Restaurazione

Nel clima della Restaurazione, il conte Claudio Boschetti e la consorte Teresa Bertolini Cataldi furono personalità d’indubbio spicco della realtà culturale modenese, per importanza delle committenze e per il gusto informato di cui furono espressione; nel novero dell’aristocrazia, locale e non solo, si distinsero come veri arbitri nelle scelte estetiche della corte, nella quale godevano di ruoli eminenti e strategici, assecondando e rafforzando la politica culturale austro-estense. Un fondamentale capitolo della committenza dei conti Claudio e Teresa Boschetti è
costituito dalla ristrutturazione del palazzo avito di corso Canalgrande, ora n. 84, noto per aver accolto la Banca d’Italia dal 1898 al 2008. La cultura figurativa della Restaurazione avrà in particolare nella contessa Teresa una personalità di mecenate e committente fra le più acute e informate. Importantissimo sarà l’episodio di ristrutturazione di un antico casino già Molza a Collegara, trasformato in una delle più eleganti sedi di villeggiatura della Restaurazione: la Villa Buonafonte, più nota come delle Cento Finestre. Il nome d’artista forse più illustre che ricorre nelle committenze della contessa Teresa è quello di Adeodato Malatesta (1806-1891), il celebre caposcuola emiliano, che ne fisserà le sembianze in un ritratto; ritratto “narrativo”, pervaso dall’atmosfera intimistica e confidenziale del biedermeier, che l'autore condivide con maestri quali l’austriaco George Waldmüller e il veneto Michelangelo Grigoletti, consegnando l’immagine della dama a quella dimensione internazionale, d’orbita austriaca, a cui ella stessa apparteneva.

dal Convegno di studi L'ULTIMO DUCA. FRANCESCO V D'AUSTRIA ESTE, Modena 1 giugno 2019. La celebrazione dinastica fu la motivazione primaria delle committenze di Francesco V d'Austria Este (1819-1875), salito al trono agli inizi del 1846, a seguito della morte del padre Francesco IV. Tale celebrazione rinviene in pittura un capitolo assai cospicuo nella ritrattistica di Adeodato Malatesta (Modena 1806-1891), il rinomato caposcuola emiliano, sia per numero di esemplari, sia per altezza qualitativa, con saggi fra i più nobili del suo foltissimo catalogo. Si vogliono qui ricordare altre committenze austro-estensi dettate da questo spirito di propaganda politica. Così un noto dipinto che Malatesta realizza nel 1841 per Francesco IV, poi entrato in possesso di Francesco V e da questi ceduto allo Stato italiano: la Vestizione di Alfonso III d’Este in abito da cappuccino, di cui si sottolinea la ricerca filologica che sarà tipica della pittura storica di Malatesta. Seguiranno commissioni a vari esponenti dell'Accademia Atestina, diretta dall'artista, sostenuta della politica di promozione artistica del governo e dell'entourage di corte, anche mediante la Società d'Incoraggiamento per gli Artisti degli Stati Estensi. Il nome di Francesco V è legato a quella che è ritenuta "vera opera di culto nel panorama della pittura storica italiana":  l'enorme tela di Malatesta con La disfatta di Ezzelino da Romano a Cassano d'Adda. Si ricostruiscono poi episodi di committenza dei familiari del duca, sia per interessi collezionistici, sia per la devozione privata.

L'antico monastero delle Agostiniane di San Paolo è sede della Biblioteca dell'Istituto Giuridico dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Il San Paolo fu uno dei monasteri più prosperi di Modena capitale estense, grazie alle monacazioni di fanciulle di illustri famiglie. Crescevano il Chiostro monumentale noto come Cortile del Leccio, vari cortili come quello della Meridiana e il vastissimo orto verso la via Caselle. La chiesa, a struttura romanica a tre navate, fu rinnovata fra il 1653 e il 1654 nello stile del barocco estense.
The Ancient Augustinian Monastery of San Paolo is home to the University's Law Library. San Paolo was one of the most prosperous monasteries in Modena capital of Este. The monumental cloister as "Cortile del Leccio", the various courtyards like "Cortile della Meridiana" and the vast garden was confined towards "via Caselle" were increasing. San Paolo Church mantains the Romanesque structure with three naves. Between 1653 and 1654 the church was renewed in the Este's Baroque style.

La splendida Villa Cialdini, ora della famiglia Chiarli, presso Ca’ di Sola nella campagna di Castelvetro di Modena, sulla via Belvedere, ha origini almeno seicentesche. Antica proprietà dei Rangoni, l’illustre famiglia feudataria di queste terre, entrerà nella storiografi più vasta grazie a un evento particolare: nel 1811 vi nasce il celebre generale Enrico Cialdini (1811-1892). I genitori sono l’ingegner Giuseppe e la nobildonna Luisa Santyan y Velasco, figlia del cavalier Gioachino, brigadiere generale di Ercole III d'Este. La villa si qualifica con linee settecentesche di raffinata sobrietà, su cui s’innestano le forme proprie del gusto della Restaurazione modenese. Negli interni, un importante ciclo decorativo di Pietro Minghelli, maestro del neoclassico modenese. Notevoli anche la cappella e l'incantevole giardino, un tempo “giardino murato” rinchiuso da una recinzione che lo divideva dalla campagna; le sue originarie ridotte dimensioni confermavano la vocazione prettamente agricola di questo insediamento signorile.

EN: The present work is devoted to present the military reforms of the Kingdom of Sardinia from the Restoration age until Villamarina period at the head of the ministry of the War, to provide a series of biographies of the main protagonists of line infantry and cavalry high-rankin officialdom.

ITA: L'elaborato si propone di tracciare un filo diretto nelle riforme militari del regno di Sardegna dalla Restaurazione sino al dicastero di Emanuele Pes di Villamarina nella Guerra e di proporre, per quanto concerne il periodo carloalbertino, una serie di biografie riguardanti gli Stati Maggiori reggimentali della fanteria di linea e della cavalleria.

FRA: Le mémoire se propose de présenter les reformes militaires du Royaume de Sardaigne, à partir de la Restauration jusqu’au ministère de Emanuele Pes di Villamarina pendant la Guerre et, par ailleurs, de proposer, en ce qui concerne l’époque du Roi Charles Albert, une série de prosopographies regardant les états-majors régimentaire de l’infanterie de ligne et de la chevalerie.

Dalle effigi ufficiali dei duchi e dei principi d'Austria Este ai ritratti della nobiltà cortigiana, dell'alta borghesia, di amici e familiari: una selezione di pagine ritrattistiche di Adeodato Malatesta (1806-1891), il noto pittore modenese che seppe anche farsi testimone di un ampio e cruciale capitolo di storia.

For a better understanding of the cultural and artistic choices of the Bourbonian court during the Restoration period, the study of iconography of the king Ferdinand II of the Two Sicilies can be very helpful.
As a matter of fact, his first images, when he is just a child, are dominated by a typical French naturalism inherited by the Napoleonic period and represented by artists like Copinet, Franque, Lemasle and Cammarano. But since 1830, when he become king, in his portraits the nature has the tendency to disappear making way almost exclusively for his stately figure, in uniform and always equal. There’s a progressive removal of the presence of the nature – like the symbolic references of the kingdom, as the Vesuvius, the real sites and so on – and the creation of anti-naturalistic images, flat and stylized, realized by many mediocre and academic artists. The nature will make its only appearance in the commemorative paintings representing inaugurations of bridges, railroads, or military parades. But just as a border for the actions and the power of the king, in a very different way from that conceived by Hackert in the last twenty years of XVIII century.
Differently, Ferdinand II will deal with nature when photography will come at court, even if the iconography will remain the same. In addition, the caricatures and the satirical sketches will put in evidence the physical defects and the relationship of the king with the surrounding reality.

Ha contribuito alla fama del Palazzo Lorenzotti Rango d’Aragona, poi Coccapani, di Modena la circostanza che sulla metà dell’Ottocento, per quasi un cinquantennio, sia stato sia stato dimora dei conti Guicciardi feudatari di Cervarolo, zii di quella celebre Giulietta amata da Beethoven, che le dedicò la Sonata n. 14, op. 27 n. 2 “Al chiaro di luna”. Il conte Carlo Luigi Guicciardi (1756-1835), fratello minore di Francesco Giuseppe (Vienna 1752-1830), padre di Giulietta Guicciardi, si insediava nel 1831 in quel sontuoso palazzo della capitale austro-estense che vantava quasi cento vani. L'Appartamento nobile, di facies tardo settecentesca ma con interventi che risalgono ai Guicciardi, è ora sede dell'Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena.

INDICE:
Santarelli Enzo, Nel sud dell'America: rivoluzione e liberazione, 3-13.
Mariotti Piergiorgio, Una strategia per la restaurazione, 15-19.
Stortini Marco, Governatori Maurizio (a cura di), Una storia di morte e resurrezione, 21-22.
Riccio Alessandra, Sincretismo religioso a Cuba, 23-29.
Lapasini Gabriella, L'esperienza di Camillo Torres, 31-37.
Richard Pablo, La Chiesa dei poveri in Nicaragua, 39-50. Trad. di Gabriella Lapasini.
Pompa Cristina, Episcopato e riforma agraria in Brasile, 53-63.
Ugarte Fernando, Chiesa e Democrazia cristiana in Cile, 65-70.
Vuscovic' Rojo Sergio, Saggio su cristianesimo e marxismo, 71-88. Trad. di Tullio Quaianni e Josefina Gastey.


Culture indigene
Documento della rivista "Envío" [Managua], I sumus della costa atlantica, 89-97. Trad. di Luigi Ficcadenti.
Documento del Cidca [Managua], I sumus e la loro storia orale. Trascrizione di un racconto, 97-100. Trad. di Elisabetta Lasagna.
Marín Gonzáles José, Nell'Amazzonia peruviana: l'impatto del turismo, 100-106; Quaderno: 133-140.

Documento della rivista "Análisis" [Santiago], Retroscena del "golpe" di Pinochet, 107-117.
De Cevegnini Alberto, Vita nell'emergenza nel paese di Sandino, 119-124.

Recensioni e schede, 125-136.
Il fascicolo è illustrato con fotografie della chiesa di S. Maria degli Angeli di Managua, tratte dall'archivio di Maurizio Governatori. In copertina: Murale di S. Maria degli Angeli a Managua, I poveri ricostruiscono la chiesa di Dio (Sergio Michelini).

Nel contesto nazionale, le vicende delle carte parmensi risaltano per dinamiche di sedimentazione, dispersione e recupero talmente intricate da richiedere una lunga e paziente opera euristica per restituire agli studiosi e alla collettività l’intera memoria documentaria dei ducati emiliani. L’archivio del presidente Ferdinando Cornacchia rappresenta in modo emblematico questo quadro, per le vicende archivistiche e per l’importanza del personaggio. Fino agli interventi di recupero le Carte Cornacchia risultavano disperse, prive di ogni strumento di corredo e conservate in parte presso l’Archivio di Stato e in parte presso la Biblioteca Palatina di Parma. L’attività di riaggregazione e inventariazione restituisce attraverso testimonianze dirette un approccio moderato all’amministrazione della cosa pubblica ottocentesca a metà strada tra l’alta politica, rappresentata prima dai francesi, poi dalla duchessa e dai funzionari austriaci posti al suo fianco dal Metternich, e i cittadini, che fossero proprietari terrieri o intellettuali, piccoli imprenditori o contadini, borghesi o rappresentanti di ciò che restava della nobiltà di antico lignaggio. Questo volume, oltre all’inventario analitico del fondo archivistico, presenta il contesto storico, storiografico archivistico nel quale è necessario interpretare le carte che testimoniano l’intensa attività di questo alto dirigente pubblico. Gli archivi, di per sé, sono infatti silenziosi, finché non si agisce pazientemente e con competenza per farli parlare.

La settecentesca statua dell'Immacolata Concezione è esposta nella nicchia della Torre dell'Orologio nel Palazzo Comunale modenese dal 1805, ivi collocata in occasione del passaggio a Modena di papa Pio VII. Sostituì, sulla facciata del palazzo rivolta alla Piazza Grande, un altro simulacro mariano, l'imponente gruppo in terracotta della Madonna col Bambino e san Giovannino, opera giovanile del celebre Antonio Begarelli, ora nel Museo Civico d'Arte di Modena, già in una nicchia a destra della Torre dell'Orologio, ove stette dal 1528 al 1799, rimossa a seguito di ordinanza del Direttorio Cisalpino di Milano. Dell'Immacolata, proveniente dall'antica casa del benefattore Antonio Pavarotti, fondatore di un Monte dei Pegni, si conosce soltanto la data di esecuzione, il 1729, mentre ignoto è il nome del suo autore. Da una lettura stilistica dell’opera e da considerazioni storiche, chi scrive già ipotizzò che spetti a uno scultore della cerchia di Giuseppe Maria Mazza (Bologna 1653-1741), il celebre maestro bolognese autore in Modena delle grandiose statue degli Evangelisti nella chiesa di San Domenico, risalenti all'anno 1730, come da inedita documentazione archivistica.

Nel luglio del 1811, sugli «Annali di scienze e lettere» diretti da Giovanni Rasori, compariva, non senza suscitare «sofisticherie», «risse» e «brighe», un articolo intitolato Dello scopo di Gregorio VII 1 . Tre anni più tardi, scrivendo al conte Verri pochi giorni dopo la caduta del Regno Italico, Foscolo di quel contestato articolo rivendicava non solo la paternità, ma soprattutto gli accenti polemici e il carattere politico che gli zelanti censori del Beauharnais avevano intravisto, non tanto in ciò che era scritto, quanto in ciò che, prudentemente taciuto, traspariva dal facile parallelo, solo suggerito, fra Gregorio VII e Pio VII, da un lato, e, dall'altro, fra Napoleone ed Enrico IV 2 . Il carattere tattico, 'machiavellico', di questa improbabile rivendicazione 'neo-guelfa' (come ebbe a definirla il Carducci) 3 dell'importanza del papato nella storia nazionale passata diviene esplicito nelle parole, quasi indecifrabili, di uno dei frammenti del discorso Ai Senatori d'Italia, risalente ai primi mesi dell'esilio:

La cultura dei giardini, declinata al femminile, si rivela un importante frammento del più ampio quadro della cultura ottocentesca nella Restaurazione austro-estense. Le figure che animano questo ideale giardino sono aristocratiche dame o signore altoborghesi che si cimentano nei ruoli di floricoltrici, di “collezioniste vegetali”, di committenti della progettazione di aree verdi a cornice delle residenze estive o urbane. Addentrarsi in questo tema può gettar luce su una contingenza di cultura ove passioni e ambizioni personali si coniugano con gli aggiornamenti alla moda, con gli interessi botanici e le varie correnti artistiche, oltre che con specifiche inclinazioni collezionistiche, storico-letterarie, archeologiche. Le nobili signore “fioraje” - dal titolo di una pubblicazione modenese stampata nel 1846 e nel 1847 - non possiedono certo la notorietà della duchessa Maria Luigia d’Austria sovrana del vicino ducato parmense, autrice di vari interventi su parchi e giardini delle sue residenze. Sono, piuttosto, incontentabili estimatrici del giardino “all’inglese”, come la marchesa Ippolita Levizzani Sorra Munarini, oppure orgogliose collezioniste d’arte, come la marchesa Giulia Seghizzi Coccapani Imperiali e la figlia marchesa Anna Fontanelli; o “amatrici d’antichità”, quale fu la contessa Carolina Poppi Guidelli Guidi; cultrici di botanica come la contessa Bernardina Nievo  Malmusi; o, ancora, “dilettanti” di entomologia come la marchesa Adelaide Bellincini Bagnesi. D’altro canto, da Cerere, dea delle messi e dei raccolti, a Diana, divinità delle selve; da Flora, dea dei fiori e dei giardini, a Pomona, nume tutelare dei frutti e degli orti, sino all’antica Cibele, la “grande Madre”: le dee della terra e della fecondità sono donne.

The paper focuses on the various uses of Machiavelli’s figure and thought in one of the most turbulent periods of French History: from the Bourbon dynasty’s first return to the throne in April 1814, to the dissolution of “Chambre Introuvable” in September 1816. Over a period of thirty months both opponents and apologists of 1789 principles use Machiavelli's name to justify their own political stances: for the Liberals the Secretary himself has no relation with Machiavellism; for the Ultraroyalistes he becomes symbol of a politics ruthless, like Bonaparte's authoritarianism or Jacobins’ Terror, but at the same time they use his figure to demand the elimination of their enemies and to praise the ancient French monarchy. In short, Machiavelli is a weapon used either to try and save the Revolution and to try and delete twenty-five years of history.

domani della conquista: il loro non è possesso legittimo, ma occupazione militare, per cui sullo stesso territorio ci sono due popoli separati, di cui l'uno comanda e l'altro serve; i Greci sono soggetti a schiavitù politica e non godono che precariamente dei diritti privati; il Sultano può essere considerato sovrano legittimo dei soli Turchi, secondo un diritto di famiglia che però è a loro estraneo, mentre rispetto alla legittimità della ragione e della verità, le loro leggi politiche sono incompatibili con le regole della giustizia naturale e il fine di ogni società.

Starting from Allonsanfàn (1974), the Taviani brothers' film, the paper proposes a reflection on a range of issues linked together: the "historical movie"; contiguity and differences between the work of historians and that of filmmakers; historical narrative as fiction and historical narrative as science; the way in which Italian cinema has staged the Risorgimento; the forms which in 2011 took the celebration of the 150th anniversary of the Italian unification; the role of generations in the Risorgimento: Allonsanfàn brings us to today, to the most recent historiography.

Le inedite Lettere ad un Ministro di Stato (1837), presumibilmente l’ultima opera del Principe di Canosa, individuano la causa della Rivoluzione francese nel Giansenismo, che alimentò il regalismo, cioè la subordinazione della Chiesa rispetto alla Corona. Il regalismo apparentemente rafforza lo Stato, ma di fatto, indebolendo l’Altare, fa cadere anche il Trono, poiché Trono e Altare sono indissolubilmente legati. La teoria del Canosa sulle cause religiose della Rivoluzione
anticipa quella di alcuni pensatori del Novecento.

The unpublished Letters to a Minister of State (1837), written by the Prince of Canosa, are presumably his last work. The Prince singles out French Revolution’s causes in the Jansenism, which encouraged an attitude of subordination by the Church before the Crown, the so-called Regalism. As the Prince points out, if this attitude could seem to strengthen the power of the State and to weak the power of the Church, it causes actually the Throne’s fall, for Throne and Altar are indissolubly linked. Canosa’s theory of religious causes of the French Revolution anticipates similar theories of some twentieth-century scholars.

I. Benincampi, Senigallia durante la Restaurazione. Iniziative ed esiti dell'architettura pubblica «quante volte V. E. R.ma si degni convenirvi», Ginevra Bentivoglio Editoria, Roma 2019.

ABSTRACT:
Due to its strategic position along the international trade routes of the Adriatic Sea, the town of Senigallia played a crucial role in the efforts at economic development in the Papal States during the modern age. Together with Ancona, its summer fair was one of the main mercantile events of the Papal States: it was an annual meeting whose success led to an exceptional development of commerce services. Consequently, the city grew during the 18th century, as evidenced by its extension of the boundaries in two times. However, the slow and certain decline of papal authority – already underway for more than a century – and the backwardness of a nation without significant industrial production undermined the potential of this marketplace and relegated the municipality to its current role of being a tourist destination.
Nevertheless, attempts to relaunch the seaside town were not lacking and – above all – in the first half of the 19th century numerous investments were made, and many architectural projects were realized. From the city theatre to the market hall, from the canal-harbor to the cemetery, the government supported many public projects, results of both local tenacity and the prudence of the Roman Congregation of Good Government, holder of every concession.
While historians have often presented this period as insignificant, this book will demonstrate the vigor and foresight of the endeavors in Senigallia by means a clear reconstruction of the history and an analysis.

Mentore di tiranni e disvelatore delle loro trame, ispiratore di governanti senza scrupoli e guida per i popoli, cinico teorico del successo e geniale scienziato politico: Machiavelli e i suoi molti volti hanno permeato la storia del pensiero politico moderno rivelandosi in tutta la loro straordinaria fecondità in modo particolare nei momenti di cesura e di svolte epocali. In questo volume l’Autore analizza commentari e traduzioni delle opere machiavelliane, ricostruisce le interpretazioni di intellettuali di diversa ispirazione, indaga l’incidenza delle letture e degli usi di Machiavelli nelle dinamiche politico-istituzionali francesi, affrontando così da una diversa prospettiva alcune delle questioni più complesse della Francia post-rivoluzionaria.

Considerato il miglior codice civile della Restaurazione, il Codice civile per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla fu promulgato nel 1820 dalla duchessa Maria Luigia, figlia dell’imperatore d’Austria, già imperatrice dei francesi. L’elaborazione del testo normativo avvenne alla confluenza dei due grandi archetipi della codificazione civile europea dell’Ottocento: quello napoleonico del 1804 e quello austriaco del 1811. Dalla ricerca svolta sui lavori preparatori emerge il fondamentale contributo dei giuristi parmensi. Dopo una lunga gestazione di sei anni, al loro sapiente eclettismo, alla loro capacità di armonizzare la tradizione del diritto patrio con l’ordito napoleonico, si deve l’eccellenza di un prodotto pensato per le esigenze concrete della popolazione dei Ducati, destinato a grande fama negli ambienti giuridici nazionali e a trasformarsi in un deposito di norme al quale attinsero i giuristi codificatori degli altri Stati della Penisola

Per una svista, la censura delle immagini "oscene" nel primo Ottocento romano è comunemente ascritta dalla storiografia al pontificato di Leone XII. Ma il provvedimento di distruzione e correzione di alcuni rami della Calcografia Camerale è datato 10 maggio 1823, quando regna ancora Pio VII. Più di un anno dopo il nuovo pontefice, Leone XII, conferma la decisione di papa Chiaramonti. Il provvedimento Chiaramonti nasce alcuni anni prima, almeno a partire dal 1820, come ampio movimento di opinione che attraversa la curia romana e ne coinvolge gli esponenti più autorevoli. Contrariamente a quanto si è ripetuto in passato, ora finalmente la censura delle immagini a Roma nell'età della Restaurazione appare quale fenomeno non autoritario né improvviso, ma di lungo periodo, che investe tutto il secolo.

La elección de examinar la contrarrevolución a través de sus mayores éxitos, las cuatro restauraciones victoriosas, y su derrota, la restauración fallida, puede enriquecer las perspectivas tradicionales sobre la resistencia y la crisis del Reino de las dos Sicilias. Los conflictos europeos, las guerras civiles, las construcciones estatales y la creación de identidades nacionales modernas son fenómenos que se entrecruzan con la complicada historia del reino napolitano. A través de la perspectiva de las restauraciones, bien dinásticas (1799 y 1815), o bien absolutistas (1821 y 1849), podemos insertar en un esquema interpretativo general la dialéctica entre conflicto interno y crisis internacionales, la interrelación con la formación de las ideas y adscripciones nacionalistas y la comparación con la contrarrevolución en el mundo borbónico. El paradigma del conflicto nos permite también el contraste con el más amplio mundo borbónico, francés y, sobre todo, iberoamericano. De este modo podemos reflexionar tanto sobre el éxito del legitimismo napolitano como sobre los términos de su derrota en 1860 y sobre las razones de su reciente fortuna en el imaginario colectivo italiano. Palabras clave: Restauración, Reino de Nápoles, Borbón, Guerra civil, Contrarrevolución.

Nel periodo della Restaurazione la scienza giuridica lombarda tende a concentrarsi sul contenuto dei codici e a subire l’influenza francese.
Questa attitudine è ancora più marcata nell’ambito del diritto commerciale, per via della scelta operata dagli austriaci di mantenere il Code de commerce nei domini italiani. In questo quadro, è degna di attenzione la decisione dell’Istituto Lombardo di proporre, per il premio scientifico biennale del 1842, un quesito che stimola i concorrenti ad affrontare criticamente il diritto societario. Fra gli scritti pervenuti, spicca la memoria del giovane avvocato Francesco Restelli, che contiene un vero e proprio progetto alternativo al titolo Delle società del Codice.

Il saggio analizza il metodo didattico adottato nella facoltà giuridica pavese nel periodo della Restaurazione con l'obiettivo di comprendere se le innovazioni volute dai sovrani di casa Asburgo mirassero a innovare gli strumenti didattici o, più prosaicamente, ad aumentare il controllo sulle lezioni. I documenti d'archivio sembrano portare verso questa seconda opzione, pur non scomparendo del tutto l'importanza della qualità della didattica.

Discussione pausa caffè Presentazione delle ultime due biografie su Metternich / Vorstellung der beiden neuesten Metternich-Biographien: Luigi Mascilli-Migliorini, Metternich. L' artefice dell'Europa nata dal Congresso di Vienna. Roma 2014; Wolfram Siemann, Metternich. Eine Biographie. München 2016.

Il saggio ripropone, con lievi modifiche, il testo introduttivo alla Dispensa universitaria "A. Aquarone, Tra Restaurazione ed Unità. La politica legislativa degli Stati italiani. Saggi storico-giuridici", a cura e con saggio introduttivo di Sandro Notari, LUISS, Facoltà di Scienze Politiche, Corso di storia del diritto italiano, prof. Paolo Ungari, a.a. 1992-93, [Roma 1993], pp. i-xxxvii, 1-292.
La dispensa raccoglie gli studi storico-giuridici di Aquarone:  sulla politica legislativa degli Stati preunitari italiani (Stato Pontificio, Regno di Sardegna, Granducato di Toscana, pp. 1-184) e l'Introduzione al volume "A. Aquarone, L'unificazione legislativa e i codici del 1865" (pp. 185-284). La dispensa è corredata di Indice dei nomi

Presentazione dell'opera a cura di Maria Carmela De Martino, "La giurisdizione erariale dei tribunali civili della Camera apostolica nell'età della Restaurazione (1816-1831)" Roma, Archivio di Stato-Sala Alessandrina, 21 ottobre 2021
https://www.archiviodistatoroma.beniculturali.it/it/21/archivio-news/501/la-giurisdizione-erariale-dei-tribunali-civili-della-camera-apostolica-nell-eta-della-restaurazione-1816-1831

Requiem e Te Deum sono generi musicali sacri che furono maggiormente commissionati dall'aristocrazia ai musicisti di chiesa. Il Requiem in Do minore di Cherubini, in particolare, fu la celebrazione quasi agiografica voluta da Luigi XVIII per ricordare la memoria del suo predecessore Luigi XVI. Conferenza di introduzione all'ascolto del Requiem in Do minore di Cherubini per le Iniziative culturali dell'Orchestra Verdi di Milano.

L’articolo prende in considerazione le più importanti traduzioni francesi delle opere di Machiavelli tra la Rivoluzione francese e la Restaurazione: quelle di Charles-Philippe-Toussaint Guiraudet del 1799, di Aimé Guillon del 1816 e di Jean-Vincent Périès del 1823-1826. La ricostruzione del retroterra culturale dei traduttori e del contesto storico in cui le loro traduzioni vengono elaborate pone l'attenzione sul fatto che anche dietro operazioni culturali di questo genere si possono rintracciare autentici usi politici e strumentalizzazioni del pensiero e della figura di Machiavelli.

Un pensatore e attore politico isolato, una voce fuori dal coro: questa l'immagine di Benjamin Constant che emerge da questa monografia dedicata a un periodo breve, ma cruciale per la storia di Francia, così come per la biografia del liberale di Losanna.
I rivolgimenti istituzionali che si susseguono dalla prima Restaurazione (aprile 1814) alla seconda (luglio 1815), segnano l'instabilità di un Paese che tenta a fatica di terminare la Rivoluzione, senza riuscire a dirimere la contrapposizione tra la vecchia e la nuova Francia. Quanto a Constant, questa breve stagione è segnata, da una parte, dal primo ritorno a Parigi e dal contestuale appoggio alla monarchia borbonica, dopo essere stato repubblicano durante il Direttorio e fiero oppositore del regime napoleonico durante gli anni dell'Impero, dall’altra, dalla fallimentare collaborazione con Bonaparte durante i Cento Giorni, a causa della quale sarà costretto ad optare per l'esilio nell’ottobre del 1815.
Poco più di quindici mesi, dunque, ma straordinariamente intensi per il liberale svizzero, il quale sviluppa una linea politica del tutto personale, che lo distingue dagli altri protagonisti del periodo. Sempre impegnato a coniugare obiettivi teorici e finalità pratiche, nel tentativo di far trionfare i principi del suo liberalismo e allo stesso tempo di ricoprire un ruolo di primo piano nella vita politica parigina, Constant raramente riesce a far convergere le proprie idee e i propri progetti con quelli degli altri protagonisti del periodo.
Il volume ricostruisce in maniera puntuale le ragioni di questa solitaria parabola politica, con l’intento primario di chiarire nel contempo le motivazioni delle scelte controverse che l’hanno segnata.

Seguendo il "gioco" dei processi storici, tanto di moda da qualche decennio, alcuni studiosi si cimentano a valutare se le accuse di avvelenamento contro il marito Giulio Perticari, rivolte a Costanza Monti,, possano avere qualche fondamento.