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Relazione annuale 2009 del CIRFIM — Centro Interdipartimentale di Ricerca di Filosofia Medievale "Carlo Giacon".
L'era paleolitica vede l'uomo nella funzione di Cacciatore-Raccoglitore. L'ampio territorio e la ricerca sia di materiali sia di cibo lo spingono a continui spostamenti. ( La Scimmia nuda; Morrison). L'industria litica, per la fabbricazione di oggetti d'uso quotidiano, si serve di:
Prima parte : introduzione sul common law più analisi del common law inglese S tudiare la materia ' ' S istemi giuridici comparati ' ' risulta essere molto importante in quanto ci permette di analizzare e mettere a confronto sistemi giuridici diversi, con l 'obbiettivo di coglierne dif ferenze ed analogie.
Forse è bene ricordare che il Centro Culturale ha promosso, via via negli anni, una serie di piccole pubblicazioni indirizzate ai suoi Soci che vanno sotto il nome di U Bricchettu, Rendiconti e Appunti. U Bricchettu ha avuto il compito di rendere note le aspirazioni letterarie di molti isolesi e bisogna dire che abbiamo così avuto modo di scoprire un poeta come Sergio Acerbo che tanti riconoscimenti ha avuto in vari concorsi; i Rendiconti invece hanno il merito di rendere trasparente la gestione del Centro: comunichiamo ogni anno il bilancio e l'attività. Pensiamo di essere stati i primi, nel variegato mondo del volontariato del nostro paese, ad averlo fatto dalla fondazione del Gruppo. In quanto agli Appunti, cercavamo di inserirvi le ricerche, senza pretese, effettuate dai nostri Soci su aspetti peculiari di Isola nel tempo. L'ultima uscita è del 1999 e questa sospensione è dovuta alla stanchezza che ci ha preso nel corso degli anni, sconfitta oggi dagli articoli che seguono. Debbo dire che la Provvidenza fa piovere sul bagnato. Infatti avevamo stabilito di far uscire questo numero con l'articolo su Santo Stefano quando veniamo a sapere che Cristina Parodi, durante uno dei lodevoli turni presso la Biblioteca Civica, scopre uno studio di Giannetto Beniscelli, lo legge e, spontaneamente, lo commenta per iscritto. Appena aggiunto questo simpatico contributo alla nostra rivista, ecco che Roberto Torretta ci invia un saggio sulla toponomastica della nostra zona che sembra essere stato scritto apposta per introdurre e completare quello di Sergio Pedemonte. Speriamo nel futuro di non essere troppo rilassati e di fornirvi ulteriori spunti per conoscere il territorio in cui vivete e viviamo.
2009
La pedagogia è impegnata da tempo in un accanito dibattito sui metodi della ricerca. Forse perché imbarazzata dei suoi ritardi epistemologici, forse perché ancora preoccupata di un passato di forte sudditanza nei confronti della filosofia e in particolare, qui in Italia, della filosofia idealista e personalista, da molti (troppi?) anni appare affannata a dotarsi di una identità metodologica (sia nell'ambito della ricerca che degli strumenti operativi) il più possibile scientificamente legittimata. Mentre tutto cambia, intanto che paradigmi, visioni, corpi e collettività si avvicendano, muoiono e si accatastano gli uni sugli altri, la guerriglia tra epistemologi e ermeneuti, tra idiografici e nomotetici, tra clinici e sperimentali, tra filosofi e metodologi, si consuma senza sosta, in un curioso e a volte un po' estenuante siparietto fondamentalmente accademico. Tutto ciò è comprensibile, così come è comprensibile ed anche encomiabile lo sforzo della disciplina "minore", da una parte di non smarrire radicalmente il suo statuto anfibio, la sua costitutiva e irriducibile composizione teorico-pratica, e dall'altra il suo impegno a fondare vie di affermazione che, pur alla ricerca di una benedizione scientifica, neppure vengano meno alla preoccupazione etica e trasformatrice agli indirizzi della persona, delle istituzioni formative, della società. La sensazione tuttavia è quella di una rincorsa talora troppo dispersiva e spesso ritardataria nei confronti di modelli scientificamente sorpassati o largamente in crisi. Penso in particolare a certe tendenze di stampo neopositivistico o positivistico tout courtche purtroppo riemergono anche altrove, magari rivestite dei panni di qualche nuova neuro…scienzaassetate di fatti, di dati, di verificabilità e standardizzazione, per quanto corrette da un popperismo anch'esso francamente un po' stantio, oppure a un certo eclettismo privo di radicamento e di orientamento politicoconoscitivo, tutto legittimato dalle urgenze della pratica e dei "bisogni" educativi. Negli ultimi tempi, accanto a una liquidazione abbastanza generalizzata, almeno qui in Italia, del suo volto teoretico e speculativo (che forse però è quello che ha tentato, almeno negli ultimi decenni, di emanciparla dalle sue costitutive arretratezze nella maniera più tenace), sembrano affermarsi le prospettive più orientate da un impegno di piccolo cabotaggio, di microricerca e soprattutto della rincorsa di un'utilità e spendibilità immediata che, francamente, pare troppo facilmente assorbibile da un'impostazione pragmatista e specialistica oggi davvero molto compromessa con le esigenze di un potere politico tutt'altro che favorevole nei confronti della sopravvivenza e della difesa della multiformità della cultura (e si veda in particolare l'esplosione delle ricerche sulla teledidattica e l'e-learning). E' vero che una parte significativa di questo fronte di ricerca ha trovato nell'incontro delle filosofie di genere (con particolare riferimento alle opere di Hanna Harendt, Maria Zambrano e di altre filosofe "imperdonabili" che qui in Italia hanno avuto come fulcro di gravitazione ed elaborazione la Libreria delle Donne di Milano e la comunità Diotima di Verona) e del repertorio delle epistemologie della complessità batesoniane, un nucleo interessante e sicuramente innovativo di sperimentazione nel "piccolo" e nel concreto di buone pratiche trasformative ed esportabili. Tuttavia resta il sospetto anche qui che, accanto ad un'apertura e novità innegabili, specie se legate ad un'effettiva integrazione di ragione ed emozione, non si riesca ad evitare il risorgere di una componente irenica che fa perno sulla centralità della relazione e di una conoscenza complessa ma bonificatrice che ancora una volta sembra nascondersi la crudezza strutturale e le innumerevoli violenze implicate da ogni pratica educativa in quanto tale. E inoltre, all'elogio del piccolo, di cui non si vuole disconoscere possibilità emancipative nel tessuto (apparentemente) frantumato della postmodernità, sembra mancare cognizione del livello di compromissione a monte dei meccanismi di potere che richiederebbe un'attenzione alle articolazioni tra "flussi" e "segmenti", tra livelli
2010
MARIETTI 1820 Grafica e impaginazione: Camillo Addis Stampa e confezione: Legatoria Varzi, Città di Castello (PG) Rimaniamo a disposizione di eventuali aventi diritto che non è stato possibile identificare o contattare. I Edizione 2010
Mastia 17, 2024, pp. 7-57.
Orphanet J Rare Dis, 2019
CDELT Occasional Papers "In the Development of English Language Education" (Print), 2023
Social Science Research Network, 2005
Revemop, 2020
Revista do Instituto de Estudos Brasileiros, 2020
Advanced Materials Research, 2015
International Journal of Science and Research (IJSR)
Analytical Sciences, 2008
Wiadomości Lekarskie, 2022
Science and Transport Progress. Bulletin of Dnipropetrovsk National University of Railway Transport, 2009
PLOS ONE, 2021