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Piccole tracce del 21 settembre 1943

2017, Mathera Anno 1 n1

On September 21st 1943 german army left Matera. A few bombs exploded. This paper looks for the existing signs of the explosions in Matera, Italy.

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Indicazioni per le citazioni bibliografiche: Foschino, 21 settembre 1943, in "MAT HERA", anno I n. 1, del 21 settembre 2017, pp. 69-71 , Antros, Matera Editore: Associazione Culturale ANTROS - registrazione al tribunale di Matera n. 02 del 05-05-2017 - 21 set/20dic 2017 - Anno I n. 1 - € 7,50 Murgia Timone nuove interpretazioni per le tombe a camera 1291 Un materano inviava il pane ai Crociati San Giuliano al Bradano decifrata l’iscrizione MATHERA 1 MATHERA Rivista trimestrale di storia e cultura del territorio Anno I n.1 Periodo 21 settembre - 20 dicembre 2017 In distribuzione dal 21 settembre 2017 Il prossimo numero uscirà il 21 dicembre 2017 Registrazione Tribunale di Matera N. 02 DEL 05-05-2017 Il Centro Nazionale ISSN, con sede presso il CNR, ha attribuito alla rivista il codice ISSN 2532-8190 Editore Associazione Culturale ANTROS Via IV novembre, 20 75100 Matera Fondatori e Redattori Raffaele Paolicelli e Francesco Foschino Direttore responsabile Pasquale Doria Gruppo di studio Pasquale Doria, Francesco Foschino, Raffaele Paolicelli, Isabella Marchetta, Sabrina Centonze, Roberto Caprara, Franco Dell’Aquila, Domenico Caragnano, Giuseppe Gambetta, Nunzia Nicoletti, Giulia Perrino, Rosalinda Romanelli, Giuseppe Pupillo, Nicola Taddonio, Angelo Fontana, Giovanni Ricciardi, Gea De Leonardis, Mario Montemurro, Olimpia Campitelli, Caterina Raimondi, Rocco Giove, Giusy Schiuma, Angelo Lospinuso, Angelo Sarra, Emanuele Giordano. Progetto grafico e impaginazione Giuseppe Colucci Consulenza amministrativa Studio Associato Commercialisti Braico – Nicoletti Tutela legale e diritto d’autore Studio legale Vincenzo Vinciguerra Stampa Antezza Tipografi - via V. Alvino, Matera Per contributi, quesiti, diventare sponsor, abbonarsi: Contatti [email protected] tel. 0835/1975311 www.rivistamathera.it Rivista Mathera Titolare del trattamento dei dati personali Associazione Culturale ANTROS Disclaimer I contenuti testuali, grafici e fotografici pubblicati sono di esclusiva proprietà dell’Editore e dei rispettivi Autori e sono tutelati a norma del diritto italiano. Ne è vietata la riproduzione non autorizzata, sotto qualsiasi forma e con qualunque mezzo. 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Maria di Picciano di Sabrina Centonze L’inedita iscrizione di San Giuliano al Bradano di Roberto Caprara La chiesa rupestre del Crocefisso a Chiancalata Matera di Franco Dell’Aquila e Raffaele Paolicelli Le tombe a camera di Murgia Timone di Ilaria Matarese Il Castello di Monteserico a Genzano di Lucania di Isabella Marchetta e Rosanna Ciriello Pittura medievale in Puglia e Basilicata di Rosalinda Romanelli Nei paesaggi della Lucania di Rocco Giove RUBRICHE Grafi e Graffi Il Sandalo del Pellegrino graffito a Matera di Sabrina Centonze HistoryTelling Il Potere del patrimonio: storie di ordinaria archeologia (e di vita) di Isabella Marchetta Voce di Popolo Le formule magiche contro la paura e i vermi di Domenico Bennardi La penna nella roccia C’è tufo e “tufo” di Mario Montemurro Radici Iberis di Giuseppe Gambetta Verba Volant Il Basilico di Emanuele Giordano Echi Contadini La màst d la chèp di Angelo Sarra Piccole tracce, grandi storie 21 settembre 1943 di Francesco Foschino Scripta Manent Emanuele Masciandaro: Pro memoria, gli anni della guerra di Nunzia Nicoletti C’era una volta Una bomba nel Paradiso di Raffaele Paolicelli Ars nova Ilaria del Monte: artista contemporanea di Nunzia Nicoletti Il Racconto Tra adesso e forse di Paolo di Paolo In copertina, foto di Rocco Giove: Cappella del SS. Rosario, chiesa di S. Domenico, Matera. MATHERA 3 Piccole tracce, grandi storie 21 settembre 1943 di Francesco Foschino Q uando un popolo ricostruisce la propria storia e determina la propria identità, decide selettivamente cosa conservare del passato e come ricordarlo. Ancora di più quando questa operazione è svolta dalle classi dirigenti. Un bene viene monumentalizzato, si appone una targa in un luogo simbolico, si ricostruisce qualcosa che è scomparso, si vincola un bene per non modificarlo. Spesso però, senza alcuna volontà predeterminata, grandi e piccoli eventi lasciano delle tracce che sfidano i decenni e i secoli, casualmente, e inosservate giungono sino a noi. In questa rubrica ci occuperemo di loro, le piccole tracce lasciate da grandi storie. Il primo numero della nostra rivista è in edicola dal 21 Fig. 1 a - 2009 settembre 2017, e dunque è parso doveroso occuparci dei segni lasciati a Matera dagli scontri che contrapposero l’esercito nazista da un lato e civili e militari italiani dall’altro, il 21 settembre 1943. La storia è nota, ed è possibile approfondirla sia su libri facilmente reperibili in biblioteca che su internet con due documentari, per cui rimandiamo alla nota in calce a questo articolo. La città ha ricordato questa giornata - per la quale è stata insignita proprio quest’anno della medaglia d’oro al valor civile come prima città del meridione a ribellarsi all’occupazione nazista - con un monumento commemorativo nel luogo dell’abbattimento del palazzo della milizia, una strada nel rione Serra Venerdì, l’intitolazione dello stadio cittadino, una scultura sulla murgia nei pressi delle Piane, ed alcune targhe nei luoghi degli scontri. Qui però tratteremo delle tracce sopravvissute fortuitamente, e spesso di recente inconsapevolmente cancellate. Durante la guerra la facciata della Cattedrale di Matera fu protetta da uno spesso muro di tufi, che ne copriva la parte centrale, lasciando scoperte solo le parti laterali. Proprio qui, a sinistra, vi è un altorilievo del XVI secolo, Fig. 1 b - 2017 raffigurante Santa Teopista e attribuito ad Aurelio Persio. Oggi il cornicione della scultura è visibilmente scheggiato (fig. 2), e tutt’intorno sul muro ci sono grandi chiazze di colore più scuro rispetto ai tufi duecenteschi. Si tratta dei segni superstiti di una granata che nel pomeriggio del 21 settembre 1943 esplose proprio sul sagrato del Duomo provocando una pioggia di schegge sulla facciata che sbriciolarono ampie porzioni di tufo. Fino a poco tempo fa i buchi erano chiaramente visibili ed ancora integri, ma con i lavori di restauro della Cattedrale del 2016 MATHERA 69 Fig. 2 furono riempiti di un composto di tufina, rendendoli riconoscibili solo per la sfumatura diversa del colore. Mettiamo qui un confronto di foto prima e dopo il restauro (figg. 1 a-b). Segni simili provocò la granata che esplose in via San Pietro Barisano, proprio dove la piccola via diventa lo slargo su cui si apre la chiesa di San Pietro. Qui le cicatrici sul muro sono ancora ben visibili, sul fianco di Fig. 3 70 MATHERA un palazzo che attualmente ospita una struttura ricettiva (fig. 3). Entrambi i casi si possono configurare come atti di ripicca e rivalsa di un esercito ormai in fuga, la cui attenzione si concentrò maggiormente contro obiettivi sensibili e alla portata quali Cattedrale, Chiesa di San Pietro Barisano, Ospedale Civile, verso cui furono esplose raffiche di spari e lanciate granate. Ancora diciassette anni dopo ne fu recuperata una inesplosa nella zona del Paradiso (cfr. pagina 74 di questa rivista). Ben tre granate furono dirette contro il Duomo. Una, di cui abbiamo già parlato, esplose sul sagrato e ne scheggiò la facciata, una seconda esplose in prossimità della “porta di suso” ed una terza fu lanciata contro Palazzo Malvinni Malvezzi, fortunatamente senza esplodere. Durante la pesante ricaduta però, urtò la ringhiera, distorcendola. L’elegante disegno neoclassico in ferro battuto si mostrava ancora contorto fino al giugno del 2017, quando i lavori di restauro in corso hanno pensato di restaurarla e raddrizzarla ed oggi ormai solo un occhio particolarmente attento potrà scorgerne un’impercettibile irregolarità (figg. 4 a-b-c). Fig. 4 - a Prima di questi gesti di rivalsa, nel corso della giornata più scontri a fuoco imperversarono in città. Uno dei più cruenti avvenne in via Cappelluti, nella parte iniziale, nei pressi dell’attuale edificio della Camera di Commercio. I fori dei protettili crivellarono il muro laterale, dove oggi nelle giornate umide, si potranno notare piccole chiazze più scure, dove il nuovo intonaco ha cercato di coprire i tanti fori delle pallottole. Settantaquattro anni dopo la città porta ancora i segni di quelle ore convulse. La beffa del tempo vuole che delle grandi cose non resti traccia visibile oggi: sono scomparse le macerie della milizia, le folle oceaniche nei comizi, il passo cadenzato delle truppe, gli alberi divelti dai carri armati, il pianto delle madri. Sono rimaste le piccole cose, difficili da notare: alcune macchie più scure su un muro, un cornicione scheggiato, una ringhiera un poco storta. Per approfondire la storia del 21 settembre a Matera Vito Sebastiani, Voglia di riscatto. Quel 21 settembre 1943 a Matera, Matera, Altrimedia, 2003. Francesco Ambrico, War crimes at Matera. Le stragi tedesche del 21 settembre 1943 a Matera, Matera, 2003. Giovanni Caserta, Dalla cronaca alla storia – il 21 settembre 1943 a Matera, Matera, BMG, 2008. Vittorio Sebastiani, Matera atrocities are murders - 21 settembre 1943, ultimo atto 70 anni dopo, Matera, Edizioni Giannatelli, 2014. Pino Oliva - Francesco Ambrico, Matera 21 settembre 1943, Villa d’Agri, Lavieri Edizioni, 2014. Documentari su YouTube: Matera, 21 settembre 1943. Hyperbros. https://youtu.be/Z0D_iAJvUBA #matera, 21 settembre 1943. Videouno https://youtu.be/lD-uv2Wg9iQ Fig. 4 - b Fig. 4 - c MATHERA 71