Storia Sociale Dell'educazione Research Papers

The article aims to develop a cultural history of the ancient punishment of the cappello d’asino (literaly «ass cap») in Italian schools (but historically used in European schools from the 16th to the 20th Century), which will be analysed... more

The article aims to develop a cultural history of the ancient punishment of the cappello d’asino (literaly «ass cap») in Italian schools (but historically used in European schools from the 16th to the 20th Century), which will be analysed from an iconogenetic viewpoint in an attempt to highlight its symbolic roots. This, because an exploration of the practice reveals a fairly complex iconogenesis. On the one hand, the dunce’s cap stems from the late medieval custom of stigmatising the madness of fools and jesters with a hat characterised by animal attributes such as donkeys’ or other animals’ ears. On the other hand, the practice reveals strong links with the ancient practice of marking heretics and infidels with a pointed hat, from the pileus cornutus used to distinguish Jews, to the capirote imposed on people sentenced for religious motives by the Spanish Inquisition. The obligation to publicly wear such headgear was designed to impart public visibility to the wearers’ intellectual or spiritual deviance and to expose them to public contempt in order to oust them from the community of the faithful. In the following centuries, on the contrary, the symbolic significance of the pointed hat became so deeply rooted in people’s culture that it pervaded the school environment too. Thus the obligation for dumb pupils to wear the school version of this headgear (ass cap) began to mark their ousting from the micro-community of the classroom and to stigmatise their refusal (or inability) to learn: a refusal that was considered akin to down-right apostasy, equating the renunciation of reason (by fools) with the abandonment of faith (by heretics). Drawing on Foucault’s and Bourdieu’s research on the hegemonic nature of the modern educational system, it is also interesting to notice how this and other school punishments did not stem from an educational matrix only but, rather, descended from public systems for the control and repression of social and religious deviance (in this regard, a similar parallel will be established with the masks of shame) – although transferred to a symbolic level and adapted to the “condemned”, to their age and their physical and mental ability to endure punishment.

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- by Juri Meda and +1
  Marta Brunelli
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  Cultural History, Cultural Studies, History of Education, Popular Culture

Il cammino del coraggioso inserimento dei disabili a scuola nel nostro Paese è stato promosso dalla legge 517 del 1977 che, a 40 anni dalla sua emanazione, rimane il caposaldo dell’attuale modello di inclusione scolastica. È quella legge,... more

Quando inizia in Occidente la storia delle donne insegnanti? La sempre più accentuata femminilizzazione della docenza – un fenomeno che interessa tutta l’Europa ma è particolarmente evidente nelle scuole italiane – è una risorsa o un... more

Quando inizia in Occidente la storia delle donne insegnanti? La sempre più accentuata femminilizzazione della docenza – un fenomeno che interessa tutta l’Europa ma è particolarmente evidente nelle scuole italiane – è una risorsa o un problema? Quali sono i costi, per le università e per il Paese, delle discriminazioni che tuttora penalizzano le ricercatrici e le docenti universitarie nell’accesso al top della carriera? Questo libro si propone di affrontare domande simili a queste, adottando una prospettiva interdisciplinare utile a raggiungere un pubblico diversificato di esperti, docenti e studenti medi e universitari. La prima parte del volume affronta i rapporti tra donne e docenza nel tempo. Anche se si parla di donne intellettuali riconosciute come ‘maestre’ fin dai tempi di Socrate e di Platone, solo nel 1732, a Bologna, una donna fu per la prima volta incaricata di un insegnamento universitario: l’esperta di fisica newtoniana Laura Bassi (1711-1778). Nell’ambito delle celebrazioni per il terzo centenario della sua nascita, il convegno da cui questo libro trae origine ha offerto l’occasione per ridiscutere la figura di una ‘Maestra’ universalmente stimata come Bassi e per ripensare la storia delle donne docenti nel lungo periodo. Dalle monache maestre nei conventi della prima età moderna, alle insegnanti nella scuola primaria e secondaria dall’Ottocento fino al presente, il libro offre squarci su una storia controversa e poco conosciuta.
La riflessione sulle tematiche di genere in ambito scolastico, condotta attraverso gli strumenti della sociologia, della pedagogia e della psicologia, si focalizza nella seconda parte sul tema delle possibili ricadute, in termini formativi, degli squilibri di genere nella composizione del corpo docente.
Si discute, infine, nella terza parte, di pari opportunità e di merito nell’università italiana e in particolare in quella di Bologna: qual è la situazione delle docenti e delle ricercatrici nell’Ateneo più antico, quello che per primo al mondo offrì una cattedra a una studiosa?

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- by Paola Govoni and +1
  Gabriella Zarri
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  Modern Italian History, History of Education, History of Science, History of higher education

Nel secondo dopoguerra il sistema scolastico della neonata repubblica italiana sorta dalle ceneri del fascismo era ancora rigidamente elitario e classista, caratterizzato da percorsi paralleli e distinti, espressione di modelli educativi... more

Nel secondo dopoguerra il sistema scolastico della neonata repubblica italiana sorta dalle ceneri del fascismo era ancora rigidamente elitario e classista, caratterizzato da percorsi paralleli e distinti, espressione di modelli educativi fortemente eterogenei per impostazione, durata e contenuti: da un lato, quello rivolto alle élites borghesi – articolato sui tre ordini dal primario al secondario di secondo grado e terminante nella formazione universitaria – volto a garantire alla futura classe dirigente del Paese un solido bagaglio culturale; dall’altro, quello riservato alle classi popolari – consistente praticamente nel solo ordine primario – di durata assai più circoscritta e limitantesi a fornire i primi rudimenti della scrittura, della lettura e del calcolo. La nuova Costituzione repubblicana emanata nel 1948 aveva stabilito all’articolo 34 di estendere l’obbligo scolastico fino al quattordicesimo anno di età, ma tale principio non sarebbe stato effettivamente attuato che nel 1962 con l’istituzione di una scuola media di completamento dell’obbligo per il triennio compreso tra gli undici e i quattordici anni di età . Su questa scuola – caratterizzata da una rigida selettività e dalla persistenza di una pedagogia conservatrice – continuavano ancora a gravare tassi di abbandono e di evasione scolastica elevatissimi, soprattutto a carico dei giovani appartenenti alle classi popolari . Fu in questo contesto, tuttavia, che furono tentati due esperimenti educativi puntanti a fare della scuola un luogo di inclusione oltre che uno spazio di crescita civile e democratica: furono quelli promossi da don Lorenzo Milani, prima a San Donato a Calenzano e poi nella canonica di Barbiana in Mugello, e dal maestro Mario Lodi, prima nella piccola scuola elementare di San Giovanni in Croce e poi in quella del Vho di Piadena in Pianura Padana negli anni Cinquanta e Sessanta. Il presente contributo cerca di offrirne una sintesi in grado di mettere in luce una tappa senz’altro fondamentale dell’evoluzione del sistema educativo nazionale in relazione ai due fattori dell’inclusione e della promozione sociale.

Contributo al volume «A&B. La parola ai bambini», edito dalla Casa delle Arti e del Gioco - Mario Lodi, sul «giornale dei bambini per i bambini» creato nel 1983 da Mario Lodi in collaborazione con altri insegnanti come inserto mensile del... more

This book reveals how school memories offer not only a tool for accessing the school of the past, but also a key to understanding what people today know (or think they know) about the school of the past. It describes, in fact, how... more

La solidità dell’impostazione metodologica, attraverso l’utilizzo di fonti primarie – molte delle quali inedite –, il lavoro di individuazione ed esegesi di testi e documenti, nonché una più che soddisfacente ricognizione bibliografica,... more

Riassunto Il presente lavoro mette a confronto due testi che illustrano la condizione femminile ad opera di scrittrici siciliane, entrambe docenti: Elvira Mancuso (1867-1958), maestra elementare, autrice del saggio Sulla condizione della... more

Riassunto Il presente lavoro mette a confronto due testi che illustrano la condizione femminile ad opera di scrittrici siciliane, entrambe docenti: Elvira Mancuso (1867-1958), maestra elementare, autrice del saggio Sulla condizione della donna borghese in Sicilia (1907); Tecla Navarra Masi (1892-1936), insegnante negli istituti superiori, che scrive nel 1919 Il problema femminile nel dopo-guerra. Mancuso individua in un'imperfetta educazione delle ragazze la ragione della loro inferiorità; una scuola efficiente è allora indispensabile per consentire alla donna siciliana di uscire dal suo stato di sottomissione, anche psicologi-co, all'uomo/padrone. Alcuni anni dopo il pensiero di Navarra Masi prende le mosse dalla recente esperienza della guerra, che ha sviluppato nella donna la coscienza di sé come forza dinamica; è però necessario consolidare le posizioni acquisite, fornendo alle ragazze un'istruzione più vasta e completa. Il quadro resta comunque molto tradi-zionale, e la 'missione familiare' permane quale perno della vita femminile; il confron-to fra i due lavori permette allora di evidenziare la chiusura ideologica sulla questione femminile dal primo dopoguerra, come conseguenza diretta del più largo accesso al mondo del lavoro che il conflitto bellico aveva consentito alle donne. Parole chiave Elvira Mancuso, Tecla Navarra Masi, donna siciliana, istruzione, dopo-guerra Camilla Bonfiglio e Ventimiglia, moglie di D. Giovanni Ventimiglia dama d'illustre nobiltà […] ancorchè molto giovane, fatta madre di numerosa prole, fra le applica-zioni della famiglia, trovava anche il tempo di leggere, scrivere, e talmente profittò nell'eleganza, stile, arguzie, frasi e purità di lingua, che poetava a meraviglia, con i-stupore dei più eruditi e valenti uomini in tal professione. Ma poiché gli studi di questa sorta erano poco prezzati dallo sposo, non punto inclinato alle lettere, e che mal soffriva le applicazioni della moglie; per tal causa, più volte, ebbe ella a gustare delle amarezze, onde scrisse un libro in difesa delle donne contro la tirannide degli uomini, opera tuttochè stimata dagli uomini eruditi degna di darsi alle stampe, la moderazione del suo animo eroico nol permise (Gallo, 1881: 379). La voce della coltissima nobildonna, nata e vissuta a Messina nella prima metà del Seicento, 1 esperta conoscitrice di Dante, 2 Petrarca, Sannazzaro, Tasso, 1 Un recente profilo biografico di Camilla Bonfiglio Ventimiglia (1603-1649) è tracciato da Spadaro, 2014: 126-130.

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- by daniela bombara and +1
  Eva María Moreno Lago
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  Women's Studies, History of Education, Italian Studies, Italian Literature

IT: La riflessione storica degli ultimi trent’anni è stata dominata da un’interpretazione squisitamente politica dei processi di scolarizzazione di massa promossi in età contemporanea nelle società occidentali attraverso la creazione dei... more

IT: La riflessione storica degli ultimi trent’anni è stata dominata da un’interpretazione squisitamente politica dei processi di scolarizzazione di massa promossi in età contemporanea nelle società occidentali attraverso la creazione dei moderni sistemi scolastici nazionali, la quale ha evidenziato il ruolo della scuola come strumento di generazione delle identità nazionali. La subalternità alla prospettiva storiografica della 'Nation building' ha causato la marginalizzazione di paradigmi interpretativi alternativi, come quello relativo alla dimensione economica della scolarizzazione di massa, recuperato nel presente studio. Se infatti il ceto dirigente liberale perseguì la scolarizzazione di massa al fine di generare sentimenti identitari e consolidare il consenso politico alle proprie istituzioni, per raggiungere tale scopo non poté fare a meno di coinvolgere le imprese private, le quali erano in grado – tramite i loro impianti produttivi – di produrre su vasta scala i materiali necessari per porre le basi della «scuola di massa». Utilizzando gli annuari industriali, i bollettini delle organizzazioni di categoria, le inserzioni pubblicitarie pubblicate sulle riviste magistrali, i premi concessi nell’ambito delle esposizioni nazionali e universali, i brevetti e altre fonti inconsuete per questo ambito di studi, il volume mostra come i «mezzi di educazione di massa» serializzati e prodotti su scala industriale da quelle stesse imprese finirono con l’indurre una generalizzata omologazione dei metodi di insegnamento e dei processi di apprendimento e con lo standardizzare gli stessi contenuti educativi, dando forma a un modello scolastico capitalistico che stenta ancora a entrare definitivamente in crisi.

EN: The historiographical debate of the past thirty years has been dominated by an essentially political interpretation of the processes of mass schooling adopted in Western societies in the contemporary era through the creation of modern national education systems, and this has tended to highlight the role of the school as a tool for forging national identity. This subordination to the historical perspective of nation-building has led to the sidelining of alternative paradigms for interpretation such as the economic aspect of mass schooling – the aspect that this book sets out to explore. While the liberal ruling classes pursued the policy of mass schooling for the express purpose of forging patriotic sentiment and consolidating political consensus around their institutions, in order to achieve that purpose they had no option but to involve private businesses with their industrial ability to manufacture, on a vast scale, the materials required to lay the groundwork for “mass education”. Using industrial yearbooks, professional bulletins, advertisements published in education journals, prizes awarded in the context of national and world fairs, patents and other sources not usually used in this field of study, the book shows how serially produced “tools of mass education” manufactured on an industrial scale by those same industries ended up fostering the broad standardisation of teaching methods, of learning processes and of educational content, spawning a capitalistic educational model which has yet go into decline.

A partire dal processo di costituzione degli Stati-nazione in Europa, le relazioni so-ciali si sono intrecciate e delineate intorno al complesso ambito di confini politici e culturali non sovrapponibili tra loro (Fiamingo e Giunchi 2009).... more

Dopo l'interesse suscitato dal numero di "Venetica" dedicato alle Rivoluzioni di paese. Gli anni Settanta in piccola scala 1 , siamo tornati sul campo per indagare un altro aspetto della grande trasformazione in Veneto. Al centro della... more

This call for papers is part of the research activities envisaged for the project of significant national interest entitled School Memories between Social Perception and Collective Representation (Italy, 1861-2001). The intention is to... more

This call for papers is part of the research activities envisaged for the project of significant national interest entitled School Memories between Social Perception and Collective Representation (Italy, 1861-2001). The intention is to continue the line of research inaugurated by the international symposium on School Memories. New Trends in Historical Research into Education: Heuristic Perspectives and Methodological Issues, which took place in Seville in 2015.
The research project focuses on forms of school memory, understood as the individual, collective and public practice of remembering a common school past (Yanes-Cabrera et al., 2017). Individual school memory consists of self-representation supplied by former teachers, members of the school administration, and pupils through oral and written testimonies (e.g., diaries, autobiographies and memoirs in general). Ego-documents have also been widely used as historical sources in the field of historical-educational research (Viñao Frago, 2005) to reconstruct the history of schooling using the lived experiences of its protagonists rather than legislative and institutional sources, in an attempt to open what has been defined as the “black box of schooling” (Julia, 1995).
Collective school memory, on the other hand, is composed of the many ways in which the culture industry (literature, cinema, music, etc.) and the world of information represent school time, teachers and pupils, and it is subject to appreciable transformations. These representations of school past become layered from generation to generation, partly superimposing themselves on personal memories, corrupting factual reality and consolidating themselves into stereotyped narrations. They may also alter our awareness of the past, which is thus transformed into a real space in our imagination that cannot be separated from scientifically-based historical reconstructions (Alfieri, 2019).
Finally, public school memory consists of how schools and teachers are represented in official contexts and public commemorations promoted by local and national institutions based on a precise policy of memory, or public use of the past aimed at gaining consensus and reinforcing the feeling of belonging to a specific community (Yanes-Cabrera et al., 2017). Unlike individual school memory, collective memory and public memory have barely been touched on in historical-education research as they have not been considered a subject of historiographic importance for some time.
In recent years, however, school memory – in its various meanings – has been included in international historiographic thought and has become the subject of studies of notable interest in the field of the history of education both in Latin-American countries and in the Anglo-Saxon world. The study of memory allows us to define how the present looks at the past and interprets or reinterprets it. In this sense, school memory does not interest us merely as a channel to access the schools of the past, but as a key to understanding what we know today or believe we know about schools of the past and how far what we know corresponds to reality, or whether our understanding is merely the result of prejudices and stereotypes that have become ingrained in the common sentiment, and difficult to uproot. The subject of this historical research therefore, does not consist simply of exploring school environments as they once were but consists instead of exploring the complex process of defining the sentiment that has developed over time regarding schools at an individual and collective level, based initially on lived school experiences, followed by other social and cultural agents which have contributed in part to redetermine it.
This new research perspective allows us to address an aspect whose historical dimension has up to now escaped the attention of experts in the field: the evolution of the perceived social status of the various professional profiles involved in the processes of schooling and the public status of education within a community, as well as the public image of schools and the national school system. Studying the methods of collective symbolic representation of schools and teaching over time will help to define the origin of certain burdens that continue to weigh on the public image of schools, as well as making us aware of the overall cultural dimension of these historical phenomena. In addition, studies will restore awareness to all actors in public education of themselves and their roles.
There is no unique, unequivocal school past. There are many of them, which often coexist and alternate with one another. They may conform more or less to historical reality, but they are nevertheless real and influence the views individuals or communities have of that past. This international conference aims to discover these school pasts.

In the Borbonic Sicily during the period ranging from the second half of XVIIIth century to the first half of XIXth century, St. Mary’s Colleges had a central role in sustaining the education and the upbringing of young girls and filled... more

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- by Caterina Sindoni
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  Literacy, History of Education, XVIII century, Gender and education

Resumen: Este trabajo profundiza en el estudio de la enseñanza durante la Baja Edad Media a partir de la lectura atenta y detenida de los tratados empleados en las facultades superiores del currículo universitario. En primer lugar se... more

Il Settecento siciliano, caratterizzato da interessanti elaborazioni culturali e da un certo slancio partecipativo al dibattito illuministico, si contraddistingue anche per la vigorosa attività caritativa svolta da congregazioni religiose... more

Il Settecento siciliano, caratterizzato da interessanti elaborazioni culturali e da un certo slancio partecipativo al dibattito illuministico, si contraddistingue anche per la vigorosa attività caritativa svolta da congregazioni religiose e da privati benefattori indirizzata all’educazione delle fanciulle appartenenti ai ceti più “abbietti”. È a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, infatti, che si registra l’avvio di una serie di rilevanti iniziative che, al consueto modello pedagogico offerto dai reclusori e dai conservatori e tutto volto alla mera e sterile “custodia” delle fanciulle, propone un progetto “alternativo” finalizzato a valorizzare la figura femminile attraverso specifici percorsi educativi, formativi e di alfabetizzazione.
Il contributo intende presentare i primi risultati di una ricerca ancora in corso volta ad inquadrare, da un lato, tramite la rappresentazione in una mappa geo-storica, la variegata “offerta formativa” del tempo rivolta alle fanciulle del popolo e, dall’altro, ad individuare i fattori che consentirono ai Collegi di Maria, fondati nel Regno di Sicilia grazie alla proposta del cardinale Pietro Marcellino Corradini formulata per il Collegio della Sacra Famiglia di Sezze, di radicarsi saldamente nell’isola e di coinvolgere le fanciulle, da sempre in condizione di subalternità nella vita familiare e civile, nel processo di alfabetizzazione con il duplice ruolo di educande e di maestre. La ricerca, inoltre, intende evidenziare analogie e differenze sia tra la proposta originaria del Corradini avviata nello Stato Pontificio e le successive formulazioni siciliane, sia tra le diverse configurazioni assunte dai cento e più collegi fondati nell’isola a partire dal 1721.
Sul tema, oltre ad alcuni lavori di sicuro interesse di Cataldo Naro (I Collegi di Maria in Sicilia in AA.VV., Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e Unificazione - a cura di L. Pazzaglia, Brescia, La Scuola, 1994, pp. 891-904), Luciana Caminiti (Educare per amor di Dio. I collegi di Maria tra Stato e Chiesa, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005), Maria Teresa Falzone (Le congregazioni religiose femminili nella Sicilia dell’Ottocento, S. Sciascia, Caltanissetta 2002) ed un’ampia pubblicistica prodotta dagli stessi istituti, volta a celebrare la figura del fondatore ed a ripercorrere fatti e personaggi legati alla storia di ciascun collegio, non esiste una letteratura consolidata.
La ricerca, che in atto si estende anche al secolo XIX e che si prevede di ultimare entro la fine del 2016, si è finora svolta, come tutt’ora si svolge, presso l’Archivio di Stato di Palermo e nei restanti Archivi di Stato dell’isola. Le fonti finora esaminate, del tutto inedite, sono principalmente costituite dagli statuti e dalle istruzioni emanate nel corso del tempo per il funzionamento dei singoli collegi, dalla corrispondenza, con particolare attenzione alle lettere scritte dalle superiore e dalle maestre, e dai conti morali.

IT: Il presente articolo si propone di descrivere i processi di scolarizzazione di massa in atto nella società ita-liana tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX secolo, riferibili al solo grado primario e con velocità... more

IT: Il presente contributo – partendo dalle categorie di «lieux de mémoire» e «place memory» elaborati rispettivamente da Pierre Nora e Paul Connerton – intende determinare in cosa consistano i «luoghi della memoria scolastica» e quali... more

IT: Il presente contributo – partendo dalle categorie di «lieux de mémoire» e «place memory» elaborati rispettivamente da Pierre Nora e Paul Connerton – intende determinare in cosa consistano i «luoghi della memoria scolastica» e quali siano le dinamiche che li governano. Sono state individuate cinque varietà di «luoghi della memoria scolastica», ovvero, nell’ordine: i musei della scuola; le scuole-museo e aule-museo; le scuole storiche; le «scuole dimenticate», ovvero le scuole cadute in rovina; quelli che abbiamo preliminarmente definito i «sancta sanctorum della scuola», ovvero quei luoghi (in genere per l’appunto scuole) che hanno costituito gli incubatori spaziali di esperienze educative tanto innovative da potersi considerare uniche ed essere annoverate come tali negli annali della pubblica istruzione nazionale. Il contributo presenta le principali caratteristiche di queste diverse tipologie, evidenziandone linearità e asimmetrie, e traccia un quadro interpretativo che – seppur con alcuni distinguo – documenta la dimensione eminentemente localistica della memoria scolastica.

EN: This paper, starting from the categories of lieux de mémoire and place memory developed respectively by Pierre Nora and Paul Connerton, is aimed at determining what constitute «sites of school memory» and the dynamics that govern them. Five kinds of «sites of school memory» have been identified, namely, in order: school museums; schoolhouse museums and schoolroom museums; historic schools; «forgotten schools», i.e. schools which have fallen into ruin; those that we have previously defined as «sacred places of education», namely those places (usually schools) that constitute the spatial incubators of innovative educational experiences so as to be considered unique and be counted as such in the annals of the national education system. This paper presents the main characteristics of these different types, highlighting linearities and asymmetries, and tracks an interpretive framework that documents the highly localistic character of school memory, albeit with some distinctions.

Con la tecnica del prequel tipica delle Serie Tv mi appresto a delineare con un breve ma dettagliato excursus i tratti dell’interessante e controversa partecipazione alla vita pubblica dei cattolici nella seconda parte dell’Ottocento... more

EN: The dissemination of a particular public image of rural schools —ever since the poorest and most disadvantaged schools— has frequently been used by the ruling classes and / or political parties to document the rate of modernity and/or... more

EN: The dissemination of a particular public image of rural schools —ever since the poorest and most disadvantaged schools— has frequently been used by the ruling classes and / or political parties to document the rate of modernity and/or backwardness of the national school system, depending on the respective propaganda needs. Moving from the first photographic surveys conducted in Southern Italy in 1920s by the associations engaged in the socio-economic integration of the South into the Unitary State to get to the photo reportages published in some magazines in the 1950s, the article analyses in depth the manipulation of the public image of these particular schools as it emerges by the circulation of such photographs on daily newspapers and magazines, which reveals its propagandistic use over time.

ES: La difusión de una determinada imagen pública de las escuelas rurales —desde siempre las escuelas más pobres y desfavorecidas— ha sido utilizada frecuentemente por las clases dirigentes y/o los partidos políticos de la oposición para documentar la tasa de modernización y/o de atraso del sistema educativo nacional, de acuerdo con las respectivas necesidades propagandísticas. El artículo —moviéndose entre las primeras encuestas fotográficas realizadas en las regiones del Sur de Italia por asociaciones meridionalistas en los años 20 y los reportajes fotoperiodísticos publicados en algunas revistas en los años 50, pasando por la cesura fascista— pretende estudiar las alteraciones de la imagen pública de este tipo particular de escuelas comprobables en Italia en el período de tiempo indicado a través del análisis de fotografías escolares publicadas en periódicos diarios y revistas, centrándose en el uso propagandístico que de las mismas se hizo a lo largo de treinta años.

IT: La diffusione d’una determinata immagine pubblica delle scuole rurali – da sempre le scuole più povere e disagiate – è stata frequentemente utilizzata dai ceti dirigenti e/o dai partiti politici per documentare il tasso di modernità e/o di arretratezza del sistema scolastico nazionale, a seconda delle esigenze propagandistiche espresse dagli uni piuttosto che dagli altri. L’articolo – muovendosi tra le prime inchieste fotografiche condotte nelle regioni del Mezzogiorno italiano dalle associazioni meridionaliste negli anni ’20 e i reportage foto-giornalistici pubblicati su alcune riviste negli anni ’50, passando attraverso la lunga cesura fascista – si propone di studiare le alterazioni dell’immagine pubblica di questo particolare tipo di scuola registrabili in Italia nel lasso di tempo indicato attraverso l’analisi delle fotografie pubblicate su quotidiani e riviste, evidenziando l’uso propagandistico che di essa è stato fatto nel corso del tempo.

The purpose of this paper is to explore the evolution and use of the school desk in unified Italy as a multifunctional and highly efficient tool, which was required not only to efficiently support in-class activities, to facilitate the... more

The purpose of this paper is to explore the evolution and use of the school desk in unified Italy as a multifunctional and highly efficient tool, which was required not only to efficiently support in-class activities, to facilitate the classroom management and finally to maintain a correct body posture in order to preserve pupils’ health, but also to accomplish the additional task of working as real “gymnastic equipment”, i.e. suitable for performing various gymnastic exercises inside the classroom.
The assumption upon which this paper rests is that school desks have
always been signifiers charged with multiple meanings related to the evolution of curriculum, pedagogic ideas and daily school practices, which have often been forgotten, abandoned or, for some reasons, underrepresented in the official history of education as well as in the collective memory of school. In order to rebuild this forgotten history, and retrace the possible theoretical-pedagogical basis underlying such practice, the authors have systematically reviewed the Italian manuals on gymnastics between desks from the 1870s to the 1970s, retraced sources documenting this practice in the daily school life (government rules, school programmes, school hygiene prescriptions, iconographic sources, teachers and school managers’ testimonies) and finally, compared with other foreign practices (such as “calisthenics”).
The convergence between many differentiated sources has demonstrated the longevity of this school practice, which was not only the fruit of educational theories of gymnastic teachers but was also determined by the backwardness and logistic inadequacies of many Italian schools. The paper reveals how this gymnastic practice, after establishing itself in the post-Unification Italian schools, continued almost uninterrupted until the Second World War and even until the 1970s, evidencing how gymnastic teachers, hygienists, educationalists and lawmakers continued, over almost a century, to scientifically legitimise ( from the top downwards) an educational practice that was actually driven from the bottom upwards, i.e. determined by an endemic lack of adequate spaces and tools for physical education in Italian schools.

This paper, starting from the categories of lieux de mémoire and place memory developed respectively by Pierre Nora and Paul Connerton, is aimed at determining what constitute «sites of school memory» and the dynamics that govern them.... more

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- by Francesco Pongiluppi
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  History, Education, Adult Education, History of Education

Educational historians developed an interest in “school memory” as a historical object in the early years of the 21st century thanks to a deep renewal of the epistemological fundaments and heuristic objectives in this field of study,... more

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- by Juri Meda and +1
  Antonio Viñao
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  History of Education, História Da Educação, Historia de la Educación, Storia dell'educazione

IT: En los últimos años las “escuelas históricas” han comenzado a aparecer en el debate público y en la literatura científica de una manera cada vez más evidente. Pero ¿qué significa exactamente este término? ¿Cuándo se puede considerar... more

Il primo numero della collana "I quaderni di Milanosifastoria" contiene la maggior parte delle relazioni e delle comunicazioni ai Seminari inaugurali (3 novembre 2014) "Persistenze e mutamenti nella storia della istruzione, formazione ed... more

Il primo numero della collana "I quaderni di Milanosifastoria" contiene la maggior parte delle relazioni e delle comunicazioni ai Seminari inaugurali (3 novembre 2014) "Persistenze e mutamenti nella storia della istruzione, formazione ed educazione. Caso milanese e contesto italiano" e "Piste di lavoro di Milanosifastoria e prospettive di ricerca" della Settimana di apertura (3-9 novembre 2014) della prima edizione 2014-2015 ("Storia della istruzione, formazione ed educazione a Milano e in altre aree comparabili") del Progetto pluriennale Milanosifastoria, promosso dal Comune di Milano e dalla Rete Milanosifastoria, di cui è capofila l'associazione IRIS (Insegnamento e Ricerca Interdisciplinare di Storia).
La prima edizione (3 novembre 2014 - settembre 2015) si è avvalsa della collaborazione di Archivio di Stato di Milano, Soprintendenza Archivistica per la Lombardia e Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia - Ambito Territoriale di MIlano; del patrocinio del Dipartimento di Studi storici dell'Università degli Studi di Milano; del gemellaggio con la Festa Internazionale della Storia di Bologna.

Il Quaderno si articola in quattro parti.
La prima, intitolata "2014 - Il Progetto, origini e prospettive" (pp. 9-36), si apre con "I Quaderni di Milanosifastoria: presentazione del primo volume" (pp. 11-12) e prosegue con i contributi di Marialuisa Cavallazzi, "Lo spirito di Leonardo è ancora a Milano" (pp. 13-15), di Maurizio Gusso, "La prima edizione del Progetto Milanosifastoria: bilancio e prospettive" (pp. 17-25) e di Silvana Citterio, "Milanosifastoria alla prima annualità. Un nome, un logo tra rete e progetto" (pp. 27-36).
La seconda parte - "Persistenze e mutamenti" (pp. 37-98) - inizia con cinque relazioni e comunicazioni dei due Seminari inaugurali : "Il ruolo delle amministrazioni comunali nella storia della istruzione, educazione, formazione a Milano" di Antonella Olivieri (pp. 39-56), "Istruzione elementare e formazione dei maestri a Milano prima dell'Unità: permanenze e mutamenti" di Simonetta Polenghi (pp. 57-66), "Istruzione, formazione ed educazione fra Unità e Prima guerra mondiale: caso milanese e contesto nazionale" di Mariachiara Fugazza (pp. 67-74), "Specificità persistenze mutamenti nella storia dell'istruzione in età repubblicana a Milano" di Cristina Cocilovo (pp. 75-82) e "'Ricoverare, mantenere, educare'. L'esperienza storica degli enti assistenziali milanesi nel campo dell'istruzione, formazione ed educazione" di Flores Reggiani (pp. 83-90). Si conclude con il contributo di Patrizia Angelone e Andrea F. Saba, "Gli archivi scolastici in Lombardia: ricercare, censire, fruire" (pp. 91-98), redatto a partire dal Seminario "Gli archivi scolastici in Lombardia: ricercare, censire, fruire" (Cinisello Balsamo/MI, 4 novembre 2014), promosso da Comune di Cinisello Balsamo - Centro Culturale "Il Pertini", Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest, INSMLI (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia), IRIS e "Zapruder" - Storie in Movimento, nell'ambito della Settimana di apertura della prima edizione del Progetto Milanosifastoria.
La terza parte - "Incroci e contaminazioni" (pp. 99-127) - ospita i contributi di Concetta Brigadeci, "Educare ed educarsi in una società in trasformazione: la Scuola dei Genitori (Milano, 1953-1970)" (pp.101-110), di Irene Menegoi Buzzi-Donato, "Comune di Milano: le scuole speciali dalla separazione all'inclusione" (pp. 111-118). Seguono due comunicazioni del Seminario inaugurale "Piste di lavoro di Milanosifastoria e prospettive di ricerca": "Lavoro e cultura. Luoghi e storie dell'emancipazione sociale a Milano dal XIX secolo ad oggi" (pp. 119-121) di Debora Migliucci e "Rappresentazioni artistiche di aspetti della storia della istruzione, formazione ed educazione nell'area milanese", a cura di Marilena Salvarezza (pp.123-127).
La quarta parte - "I documenti" (pp. 129-157) - contiene la Deliberazione della Giunta del Comune di Milano n. 1264 del 20 giugno 2014 sul protocollo d'intesa fra Comune di Milano e Rete Milanosifastoria per la realizzazione del Progetto Milanosifastoria (p. 131); il Protocollo di intesa Comune-Rete del 21 ottobre 2014, allegato parte integrante della Deliberazione precdente (pp. 133-136); il Documento di base della Rete Milanosifastoria del gennaio 2014 (pp. 137-141); il Protocollo costitutivo della Rete di Milanosifastoria del 14 aprile 2014 (pp. 143-154); la "Composizione della Rete Milanosifastoria", aggiornata al maggio 2016 (pp. 155-157). Il quaderno si conclude con i profili "Gli Autori" (pp.159-162).
Il Quaderno è stato presentato nel Seminario di formazione "Cultura storica tra ricerca e divulgazione: una prospettiva milanese" (Sala del Grechetto, Biblioteca Sormani, Milano, 27 ottobre 2016), promosso da Comune di Milano e Rete Milanosifastoria, con i saluti introduttivi di Marialuisa Cavallazzi, Nicola Cavalli, Liliana De Ponti, Patrizia Foglia e Maurizio Gusso e le comunicazioni di Patrizia Angelone, Marialuisa Cavallazzi, Silvana Citterio, Cristina Cocilovo, Patrizia Foglia, Mariachiara Fugazza e Andrea F. Saba; moderatrice: Antonella Olivieri.

This is the program of the International Symposium «School Memories. New Trends in Historical Research into Education: Heuristic Perspectives and Methodological Issues» (Seville, 22-23 September, 2015), which will be attended by 95... more

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- by Juri Meda
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  History of Education, Memory Studies, Cultural Memory, Lieux de memoire

Abstract of the paper presented at the XIX Coloquio de Historia de la Educación «Imágenes, discursos y textos en Historia de la Educación. Retos metodológicos actuales» (El Escorial / Madrid, 19-22 September 2017), organized by the... more

PIETRO CAUSARANO (COORDINATORE), WILLIAM GRANDI, LUCA MONTECCHI, ROSSELLA RAIMONDO, GIACOMO SPAMPANI Rivista di storia dell'educazione is a peer reviewed journal. I contributi in questa rivista sono preventivamente valutati anonimamente... more

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- by Andrea Dessardo
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  History of Education, Trieste, Storia dell'educazione, Trento

Brochure con la presentazione della Rete e del Progetto Milanosifastoria e con il programma della Settimana di apertura (3-9 novembre 2014) della sua prima edizione "Storia della istruzione, formazione ed educazione a Milano e in altre... more

Lo scritto è un contributo a un bilancio della prima edizione 2014 -2015 ("Storia della istruzione, formazione ed educazione a Milano e in altre aree comparabili") del Progetto pluriennale Milanosifastoria, promosso dal Comune di Milano e... more

Lo scritto è un contributo a un bilancio della prima edizione 2014 -2015 ("Storia della istruzione, formazione ed educazione a Milano e in altre aree comparabili") del Progetto pluriennale Milanosifastoria, promosso dal Comune di Milano e dalla Rete Milanosifastoria (MSFS), di cui è capofila l'associazione IRIS (Insegnamento e Ricerca Interdisciplinare di Storia), presieduta da Maurizio Gusso.
Il primo paragrafo (pp. 17-21) individua "Alcuni aspetti positivi" della prima edizione.
Anzitutto tale edizione (3 novembre 2014 - settembre 2015) "[...] si è articolata in 86 iniziative, di cui 28 concentrate nella Settimana di apertura (3-9 novembre 2014), con un discreto successo di pubblico e critica" (p. 17).
"Un secondo aspetto positivo è il consolidamento e l'allargamento della Rete MSFS ([email protected]), che nel corso della prima edizione ha visto crescere
* i sottoscrittori del Documento di base, membri del Comitato promotore (CP) del Progetto MSFS;
* i soggetti collettivi aderenti al protocollo d'intesa costitutivo della Rete MSFS e i loro rappresentanti nel Coordinamento Scientifico e Organizzativo (CSO) di Rete MSFS;
* i membri della Segreteria del CSO" (pp. 17-18).
"Un terzo aspetto positivo è la costruzione di forme sempre più ampie, approfondite e collaudate di cooperazione fra soggetti promotori (Rete MSFS e Comune di Milano), collaboratori, patrocinatori e gemellati (Festa Internazionale della Storia di Bologna" (p. 19).
"Un quarto è la conferma fattuale della validità delle soluzioni specifiche che caratterizzano il Progetto MSFS rispetto alla maggior parte delle Feste e dei Festival della Storia esistenti in Italia: la struttura democratica, pluralistica e partecipativa; l'intreccio fra ricerca, documentazione, divulgazione, formazione e didattica in ambito storico-interdisciplinare; la focalizzazione prevalente di ogni edizione su una tematica specifica; il suo andamento ad anno scaolstico/accademico, anziché ad anno solare; l'uso della Settimana di apertura di ogni edizione come trampolino di lancio, unitario e differenziato, delle attività del resto dell'anno; la gradualità realistica del radicamento territoriale in un'area popolosissima e complessa come quella milanese e delle aperture comparative con altre aree territoriali italiane, se non anche europee ed extraeuropee" (pp. 19.20).
"Un quinto è la conferma fattuale della durevole rilevanza della problematica affrontata nella prima edizione (la storia di istruzione, formazione ed educazione)" (p. 20): infatti, nel secondo anno 2015-2016 del Progetto ("Milano: il lavoro, la storia"), "[...] ci sono stati ulteriori sviluppi del tema al centro della prima edizione, grazie anche agli intrecci congeniti fra le due problematiche" (ibidem).

Il secondo paragrafo (pp. 21-25) esamina "Alcuni limiti costitutivi originari, in corso di superamento graduale".

Report del Simposio Internacional «La memoria escolar. Nuevas tendencias en la investigación histórico-educativa: perspectivas heurísticas y cuestiones» (Sevilla, 22-23 de septiembre de 2015).

The purpose of this contribution is to examine «school memory» in depth as a specific object of research and a new line of investigation for historians of education. The starting point is the new historical-cultural approach and the... more

CALL FOR PAPERS – SPECIAL ISSUE OF «HISTORY OF EDUCATION & CHILDREN’S LITERATURE», n. 1, 2019. By 30th September 2017, each author must submit a draft of an article in English, using the attached submission form. This form must be sent... more

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- by Juri Meda and +1
  Luigiaurelio Pomante
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  History of Education, História Da Educação, Historia de la Educación, Historia da Educação

IT: Il contributo si propone di indagare l’uso da parte del regime fascista della propaganda del risparmio come fattore di nazionalizzazione dell’infanzia nella scuola elementare. La strumentalizzazione ideologica della propaganda del... more

IT: Il contributo si propone di indagare l’uso da parte del regime fascista della propaganda del risparmio come fattore di nazionalizzazione dell’infanzia nella scuola elementare. La strumentalizzazione ideologica della propaganda del risparmio inizio durante la Guerra d’Etiopia, quando il regime avvertì per la prima volta la necessità di organizzare massicciamente il fronte interno, giungendo al proprio apice con la Seconda guerra mondiale. Gli istituti di credito, infatti, sotto la pressione dell’apparato propagandistico del regime, iniziarono a produrre manifesti, opuscoli, quaderni scolastici e periodici per l’infanzia, incentrati sulla partecipazione delle giovani generazioni allo sforzo bellico nazionale per mezzo del risparmio, giungendo a distribuire il cosiddetto “salvadanaio di guerra”. La “battaglia del risparmio”, come fu ribattezzata, fu tuttavia una battaglia incruenta: il tributo che la nazione chiedeva ai propri bambini in tempo di guerra non era un tributo di sangue (per quanto rientrante tra i doveri previsti dal giuramento ufficiale dei membri dell’Opera nazionale balilla), quanto di fede e di obbedienza.

ES: La contribución presentará los resultados de una investigación en curso sobre el uso por el régimen fascista de la propaganda del ahorro como factor de nacionalización de la infancia en la escuela primaria. La declinación ideológica de la propaganda del ahorro empezó durante la Segunda Guerra Ítalo-Etíope, cuando el régimen sintió por la primera vez la necesidad de organizar de forma masiva el frente interno, pero llegó al pico con la Segunda Guerra Mundial. Los institutos de crédito, de hecho, bajo la presión del aparato propagandístico del régimen, empezaron a producir carteles, folletos, cuadernos escolares y periodicos para niños, centrados en la participación de las jóvenes generaciones al esfuerzo bélico nacional a través del ahorro, incluso a distribuir el “salvadanaio di guerra” (caja de dinero). La “batalla del ahorro” fue, sin embargo, una batalla incruenta: el tributo que la nación iba pidiendo a sus niños en tiempos de guerra no era un tributo de sangre (no obstante eso se contaba entre los deberes incluidos en el juramento oficial de los miembros de la organización juvenil fascista), sino un homenaje de fe y obediencia.

EN: The contribution will present the results of an ongoing investigation into Fascist propaganda’s use of money-saving as a ploy for the nationalisation of children in primary school. The ideological exploitation of money-saving propaganda began during the Second Italo-Ethiopian War, when the Fascist Regime felt the need for the first time to organise the domestic front on a massive scale, but it reached a peak with World War II. Under pressure from the Fascist propaganda apparatus, the banks began to produce posters, flyers, school notebooks and newspapers for children focusing on the younger generations’ participation in the nation’s war effort through money-saving, and to hand out “war money boxes”. The “battle of savings” was, however, a bloodless battle: the tribute that the nation was asking of its children in wartime was not a blood tribute (although it was listed as one of the duties required of Fascist youth organization members), but a tribute of faith and obedience.

FR : L’histoire de l’éducation italienne – à partir des années quatre-vingts dix – a progressivement dépassé l’histoire des théories pédagogiques et des institutions éducatives pour se dédier à l’étude de l’évolution des techniques... more

FR : L’histoire de l’éducation italienne – à partir des années quatre-vingts dix – a progressivement dépassé l’histoire des théories pédagogiques et des institutions éducatives pour se dédier à l’étude de l’évolution des techniques d’enseignement et des processus d’apprentissage, des pratiques éducatives et, plus en général, de la culture scolaire. Ces études se sont concentré surtout sur les enseignants, en particulier des écoles primaires, plutôt que sur les élèves, sur leur subjectivité, sur leur expérience et sur les espaces d’autonomie qui leur étaient reconnus dans le cadre du projet pédagogique établi par les adultes. Les études sur ces protagonistes des processus d’apprentissage se ont concentré, jusqu’à présent, sur des sujets et des cas spécifiques (comme l’histoire de la vie matérielle dans les établissements scolaires, l’histoire de la discipline scolaire et l’étude des produits graphiques enfantins, c’est-à-dire les écritures et les dessins) souvent d’une perspective quantitative ou micro-historique, alors qu’il manque toujours une histoire des élèves capable de renverser la perspective à partir de laquelle ces processus ont été étudiés, allant des écoles maternelles aux lycées.

EN : The history of education in Italy – since the Nineties – has progressively passed the history of pedagogical theories and educational institutions to devote itself to the study of the evolution of teaching methods and learning processes, of educational practices and more generally of school culture. These studies, however, have focused more on teachers, especially those of primary schools, than on students, on their subjectivity, their experience and the possible autonomous spaces allowed to them in the context of the pedagogical project developed by adults. Studies on these protagonists of learning processes have hitherto focused on specific topics and cases (such as the history of material life in educational institutions, of the school discipline and the study of children’s graphic products, such as writings and drawings) often from a quantitative or micro-historical perspective, while still is missing a history of students able to overturn the perspective from which the learning processes were studied, ranging from kindergarten to high schools.

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The dissemination of a particular public image of rural schools – always the poorest and most disadvantaged schools – has frequently been used by the ruling classes or political parties to document the state of modernity or backwardness... more

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Documentazione in progress a) sulla Rete Milanosifastoria, di cui è capofila l'associazione IRIS; b) sul Progetto pluriennale Milanosifastoria, promosso da Comune di Milano e Rete Milanosifastoria, con la collaborazione di Archivio di... more

Documentazione in progress
a) sulla Rete Milanosifastoria, di cui è capofila l'associazione IRIS;
b) sul Progetto pluriennale Milanosifastoria, promosso da Comune di Milano e Rete Milanosifastoria, con la collaborazione di Archivio di Stato di Milano, Fondazione Milano, Soprintendenza Archivistica per la Lombardia e Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia - Ambito Territoriale di Milano; con il patrocinio del Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, del Dipartimento di Studi storici dell'Università degli Studi di Milano e del FAI (Fondo Ambiente Italiano) - Presidenza Regionale Lombardia; in gemellaggio con la Festa Internazionale della Storia di Bologna; con i contributi di Banca Popolare di Milano e di Fondazione Cariplo.
Si documentano, In particolare, le prime due edizioni del Progetto Milanosifastoria:
1. "Storia della istruzione, formazione ed educazione a Milano e in altre aree comparabili" (Milano e altre città dell'area metropolitana milanese, 3 novembre 2014 - settembre 2015);
2. "Milano: il lavoro, la storia" (Milano e altre città dell'area metropolitana milanese, 5 novembre 2015 - ottobre 2016).
"Milanosifastoria" è un Progetto pluriennale per il rilancio della cultura e della formazione storico-interdisciplinare nell'area milanese, promosso dalla Rete Milanosifastoria (una rete di 52 soggetti collettivi, di cui è capofila IRIS) e dal Comune di Milano.
Il Progetto si distingue per alcune specificità innovative, fra cui:
a) uno stretto intreccio fra ricerca, documentazione, divulgazione e didattica storico-interdisciplinari;
b) la valorizzazione del patrimonio storico come 'bene comune' e una messa a frutto del 'valore aggiunto' che la dimensione storica può apportare alla formazione culturale di tutte e di tutti; .
c) un intreccio equilibrato di specificità disciplinari, forme effettive di interdisciplinarità e 'trasversalità' delle 'educazioni' al patrimonio, alla cittadinanza, alle pari opportunità, allo sviluppo sostenibile, al dialogo interculturale ecc.; .
d) un approccio globale (ambientale, demografico, economico, sociale, politico, culturale ecc,), 'glocale', interculturale, intergenerazionale e di 'genere' alla storia dell'area milanese, con aperture comparative verso altre aree italiane e non;
e) un carattere fortemente interattivo e partecipativo".
Ogni edizione è prevalentemente dedicata a una tematica monografica.
La prima ("Storia della istruzione, formazione ed educazione a Milano e in altre aree comparabili") è iniziata il 3 novembre 2014 e si è conclusa nel settembre 2015.
La seconda edizione ("Milano: il lavoro, la storia") prevede:
a) una settimana di apertura (5-12 novembre 2015);
b) iniziative successive, che si protrarranno fino all'ottobre del 2016.

Milanosifastoria is an ongoing project the aim of which is to provide a new approach to history and history education in the Milan area. The project is promoted by Rete Milanosifastoria and Comune di Milano (City of Milan).
Milanosifastoria's new approaches include:
a) interconnections between research, documentation, dissemination and teaching; b) the enhancement and appreciation of historical heritage.
Each edition focuses on a different theme:
1. the 1st edition (2014-2015) - "Storia dell'istruzione, formazione ed educazione a Milano e in altre aree comparabili" - deals with the history of education;
2. the 2nd edition (2015-2016) - "Milano: il lavoro, la storia" - focuses on the history of work and labour.

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Storia Sociale Dell'educazione

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