Books by Filippo Masina
La guerra non sempre finisce con la fine dei combattimenti. Lo sanno bene le vittime, fra cui le ... more La guerra non sempre finisce con la fine dei combattimenti. Lo sanno bene le vittime, fra cui le vittime civili. Ogni conflitto lascia infatti – oltre a morti e distruzioni – un’ampia serie di dolorose eredità, con cui le vittime sopravvissute devono convivere, anche con l’aiuto dell’assistenza dello Stato sociale.
Per la prima volta in questo volume si studiano le norme, le esperienze e le memorie delle vittime civili di guerra italiane del secondo conflitto mondiale – spesso dimenticate rispetto alle vittime militari e in uniforme – dopo che i combattimenti erano cessati. È quindi una storia di norme, che indaga come lo Stato sociale italiano abbia risposto alle esigenze e ai problemi delle vittime. È anche una storia di esperienze e di soggettività e per questo il volume restituisce la voce alle vittime civili di guerra e alle loro esigenze, ai loro problemi economici, materiali, assistenziali.
Persino come le vittime abbiano scelto di ricordare e raccontare la guerra, e quindi di raccontarsi, è in relazione con come le loro esigenze sono (o non sono) state prese in considerazione dallo Stato nei lunghi decenni postbellici e sino ad oggi.
Vista così, la storia delle vittime civili di guerra è insomma una storia non solo del tempo di guerra ma quasi soprattutto del tempo di pace: una storia repubblicana.
L’opera – basata sull’archivio ancora largamente insondato dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra – è completata da un’ampia selezione di documenti, che illustra la ricchezza e la varietà della ricerca.
L’assistenza alle vittime civili di guerra (1945-1971) è il quinto volume della serie Per una sto... more L’assistenza alle vittime civili di guerra (1945-1971) è il quinto volume della serie Per una storia delle vittime civili di guerra, il primo ad opera di Filippo Masina. Dopo che le precedenti opere della serie, realizzate da Fabio De Ninno, avevano scandagliato a fondo le tipologie della vittimizzazione dei civili, indicandone le principali categorie per descriverne somiglianze e specificità, Masina fornisce, per la prima volta, un quadro per quanto possibile completo delle norme, delle pratiche e dei numeri (quanti assistiti? quante pensioni di guerra? con quali costi?) dell’assistenza post-bellica nell’Italia del dopoguerra, dalla ricostruzione al «miracolo economico» fino alla svolta degli anni Settanta.
Il volume ricostruisce vividamente le condizioni materiali e i bisogni primari delle vittime civili, e ricostruisce la logica delle leggi assistenziali e pensionistiche, a lungo ancorate a concetti e prassi dell’Italia fascista e che solo col tempo sono state riformate. Norme interpretate ed applicate da un apparato burocratico insufficiente e troppo spesso inefficiente, per cause che l’autore porta alla luce inserendole nel più ampio contesto del funzionamento della pubblica amministrazione italiana.
Completa il volume un ricco apparato documentario.
L’oblio e il silenzio sembrano essere caduti, nei decenni della Repubblica, sulla vicenda delle c... more L’oblio e il silenzio sembrano essere caduti, nei decenni della Repubblica, sulla vicenda delle centinaia di migliaia di Internati militari italiani, cioè i soldati prigionieri dei tedeschi chiusi nei lager di prigionia o costretti al lavoro coatto fra il settembre del 1943 e la primavera del 1945: decine di migliaia vi persero la vita e i loro parenti incontrarono grosse difficoltà, dopo la guerra, per cercare di ottenere i giusti risarcimenti.
In questo volume gli autori, sulla base della consultazione di fonti inedite e di un uso innovativo di quelle già note, portano alla luce decine e decine di storie degli Imi morti e dei loro parenti, mostrando diverse modulazioni di «strazianti incertezze» che vissero sia i soldati nei luoghi di prigionia sia i loro cari in patria nell’attesa del loro ritorno, e persino i loro familiari affannatisi nel tentare di ottenere – a volta per decenni – un riconoscimento da parte dello Stato democratico.
Vol. III di Nicola Labanca (a cura di), Studi storici per il centenario dell'Associazione Nazionale Alpini, 2019
Volumi pubblicati: G.L. Balestra, N. Labanca (a cura di) Repertorio degli studiosi italiani di st... more Volumi pubblicati: G.L. Balestra, N. Labanca (a cura di) Repertorio degli studiosi italiani di storia militare 2005 P. Del Negro, N. Labanca, A. Staderini (a cura di) Militarizzazione e nazionalizzazione nella storia d'Italia N. Labanca, G. Rochat (a cura di) Il soldato, la guerra e il rischio di morire N. Labanca (a cura di) Fare il soldato. Storie del reclutamento militare in Italia N. Labanca, L. Tomassini (a cura di) Forze armate e beni culturali. Distruggere, costruire, valorizzare P. Del Negro (a cura di) Giuseppe Garibaldi tra guerra e pace N. Labanca, P.P. Poggio (a cura di) Storie di armi N. Labanca (a cura di) Pietre di guerra. Ricerche su monumenti e lapidi in memoria del primo conflitto mondiale P. Del Negro, E. Francia (a cura di) Guerre e culture di guerra nella storia d'Italia N. Labanca (a cura di) Storie di guerre ed eserciti. Gli studi italiani di storia militare negli ultimi venticinque anni N. Labanca, C. Zadra (a cura di) Costruire un nemico. Studi di storia della propaganda di guerra N. Labanca (a cura di) Forze armate. Cultura, società, politica N. Labanca (a cura di) Fogli in uniforme. La stampa per i militari nell'Italia liberale N. Labanca (a cura di) Guerra e disabilità. Mutilati e invalidi italiani e primo conflitto mondiale N. Labanca (a cura di) Città sotto le bombe. Per una storia delle vittime civili di guerra (1940-1945) N. Labanca (a cura di) Studi storici per il centenario dell'Associazione nazionale alpini. Volumi I e II STUDI STORICI PER IL CENTENARIO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI "Alpini sempre!" Volume III A cura di Nicola Labanca EDIZIONI UNICOPLI Il volume è stato reso possibile dal fondamentale sostegno dell'Associazione nazionale alpini.
Nella fase di transizione tra la guerra e la pace, e negli anni della costituzione e del consolid... more Nella fase di transizione tra la guerra e la pace, e negli anni della costituzione e del consolidamento delle istituzioni repubblicano-democratiche, la questione dei reduci rivestì un peso niente affatto trascurabile. Oltre 4,5 milioni di mobilitati, con circa 1,2 milioni di prigionieri: queste le cifre con le quali si dovettero confrontare le istituzioni. Come fu dunque affrontata questa sfida? Come lo Stato perseguì l'inderogabile obiettivo di reinserire nel tessuto economico, lavorativo e sociale, in un rinnovato contesto politico e di cittadinanza, questa massa enorme perlopiù composta di giovani uomini? Quali strumenti legislativi vennero predisposti? Quale fu il ruolo delle associazioni combattentistiche, e dei principali partiti? A questi e ad altri interrogativi si propone di rispondere questo volume, che intende far luce su una delle grandi questioni del dopoguerra italiano, rimasta sinora spesso trascurata dalla storiografia.
Edited Books by Filippo Masina
Volumi pubblicati: G.L. Balestra, N. Labanca (a cura di) Repertorio degli studiosi italiani di st... more Volumi pubblicati: G.L. Balestra, N. Labanca (a cura di) Repertorio degli studiosi italiani di storia militare 2005 P. Del Negro, N. Labanca, A. Staderini (a cura di) Militarizzazione e nazionalizzazione nella storia d'Italia N. Labanca, G. Rochat (a cura di) Il soldato, la guerra e il rischio di morire N. Labanca (a cura di) Fare il soldato. Storie del reclutamento militare in Italia N. Labanca, L. Tomassini (a cura di) Forze armate e beni culturali. Distruggere, costruire, valorizzare P. Del Negro (a cura di) Giuseppe Garibaldi tra guerra e pace N. Labanca, P.P. Poggio (a cura di) Storie di armi N. Labanca (a cura di) Pietre di guerra. Ricerche su monumenti e lapidi in memoria del primo conflitto mondiale P. Del Negro, E. Francia (a cura di) Guerre e culture di guerra nella storia d'Italia N. Labanca (a cura di) Storie di guerre ed eserciti. Gli studi italiani di storia militare negli ultimi venticinque anni N. Labanca, C. Zadra (a cura di) Costruire un nemico. Studi di storia della propaganda di guerra N. Labanca (a cura di) Forze armate. Cultura, società, politica N. Labanca (a cura di) Fogli in uniforme. La stampa per i militari nell'Italia liberale
Book chapters by Filippo Masina
in Ostaggi della guerra. Vittime civili del secondo conflitto mondiale, a cura di Nicola Labanca, pp. 233-257, 2024
La memoria delle vittime civili italiane nelle pubblicazioni e nei documenti della loro associazione
in Gabriele Bassi, Nicola Labanca, Filippo Masina, Una straziante incertezza. Internati militari italiani fra guerra, morte e riconoscimenti da parte della Repubblica, pp. 111-139, 2022
in Antifascismo, guerra e Resistenze in Maremma, a cura di Stefano Campagna e Adolfo Turbanti, pp. 368-375, 2021
in Antifascismo, guerra e Resistenze in Maremma, a cura di Stefano Campagna e Adolfo Turbanti, pp. 173-223, 2021
in Il paesaggio rurale. La Toscana tra storia, identità e sviluppo, pp. 123-129, 2021
in N. Labanca, F. Masina, C. Perucchetti, B. Zanolini, I cori alpini. Musiche, testi, esperienze, storia (Unicopli), pp. 135-396, 2020
Dalla guerra alla pace. Storia militare, politica e sociale dell'Italia alla fine del primo conflitto mondiale (1917-1919), pp. 63-78, 2019
Sounds of Origin in Heavy Metal Music, edited by Toni-Matti Karjalainen, Newcastle-upon-Tyne, Cambridge Scholars Publishing, pp. 71-93, 2018
Studi storici per il centenario dell'Associazione Nazionale Alpini, a cura di Nicola Labanca, vol. II, Milano, Unicopli, pp. 7-119, 2018
Studi storici per il centenario dell'Associazione Nazionale Alpini, a cura di Nicola Labanca, vol. I, Milano, Unicopli, pp. 227-328, 2018
Dizionario del liberalismo italiano, 2011
Encyclopedia entry
Guerra e disabilità. Mutilati e invalidi italiani e primo conflitto mondiale, a cura di Nicola Labanca, Milano, Unicopli, pp. 233-260, 2016
39 Emozioni e corpo mutilato. Soldati e disabilità nella prima guerra mondiale, di Vanda Wilcox 5... more 39 Emozioni e corpo mutilato. Soldati e disabilità nella prima guerra mondiale, di Vanda Wilcox 57 I ciechi di guerra nella Firenze del primo conflitto mondiale. Storie, iniziative e traguardi, di Martina Salvante 75 Esistenze mutilate. La storia senza riscatto dei folli di guerra, di Andrea Scartabellati 95 I primi anni dell'ANMIG e il suo primo manifesto (1918), di Ugo Pavan Dalla Torre Parte seconda. LO STATO PER I MUTILATI 119 Cure e protesi per i mutilati. Esempi di riabilitazione, di Fabio Montella p. 169 La strana malattia. Guerra e psichiatria tra primo e secondo conflitto mondiale, di Paolo Francesco Peloso 211 L'evoluzione delle pensioni di guerra italiane dalle origini fino all'avvento del fascismo, di Pierluigi Pironti 233 Assistenza post-bellica e pensioni di guerra nella Repubblica, di Filippo Masina 261 Indice dei nomi 271 Il Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico-Militari
Arci Servizio Civile dall'obiezione di coscienza al servizio civile (1981-2004), a cura di Nicola Labanca, pp. 87-138, 2015
Il mondo dell'obiezione di coscienza/servizio civile 1 è stato (ed è) un universo caleidoscopico ... more Il mondo dell'obiezione di coscienza/servizio civile 1 è stato (ed è) un universo caleidoscopico in cui alle storie personali di ciascun soggetto si intrecciano le vicende dell'odc in Italia, le lotte per i diritti civili, il pacifismo, e la spinta per una piena ed attiva cittadinanza che convalidi concretamente lo status democratico di cui l'Italia vuol fregiarsi, accorciando inoltre la distanza, spesso notevole, tra istituzioni e cittadino. C'è tutto questo dietro alle traiettorie di vita seguite dai/dalle dirigenti di Asc, ed ai valori che li ispirano 2 . ma parte attiva di un processo condiviso (in una parola, partecipazione), e la possibilità di unire la teoria -gli ideali politici e sociali -alla pratica, realizzando cioè progetti che nel giro di alcuni mesi davano dei risultati concreti. Non possiamo infine tralasciare un altro elemento, francamente non meno decisivo. Praticamente tutti, infatti, hanno incrociato il mondo del servizio civile legato all'obiezione di coscienza nel momento in cui i numeri andavano aumentando, e Asc stava implementando il proprio organico. C'era bisogno di loro, e della loro esperienza. Per alcuni il sc si è trasformato così in una vera e propria opportunità lavorativa, che gli interessati sono stati ben lieti di cogliere in virtù della positiva e gratificante esperienza come obiettore. Anche qui si mescolano dunque motivazioni ideali e politiche ad altre di ordine assolutamente concreto, cioè il lavoro e la possibilità, attraverso il lavoro, di portare avanti le proprie idealità. Un altro punto è stato poi focale per Asc: la formazione. È questo uno dei distintivi elementi voluti dall'ente nell'ambito del sc, intendendo per formazione non l'addestramento per l'attività che il singolo obiettore sarebbe andato a svolgere, quanto piuttosto la costruzione di una coscienza (e conoscenza) intorno alla storia del pacifismo e dell'obiezione, anche attraverso innovative tecniche didattiche che consentivano -e consentono -a tutti di partecipare e non soltanto di subire passivamente una lezione frontale. Tornano allora anche qui quei concetti di partecipazione ed identità attiva, che per Asc rappresentano non solo un modo di intendere le proprie dinamiche associative, ma l'intera struttura sociale, i rapporti tra gruppi e persone diversi, tra stato e cittadini. Legato, e conseguente, alla formazione c'è un altro elemento molto caro ad Asc: l'attenzione alla qualità del servizio. È da sempre una delle prime preoccupazioni dell'ente, sin dal momento in cui l'Arci, nel 1981, stipulò la convenzione col ministero della Difesa per l'impiego degli obiettori (e Asc, come associazione autonoma, non esisteva ancora 3 ): il servizio doveva essere rispondente alle finalità politiche e sociali attribuite all'odc (e questo vale anche oggi, pur essendo questa venuta a mancare). Emerge qui il contrasto con altre situazione in cui, al contrario di Asc, si ambiva a sfruttare la possibilità di 'reclutare' obiettori per avere forza lavoro quasi a costo zero. Ci sono su questo punto, sull'impiego improprio degli obiettori, le responsabilità innanzitutto dello stato, nello specifico ovviamente del ministero della Difesa, reo di non aver effettuato alcuna selezione degli enti che volevano convenzionarsi e tanto meno una verifica del servizio che effettivamente vi si svolgeva. L'attenzione alla qualità del servizio da parte di Asc non è affatto scemata con la fine dell'obiezione, ma anzi rimane un tema centrale; in questo c'è un'evidente continuità con il periodo precedente, ed anche i problemi risultano i medesimi: cioè il tentativo di contrastare ogni impiego strumentale dei ragazzi, per finalità proprie dell'ente e non dei volontari. Un altro elemento importante per gli uomini e le donne di Asc è stato quello di mantenere e sviluppare i rapporti con altri enti di servizio civile, inclusi quelli pubblici, in cui un ruolo importante è stato giocato prima dal Cesc poi dalla Cnesc. L'obiettivo di mantenere un buon rapporto con gli altri enti di sc di una certa grandezza, diciamo quelli di scala nazionale, poiché perseguivano ideali in buona parte coincidenti con quelli di Asc, è stato costante. Di grande importanza il ruolo del Cesc/Cnesc, centrale per il dialogo con le istituzioni: era il luogo in cui si appianavano le differenze -talvolta le divergenze -per trovare una posizione comune con cui presentarsi agli interlocutori. Non si trattava di nascondere le differenze di motivazioni e di finalità politiche con altri enti, in particolare quelli cattolici, quanto piuttosto, grazie a questo organismo collettivo, trovare una posizione comune dalla quale trattare con le istituzioni. Ma Asc ha guardato spesso anche all'estero, alle esperienze di militanza pacifista confluenti nel Beoc (Bureau Européenne de l'Objection de Conscience) ed alle sue iniziative pro-odc, così come all'esperienza americana degli Americorps, l'organizzazione statunitense per il servizio civile, da cui Asc ha tratto alcune soluzioni di grande importanza per il funzionamento del proprio sc.
Peer-reviewed articles by Filippo Masina
Memoria e Ricerca, 2024
In 2022, the Italian Parliament decreed the institution of the National Day of Alpinis’ memory an... more In 2022, the Italian Parliament decreed the institution of the National Day of Alpinis’ memory and sacrifice. The new public holiday was set on January 26 of each year: the date commemorates the battle of Nikolajewka, fought in Russia on January 26, 1943 in the context of the nazi-fascist aggression against the Soviet Union. The choice of this date has raised doubts and protests, because it appears to be an endorsement of the fascist war in Russia. The article aims to explain how and why this date was chosen, and how it can affect the Italian public discourse on WWII and its memory.
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Books by Filippo Masina
Per la prima volta in questo volume si studiano le norme, le esperienze e le memorie delle vittime civili di guerra italiane del secondo conflitto mondiale – spesso dimenticate rispetto alle vittime militari e in uniforme – dopo che i combattimenti erano cessati. È quindi una storia di norme, che indaga come lo Stato sociale italiano abbia risposto alle esigenze e ai problemi delle vittime. È anche una storia di esperienze e di soggettività e per questo il volume restituisce la voce alle vittime civili di guerra e alle loro esigenze, ai loro problemi economici, materiali, assistenziali.
Persino come le vittime abbiano scelto di ricordare e raccontare la guerra, e quindi di raccontarsi, è in relazione con come le loro esigenze sono (o non sono) state prese in considerazione dallo Stato nei lunghi decenni postbellici e sino ad oggi.
Vista così, la storia delle vittime civili di guerra è insomma una storia non solo del tempo di guerra ma quasi soprattutto del tempo di pace: una storia repubblicana.
L’opera – basata sull’archivio ancora largamente insondato dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra – è completata da un’ampia selezione di documenti, che illustra la ricchezza e la varietà della ricerca.
Il volume ricostruisce vividamente le condizioni materiali e i bisogni primari delle vittime civili, e ricostruisce la logica delle leggi assistenziali e pensionistiche, a lungo ancorate a concetti e prassi dell’Italia fascista e che solo col tempo sono state riformate. Norme interpretate ed applicate da un apparato burocratico insufficiente e troppo spesso inefficiente, per cause che l’autore porta alla luce inserendole nel più ampio contesto del funzionamento della pubblica amministrazione italiana.
Completa il volume un ricco apparato documentario.
In questo volume gli autori, sulla base della consultazione di fonti inedite e di un uso innovativo di quelle già note, portano alla luce decine e decine di storie degli Imi morti e dei loro parenti, mostrando diverse modulazioni di «strazianti incertezze» che vissero sia i soldati nei luoghi di prigionia sia i loro cari in patria nell’attesa del loro ritorno, e persino i loro familiari affannatisi nel tentare di ottenere – a volta per decenni – un riconoscimento da parte dello Stato democratico.
Edited Books by Filippo Masina
Book chapters by Filippo Masina
Peer-reviewed articles by Filippo Masina
Per la prima volta in questo volume si studiano le norme, le esperienze e le memorie delle vittime civili di guerra italiane del secondo conflitto mondiale – spesso dimenticate rispetto alle vittime militari e in uniforme – dopo che i combattimenti erano cessati. È quindi una storia di norme, che indaga come lo Stato sociale italiano abbia risposto alle esigenze e ai problemi delle vittime. È anche una storia di esperienze e di soggettività e per questo il volume restituisce la voce alle vittime civili di guerra e alle loro esigenze, ai loro problemi economici, materiali, assistenziali.
Persino come le vittime abbiano scelto di ricordare e raccontare la guerra, e quindi di raccontarsi, è in relazione con come le loro esigenze sono (o non sono) state prese in considerazione dallo Stato nei lunghi decenni postbellici e sino ad oggi.
Vista così, la storia delle vittime civili di guerra è insomma una storia non solo del tempo di guerra ma quasi soprattutto del tempo di pace: una storia repubblicana.
L’opera – basata sull’archivio ancora largamente insondato dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra – è completata da un’ampia selezione di documenti, che illustra la ricchezza e la varietà della ricerca.
Il volume ricostruisce vividamente le condizioni materiali e i bisogni primari delle vittime civili, e ricostruisce la logica delle leggi assistenziali e pensionistiche, a lungo ancorate a concetti e prassi dell’Italia fascista e che solo col tempo sono state riformate. Norme interpretate ed applicate da un apparato burocratico insufficiente e troppo spesso inefficiente, per cause che l’autore porta alla luce inserendole nel più ampio contesto del funzionamento della pubblica amministrazione italiana.
Completa il volume un ricco apparato documentario.
In questo volume gli autori, sulla base della consultazione di fonti inedite e di un uso innovativo di quelle già note, portano alla luce decine e decine di storie degli Imi morti e dei loro parenti, mostrando diverse modulazioni di «strazianti incertezze» che vissero sia i soldati nei luoghi di prigionia sia i loro cari in patria nell’attesa del loro ritorno, e persino i loro familiari affannatisi nel tentare di ottenere – a volta per decenni – un riconoscimento da parte dello Stato democratico.
Testo pubblicato su www.toscananovecento.it.