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Verso il Vado di Corno |
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Monte Infornace e Monte Prena |
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Cresta dal Brancastello alle Torri di Casanova |
È
questa una breve passeggiata, adatta a chi, pur essendo amante della
montagna, non ha la passione o le capacità per un impegno più
alpinistico e magari nemmeno per l'escursione faticosa. Permette di
addentrarsi tra le montagne del Gran Sasso e di scoprire scorci e
panorami senza dubbio affascinanti e, se la giornata è serena, di
ammirare i colori vivi e brillanti di questi luoghi, così familiari
e nello stesso tempo così selvaggi e sorprendenti.
Lungo
la diramazione della strada regionale 17 bis che sale verso l'albergo
di Campo Imperatore, più precisamente a quota 1800, sulla destra si
stacca una mulattiera che si dirige verso le pendici del monte
Aquila.
Incontriamo
un cercatore di funghi, già di ritorno da una proficua passeggiata,
qualche mucca al pascolo che ci guarda con curiosità
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A destra il Monte Scindarella, sullo sfondo il Bolza e, dietro, la Maiella. |
Dopo
aver piegato ad est e continuando a salire dolcemente, si arriva in
breve al valico (da queste parti si dice vado) di Corno a 1924 metri
di quota.
Chi
vuole cimentarsi con percorsi ben più impegnativi sappia che da qui
parte il Sentiero del Centenario, inaugurato nel 1974 dal CAI di
L'Aquila per festeggiare il centesimo anniversario della fondazione
del club.
È uno dei più bei percorsi su questo massiccio ma anche
uno dei più impegnativi: circa sedici chilometri, oltre i 2000 metri
di quota, quasi sempre in cresta, scavalcando tutte le cime della
catena orientale del Gran Sasso, dal monte Brancastello al Camicia,
per scendere infine ai 1632 metri di Fonte Vetica. Un percorso
magnifico, con l'Adriatico da un lato e Campo Imperatore dall'altro,
ma riservato ad escursionisti ben allenati.
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Le pendici nord del monte Brancastello |
Noi
per questa volta ci accontentiamo del Vado di Corno.
È
stato per secoli, e probabilmente già in epoca romana, un'importante
via di collegamento tra la Conca Aquilana e la valle Siciliana nel
teramano.
Fino
al XIX secolo era una via era molto frequentata e permetteva
commercio e scambi tra i due versanti del Gran Sasso. La rilevanza e
l'interesse strategico del valico erano tali che in epoca borbonica,
pare che il passo fosse sorvegliato da una guarnigione.*
La
realizzazione del traforo che attraversa la montagna quasi sotto di
noi portò quassù ingegneri e tecnici per realizzare lavori di
sbancamento.
Oggi
da qui passano solo gli escursionisti.
“Svoltato
l'angolo” l'immensa parete del Corno Grande appare in tutta la sua
imponenza. Più lontano, dietro la cresta che sale verso il Corno
Piccolo, appaiono i Monti della Laga.