i tuoi libri?» chiese Alden sorpreso.

    In quel momento, Katrina non era certa se fosse un bene o un male permettere ad Alden di essere presente.

    «Che cosa sai di lui?» chiese.

    «È un po’moralista,» rispose Alden. «Ma non è così male,» si corresse. «Quando andavamo all’università, Lord Timothy aveva il naso immerso nei libri e studiava, oppure remava. La sua squadra era imbattibile.»

    Un atleta e uno studioso? Una combinazione insolita.

    «Essendo il quarto figlio di un marchese, sapeva che doveva trovarsi un lavoro. Dopo la laurea, è stato preso come docente e tutor a Oxford. Credo che remi ancora, anche se non per l’università.»

    ***

    Non appena era venuto a sapere che erano state messe in vendita una libreria e una biblioteca, Lord Timothy Strotham aveva scritto subito prima di partire alla volta di Blackrig, in Scozia.

    Non aveva mai pensato di possedere una libreria o una biblioteca, ma non appena aveva letto l’annuncio, aveva capito che era quello che voleva. Era una reazione all’insoddisfazione che provava nello svolgere la sua attuale professione a Oxford. Purtroppo, non era cambiato niente all’università dai tempi in cui era uno studente. I figli dei nobili e dei ricchi borghesi, o coloro che potevano pagarsi gli studi, trascorrevano poco tempo in classe o a studiare. Frequentavano le lezioni solo quando necessario e pretendevano di conoscere i temi degli esami prima di sostenerli. Era una consuetudine per i nobili, che erano lì solo perché lo prevedeva la società, ma poco importava se ricevevano effettivamente l’istruzione per cui pagavano. Ciò che infastidiva Timothy era che molti di quei signori un giorno sarebbero stati seduti in Parlamento, e sprecavano la possibilità di ricevere un’eccellente istruzione, che sarebbe tornata loro utile quando si fosse deciso il futuro dell’Inghilterra.

    Era un tale spreco, di cui lui semplicemente non voleva più far parte. Tuttavia, le sue opzioni erano limitate, motivo per cui era rimasto incuriosito non appena aveva visto l’annuncio della vendita della biblioteca e libreria.

    Poiché possedeva una proprietà situata fuori Middleton, Timothy aveva preso la decisione avventata di dimettersi e acquistare il contenuto della libreria in modo da poter aprire una biblioteca tutta sua. Per fortuna era abbastanza ricco per poterlo fare. In realtà, era stato suo padre a offrirgli l’aiuto poiché aveva più soldi di quanti ne avrebbe potuti spendere in una vita ed era generoso con i suoi figli minori, purché si trattasse di progetti seri. Il marchese Shomberg sosteneva pienamente il piano di Timothy di stabilirsi a Middleton e aprire la sua attività.

    La casa e la piccola tenuta senza rendita gli erano state lasciate da uno zio. Timothy non ci veniva da prima di ereditarle, ma conservava dei bei ricordi d’infanzia di quella casa e non vedeva l’ora di andarci ad abitare. Quando l’aveva ricevuta in dono, l’avvocato di suo zio gli aveva assicurato che era stato messo da parte un fondo per mantenerla e pagare una donna che la pulisse regolarmente, e che non era necessario che Timothy si recasse a Middleton finché non lo avesse desiderato. Al momento della redazione del testamento, suo zio sapeva che Timothy non poteva permettersi di lasciare il suo lavoro a Oxford per trasferirsi a Middleton dove non avrebbe avuto alcun reddito. Timothy avrebbe potuto godersi la casa in futuro o avrebbe potuto scegliere di vendere la proprietà se avesse avuto bisogno di un’entrata. 

    Timothy aveva accarezzato l’idea di vendere la proprietà, ma gli piaceva il pensiero di avere un terreno e una casa e sperava che un giorno avrebbe potuto permettersi di stabilirsi lì. Acquistare una libreria era proprio ciò di cui aveva bisogno, soprattutto perché sapeva che a Middleton non c’era una biblioteca, una biblioteca circolante o una libreria.

    Era consapevole del rischio. Non aveva mai posseduto un negozio, sapeva solo che amava i libri, le librerie e le biblioteche. Avrebbe potuto fallire miseramente, ma poche altre cose gli interessavano. Inoltre, se si fosse sposato, cosa che sperava di fare un giorno, avrebbe comunque perso il suo posto, poiché solo gli scapoli potevano ricoprire il ruolo di tutor o docente. Quando fosse arrivato quel momento, Timothy avrebbe dovuto trovare un’altra fonte di guadagno, perciò voleva provare a gestire una libreria prima di avere una moglie di cui prendersi cura.

    Odiava dover chiedere soldi a suo padre, ma era molto costoso comprare la quantità di libri necessaria a realizzare una biblioteca e Timothy sperava di potergli restituire i soldi un giorno. Tuttavia, suo padre insisteva che si trattava di un regalo, poiché per ordine di nascita, Timothy non avrebbe ricevuto

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