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ore 14:00-Caffè di benvenuto ingresso di via Elisa Baciocchi ore 14:30-Sessione plenaria aula magna via Elisa Baciocchi 4 Apertura dei lavori Marina Formica, Presidente SISSD, e Guido Abbattista Saluti istituzionali Elisabetta Vezzosi, Direttrice DISU ore 15:00-16:45-Sessioni parallele via del Lazzaretto Vecchio 8, secondo piano AULA 1 / ore 15:00-16:45 I: Arte e architettura Moderano Emma Maglio e Rolando Minuti ANNA ALETTA-Riflessioni su alcune tipologie artisticocompositive del Settecento ANNA CÒCCIOLI MASTROVITI-Echi bibieneschi nell'architettura del tardo Settecento: il santuario della beata Vergine del Carmine a Roveleto di Cadeo (Piacenza) ELISA DEBENEDETTI-Le dimore storiche nei Taccuini Torlonia di Carlo Marchionni MARINELLA PIGOZZI-I palazzi di Bologna nel Settecento. Condizionamenti dell'esistente e rinnovamento funzionale LAURA GIACOMINI-Abitare le 'case da nobile' rinascimentali milanesi nel Settecento: un adeguamento problematico AULA 5 / ore 15:00-16:45 II: I philosophes tra metafisica e morale Moderano Gianni Paganini e Paolo Quintili ELEONORA ALFANO-La metafisica come (me)ontologia in Dom Deschamps ARETINA BELLIZZI-L'Illustrazione del Parmenide di Platone di Antonio Conti MARCO MENIN-La compassione in azione: teorie della simpatia e costruzione dell'alterità nel lungo Settecento RICCARDO POZZO-Corpora kantiani AULA 3 / ore 15:00-16:45 III: Donne, linguaggi e scritture Moderano Duccio Tongiorgi e Lucio Tufano DEBORA SICCO-Donne e scrittura nella Francia del tournant des Lumières LAURA PAULIZZI-Olympe de Gouges. L'attualità di un linguaggio rivoluzionario CATERINA PAGNINI-Le riflessioni dei riformatori della danza nel Settecento: il 'corpo parlante', l'eloquenza del gesto e la rappresentazione degli affetti GIULIA IANNUZZI-Seconda vista, superstizione, seduzione. Previsione del futuro, curiosità femminile e la storia di Duncan Campbell nell'Inghilterra del primo Settecento Contatti
Annuario Filosofico, 2012
Il cardinale Nicolò Cusano conservava una raccolta quasi completa delle traduzioni latine dei testi platonici disponibili al suo tempo e sembra che ne fosse un lettore molto attento. 1 Tra le opere che erano in suo possesso risultano: Apologia, Fedone, Critone, Menone e Fedro nella traduzione latina di Leonardo Bruni Aretino e Enrico Aristippo (Codex Cusanus 177); la Repubblica nella traduzione di Pier Candido Decembrio (Codex Cusanus 178); le Leggi nella traduzione di Giorgio da Trebisonda (Harl. 3261); le Lettere nella traduzione di Leonardo Bruni; la traduzione parziale del Timeo trasmessa dal commento di Calcidio (Harl. 2652); 2 e come vedremo analiticamente la prima versione latina completa del Parmenide. Dunque si può affermare con certezza che Cusano aveva una conoscenza diretta dei dialoghi di Platone, sebbene nella loro traduzione latina. Al cardinale si deve, quale mecenate e committente, la prima versione latina del Parmenide di Platone. Giovanni Andrea de' Bussi nel prologo alla sua edizione del Didascalico di Apuleio ricorda che fu proprio il cardinale a volere fortemente la traduzione del dialogo platonico. 3 Dopo il suo arrivo a 479 1 Cfr. J. Hankins, La riscoperta di Platone nel Rinascimento italiano, Edizioni della Normale, Pisa 2009, p. 268; J. Marx, Verzeichnis der Handschriften-Sammlung des Hospital zu Cues bei Bernkastel a./Mosel, Schaar & Dathe, Trier, 1905, pp. 164-169; P.O. Kristeller, Studies in Renaissence Thought and Letters, I, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1956, pp. 35-36; H.G. Senger, Die Exzerpte und Randnoten des Nikolaus von Kues zu den lateinischen Übersetzungen der Proclus-Schriften. Theologia Platonis-Elementatio theologica, Winter, Heidelberg, 1986, p. 24. Ciononostante con le annotazioni marginali ai testi platonici Cusano era piuttosto parco, cfr. G. Santinello, Glosse di mano del Cusano alla Repubblica di Platone, in «Rinascimento» XX (1969), p. 136. 2 Cfr. J. Hirschberger, Das Platon-Bild bei Nikolaus von Kues, in Niccolò Cusano agli inizi del mondo moderno, a cura di G. Santinello, Sansoni, Firenze 1970, pp. 113-135; P.O. Kristeller, A latin translation of Gemistos Plethon's de fato by Johannes Sophianos dedicated to Nicholas of Cusa, in Nicolò Cusano agli inizi del mondo moderno, cit., pp. 190-191. 3 Giovanni Andrea de' Bussi, Prefazioni alle edizioni di Scwynheym e Pannartz prototipografi romani, a cura di M. Miglio, Il Polifilo, Milano 1978, p. 18. In realtà il Didascalico è oggi attribuito ad Alcinoo.
Archivio di Storia della cultura, 2020
THE WONDROUS STRUCTURE OF THE “OTHERWISE”. A READING OF PLATO’S PARMENIDES. The essay puts forth a reading of Plato’s Parmenides which is at odds with those interpretations viewing the dialogue as a dialectical defeat of the young Socrates. Furthermore, it shows how the text seems to be scattered with clues hitting at the inconsistency of Parmenides’ objections to the theory of Forms. Some elements can be stemmed from the analysis of the arguments and from the dramatic structure of the dialogue, together with the evaluation of the links that the dialogue forges with other dialogues of the corpus platonicum. These elements underpin the overall interpretation which conceives the dialogue as a whole on the basis of a tight connection between the first and the second part of it.
Chôra, 2016
Cet article s'interroge sur la possibilité de dénicher des relations entre le Parménide platonicien et l'oeuvre de Philon d'Alexandrie. Le dialogue platonicien n'est jamais explicitement nommé ni cité par Philon. Il y a une discussion entre chercheurs modernes sur la connaissance que l'Alexandrin peut en avoir eu. D'un coté, Runia pense que le Parménide n'était pas très connu au premier siècle, d'un autre coté, Whittaker considère que, à propos de la transcendance divine, Philon peut avoir fait référence à la première hypothèse du Parménide avec la médiation du Pythagorisme platonisant de son époque. Quant à Dillon, il voit une forte influence du dialogue sur le Platonisme Alexandrin pre-philonien. De mon coté, je pense qu'on trouve chez Philon des argumentations qu'on peut comparer avec les premières deux hypothèses du Parménide. On ne peut probablement pas déterminer s'il s'agit d'une influence directe ou pas, si certains thèmes viennent du texte platonique ou d'autres sources. Ce que je chercherai de voir est si Philon utilise -revus et reformulés dans un langage apte à l'exégèse biblique- des arguments qui rappellent le texte platonicien. Dans ses thèses de théologie négative il y a parfois des allégations qui semblent ne pas s'accorder trop avec le texte biblique. Ils en reprennent caractères et aspects, mais avec des nuances différentes égard à celles du texte originaire. Dans cette perspective, j'essaie de rapprocher des textes de Philon et quelques passages du Parménide. Naturellement, je ne prétends pas de trouver une pleine correspondance entre textes. Il s'agit de suggestions, sans que je m'attends à donner une réponse univoque à une question peut être indécidable. La mienne est une simple hypothèse de lecture.
A meno di correggere il testo (già lo Stephanus, seguito ad es. da Kirk-Raven-Schofi eld, mutava krhçin in krhçiç, con e[ cei intransitivo con la valenza di «sta», «è») o di accogliere la variante, indubbiamente facilior, e{ kaçtoç di una parte della tradizione aristotelica, la soluzione sintatticamente più semplice per individuare il soggetto di e[ cei sarebbe di identifi carlo con nov oç del v. 2. Senonché, come ha notato Cerri 1999: 280, «la mente è, non ha, la mescolanza di caldo e freddo nel corpo», e anche l'ipotesi di un soggetto implicito («qualcuno», «l'uomo», «ciascun uomo», come fanno Cerri stesso e Untersteiner) non è agevole nell'ambito di una dizione così rigorosa e puntuale come quella di Parmenide. In realtà, come vedremo più oltre ( § 4), il soggetto di e[ cei non è implicito, bensì sottinteso: si tratta di tiç brotwǹ di B 8.61.
Fogli di Filosofia, Fascicolo 8 (2017) Ryle, Plato and the Parmenides. The present paper aims at elucidating Ryle's article translated hereunder. For this purpose it presents a twofold objective: firstly, to expose and interpret the theoretical assumptions about the logical syntax and the notion of category underlying Ryle's interpretation of Plato's Parmenides in order to enquire the latter by highlighting the strict coherence between the theoretical-systematic perspective and the exegetical endeavour. Secondly, the outcome of Ryle's interpretation is critically evaluated with regard to Platonic philosophy, pointing out as the latter can still tell something to the nowadays cogitation. Therefore, the essay is structured as follows. (1) A first paragraph with its three subsections: (1a) analysis of Ryle's thought concerning the concepts of category, logical type and philosophical argumentation; (1b) analysis of his interpretation of Plato's Parmenides; (1c) how Ryle has influenced the work of Ackrill and Owen. (2) A second paragraph considering the pros and cons concerning Ryle's account of eidos. Finally, a brief section devoted to the comparison between Ryle's appropriation of Platonic thought and some issues which the latter delivers to the present time.
Academia Verlag, 2016
È 15 INDICE GENERALE 10 5.2. Letteratura È 513 6. Indici 6.1. Indice degli autori antichi È 535 6.2.Indice degli autori moderni È 538 6.3. Indice dei luoghi citati È 545 PRESENTAZIONE Questo libro di Ivan Licciardi si propone di indagare la presenza e il ruolo di Parmenide nel commentario di Simplicio in Phys., nonchŽ in quello al de Caelo. Come • noto, Simplicio costituisce una fonte eccezionale per ci˜ che riguarda le citazioni dei filosofi antichi, e come tale • stato spesso principalmente utilizzato; solo negli ultimi decenni la storiografia filosofica sullÕantico ha intensificato il suo interesse per lo stesso Simplicio, la sua filosofia, la sua posizione particolare nellÕambito della storia del neoplatonismo. Quello che Licciardi vuole indagare tuttavia non • questo specificamente, bens" ricercare, nellÕinterpretazione che Simplicio fornisce di Parmenide, il ruolo che questÕultimo occupa nella filosofia del neoplatonico; lÕinterpretazione globale della teoria parmenidea dellÕessereuno che Simplicio ci offre, da un lato, fa propria tutta la tradizione filosofica posteriore a Parmenide e segnatamente quella platonica, e, dallÕaltro lato, si presenta come una esplicitazione della filosofia dello stesso Simplicio.
Fogli di Filosofia, Fascicolo 8 (2017) Traduzione dell'articolo di G. Ryle, Plato's Parmenides
La dea di Parmenide proclama: «l’essere è». Purtroppo il discorso è cifrato. Che vuol dire? Per saperlo, l’eletto deve ascendere sul carro delle figlie del sole fino alla dea che sta sulla porta della luce e delle tenebre. Lì, è sottoposto alla prova conclusiva sull’enigmatica costituzione intima dell’essere. Per trovare la completa soluzione del problema della verità, deve apprendere la ragione per cui anche le mutevoli apparenze appartengono all’essere immutabile. Come in un essere compatto, continuo e omogeneo può darsi il mondo della molteplicità? Come è possibile che l’errore e il non essere abitino nell’essere e nella verità assoluta? Per risolvere l’enigma occorre un salto di stato esistenziale, al modo della procedura iniziatica del mandala che, facendo superare gli sbarramenti oltre i quali si accede al più alto sapere, fa entrare nel tempo stesso nel grado più profondo e del reale e di sé stessi.
"La Cultura", II-III, pp. 177-195, 2020
According to what is commonly believed, Parmenides conceived the absolute Not-Being, in order to deny it by highlighting its being unthinkable. Plato, in turn, refused Parmenides’ position by pointing out a way according to which a certain Not-Being is allowed to be and to be thought. A closer look at Plato’s Sophist, however, can point out a quite different scenario. Parmenides B 7. 1-2 DK, quoted by Plato, is not dealing with the absolute not Being (μηδαμῶς ὄν), but rather with several Not-Beings (μὴ ἐόντα). Ιn addition, it is not declaring that Not-Beings cannot be thought, but rather that we should not think them as if they were Beings. This paper aims to focus on the difference between Plato’s μηδαμῶς ὄν and Parmenides’μὴ ἐόντα, in order to point out how Plato overturned Parmenides’κρίσις concerning ἔστι and οὐκ ἔστι, and how such an overturning led him, Plato, to his μηδαμῶς ὄν
Canon&Culture, 2020
E. Laflı, W. Seibt and D. Çağlayan, Middle and Late Byzantine sigilliographic evidence from western Anatolia: eighth- to early twelfth-century lead seals from Bergama (ancient Pergamon), Byzantine and Modern Greek Studies, 2022
Православная энциклопедия [Orthodox Encyclopedia], 2013
Antiquity, 2018
Pakistan Journal of Criminology, 2018
Journal of Environmental Management, 2024
Monografies del CASC 6
EURASIP Journal on Wireless Communications and Networking, 2008
Retina (Philadelphia, Pa.), 2015
2015
Seminars in arthritis and rheumatism, 2017
Diseases of Aquatic Organisms, 1999
South Central Review, 2018
Occasional Papers on Religion in Eastern Europe, 2022