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2016, Manni
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Otto testi in prosa e cinque in versi rielaborano undici fiabe dei fratelli Grimm. «Un nucleo di realismo fiducioso» scrive Stefania Portaccio «sta al cuore di queste fiabe dove l’irreale e il fantastico accadono, ed è una mistura potente». Da questa mistura deriva una rilettura adulta che si fa scandaglio del vissuto e produce due forme di riscrittura: in prosa, dove si adotta un nuovo e diverso punto di vista, e in versi, dove la voce parla invece da un tempo posto dopo il lieto fine, da un’età che ha superato la soglia della possibile trasformazione. Fiabe e ballate esprimono le due polarità del coraggio e del disincanto, in un alternarsi di prospettive che è la nota di fondo con cui entrambe si propongono al lettore come chiave per rivisitare la propria vicenda interiore. Di corredo e in dialogo con i testi dodici disegni di Stefano Levi Della Torre.
https://www.doppiozero.com/i-grimm-il-padre-di-cenerentola-e-altre-storie, 2017
Le fiabe sono vere, scriveva Italo Calvino nell'introduzione alle Fiabe italiane. Nell'introduzione al suo libro di riscrittura di undici fiabe dei Grimm (Il padre di Cenerentola e altre storie, [Illustrazioni di Stefano Levi della Torre] MANNI editore) Stefania Portaccio scrive: Entrare nelle fiabe era un’eccitazione fisica ed emotiva: smarrirmi nei boschi stando sdraiata sul divano del tinello; superare grandi prove, vincere la posta in palio, essere un’eroina del vero bene grazie a un mondo del tutto fittizio. L’incantesimo di gustare delle cose vere dentro le non vere.
Cenerentola a scuola Il dibattito sull’insegnamento della storia dell’arte nei licei (1900-1943), 2023
Il volume ripercorre le origini e i primi sviluppi fino alla seconda guerra mondiale dell’insegnamento scolastico della storia dell’arte, ricostruendo il vivace e articolato dibattito che, a partire dal principio del secolo XX, coinvolse storici dell’arte, artisti, politici, insegnanti, pedagogisti e uomini di scuola attorno all’introduzione del nuovo insegnamento nei licei e alle caratteristiche (programmi, orari, manuali e sussidi didattici) che esso avrebbe dovuto avere nel quadro dell’istruzione secondaria superiore. Dell’insegnamento della storia dell’arte, introdotto ufficialmente come disciplina obbligatoria nei licei classici dalla riforma Gentile del 1923, l’Autrice ricostruisce le vicissitudini degli esordi e le notevoli difficoltà che lo caratterizzarono nel corso del ventennio fascista, al punto da spingere Adolfo Venturi, che ne era stato uno dei maggiori artefici, a parlare di tale disciplina come della «Cenerentola» della scuola italiana. La ricchissima antologia di testi posta in appendice al volume offre un inedito e straordinario spaccato del confronto avviato fin dai primi del Novecento tra gli studiosi della disciplina intorno alle finalità e ai contenuti di una storia dell’arte per la prima volta impartita non solamente nelle aule universitarie ma anche nelle scuole secondarie superiori.
Dalle pendici innevate himalayane alle terre bagnate dal fiume giallo; dalle pianure percorse dal vento della Mongolia ai ghiacci artici; gli studi di folklore orientale hanno dischiuso un panorama vastissimo fatto di decine e decine di versioni della favola di Cenerentola. Ambienti diversi, con costumi, lingue, fogge, entità magiche diverse, ma un’unica matrice, un unico senso intrinseco, una struttura riconoscibile che porta la protagonista, femminile, a formarsi durante un viaggio periglioso e fantastico. La versione europea più nota ci racconta di una fanciulla che da serva agli ordini di due sorellastre ed una matrigna grazie a degli aiutanti magici si reca al ballo del principe.
Cenerentola e il gatto con gli stivali, 2004
Un'analisi psicoanalitica della fiaba di Cenerentola e il suo significato
di Filippo Comisi Cenerent ola è una donna, un'eroina, un'art ef ice del proprio dest ino. Divenut a nella nost ra cult ura un rif eriment o est remament e popolare, essa è andat a sempre più cost it uendo il simbolo del riscat t o degli oppressi. Fiaba dif f usissima di cui esist ono al mondo 345 variant i, Cenerent ola raggiunse l'indiscussa not oriet à grazie alla versione cinemat ograf ica che ne f ece Walt Disney nel 1950. Basat a sulla f amosa versione di Charles Perrault del 1697, la st oria è a sua volt a t rat t a dalla versione dello scrit t ore di cort e napolet ano Giambat t ist a Basile, pubblicat a nel 1634.
«Nuova Secondaria», XXXII, 2, 2014, pp. 63-67
Gli articoli dedicati a temi d'intersezione fra letteratura e musica sono a cura di Giuseppina La Face e Nicola Badolato. S e nelle arti figurative il tempo della percezione non è determinato a priori, nelle arti performative esso è un elemento strutturale. Tra gli obiettivi didattici che conviene tener presenti nel proporre ai giovani discenti lo studio dell'opera lirica, la comprensione delle dimensioni temporali che la caratterizzano riveste un'importanza primaria: rispetto alla narrazione cinematografica o al teatro di parola, il melodramma gestisce infatti da un lato il "tempo rappresentato", ossia quello idealmente richiesto dal decorso della vicenda drammatica presentata sulla scena (una singola «folle giornata» nelle Nozze di Figaro di Mozart, venticinque anni nel Simon Boccanegra di Verdi), dall'altro il "tempo della rappresentazione", cioè quello concretamente necessario allo svolgimento dello spettacolo (in media, due ore e mezza per ogni recita). Poiché il discorso musicale procede secondo logiche temporali tutt'altro che costanti, la relazione tra il "tempo rappresentato" e il "tempo della rappresentazione" è anch'essa oscillante e comporta accelerazioni, rallentamenti, stasi e arresti momentanei (questo fenomeno è ben descritto da Carl Dahlhaus in alcuni suoi saggi fondamentali sull'opera italiana). Il divario tra le due temporalità emerge con trasparenza nei cosiddetti "concertati di stupore", pezzi d'insieme dove l'azione sembra arrestarsi e la musica dilata a dismisura un'emozione, una reazione collettiva che nella realtà (ovvero nel "tempo rappresentato") non occuperebbe più d'un attimo o d'una manciata di secondi. Sono emblematici in tal senso i "quadri di stupore" rossiniani. Questa locuzione nel libretto del Barbiere di Siviglia individua il memorabile concertato «Freddo ed immobile come una statua» (nel finale del prim'atto) e si può ben applicare ad analoghi momenti di altre opere buffe laddove un colpo di scena, un evento inaspettato, coglie di sorpresa tutti i personaggi, lasciandoli attoniti, smarriti, confusi. Con estrema efficacia teatrale, in simili frangenti la musica "sonorizza" -per così dire -il silenzio, il groppo alla gola, la sospensione del tempo, lo sbigottimento generale.
Giuseppe Roselli, 2016
la stregoneria nella visione di Carlo Ginzburg
Siete italiani? Vivete all'estero?... Non siete italiani? Una volta l'eravate?...Vi piace un modo un po' meticcio, lontano dal cliché da cartolina postale, d'intendere la nostra cultura? Un sito che fa per Voi Altritaliani! Un giornale polifonico a cui partecipare. De Paris, d'Italie et d'ailleurs, un autre regard sur l'Italie: culture, politique, société...
San Gennaro abita a Napoli da tempi immemorabili anche se conosciamo con precisione la data in cui fece ingresso per la prima volta in città. Sembra quasi che la Napoli Cristiana non possa esistere, nel concetto fideistico più esteso, senza la figura di questo Santo. Siamo al cospetto di due entità materiali ed indissolubili, ma anche due concetti affatto astratti che si compenetrano in ogni forma espressiva umana, abbracciando il campo della scultura, dell’architettura, della pittura, della poesia, della letteratura, della musica, del mosaico, del cesello, della ceramica, della gioielleria, della tessitura,... San Gennaro a Napoli, trova spazio in tutte le forme espressive dell’arte e la città con tutti i suoi abitanti è fiera di questo omaggio che non è generosità, ma devozione e ringraziamento. L’uomo manifesta in modo esplicito il proprio stato d’animo, la propria intima benevolenza e soprattutto la devozione in ogni modo, esprimendo inoltre i propri sentimenti umani in maniera non solo magniloquente attraverso l’arte, ma anche nella fraseologia umile e spesso affatto dotta della parola, del gesto, dello sguardo. Questo connubio sentimentale tra l’uomo e il Santo si traduce poi in uno straordinario e forse unico rapporto d’insieme quando Gennaro, trasformatosi in persona, abita e vive non solo nella città, ma in tutto il territorio vesuviano. Si tratta di una lenta metamorfosi che sul modello di un cambio o meglio di un adattamento antropologico, porta l’effige del Santo in ogni luogo della terra dominata dal Vesuvio. Sarebbe un’opera immane, un lavoro improbo censire le iconografie di San Gennaro in questa terra dominata dalle forze immani del vulcano. E non basterebbe un tomo a descrivere ogni ambito dove le due ampolle contenenti il sangue, si manifestano come vera essenza simbologica. Valgano solo ad esempio alcuni luoghi della terra del Vesuvio e servano a dimostrare senza ombra di dubbio, quanto questa figura di uomo e taumaturgo sia così fortemente compenetrata nelle attività del quotidiano, nella vita comune. Mi voglio riferire in questo esempio e solo per fini strettamente documentali, alla sfilata di busti e statue del Santo che ritroviamo ancora oggi lungo il percorso della Regia Strada delle Calabrie dal Ponte della Maddalena a Castellammare e proseguendo fino ad Amalfi. Non vi era e non vi è palazzo o angolo di questo importante percorso viario che non richiami alla sua figura ed inneggi anche alle sue gesta. Sul Ponte della Maddalena e su quella che è la sua schiena dal lato mare, San Gennaro apre la mano e stende il braccio destro verso la cima del Vesuvio opponendosi con questo gesto alle ire del vulcano durante l’eruzione del 1631 e questo è anche il movimento plastico nel quale io vedo il gesto di un grandioso maestro che indirizza le proprie forze, il proprio sguardo e la mente tutta a contrastare la natura ostile di questa terra. In quel punto preciso della città di Napoli, dove il Sebeto viene scavalcato dal Ponte, sul confine occidentale con tutta la terra vesuviana, inizia anche un percorso iconografico e quindi simbolico del Santo che sarà presente in quasi tutte le ville del Miglio d’Oro, in moltissime cappelle e chiese, in tantissime strade, tra la gente e nelle case. Quel gesto forte crea una vera e propria estensione di grazie su tutta quella terra e non teme affronti, forte della fedeltà del suo popolo. Ogni villa, per questo avrà sul culmine del proprio tetto una statua dedicata al Santo, ogni città riprodurrà questa stessa iconografia in materiali diversi tra loro. Nel marmo, nella pietra lavica, nella terracotta saranno forgiate le sembianze del Santo, pronto a difendere tutti, pronto ad offrire ancora una volta il proprio sacrificio. San Gennaro con il volto al Vesuvio, con la sua mano destra benedicente, la mitria episcopale e le due ampolle contenenti il suo sangue, abita da secoli le case ed i palazzi della terra vesuviana e spessissimo lo ritroviamo, in quegli edifici il cui prospetto è rivolto al mare, in un gemellaggio direi sacro e salvifico nel messaggio, assieme alla Madonna.
Tra le numerose ossessioni che abitano l'immaginario americano c'è indubbiamente quella dell'origine e quindi della famiglia. Un tema esploratissimo nel cinema e nella televisione statunitense, tra liquidazioni e riabilitazioni. Una delle più fortunate recenti esperienze audiovisive d'oltreoceano degli ultimi anni è la trasposizione cinematogra ca dei supereroi Marvel, operazione complessa che, nell'arco di dieci anni, ha portato alla realizzazione di venti pellicole di successo. Il cosiddetto Marvel Cinematic Universe (MCU) è un media franchise composto da una serie di lm di supereroi basati sui personaggi apparsi Archivio storico di Settimana Archivio di SettimanaNews 1 2 3 4 5
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Psicologia Argumento, 2019
CTM 2019, Reistance Magazine, 2019
Revista Brasileira de Interpretação Bíblica (ReBiblica), 2023
Római kori temető Biatorbágy határában, 2024
Marian studies, 2014
Master en Ciencias Gerenciales. KEISER UNIVERSITY, 2015
Archeometriai Műhely
Revista de Direito Bancário e do Mercado de Capitais, 2021
Études corses, 76, 2015
Сэтгүүл зүй эрдэм шинжилгээний бичиг, 2023
Jurnal Penataan Ruang, 2021
Journal of Cellular Physiology, 1989
The Twelfth International Convention of Asia Scholars (ICAS 12)
Didactica Geografica, 2012
Brazilian Journal of Plant Physiology, 2006
Journal of Applied Physics, 2003
International Journal of Information Sciences and Techniques, 2012