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2010, I Diseno Revista Internacional De Investigacion Innovacion Y Desarrollo En Diseno
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"Saggi e Memorie di storia dell'arte", 39, 2015, pp. 123-155
Ventaglio, 2014
Un inedito profilo del poeta triestino Umberto Saba tratto dal carteggio con il critico d'arte Giuseppe Marchiori
[p. 67] LORENZO di Credi (Lorenzo d'Andrea d'Oderigo). -Nacque a Firenze tra il 1456 e il 1460 dall'orafo Andrea d'Oderigo e da una non meglio identificabile monna Lisa.
e NOVECENTO* (A stampa in Rivista di storia della Chiesa in Italia, anno XLIX-n. 1, gennaio-giugno 1995, pp. 94-102@dell'autore). Se, come suol dirsi, il buon giorno si vede dal mattino, allora vi sono tutte le premesse perché la giornata sia luminosa. Fuori di metafora, intendo dire che la pubblicazione di questo primo quaderno realizzato dal Centro Studi per la Storia Religiosa Forlivese (sorto il 26 ottobre 1993 allo scopo, come dice il suo fondatore, monsignor Vincenzo Zarri, vescovo di Forlì-Bertinoro, «di affiancare la vita culturale diocesana e civica con puntuali presenze e offrire sussidi per rivisitare le più valide esperienze di cultura e di vita del passato») è senz'altro degna di attenzione per più motivi, non ultimo il suo potenziale e auspicabile porsi quale capostipite di una serie di contributi rivolti a meglio illuminare una vicenda, come quella comunitaria forlivese, sia ecclesiastica che civile, ricca di stimoli e di fermenti ma non ancora sufficientemente messa a fuoco. E l'occasione migliore per iniziare è finalmente offerta da questo quaderno che inquadra con competenza e passione e con consapevolezza dei propri limiti, rigorosamente dichiarati in una delle due pagine di presentazione da Franco Zaghini, direttore del Centro, l'esperienza umana, pastorale e culturale, sviluppatasi entro un arco cronologico sessantennale, di monsignor Adamo Pasini, una delle figure di più denso spessore e di più nobile profilo espressa dal clero non solo forlivese ma anche romagnolo nella prima metà del nostro secolo. Né, come osserva sempre in sede di presentazione Alessandro Albertazzi dell'Università di Bologna, sarebbe possibile abbozzare i primi lineamenti di una storia della Chiesa forlivese nel Novecento prescindendo dal fondamentale apporto del Pasini, noto in genere per la sua produzione storiografica, ma, come emerge ora per chi forlivese non è e per motivi di età non ha potuto conoscere il Nostro, assai attivo in una molteplicità di campi di considerevole rilievo che gli permisero, pur tra una congerie di difficoltà e di ostacoli, di esprimere tutta la tensione etica che orientava il suo agire e le sue scelte. E tale tensione, al di là dei meriti storiografici del Pasini, comunque si voglia giudicare la sua opera di editore e di studioso prevalentemente locale, è senza dubbio l'aspetto più vivace e fecondo della sua personalità che è giusto rappresentare alla memoria di chi lo conobbe ma che, soprattutto, è e sarebbe opportuno proporre, in quali formule non saprei, all'attenzione distratta dei più giovani, non per additarla loro ad improbabile ed impervio modello di vita ma per indirizzarli alla riflessione su esperienze diverse da quelle comunemente correnti e per accostarli, nelle prospettive esistenziali, a punti di riferimento non effimeri e di autentica sostanza; ciò perché il valore di uomini come monsignor Adamo Pasini supera i ristretti confini del tempo in cui vissero per giungere fino a noi intatto nella sua freschezza. Egli, nato il 23 febbraio 1875 a S. Pietro in Vincoli di Ravenna da famiglia di modesta estrazione sociale ed ammesso non senza difficoltà al Seminario di Forlì per l'impossibilità di versare la retta, venne subito preso in affetto e considerazione dal vescovo, monsignor Domenico Svampa, che, appena diciottenne, lo indirizzò al Seminario Pio di Roma. Questi gli esordi del Pasini da cui trae l'abbrivo il primo contributo del quaderno: Cenni biografici su mons. Adamo Pasini, di Franco Zaghini, 13-22, attento soprattutto a cogliere, al di là dei nudi dati biografici (la laurea in teologia nel 1897 e in «utroque iure» nel 1901, l'ordinazione sacerdotale ricevuta a Forlì il 18 settembre 1897), l'intensa partecipazione del Nostro, sostenuto con discrezione dallo Svampa, a quei generosi ideali, espressi in primo da Ernesto Buonaiuti e da Romolo Murri, che si battevano per un profondo rinnovamento ed una non formale democratizzazione della vita della Chiesa, specie nel rapporto con la comunità dei fedeli.
Nuova Rivista Storica , 2023
Power politics and cultural propaganda were both tools of the international strategy of Italy, after the Ethiopian War as the government of Rome was trying to engage the United Kingdom. All that implied larger interaction of colonial and European policies and diversified shades in the attitude of actors. Giacinto Auriti and Giuseppe Tucci were two characters who played a significant role in such framework whichis still worth additional investigation. The hypothesis is reasonable that the idea of enlarging the Italian influence in East Asia was cultivated by them to some extent independently of the pro-German circles of the establishment.
in «L'ospite ingrato. Rivista online del Centro Interdipartimentale di Ricerca Franco Fortini», 9, gennaio-giugno 2021, pp. 151-167.
Dalla seconda metà degli anni Sessanta Fortini comincia una lunga carriera da docente, prima a scuola e poi all’Università. In questo periodo svolge una intensa riflessione sul ruolo e la funzione dell’insegnante, sulle istituzioni scolastiche e accademiche, sui libri di testo e sulle modalità di insegnamento confrontandosi anche con altre esperienze, tra cui quella di Milani. Sebbene il nome del sacerdote torni più volte nel corso del tempo negli scritti di Fortini, due sono i momenti di maggior impegno critico. Il primo nel 1967 in occasione di un confronto ospitato sulle colonne dei «Quaderni piacentini» e il secondo in un convegno sulla figura di Milani nel 1980. Il contributo si propone di ripercorrere tali occasioni mettendole a confronto per valutare l’evolversi nel tempo delle posizioni di Fortini. Partendo da queste considerazioni ed evidenziando vicinanze e distanze tra i due autori, il saggio vuole offrire elementi utili a comprendere meglio non solo la posizione Fortini nei confronti del priore di Barbiana ma l’idea stessa di educazione che intendeva proporre e che tanta importanza ebbe nelle sue coeve riflessioni sulla società e sui mutamenti sociali.
"Paragone Arte", 167-168, 2023
The article proposes a re-reading of Francesco Arcangeli’s monograph on Bastianino, published in 1963 for an historic se- ries sponsored by the Cassa di Risparmio di Ferrara. A partial misunderstanding of Arcangeli’s text unintentionally led to poor- ly-grounded scholarship and historiography, and in particular an attempt to extend Tasso’s definition of “parlar disgiunto” (dis- jointed speech, or style) to a distinctly heterogeneous group of painters active in the second half of the sixteenth century. The author aims for a detailed analysis of the book on Bastianino, not only with a focus on its substantial points but also associating it with the key elements of Arcangeli’s thought and other texts of his, especially the monograph on Ennio Morlotti, published in 1962 by Edizioni del Milione, and the article Lo spazio roman- tico in the journal Paragone in 1972.
www.paragone.it Alpi Lito, Firenze Finito di stampare nel mese di Luglio 2013 DENIS MORGANTI
LEO VALIANI, 2014
Fulvio Senardi, La dissoluzione dell'Austria-Ungheria nell'interpretazioneLeo Valiani: difficile sopravvalutare l'importanza di leo Valiani come storico, soprattutto in relazione all'approfondimento di tematiche legate alla questione del "confine orientale", uno dei temi attualmente più percorsi dalla storiografia italiana, dopo decenni di marginalità e disinteresse. Andrà premesso che Valiani (nato Leo Weiczen in Fiume ungherese nel 1909 e morto a Milano nel 1999) è una figura segnata da una parabola ideologico-intellettuale molto complessa, che da un'iniziale militanza comunista lo porta, per contraccolpo al patto Molotov-Rippentrop, alle formazioni di «Giustizia e libertà», dove milita a fianco di Franco Venturi, che più tardi lo avvierà alla "professione" di storico. Protagonista attivo della resistenza, Valiani, che, più tardi, ha voluto definirsi «genericamente socialista» e minimizzare la portata della sua fede marxista. Paolo SPriano, nella sua storia "ufficiale" del partito comunista italiano, scriverà, a proposito di quell'evento, che «l'unico caso che viene ricordato di militante che rompa ora con il partito è quello di Leo Valiani» (Storia del Partito comunista italiano-I fronti popolari, Stalin, la guerra, Torino, Einaudi, 1970, p. 329). Su questa prima fase del percorso di Valiani imprescindibile Andrea Ricciardi, Leo Valiani: gli anni della formazione, tra socialismo, comunismo e rivoluzione democratica, Milano, F. Angeli, 2007; e Leo Valiani, Sessant'anni di avventure e battaglie - Riflessioni e ricordi raccolti da M. Pini, Milano, rizzoli, 1983, p. 29.
Academia Mental Health and Well-Being, 2024
International Association for Innovations in Educational Assessment (IAIIEA), 2019
the rest: journal of politics and development
Mouseion, Series III, No. 6., 2006
Revista Cadernos de Pesquisa da Escola da Cidade, 2020
Editora Culturatrix, 2023
Geotextiles and Geomembranes, 2002
XI Encontro Anual de Computação (EnAComp 2014), 2014
TATuP - Zeitschrift für Technikfolgenabschätzung in Theorie und Praxis, 2021
Al-mağallaẗ al-ʻirāqiyyaẗ al-waṭaniyyaẗ li-ʻulūm al-arḍ, 2024
Journal of Electronic Materials, 2017
Revue internationale de pédagogie de l’enseignement supérieur, 2018
Journal of Educational Psychology, 2019
Journal of applied physiology (Bethesda, Md. : 1985), 1997
Balkan Medical Journal, 2012