Gli aiuti di Stato al settore ferroviario
nell’Unione Europea
Ugo Arrigo - Giacomo Di Foggia
01/12/2013
Gli aiuti di Stato al settore ferroviario
nell’Unione Europea
Ugo Arrigo: Professore di Scienza delle Finanze, Università di Milano-Bicocca
Giacomo Di Foggia: Assegnista di ricerca in Economia Applicata, Università di Milano-Bicocca
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Sommario
1. Quadro generale sugli aiuti di Stato .............................................................................. 4
2. Le regole degli aiuti di Stato ........................................................................................... 4
3. Dimensioni e tendenze degli aiuti di Stato nell’U.E.e in Italia .............................. 10
4. Gli aiuti di Stato al settore ferroviario nei singoli paesi dell’U.E. ......................... 15
5. Gli effetti sulla finanza pubblica dell’eccesso di sussidi .......................................... 22
6. Osservazioni conclusive................................................................................................ 23
Bibliografia ............................................................................................................................. 25
Appendice – Principali riferimenti in tema di aiuti al settore ferroviario ................... 27
Tabelle
Tab. 1 – Aiuti di Stato al settore ferroviario nell’EU-27, 2000-2011, in milioni di €. ..................... 15
Tab. 2 – Aiuti di Stato al settore ferroviario EU-12, 2000-2010, in milioni di €. ............................. 17
Tab. 3 – Aiuti di Stato al settore ferroviario per km di linea, 2000-2010, in €/1000. .................... 20
Grafici
Graf. 1 – Aiuti di Stato nell’Unione Europea per settore beneficiario (2011) .................................. 12
Graf. 2 – Aiuti di Stato nell’Unione Europea (1990-2011) .................................................................. 12
Graf. 3 – Aiuti di Stato nell’U.E. e in Italia, ferrovie escluse (1990-2011) ........................................ 13
Graf. 4 – Aiuti di Stato in Italia (1994-2011) .......................................................................................... 14
Graf. 5 – Aiuti di Stato in Italia per settore beneficiario (2010) .......................................................... 14
Graf. 6 – Peso del settore ferroviario italiano sul totale EU-12 .......................................................... 18
Graf. 7 – Aiuti di Stato annui per km di rete .......................................................................................... 19
Graf. 8 – Aiuti di Stato annui per km di binario .................................................................................... 20
Graf. 9 – Aiuti di Stato annui per unità di traffico (passeggeri km + tonnellate km merci) .......... 21
Graf. 10 – Oneri cumulati di finanza pubblica in Italia per effetto dell’eccesso di aiuti di Stato .. 22
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1. Quadro generale sugli aiuti di Stato
La Commissione dell’Unione Europea esercita e documenta da oltre quarant’anni le
proprie azioni a favore della concorrenza e della costruzione del mercato interno.
All’interno di queste politiche il controllo degli aiuti di Stato è divenuto un
elemento fondamentale per garantire l’equa concorrenza. I Paesi membri
intervengono talvolta mediante risorse pubbliche per promuovere o proteggere
alcune attività economiche. Nonostante gli aiuti di Stato siano vietati dal trattato sul
funzionamento dell’Unione europea, esistono alcune eccezioni giustificate da
obiettivi di comune interesse (Unione europea, 2013)1.
Il regime di aiuti di Stato è stato elaborato gradualmente a partire da una situazione
in cui vigevano una serie di complessi regimi nazionali (Mayhew, 1998). Nel 19732
la Corte di giustizia riconobbe alla Commissione la facoltà giuridica di chiedere agli
Stati membri la restituzione, da parte delle imprese beneficiarie, degli aiuti
illecitamente ricevuti in quanto non compatibili con il trattato.3 Nel decennio
successivo si arrivò all’applicazione del suddetto principio in maniera strutturata
all’interno di un quadro di una politica effettiva ed articolata e nella Relazione sulla
politica della concorrenza del 1989 venne ribadito il concetto secondo cui, anche se
tollerati in passato, gli aiuti di Stato andavano riesaminati nella loro compatibilità
con il mercato comune. La disciplina degli aiuti di stato in Europa risulta complessa
(Friederiszick, et al. 2006).
Una conseguenza dell’aumentata attenzione sulla disciplina in ambito di aiuti di
Stato è stata l’evoluzione degli aiuti stessi da un’emanazione a pioggia ad
un’erogazione mirata e verso una loro contrazione dato che gli aiuti
complessivamente concessi sono passati dall’1,2% del PIL comunitario nel 1992 a
poco meno della metà nel 20114, al netto delle misure anticrisi. A seguito delle
riforme accennate, le autorità nazionali garanti della concorrenza così come i
tribunali nazionali hanno ricevuto l’autorizzazione per l’applicazione di tutte le
norme antitrust dell’Unione europea, venendo di fatto equiparate alla Commissione
all’interno della Rete europea della concorrenza. Se quanto sopra si riferisce al
mercato interno, è da sottolineare che, a partire dagli anni novanta, la Commissione
ha cercato di incoraggiare i principali partner commerciali ad attuare politiche
analoghe attraverso negoziati bilaterali.
2. Le regole degli aiuti di Stato
Il titolo XII del TFUE5, capo 1 (Regole di concorrenza) sezione 2, è composto
dagli articoli 107, 108 e 109 il cui contenuto è di particolare interesse per questo
Le procedure che gli stati membri devono segui e pe l’e ogazio e di aiuti esulano da questo lavoro.
Commissione delle Comunità europee (1973). Causa C-70/72, racc.813.
3
Causa C-70/72 Commissione delle Comunità europee contro Germania, 1973, racc.813.
4
Per maggiori dettagli: State Aid Scoreboard. Report on state aid granted by the EU Member States.
http://ec.europa.eu/competition/state_aid/studies_reports/archive/scoreboard_arch.html
5
T attato sul Fu zio a e to dell’U io e Eu opea.
1
2
4
studio6. L’articolo 107 dispone che sono incompatibili con il mercato interno, nella
misura in cui sono in grado di incidere sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti
concessi dagli Stati ovvero mediante risorse statali sotto qualsiasi forma che,
favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la
concorrenza. In particolare, l’articolo 107, paragrafo 1, del TFUE fornisce una
definizione generale di aiuto di Stato che consiste nei quattro elementi cumulativi
riportati qui di seguito7:
- La misura deve essere concessa dallo Stato o tramite risorse statali;
- La misura deve concedere un vantaggio selettivo (ossia favorire alcune
imprese, la produzioni di taluni beni o la fornitura di taluni servizi);
- La misura deve comportare una (potenziale) distorsione della concorrenza;
- La misura deve incidere sugli scambi tra Stati membri.
Nel caso degli aiuti statali al settore ferroviario è evidente che anche nell’ipotesi di
assetto monopolistico del medesimo, comunque in via di graduale superamento per
effetto dell’evoluzione della disciplina comunitaria, essi sono almeno in grado di
concedere un vantaggio selettivo al trasporto ferroviario a danno di modalità
concorrenti, quali il trasporto aereo. Qui vi può essere tuttavia la giustificazione del
riequilibrio modale, dettato anche dal ben più favorevole impatto ambientale del
trasporto ferroviario. Molto più rilevanti sono invece i rischi di distorsione della
concorrenza quando l’assetto monopolistico del settore ferroviario viene superato,
per effetto di norme comunitarie che si applicano all’intera Unione come nel caso
del trasporto merci, oppure per scelte nazionali volontarie, come risultano quelle
adottate in Italia e in alcuni altri paesi per il trasporto passeggeri. In tale ipotesi gli
aiuti concessi a singole imprese di trasporto ferroviario richiedono adeguati
approfondimenti e valutazioni specifiche di congruità e proporzionalità mentre
meno problematici appaiono gli aiuti ai gestori di rete, purché risultino
adeguatamente separati dalle imprese di trasporto e in tal modo non siano in grado
di operare sovvenzioni incrociate. L’EEA (2007) tenta di definire la struttura e
l’ammontare dei sussidi erogati alle differenti modalità.
Nel quadro generale sugli aiuti in precedenza delineato sono considerati compatibili
gli aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, a condizione che
vengano dati senza discriminazioni determinate dall'origine dei prodotti, gli aiuti
destinati a coprire le spese derivanti da calamità naturali o da altri eventi eccezionali
e gli aiuti concessi all'economia di determinate regioni. Inoltre possono considerarsi
compatibili: gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico di regioni dove il
tenore di vita sia relativamente basso o vi sia forte disoccupazione o
sottoccupazione; gli aiuti destinati a promuovere la realizzazione di un importante
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2008:115:0047:0199:en:PDF
6
Ulteriori interessanti norme inerenti il trasporto ferroviario sono le seguenti: Direttiva del consiglio
91/440/CEE, Direttiva 95/18 del 19 giugno 1995, Direttiva 2001/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,
Rettifica della direttiva 2004/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, Direttiva
2008/57/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 giugno 2008, Regolamento (CE) n. 1370/2007 del
Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007, Regolamento (CE) n. 1371/2007 del Parlamento
europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007.
7
http://ec.europa.eu/competition/state_aid/studies_reports/swd_guidance_paper_it.pdf
5
progetto di comune interesse europeo o a porre rimedio a un grave turbamento
dell'economia dello Stato membro; gli aiuti destinati ad agevolare alcune attività
economiche di determinate regioni che non alterino le condizioni degli scambi; gli
aiuti volti a promuovere la conservazione del patrimonio; altre categorie di aiuti
determinate con decisione del Consiglio su proposta della Commissione U.E.
L'Articolo 108 afferma che la Commissione esamina con gli Stati membri i regimi
di aiuti esistenti negli Stati stessi. Nel caso in cui la Commissione constati che un
aiuto concesso da uno Stato non è compatibile con il mercato interno o che questo
sia stato attuato in modo abusivo, decide che il Paese interessato debba
sopprimerlo o modificarlo nel termine da essa fissato. Qualora l’interessato non si
conformi entro i termini stabiliti, la Commissione o qualsiasi altro Stato può rifarsi
direttamente alla Corte di giustizia dell'Unione europea8. Il Regolamento (CE) n.
800/2008 della Commissione del 6 agosto 2008, elenca alcune categorie di aiuti
compatibili con il mercato comune, autorizzando la Commissione ad esentarli
dall'obbligo di notifica9. Le categorie di aiuti compatibili sono:
- A finalità regionale (sulla base della carta degli aiuti a finalità regionale per il
periodo 2007-2013);
- Agli investimenti e all'occupazione a favore delle PMI;
- Alla costituzione di imprese a partecipazione femminile;
- Per la tutela dell'ambiente, purché servano per andare oltre la legislazione
comunitaria, e quelli volti al risparmio energetico e alla produzione di energia
rinnovabile;
- Alle PMI per servizi di consulenza e partecipazione a fiere commerciali;
- Sotto forma di capitale di rischio (nel caso di un fondo di investimento
orientato al profitto, gestito secondo criteri commerciali);
- Alla ricerca, sviluppo e innovazione nel tentativo di incoraggiare l’assunzione
temporanea di personale altamente qualificato e per favorire la cooperazione
in progetti di ricerca tra imprese e istituzioni;
- Alla formazione;
- A favore di lavoratori svantaggiati e disabili.
Gli aiuti al settore ferroviario non rientrano pertanto tra quelli esentabili
dall’obbligo di notifica.
Servizi di interesse economico generale (SIEG)
Il concetto di Servizi di interesse economico generale è desumibile dal Glossario dei
termini utilizzati nell’ambito della politica di concorrenza dell’UE: antitrust e
controllo delle concentrazioni (2003) secondo cui i SIEG sono servizi di natura
economica la cui fornitura può essere considerata nell’interesse generale, quale, ad
esempio, la fornitura di base, accessibile al pubblico, di energia, telecomunicazioni,
servizi postali, trasporti, acqua e servizi di smaltimento rifiuti. Gli Stati membri
8
http://europa.eu/legislation_summaries/competition/state_aid/index_it.htm
Zahariadis (2013) fornisce una valutazione della politica europea in ambito di aiuti di Stato, cercando di
defi i e vi cito i e vi ti .
9
6
sono soprattutto responsabili della definizione di quelli che considerano servizi di
interesse economico generale in base alle caratteristiche specifiche delle attività in
questione. Le loro definizioni sono tuttavia soggette al controllo della Commissione
per eventuali casi di errore manifesto laddove gli Stati membri incaricano
specificatamente alcune imprese, a norma dell’articolo 86, paragrafo 2, del trattato
CE, di fornire i servizi d’interesse economico generale. La definizione precisa dei
compiti assegnati all’impresa incaricata del servizio pubblico è un elemento
importante per valutare se e in quale misura sia giustificato che lo Stato conceda
all’impresa diritti esclusivi o fondi per assicurare l’adempimento del compito
assegnatole.
Aiuti specifici
Sotto la voce “aiuti specifici” rientrano una serie di aiuti di Stato: a sostegno degli
investimenti in capitale di rischio nelle PMI, sotto forma di garanzia,
nell’assicurazione del credito all’esportazione a breve termine, nelle vendite di
terreni e di fabbricati di proprietà pubblica, nelle misure di tassazione diretta delle
imprese, a favore del cinema e dell'audiovisivo, per la diffusione di servizi pubblici,
nei servizi pubblici di radiodiffusione e, caso di nostro diretto interesse, alle imprese
ferroviarie (settore che è stato oggetto delle “Linee guida comunitarie per gli aiuti
di Stato alle imprese ferroviarie” di cui si riferisce nei prossimi paragrafi).
Aiuti ammissibili nel trasporto ferroviario
Sebbene, l’articolo 107 disponga che sono incompatibili con il mercato interno,
nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli
Stati ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune
imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza, l’esame
della compatibilità degli aiuti è effettuato con riferimento all’obiettivo d’interesse
comune alla cui realizzazione l'aiuto è finalizzato. In linea di principio, nel valutare
la compatibilità degli aiuti, la Commissione applica specifici criteri definiti per
ciascuna delle categorie di aiuti riferibili al settore ferroviario quali, ad esempio, aiuti
richiesti dalle necessità del coordinamento dei trasporti, aiuti alla ristrutturazione
delle imprese ferroviarie, aiuti alle piccole e medie imprese, aiuti per la protezione
dell'ambiente, aiuti erogati per compensare i costi di certi obblighi di servizio
pubblico e, nell'ambito di contratti di servizio pubblico, aiuti a finalità regionale. In
un recente articolo, Wellings (2013) sottolinea come gli aiuti al settore ferroviario
siano aumentati notevolmente negli ultimi anni in diversi paesi e sostiene la
necessità di ulteriori riforme strutturali al fine di alleggerire il peso per i
contribuenti.
Di seguito sono esposti i criteri indicati per la valutazione di ogni tipologia.
Sostegno e finanziamento delle infrastrutture
Il paragrafo 2.2 delle Linee guida comunitarie per gli aiuti di Stato alle imprese
ferroviarie mette in evidenza il ruolo fondamentale delle infrastrutture ferroviarie,
tanto per l’interoperatività quanto per lo sviluppo dell’alta velocità, nonché per la
7
sua sicurezza10. I finanziamenti pubblici per lo sviluppo delle infrastrutture possono
costituire un aiuto di Stato. Secondo la Corte di giustizia occorre valutare se il
provvedimento a favore delle infrastrutture sia in grado di generare un
alleggerimento degli oneri ordinari che gravano sul bilancio delle imprese
ferroviarie. Affinché ciò avvenga è necessario che le imprese beneficiarie ricavino
un vantaggio selettivo derivante dal finanziamento delle infrastrutture. Nei casi in
cui l’utilizzo dell’infrastruttura sia effettivamente aperto a tutti gli utenti potenziali
in maniera non discriminatoria ed il canone d’accesso fatturato nei metodi e a livelli
conformi alla legislazione comunitaria (direttiva 2001/14/CE), la Commissione
ritiene che il finanziamento pubblico delle infrastrutture non debba considerarsi
aiuto di Stato. Considerando che le riforme avviate con la Direttiva 91/440/EEC
hanno principalmente tre obiettivi: sviluppare il traffico, favorire la qualità del
servizio e migliorare l'efficienza economica, Dehornoy, J. (2011) tenta di valutare il
terzo obiettivo.
Acquisto e rinnovo del materiale rotabile
Il paragrafo relativo agli aiuti per l’acquisto e il rinnovo del materiale rotabile si
fonda sula considerazione della tipologia e soprattutto sull’età della flotta in Europa
che in molti Stati è particolarmente datata. La commissione si è posta come
obiettivo il rinnovo del parco rotabile – quantificabile nell’ 1% annuo – in quanto
necessario:
- Al mantenimento della competitività del trasporto ferroviario rispetto alle
altre forme di trasporto;
- Per ridurre l’impatto ambientale del trasporto ferroviario.
Pertanto, a determinate condizioni, gli aiuti classificabili come aiuti all’acquisto e
rinnovo del materiale rotabile sono compatibili con le regole comunitarie in materia
di concorrenza. Anche se, in tema di aiuti regionali in favore degli investimenti
iniziali, nel settore dei trasporti le spese destinate all'acquisto di materiale rotabile
non sono ammissibili per gli aiuti, tale norma può essere derogata quando si tratti
del trasporto passeggeri per ferrovia. Ciò in virtù del fatto che il materiale rotabile
in questo settore può essere stabilmente assegnato a linee o servizi specifici.
Pertanto, nel rispetto di alcune condizioni11 le spese per l'acquisto del materiale
rotabile si considerano sovvenzionabili.
La deroga vale per tutti i tipi di investimento, sia per l'acquisto iniziale che per la
sostituzione del materiale, purché sia adibito al servizio su linee che servono
Comunicazione della Commissione «Mantenere l'Europa in movimento — Una mobilità sostenibile per il
nostro continente — Riesame intermedio del Libro bianco del 2001 sui trasporti».
11
Il materiale rotabile interessato deve essere esclusivamente adibito a servizi di trasporto urbano, suburbano
o regionale di persone in una regione specifica o su una tratta specifica che serve più regioni. Il materiale
rotabile interessato deve restare per un minimo di 10 anni esclusivamente adibito alla specifica regione o linea
che attraversa più regioni per la quale ha beneficiato dell'aiuto. Il materiale rotabile di sostituzione deve
rispondere alle norme di interoperabilità, ambientali e di sicurezza applicabili sulla rete in questione. Lo Stato
membro deve dimostrare che il progetto sovvenzionato contribuisce a una strategia coerente di sviluppo
regionale. Non sono invece considerati ammissibili i costi per l'acquisto di materiale rotabile esclusivamente
destinato al trasporto merci.
10
8
regolarmente una regione che beneficia degli aiuti di cui all'art. 87 del trattato, una
regione ultra periferica o una regione a bassa densità di popolazione12. Infine, se
all'impresa beneficiaria è stata affidata la prestazione di SIEG implicanti l'acquisto,
il rinnovo o entrambi di materiale rotabile e già percepisce una compensazione,
questa deve essere presa in considerazione in sede di concessione all'impresa di un
aiuto regionale, al fine di evitare una sovra compensazione.
Cancellazione di debiti
Questa tipologia si basa sulla considerazione storica che le imprese ferroviarie
hanno spesso conosciuto fasi di pesante indebitamento a causa degli investimenti,
fenomeno che ancora interessa diversi gestori di rete. La direttiva 91/440/CEE
riconosce questa situazione indicando che gli Stati membri devono «garantire che le
imprese ferroviarie pubbliche esistenti godano di una sana struttura finanziaria» prevedendo la
possibilità di «ristrutturazione finanziaria». La direttiva stabilisce inoltre che gli Stati
membri «istituiscono, insieme alle imprese ferroviarie pubbliche esistenti, meccanismi adeguati per
contribuire a ridurre l'indebitamento di tali imprese fino ad un livello che non ostacoli una gestione
finanziaria sana e per attuare il risanamento della loro situazione finanziaria». Il medesimo
articolo prevede l'ipotesi della concessione di aiuti di Stato «destinati all'eliminazione
dei debiti di cui al presente articolo» e dispone che la concessione di questi aiuti deve
avvenire nell'osservanza degli articoli 73, 87 e 88 del trattato CE. A seguito della
direttiva suddetta, la ristrutturazione dei debiti avviene con strumenti differenti.
- Trasferimento di una parte o di tutti i debiti all'ente incaricato della gestione
delle infrastrutture;
- Creazione di enti separati per il finanziamento dei progetti d'infrastruttura
(ad esempio le linee ad alta velocità);
- Ristrutturazione finanziaria delle imprese ferroviarie, effettuata in particolare
mediante la cancellazione di una parte o della totalità dei debiti.
Ristrutturazione di un ramo merci
L’aiuto statale per la ristrutturazione di un ramo merci in difficoltà economica è un
caso particolare, di minor interesse per il presente lavoro. In linea generale la
valutazione della compatibilità è basata sugli orientamenti in vigore per gli aiuti per
la ristrutturazione del 2004, i quali non prevedono deroghe per le imprese
ferroviarie. Inoltre gli aiuti alla ristrutturazione sono solitamente destinati ad unità
economiche provviste di personalità giuridica mentre solitamente le imprese
ferroviarie non hanno separato il ramo merci da quello passeggeri. Nonostante
queste difficoltà, alcuni aiuti destinati alle imprese ferroviarie che consentivano di
risolvere situazioni critiche del segmento merci potevano essere considerati leciti, a
determinate condizioni, in un periodo transitorio che comprendeva le
ristrutturazioni notificate fino al 1° gennaio 2010.
12
Ai sensi dei punti 80 e 81 degli orientamenti per gli aiuti di Stato a finalità regionale.
9
Coordinamento dei trasporti
Gli aiuti richiesti dalle necessità di coordinamento dei trasporti sono considerati
compatibili con il trattato purché non rechino pregiudizio agli interessi generali
della Comunità. Con l’espressione “coordinamento dei trasporti” non si intende
solo il fatto di agevolare lo sviluppo, ma uno specifico intervento pubblico che
orienti l'evoluzione del settore dei trasporti nell'interesse generale. Tuttavia a
seguito delle misure pro liberalizzazione, la necessità di un coordinamento si è
affievolita. Infatti, in un mercato liberalizzato ed efficiente, il coordinamento
avviene ad opera degli operatori. Nonostante questo, in molti casi gli investimenti
per lo sviluppo delle infrastrutture continuano ad essere realizzati dal settore
pubblico e, anche dopo la liberalizzazione, possono sussistere fallimenti13 che
giustificano un intervento dello Stato. Anche in questo caso gli aiuti possono
assumere differenti forme:
- All'utilizzazione dell'infrastruttura, concessi alle imprese ferroviarie che si
fanno carico delle spese relative all'infrastruttura utilizzata;
- Diretti a far diminuire i costi esterni;
- A favore dell’interoperatività, alla sicurezza, all’eliminazione di ostacoli
tecnici, alla riduzione dell’inquinamento acustico;
- Alla ricerca e sviluppo.
In definitiva gli aiuti per queste finalità che risultano necessari e proporzionati sono
da considerarsi compatibili.
Garanzie concesse dallo Stato
La comunicazione della Commissione sull'applicazione degli articoli 87 e 88 del
trattato agli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie definisce le regole
applicabili alle garanzie di Stato anche nel settore del trasporto ferroviario. La
comunicazione della Commissione (GU C 71 dell'11.3.2000, pag. 14.) recita: «La
Commissione considera come aiuti di Stato concessi in forma di garanzia anche le condizioni di
finanziamento preferenziali ottenute da imprese il cui regime giuridico escluda il fallimento o altre
procedure concorsuali oppure preveda esplicitamente la concessione di garanzie statali o il
ripianamento delle perdite da parte dello Stato». In linea generale, le garanzie concesse in
settori relativamente concorrenziali sono incompatibili con il trattato CE. Le
garanzie suddette costituiscono aiuti effettivi e gli Stati membri interessati sono
invitati a comunicarne alla Commissione le modalità di applicazione e i
provvedimenti che intendono adottare per abrogarli.
3. Dimensioni e tendenze degli aiuti di Stato nell’U.E. e in Italia
In un orizzonte di lungo periodo, il trentennio compreso dagli anni ottanta ad oggi,
il livello degli aiuti di Stato nelle economie europee mostra un netto trend al
ribasso. Infatti, negli anni ottanta la quota del Prodotto interno lordo totale
13
Diseconomie esterne ed esternalità negative quali congestione del traffico e inquinamento, coordinamento
nel senso economico del termine, situazioni in cui non si riescano ad ottenere i benefici auspicati a fronte di
investimenti ingenti.
10
dell’Unione europea destinato agli aiuti si attestava a circa il 2%, nel decennio
successivo si è ridotta all’1% per poi assestarsi a valori oscillanti tra lo 0,5 e lo 0,6%
negli anni più recenti Nel 2011, ultimo anno disponibile14, gli stati membri dell’UE
hanno garantito una copertura finanziaria di poco inferiore ai 64,3 miliardi di euro
(l’anno precedente era di 74 miliardi di euro) di aiuti, categorizzati come non
riconducibili a situazioni di crisi (non-crisis aid), pari a circa lo 0,5% del Pil europeo.
Questi dati, che possono essere distinti in base al settore beneficiario (imprese
manifatturiere, di servizi finanziari e non finanziari, dell’agricoltura, della pesca e dei
trasporti) escludono tuttavia gli aiuti al trasporto ferroviario, settore che sembra
godere di un regime speciale anche in senso statistico. Infatti mentre i dati relativi a
tutti gli altri settori godono di un regolare aggiornamento dei dati e di una completa
copertura, nel caso degli aiuti al settore ferroviario vi sono numerose carenze e
ritardi di comunicazione, come si vedrà nella seconda parte del lavoro, che rendono
i dati non sommabili a quelli degli altri se non alterandone completezza e
significatività. Per queste ragioni essi sono tradizionalmente contabilizzati e
pubblicati dalla stessa Commissione in forma separata.
Per l’anno 2011 gli aiuti di Stato al settore ferroviario comunicati alla Commissione
ammontano a 30,7 miliardi ai quali vanno tuttavia aggiunti gli aiuti erogati dagli
Stati che non ancora provveduto alla notifica, stimabili in poco meno di 17 miliardi.
Il totale degli aiuti al settore ferroviario ammonterebbe in conseguenza ad oltre 47
miliardi e il totale generale degli aiuti di stato europei ad oltre 111 miliardi. Di essi il
settore che beneficia degli aiuti più consistenti, ferrovie escluse, è quello
manifatturiero con 39 miliardi e il 33% del totale (Graf.1). Gli aiuti alle ferrovie
regolarmente notificati rappresentano invece il 28% del totale, valore che sale
tuttavia al 43% se vi includiamo la stima degli aiuti non notificati. Il trasporto
ferroviario risulta pertanto il primo settore beneficiario di aiuti di Stato nell’Unione.
Una seconda considerazione riguarda il fatto che gli aiuti alle ferrovie come quota
del Pil non risultano inoltre essersi ridotti in maniera netta nel tempo a differenza di
quanto si è verificato per l’insieme degli aiuti di Stato a tutti i restanti settori. Come
illustrato nel Graf. 2, questi ultimi sono passati dall’1,2% del Pil all’inizio del
decennio ’90 allo 0,5% nel 2011. Per quanto riguarda invece gli aiuti al settore
ferroviario la riduzione è stata molto meno marcata e ha riguardato solo il decennio
’90: dallo 0,5% del Pil del 1992 a poco meno dello 0,4 all’inizio degli anni 2000. Per
tutto il resto del decennio la quota è invece rimasta stazionaria, salvo risalire negli
anni della recessione forse a dimostrazione di una sostanziale incomprimibilità di
fatto della spesa pubblica ferroviaria.
14
Il presente lavoro ha utilizzato i dati U.E. che risultavano disponibili sino a fine novembre 2013.
11
Graf. 1 – Aiuti di Stato nell’Unione Europea per settore beneficiario (2011)
(Dati in % del totale con esclusione dei ‘crisis-aid’)
Ferrovie (stima
aiuti non notif.)
15%
Ferrovie (aiuti
notificati)
28%
Manifattura
33%
Carbone
2%
Trasporti (escluse
ferrovie)
2%
Altri non
manifatt.
2%
Agricoltura
8%
Servizi finanziari
2%
Altri servizi
8%
Pesca
0%
Fonte: elaborazioni su dati Commissione U.E.
La differente dinamica degli aiuti di Stato tra settore ferroviario e restanti settori
nell’U.E. è resa particolarmente evidente dalla differente inclinazione delle due linee
di trend tracciate nel Graf. 2 in relazione alle due variabili. Esse evidenziano una
convergenza tra i due valori, con i sussidi al trasporto ferroviario apparentemente
destinati, in assenza di interventi, a superare in pochi anni l’insieme dei rimanenti.
Graf. 2 – Aiuti di Stato nell’Unione Europea (1990-2011)
(Dati in % del Pil)
1,20
1,00
0,80
0,60
0,40
0,20
Tutti i settori eccetto le ferrovie
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
0,00
Ferrovie
Fonte: elaborazioni su dati Commissione U.E.
L’analisi precedente sulle tendenze degli aiuti di Stato nell’U.E. al settore ferroviario
rispetto ai restanti settori produce risultati di equivalente se non maggiore interesse
12
qualora ripetuta per il caso italiano. In questo caso occorre precisare che mentre è
stato agevole ricostruire valori assoluti e peso sul Pil degli aiuti italiani al netto del
settore ferroviario, non altrettanto più dirsi per questo settore prima dell’anno
200015.
Graf. 3 – Aiuti di Stato nell’U.E. e in Italia, ferrovie escluse (1990-2011)
(Dati in % del Pil)
2
1,8
1,6
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
Italia (ferrovie escluse)
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
0
U.E. (ferrovie escluse)
Fonte: elaborazioni su dati Commissione U.E.
Il Graf. 3 mostra il più rapido percorso di riduzione che ha riguardato gli aiuti di
Stato al netto del settore ferroviario in Italia rispetto all’U.E.: all’inizio del decennio
’90 il loro peso sul Pil era quasi il doppio rispetto all’Unione Europea ma nel corso
del decennio, probabilmente per effetto dei vincoli di finanza pubblica che hanno
interessato il nostro paese, si riduceva di circa tre quarti portandosi al di sotto di
quello medio comunitario. Nel 2011 essi rappresentavano meno di un quarto di
punto di Pil, la metà rispetto all’intera Unione.
Questo virtuoso percorso di riduzione non si è tuttavia esteso agli aiuti di Stato alle
ferrovie italiane. Come si può verificare dal Graf. 4, una diminuzione degli aiuti
come quota del Pil è avvenuta nella seconda metà degli anni ’90 ma essa è stata
recuperata nei primi anni 2000. Dal 2007 in avanti, inoltre, gli aiuti alle ferrovie
risultano stabilmente più consistenti rispetto agli aiuti aggregati a tutti gli altri settori
economici. Questa peculiarità del caso italiano è illustrata dal Graf. 5 il quale
evidenzia come quasi il 60% degli aiuti di Stato totali erogati nel nostro paese
nell’anno 2010, pari a poco meno di 10,5 miliardi di euro, sia stato destinato al
settore ferroviario. Appare pertanto necessario cercare di individuare quali fattori
dimensionali del trasporto ferroviario od obiettivi specifici di politica dei trasporti
I appo ti pe iodici della Co
issio e U.E. degli a i ’90 o ipo ta o ai il valo e assoluto a p ezzi co e ti
per singolo paese degli aiuti di Stato alle ferrovie ma solo dati elaborati (medie triennali a prezzi costanti,
spesso ife ite all’i te o setto e dei t aspo ti se za disti zio e pe il seg e to fe ovia io, oppu e uote del
valore aggiunto settoriale).
15
13
giustifichino un così consistente e stabile nel tempo impegno finanziario per le
casse pubbliche16.
Graf. 4 – Aiuti di Stato in Italia (1994-2011)
(Dati in % del Pil)
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
Tutti i settori eccetto le ferrovie
Ferrovie
Fonte: elaborazioni su dati Commissione U.E.
Graf. 5 – Aiuti di Stato in Italia per settore beneficiario (2010)
(Dati in % del totale con esclusione dei ‘crisis-aid’)
Obiettivi
orizzontali
29%
Altri settori
1%
Trasporti (escluso
ferrovie)
3%
Agricoltura e
pesca
8%
Ferrovie
59%
Fonte: elaborazioni su dati Commissione U.E.
16
Non appare invece ragionevole un confronto tra gli aiuti di Stato alle ferrovie in rapporto al Pil in uno
specifico paese e la corrispondente media comunitaria in quanto le dimensioni del settore ferroviario risultano
olto diffe e ziate da u paese all’alt o. E’ du ue ecessa io appo ta e gli aiuti ad aspetti di e sio ali
specifici delle reti e del trasporto ferroviario nazionale anziché al Pil del paese.
14
4. Gli aiuti di Stato al settore ferroviario nei singoli paesi dell’U.E.
Dopo aver ricostruito il quadro istituzionale della regolazione degli aiuti di Stato al
settore ferroviario nell’Unione Europea e le dimensioni complessive del fenomeno,
si approfondiscono ora i singoli paesi con la finalità di individuare dei benchmark
con i quali confrontare il caso italiano. La Commissione U.E. aggiorna annualmente
una tabella riepilogativa, la cui ultima versione è integralmente riportata nella Tab.
1, indicante per ogni paese gli aiuti complessivi, comunicati dagli Stati, che sono
conferiti all’insieme degli attori del trasporto ferroviario: gestori di rete e operatori
del trasporto.
Tab. 1 – Aiuti di Stato al settore ferroviario nell’EU-27, 2000-2011, in milioni di €.
2000
EU-27
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
-
-
-
-
-
-
42807
46345
43866
46216
38320
30674
649
649
664
647
632
533
637
636
1900
1593
1537
0
Bulgaria
-
-
-
-
-
-
61
102
121
155
168
173
Belgium
2.164
2.205
2.278
2.412
2.057
3.129
3.226
2.588
2.666
2.462
2.929
3.239
-
-
-
239
239
264
270
317
407
499
0
0
Denmark
672
731
714
813
813
916
891
9.45
1.125
1.140
1.195
1.281
Germany
9.308
9.385
9.515
9.144
8.239
8.114
8.001
8.435 13.234 13.485
9.390
9.496
Austria
Czech Rep.
Estonia
-
-
-
12
12
12
12
14
16
17
421
18
Greece
446
625
552
636
329
257
275
397
397
549
536
436
1.350
1.349
1.346
1.338
1.370
455
563
1.009
1.019
970
800
0
Finland
403
359
412
489
562
516
467
461
521
500
99
103
France
6.482
8.770
9.132
7.921
9.120
Ireland
373
440
491
544
416
576
603
797
6.246
6.839
7.236
6.006
5.699
6.040
5.126
8.320
-
-
-
3
15
23
31
37
Spain
Italy
Latvia
Lithuania
9.912 10.100
9.695 10.326 10.895 10.769 12.043
728
50
613
587
400
8.104
6.125
0
41
37
31
-
-
-
0
5
6
3
6
9
2
3
3
208
255
264
293
310
315
394
418
411
281
290
0
-
-
-
451
411
439
530
810
815
708
728
745
2.051
2.686
2.946
3.322
2.936
2.686
2.719
2.210
1.943
1.883
0
0
-
-
-
104
172
184
310
341
277
340
417
438
Portugal
16
22
25
58
56
64
74
80
84
91
93
0
Romania
-
-
-
-
-
-
3
11
553
445
543
525
Slovenia
-
-
-
125
331
176
186
148
153
42
49
48
0
0
1.401
1.604
1.695
0
0
Luxemburg
Hungary
Netherlands
Poland
Slovakia
-
-
-
0
165
218
223
266
286
Sweden
851
852
892
1.003
1.167
1.271
1.415
1.653
1.113
2.061
6.817
4.261
4.002
5371
6.592
6.689
6.650
5.712
UK
Fonte: DG MOVE. Data for EU-10 Member States are included from 2003 onwards, for Bulgaria and Romania from 2006.
Includes all public subsidies communicated to the Commission as well as subsidies that have been notified and authorised by
the Commission under relevant State aid rules. The figures exclude compensation for services of general economic interest.
EU- 27: Represents all Member States which the calculation includes as of the year when data were available. SK: DG TREN
estimates for 2008; UK: DG TREN estimates for 2006, 2007 and 2008.
Nella tabella precedente la Commissione U.E. include gli aiuti comunicati dagli Stati
che sono obbligati in tal senso in base ai trattati europei in quanto aderenti
all’Unione (e dunque ove indicato in tabella il valore zero si intende che non vi
15
sono stati aiuti notificati e non che essi sono nulli). I paesi di più recente adesione
sono dunque compresi solo a seguito alla loro ammissione all’Unione e i dati
relativi agli anni precedenti non sono riportati in quanto non sussistevano obblighi
di notifica. Per questa ragione i dati relativi al totale UE-27 sono indicati solo a
partire dal 2006, anno in cui sono stati erogati nei 25 paesi (Cipro e Malta non
hanno reti ferroviarie) aiuti complessivi per un ammontare di 42,8 miliardi di euro
mentre nell’anno successivo, il 2007, essi crescono a 46,3 miliardi. Nel 2008 essi si
riducono apparentemente a 43,9 miliardi ma la tabella evidenzia tuttavia l’assenza di
notifica degli aiuti di Stato da parte italiana. Considerando che il loro ordine di
grandezza tanto nell’anno precedente quanto nel seguente è di 8 miliardi di euro,
possiamo stimare che l’esborso totale nei 25 paesi sia stato in realtà pari nell’anno a
circa 52 miliardi.
Nell’anno successivo, il 2009, il totale degli aiuti di stato risultante dalla tabella è di
46,2 miliardi, mancando tuttavia le notifiche di Gran Bretagna e Slovacchia.
Considerando il loro ordine di grandezza, pari a 6 miliardi per l’insieme dei due
paesi, possiamo stimare che anche in questo anno l’esborso totale abbia superato i
52 miliardi. Nel 2010 il totale ufficiale è di 38,3 miliardi ma tuttavia si accresce il
numero di stati che non presentano notifiche, oltre a UK e Slovacchia anche
Olanda e Rep. Ceca. Il totale stimato per questi quattro paesi è di 8,5 miliardi, dato
che porterebbe il totale a poco meno di 47 miliardi, dunque in netta riduzione
rispetto all’anno precedente. Infine nel 2011, ultimo anno disponibile, il totale
ufficiale è di 30,7 miliardi, risultando tuttavia poco attendibile per effetto della
crescita a nove del numero di stati che non presentano notifiche. Nel loro insieme è
stimabile che il dato mancante si avvicini ai 17 miliardi, portando il totale
dell’Unione ancora a 47-48 miliardi, probabilmente in crescita rispetto all’anno
precedente. Nei sei anni considerati, 2006-11, il totale degli aiuti di stato
nell’Unione è in conseguenza stimabile in poco meno di 290 miliardi,
corrispondenti a una media annua di 48 miliardi.
Gli aiuti al settore ferroviario negli Stati dell’U.E. pre allargamento
I dati precedenti, pur incompleti, sono di elevato interesse e si prestano ad essere
valutati per singoli paesi in raffronto alle dimensioni delle reti ferroviarie nazionali,
al numero dei treni che vi circolano e alla quantità dei passeggeri e delle merci che
su di esse trasportano. Prima di procedere con tale analisi è tuttavia opportuno
escludere dalla valutazione i 10 paesi di più recente adesione all’U.E., sia per
l’incompletezza temporale dei loro dati sia soprattutto in quanto caratterizzati da
una storia del settore ferroviario differente da quella dei paesi dell’Europa
occidentale. E’ inoltre opportuno escludere anche tre paesi caratterizzati da limitate
dimensioni geografiche e reti ferroviaria contenuta quali Lussemburgo, Irlanda e
Grecia.
Per i restanti 12 paesi per quali si desidera proseguire l’analisi occorre inoltre
constatare che nell’anno 2011 la metà di essi non risulta aver presentato notifiche
per aiuti di Stato. In conseguenza, non essendo possibile ricostruire con precisione i
16
valori mancanti, si è dovuto, nell’attesa di ulteriori aggiornamenti da parte della
Commissione U.E., limitare l’analisi all’anno 2010.
Tab. 2 – Aiuti di Stato al settore ferroviario EU-12, 2000-2010, in milioni di €.
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
32.254
40.664
39.421
37.155
38.021
40.228
39.906
42.681
47.340
47.731
40.975
446.377
649
649
664
647
632
533
637
636
1900
1593
1537
10.076
2.164
2.205
2.278
2.412
2.057
3.129
3.226
2.588
2.666
2.462
2.929
28.115
Denmark
672
731
714
813
813
916
891
945
1.125
1.140
1.195
9956
Germany
9.308
9.385
9.515
9.144
8.239
8.114
8.001
8.435
13.234
13.485
9.390
106.250
Spain
1.350
1.349
1.346
1.338
1.370
455
563
1.009
1.019
970
800
11.568
Finland
403
359
412
489
562
516
467
461
521
500
99
4.789
France
6.482
8.770
9.132
7.921
9.120
9.912
10.100
9.695
10.326
10.895
10.769
103.121
Italy
6.246
6.839
7.236
6.006
5.699
6.040
5.126
8.320
7.697
8.104
6.125
73.438
Netherlands
2.051
2.686
2.946
3.322
2.936
2.686
2719
2.210
1.943
1.883
1.794
27.176
16
22
25
58
56
64
74
80
84
91
93
664
EU-12
Austria
Belgium
Portugal
Sweden
UK
TOTALE
851
852
892
1.003
1.167
1.271
1.415
1.653
1.113
1.401
1.604
13.222
2.061
6.817
4.261
4.002
5.371
6.592
6.689
6.650
5.712
5.207
4.640
58.003
Fonte: DG MOVE. I dati su sfondo grigio sono stati stimati in base a dati dei regolatori o delle imprese nazionali beneficiate.
I dati utilizzati sono riportati nella Tab. 2. In essa quattro valori non comunicati
dagli Stati sono stati stimati sulla base delle informazioni disponibili dai regolatori
nazionali o dai bilanci degli enti interessati. Nel caso dell’Italia il dato del 2008
comprende solo le erogazioni alle imprese del gruppo FS di competenza
dell’esercizio, desunte dai bilanci aziendali. Si tratta in conseguenza di un dato
sottostimato in quanto non include gli aiuti di Stato alle imprese ferroviarie minori
ed eventuali trasferimenti al gruppo FS effettuati nel 2008 ma di competenza di
esercizi diversi e in conseguenza non riportati nel bilancio.
Come riportato nella Tab. 2 negli 11 anni considerati i 12 paesi dell’Unione hanno
assorbito complessivamente 446 miliardi di aiuti di Stato, corrispondenti a 40,6
miliardi medi annui. Il paese con le sovvenzioni maggiori risulta la Germania, con
106 miliardi totali nel periodo, seguito dalla Francia con 103 miliardi e dall’Italia
con 73 miliardi. Nel caso dell’Italia non risultano tuttavia notificati nell’anno 2006 i
13,1 miliardi di accollo in capo al Tesoro del debito sino ad allora contratto per la
costruzione delle linee ad alta velocità. Considerando anche questa consistente cifra
il totale dell’Italia sale a quasi 87 miliardi nel periodo. Risultano invece molto
distanziati nella classifica totale degli aiuti di Stato i paesi con reti rilevanti che
hanno realizzato importanti processi di liberalizzazione del mercato: la Gran
Bretagna con 58 miliardi di euro e la Svezia con soli 13 miliardi di euro.
E’ evidente che al fine di valutare la consistenza degli aiuti al settore ferroviario nei
diversi paesi il loro ammontare annuo va rapportato alle dimensioni delle reti
nazionali e del relativo traffico. Italia e Gran Bretagna, ad esempio, hanno reti di
lunghezza molto simile (tra i 16 e i 17 mila km) e sussidi molto diversi; a loro volta
Germania e Francia hanno registrato aiuti molti più consistenti in valore assoluto
17
sia dell’Italia che del Regno Unito ma dispongono di reti all’incirca doppie: 34 mila
km la Germania e 30 mila la Francia. Spagna e Svezia, infine, hanno beneficiato di
aiuti ridotti in valore assoluto pur essendo dotate di reti relativamente estese: 14
mila km la Spagna e 11 mila la Svezia. Questo semplice esercizio non sembra
tuttavia essere stato sinora sistematicamente svolto probabilmente anche per una
certa difficoltà a livello comunitario a disporre di dati completi ed omogenei
sull’estensione e caratteristiche delle reti ferroviarie nazionali e del relativo traffico.
Il Graf. 6 sintetizza il peso dell’Italia all’interno del settore ferroviario complessivo
dei 12 paesi dell’U.E. occidentale, oggetto dello studio, in relazione ad alcuni aspetti
dimensionali del settore e agli aiuti di Stato complessivi erogati. Come si può
osservare, la rete ferroviaria italiana è solo l’11,5% di quella totale dei 12 paesi, la
lunghezza dei binari il 9,7% e le unità di traffico annue trasportate (passeggeri km
più tonnellate km di merci) l’11,3% Invece gli aiuti di Stato sono stati nel 2010
quasi il 17% di quelli totali.
Graf. 6 – Peso del settore ferroviario italiano sul totale EU-12 (2010)
(Valori %)
Lunghezza rete ferr. (km)
11,5
Lunghezza binari (km)
9,7
Unità di traffico trasp. (mld.)
11,3
Aiuti di Stato alle ferrovie (mil.)
16,9
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
18,0
Fonte: elaborazioni su dati DG MOVE, EUROSTAT e UIC.
Gli aiuti di Stato in relazione alle dimensioni del settore ferroviario
Per i diversi paesi oggetto dello studio è necessaria un’analisi che consideri gli aiuti
di Stato al settore in rapporto a diversi aspetti dimensionali del medesimo: (i)
lunghezza totale della rete; (ii) lunghezza totale dei binari, queste due grandezze
giustificate dall’essere i sussidi prevalentemente destinati alle reti; (iii) treni km
circolanti sulle reti (variabile per la quale mancano tuttavia i dati per un numero
elevato di paesi); (iv) traffico complessivo (rappresentato dalle unità di traffico che
sono date convenzionalmente dai passeggeri km più le tonnellate km di merci). Al
fine di effettuare questa analisi si è preventivamente verificata la lunghezza della
rete e dei binari nei 12 paesi incrociando i dati disponibili di fonte Eurostat,
18
Commissione U.E. ed UIC e verificando i dati con quelli dei singoli gestori
nazionali di rete ove presenti discrepanze o incertezze.
I grafici seguenti riportano tali rapporti per ognuno dei 12 paesi considerati e per
l’insieme degli 11 con esclusione dell’Italia. In relazione all’estensione della rete gli
aiuti di Stato medi annui per il quadriennio più recente (2007-10) sono stati pari in
Italia a 457 mila euro per km di linea rispetto a un valore medio per l’insieme degli
altri 11 paesi di 291 mila euro (Graf. 7). Il maggior valore per l’Italia rispetto a tale
dato è del 57%. I tre maggiori paesi diversi dall’Italia (UK, FR, DE) hanno
registrato valori sensibilmente inferiori al nostro in quanto compresi tra 330 e 350
mila euro annui per km di linea; molto ridotti, infine i valori di Svezia, 130 mila
euro, e Spagna, 71 mila.
Graf. 7 – Aiuti di Stato annui per km di rete
(Valore medio per il periodo 2007-2010 in migliaia di euro)
BE
NL
IT
DK
FR
UK
DE
UE-11
AT
SE
ES
FI
PT
748
678
457
416
349
343
330
291
262
130
71
67
31
0
100
200
300
400
500
600
700
800
Fonte: elaborazioni su dati DG MOVE, EUROSTAT e UIC.
Poiché questi dati potrebbero risultare influenzati in maniera anomala per l’Italia
dai costi del completamento delle linee ad alta velocità (pur non avendovi incluso
l’accollo dei 13 miliardi di debito acceso sino al 2006 per l’AV) abbiamo rifatto
l’esercizio per l’intero periodo 2001-2010 da cui emerge che l’aiuto medio annuo
per km di rete negli 11 anni è stato in Italia di 411 mila euro rispetto a un valore
medio per gli altri 11 paesi di 265 mila euro (Tab.3). Il maggior valore per l’Italia è
del 55%, dunque quasi identico a quello riscontrato nel quadriennio più recente.
Tutti gli altri principali paesi registrano valori sensibilmente inferiori al nostro:
Francia e Regno Unito circa 320, Germania 280, Svezia 110, Finlandia e Spagna 7080 mila.
19
Tab. 3 – Aiuti di Stato al settore ferroviario per km di linea, 2000-2010, in €/1000.
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
MEDIA
EU-11
201
262
249
240
253
270
273
268
310
311
273
265
Belgium
624
638
647
685
582
883
906
725
759
688
818
723
Denmark
241
262
256
292
307
346
337
357
425
431
452
337
Germany
254
261
266
254
237
237
234
249
391
400
279
278
Spain
110
110
109
106
107
35
43
75
76
73
58
82
France
221
298
311
271
312
338
343
324
345
364
361
317
Italy
391
426
453
376
358
372
315
509
466
486
367
411
Netherlands
732
956
1.050
1.182
1.045
960
971
765
671
652
622
873
Austria
114
114
115
112
111
94
109
109
335
297
305
165
Portugal
6
8
9
21
20
23
26
28
30
32
33
21
Finland
69
61
70
84
98
90
79
78
88
84
17
74
Sweden
UK
77
77
80
91
106
115
128
151
101
126
144
109
121
400
250
235
325
407
413
410
352
322
287
320
Fonte: nostre elaborazioni su dati DG MOVE (per gli aiuti), EUROSTAT e UIC (per la lunghezza delle linee). I dati EU-11
escludono l’Italia.
Graf. 8 – Aiuti di Stato annui per km di binario
(Valore medio per il periodo 2007-2010 in migliaia di euro)
BE
NL
IT
DK
FR
UK
AT
UE-11
DE
SE
ES
FI
PT
424
383
317
307
206
178
170
167
158
94
50
45
25
0
100
200
300
400
500
Fonte: elaborazioni su dati DG MOVE, EUROSTAT e UIC.
Un affinamento dell’esercizio precedente consiste nel rapportare i sussidi annui al
settore ferroviario non ai km di linea ma ai km di binario, rapporto che può essere
considerato più preciso del precedente (data l’evidente correlazione tra costi di
costruzione e gestione e lunghezza dei binari) e in grado di evitare distorsioni in
favore dei paesi che hanno una quota di linee ad un solo binario inferiore alla media
(es. Svezia e Finlandia) e a danno dei paesi che hanno invece una quota superiore
alla media (es. Belgio e Olanda).
In rapporto ai km di binario il sussidio medio annuo nell’ultimo quadriennio è stato
in Italia di 317 mila euro rispetto a un valore medio per gli altri 11 paesi di 167
20
mila euro (Graf. 8). Il dato italiano risulta in conseguenza più elevato del 90%.
Anche in questo caso tutti gli altri maggiori paesi registrano valori sensibilmente
inferiori a quello italiano: Francia circa 210, Regno Unito 180, Germania 160,
Svezia 90.
Come ultima analisi, non disponendo di un quadro statistico sufficientemente
esteso in relazione ai treni km annui circolanti sulle reti, consideriamo i sussidi in
rapporto al traffico complessivo di passeggeri e merci misurato dalle unità di
traffico (convenzionalmente date dai passeggeri km più le tonnellate di merce km
trasportate). Nel quadriennio considerato il sussidio medio annuo per unità di
traffico è stato in Italia di 10,8 centesimi di euro rispetto a un valore medio per gli
altri 11 paesi di 6,8 centesimi (Graf. 9). Il dato italiano è risultato in questo caso
maggiore del 59% rispetto a quello medio europeo. Gli altri tre principali paesi
(UK, FR, DE) hanno registrato valori compresi tra 5,9 e 8,6 centesimi per km, la
Svezia solo 4,3 centesimi.
Graf. 9 – Aiuti di Stato annui per unità di traffico (passeggeri km + tonnellate km merci)
(Valore medio per il periodo 2007-2010 in centesimi di euro)
BE
15,0
DK
13,5
IT
10,8
NL
9,0
FR
8,6
UK
7,6
UE-11
6,8
DE
5,9
AT
4,6
SE
4,3
ES
2,9
FI
2,9
PT
1,3
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
Fonte: elaborazioni su dati DG MOVE, EUROSTAT e UIC.
Riepilogando i risultati delle analisi precedenti ricordiamo che i sussidi erogati al
settore ferroviario in Italia sono risultati nella media del quadriennio più recente per
il quale si dispone dei dati sugli aiuti di Stato trasmessi dai paesi all’Unione Europea
(2007-2010):
- Più elevati del 55% rispetto alle media di 11 altri paesi dell’U.E. occidentale
in rapporto alla lunghezza delle rete ferroviaria nazionale (km di linea);
- Più elevati del 90% in rapporto alla lunghezza dei binari della rete nazionale;
- Più elevati del 59% in rapporto alle unità di traffico, passeggeri e merci,
trasportate sulla rete.
21
La media dei tre valori, pari al 68%, può essere adottata come misura di sintesi
dell’eccesso di sussidi pubblici erogati al sistema ferroviario italiano rispetto alla
media comunitaria. In sostanza, seguendo i comportamenti medi degli altri Stati
considerati, circa tre quinti dei sussidi che sono stati erogati in Italia sarebbero stati
egualmente erogati mentre i residui due quinti sarebbero rimasti nella casse
pubbliche. Questa proporzione, desunta dall’esperienza del quadriennio più
recente, può essere ragionevolmente estesa all’intero periodo preso in
considerazione.
5. Gli effetti sulla finanza pubblica dell’eccesso di sussidi
Poiché tra il 2001 e il 2010 le finanze pubbliche italiane hanno complessivamente
assegnato al sistema ferroviario, secondo le risultanze della Commissione U.E., 73,4
miliardi che aumentano a 86,5 miliardi di euro includendovi il debito contratto per
la costruzione delle linee ad alta velocità, trasferito dal 2007 al Tesoro, di essi circa
35 miliardi non sarebbero stati attribuiti nell’ipotesi di scelte in linea con quelle
medie europee. Il settore pubblico avrebbe risparmiato non solo questi 35 miliardi
come minori aiuti di Stato ma avrebbe anche sostenuto una minor spesa per
interessi sul debito pubblico derivante dal minor ricorso al debito per finanziare la
spesa ferroviaria.
I costi cumulati per la finanza pubblica italiana derivanti dagli eccessivi aiuti di
Stato, rispetto alla media europea, concessi al settore ferroviario italiano dal 2000 al
2010 sono rappresentati nel Graf. 10.
Graf. 10 – Oneri cumulati di finanza pubblica in Italia per effetto dell’eccesso di aiuti di Stato
(Milioni di euro)
50000
45000
40000
35000
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Aiuti di Stato alle ferrovie eccedenti media europea
Spesa per interessi sul debito
Fonte: elaborazioni su dati DG MOVE (aiuti di Stato) e Banca d’Italia (costo medio del debito pubblico).
Come si può osservare, ai 35 miliardi di trasferimenti in eccesso dal 2000 al 2010,
emergenti dal presente studio, si aggiungono ulteriori 15 miliardi circa di oneri
finanziari cumulati per interessi sul debito pubblico, stimabili ipotizzando che i
22
trasferimenti in eccesso al settore ferroviario siano stati finanziati dal Tesoro anno
dopo anno con ricorso al debito e che su di esso siano stati pagati interessi annui
pari al costo medio del debito pubblico, calcolato come rapporto tra la spesa
annuale per interessi e la media su dodici mesi dello stock del debito.
Si perviene in questo modo a stimare un onere complessivo per la finanza pubblica
italiana di poco inferiore a 50 miliardi. Esso è tuttavia da considerarsi un dato
sottostimato poiché non comprende i trasferimenti al settore ferroviario del
triennio 2011-2013 in quanto non ancora notificati in base alle statistiche
periodiche sugli aiuti di Stato pubblicate dalla Commissione U.E. Considerando
una stima approssimativa di questi ultimi l’ordine di grandezza dell’eccesso di spesa
ferroviaria in Italia aumenta a circa 60 miliardi totali per il periodo 2000-2013.
6. Osservazioni conclusive
Il presente lavoro rappresenta un primo tentativo di analisi degli aiuti di Stato al
settore ferroviario nei paesi occidentali dell’Unione Europea, svolto con l’obiettivo
di valutare le dimensioni degli aiuti in rapporto alle principali variabili dimensionali
del settore, quali lunghezza delle reti e dei binari, traffico complessivo passeggeri e
merci trasportato sulle reti. Pur trattandosi di un esercizio molto semplice e
preliminare rispetto ad analisi più complesse, ad esempio di tipo econometrico,
sembrerebbe che esso non sia mai stato svolto in precedenza, probabilmente per
l’assenza a livello comunitario di dati completi ed affidabili sulla lunghezza e sulle
altre caratteristiche delle reti ferroviarie nazionali (i dati al riguardo sul database
Eurostat risultano incompleti e di qualità non uniforme).
Dall’analisi emerge una realtà europea molto differenziata: (i) un gruppo di paesi
con sussidi stabilmente ridotti (gli iberici, gli scandinavi e l’Austria); (ii) un gruppo
di paesi con livello di sussidi medio (tutti i maggiori: Germania, Francia e UK); (iii)
un gruppo di paesi con sussidi stabilmente elevati (Italia, Danimarca, Belgio e
Olanda). Queste differenze non appaiono inoltre spiegabili attraverso rilevanti
differenze nelle caratteristiche delle reti o nei livelli di trasporto e richiedono
pertanto importanti approfondimenti causali per il futuro.
La Commissione U.E. ha dedicato nell’ultimo ventennio molta attenzione al
monitoraggio e al contrasto degli aiuto di Stato in numerosi settori dell’economia,
tuttavia il trasporto ferroviario sembra rappresentare un’eccezione rilevante
nonostante sia stato negli ultimi anni il beneficiario maggiore degli aiuti, con una
quota superiore al 40% del loro valore totale nell’Unione al netto di quelli correlati
alla crisi economica (e pari a quasi il 60% in Italia). Conseguenza della limitata
attenzione agli aiuti di Stato al settore ferroviario è la loro stazionarietà nel tempo in
rapporto al Pil comunitario che contrasta con la tendenza alla decrescita che è
invece avvenuta nell’insieme dei restanti settori ed ha portato ad un loro
dimezzamento (e alla riduzione ad un quarto in Italia) in rapporto al Pil da quando
la Commissione ne ha iniziato il monitoraggio sistematico all’inizio degli anni ’90.
L’impressione che emerge dalla lettura delle regole specifiche e delle linee guida per
la valutazione degli aiuti di Stato al settore ferroviario, anche in parallelo con la
23
severità dimostrata per altri settori e per differenti tipologie di trasporto, quale
quella aerea, è che il trasporto ferroviario abbia sinora goduto di forme di
applicazione molto attenuate che appaiono motivate: (i) in parte da esigenze di
riequilibro modale riconosciute alle politiche nazionali dei trasporti; (ii) in parte dal
carattere di monopolio naturale delle reti che non rende economicamente fattibile
la duplicazione delle medesime e dunque non lesivo della concorrenza, almeno
inframodale, il sostegno finanziario pubblico alla costruzione, manutenzione ed
esercizio delle medesime; (iii) infine dal tradizionale assetto non concorrenziale, da
un punto di vista legale, anche dei servizi di trasporto.
Questo quadro è tuttavia destinato a mutare radicalmente con l’apertura alla
concorrenza dei servizi, già completata nell’Unione per il segmento merci ma
avanzata in diversi paesi, pur solo su basi volontarie, anche nel segmento
passeggeri. Oggi gli aiuti rischiano in conseguenza di essere distorsivi proprio negli
Stati che hanno scelto spontaneamente di anticipare la liberalizzazione anche nel
trasporto nazionale dei passeggeri ma che, come l’Italia, non hanno provveduto a
rimuovere gli elevati livelli dei sussidi o almeno a rendere non distorsive le modalità
della loro assegnazione.
Si ha l’impressione che l’orientamento della Commissione non sia stato ancora in
grado di tener conto di queste novità e che si stia correndo il rischio, non
contrastando l’aiuto poiché in assenza di concorrenza esso non è distorsivo, che la
concorrenza potenziale non sia posta in grado di manifestarsi proprio a causa degli
aiuti di Stato non contrastati. Questa è, in sostanza, la domanda che dovrebbe
essere posta alla Commissione: “In passato la concorrenza nei trasporti ferroviari non c’era
perché non poteva legalmente esserci e l’aiuto degli Stati al trasporto ferroviario non poteva in
conseguenza risultare lesivo. Ora che almeno in alcuni Stati la possibilità della concorrenza è stata
legalmente introdotta, gli aiuti continuano a non essere lesivi perché la concorrenza di fatto non c’è
oppure la concorrenza di fatto non c’è perché gli aiuti esistenti sono di totale impedimento al suo
manifestarsi e dunque totalmente lesivi?”.
Questo può essere ad esempio il caso dell’Italia, paese in cui in secondo il presente
studio gli aiuti al settore ferroviario sono risultati nella media del quadriennio più
recente per il quale si dispone dei dati (2007-2010) più elevati del 55% rispetto alle
media di 11 altri paesi dell’U.E. occidentale in rapporto alla lunghezza delle rete, del
90% in rapporto alla lunghezza dei binari e del 59% in rapporto alle unità di
traffico, passeggeri e merci, trasportate. La media dei tre valori, pari al 68%, può
essere utilizzata come misura di sintesi dell’eccesso di aiuti al trasporto ferroviario
rispetto alla media europea. In termini monetari essa identifica un eccesso di
trasferimenti pubblici al settore pari a 35 miliardi di euro nel periodo 2000-2010 i
quali evidenziano un costo complessivo per le casse pubbliche di circa 50 miliardi
se si includono anche gli oneri in termini di interessi generati attraverso il loro
finanziamento con debito pubblico.
Gli elevati aiuti di Stato al settore ferroviario rappresentano in conseguenza sia un
rilevante problema di finanza pubblica che un potenziale fattore di distorsione della
concorrenza nei mercati come quello italiano che sono già stati legalmente aperti.
24
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26
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27
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ottobre 2007 relativo ai servizi pubblici di trasporto di passeggeri su strada e per
ferrovia e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 1191/69 e (CEE) n.
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Regolamento (CE) n. 1371/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23
ottobre 2007, relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto
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Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (versione consolidata 2012).
28