ISSN 2532-8190
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9 772532
819009
Editore: Associazione Culturale ANTROS - registrazione al tribunale di Matera n. 02 del 05-05-2017 - 21 mar/20 giu 2018 - Anno II - n. 3 - € 7,50
Foto e documenti
inediti di Pascoli
a Matera
Trasgressioni
di ogni tempo
1
Poster in omaggio:
Atlante urbano di
Matera 1875-2013
MATHERA
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Foschino, 8 aprile 1888: la strage di Bernalda,
in "MATHERA", anno II n. 3,
del 21 marzo 2018, pp. 114-116,
Antros, Matera
MATHERA
Rivista trimestrale di storia e cultura del territorio
Anno II n.3 Periodo 21 marzo - 20 giugno 2018
In distribuzione dal 21 marzo 2018
Il prossimo numero uscirà il 21 giugno 2018
Registrazione Tribunale di Matera
N. 02 DEL 05-05-2017
Il Centro Nazionale ISSN, con sede presso il CNR,
ha attribuito alla rivista il codice ISSN 2532-8190
Editore
Associazione Culturale ANTROS
Via IV novembre, 20 - 75100 Matera
Fondatori
Raffaele Paolicelli e Francesco Foschino
Direttore responsabile
Pasquale Doria
Redazione
Sabrina Centonze, Francesco Foschino, Isabella Marchetta,
Raffaele Paolicelli, Valentina Zattoni.
Gruppo di studio
Domenico Bennardi, Olimpia Campitelli, Domenico Caragnano, Sabrina Centonze, Gea De Leonardis, Franco
Dell’Aquila, Mariagrazia Di Pede, Pasquale Doria, Angelo
Fontana, Francesco Foschino, Giuseppe Gambetta, Emanuele Giordano, Rocco Giove, Isabella Marchetta, Angelo
Lospinuso, Mario Montemurro, Nunzia Nicoletti, Raffaele
Paolicelli, Giulia Perrino, Giuseppe Pupillo, Caterina Raimondi, Giovanni Ricciardi, Rosalinda Romanelli, Angelo
Sarra, Giusy Schiuma, Nicola Taddonio.
Progetto grafico e impaginazione
Giuseppe Colucci
Consulenza amministrativa
Studio Associato Commercialisti Braico – Nicoletti
Tutela legale e diritto d’autore
Studio legale Vincenzo Vinciguerra
Stampa
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MATHERA
3
SOMMARIO
articoli
- Mathera cerca casa
7 Editoriale
di Pasquale Doria
di ogni tempo:
8 Trasgressioni
costumi sessuali e costumi sociali
rubriche
82
Grafi e Graffi
Il cristogramma e l’àncora, gli emblemi di Cristo
84
HistoryTelling
Narrazioni-narrate, storie-istoriate, racconti-raccontati
86
Voce di Popolo
La leggenda del Monacello
di Sabrina Centonze
di Isabella Marchetta e Salvatore Longo
14 di Raffaele Natale
Amoroso:
18 Michele
oscuro e mirabolante artista materano
I francobolli raccontano la Basilicata
di Raffaele Paolicelli
di Giovanni Pascoli,
22 Ritratto
giovane insegnante di greco e latino a Matera
e altri documenti inediti
di Pasquale Doria
demarcazione dello spazio Divino
26 La
nelle teorie di santi
di Domenico Caragnano e Sabrina Centonze
33
Le iscrizioni pseudo-cufiche
nelle chiese lucano-pugliesi
di Sabrina Centonze
moneta inedita
40 Una
per la zecca di Melfi
di Luigi Lamorte e Isidoro Minniti
monumento megalitico
44 Un
della murgia materana
di Gianfranco Lionetti e Marco Pelosi
52 di Ettore Camarda
famiglia Nugent ad Irsina
58 La
(1816-1954)
Interfectus Comes...
di Isabella Marchetta
di Domenico Bennardi
89
La penna nella roccia
Origine ed evoluzione delle gravine
La gravina di Matera
94
Verba Volant
Parole sante. La liturgia, la devozione e il dialetto
97
Radici
Antica liana rinvenuta nella Gravina di Picciano
di Mario Montemurro
di Emanuele Giordano
di Giuseppe Gambetta
100
C’era una volta
La cappella dei Sette Dolori e il culto dell’Addolorata
a Matera
106
Scripta Manent
Roberto Caprara: “perchè non esiste una
civiltà rupestre”
di Raffaele Paolicelli
112
114
117
di Gaetano Morese
62 Matera.
Un nuovo laboratorio urbano?
di Mariavaleria Mininni
64
Un viaggio nel tempo profondo:
ciò che resta del mare
120
di Franco dell’Aquila
Echi Contadini
Lavoro dei campi e vita domestica: nomi di attrezzi
e oggetti
di Angelo Sarra
Piccole tracce, grandi storie
8 aprile 1888: la strage di Bernalda
di Francesco Foschino
Ars nova
Il riconoscimento di un’arte “illegale”
e il suo sviluppo nel tempo
di Nunzia Nicoletti
Il Racconto
Tu sei bellezza
di Beatrice Cristalli
di Giuseppe Gambetta
dei fossili più comuni nelle calcareniti
68 Alcuni
e nelle argille del territorio materano
di Giuseppe Gambetta
- Descrizione stratigrafico-pa72 Approfondimento
leontologica ottocentesca dei dintorni di Matera
di Giuseppe Gambetta
di una brocchetta esposta nel
77 Storia
Museo Ridola di Matera
di Isabella Marchetta
80
Approfondimento - La sigillata,
una pregiata ceramica “metallica”
di Isabella Marchetta
4
MATHERA
In copertina:
Particolare del ventaglio liturgico con decorazione pseudo-cufica a palindromo. Flabello di San Sabino, Museo dei Vescovi, Canosa di Puglia (foto
da G. Bertelli, M. Falla Castelfranchi, Canosa di Puglia fra Tardoantico e
Medioevo, Autostrade Spa, Roma,1981, Tavola LXIII).
Alla pagina precedente:
Il Giudizio Universale, affresco, dettaglio, Cattedrale di Matera (foto di
Rocco Giove).
Piccole tracce, grandi storie
8 aprile 1888: la strage di Bernalda
di Francesco Foschino
Antefatto: l’acquedotto e la tassa sul focatico
Nel 1888 l’approvvigionamento idrico della popolazione bernaldese dipendeva per gli usi non potabili da
cisterne di raccolta dell’acqua piovana molto frequenti in
paese. L’acqua potabile veniva invece trasportata a dorso
di mulo da pozzi sorgivi lontani dal paese, un’operazione
che ciascuno compiva individualmente o tramite l’ausilio degli acquaioli (a volte spregiativamente chiamati
ciucciari), addetti specificatamente a tale operazione. In
assenza di un grande progetto statale di costruzione di un
acquedotto (solo nel 1906 si avviò l’Acquedotto pugliese), ciascun paese vi provvedeva autonomamente. Così il
Consiglio Comunale di Bernalda, guidato dal Sindaco
Gaetano Guida (fig.1) chiese all’ingegner Alessandro
Rosi un preventivo per la costruzione di una condotta
che prelevasse l’acqua dai pozzi sorgivi e la conducesse
sino in paese (lo stesso ingegnere pochi anni prima aveva
approntato a Matera il progetto idrico che includeva anche il Palombaro Lungo, operazione complessa realizzata
poi solo parzialmente). Il preventivo di spesa superava
le 75.000 lire, a fronte di un bilancio comunale annuale
di sole 45.000 lire. Il Comune di Bernalda decise per un
prestito, da restituire in più annualità, grazie ad entrate
aggiuntive derivanti dall’introduzione della tassa sul focatico. Tale balzello gravava su tutte le famiglie, in proporzione al reddito familiare, con sessanta scaglioni (con
un limite massimo fissato a 100 lire, che riguardava solo
9 famiglie bernaldesi su oltre 1.500). Il focatico andava a
valere cioè su quello che anticamente si chiamava “fuoco”,
il nucleo familiare. Una tassa sempre avversata dalla popolazione, anche quando cambierà nome e meccanismo,
divenendo prima ICI e poi IMU. Il giorno domenica 8
aprile 1888 vennero affissi presso il Municipio gli elenchi
di tutte le famiglie bernaldesi con il relativo scaglione di
appartenenza e dunque l’importo da versare (la maggioranza era tenuta ad un versamento compreso fra le due e
le dieci lire).
La rivolta e la strage
L’annata agricola si prospettava magra, e la nuova tassa creò subito un acceso malcontento. Cominciarono a
formarsi capannelli in piazza, e la tensione e le urla crescevano di ora in ora. Il Sindaco Guida affrontò a muso
duro alcuni rappresentanti dei rivoltosi, che gli rimproveravano di aver appena condonato al vecchio tesoriere comunale Ferri, della sua stessa parte politica, oltre 11.000
lire di debito che questi aveva con l’amministrazione. La
folla in tumulto assediò la casa del Sindaco, che telegrafò
subito al prefetto di Potenza per chiedere rinforzi, ritenendo la propria vita in pericolo. La rivolta aveva ormai
assunto proporzioni ragguardevoli: si stimarono non
meno di seicento partecipanti, che si univano in un solo
coro: «Viv u rre, viv a reggìn, funtanin nan n vulìm!»
A distanza di oltre un secolo è ancora possibile rivivere
quei momenti e ricostruire le concitate frasi della rivolta
grazie agli atti processuali, alle testimonianze delle parti
e agli articoli dei giornali, che richiamiamo nella bibiliografia in calce. Uno degli assistenti del Sindaco, il Canto-
Fig. 1 - Sindaco Gaetano Guida
114
MATHERA
Fig. 2 - Targa commemorativa in Piazza Plebiscito a Bernalda; Fig. 3 - Luigi Dell’Osso; Fig. 4 - Nicola De Ruggieri
re Appio, sparò un colpo in aria nel tentativo di diradare
la folla e di allentare l’assedio. Il Sindaco, che dal suo balcone cercava invano di calmare la rivolta promettendo la
cancellazione della tassa, sentendo lo sparo e ignorando
che si trattasse di fuoco amico di avvertimento, ordinò ai
regi Carabinieri presenti di aprire il fuoco sulla folla. Sei
uomini, fra i quali un ragazzo di tredici anni, rimasero uccisi (fig.2), quasi tutti colpiti alle spalle e con colpi provenienti dall’alto, e dunque dai balconi del palazzo, mentre
erano in fuga con la massa in preda al panico. Erano le ore
16:00. Poco dopo arrivarono a Bernalda forze dell’ordine
provenienti dai paesi vicini. In serata la rivolta era ormai
sedata, con sei vittime e decine di feriti.
Risvolti politici
Notevole fu l’eco della vicenda in tutta Italia. Se ne occuparono giornali nazionali e diverse interrogazioni parlamentari. Si procedette con un’inchiesta e il 29 settembre
dello stesso anno si dette avvio al processo. Le due principali fazioni politiche dell’epoca strumentalizzarono entrambe il cruento episodio: l’amministrazione Guida la
bollò come “la rivolta dei ciucciari”, facendo intendere che
a protestare non era stata la popolazione chè anzi avrebbe
tratto giovamento dall’opera, ma la classe degli acquaioli,
che con l’acquedotto avrebbe perso il lavoro. Difatti, fra
gli uccisi e gli arrestati, solo una persona svolgeva tale professione, gli altri erano quasi tutti contadini. La parte avversa, rappresentata dal consigliere Luigi Dell’Osso (fig.
3; succederà a Guida nella carica di Sindaco) incriminava
invece il Sindaco di aver comandato l’uccisione di cittadini inermi che protestavano pacificamente. In diverse città
lucane vi furono manifestazioni di appoggio alla protesta
bernaldese, e a Matera comparve una scritta, ancora esistente pur se sbiadita: «Viva Bernalda» (fig. 5). Non è
un caso se al processo i 14 cittadini imputati di “ribellione
con armi” furono difesi gratuitamente da cinque avvocati tutti impegnati politicamente nell’area radicale, e fra
questi un giovanissimo Nicola De Ruggieri, promettente
avvocato di Miglionico (fig. 4). La sentenza del processo
fu sfavorevole agli imputati, ma pare chiaro dalla lettura dei documenti d’epoca come l’intera impostazione
processuale e le stesse precedenti indagini tendessero a
salvaguardare l’ordine costituito. Le forti tensioni sociali
accumulatesi consigliarono al Sindaco Gaetano Guida di
desistere dal presentarsi alle nuove elezioni, un’assenza
dalla politica che durò ben 25 anni.
Lo scontro politico De Ruggieri - Guida
Nel 1913 si sarebbero svolte le prime elezioni a suffragio universale maschile. Il vecchio senatore del collegio
materano, Domenico Ridola, preferì non concorrere. Per
uno strano gioco del destino, l’avvocato Nicola De Ruggieri e il vecchio Sindaco di Bernalda Gaetano Guida,
che si erano affrontati nel processo del 1888 si trovarono
come avversari politici nel 1913 a contendersi il seggio da
senatore. L’occasione era troppo ghiotta per l’avvocato
miglionichese, che a sue spese tinteggiò i palazzi di Piazza
Vittorio Veneto e dintorni (all’epoca Largo Plebiscito) di
gigantesche scritte. Fra queste, una perentoria: «ELETTORI! RICORDATEVI L’8 APRILE 1888», chiaramente indirizzata a screditare il suo avversario come il
responsabile della strage dei contadini, e il suo ruolo di
difensore nel successivo processo. In tempi di suffragio
universale, non era un argomento di poco conto (fig. 6).
Fig. 5 - La scritta Viva Bernalda nell’attuale Via Ridola, 57 a Matera
MATHERA
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Fig. 6 - 30 marzo 1913, celebrazioni per l’elezione di Nicola De Ruggieri. Archivio MUV Matera
Per qualche giorno sembrarono tornare i tesi momenti di
25 anni prima: i sostenitori di Guida circondarono la sede
bernaldese dei radicali nel giorno delle elezioni per impedirne l’esercizio del voto e nei seguenti moti perse la vita
Bernardino Vena. L’avvocato De Ruggieri vinse le elezioni,
e sui giornali dell’epoca si legge delle grandi celebrazioni
che ne seguirono. Le vie di Matera si riempirono di scritte
inneggianti all’elezioni di De Ruggieri, di cui rimane una
labile traccia all’imbocco di via San Biagio (fig. 7). Gaetano Guida morirà nel 1918, mentre Nicola De Ruggieri
concluse la sua carriera politica con l’avvento del fascismo.
La sua famiglia continuò a esser protagonista della vita cittadina: Nicola era lo zio dell’Avvocato Niccolò, autore fra
gli altri di due testi molto importanti di storia locale, uno
su Chitarrid il brigante di Matera e l’altro sull’eccidio del
Conte Gattini. I figli di quest’ultimo, Michele e Raffaello,
sono stati entrambi sindaci di Matera (il primo nel 196768 e il secondo dal 2015 e tuttora in carica).
Bibliografia di consultazione
L’articolo riprende e interpreta diverse fonti. Fra queste, imprescindibile il testo:
[Tataranno 1992] Angelo Tataranno, Vivurrè, Edizione Pitagora Scolastica,
Matera 1992.
Inoltre, numerosa documentazione è disponibile nei seguenti fascicoli archivistici: Archivio di Stato di Potenza: Atti Prefettura, Ufficio Gabinetto, Serie
29, Cat.20 Vol 505; Atti di Gabinetto 162/1/5 anni 1886-1888; Atti di Gabinetto: 248/1/56 anni 1879-88; Pubblica Sicurezza: 15 - Ordine Pubblico
1888/98 Fondo 356-357 Amministrazione; Archivio Comunale di Bernalda: Registro delle assemblee 1879-1900; Archivio di Stato di Matera,
Fondo Tribunale di Matera - 1888 Sentenze Penali II semestre- Sentenza n
164 del 13/10/1888.
Molti articoli di giornale si interressarono della vicenda. Fra questi: Giornale
La Tribuna, aprile-ottobre 1888; Giornale Il Corriere di Napoli, aprile-ottobre 1888.
Fig. 7 - Tracce superstiti della scritta VIVA DE RUGGIERI all’imbocco di Via San Biagio a Matera
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