Economia Politica Internazionale

This study aims to assess the relationship between government spending and government revenue in Malaysia. The study of the causal relationship between revenue and public expenditure has important implications for the choices of fiscal policies in the field of public finances. So, this study uses annual data for the period between 1985-2016 with Zivot and Andrews (1992) methods and Granger causality tests. Our results sustain the spend-and-tax hypothesis highlights how the increase in tax pressure is the wrong method to contain budget deficits. In fact, in addition to reducing the disposable income of households, a tax policy of this type would reduce savings. Therefore, also the investment. All this would hurt Malaysia's economic growth.

La mia tesi di Laurea Magistrale sulle radici storiche, politico-economiche e di classe della "Primavera Araba" in Egitto. Dopo aver polemizzato con il dibattito sulla democratizzazione che domina le discussioni accademiche sul Medio-Oriente , nella prima parte inquadro il tema della "rivoluzione araba" - opposto a quella della "transizione democratica" - in un'ottica di lungo periodo con un excursus che va dall'Egitto Coloniale, fino alla crisi del regime di Mubarak, passando per Nasser e Sadat, non dimenticando mai di situare i processi politici, sociali ed economici nazionali nelle più complessive trasformazioni del capitalismo globale. Nella seconda parte, invece, mi concentro sulla dinamica e gli attori della rivoluzione e della contro-rivoluzione: l'accumulo di forze del movimento operaio nella fase pre-2011, il "movimento democratico del ceto-medio" e i Fratelli Musulmani; la sollevazione di piazza Tahrir e la logica di classe del processo rivoluzionario che si conclude con il golpe di Al-Sisi del 3 Luglio 2013. Particolare attenzione verrà data al ruolo dei lavoratori e del sindacalismo indipendente, quindi alla sua dialettica con le altre componenti del movimento democratico. Verrà inoltre analizzato a fondo il ruolo reazionario dei Fratelli Musulmani e dell'Esercito, ma anche le contraddizioni delle forze politiche della sinistra egiziana, e dello stesso sindacalismo indipendente, la cui incapacità di fornire una direzione anti-capitalista e rivoluzionaria ha aperto le porte alla fase di stabilizzazione autoritaria che non si è ancora conclusa. Ampio spazio verrà dato allo studio del consolidamento - e delle contraddizioni - del regime di Al-Sisi, fino alle ultime elezioni (inverno 2018), con l'obiettivo di fare un bilancio della "Primavera Araba" in Egitto e fornire alcune ipotesi di prospettiva.

E se invece di “New York” oggi avessimo “Nuova Pechino”? Secondo gli studi e le ricerche fatte da Gavin Menzies (2002) è stata avanzata l’ipotesi che fu in realtà una spedizione cinese, sotto il comando dell’ammiraglio Zheng He, a raggiungere nel 1421 per la prima volta l’America e non le caravelle di Cristoforo Colombo nel 1492. Era nei progetti dell’imperatore Zhu Di scoprire il mondo intero e portarlo sotto l’egemonia del Celeste Impero ma secondo le fonti ritrovate non ci riuscì perché cadde nella disperazione a causa della morte della sua concubina preferita, rimasta uccisa dalle fiamme, provocate da un fulmine, che distrussero la Città Proibita (Weber, 2006). E se l’ambizioso sogno dell’imperatore, la cui disgrazia mise in profonda crisi la dinastia, si stesse realizzando oggi? Scopo di questo lavoro è analizzare gli indizi storici che potrebbero suggerire una transizione dall’egemonia statunitense a quella cinese, spostando la supremazia da Occidente dopo circa cinque secoli.

Dal 2011 si è avuta una netta virata di politica economica del governo, con l'intento di ridurre il ruolo diretto dello Stato nell'economia. Il Pt al potere ha tradizionalmente la tendenza a evitare lo scontro diretto con le classi proprietarie conservatrici. Ma un programma che ambisca all'emancipazione delle classi subalterne non può che essere fonte di conflitto. Specie dove non solo la distribuzione del reddito ma anche quella della proprietà è fortemente sperequata, come in Brasile.

Las transformaciones económicas políticas y sociales en la República Popular de China de las últimas décadas han arrojado como resultado que este país se consolide como una potencia económica, política e incluso militar. Se trata de la segunda economía del mundo, principal poseedor de reservas internacionales y acreedor del Tesoro de EE.UU., primer exportador global y segundo importador. En este trabajo realizamos una revisita a diferentes teorías del desarrollo que estudian los vínculos entre países centrales y periféricos, con especial énfasis en la vertiente marxista de la Teoría de la Dependencia, para luego analizar las características de los crecientes vínculos entre China y América Latina desde el prisma de las categorías de esta vertiente teórica.

La globalizzazione si è imposta così, come il «fiore all’occhiello del liberismo […] cucito addosso alle necessità del grande capitalismo, della finanza apolide e sradicata, di quella cricca internazionale e senza radici che da sempre ha curato i propri interessi e i propri affari, quel piccolo e variegato universo di gruppi di potere che non vogliono che […] arricchirsi sempre di più a discapito dei popoli tutti». Il carburante che ha alimentato questo progetto è stato solo uno: i soldi. Ma se il Covid-19 in questi giorni viaggia in tutto il mondo i denari, invece, girano sempre meno. Rispetto ai primi anni del nostro secolo «i flussi finanziari che attraversavano i confini si sono ridotti di due terzi, le banche prestano malvolentieri a lunga distanza» e il “coronavirus” ha estremizzato questa tendenza, come risulta dal crollo dei mercati internazionali.

Un lungo articolo1, pubblicato il 26 dicembre 2021, di Wen Wang (ricercatore all'università di Fudan) propone la visione cinese sul crollo dell'Urss e sulle ambizioni che l'hanno provocato. L'articolo è ripreso e commentato da David Goldman2 che si chiede per quale motivo l'Occidente pensa che la Cina voglia l'egemonia mondiale sul modello americano. A sua volta questo articolo segue ad un più recente articolo 3 del medesimo autore che riflette sulla crisi Ucraina a partire dall'incapacità dei principali strateghi americani di fare i conti con la prospettiva del loro relativo declino strategico. Come illustra Goldman questi sembrano dare per scontato che non siano possibili giochi a vantaggio reciproco nell'egemonia sul mondo. Che questa debba e possa essere detenuta tutta da loro (con o senza compartecipazione dei principali paesi 'alleati' come Europa e Giappone) o, come unica scelta, tutta da un'altra alleanza. Che sia, cioè, questione di vita e morte, di evento decisivo. Questo spiegherebbe la determinazione a provocare, costi quel che costi, il soffocamento immediato di qualunque potenziale controegemone, sia esso la Russia o la Cina (o prima la Russia e poi la Cina).

Il volume propone una panoramica sul ruolo dell’America Latina all’interno degli scenari globali degli ultimi trent’anni, snodandosi attraverso tre livelli di analisi: Stato, regione e sistema internazionale. Il testo affronta le diverse dimensioni degli assetti latinoamericani: politica e di sicurezza, economica e sociale, culturale e identitaria. La prima parte si concentra sul piano regionale ed esamina processi, tendenze e dinamiche maturate all’interno dello spazio americano. La seconda sposta la lente d’osservazione sul piano globale, e analizza il percorso dei rapporti fra la regione latinoamericana e i principali attori extra-continentali.